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Oliveto in regime biologico 
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Salve a tutti,

leggendo i vari argomenti a riguardo mi ritrovo sempre a dover affrontare il solito argomento, come garantirmi un buon raccolto utilizzando il metodo di coltivazione bio.
Nella mia zona la pressione della mosca è abbastanza alta. L'azienda è situata in Abruzzo precisamente a Vasto (zona litorale).
Ho all'incirca 2.5 ha diviso in 800 piante di olivo e un aranceto.
Intorno a me sono presenti degli oliveti, ma per lo più abbandonati o che fanno lotta chimica.
Questa estate dovuto all'alternanza di produzione quest'anno abbiamo avuto l'anno di scarica e ho deciso di avviare le pratiche per il riconoscimento bio, non solo per ragioni personali ma anche incentivato dai sindacati e perchè no dai contributi previsti dalla regione.
Adesso mi trovo con un grosso problema, che qui nessuno è esperto nel metodo biologico e non solo... continuano a scoraggiarmi sul fatto che per quest'anno è ok ma l'anno di produzione potremmo perdere tutto il raccolto.
Non solo, essendo l'unico nell'area i commercianti di mass trapping e prodotti bio per il trattamento della mosca sono resistenti nel vedermi i prodotti in quanto sono convinti che possa verificarsi l'effetto opposto del trattamento, ossia diventare un posto di attrazione eccessivo che azzererebbe il mio raccolto.
Quindi la mia domanda si può riassumere in: il metodo del biologico funziona se applicato su una piccola e isolata superficie (nel senso che sarei l'unico nell'area ad utilizzare questo metodo) come la mia?
Vi ringrazio in anticipo dell'aiuto.

A presto
Antonio


05/09/2016, 8:47
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Ciao Antonio,
la coltivazione biologica non presuppone l'assenza totale di agrofarmaci, tutt'altro, solo sono diversi da quelli usati in agricoltura "tradizionale"
Esiste un armamentario piuttosto vario ed articolato che spazia fra "concimi" "anticrittogamici" ed "insetticidi" utili a contrastare qualunque avversità dell'olivo. Naturalmente l'efficacia ed i costi non sono sovrapponibili, ma con accorgimenti di natura agronomica, botanica, e biologia delle specie che si intendono contrastare si può stare relativamente sereni. Anche l'attenzione alle condizioni meteo può dare il suo contributo, nel senso che stando attenti per esempio alle temperature medie stagionali si può prevedere con buona approssimazione se e quando ci potrebbe essere un attacco di mosca, oppure se le suddette condizioni meteo, sono, o no, favorevoli all'inoculo dell' "occhio di pavone."
Spesso vado ripetendo che l'efficacia di un trattamento è data dalla triade: periodo, prodotto, dosaggio. Quando l'agricoltore sbaglia almeno uno di questi fattori, di norma se la prende col prodotto o... con noi agronomi... :roll: :?

In definitiva, rispondendo alla tua domanda riassuntiva, mi sento di dirti che se riuscirai a coordinare bene l'osservazione del tuo oliveto ed i mezzi di contrasto che il mercato ti offre, sicuramente otterrai buoni riscontri!

Un saluto,
Vinero.

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05/09/2016, 12:01
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Grazie mille della risposta.
Io ho usato lo spintor fly per la mosca ma non sono riuscito ad avere risultati interessanti.
La cosa che sinceramente mi preoccupa un pò di più è il fatto che utilizzando la tecnica di attrazione e insetticida (mass trapping o spintor fly o una combinazione delle due) senza che nell'area nessuno faccia bio, l'effetto potrebbe essere il contrario.
Naturalmente le mie sono supposizioni, che trovano un pò di fondamento quando vado nei consorzi agrari oppure ai tecnici che vendono trappole per la mosca, i quali mi sconsigliano di fare bio se nell'area nessuno la segue.
Da qui la mia preoccupazione.
Tu hai qualche suggerimento di prodotti o tecniche da seguire oppure anche qualche manuale che posso utilizzare di riferimento per la coltivazione bio dell'olivo.

Ti ringrazio dell'aiuto
A presto
Antonio


05/09/2016, 14:23
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Ciao Antonio,
do per scontato che tu abbia usato l’esca insetticida a base di Spinosad con la corretta modalità di distribuzione...(ugelli, dosaggi, parte delle chioma da trattare, ecc)
PRODOTTO!
Nel caso, da etichetta: "va applicato in maniera diversa rispetto ai tradizionali prodotti antiparassitari.
In successione si riportano schematicamente le fasi che ne assicurano il corretto impiego.
1. Utilizzare ugelli a getto unico o regolabili.
2. Il getto deve essere preferibilmente indirizzato nelle zone della chioma con minor presenza di frutti.
3. Spintor Fly può essere applicato su tutte le piante o a piante alterne. In caso di impianti a filari può essere distribuito su tutte le file o a file alterne.
4. Non nebulizzare la soluzione ma distribuire gocce del diametro di circa 4 mm.
5. effettuare trattamenti localizzati su bande di 30-40 cm di chioma per attivare la stazione attrattiva."
PERIODO!
Se quanto sopra è stato seguito alla lettera, bisogna allora seguire il ciclo di infestazione, tenendo conto che la Bactrocera oleae, tende partire lenta in Luglio, poi cresce in Agosto ed esplode a Settembre.
Il monitoraggio dei voli degli adulti è il primo passo da compiere, proprio per seguire costantemente l'evoluzione della popolazione.
Al monitoraggio degli adulti deve poi affiancarsi anche quello delle perforazioni alle drupe, (punture fertili, mi raccomando) il quale serve per individuare in modo preciso il momento ottimale per il trattamento insetticida. O meglio, il primo della serie, perché in certe annate (come quest'anno) possono servirne più di uno. La soglia d'intervento è generalmente fissata intorno 10% delle olive con segni di penetrazione fertile.
Fra gli insetticidi naturali esiste poi il Beauveria bassiana, un fungo patogeno per gli insetti che eserciterebbe un'azione "dissuasiva" all'ovideposizione. Va quindi applicato prima dell'inizio dell'attività delle femmine miscelandolo con insetticidi dotati un certo potere abbattente. (Qualunque piretroide di sintesi va bene: io uso la cipermetrina)
Un capitolo a parte merita il Rame rispetto al quale recentemente è stata osservata (oltre all'azione anticrittogamica) anche una certa azione repellente verso le femmine della mosca. L'ovideposizione avverrebbe infatti con minor frequenza su oliveti trattati con rame. La ragione di questa azione repellente potrebbe risiedere nell'abbattimento da parte del rame delle popolazioni di alcuni batteri simbionti delle larve di mosca. Questi batteri sono necessari all'insetto per il mantenimento della corretta fisiologia dell'apparato digerente delle larve durante il loro sviluppo nelle drupe. Eliminando questi batteri, si rendono le olive meno appetibili per l'insetto.

In ultimo ti suggerirei di seguire attentamente i DOSAGGI riportati in etichetta dalle diverse aziende produttrici.

Last but not least: la raccolta precoce! :o
ti assicuro che dà dei risultati interessanti...

Seguendo il percorso che ho appena descritto, l'anno scorso, (Per la mia zona, annata di carica) in un comprensorio ove sono pochissime le aziende che seguono il protocollo Biologico, su cv "Carolea", notoriamente sensibile alla mosca, abbiamo realizzato un extravergine da 0.13!

Questo è quanto mi sento di suggerirti. Naturalmente quando l'annata è "fetente", come ad esempio il 2014, anche mettendo in campo l'atomica, i risultati saranno scarsi :(
spero di esserti stato utile.
Un saluto,
Vinero.

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05/09/2016, 16:43
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ciao,
sapreste dirmi come faccio a distinguere una puntura fertile da una sterile della mosca olearia?
so che quella fertile ovviamente contiene all' interno della drupa la larva mentre quella sterile no.. ma ad occhio si puo' fare questa distinsione?


05/09/2016, 17:14
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Ad occhio, se hai esperienza è più facile, ma di solito si riconosce dalla forma del foro che quando è fertile è triangolare prima di colore verde e poi più scuro verso il colore bruno (con un po' di fantasia)
La prova provata però la si ottiene solo aprendo il foro con la punta di un coltello e constatando la presenza o meno dell'uovo (che schiude in due o tre giorni ai primi di Settembre e qualcuno in più verso la fine del mese, ma molto dipende dall'altitudine e dall'esposizione solare) oppure in mancanza di questo, dal foro di sfarfallamento e dalla sottostante galleria nutrizionale dell'insetto.

Ciao, Vinero

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05/09/2016, 17:50
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scusami e se il foro e' sterile cosa cambia? dovrebbe sempre essere una puntura triangolare sul marrone o mi sbaglio?


05/09/2016, 18:27
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Se il foro è sterile non devi contarla nel numero delle olive infette...
Poni il caso che tu stia facendo la conta delle 100 drupe per stabilire la soglia di trattamento, se la puntura non è fertile quella drupa va nel computo delle olive sane! non devi contarla come infetta! :) La puntura non fertile in genere è più piccola, di colore verde/bruno meno intenso di quella fertile, e si nota la risposta della pianta che tende a riparare (necrotizzare) la ferita. Ma di questa tecnica non fidarti molto poichè solo un occhio con esperienza riesce, e non sempre, ad "azzeccarci"

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05/09/2016, 18:56
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Ne approfitto per chiederti un ultima cosa.nel mio uliveto c è la presenza della lebbra su diverse drupe. Ovvio allo stato iniziale con le necrosi appena accennate. Se tratto con rame, pensi che possa salvaguardarle e raccoglierle senza che mi incida sull' acidità dell olio, oppure mi conviene lasciarle sulla pianta? Ho gia' fatto un trattamento con rame e dimetoato 20 giorni fa.


05/09/2016, 20:27
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Per la lebbra occorre un accurato controllo durante l'inverno e la primavera, attraverso la potatura, per arieggiare la pianta e se serve l'intero oliveto, ma si può intervenire anche con anticrittogamici. (Con risultati spesso non eclatanti per usare un eufemismo)

La scelta per l'olivo è piuttosto limitata e, generalmente, il rame svolge un egregio effetto (in caso di attacchi lievi) ma, in questa particolare annata, potrebbe risultare utile affiancare ai prodotti a base di Rame anche altri fungicidi, sia in inverno sia in primavera.

Per un nuovo trattamento con Rame non saprei, dipende da quando intendi raccogliere e quanto è estesa l'infestazione. Le terapie a distanza così come le diagnosi sono sempre insidiose... Comunque a meno che non raccogli entro una settimana, il trattamento non dovrebbe incidere sull'acidità dell'olio poiché il Rame non penetra nei tessuti dell'oliva e dunque alla prima pioggia potrebbe venire dilavato.
Per la ragione di cui sopra, se dopo il trattamento rameico è piovuto puoi rifarlo, ma se non è un attacco massivo, io lascerei tutto com'è!

Altri prodotti efficaci sia per contrastare l'occhio di pavone che la lebbra (più il primo che il secondo) sono:

Tebuconazolo
Fungicida triazolico sistemico. Agisce in modo preventivo, curativo ed eradicante. Rapida penetrazione del prodotto (3-6 ore in relazione alla temperatura esterna) sfugge al dilavamento ed è in grado di proteggere la vegetazione sviluppatasi dopo il trattamento. Nelle prove in pieno campo si è dimostrato selettivo verso gli artropodi utili in diversi stadi di sviluppo; inoltre non ha effetti sulle api e sulla loro discendenza.

Mancozeb
Fungicida ad ampio spettro d'azione che agisce per contatto fogliare. È caratterizzato sia da un elevata azione biologica, sia da una lunga persistenza sulle foglie.

Trifloxistrobina
Principio attivo appartenente alla famiglia delle strobilurine, sostanze chimiche di sintesi derivanti da un metabolita prodotto dal fungo Strobilurus tenacellus. La molecola, altamente lipofila, si fissa allo strato ceroso della foglia e resiste quindi al dilavamento.

Ciao.

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05/09/2016, 20:53
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