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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani 
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MODELLO POLIS PER LA POSTE FRANCESE. CON UNCEM SINERGIE CON POSTE ITALIANE PER I CENTRI MULTISERVIZIO




Il progetto Polis di Poste Italiane fa scuola in Francia. L'iniziativa di Poste Italiane, volta a trasformare gli uffici postali dei comuni con meno di 15.000 abitanti in vere e proprie case dei servizi digitali, in sinergia con Uncem, raccoglie apprezzamenti e viene preso a modello anche Oltralpe.

Una delegazione di "La Poste", omologo francese di Poste Italiane, e di Amministratori locali transalpini, ha visitato l'ufficio postale di Campagnano di Roma per conoscere nel dettaglio i nuovi servizi offerti, che puntano a combattere lo spopolamento portando la pubblica amministrazione nei piccoli centri. Nella sede centrale di Roma, la delegazione - guidata da John Billard, Sindaco di Le Favril e Segretario generale de l'Association des maires ruraux de France - è stata accolta, per un saluto, dal presidente Uncem Marco Bussone. Il giorno dopo la comitiva si è spostata per l'appunto all'ufficio postale di Campagnano di Roma, già pienamente operativo con i vari servizi.

Jean-Paul Forceville, direttore delle relazioni europee ed internazionali di La Poste, sottolinea: "Avevamo già sentito parlare del Progetto Polis e ci interessava molto. Così siamo voluti venire a vedere come funzionava esattamente, perché vogliamo fare esattamente la stessa cosa: rendere più efficaci ed efficienti i servizi di prossimità alla clientela". Xavier Cadoret, presidente della commissione postale territoriale dipartimento "L'Allier", aggiunge: "Anche per noi è fondamentale assicurare la coesione sociale territoriale della popolazione e quindi la vicinanza del cittadino ai servizi postali è estremamente importante".

Il Progetto Polis, che prosegue in tutta Italia, è anche una spinta verso la transizione digitale. Tra i progetti e gli esempi presentati, come già a inizio 2023 alla Nuvola di Roma, la trasformazione dell'ufficio postale del Comune di Balme, nelle Valli di Lanzo. La piattaforma di Poste Italiane permetterà ai cittadini dei comuni sotto i 15000 abitanti di accedere alla pubblica amministrazione da un unico sportello: "Un progetto imponente - afferma il Presidente Uncem - che riguarda sia la parte strutturale degli uffici, per migliorare l'accoglienza, ma tutta l'innovazione dei servizi, che agevolano i cittadini in particolare nelle aree montane. Polis è un effetto positivo e pratico della legge 158/2017 sui piccoli Comuni che ha determinato il potenziamento degli uffici nei nostri paesi". .

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11/09/2023, 13:06
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INCONTRO UNCEM CON IL MINISTRO PICHETTO. AL CENTRO ENERGIA PER I COMUNI, DIFESA DA UNGULATI E VALORIZZAZIONE MONTAGNE ITALIANE



Uncem, con il Presidente nazionale e un gruppo di Amministratori dell'Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani, ha incontrato il Ministro Gilberto Pichetto Fratin. Nel corso della riunione al Ministero a Roma sono stati esaminati temi centrali per i territori. A partire dall'attesa per le regole e gli incentivi, anche per investimenti, sulle comunità energetiche, nonché la necessaria accelerazione dei nuovi impianti di rinnovabili, sui quali i territori montani con i Comuni vogliono essere protagonisti. Il Vicepresidente nazionale Vincenzo Luciano ha posto al Ministro il tema della protezione delle aree agricole, anche in zone parco, da lupi, cinghiali e ungulati, che aumentano e richiedono appositi meccanismi di attenzione da parte delle Istituzioni centrali e regionali, in accordo con gli Enti locali e gli Enti Parco. "Pichetto Fratin conosce bene i territori, li vive e ne ha approfondito le esigenze in molti suoi incarichi politici - evidenzia il Presidente Uncem Marco Bussone - Come già ribadito con il Ministro Calderoli qualche giorno fa, siamo pienamente disponibili per azioni condivise attorno a rinnovabili e protezione ambientale, valorizzando le imprese che operano sui territori, utilizzando bene fondi comunitari e con appositi piani e leggi, a partire dalla piena attuazione delle norme per il pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali a vantaggio delle aree montane italiane".

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12/09/2023, 12:59
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PICCOLE GRANDI SCUOLE DI MONTAGNA, UNCEM: CON MINISTERO INDIRE NECESSARIO LAVORO PER DIRE COSA SONO PLESSI E ISTITUTI DEI TERRITORI




"La scuola che inizia in molte regioni italiane oggi e nei prossimi giorni, ci spinge a una seria e attenta riflessione su cosa solo le piccole grandi scuole dei paesi delle aree montane. Con gli auguri a Studenti, Docenti, Dirigenti scolastici, famiglie, Uncem vuole procedere con un lavoro di approfondimento con Ministero dell'Istruzione e Indire in primo luogo, e poi con gli Uffici scolastici regionali, per trovare i migliori modelli organizzativi, sperimentare nuove formule, lavorare su edilizia scolastica specifica e modelli educativi che non sono uguali a quelli delle aree urbane. Indire ha fatto un perfetto lavoro su questo fronte e e vi è molta letteratura che vogliamo approfondire con i Sindaci. Serve un tavolo nazionale sulle scuole di montagna. Si continua a perdere popolazione, in Italia si perde dunque popolazione scolastica. Di più nei paesi delle aree rurali e montane. Questo genera riorganizzazioni, spesso sulla base di soli numeri, altalenanti e non sempre con prospettive vere di futuro. Ne abbiamo veramente e urgentemente bisogno, di una riflessione seria e duratura. Un lavoro che Sindaci ed Enti locali devono avere quale elemento portante dei loro mandati amministrativi. L'azione sulla scuola deve superare la retorica del piccolo e bello, bensì basarsi su logiche organizzative e formative peculiari per plessi e istituti, dal nido alla secondaria di secondo grado, specifiche per Alpi e Appennino. Un percorso che Uncem vuole promuovere, proseguendo lavori importantissimi fatti da Indire, grazie alla sensibilità della Presidente Cristina Griego, negli ultimi anni. Buona scuola, buon anno a ciascuno".

Così Marco Bussone, Presidente Uncem.

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12/09/2023, 13:00
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SANTANDER CHIUDE FILIALI IN ITALIA. UNCEM: EMBLEMA DI SMOBILITAZIONE DELLE BANCHE DAI TERRITORI



"È ancora una volta emblematica la storia delle banche. Dai territori, anche dalle città, se ne vanno. Quando chiudono in un'area urbana, al cliente costa poco chiudere il conto, spostarlo su una filiale, anche di un altro Istituto, o alla Posta, nello stesso quartiere. Pochi metri in più di viaggio, a piedi. Quando invece le fliliali chiudono sui territori, nei Comuni medi e piccoli del Paese, senza peraltro dire niente al Sindaco, senza informazione alcuna, le aree rurali sono spoliate di un ulteriore servizio. Le banche se ne vanno e le Istituzioni pubbliche, Enti territoriali e Ministeri, possono fare poco. Banca d'Italia ci dice da anni che non ha poteri. ABI ovviamente difende le scelte, dicendo che tutto è andato on line. Sarà così, non ho dubbi, anche per le lettere che manderemo sulla situazione Santander. Che se ne va. Lasciando città e territori. Per molti non è un problema. Per Uncem questa smobilitazione, che prosegue, è grave e dannosa. Una forte mobilitazione per stopparla è urgente".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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14/09/2023, 22:07
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ADDIO AL PRESIDENTE NAPOLITANO. GRAZIE DA UNCEM. SEMPRE ATTENTO A SFIDE TERRITORI, MONTAGNA, COMUNI

Uncem dice grazie al Presidente Napolitano. Per il coraggio e la capacità di essere riformista, europeista, in ascolto, libero. Grazie per l’accoglienza a Uncem - in molte occasioni - e per l’attenzione fortissima ai Comuni, ai Sindaci ai territori e alla montagna, espressa in tante occasioni. Chiedendo riforme, coesione, attenzione, ruolo forte per gli Enti locali, anche con appelli chiari a Governo e Parlamento, in una fase che vedeva molte scelte offuscate dalle prime negative logiche di antipolitica. Ha aiutato a superare crisi, a generare fiducia, a unire le forze politiche anche sui temi che Uncem rappresenta. Gli diciamo grazie con tutto il Paese che ha condotto con lungimiranza e sguardo costante sul futuro.

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23/09/2023, 11:06
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70 ANNI DI UNCEM. AL PAESE SERVE UNA VERA RIFORMA DELLE ISTITUZIONI E DEL SISTEMA DEGLI ENTI LOCALI. LO IMPONGONO CAMBIAMENTI CLIMATICI, RIORGANIZZAZIONE SERVIZI E TRANSIZIONE ECOLOGICA



"Che anniversario di fondazione festeggia Uncem a Cuneo lunedi 25 settembre, ricordando i primi Presidente e Segretario generale, Giovanni Sartori e Giovanni Carlo Giraudo?
Non certo un compleanno in una fase semplice per il Paese, che mostra grande attenzione culturale e accademica per le aree montane, con innumerevoli iniziative, studi, ricerche, analisi, dibattiti, confronti, mai abbastanza, ma ben più di dieci anni fa. E che nella contrazione demografica fortissima, nell'affrontare le sfide della tragedia climatica in corso, nella riorganizzazione, auspichiamo riformista, dei servizi pubblici, molto spesso vede Istituzioni centrali e regionali considerare poco le geografie, le differenze, le peculiarità dei territori. E quando queste vengono riconosciute, si rischiano di montare scontri, proprio quelli che non vogliamo, tra aree montane e aree urbane. Noi abbiamo bisogno invece di superare confini, barriere, tracciare accordi, delineare patti e interazioni. Tra territori, evidenziando quello che serve, come cambiano numeri, esigenze, bisogni. Tra chi non c'è più e chi può arrivare, anche con colori di pelle diversi, in tutti quei 'vuoti' dei quali tra 30 o 40 anni qualcuno ci chiederà conto.

La montagna italiana non è fatta di Comuni-isole. Tutto è connesso e tutto e in relazione e questo va considerato in una auspicata riforma del sistema degli Enti locali. Intelligente. Non demagogica e fatta per il consenso. Se il Paese decide finalmente quanto essere centralista, federalista, autonomista, può finalmente definire chi fa che cosa, cosa sono i Comuni, come grandi e piccoli lavorano insieme. Chi crede che l'autonomia alpina, guardando alla Carta di Chivasso ad esempio, sia l'equivalente del municipalismo che alcuni predicano, sbagliano di grosso. I Comuni, nella contrazione demografica forte, vincono se lavorano insieme. Vale per Torino, Milano, Bergamo, i capoluoghi del fondovalle e le loro cinture, per i Comuni turistici costieri del 'G20 delle spiagge', ovviamente per i Comuni montani che nelle valli hanno capito sin dal 1973 che essere comunità vuol dire essere montagna. Comunità è Montagna e così siamo cresciuti. Fino alle stupida demagogia di chi ha voluto cancellare le comunità montane, al posto di riformarle e di renderle moderne, vive, determinate come ancora in alcune Regioni italiane. Insistere nella logica comunitaria vale anche per i Comuni. Non solo per energia, sostenibilità, imprese, terreni, vero che le più grandi innovazioni di questi nostri 70 anni, negli ultimi dieci, sono state appunto Strategia delle Green Communities, Comunità energetiche, Associazioni fondiarie, Cooperative di Comunità. Insieme, prima di tutto. Dinamiche comunitarie Si vince uniti, mai da soli. Questo per molti Comuni è ancora un tabù, in molti casi, in nome, come per il PNRR, di logiche solitarie e di bandi che dicono che tutti possono fare tutto da soli, competere, partecipare a distruttivi bandi-lotteria, appaltare, costruire.

Uncem crede nell'unità e nelle sinergie. Europee, con Francia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera, Slovenia, in primis. Le aree montane hanno tutte gli stessi problemi e Ventotene, il Manifesto di Spinelli ci insegna che federare costruisce risposte comuni alle necessità, mette insieme idee e processi di unità sostanziale. Sinergie italiane anche per riorganizzare i servizi, scuola, trasporti, sanità, svegliando qui la Strategia per le Aree interne, felice intuizione - che si poteva chiamare per le aree montane, già allora, evitando di dire cosa è interno e cosa è esterno, sempre relativo - che oggi giace nelle paludi, con un miliardo da investire subito, per colpa di burocrazie e per effetto di uffici di istituzioni senza futuro che tutto complicano al posto di risolvere. Noi ripartiamo credendoci, oltre ogni limite, da queste Strategie, Green Communities e Aree interne insieme, congiunte. E da una visione delle montagne che metta una pietra sull'appello urbano alla wilderness, dove tutto è protetto e tutelato tranne l'uomo, i suoi diritti, le sue imprese, i negozi e i bar dei paesi, sui borghi bellissimi e intatti messi sotto campane di vetro museali, e pure sulla visione di parco giochi per Alpi e Appennino che tanto piace a quelli del sabato e della domenica che vengono - e ne siamo felici - per sfidare la forza di gravità con il motore in salita e con la velocità in discesa.

Nuove visioni di montagna ci sono e sono intelligenti, smart, sostenibili, aperte. Devono esserlo. In chiave europea. Ora però servono le Istituzioni, noi, i nostri Enti, i nostri Sindaci. Riforme vere dell'organizzazione. Più istituzioni pubbliche, democrazia, analisi. Meno privato che schiaccia il pubblico, riducendolo i Comuni insieme a mero 'associazionismo' con amicizie di colore politico. Meno contrapposizioni - molto spesso finora mosse da tanti partiti e movimenti politici senza idee, buoni ad arrivare in montagna nelle campagne elettorali - e più coesione, impegno sulle geografie, sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici che usiamo - il Ministero dell'Ambiente riprenda quella delega della legge 221/2015 - più attuazione delle leggi sui Comuni che piccoli e grandi sono vincenti insieme, scambiando e rafforzando i flussi tra loro. Più idee e più visioni, non solo concretezza, appalti, investimenti, soldi da chiedere, bandi senza via, quando dobbiamo, vogliamo stare in un futuro con intelligenza superando divari digitali che sono drammatici e mossi da troppa ignoranza di chi non vuole investire sui territori.

Crediamo nella Politica, nel suo primato. Siamo uniti e coesi contro ogni divisione, che fanno invece piacere a molti. Siamo contro regole organizzative per gli Enti che agevolano outsourcing di servizi a caro prezzo per i Comuni, a beneficio di rendite di servizio e posizione per il privato che asfalta volentieri il pubblico giocando sulle debolezze dei Comuni soli. C'è molto di questo, negativo e da cambiare, ma c'è molta fiducia, speranza, impegno nei Sindaci e tra i Comuni, volontà di coinvolgere i giovani. Serve un 'Sinodo dei territori e degli Enti locali', come camminiamo insieme e cosa siamo. Le nuove norme - legge sul fisco, legge sulla montagna, riscrittura del TUEL, legge sull'autonomia rafforzata delle Regioni - nascano da qui. Dal pensiero alto e dal dialogo. Non maquillage del momento, riformette occasionali, accordi del caso tra maggioranze e minoranze. Se sono da soli, campanilisti, vanno poco lontano, i Comuni, andiamo poco lontano noi, finisce Uncem, unica associazione pubblica di Enti locali. Comuni e Sindaci confidano in Governo, Parlamento, Regioni affinché geografie e Istituzioni pubbliche siano riconosciute e riconoscibili.
Ne parleremo lunedi mattina a Cuneo".

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Unione nazionale Comuni, Comunità, Enti montani.

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23/09/2023, 18:22
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SALTA IL DOPPIO-VINCOLO, UNCEM: IMPORTANTE SEMPLIFICAZIONE PER LA GESTIONE FORESTALE E IL TAGLIO DEI BOSCHI



Era fortemente auspicato da Uncem insieme con CONAF, SISEF, PEFC, FSC, Compagnia delle Foreste. Tagliare il bosco sarà più facile per tutte le imprese, che da tempo chiedevano semplificazioni efficaci. E così, da ieri le pratiche selvicolturali sono considerate "tagli colturali" e non necessiteranno più di alcuna autorizzazione paesaggistica. Lo prevede l'emendamento al Decreto Asset presentato dal Senatore e Presidente della IX Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura Luca De Carlo, che così supera il problema del "doppio vincolo" paesaggistico, che negli ultimi anni ha creato numerosi aggravi burocratici alla gestione forestale.

L'emendamento di De Carlo - come riporta Sherwood - ha proposto una piccola modifica normativa al Codice dei beni culturali e del paesaggio tanto semplice quanto risolutiva di una situazione che si trascina ormai da anni: all'articolo 149, comma 1, lettera c) del Codice - laddove la norma descrive le deroghe alla preventiva autorizzazione paesaggistica - si esplicita chiaramente che tali deroghe, che fino ad oggi valevano soltanto per i boschi vincolati dall’articolo 142 (Aree tutelate per legge), verranno estese anche ai boschi vincolati dall’articolo 136, ovvero quelli ubicati nelle aree considerate di "notevole interesse pubblico" e definite da decreti ministeriali specifici, le famose foreste sottoposte a "doppio vincolo" paesaggistico.

"Era buonsenso - evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem - bloccato da contrapposizioni e insensata lettura del Codice da chi non vede il paesaggio plasmato dall'uomo che lo vive. È così da sempre. I doppi vincoli erano formule antiche che mettevano in crisi solo chi vive e lavora in montagna, imprese boschivi, e anche Comuni. Bene ha fatto il Senatore De Carlo a intervenire accogliendo la proposta fatta da una ampia cordata di chi si occupa di territorio e foreste".

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29/09/2023, 9:18
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CONTRATTI DI FILIERA FORESTALI, USCITA LA GRADUATORIA. UNCEM: ORA MASAF INDIVIDUI RISORSE PER FINANZIARE TUTTI I PROGETTI


È pubblicata sul sito del MASAF la graduatoria dei progetti dei Contratti di filiera forestali. Una grande novità nel settore, con gli "Accordi di foresta", ovvero strumenti potenziare le relazioni intersettoriali lungo le catene di produzione, trasformazione e commercializzazione, attraverso l'aggregazione dei produttori e la creazione di responsabilità solidale di imprese e proprietari forestali. Un punto fermo per attuare Legge e Strategia forestale nazionale. Sul quale Uncem ha sempre creduto visto che gli Accordi di Foresta sono stati concepiti a Santa Sofia tre anni fa, a "Oltreterra", evento promosso da Slow Food, Legambiente con Uncem, il Parco delle Foreste Casentinesi e Romagna Acque.

"La graduatoria prevede molti progetti ammessi e una dozzina finanziati, visti i 10 milioni di euro a disposizione - precisa Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - ringrazio il Ministro Francesco Lollobrigida per il lavoro fatto, anche con il Direttore generale Alessandra Stefani. Ora occorre individuare altre risorse per finanziare tutti i progetti ammissibili. È molto importante. È una novità decisiva per tutti, per attuare il TUFF, per rendere le filiere italiane autonome, come scritto anche nel Decreto Made in Italy e come sancito dal Cluster Foresta Legno nazionale nato a luglio. Chiediamo al Ministro Lollobrigida di trovare in legge di bilancio 50 milioni di euro per i Contratti di filiera forestali".

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210 MILIONI DI EURO DALLO STATO ALLE REGIONI. UNCEM: MAIL IL FONDO MONTAGNA NAZIONALE ERA STATO COSI IMPORTANTE. ORA REGIONI INVESTANO ADEGUATAMENTE LE RISORSE




Mai negli ultimi trent'anni il fondo nazionale per la montagna aveva raggiunto una cifra tanto elevata. Sono 210 milioni i fondi previsti e ripartiti nel 2023 dallo Stato alle Regioni che ora dovranno spenderli con i criteri previsti dal Decreto predisposto dal Dipartimento per gli Affari regionale e le Autonomie della Presidenza del Consiglio e voluto dal Ministro Calderoli. I fondi in arrivo devono essere spesi per misure di prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico nei territori montani; azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani, anche attraverso la realizzazione delle Green Communities; interventi volti alla creazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabile, ivi compresi quelli idroelettrici; progetti finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità e allo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali, anche con riferimento alla filiera del legno; misure di incentivazione per la crescita sostenibile e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, e interventi di mobilità sostenibile; interventi per l’accessibilità alle infrastrutture digitali e per il rafforzamento dei servizi essenziali, con particolare riguardo prioritario a quelli socio-sanitari e dell’istruzione; iniziative volte a contrastare lo spopolamento dei territori.

"Alcune Regioni non hanno ancora speso i fondi del 2022 - precisa Marco Bussone, Presidente Uncem - e stiamo stimolando in velocità ed efficacia. Non vorremmo che alcune Regioni spendessero i fondi ricevuti divendoli per ciascun Comune. Sarebbe drammatico e molto poco edificante. Deve prevalere la logica sovracomunale, di valle, di territorio insieme, di Comuni che guidano percorsi di sviluppo. Molte Regioni non hanno una delega montagna in Giunta e questo è grave. Non va bene. Ho scritto ai Presidenti di Regione affinché intervengano. La montagna è competenza regionale e non avere una legge, non avere un fondo regionale allocato, non avere un'organizzazione istituzionale e un settore per la Montagna proprio non va. Lo Stato sta lavorando nel verso giusto e l'aumento del fondo montagna, portato a 100 milioni di euro per il 2022 e a 200 per il 2023, è importante. Ora tocca alle Regioni. Devono avere una strategia, che incroci anche la Strategia delle Green Communities. E diventi strumento vero di azione. Da concertare con Uncem. 200 milioni vanno spesi bene per la crescita dei territori. Non abbiamo tempo da perdere".

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BANDO BORGHI DEL PNRR, UNCEM: LE ASSURDITA' CONTINUANO. ANDAVA TUTTO ANNULLATO. È INCOSTITUZIONALE



Scade oggi un nuovo pezzo del bando borghi del PNRR. Assurdo e inutile come gli altri due, quello per i 20 borghi da 20 milioni di euro l'uno, in ciascuna regione, e quello "lotteria", con quattromila Comuni candidati e solo 294 finanziati. Ora arriva il terzo round, che scade oggi. Quello per le imprese. Con 188 milioni di euro di fondi PNRR che sono stati previsti solo per i 294 finanziati in precedenza per gli interventi realizzati dal pubblico. Solo in questi "fortunati", il PNRR sostiene la nascita di nuove imprese. Le domande dovevano essere presentate entro oggi. "Lo trovo incostituzionale - evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - Solo 294 fortunati potranno avere gli incentivi economici per nuove imprese. E tutti gli altri? A bocca asciutto. È una ennesima assurdità di questa telenovela, che Uncem ha sempre contrastato. Siamo stati gli unici e lo abbiamo ribadito a Sangiuliano dopo averlo detto mille volte a Franceschini. Il nuovo Ministro non ha voluto stoppare le assurdità montate e così i Comuni beneficiari delle linee A e B sono in un tracollo finanziario per gestire tutta questa roba. Poi la linea C per le imprese, incostituzionale".

Il bando che scade oggi rende finanziabili - scrive Invitalia - "le iniziative imprenditoriali, per un valore massimo di 150mila euro, che siano eco-compatibili (basso impatto ambientale, efficienza energetica, riciclo di prodotti, ecc.) e che possano aumentare l’attrattività dei piccoli Borghi offrendo servizi e prodotti sia per la popolazione locale che per i visitatori. Le agevolazioni consistono in un contributo a fondo perduto, per un importo massimo pari a 75mila euro, nella misura massima del 90% dei programmi di spesa ammissibili, elevabile al 100% per imprese da costituirsi o con una prevalente titolarità di giovani e/o donne. La misura si rivolge a soggetti già costituiti o da costituire nelle forme di ditte individuali, micro, piccole e medie imprese, enti del terzo settore, organizzazioni profit e non profit e persone fisiche che intendano realizzare attività culturali, creative, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali, che valorizzino i prodotti, i saperi e le tecniche del territorio".

"Le proposte non sono mal fatte - prosegue Bussone - ma è la ratio del bando che non funziona. Ovvero pensare che siano solo 294 i fortunati, pure guardati male dai vicini che restano a bocca asciutta. Nei bandi c'è sempre chi prende e chi resta fuori. Ma qui le cerchie vengono montate a monte, in fase di candidatura, escludendo 4000 potenziali Comuni dove creare impresa e favorendone solo 294. Sperequazioni nelle sperequazioni. Disuguaglianze. Per noi, tutta questa roba e incostituzionale".

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