Ribadisco quanto ho scritto, dicendo che l'Agricoltura è fatica.
Non ho scritto che non è bello faticare, e neanche che è necessario farlo, ma...se vissuta intensamente, a tutto tondo, come unica vera fonte di reddito e sopratutto stile di vita, la fatica è onnipresente.
Poi, se c'è chi non fatica a zappare la vigna, tagliare il fieno, segare la legna, togliere il letame dalle stalle, realizzare recinti e staccionate, parare le greggi sotto la pioggia o sotto al sole di agosto, vangare l'orto, mungere a mano le bestie, macellare gli animali, lavorare nella nebbia, spalare la neve 4 volte al giorno, potare centinaia di piante, e molto altro ancora...se c'è chi non fatica a fare queste cose, tanto di cappello. Io di fatica ne faccio tanta, si vede che non sarò buono a fare il contadino, o che tutti i libri che ho letto ed i contadini che conosco a poco o nulla saranno serviti nel farmi imparare a non faticare.
MarcelloC, una domanda da amico (e lo sai): hai mai condotto in aratura dei buoi da tiro?
Hai mai smacchiato la legna con i muli? Hai mai imbastito un somaro con delle pietre per fare dei muretti?
Beh, posso assicurarti che di fatica se ne fa un sacco...seppur ci siano i fedeli animali a quattro zampe a fare il lavoro più duro al nostro posto, la fatica è presente.
C'è chi ha 5 trattori sempre pronti con l'attrezzo attaccato, e c'è chi come me si arrangia : io ho un trattore solo, che molto fatica per me, ancora non ho muli o asini, ma punto anche a quello...e di fatica ne faccio il triplo, visto che non voglio usare il trattore per tutto...
Puccinia ha scritto:Caro Tosco,
in effetti da profano ho fatto proprio l'errore che tu hai rilevato. Però proprio per il fatto di essere un profano e di non aver mai visto fare queste cose, mi chiedo: ma il vino non puoi non farlo? E il prosciutto non puoi non farlo? Invece che arare non puoi fare le lavorazioni ridotte?
Ti assicuro che con queste domande non voglio essere irriverente verso chi ha esperienza, ma in altre parole quello che mi sto chiedendo è se non esistono in agricoltura dei modi per semplificarsi la vita, che magari non vengono considerati solo per tradizione.
Io potrei fare tutte le cose che tu dici, e forse provare a campare di castagne, ghiande e radicchio, ma non è quello che voglio e quello che cerco.
La mia di rivoluzione parte in primis dalla resistenza: resistere alle chimere dell'agricoltura industriale, dell'intensivo e del chimico, del consumismo a prescindere e della incuranza dell'ambiente.
Per secoli e secoli l'uomo ha vissuto in una certa maniera, e quando c'è stato bisogno s'è nutrito pure delle ghiande o peggio, ma per adesso mi allevo il mio maiale (e le ghiande le faccio mangiare a lui) che per crescere ci mette IL TRIPLO del tempo, ma che è il triplo buono e mi da la tripla soddisfazione nel mangiarmelo.
Il vino mi chiedi?
Come tu dici, e lo dico bonariamente senza alcun tipo di polemica...anzi, si vede che sei profano e non hai mai visto molto dell'agricoltura, credimi...
Se mi levi quel poco di vino buono che bevo allora si che mi levi una parte della mia tradizione, del mio sostegno e del mio piacere nell'essere agricoltore.
Invece che arare spessissimo faccio lavorazioni ridotte, e pensa che io ritengo di fare un tipo di agricoltura che è veramente poco interventista.