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AUTORIZZATI a Bruciare in LOCO ...sfalci , potature 
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CIAO,,,per essere chiari ...tutti dietro richiesta possono essere autorizzati...."l'erba ed affini" BRUCIATA anch'essa ...si eliminano i vettori ....le ormai famose cicaline (leggi Sputacchine)...il fuoco da sempre purificatore .......basta poco che c'è vo'???? ciao elmo


17/11/2014, 16:48
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Sez. Cani
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Bravo Elmo :D Io non sono solito bruciare i residui di potature, degli ulivi, della vigna o d'altro genere, come fanno quasi tutti, però quel divieto mi sembrava assolutamente assurdo: ma quando mai i residui di potature o altro residuo vegetale, possono essere considerati rifiuti speciali :o :(
Saluti
Pedru

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27/11/2014, 21:03
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ma infatti comunque era smaltimento non autorizzato di rifiuti, non li classificava speciali, comunque era un reato penale


27/11/2014, 23:46
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Mi riallaccio a questa discussione.

Per la potatura dell'uliveto di un mio zio, del quale ora con mia sorella gestiamo la piccola proprietà, ci siamo rivolti a una ditta specializzata; si tratta di circa cento piante ubicate in tre punti diversi. L'uliveto non viene potato da tre anni, quindi è assolutamente necessario.

Il problema è lo smaltimento dei residui della potatura. Trasportarli per essere smaltiti negli appositi impianti è estremamente oneroso. Chiedendo ad altre persone, e leggendo questa discussione, ho appreso che ora è legale bruciare i residui, a certe condizioni, ma io mi chiedo: non si può pensare a un uso alternativo? Tipo utilizzare la legna ma triturare il fogliame per poi utilizzare il prodotto come concime? Considerate che abbiamo anche la disponibilità di spazi su cui lasciare i residui in attesa di trovare una soluzione, volendo anche chiusi (abbiamo dei vecchi capannoni in disuso se fosse necessario ammassare il tutto al coperto).

E se acquistassimo un trituratore? Sarebbe un buon investimento?

Io non sono del settore, ma a me piace l'idea di recuperare gli sfalci.

Qualunque consiglio è ben accetto.


24/04/2015, 23:51
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Io concettualmente non brucio niente se non per utilità provata.

Per capirci, la freddo, la stufa accesa. :mrgreen:

Le api hanno la peste, :( Brucio.

Le ramaglie di pulizia o potatura NO.

Quando disbosco o poto, riduco tutto quanto non recuperato per il periodo invernale, a parti non più grandi del pollice.

Sopra (la dimensione del pollice) in catasta a seccare.

Sotto (le dimensioni del pollice) viene lasciato a terra o ammucchiato in file di circa due metri di larghezza per uno di altezza.
In questo caso trincio subito, vale a dire ci passo su con la trincia e mi resta un piccolo strato di rimasugli che entro un anno sono diventati terriccio = umus = concime.

Nel caso del materiale di potatura sparso, sempre di dimensioni non più grandi di un pollice, li lascio a terra e quando a erba alta passo la trincia, fa la stessa fine esposta sopra.

Legge o non legge, io preferisco questa soluzione, che mi fa risparmiare sul combustibile invernale e sul concime azotato. ;)

Altri si gratificano buttando queste energie, affumicando il vicinato, ecc, ognuno si diverte come può. :lol: :mrgreen: :twisted:


26/04/2015, 9:29
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Grazie per la risposta.

Da profano mi piace molto il suo approccio, anch'io non vedo per quale motivo dovrei affumicare il vicinato (e inquinare) e utilizzare concimi azotati quando si può pensare a soluzioni alternative.

Ho un po' di domande (temo siano ingenue, abbia pazienza).

1) Quando parla di "pollice", intende dire quel che ha un diametro di più di un pollice? Ma proprio il pollice della mano?


2) Quindi, ricapitolando, mi corregga se sbaglio.

Le ramaglie più grande le potremmo accatastare, magari in un locale al coperto, tipo i capannoni in disuso che prima erano utilizzati per l'allevamento degli animali, e utilizzarle successivamente come legna da ardere.

Quelle più piccole le potremmo accumulare in un'area recintata antistante la vecchia casa colonica (lo spazio credo ci sarebbe, sono diverse decine di metri quadrati), tanto entro circa un mese facciamo tagliare l'erba, come ogni anno, e con l'occasione facciamo trinciare anche queste.

Quelle che rimangono nell'uliveto idem, tanto anche lì facciamo tagliare l'erba una volta l'anno (l'anno scorso ad agosto/settembre).

Quel che nel frattempo è destinato a diventare terriccio, poi, può essere lasciato sul posto o dobbiamo immagazzinarlo da qualche parte? E, dopo un anno, sarà utilizzabile, indifferentemente, per i campi di cereali e per l'uliveto, oppure solo per uno dei due? Sarà sufficiente spargerlo sul terreno o cosa?


26/04/2015, 22:15
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Si il pollice della mano, da quella misura in su il legno recuperato e fatto seccare, è già un buon combustibile per il focolare o stufa.

Quando si effettua la potatura, se la facciamo noi, man mano che i rami vengono tagliati, li spogliamo in loco di tutte le parti più piccole del pollice e le lasciamo sul posto dove passeremo la trincia per l'erba.

Le parti più grosse del pollice, le raccogliamo in mucchi e a fine giornata verranno portate sul luogo di stoccaggio legname da ardere.

Se la potatura ce la fa qualcun'altro, ci costerebbe troppo far fare questa cernita dal potatore, quindi a lui faremo fare la potatura, e noi nel nostro tempo libero, forbici alla mano facciamo la cernita. Ricordare che il taglio si fa più difficile ogni giorno che passa dalla potatura, dopo un mese faticheremo già il doppio.
Comprare una di quelle forbici giganti che si usano a due mani, tanto per non fare pubblicità ;) prendere quelle con il marchio "lupo" in inglese, pardon tedesco, sono di gran lunga le migliori, e se stai attento a non infilarle nel terreno quando tagli, con queste, farai quasi tutto il lavoro con una facilità disarmante per anni e anni.

Visto che farete la trinciatura, non vale la pena raccogliere le parti più piccole del pollice, che saranno trinciate con l'erba.
In questo caso dopo trinciatura, resteranno alcuni rametti aderenti al terreno che non saranno maciullati.
A me non danno problema e in ogni caso entro l'anno successivo si disfano.

Volendo un lavoro più pulito si fanno mucchietti più concentrati, cosi facendo alcuni rami aderenti al terreno staranno ancora integri, però essendo la base di appoggio molto più ristretta questi rametti residui saranno pochissimi.

Prima di fine anno non avrai più traccia dei rametti che si saranno disfatti assieme all'erba.

Nell'arco di qualche anno si comincerà a vedere uno strato di materiale soffice sul terreno, l'erba crescerà con maggiore vigore, e con i tagli successivi, il terreno aumenterà la capacità di fermare l'umidità e sintetizzare il materiale di trinciaggio.

Avremo apporto di Azoto sparso, al posto di Potassio, ammucchiato nella zona in cui si è fatto il rogo.

Molte sono le strade, "tutte portano a Roma" si dice dalle mie parti, a noi scegliere quella che più ci aggrada.

Buon lavoro

Mi accorgo che ho scritto molto, ma potrei non essere abbastanza chiaro quindi di seguito rispondo ad ogni riga:

stefano1488 ha scritto:
Grazie per la risposta.


Da profano mi piace molto il suo approccio, anch'io non vedo per quale motivo dovrei affumicare il vicinato (e inquinare) e utilizzare concimi azotati quando si può pensare a soluzioni alternative.

Ho un po' di domande (temo siano ingenue, abbia pazienza).

1) Quando parla di "pollice", intende dire quel che ha un diametro di più di un pollice? Ma proprio il pollice della mano?

Si pollice della mano.


2) Quindi, ricapitolando, mi corregga se sbaglio.

Le ramaglie più grande le potremmo accatastare, magari in un locale al coperto, tipo i capannoni in disuso che prima erano utilizzati per l'allevamento degli animali, e utilizzarle successivamente come legna da ardere.

Si a patto che l'ambiente non sia umido, il legname deve seccare in ambiente ventilato.
Per i primi 6 mesi può anche essere stoccato all'aperto, in questo caso viene smaltita la maggior parte dell'acqua all'aperto, poi messa al coperto, anche se poco ventilato va bene.

Quelle più piccole le potremmo accumulare in un'area recintata antistante la vecchia casa colonica (lo spazio credo ci sarebbe, sono diverse decine di metri quadrati), tanto entro circa un mese facciamo tagliare l'erba, come ogni anno, e con l'occasione facciamo trinciare anche queste.

Fai un lavoro in più per portarla nel recinto e poi fatichi di nuovo per spargere i residui.

Quelle che rimangono nell'uliveto idem, tanto anche lì facciamo tagliare l'erba una volta l'anno (l'anno scorso ad
agosto/settembre).

Se le lasci sul posto sono già disponibili al terreno nella misura proporzionale ai tagli effettuati e tu non fai niente, fa tutto la natura.

Quel che nel frattempo è destinato a diventare terriccio, poi, può essere lasciato sul posto o dobbiamo immagazzinarlo da qualche parte? E, dopo un anno, sarà utilizzabile, indifferentemente, per i campi di cereali e per l'uliveto, oppure solo per uno dei due? Sarà sufficiente spargerlo sul terreno o cosa?


Si potrebbe anche pensare all'utilizzo dell'umus residuo per altre colture, però il discorso si fa molto più lungo, io credo che per ora sarebbe meglio lasciare all'olivo ciò che è dell'olivo, lavori poco e non perdi niente.


27/04/2015, 21:47
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Guarda, ti ringrazio moltissimo. In effetti, il lavoro lo dobbiamo far fare ad altri (io non so farlo e, comunque, faccio un altro lavoro). Grazie alle tue istruzioni così dettagliate credo che la cosa migliore sia di dire ai giardinieri di accumulare i rami più grandi in uno spazio recintato, di cui disponiamo, all'interno della proprietà; comprerò le forbici e mi dedicherò a quel tipo di lavoro che suggerisci nei fine settimana. il mese prossimo.

Una parte dell'uliveto (tredici piante, di circa quarant'anni di età) sono sparse in un piccolo campo coltivato a cereali, in quel caso dirò loro se portano via tutto quello che può dare intralcio alla mietitrebbiatura fra due o tre mesi. Il resto dell'uliveto è in una zona non coltivata (ventidue piante sono attorno a una casa, al limitare del campo, e le altre sono su un pendio), quindi in questi due casi credo di poter seguire alla lettera le tue istruzioni.

Grazie di nuovo e spero di non essere stato di troppo disturbo.


28/04/2015, 14:11
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Se non del Tutto giusto ...quasi niente sbagliato ....però se per caso i tuoi alberi Stefano ...fossero attaccati da Pseudomonas savastanoi ( leggi Rogna)... faresti un bel casino ... poichè se non elimini con la bruciatura i residui della potatura ...se non disinfetti col fuoco i tuoi attrezzi ogni volta che passi da un albero infetto all'altro ecc...ecc... porteresti la malattia (per esempio) se fosse presente solo sui tuoi 13 alberi nel campo dei cereali ... in tutto l'oliveto ..quindi facciamo attenzione a non fare i piccoli apprendisti stregoni ...se no i guai sarebbero grossi ...senza nominare la Xilella ...Est modus in rebus ,sunt certi denique fines,quos ultra citraque nequit consistere rectum (C'è una misura nelle cose,ci sono determinati confini,al di là ed al di qua dei quali non può esservi il giusto).... Ciao elmo Ps. Tova un Tecnico in loco ;)


29/04/2015, 11:49
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Grazie per il consiglio Elmo.

Dirò ai giardinieri di far caso se le piante fossero attaccate da qualche malattia (si vede, sì, spero, io di queste cose non ne so niente) e mi regolerò di conseguenza. :)


29/04/2015, 22:00
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