Buonasera, si sente dire che verso la metà di dicembre o poco dopo verrà molto freddo e qualcuno pensa ad una gelata simile a quella del 1985 che in Toscana bruciò moltissimi olivi. C'è qualche strategia che si può mettere in atto per difendere gli alberi? Ho letto da qualche parte che il rame deprime l'attività vegetativa dell'olivo in inverno. E' allora opportuno dare del rame? Ho anche visto qualcuno che fascia tronco e rami col TNT, ma mi sembra improponibile salvo che per piante molto giovani. Io sto in provincia di Firenze, a 350 m. il terreno è esposto a sud e si trova una cinquantina di metri sotto il crinale, quindi relativamente protetto dai venti di nord.
Ecco, questa informaione serve per la risposta. Io non sono tanto esperto d'ulivi ne ho soltanto cinque. Appena messi li ho protetti per circa tre anni, nella parte del tronco. Stracci o pullover vecchi legati. Ho ustao anche un tubo plastico spugnoso Diam. interno sui 6 cm che si usa per la protezionedei tubi dell'acqua dal gelo. L' ho tagliato con la forbice per poterlo applicare. Per gli alberi più vecchi venne una gelata alimentata da Bora forte che ne fece seccare tutti i rami parlo di 25 anni fà, circa. Un mio collega più esperto mi disse di aspettare a potarli perché si sarebbero ripresi. Io lessi da qualche parte che in Toscana per una forte gelata c'era stata una certa apparente moria d'ulivi. Fu eseguita una potatura drastica (penso si trattasse di piante giovani) fino a metà tronco e tutto si riprese bene. Anzi in quella occasione pare che si affermò la coltura a cespuglio molto redditizia con la prerogativa della pianta bassa. Quidi potai "forte" ma, solo i rami. Tutto si riprese bene. Per le viti quì in provincia di PN ho visto nascere l'uso di nebulizzare con acqua le piante affinché formandosi il ghiaccio sopra le gemme facesse da protezione alle stesse. Se avessi detto delle putt....nate si preca "mortotoccaci" ed altri d'intervenire a correzione perché non sono unesperto di viti. Parlando di agrumi (anche di questi non ne capisco) nella piana di Catania s'é consolidato l'uso di pali con eliche appropriate (a funzionamento elettrico) che si attivano nelle giornate ad alta umidità in cui si teme una gelata, per muovere l'aria.
Fu nell'85 che in Toscana morì un gran numero di olivi, che poi, tagliati alla base, ricrebbero dalle radici. Ma so di un caso di un agricoltore nel Chianti (non ricordo sul momento il nome della fattoria) che si rifiutò di tagliarli alla base e aspettò e dopo un paio d'anni ricacciarono tutti dai rami che sembravano morti. Quella dei ventilatori è una buona idea e ricorda un accorgimento che usavano in California varie decine di anni fa, nelle piantagioni di susini (anche se il susino non è un albero che teme molto il freddo, mi pare) mettendo tra le piante delle stufette a petrolio. Comunque io penso di proteggere almeno i tronchi con del tessuto non tessuto, almeno degli alberi più piccoli e darò quella passata di rame, che tanto male non gli fa e pensavo di spargere sotto la chioma del concime di zolfo, fosforo e potassio che dovrebbe (in teoria, secondo quanto ho letto) rendere le piante più resistenti al gelo. Poi incrocerò le dita...
Noi, fortunatamente, non abbiamo di questi problemi, ma i metodi che avete descritto credo dovrebbero minimizzare i danni. Mi ricordo che sino alla seconda elementare la mia maestra era del Friuli. Una cosa mi aveva colpito: in occasione della Domenica delle Palme ci aveva parlato di questa festa e che che cosa si faceva tradizionalmente per ricordare l'avvenimento. Allora io avrò avuto sei o sette anni, e dovevo imparare tutto dalla vita; non sapevo neppure delle varie zone climatiche nel mondo. perciò quando ci disse che nel Friuli non crescevano ulivi essendo l'inverno troppo freddo, ma che dovevano importarli da altre regioni per celebrare la Domenica delle Palme, rimasi molto meravigliato, quasi incredulo, perché Sassari era (e ancora lo è), circondata da chilometri e chilometri di oliveti (più o meno per un raggio di 10 km) Saluti Pedru