Marco ha scritto:Hai già fatto due conti?
Ciao,
Marco
tommy65 ha scritto:Caro Marco,
mi sembri chiaro e conciso: molla tutto perchè ci rimetti e non poco, giusto?
Ok però mettiamola così:
visto che minimo 30-40 giornate piene in un anno sto li a spaccarmi le mani
con vitalbe, pruni etc etc e considerato che con il trincia il campo lo tengo (comunque) pulito
con poco lavoro, non esiste nessuna forma contributiva che possa rendere questa
mia sconfitta meno sanguinosa?!!
Non sono iscritto al forum da molto tempo, ma vi seguo sempre. Tuttavia non sono del tutto d'accordo con alcune risposte che leggo spesso.
Innanzi tutto l'amico tommy ha fatto delle domande a cui quasi nessuno ha risposto, mentre si è subito puntualizzata la mancata convenienza economica di un uliveto abbandonato. Non è stata proposta nessuna alternativa, o meglio di "alternative" fino allo scorso anno ce ne sono state; solo ad esempio cito quella di espiantare tutto e cedere il suolo alle società di impianto fotovoltaico. Quale guadagno! Soldi che ti entrano in tasca senza fare nulla, in nome della populista e a volte ipocrita crociata per le energie alternative. In Puglia sono stati così desertificati ettari ed ettari di terreno fertile, intere colline diventate di colore nero-argento. Bello spettacolo! Tra un filare e l'altro, per consentire la viabilità sono state versate tonnellate di ghiaia che hanno modificato la natura pedologica del suolo. Quantità di diserbanti vengono aspersi ogni anno per impedire la crescita di erbe che esporrebbero al pericolo di incendio. Tra 20 anni, quando i pannelli verranno smantellati ci troveremo con altrettanti ettari di vero deserto e, se a qualcuno verrà in mente di impiantare palma da dattero, forse qualcun altro ci chiederà se abbiamo fatto due conti. Per fortuna questa perversa politica delle speculazioni sul fotovoltaico è stata interrotta, almeno nella mia regione.
Per come sono state condotte le politiche agricole in scala mondiale negli ultimi decenni è innegabile che sono economicamente convenienti i grandi appezzamenti condotti con tecniche meccanizzate industriali. Ci dimentichiamo che spesso gli oliveti vanno da 1 a 5 ettari di estensione (riforma agraria 1800 e inizio 1900). Li potremmo svendere..., magari a quelle multinazionali che li aggiungono alle migliaia di altri ettari di oliveto di cui sono in possesso in Tunisia, California, Australia. Ma allora perchè apprezziamo l'olio extra vergine con spremitura a freddo, e il dop, igp...icg, ecc ecc? E poi rigettiamo l'uso di sostanze chimiche, elogiamo l'agricoltura biologica pur lamentandoci dei prezzi dei prodotti....
Oppure potremmo lasciare questi terreni incolti e abbandonati, tanto i piccoli coltivatori non li prendono nemmeno in affitto. E così li vedremmo invasi da erbe selvatiche con conseguente alto rischio di incendi in estate. Da considerare che in Puglia i Comuni ogni anno multano di 172 € il proprietario di terreno lasciato invaso da erbe infestanti secche in estate.
Trovo che sia importante apprezzare l'impegno dei piccoli produttori, e incoraggiare anzichè demolire la buona volontà di chi ci mette impegno e passione, che invoglia i giovani a seguire questa strada facendosi comunque una cultura tecnico-economica. Sono contrario alla logica delle multinazionali, e anche a quella del latifondo e della coltivazione estensiva al servizio di una oligarchia economica. E nel nostro Paese una oligarchia economica purtroppo è la criminalità organizzata (e qui mi fermo per non andare fuori argomento)
Non dimentichiamoci che nessun settore economico è sfuggito alla crisi che ci colpisce da qualche anno. Ogni tanto leggiamo anche i giornali, le guerre in atto, le manovre economiche e via dicendo preludono a un nuovo equilibrio socio economico diverso da quello a cui siamo abituati da qualche decennio. Penso che dovremmo iniziare a riprendere la zappa in mano e, visti i costi di carburanti, faranno buoni affari i produttori di vanghe e rastrelli.
Non è mia abitudine quella di essere polemico, sono sempre ragionevole nelle opinioni. Mi scuso se ho urtato qualcuno