Aggiungo una considerazione su come effettuare una diagnosi fitopatologica di campo. Oltre al sintomo più eclatante essa si basa sull'osservazione dell'intera vegetazione e sull'evoluzione dei sintomi.
Se i sintomi (come quelli che mi sembra di intuire riguardando la prima foto presentata dall'Autore del post alla luce della notazione di Marcello) sono in realtà lesioni di tipo ulceroso, ossia come piccoli crateri con perimetro necrotico, essi rappresenterebbero l'esito finale della maculatura batterica da
X. vesicatoria.
Tuttavia la malattia ha una evoluzione sintomatologica (situazione che potrebbe esistere contestualmente su altri frutti) a partire dall'avvenuta infezione. Inizialmente sulle bacche verdi si hanno maculature edemose, idropiche (cioè acquose), vescicolose (appunto come recita il nome di specie del batterio), a volte contornate da un alone verde scuro; successivamente a causa dell'attività del microrganismo si osserva un allargamento della macchia la quale si limita agli strati periferici che vanno incontro a necrosi, e dunque essa macchia si fa scura (cfr. foto 1); in seguito, per effetto della espansione dei tessuti interni in crescita, epicarpo e mesocarpo suberificato attorno al sito di infezione si fendono conferendo al sintomo l'aspetto finale: tacche di 3-4 mm con bordo rilevato necrotico e centro depresso dato da tessuti sani (a volte la tacca è circondata da un alone verde-giallastro).
Oltre che sul frutto il battere si insedia in altri organi della pianta di pomodoro: le foglie sono colpite ad ogni fase di età e presentano dapprima areole edemose che si trasformano in tacche nerastre di forma varia (spesso angolare) sovente contornate da alone giallastro (cfr. foto 2); sul fusto, oltre a maculature analoghe a quelle fogliari, si possono manifestare sintomi di tipo canceroso che appaiono come lesioni suberose scure solcate da fenditure longitudinale (cfr. foto 3).
Per finire su pomodoro si può trovare una altro battere che causa macchie, tuttavia esse hanno un aspetto puntiforme (la malattia viene per questo chiamata in italiano picchiettatura batterica e in inglese
bacterial speck , cfr. foto 4)
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