Si il pollice della mano, da quella misura in su il legno recuperato e fatto seccare, è già un buon combustibile per il focolare o stufa.
Quando si effettua la potatura, se la facciamo noi, man mano che i rami vengono tagliati, li spogliamo in loco di tutte le parti più piccole del pollice e le lasciamo sul posto dove passeremo la trincia per l'erba.
Le parti più grosse del pollice, le raccogliamo in mucchi e a fine giornata verranno portate sul luogo di stoccaggio legname da ardere.
Se la potatura ce la fa qualcun'altro, ci costerebbe troppo far fare questa cernita dal potatore, quindi a lui faremo fare la potatura, e noi nel nostro tempo libero, forbici alla mano facciamo la cernita. Ricordare che il taglio si fa più difficile ogni giorno che passa dalla potatura, dopo un mese faticheremo già il doppio.
Comprare una di quelle forbici giganti che si usano a due mani, tanto per non fare pubblicità
prendere quelle con il marchio "lupo" in inglese, pardon tedesco, sono di gran lunga le migliori, e se stai attento a non infilarle nel terreno quando tagli, con queste, farai quasi tutto il lavoro con una facilità disarmante per anni e anni.
Visto che farete la trinciatura, non vale la pena raccogliere le parti più piccole del pollice, che saranno trinciate con l'erba.
In questo caso dopo trinciatura, resteranno alcuni rametti aderenti al terreno che non saranno maciullati.
A me non danno problema e in ogni caso entro l'anno successivo si disfano.
Volendo un lavoro più pulito si fanno mucchietti più concentrati, cosi facendo alcuni rami aderenti al terreno staranno ancora integri, però essendo la base di appoggio molto più ristretta questi rametti residui saranno pochissimi.
Prima di fine anno non avrai più traccia dei rametti che si saranno disfatti assieme all'erba.
Nell'arco di qualche anno si comincerà a vedere uno strato di materiale soffice sul terreno, l'erba crescerà con maggiore vigore, e con i tagli successivi, il terreno aumenterà la capacità di fermare l'umidità e sintetizzare il materiale di trinciaggio.
Avremo apporto di Azoto sparso, al posto di Potassio, ammucchiato nella zona in cui si è fatto il rogo.
Molte sono le strade, "tutte portano a Roma" si dice dalle mie parti, a noi scegliere quella che più ci aggrada.
Buon lavoro
Mi accorgo che ho scritto molto, ma potrei non essere abbastanza chiaro quindi di seguito rispondo ad ogni riga:
stefano1488 ha scritto:Grazie per la risposta.
Da profano mi piace molto il suo approccio, anch'io non vedo per quale motivo dovrei affumicare il vicinato (e inquinare) e utilizzare concimi azotati quando si può pensare a soluzioni alternative.
Ho un po' di domande (temo siano ingenue, abbia pazienza).
1) Quando parla di "pollice", intende dire quel che ha un diametro di più di un pollice? Ma proprio il pollice della mano?
Si pollice della mano.
2) Quindi, ricapitolando, mi corregga se sbaglio.
Le ramaglie più grande le potremmo accatastare, magari in un locale al coperto, tipo i capannoni in disuso che prima erano utilizzati per l'allevamento degli animali, e utilizzarle successivamente come legna da ardere.
Si a patto che l'ambiente non sia umido, il legname deve seccare in ambiente ventilato.
Per i primi 6 mesi può anche essere stoccato all'aperto, in questo caso viene smaltita la maggior parte dell'acqua all'aperto, poi messa al coperto, anche se poco ventilato va bene.
Quelle più piccole le potremmo accumulare in un'area recintata antistante la vecchia casa colonica (lo spazio credo ci sarebbe, sono diverse decine di metri quadrati), tanto entro circa un mese facciamo tagliare l'erba, come ogni anno, e con l'occasione facciamo trinciare anche queste.
Fai un lavoro in più per portarla nel recinto e poi fatichi di nuovo per spargere i residui.
Quelle che rimangono nell'uliveto idem, tanto anche lì facciamo tagliare l'erba una volta l'anno (l'anno scorso ad
agosto/settembre).
Se le lasci sul posto sono già disponibili al terreno nella misura proporzionale ai tagli effettuati e tu non fai niente, fa tutto la natura.
Quel che nel frattempo è destinato a diventare terriccio, poi, può essere lasciato sul posto o dobbiamo immagazzinarlo da qualche parte? E, dopo un anno, sarà utilizzabile, indifferentemente, per i campi di cereali e per l'uliveto, oppure solo per uno dei due? Sarà sufficiente spargerlo sul terreno o cosa?
Si potrebbe anche pensare all'utilizzo dell'umus residuo per altre colture, però il discorso si fa molto più lungo, io credo che per ora sarebbe meglio lasciare all'olivo ciò che è dell'olivo, lavori poco e non perdi niente.