Ciao a tutti,
vorrei precisare che quando abbiamo animali allevati al pascolo bisogna pensare a cosa stanno mangiando, cioè al valore alimentare del pabulum disponibile.
Esempio: se pascolano su un erbaio (orzo, loietto, veccia, trifoglio, ...) sicuramente i suini in accrescimento saranno carenti in proteine: la sera dovrò integrare la razione con un po' di legumi schiacciati (fave, pisello, ceci, ...).
Diversamente, se gli animali stanno "spigolando" su una trebbiatura di favino, saranno carenti in energia, soprattutto i soggetti in finissaggio: dovrò integrare con una farina a base di orzo, mais, ...
Solamente così valorizzerò il valore del pascolo ed avrò soggetti "completi" e con carni "ben mature e idonnee alla trasformazione".
Orione,
limitare sale e pepe va benissimo anche per esaltare il gusto delle carni suine, ma attentzione: è l'unico mezzo che abbiamo per evitare la putrefazione, se non impieghiamo conservanti di sintesi! Ecco il difficile equilibrio di cui parlavo.
Una tecnica utilizzata per fare dei salami è quella di lavorare l'impasto il giorno precedente all'insaccatura: taglio a pezzi grasso e magro di maiale, salo e pepo, passo al tritacarne, impasto in piccole "palle" e lascio in cella a 4°C per una notte; il giorno successivo, quando l'impasto ha perso ancora un po' di acqua, si è raffreddato omogeneamente e si è "compattato" procado conb l'insaccamento.
Un pH-metro a sonda è indispensabile per capire cosa sta succedendo all'interno del salume. Costano meno di 100 Euro i gli strumenti più economici, quindi una cifra abbordabile, direi.
Inoltre, abituiamoci a fare delle pezzature più piccole da aprire, assaggiare e annusare costantemente durante tutto il processo, in modo da poter intervenire su temperatura e umidità tempestivamente.
Buona giornata,
Jacopo
P.S.- Mantovano46, dicci anche la tua!