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come una volta?biologico..
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kentarro
Iscritto il: 20/10/2009, 18:36 Messaggi: 7445 Località: Airuno (Lecco)
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eugenio ha scritto: [Poi oggi va di moda per cui si parla anche di vino biologico. Il vino biologico da vendere (non per uso privato) è un'utopia. Il metabisolfito bisogna metterlo per legge nel vino che si vende e di biologico, nel metabisolfito vedo veramente poco.
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02/12/2009, 9:16 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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Mario ha scritto: Produrre con metodo biologico o allevare con lo stesso sistema non significa usare un prodotto o un altro è molto più complesso e articolato e richiede competenze specifiche che molti non hanno. Limiti tanti, pro altrettanto. Saluti Mario Sono perfettamente d'accordo con Mario. Ciao, Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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02/12/2009, 16:50 |
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Campesino
Iscritto il: 15/11/2009, 15:14 Messaggi: 900 Località: Garfagnana (Lu)
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kentarro ha scritto: eugenio ha scritto: [Poi oggi va di moda per cui si parla anche di vino biologico. Il vino biologico da vendere (non per uso privato) è un'utopia. Il metabisolfito bisogna metterlo per legge nel vino che si vende e di biologico, nel metabisolfito vedo veramente poco. Io sò che è obbligatorio mettere in etichetta se il vino contiene solfiti ma non sò se è obbligatorio metterli nel vino per venderlo ???
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03/12/2009, 11:33 |
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lstefano
Iscritto il: 01/12/2009, 19:50 Messaggi: 68
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riprendo un paio di punti che ho letto sui vari messaggi: 1) conversione: chi inizia a fare agricoltura biologica ai sensi del Reg 834/07 e 889/08 deve fare un periodo di conversione che dura due anni. Se prima il terrreno era coltivato con metodo convenzionale o non era coltivato fondamentalmente non importa, i due anni li devi fare. Se non ricordo male si può anche tentare di annullare o ridurre la conversione ma rispetto al passato è un po' difficile. Nei due anni di conversione ovviamente bisogna rispettare tutte le prescrizioni del biologico ma il prodotto non potrà essere venduto come biologico (e il primo anno nemmeno come prodotto in conversione ma solo come convenzionale). 2) il vino bio: ad oggi non esiste vino bio. esiste solo "vino ottenuto da uve coltivate con metodo biologico". esiste un progetto europeo che sta mettendo a punto i requisiti per fare vino bio (progetto orwine. sito www.orwine.org) e il tutto dovrebbe portare ad un regolamento apposito. Uno dei problemi principali era l'impiego della solforosa che, a quello che so, sarà ammesso a dosi più base del vino convenzionale.
_________________ Agronomo: direttiva nitrati, autorizzazione integrata ambientale, psr, edificabilità, biologico
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07/12/2009, 11:53 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Comunque bisogna anche dire una cosa a chiara note ,e deve essere compresa dai consumatori e non addetti ai lavori: produrre biologico non significa prodotto naturale, i prodotti bio sono trattati anche essi con prodotti consentiti per l'agricoltura biologica, e ci sono ottimi prodotti che se abbinati a CONOSCENZE AGRONOMICHE serie (la tradizione è buona, ma deve lasciare ogni tanto strada alla scienza) danno ottimi risultati.
Prodotti che amo per le risposte sono: prodotti con LILIACEE E AGLIACEE olio di neen, propoli, rame tretrarameici con attivatori ecc ecc....
L'unico grosso neo per gli ortaggi a foglia sono i diserbi ( ma qui si lavora con tecniche agronomiche mirate e danno buoni risultati)
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07/12/2009, 12:18 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10203
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Cita: i prodotti bio sono trattati anche essi con prodotti consentiti per l'agricoltura biologica, e ci sono ottimi prodotti che se abbinati a CONOSCENZE AGRONOMICHE serie (la tradizione è buona, ma deve lasciare ogni tanto strada alla scienza) Parole sante
_________________ I
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08/12/2009, 17:28 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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paolo ha scritto: biologico non significa prodotto naturale, Ciao, anch'io sono per una visione "a tutto tondo" dei problemi in agricoltura, non certo risolvibili con un diserbo, una concimazione o un'aratura... Per altro BANDIREI il termine "naturale" da qualsiasi discussione sugli alimenti/prodotti: non ha alcun senso, è fuorviante e incollegabile a qualsiasi processo produttivo. Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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08/12/2009, 19:24 |
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alessandrovinassa
Iscritto il: 29/11/2009, 15:07 Messaggi: 86 Località: Chieri ( To )
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Avete fatto scappare Messina!! Oppure ha gia cambiato mestiere.. Dite tutti bene. Ma io vi chiedo: da dove nasce il biologico? Non era forse il rispetto per la natura, evitare i fitofarmaci e coltivare la terra nei metodi antichi? Sinceramente io quest'anno ho coltivato 1 ha di terra a biologico. Mi assiste la ICEA e sono sotto la coldiretti ( .............) Ho coltivato,: zucche, fagioli e fagiolini rampicanti e non , piselli, meloni, carciofi ( attendo ), insalate, cavoli, pomodori, cavolo rapa, cavoli bruxelles, cardi, finocchi e mi pare niente altro... Qualcuno si offende o mi tira l'acqua santa con tutta l'acqua santiera se giuro di non aver dato neanche il verde rame sui pomodori?? Neache zolfo... In qual terreno facevo fino al 2001 trattamento dei residui verdi derivanti dallo sfalcio e dalla potatura dei giardini pubblici e privati : compost. Addirittura ho spianato un pezzettino di collina a febbraio ricreando un terrazzamento largo dai 6 a 8 metri andando da zero a -1,60 max. Ci ho messo i cavoli ( 26 varietà differenti ) che ho venduto al mercato fino a mercoledì scorso... Niente concimi neinte trattamenti. Possiamo definirli biologici? Io direi di si. Perchè? le analisi del suolo non evidenziano particolari problemi. Fisicamente è un suolo limo sabbioso con 70% del primo, 20% del secondo 10% di argilla.S.o. al 3,8 %. Ph da 7,8 a 8,4. Acqua di pozzo profondo basica. Alto contenuto di potassio e magnasio. Non ci sono metalli pesanti. Le erbacce sono state eliminate zappettando. Non semino a spaglio ma trapianto tutto. Il terriccio dell'alveolo è torba certificata. Alcune specie sono in deroga ( qui è la fregaura del bio ) altre certificate. Possiamo definire prodotto bio? Chi può dire si ho no? Il tecnico che è venuto a giugno? e poi? io avrei poturo farci la pipi sopra e venderli...Devo fa l'analisi delle urine? Non confondiamo il prodotto bio-commerciale con il prodotto bio a catena corta. Sono due cose diverse
_________________ Ciao! Alessandro
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27/12/2009, 16:27 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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non tutti i terreni sono come i tuoi. averceli dei terreni franco limosi , il calcaree a quel punto non e' poi un problema cosi grosso.
ma quando vai in dei terreni in cui la so e' meno dell'1% e l'argilla e' piu del 60% e sopratutto nn si dispone di acqua per irrigazione , la vedo dura.. biologico o meno
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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30/12/2009, 10:17 |
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vigna
Iscritto il: 08/01/2010, 19:01 Messaggi: 99 Località: Perugia
Formazione: Perito chimico
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Sono anni che sento sparlare sui produttori biologici. Sappiate che sono gli unici ad avere i controlli sulla loro produzione da parte di ispettori dell'organo certificatore (per es. ICEA), che non è più come una volta la loro associazione (AIAB) . Percepiscono incentivi ogni anno minori, e devono combattere tutte le avversità con pochi kg. di poltiglia bordolese ad ettaro e pochissimi altri ammessi concessi in Agr. bio. Quelli che incontro io ai mercatini bio sono gente che ci crede, che ha fatto una scelta coraggiosa, e che meriterebbe anche il vostro rispetto. Conosco chi per alimentare la chianina biologica deve prima seminare favino per poi sovesciarlo l'anno successivo per poi seminarci su il mais biologico! Se poi ci sono degli organi certificatori scorretti, o delle aziende che ci provano, sta ai NAS e a tutti noi denunciarlo. Se tanta gente vuole prodotti sani, non trattati chimicamente, perchè non dobbiamo seguire questa scelta biologica? E poi, a chi dice che non è possibile produrre senza trattare, vorrei chiedere: tuo nonno da bambino mangiava o no frutta e verdura, magari più sana di quella che mangi tu? Perchè 70 fa non si trattava mica. Io coltivo olivi, frutta e ortaggi per l'uso familiare, e non mi serve la certificazione bio, ma adotto il metodo di agricoltura biologica. Se però devi vendere i tui prodotti, serve la certificazione, altrimenti bisognerebbe fidarsi sulla parola! Un saluto e auguri a tutti.
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09/01/2010, 20:28 |
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