ciao ti lascio queste 2 righe
. L’oleandro, pianta molto diffusa e amata per i suoi fiori profumati, è tossico (per la presenza di glucosidi cardioattivi) in ogni sua parte e tale tossicità permane anche dopo il disseccamento, la bollitura e la combustione di cui anche il fumo risulta nocivo. È riportato che alcuni soldati napoleonici morirono per aver usato il legno d’oleandro come spiedo per arrostire le carni. Si sono verificati casi d’avvelenamento per ingestione di lumache che si erano alimentate con le foglie di questa pianta. Può risultare tossico perfino il latte di animali che hanno mangiato le foglie d’oleandro o anche il miele prodotto dalle api che ne visitano i fiori (2). Perciò, innanzi tutto, sarebbe necessaria una corretta informazione per evitare gravi inconvenienti per la nostra salute e, come misura di prevenzione, sarebbe opportuno saper riconoscere con sicurezza le piante velenose, non infrequentemente confuse con specie eduli, disinfestare i campi coltivati dalle malerbe e impedire alle mandrie di pascolare sui terreni infestati.
La conoscenza di tossici naturali nella dieta umana è di grande importanza per la prevenzione di numerose patologie.
La tossicologia alimentare indaga sui fattori e sulle condizioni che concorrono a determinare la tossicità e la sicurezza dei principi presenti negli alimenti, e valuta le reazioni dell’ospite esposto. La tossicità è determinata da diversi fattori quali il tipo di molecola, le correlazioni tra questa e gli altri componenti dell’ alimento, la suscettibilità biologica dell’ ospite, l’interazione ospite-ambiente. Le sostanze tossiche interferendo con i fenomeni fisiologici e metabolici dell’organismo possono determinare un avvelenamento mortale o una tossicità acuta, subacuta o cronica.
I processi di lavorazione, le modalità di conservazione e di consumo possono neutralizzare, ridurre o eliminare questi tossici ma anche renderli più pericolosi (3, 4).
È necessario perciò conoscere la natura chimica, il meccanismo d’azione e gli effetti tossici di queste sostanze, le materie prime in cui sono presenti e le relative concentrazioni poiché il rischio tossicologico è più spesso dovuto agli effetti cronici per un consumo prolungato degli alimenti che le contengono. Si tratta per lo più di alcaloidi, glucosidi, saponine, resinoidi, ossalati, tannini, ammine e composti fenolici (5).
Alcune sostanze tossiche presenti in frutti, spezie, oli essenziali, vengono utilizzati nell’alimentazione umana in modo saltuario o in quantità modeste, tali da non rappresentare un rischio tossicologico rilevante in soggetti sani sottoposti ad una alimentazione varia ed equilibrata.
Nello studio di un principio tossico introdotto nell’organismo è necessario tener conto di tre parametri fondamentali:esposizione, tossicocinetica e tossicodinamica.
Nella fase di esposizione, il tossico, penetrando nell’organismo, raggiunge l’apparato gastroenterico dell’ospite; la fase tossicocinetica riguarda i meccanismi di assorbimento, trasporto, metabolismo ed escrezione del tossico; la fase tossicodinamica fa riferimento agli effetti prodotti dal tossico o dai suoi metaboliti.
La proprietà che condiziona maggiormente la tossicità di un composto è la sua reattività chimica; l’elevata reattività facilita infatti la combinazione del composto con i recettori molecolari di membrane cellulari, ormoni, enzimi, acidi nucleici, interferendo con le funzioni vitali.
I principi tossici non assorbiti possono comunque alterare la mucosa intestinale limitando l’assorbimento dei nutrienti; la flora batterica intestinale può, inoltre, influenzare il grado di tossicità.