Elmo evochi il diavolo
e spunta la coda.
Intanto saluti speranzosi a tutti, la tua previsione ottimistica circa la malasorte della mosca per quest'anno, segretamente anch'io la condividevo, solo che evocare la Bactrocera mi da comunque i brividi.
C'è neve e neve, un metro di neve fresca non fa i danni di 30 cm di neve bagnata.
Chiunque quindi ha a che fare con eventualità frequenti di cadute abbondanti di neve bagnata, secondo me farebbe bene a tenerne conto o rassegnarsi a viste desolanti.
Ricordo che quando iniziai a piantare nel 2006 gli alberelli arrivavano già impostati per il policono, si diceva allarga dai luce, ecc.
Passano due o tre anni e una di quelle nevicate che qui capitano ogni 3/5 anni, vale a dire circa 40 cm di neve pesante, in quel caso nessuna branca carica resiste se il carico non scivola via, o il ramo flette (flette non rompe) fino a terra scaricando il peso.
Ad ogni modo il più bel ramo del più bel Leccino fece crak, lasciando me e la pianta
Le antiche ceppaie plurisecolari di Mompantero, ecc non avevano avuto rotture, si erano piegate, salutato la neve con un inchino e via per una'altro giro.
Mi sono ripromesso che mai più avrei perso tempo a formare una pianta che comunque o la neve o il gelo avrebbero rotto un anno o l'altro.
Sono passato al cespuglio, praticamente non poto se non un ramo qua o la, e intanto raccolgo, quando le chiome cominceranno a non produrre più, ceduazione mirata e alternata, se già nel frattempo non è arrivata la gelata super a cadenza 15/25 ennale che già avrà fatto la selezione.
Il mio metodo per questo anno mi ha graziato, le chiome si erano piegate fino a terra, solo cinque rametti uno grande come il pollice, e gli altri come il mignolo si sono spezzati.
Alcuni colleghi con piante "ben condotte" hanno avuto danni importanti.
Ci sono poi varietà che rompono con maggiore facilità, primo in assoluto Grignan, un grissino, ma anche Leccino è parecchio fragile.
Ho scritto quanto non certo per fare emuli, le mie condizioni sono particolarmente difficili anche in considerazione dell'altitudine 650/700 sulle Alpi, quindi non tenere conto di cosa la natura ha già sperimentato costa caro.
Ad ogni modo, grazie alle condizioni "difficili" quest'anno che sento e vedo in giro, molto attaccato dall'occhio di pavone, ebbene delle mie oltre 600 piante, neanche una ne è afflitta.
Come già detto io non ho l'atomizzatore e non ho mai fatto un trattamento neppure di poltiglia bordolese.
Anche qui non vorrei evocare lo "spirito" della rogna, però forse per fortuna o perché non poto, ma al momento non ne ho neppure un caso.
Vedo poi con piacere dall'ottimo articolo su Teatro Naturale circa le rese disastrose di quest'anno che con le mie stimate perdite del 70% per mosca, e la mia resa del 10.95% mi pongono nella media dei colpiti, solo che io al fine di tutelare la mosca in ambiente alpino non ho fatto trattamenti.
Aria di montagna salvifica
Per quanto mi costa io insisto, nei prossimi giorni ne pianto un altro centinaio, poi ho finito il terreno.
E' la vita "dura" del montanaro.