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Agricoltura di sussistenza
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Ribadisco quanto ho scritto, dicendo che l'Agricoltura è fatica. Non ho scritto che non è bello faticare, e neanche che è necessario farlo, ma...se vissuta intensamente, a tutto tondo, come unica vera fonte di reddito e sopratutto stile di vita, la fatica è onnipresente. Poi, se c'è chi non fatica a zappare la vigna, tagliare il fieno, segare la legna, togliere il letame dalle stalle, realizzare recinti e staccionate, parare le greggi sotto la pioggia o sotto al sole di agosto, vangare l'orto, mungere a mano le bestie, macellare gli animali, lavorare nella nebbia, spalare la neve 4 volte al giorno, potare centinaia di piante, e molto altro ancora...se c'è chi non fatica a fare queste cose, tanto di cappello. Io di fatica ne faccio tanta, si vede che non sarò buono a fare il contadino, o che tutti i libri che ho letto ed i contadini che conosco a poco o nulla saranno serviti nel farmi imparare a non faticare. MarcelloC, una domanda da amico (e lo sai): hai mai condotto in aratura dei buoi da tiro? Hai mai smacchiato la legna con i muli? Hai mai imbastito un somaro con delle pietre per fare dei muretti? Beh, posso assicurarti che di fatica se ne fa un sacco...seppur ci siano i fedeli animali a quattro zampe a fare il lavoro più duro al nostro posto, la fatica è presente. C'è chi ha 5 trattori sempre pronti con l'attrezzo attaccato, e c'è chi come me si arrangia : io ho un trattore solo, che molto fatica per me, ancora non ho muli o asini, ma punto anche a quello...e di fatica ne faccio il triplo, visto che non voglio usare il trattore per tutto... Puccinia ha scritto: Caro Tosco,
in effetti da profano ho fatto proprio l'errore che tu hai rilevato. Però proprio per il fatto di essere un profano e di non aver mai visto fare queste cose, mi chiedo: ma il vino non puoi non farlo? E il prosciutto non puoi non farlo? Invece che arare non puoi fare le lavorazioni ridotte?
Ti assicuro che con queste domande non voglio essere irriverente verso chi ha esperienza, ma in altre parole quello che mi sto chiedendo è se non esistono in agricoltura dei modi per semplificarsi la vita, che magari non vengono considerati solo per tradizione. Io potrei fare tutte le cose che tu dici, e forse provare a campare di castagne, ghiande e radicchio, ma non è quello che voglio e quello che cerco. La mia di rivoluzione parte in primis dalla resistenza: resistere alle chimere dell'agricoltura industriale, dell'intensivo e del chimico, del consumismo a prescindere e della incuranza dell'ambiente. Per secoli e secoli l'uomo ha vissuto in una certa maniera, e quando c'è stato bisogno s'è nutrito pure delle ghiande o peggio, ma per adesso mi allevo il mio maiale (e le ghiande le faccio mangiare a lui) che per crescere ci mette IL TRIPLO del tempo, ma che è il triplo buono e mi da la tripla soddisfazione nel mangiarmelo. Il vino mi chiedi? Come tu dici, e lo dico bonariamente senza alcun tipo di polemica...anzi, si vede che sei profano e non hai mai visto molto dell'agricoltura, credimi... Se mi levi quel poco di vino buono che bevo allora si che mi levi una parte della mia tradizione, del mio sostegno e del mio piacere nell'essere agricoltore. Invece che arare spessissimo faccio lavorazioni ridotte, e pensa che io ritengo di fare un tipo di agricoltura che è veramente poco interventista.
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27/08/2012, 0:05 |
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pioppino
Iscritto il: 16/09/2009, 15:25 Messaggi: 5161 Località: provincia bologna
Formazione: diploma in elettronica
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poi c'è un altro discorso: siamo abituati ad avere cibo abbondante e molto vario anche troppo e oltre i nostri bisogni. I miei nonni montanari vivevano di castagne e quindi tutti i giorni fritelle e focaccine di farina di castagne, un maile all'anno un piccolo orto alcuni alberi da frutta... praticamente non comperavano nulla.. mio nonno era calzolaio e quindi quando era fortunato comperava un po di farina di grano e quindi erano felici quando mangiavano una fetta di pane a testa... io ho frutta e ortaggi in abbondanza (in certi periodi ) e compero banane arancie ecc.. ogni giorno cambio cibo se no mi annoio gli zucchini e le melanzane le do via .. ecc ciao Nino
_________________ Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER
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27/08/2012, 1:39 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Io pratico una vera e propria agricoltura di sussistenza, o se meglio vi piace pratico l'autosussistenza alimentare. Sto riuscendo a coprire sino a picchi del 90% della spesa alimentare, con una media annua del 75-80%. Non compro carne al macello, e quindi mangio ciò che ho in azienda (polli, tacchini, anatre, conigli, maiale, capra e capretto): il prosciutto è un buon modo per conservare la carne di maiale (assieme agli altri salumi come spalla, rigatino, pancetta) e agli insaccati (come buristo, salsiccia, salame, etc). Non lo faccio certo per sfizio, ma anche per necessità: se macello un maiale ne sfrutto veramente ogni centimetro, e non posso conservare tutto in congelatore. Sento il bisogno (e non solo a livello morale) di mangiare carne: non tutti i giorni, anzi...pochissima ne mangio, ma quella sento che mi ci vuole. Ho comunque orto e frutteto che assicurano anche frutta e verdure, ma i rigidi inverni e le estati siccitose mi mettono un pò in crisi nelle trasformazioni di queste e nelle relative scorte. Al supermercato (di alimentare) compro il sale, lo zucchero (poco perchè uso molto miele che baratto o compro da vicini), piuttosto che la farina (se ho finito quella del mulino), il pepe, e cose sfiziose come le fette biscottate (che ancora non riusciamo a fare), piuttosto che il gelato (ma molto di rado), o il cocomero (che qui proprio non viene), a volte il pesce, o le arance (una vera utopia per le mie latitudini ed altimetrie)...e poco altro. Per fare quello che ci necessita per mangiare impieghiamo comunque una certa dose di fatica. Ieri pomeriggio abbiamo fatto l'infornata settimanale: forno a legna alimentato da fascine e tralci di vite, cottura del pane, della focaccia e della pizza (tutti del nostro lievito madre e rigorosamente con farina super integrale), e poi mia moglie ha fatto il dolce (questa volta una specie di torta-crostata di pesche fresche, marmellata di pesche e miele). Tutto ottimo, sgenuino, e di grande soddisfazione...ma una volta a settimana ci parte un pomeriggio solo per preparare il forno, preparare ed impastare la roba, e cuocere il tutto. Come vedi la fatica c'è in tutto, ma se uno ha il piacere di farlo certamente questo aiuta non poco. Ma immagina dopo un'intera giornata trascorsa "gobboni" a potare la vigna, con la tramontana che ti spacca le mani e la faccia, e la schiena che reclama pace...immagina arrivare a casa e dedicare 4 ore all'infornata. Alla sera sono cotto (di stanchezza) direttamente io
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27/08/2012, 11:40 |
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pioppino
Iscritto il: 16/09/2009, 15:25 Messaggi: 5161 Località: provincia bologna
Formazione: diploma in elettronica
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ma le spese fisse come le copri ??? vestiti ecc... e la Moglie accetta volentieri questostato di cose... negli anni 50 uno dei motivi dello spopolamento dei terreni difficili era che le donne non sposavano quei contadini troppo poveri..
_________________ Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. E. VEDDER
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27/08/2012, 15:17 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Come oramai ho gia raccontato molte volte su questo forum, io sono un coltivatore diretto che ha deciso di non fare ettari di intensivo, ma il contadino alla vecchia maniera (detto in parole spicciole per semplificare e non essere prolisso come sempre): non ho secondi o terzi lavori, non ho pensioni e pensioncine, non ho zii ricchi o genitori che mi mantengono le stravaganze. Mia moglie lavora in un'azienda agricola, e lì percepisce uno stipendio: a noi basta per vivere, e vivere bene, pagando bollette, tasse, benzina, vestiti e quant'altro. Come detto anche in questa discussione, credo si tratti di un'aspettativa di vita e delle ambizioni personali che uno ha: io a 33 anni faccio questa vita, pur non avendo ereditato un mestiere o un podere (infatti ho tutto in affitto agricolo, compreso l'abitazione). In quello che facciamo non vediamo niente di eccezionale, ANZI: certamente siamo visti come "alieni" dalla maggior parte dei nostri coetanei, ma non viviamo certo nel 1200 o facciamo gli eremiti new age (che oggi più che mai va tanto di MODA). Abbiamo deciso assieme di vivere così, e ci peserebbe soltanto non poterlo fare: stiamo assieme da 12 anni e abbiamo maturato nel tempo questa nostra filosofia di vita. Abbiamo internet, cellulare, auto e tv, ma certo non andiamo a fare l'aperitivo ogni sabato sera e NON andiamo a fare le vacanze sul mar rosso. Viviamo in modo più che dignitoso, certamente modesto, ma siamo fieri del nostro fare. Abbiamo una vita davanti, e tante cose da imparare, recuperare, sperimentare e sopratutto condividere. Attraverso questo forum abbiamo imparato molto, e cerchiamo di "passare" la nostra esperienza sopratutto per far vedere (magari proprio ai giovani) che una vita al Naturale come agricoltori è possibile. Mi sa che son (MOLTO) povero nel conto in banca, ma francamente credo che le ricchezze della vita siano decisamente ben altre...e quindi mi sento molto ricco.
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27/08/2012, 15:48 |
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Dado75
Iscritto il: 15/09/2010, 14:11 Messaggi: 376 Località: Recco (Genova)
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.........mi piace.........
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27/08/2012, 16:30 |
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MarcelloC
Iscritto il: 13/12/2008, 2:20 Messaggi: 804 Località: Chia(VT)
Formazione: Laurea in filosofia
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Ciao Tosco e tutti quanti, ovviamente non volevo dire che non si fatica, anzi, sono stato proprio io a far notare che mi sembrava stridessero tra di loro le frasi "fare meno fatica" e "agricoltura di sussistenza". Poi come dicevo convengo con tutto quello che hai detto sulla fatica, ma non fino in fondo sul fatto di doversi procurare acciacchi e rovinarsi la salute. Certo si corre il rischio, e bisogna starci molto attenti. Mi permetto anche di aggiungere che quando sentiamo che ci stiamo logorando, forse dovremmo pensare che sbagliamo qualcosa. Allo stesso modo con cui sappiamo che stiamo sbagliando qualcosa quando si ammala una pianta o un animale o vediamo che la terra che lavoriamo peggiora, mi pare dovremmo riflettere anche quando sentiamo che stiamo chiedendo troppo a noi stessi. Poi spesso cado anche io nella trappola.
Dunque se dalla fatica non si scappa, e questo è sicuro(in questi giorni faccio circa 12 orette di lavoro, senza contare come lavoro il cucinare, lavare i piatti, stendere i panni, fare spostamenti in bici o a piedi in collina...) magari vediamo di non ammazzarci. E poi vogliamo proprio spaventarli tutti questi nuovi aspiranti colleghi?
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27/08/2012, 22:17 |
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gerry94
Iscritto il: 13/09/2011, 22:21 Messaggi: 2408 Località: Caposele - Avellino
Formazione: Diploma professionale
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Parlando di lavoro e sicurezza, il pericolo più alto si corre quando si sta sulle piante, è un attimo a trovarsi steso per terra senza sapere come, dove, quando.... spesso con ossa rotte ....anche per i più esperti.
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27/08/2012, 22:48 |
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TreScogli
Iscritto il: 24/05/2011, 23:39 Messaggi: 447 Località: TreScolli, Camaiore - Lucca
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gerry94 ha scritto: Parlando di lavoro e sicurezza, il pericolo più alto si corre quando si sta sulle piante, è un attimo a trovarsi steso per terra senza sapere come, dove, quando.... spesso con ossa rotte ....anche per i più esperti. Fratelli... tutti insieme tocchiamoci come segno di pace
_________________ "Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perchè è caotico e rumoroso." (Da "Montagne di una Vita" di Walter Bonatti)
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27/08/2012, 23:14 |
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cinic
Iscritto il: 21/03/2012, 23:17 Messaggi: 7099 Località: torino
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_________________ Cinismo è il riuscito tentativo di vedere il mondo come è realmente. Jean Genet
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27/08/2012, 23:27 |
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