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Esaurimento microelementi nel terreno 
Autore Messaggio

Iscritto il: 31/07/2008, 21:36
Messaggi: 602
Località: Cagliari
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Ciao a tutti!
una domanda a cui non riesco a dare una completa risposta: dopo anni ed anni, per non dire secoli di coltivazione di un terreno, come fa la pianta a reperire ancora i microelementi? Forse non sono così importanti? e come si sopperisce nelle coltivazioni idroponiche? si aggiungono anch'essi? Ho letto che dopo tanti anni di coltivazione il terreno dà segnali di stanchezza, molte volte è necessario cambiare coltivazione ma il problema della carenza di certi elementi non rimane lo stesso?
Grazie per le risposte.


20/08/2021, 21:11
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Iscritto il: 03/08/2020, 21:18
Messaggi: 213
Località: Provincia di Piacenza
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Gran bella domanda! Mi auguro che si sviluppi una bella discussione. Provo a dire la mia per quel che poco che conosco. Per millenni l'uomo ha cercato di mantenere la fertilità del suolo riportando materia organica su quei terreni che coltivava e che quindi stagionalmente si depauperavano. Questo processo si può ottenere in vari modi: utilizzando letame maturo (pollina, stallatico di mucca, capra, cavallo...), utilizzando scarti vegetali quindi rifiuti organici della cucina, foglie, legna...(essenzialmente quello che oggi definiamo compost) o applicando la pratica del sovescio integrando per lo più azoto mediante l'interramento di coltivazioni specifiche (favino, veccia...).
Questo processo che fondamentalmente imita ciò che accade spontaneamente in natura è stato soppiantato a incominciare dall'inizio del secolo scorso dalla diffusione dei fertilizzanti chimici venduti progressivamente a prezzi sempre più concorrenziali. Il nutrimento della pianta non viene più fornito dalla decomposizione di letame o paglia o legna ma semplicemente da prodotti granulari contenenti le quantità adeguate di azoto/potassio/fosforo e di tutti i microelementi secondari necessari allo sviluppo delle piante (calcio, magnesio, ferro...). I terreni si sono gradualmente trasformati in suoli inorganici perdendo la propria struttura ed i propri elementi intrinsechi a cui si compensa mediante questi preparati chimici.

La tecnica idroponica di cui parli è la coltivazione in ambiente protetto ed altamente controllato, anziché spargere il concime sulla nuda terra lo si aggiunge all'acqua in cui poi verranno coltivate le orticole.

Il cambio di coltivazione, la cosiddetta rotazione, è una pratica di epoca tardo medioevale ( posso sbagliarmi ) ma non riguarda la fertilità del suolo bensì il propagarsi di certi patogeni.
I nostri avi si accorsero che coltivare lo stesso prodotto sullo stesso terreno per più anni aumentava il rischio di malattie correlate ed una minore resa perciò si applicò la rotazione triennale o quadriennale compreso l'anno a maggese. Ora pare che siamo pldiventati più furbi e quindi si realizzano distese a monocolture o bicolture (frumento avvicendati al mais per esempio) e poi si risolve irrorando la qualunque per ridurre il rischio di malattie.


20/08/2021, 22:14
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Iscritto il: 29/11/2015, 4:19
Messaggi: 805
Località: Midwest > Bassa bolognese
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Prima di tutto di micro-elementi ce n' e' tanti. Una contro-domanda che puo' avviarti nella direzione giusta e' come mai nella alta prateria (detta anche pampa umida, dipende dalla regione), dove piove sufficientemente, ci sono crescite di biomassa di tre metri l' anno, dopo millenni di non fertilizzazione. E il suolo, quando analizzato, mostra livelli alti di qualsiasi elemento.

_________________
radici delle coltivazioni erbacee: http://soilandhealth.org/wp-content/uploads/01aglibrary/010139fieldcroproots/010139toc.html

radici degli ortaggi: http://soilandhealth.org/wp-content/uploads/01aglibrary/010137veg.roots/010137toc.html


21/08/2021, 4:20
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Iscritto il: 31/07/2008, 21:36
Messaggi: 602
Località: Cagliari
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In poche parole il mio quesito : coltivando anni e anni,dalla terra tolgo tantissimi elementi che non rimpiazzo con la concimazione N P K Ca. Come è possibile continuare a coltivare senza conseguenze negative?


21/08/2021, 16:23
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Iscritto il: 29/11/2015, 4:19
Messaggi: 805
Località: Midwest > Bassa bolognese
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questo e' perche' non coltivi in base a principi che imitano la natura. La natura non lascia che i micronutrienti cadano oltre il limite delle radici, avendo radici vive nel suolo 12 mesi l' anno. Una delle soluzioni e' sovescio con piante a radici profonde. Un' altra e' avere piante perenni nell' orto. Io tengo cicoria perenne in grandi quantita' (ne mangio tanta, ma ne metto anche in crauti misti), ma anche rafano.

Uso tutti e due i metodi. In piu' rivolto la terra pochissimo e solo per, per esempio, togliere un cespuglio di ortiche durante la stagione fredda. Questo permette anche una presenza fungina superiore. L' orto diventera' piu' biologico e i funghi libereranno nutrienti bloccati in materia organica e li renderanno disponibili alle piante. Giusto non rivoltare la terra e fare un sovescio ti raddoppia i livelli di K e piu' che raddoppia quelli di P, nel giro di due anni, e questo l' ho visto coi miei occhi.

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22/08/2021, 14:51
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