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come una volta?biologico.. 
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Iscritto il: 14/06/2009, 10:45
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Località: colline lago maggiore (novara)
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eeeeeeeeeeeeeeeeeee c'hai voglia come farebbero a produrre pesche? e patate, eeeeeee specialmente in certe zone ed in certe stagioni, come comatterebbero un'invasione di grillotalpa come quella che ho visto io 2 mesi fa in valle camonica?

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LA DONNA MAGRA PIACE ALL' UOMO SENZA .....DENTI!!!

LA TEORIA NON HA MAI PRODOTTO NULLA, LA PRATICA TUTTO (ivano il mantovano)


19/07/2009, 0:47
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Iscritto il: 14/07/2009, 20:50
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Località: Ruvo di Puglia(Ba)
Formazione: Agrotecnico
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Salve,io sono d'accordo con il biologico....ma è veramente difficile fare il bilogico.
Anche nel biologico viene utilizzata un pò di chimica,non con molecole complesse ,ma di basso impatto ambientale .
Ottenere dei prodotti dove non è stato effettuato nessun inervento non è che sia proprio naturale come crediamo.
Perchè ci sono dei batteri,microrganismi ecc. che sono tossici per l'uomo,ecco perchè nella lotta integrate,ecc, viene sempre accompagnata dalla lotta chimica.


20/07/2009, 20:19
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Iscritto il: 03/05/2008, 19:41
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Località: Firenze
Formazione: Perito Agrario - Dottore in Agraria
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Lavoro nel biologico da sempre, ed ho visto di tutto, i produttori storici sono "geneticamente" biologici e come me invocano norme sempre più restrittive che taglino fuori i biologici della seconda generazione che si sono inseriti dopo averlo contrastato e visto che non sono riusciti ci sono saliti sopra, tra questi in primis la Coldiretti e le università che solo quando sono arrivati i finanziamenti si sono interessati al settore e ne hanno abbracciato la causa, ricordo come ora i loro giudizi negativi ed adesso ne parlano come i padri fondatori. Produrre con metodo biologico o allevare con lo stesso sistema non significa usare un prodotto o un altro è molto più complesso e articolato e richiede competenze specifiche che molti non hanno. Limiti tanti, pro altrettanto. Saluti Mario


21/07/2009, 9:48
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Sez. Orticoltura
Sez. Orticoltura

Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
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Produrre con metodo biologico o allevare con lo stesso sistema non significa usare un prodotto o un altro è molto più complesso e articolato e richiede competenze specifiche che molti non hanno. Limiti tanti, pro altrettanto.


di sicuro per quanto mi riguarda non ho attualmente le competenze per produrre con metodo biologico.Ho però un poco di esperienza con i metodi convenzionale e integrato e vi posso assicurare che diventa sempre più difficile e dispendioso ecco il motivo per il quale sono scettico per il biologico.Poi oggi va di moda per cui si parla anche di vino biologico.
Io sono come San Tommaso e per ora rimango della mia idea

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22/07/2009, 22:23
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Iscritto il: 17/07/2009, 18:35
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Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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Biologico. Una norma sulle rotazioni a garanzia dei produttori, dei consumatori e anche dell'ambiente

Nel Decreto Ministeriale recentemente approvato dalla Conferenza Stato Regioni è contenuta una specifica relativa alle rotazioni colturali, o meglio agli avvicendamenti. Il fatto che il Decreto ministeriale finalmente metta una regola minima sugli avvicendamenti può solo avere risvolti positivi e ci risulta difficile comprendere perchè Federbio, che oltre alla certificazione non capiamo chi possa rappresentare, abbia chiesto di bloccare questa norma che rende più semplice ed affidabili anche le operazioni di controllo: infatti l'avvicendamento colturale è facile da vedere in campo, mentre l'uso di fertilizzanti e fitofarmaci non ammessi ma necessari nei casi di cattiva gestione agronomica è tutt'altro che semplice.
Avvicendare le colture per gestire al meglio la fertilità del terreno, prevenire patogeni, parassiti ed infestanti nonché sostenere la diversità paesaggistica ed ecologica, senza sottovalutare l'impatto positivo nella gestione delle acque superficiali e la prevenzione dell'erosione è un caposaldo dell'agricoltura biologica. Lo sanno bene gli agricoltori biologici di esperienza che possono attestare come senza avvicendamenti diventa davvero difficile produrre buona quantità e qualità senza ricorrere a fertilizzanti esterni e senza trovarsi a fronteggiare serie difficoltà nel controllo di insetti, funghi ed erbe infestanti. Tale concetto è da sempre sottolineato anche nelle norme internazionali ed europee del biologico ma anche dell'agricoltura integrata. Tuttavia, come troppo spesso accade, gli agricoltori si vedono "sorpassare a destra" da chi invece sceglie la scorciatoia, o qualcosa che sembra tale. Infatti si può by-passare l'applicazione degli avvicendamenti colturali appropriati ma a patto di utilizzare quantità elevate di fertilizzanti (organici ed ammessi in bio), ricorrere a frequenti trattamenti (seppur con sostanze ammesse) e lavorazioni. Tutto ciò può essere accettabile per l'attuale lettura italiana del regolamento ma non lo è nella logica del biologico e nemmeno dell'economia di medio-lungo periodo, ovvero per chi intende fare impresa con il biologico nei prossimi decenni e non solo per un paio d'anni. Infine, se può sembrare inappropriato un decreto ministeriale per definire le norme agronomiche, ci chiediamo dove altro ciò debba essere fatto. Il regolamento europeo, vista l'ampiezza e la diversità di contesti su cui agisce, non è di certo la cornice opportuna per andare oltre l'enunciazione del principio; il livello regionale rischia di creare difformità di interpretazione, mentre il liv ello nazionale ci pare il contesto più corretto. Inutile dire che per chi fa le cose seriamente, agricoltore o certificatore che sia, la norma è superflua giacchè intrinseca all'operare quotidiano, ma non è per loro che si scrivono le regole: è per quelli che il limite tentano in continuazione di valicarlo!

Andrea Ferrante – Presidente AIAB

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


13/11/2009, 22:54
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Sez. Supporto Didattico
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Iscritto il: 13/03/2008, 19:23
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Pienamente daccordo.

A.I.A.B. - Associazione Italiana Agricoltura Biologica
L’AIAB è un’Associazione culturale che ha lo scopo di promuovere l’agricoltura biologica, l’ecosviluppo rurale e l’alimentazione naturale. Associa sia produttori agricoli, che tecnici, consumatori ed associazioni ecologiste e di consumatori. AIAB è l’associazione più rappresentativa nel settore del biologico con oltre 14.000 soci, 16 Associazioni Regionali e sportelli informativi in diverse regione d’Italia.
Dal 1992 opera come organismo nazionale di controllo e certificazione delle produzioni biologiche ai sensi del regolamento Cee 2092/91. Nel 2000 AIAB insieme con ANAB, ACU, Banca Etica, Demeter ha dato vita ad ICEA, Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, al quale ha trasferito il suo sistema di controllo e certificazione.

Federbio - Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica
FederBio (FIAO fino al 29.09.05) nasce nel 1992 per iniziativa delle più importanti organizzazioni italiane del settore biologico e biodinamico con lo scopo di costituire un organismo rappresentativo unitario, che tuteli e favorisca lo sviluppo dell'agricoltura biologica e biodinamica.
Attualmente FederBio costituisce l'organizzazione di rappresentanza unitaria del settore in cui si riconoscono le principali realtà attive in Italia nei settori della certificazione, della normazione e della tutela degli interessi degli operatori, dei tecnici e dei consumatori.

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14/11/2009, 22:35
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la prima cosa da fare quando vuoi produrre bio è inviare una notifica ad un organismo di controllo autorizzato dal ministero e alla regione dove abiti (in sostanza all'ispettorato). oltre alla notifica servono altri documenti relativi all'azienda sia generali (come le mappe) sia più specifici come il piano aziendale (lo definisco così in quanto non ricordo il nome preciso). Credo che rivolgendoti ad una associazione di categoria o ad un libero professionista ti sapranno guidare nel mondo della burocrazia bio...poi credo che un tecnico di campo esperto del settore ti saprà dare delle indicazioni su come produrre veramente bio (che in certe annate non è per niente semplice). inoltre, solitamente, i vari psr regionali finanziano l'entrata di nuove aziende nel sistema bio (ma bisogna vedere di che regione sei).

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01/12/2009, 20:20
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Località: Airuno (Lecco)
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Tutto dipende se bio lo vuoi fare per te o da vendere.
se io coltivo le mie 10 piante di pomodoro, 10 piante di zucchine, le mele, le pere etc etc e utilizzo metodi biologici non ho bisogno di nessun certificato ed altro. se voglio però che siano vendibili come biologici il discorso cambia.
Nel caso di messina80 (che ha creato il topic) valgono le considerazioni che avete fatto. Aggiungo i tempi di conversione che se ho capito bene servono sia per chi coltivava in maniera non bio e vuole convertire la produzione sia per chi inizia da zero. Non è che metto su un'azienda bio e posso già produrre bio.
Io non sono produttore di frutta o verdura da vendere, faccio frutta e verdura per me e amici. Cerco di fare le cose il meno chimicamente possibile trattando la frutta e la verdura con prodotti non sistemici.
Per me produrre biologico vuol dire una programmazione seria di ciò che si fa, uno studio attento e mirato. Ammiro chi ci riesce


01/12/2009, 20:44
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Messaggi: 4968
Località: colline lago maggiore (novara)
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ottimi concetti e propositi

ciao

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01/12/2009, 21:54
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Iscritto il: 11/10/2009, 1:19
Messaggi: 40
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sono d'accordo con Eugenio oggi fare biologico e molto difficile proprio x le ragioni di cui spiegava.


02/12/2009, 0:12
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