Di norma gli attacchi di margaronia non giustificano interventi chimici poiché, in oliveti adulti, non causa danni di interesse economico. Inoltre è tenuta a freno dai trattamenti eseguiti contro la mosca delle olive e da alcune cure colturali come la spollonatura; quest’ultima oltre a determinare la carenza di alimento per le giovani larve causa la distruzione delle uova eliminando i focolai di infezione.
Diverso è il caso di nuovi impianti monocauli, di oliveti ricostituiti con l’allevamento di polloni e delle giovani piante in vivaio; in questi casi , a seguito di forti attacchi, può risultare necessario intervenire con antiparassitari chimici che agiscono per contatto ed ingestione dando la preferenza a quei principi attivi a minore impatto ambientale. Tra questi si possono ricordare il triclorphon, fenitrothion microincapsulato ecc. Ancora molto utilizzati risultano l’azinphos - metile ed il methidathion che però presentano una maggiore tossicità ed una minore selettività.
In caso di forti attacchi il trattamento dovrà essere ripetuto, in genere due interventi a fine luglio e a fine agosto dovrebbero essere in grado di contenere l’attacco del fitofago.
Bacillus thuringiensis Berliner è stato utilizzato con efficacia in prove sperimentali trattando alla comparsa dei primi danni in presenza di larve ai primi stadi di sviluppo e ripetendo l’intervento dopo 6 / 8 giorni . Il trattamento eseguito tardivamente non dà risultati soddisfacenti a causa della presenza contemporanea di larve più vulnerabili (I° e II° stadio) o meno ( III° e IV° stadio).
Fonte ARSIA:
http://agroambiente.info.arsia.toscana. ... edaFito=32
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