http://m.lagazzettadelmezzogiorno.it/no ... goria=2715LECCE - Una settimana di tempo per salvare 600mila ulivi salentini. La «decision» della Commissione europea arriverà puntuale il 19 dicembre. E non c’è da stare tranquilli. Chi ha letto la bozza del documento, licenziato il 5 dicembre dalla commissione ristretta, non dorme sonni tranquilli. La parola chiave ha un suono sinistro per la Terra d’Otranto: «eradication», ovvero sradicamento coatto delle piante infette. I colpi di scure non si dovrebbero abbattere solo sui sontuosi ulivi salentini ma su tutte le piante potenzialmente «host», ospiti del batterio da quarantena (Xylella fastidiosa). Una porzione di 8mila ettari di Salento (stima per difetto), peraltro a vocazione prettamente turistica (Gallipoli e dintorni) rischia dunque di cambiare in modo drastico i connotati.
Restano sei giorni per far cambiare idea ai capoccioni dell’Ue, in particolare ai responsabili fitosanitari e alla Direzione generale per la salute e i consumatori (Dg Sanco), organismo che ha tra gli obiettivi quello di garantire la sicurezza di colture e foreste, oltre che la salubrità del cibo destinato ai cittadini europei. L’«arringa» finale per salvare dalla scure gli uliveti si terrà il 18 pomeriggio, a Bruxelles, e si preannuncia epica: 27 Paesi contro uno, l’Italia, rappresentata da Antonio Guario, direttore dell’Osservatorio fitosanitario della Regione, Bruno Faraglia, responsabile del Servizio fitosanitario nazionale e Donato Boscia , direttore dell’Istituto di virologia vegetale del Cnr di Bari. La delegazione italiana proverà a smontare punto per punto la decisione dell’eradicazione. Dictat che, come è stato più volte ribadito dai ricercatori e dagli studiosi baresi, oltre a non avere sufficienti basi scientifiche, risulta di difficilissima applicazione.
Parere peraltro sostenuto anche dall’European Food Safety Authority (Efsa), l’autorità sulla sicurezza del cibo, con sede a Parma, che nel report inviato nei giorni scorsi all’Ue ha ribadito come non ci sia alcuna certezza di risolvere il problema abbattendo gli alberi malati, dal momento che gli insetti vettore sono polifagi e potrebbero essere annidati in qualsiasi cespuglio e filo d’erba dell’area infettata. Del resto, se è vero che la Direttiva comunitaria 2000/29 chiede che lo Stato membro che riscontri nel proprio territorio Xylella debba procedere con l’«eradicazione» delle piante, è anche vero che la stessa direttiva pone un’eccezione: laddove l’eradi - cazione non sia possibile si deve procedere ad inibire la diffusione del patogeno.
Ed è su questa eccezione, che sembra pensata proprio per la «fastidiosa», che si concentrerà gran parte dell’arringa, mercoledì a Bruxelles. Boscia, Feraglia e Guario proveranno a spiegare che per analizzare e poi sradicare tutte le piante che ospitano Xylella in un territorio come il Salento, non basterebbe un contingente dei caschi blu. Saranno sufficienti le argomentazioni del trio italiano a convincere i 27 Stati membri? Gli olivicoltori salentini incrociano le dita e chiedono alla politica il massimo sforzo in questi ultimi giorni per evitare un «verdetto» che al momento pare irrazionale oltre che irrealistico e che condannerebbe a morte l’ag ricoltura del Tacco d’Italia. Intanto oggi a Taurisano si svolgerà un incontro organizzato dal Comune in collaborazione con Ucg-Cisl. Dopo il saluto del sindaco Lucio Di Seclì interverranno l’assessore alle attività produttive Luca Rosafio, il professor Salvatore Frisullo (sull'argomento «Il male oscuro e le altre patologie dell’ulivo») e il professor Angelo Godini (sul tema «Buone pratiche colturali e difese dell’ulivo»). Modererà il dottor Giuseppe Scorrano, vice presidente regionale di Ugc-Cisl e consigliere di Copagri. L’appuntamento è nella sala consiliare alle 18.