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roberto84
Iscritto il: 07/01/2014, 23:30 Messaggi: 70 Località: Casina, RE 560 msl
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Elmo mi sono perso la scommessa... ovvero?? Comunque oggi ha cominciato a piovere, e pare pioverà anche la prossima settimana., senza picchi di freddo particolare... Ma è presto per mettere giù qualche frantoio e fargli godere le piogge ? ps1) ma più o meno lassù sulla Roceja che picchi di temperatura si toccarono e per quanto tempo (nel 2012)? ps2) questa "nostrale di rigali" ha dato veramente prova a qualcuno di avere meritata fama di resistenza a freddi taglienti? Vorrej prenderne qualcuna online perché qui in Emilia non la vedo. . Saluti!
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12/02/2016, 21:54 |
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SergioE
Iscritto il: 10/01/2010, 19:28 Messaggi: 829 Località: Roceja TO
Formazione: Atipica e in corso
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Elmo ci azzecca, ha fiuto, in effetti anch'io credo che oggi siamo più vicini di ieri alla grande gelata che ci brucerà le chiome. Nel 2012 qui in Roceja passarono parecchi giorni con il termometro sotto lo 0 e molti con punte notturne sui meno 14° e meno 3/4 di giorno. La gelata fu però solo superficiale, il terreno era già molto caldo e solo verso la fine della prima delle due settimane di freddo, questi stava cominciando a mordere in profondità, ma ormai il suo tempo era finito, il sole tornò a scaldare. Tanto per essere chiari, non fu un'annata di vero grande gelo, anche se i danni furono rilevanti. Il problema fu amplificato dal fatto che le piante erano tutte in sviluppo linfatico, la mia "Camelia Test", aveva all'epoca 13 fiori grandi come il palmo di una mano, tanto per capirci. Quest'anno in cui l'inverno viene descritto come dolce, come chiamarlo diversamente, nella mia casa solare, oltre al caldo fornito dal sole, ho aggiunto si e no 250 kg di legna nella stufa, unica alternativa al sole, non ho caldaie ne altro mezzo se non il fiato per scaldarmi. Sono pure freddoloso e se vedo il termometro che va sotto i 20°, accendo e ne approfitto per infornare le patate. Ebbene quest'anno a oggi, la detta camelia non ha neppure un fiore. Questo per dire che i gradi raggiunti sono un dettaglio tra tantissimi che vanno considerati al fine di danni da freddo sugli olivi. Noi esseri umani in generale, ma ancor di più in ambiente "scientifico" siamo usi voler dare risposte sempre, anche quando non tutti i dati sono stati tenuti in conto, spesso anche per approssimazione con casi apparentemente simili, però è come andare in palestra ad esercitarsi alla montagna. Altra cosa quando ci vai davvero. Più passa il tempo e più mi gratifica scoprire cose nel mio oliveto sperimentale, sopratutto le autentiche panzane, che leggo sulla moltitudine di testi, "lavori scientifici", ecc, di olivicoltura, ovviamente frammisti a moltissime incontestabili verità. Il bello dell'olivicoltura alpina è che: - E' vecchia di millenni, basta cercare, - Non ha mai goduto, almeno negli ultimi secoli, di aiuti di stato, Cee, ecc. - Non avendo rilievo economico, almeno per ora, non ha ancora solleticato gli appetiti dei soliti furbacchioni, che già hanno fatto la rovina di quella mediterranea. La ricerca dell'olivo resistente al gelo è come la ricerca del "graal" una pura perdita di tempo. A che mi serve di sapere se una ha resistito in laboratorio a meno 10 e l'altra a meno 14? In quella precisa condizione magari, ma chi determina a priori tutte le condizioni vegetative che possono manifestarsi nell'arco dell'inverno o meglio anno? Voi direte il solito polemico pessimista, he he he, nel 2012 vedendo meno 7, tutte le altre 118 piante di olivo con le chiome bruciate, i rami o tronchi, spaccati dal gelo, in modo indistinto tra "resistenti" e non, vedendo che anche le ceppaie plurisecolari avevano avuto eguale sorte, ho ricavato il via libera al piantare. Il buffo è che mentre io da quel "disastro" ho ricavato la certezza che l'olivicoltura sulle Alpi, in posti ben scelti era possibile, altri molti, ne ricavarono invece un verdetto di contrarietà. Il capitale dell'olivicoltore alpino non è quanto si vede sopra, Ma cosa c'è sotto terra, noi siamo esibizionisti, non si vede, quindi non vale, grave errore. Ora relativizziamo un po' i "terribili danni da freddo" con invece il gradevole clima mediterraneo tanto propizio all'olivo: - Annata da mosca, perdo un anno. - Annata con grande grandinata, perdo un anno. - Annata con piogge e venti sulla fioritura perdo un anno. - Annata no per via dell'alternanza, perdo un anno. - Prezzi bassi, siccità, e potrei continuare. Se per via di una grande gelata, a cadenza 10/25/30 anni, perdo tutte le chiome, non raccolgo per due o tre anni, poi riprendo a raccogliere più e meglio di prima perché ho tutte le chiome nuove e senza potare, raccolgo copiosamente per almeno 6 0 7 anni, è proprio un dramma di cui tanto preoccuparsi? Tanto per stare in tema cerco di inserire una foto di una parte dell'oliveto "sperimentale alpino Roceja Attiva" questa mattina.
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%20Roceja,%20olivi%20e%20neve_.jpg [ 81.53 KiB | Osservato 1207 volte ]
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13/02/2016, 10:48 |
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fede73
Iscritto il: 28/08/2013, 10:31 Messaggi: 26 Località: perugia
Formazione: perito
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mi inserisco in questa discussone dato che anche io ho piantato qualche anno fa un piccolo oliveto di un centinaio di piante di una decina di varietà diverse in una zona dove olivi non ce ne sono o quasi. Nel 2012 le piante avevano appena terminato il loro primo anno a dimora e sono state tutte dico tutte danneggiate dalla tremenda gelata (almeno dieci giorni di ghiaccio con temperature sotto lo zero anche di giorno). Ad aprile le ho tutte tagliate fin dove vedevo i danni (alcune segate raso terra) e l' anno passato ho fatto comunque la mia prima spremuta di olive (avevano prodotto 50 chili di olive l anno precedente cosa che non mi ha permesso di fare una molitura delle mie sole olive), 23 Kg colore verde psichedelico, profumi finissimi e un po di piccante, resa bassa 13% ad inizio novembre. Per quanto riguarda la Nostrale di Rigali originaria di un paese a 25 Km da dove è situato il mio oliveto devo dirti che non ho notato differenze apprezzabili nella resistenza al freddo ho notato però una predilezione per l' occhio di pavone per cui se sei in un posto umido non te lo consiglio. per la cronaca le prime che hanno prodotto sono state le piante di Leccio del corno. Ho invece trovato a sorpresa la grossa produttività delle 4 piante di Dolce Agogia, altra varietà Umbra, da ognuna avrò raccolto 6-7 chili di piccole olive e le piante spiccano sulle altre anche come sviluppo vegetativo tanto che si riconoscono da lontano. Mi dispiace invece di non avere anche qualche pianta di Coratina. Saluti
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13/02/2016, 20:17 |
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roberto84
Iscritto il: 07/01/2014, 23:30 Messaggi: 70 Località: Casina, RE 560 msl
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Grazie fede73! Per ora dunque non andrò a cercare questa Nostrale di Rigali... Che danni ebbero le piante umbre nel 2012 a un anno dall'impianto? Però è andata molto bene, se al terzo anno portarono già 50kg d'olive! Grazie Sergio, è vero, sono caduto nella tentazione di voler quantificare, misurare e imbrigliare nella Statistica cose che sono caratterizzate da un'enormità di variabili non quantificabili e misurabili. La foto è eloquente ma la vedo piccola ( so che va ristretta per essere postabile). Vedo giovani olivi in primo piano con le foglie coperte di ghiaccio!? Vedo bene? Allo spuntar del sole il ghiaccio si scioglie e la foglia comincia a lavorare? Facendo le buche quanta terra si trova in profondità? Il primo in basso a sinistra, sempre se vedo bene, pare adagiato tra un masso e l'altro! E' un foto che fa venire voglia di preparare altre buchette... E, già che ci sono: sono recintati? Vedo una rete a mezza costa ma non capisco bene; io da me ho NUMEROSI caprioli, sicché fino ad ora ho messo retine attorno agli alberelli. .
Ancora una cosa: ho trovato qui in zona qualche olivo frantoio acquistabile, e ho il dubbio sorto dalla differente età alla quale ho visto le piante disponibili: meglio piccole ( due anni circa, penso innestate)? Oppure meglio più grandicelle (tre quattro anni, sicuramente innestate)? Mi riferisco sempre a eventuali differenze di comportamento a parità di altri fattori! Le tratterei bene entrambe, per carità!! Saluti a tutti!
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13/02/2016, 21:15 |
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fede73
Iscritto il: 28/08/2013, 10:31 Messaggi: 26 Località: perugia
Formazione: perito
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le piante sia le talee piu piccole che le pante piu grandi innestate sono state praticamente AZZERATE. alcune sono rimaste con 50- 80 cm di tronco, altre nulla (ma le radici sono sotto e quelle non si seccano) io ti consiglio le piu piccole e giovani che riesci a trovare. ne avevo alcune alte 30 - 40 cm praticamente appena piantate non si vedevano neanche da 10 metri di distanza ma sono quelle che si sono sviluppate meglio( credo per un piu equilibrato rapporto chima/radici) anche alcune talee e una margotta autoprodotte hanno avuto un ottimo sviluppo. quelle di 3-4 anni lasciale a chi le vuole piantare in giardino, non si svilupperanno meglio e non raccoglierai prima il frutto del tuo lavoro. saluti
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14/02/2016, 0:44 |
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SergioE
Iscritto il: 10/01/2010, 19:28 Messaggi: 829 Località: Roceja TO
Formazione: Atipica e in corso
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Non immaginate la gioa che mi fa leggervi, mi pare essere sulla stessa barchetta che salpa verso il nuovo, anche se con radici antiche. Leggere Fede, è come se leggessi nei miei ricordi, inoltre le sue esperienze e consigli sono anche le mie. Dolce d'Agogia, anche lei una promessa, da me un po' penalizzata perché: - Qui da olive piccole, anche se tante, quando raccoglievo a mano era demotivante, ora però che uso lo scuotitore, sarebbe una delizia averne almeno una ventina per finalmente farne un monovarietale. - Dolce, io sono amante degli oli amari, quindi inconsciamente l'avevo snobbata, anche perché non è facile reperirla. Ma lei non molla e vuole prosperare anche in Roceja, l'anno 2014 durante la raccolta (aiuti), si ruppe un ricaccio del dopo gelata 2012, ovviamente carico di olive a piegare. Il ramo venne spogliato delle olive e lasciato su di un muretto, ogni volta che lo vedevo (tutti i giorni per quasi due mesi, solo mi rattristava) poi un giorno l'idea, se taglio i rametti e il dorsale lo seziono in pezzi di 25/30 cm e come con i salici li conficco nel terreno? Detto fatto, messi in posizione comoda per essere irrigati a goccia, e passa tutto lo scorso anno sempre niente, però quest'autunno decido di indagare, alcuni sembrano secchi, ma altri no, gratto un po' e subito sento sotto le dita rompersi un germoglio, avrei voluto .....va be in questi casi meglio non esprimere cosa si pensa di se e degli incolpevoli santi. Insomma benché neppure avessi coperto il taglio con pasta, si sta sviluppando la talea. Infatti dopo questo a altri casi di sviluppo importante di talee, a meno che voglia proprio un tipo olivo che non ho, solo più talee intendo mettere a dimora. Le scelgo tra le piante che più mi convincono per forma, produttività, ecc. Le piantine visibili in foto sono li da due anni sono: Borgiona, Carolea, Leccino, Picholine, Coratina, Bianchera, ecc quando ho fatti i buchi per metterle a dimora ho faticato per fare lo spazio tra rocce, radici, ecc a che si possa inserire il panno di terra. Se penso che dove possibile ho scavato col miniescavatore, e messa quasi una motocarriola di letame a pianta Ebbene a distanza di un paio di anni, ho casi, (pochi) di piante messe a dimora in questo posto e modo tanto angusto, che sono più floride e produttive di quelle più fortunate che hanno goduto di una cura da manuale. Vero è che le ultime hanno più uniformità di crescita e produttività, però seppure a proporzioni invertite, anche qui ci sono le eccezioni. Proprio perché non vediamo ne sappiamo cosa c'è sotto che anche in mezzo a una pietraia, pardon Rocciaia, si può trovare un filone di umus che si è sedimentato da secoli e che le piante fortunate, sanno ben sfruttare. E' un vero peccato che siate tanto lontani, perché con una vista accurata si potrebbero analizzare una tal quantità di varianti comportamentali da farne un librone. Si è neve caduta la sera, poi il sereno notturno l'ha gelata, ieri pomeriggio erano nuovamente belle anche se ancora le appena nate, diciamo dopo novembre, erano ancora un po' contorte e scioccate. Si questa parte di oliveto è recintata "anti lupo" quindi solo devo proteggere le piantine giovani dal grattar di galline. Nella parte più consistente dell'oliveto ho solo una piccola e sommaria recinzione anti cinghiale, i caprioli entrano a piacere, meglio a "salto", mangiano l'erba e vanno a fare la cacca da altre parti i furfanti. Non mangiano le fronde, solo quel cornuto di maschio ogni tanto si massaggia i trofei sulle pendaglie. Se ho dimenticato qualche risposta richiedere prego.
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14/02/2016, 11:08 |
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fede73
Iscritto il: 28/08/2013, 10:31 Messaggi: 26 Località: perugia
Formazione: perito
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Grazie SergioE per le tue considerazioni, devo dire che io qui ho tutto un altro genere di suolo, franco limoso con bassa percentuale di S.O, poco fosforo e poco potassio e sotto una marna arenacea poco drenante, per fortuna che sono in pendenza. Ho letamato abbondantemente in gennaio 2012, poi non sono piu riuscito a ripeterla, forse il prossimo. In questi anni ho lavorato il terreno 1-2 volte all anno con erpice a dischi soprattutto per interrare il sovescio di favino e avena seminato in ottobre, dallo scorso anno ho lasciato inerbire perche voglio favorire uno sviluppo piu superficiale delle radici (alcune soffrono di ristagno idrico) e per aumentare la sostanza organica e la stabilita strutturale del terreno. penso che sfalcierò solamente l erba un paio di volte all anno. devo dire che quando ho iniziato questa avventura nessuno mi dava fiducia, mio padre in primis, ma ora si è ricreduto e non gli dispiace affatto di usare il nostro EVO. anche i miei parenti che hanno terreni nei dintorni hanno cambiato idea tanto che probabilmente il prossimo anno su un terreno di proprietà comune impianteremo altri olivi, questi probabilmente me li autoprodurrò con margotte che effettuerò questa primavera sulle mie piante, invece di potarle margotterò i rami in eccesso cosi dovrei raccogliere anche di piu dai rami margottati. saluti
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14/02/2016, 12:28 |
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roberto84
Iscritto il: 07/01/2014, 23:30 Messaggi: 70 Località: Casina, RE 560 msl
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... Ho messo a dimora un altro leccino e un frantoio, l'unico che avevano dove sono andato e che mi sembra anche bello pimpante! Li fotograferò nelle prossime giornate di sole (stanotte neve ma già in discioglimento) così commenterete a distanza... In effetti il danno dei caprioli è quello di andare a scorticare in primavera tutti i tronchetti sotto un certo diametro! Sembra che prediligano le piante "messe da mano umana" a discapito di quelle del bosco, come se ci provassero maggior gusto, cosa che non escludo! Leggendo qua e là ho visto che in Valtellina nel 2012 la Nostrale di Rigali fu in effetti quella che subì meno danni ( pare in molti casi non ne subisse alcuno). . Qualcuno di voi ha esperienze settentrionali con tali varietà? Saluti e grazie, a presto!
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17/02/2016, 14:32 |
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Camino
Iscritto il: 07/09/2014, 23:29 Messaggi: 46 Località: Verona
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SergioE ha scritto: Ora relativizziamo un po' i "terribili danni da freddo" con invece il gradevole clima mediterraneo tanto propizio all'olivo: - Annata da mosca, perdo un anno. - Annata con grande grandinata, perdo un anno. - Annata con piogge e venti sulla fioritura perdo un anno. - Annata no per via dell'alternanza, perdo un anno. - Prezzi bassi, siccità, e potrei continuare. Se per via di una grande gelata, a cadenza 10/25/30 anni, perdo tutte le chiome, non raccolgo per due o tre anni, poi riprendo a raccogliere più e meglio di prima perché ho tutte le chiome nuove e senza potare, raccolgo copiosamente per almeno 6 0 7 anni, è proprio un dramma di cui tanto preoccuparsi? Mentre concludevo la lettura del tuo post mi è passata per la testa una soluzione straorinaria... Ho letto che in Giappone producono alberi di materiale sintetico, praticamente indistinguibili da quelli veri, se non osservandoli a distanza molto ravvicinata. Basterebbe piantare quelli ed acquistare l'olio dai produttori mediterranei. Come scrivevo in altro post la pratica è diffusa anche sul Lado di Garda.
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17/02/2016, 16:18 |
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SergioE
Iscritto il: 10/01/2010, 19:28 Messaggi: 829 Località: Roceja TO
Formazione: Atipica e in corso
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roberto84 ha scritto: ...... ...... In effetti il danno dei caprioli è quello di andare a scorticare in primavera tutti i tronchetti sotto un certo diametro! Sembra che prediligano le piante "messe da mano umana" a discapito di quelle del bosco, come se ci provassero maggior gusto, cosa che non escludo! Leggendo qua e là ho visto che in Valtellina nel 2012 la Nostrale di Rigali fu in effetti quella che subì meno danni ( pare in molti casi non ne subisse alcuno). . Qualcuno di voi ha esperienze settentrionali con tali varietà? Saluti e grazie, a presto! Non saprei se il capriolo maschio si diverte a farci dispetto, sta di fatto che lui vuole togliersi la parte spugnosa delle corna appena rispuntate, e sono guai a chi tocca. Nostrale di Rigali che non ha avuto danni in Valtellina, beati loro, io resto scettico sulla presunta resistenza di alcune varietà rispetto ad altre. I miei casi che ho sott'occhio non danno affatto risultati certi di maggiore resistenza di una varietà rispetto ad altre. Gli olivi restano sempreverdi e quando gela forte si spaccano, da me si salvano sempre i Larici. Camino ha scritto: SergioE ha scritto: Ora relativizziamo un po' i "terribili danni da freddo" rispetto al gradevole clima mediterraneo tanto propizio all'olivo: - Annata da mosca, perdo un anno. - Annata con grande grandinata, perdo un anno. - Annata con piogge e venti sulla fioritura perdo un anno. - Annata no per via dell'alternanza, perdo un anno. - Prezzi bassi, siccità, e potrei continuare. Se per via di una grande gelata, a cadenza 10/25/30 anni, perdo tutte le chiome, non raccolgo per due o tre anni, poi riprendo a raccogliere più e meglio di prima perché ho tutte le chiome nuove e senza potare, raccolgo copiosamente per almeno 6 0 7 anni, è proprio un dramma di cui tanto preoccuparsi? Mentre concludevo la lettura del tuo post mi è passata per la testa una soluzione straorinaria... Ho letto che in Giappone producono alberi di materiale sintetico, praticamente indistinguibili da quelli veri, se non osservandoli a distanza molto ravvicinata. Basterebbe piantare quelli ed acquistare l'olio dai produttori mediterranei. Come scrivevo in altro post la pratica è diffusa anche sul Lado di Garda. La storia delle truffe riguardanti l'olio è vecchia sin dai Babilonesi, se poi diamo credito alle "sparate" dei soliti esperti e conoscitori magari interessati, siamo proprio a posto. E' tutta la vita che ne sento una più grossa dell'altra, cito da l'Ulivo e Olio a pag. 156 :" è fama notoria, li arrobari et vexaccioni si fanno in lo trappeto". Era circa il 1500. Io mi sono piantato gli olivi proprio per finirla con i dubbi, In verità perchè volevo vivere circondato dagli olivi, l'olio è stato un di più, e che di più. Mi tengo la scorta per due anni, per il terzo quando sarà ci penserò.
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17/02/2016, 21:40 |
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