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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani 
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CRISI BEKO E CHIUSURA STABILIMENTI: VICINANZA UNCEM AI LAVORATORI PER EVITARE CHIUSURE E LICENZIAMENTI



Con tutti i Sindaci - in particolare della Toscana e delle Marche -, Uncem è vicina ai lavoratori Beko Europe che ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Siena (299 dipendenti che producono congelatori), di Comunanza in provincia di Ascoli Piceno (320 dipendenti che fanno lavatrici) e di uno dei tre poli produttivi di Cassinetta, Varese (940 dipendenti). Una situazione gravissima per l'area appenninica, secondo Uncem. Per la quale l'organizzazione dei Comuni montani italiani auspica un lavoro risolutivo da parte del Ministero guidato da Adolfo Urso. La mobilitazione dei lavoratori vede Uncem, con le Delegazioni delle Marche e della Toscana, e il vertice nazionale guidato da Marco Bussone, chiedere all'azienda di tornare sui suoi passi, come auspicato dai Sindaci e dal Ministro stesso. Uncem è convinta che l'azione del Ministero potrà convincere l'azienda turca. Uncem è certa che con i Sindacati si dovranno trovare soluzioni per evitare ogni chiusura e ogni licenziamento.

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24/11/2024, 0:16
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UN ALBERO DI NATALE VERO NELLE PIAZZE DEI COMUNI ITALIANI. UNCEM: GLI ALBERI SI POSSONO TAGLIARE. LA PIANIFICAZIONE E GESTIONE CERTIFICATA SONO LA VIA MAESTRA



Uncem sostiene la campagna di PEFC Italia per alberi veri nelle piazze dei Comuni italiani.
Se provenienti da vivai specializzati o da foreste e boschi gestiti in maniera sostenibile, sono la scelta migliore e che assicura il minore impatto ambientale, specialmente se confrontati con le alternative in plastica che, a fine vita, diventano rifiuti difficili da smaltire.
Gli alberi si possono, si devono tagliare. Quelli giusti e da corretta pianificazione, certificata, secondo le vigenti regole regionali e nazionali.

Uncem e PEFC invitano i Comuni italiani a compiere una scelta di campo, selezionando soltanto alberi provenienti da foreste o coltivazioni certificate: un'occasione per promuovere anche una maggiore consapevolezza sulla provenienza delle piante e sull'importanza del gestire in modo sostenibile il nostro patrimonio boschivo.

Negli ultimi anni, ad esempio, gli alberi di piazza San Pietro sono sempre stati offerti da Comuni con territori certificati. È il caso della Val Maira nel 2023 e della Valle di Ledro per il 2024.


Per i Comuni e anche per le famiglie, ecco da PEFC e Uncem qualche buona indicazione:

● Prima di tutto, un abete naturale è molto più di un simbolo natalizio: è una componente attiva che respira, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno negli ambienti in cui si trova. Durante il suo ciclo vitale, un abete purifica l'aria rilasciando ossigeno ma anche oli essenziali che hanno un effetto purificante sull'ambiente circostante. Una volta terminato il suo ciclo vitale, l'abete può essere trasformato in sostanza organica, contribuendo ulteriormente al ciclo naturale.

● Contrariamente a quanto alcuni possano pensare, gli alberi di plastica non rappresentano una scelta più ecologica. Questi ultimi sono prodotti derivati dal petrolio e, a fine vita, il loro smaltimento è complesso, essendo composti da diversi materiali difficili da separare. Inoltre, basti pensare che un albero artificiale di plastica di 2 metri ha un'impronta di carbonio pari a circa 40 kg di emissioni di CO2 equivalenti, senza considerare il tempo che gli alberi finti impiegano a deteriorarsi nelle discariche, che è di oltre 200 anni . L'impronta di carbonio di un albero vero, invece, è di circa 3,5 kg di CO2, un decimo di quella dell'albero finto. Questo dato evidenzia come gli alberi "finti" non siano affatto migliori per la salvaguardia del nostro patrimonio boschivo.

● È un errore pensare che gli alberi di Natale presenti nelle piazze soffrano a causa di radici sottili post-estirpazione; in realtà, gli abeti di grandi dimensioni utilizzati nelle piazze non sono estirpati ma tagliati. Non avrebbe senso estirparli per poi ripiantarli, in quanto non sopravvivrebbero, e le dimensioni del vaso necessario sarebbero impraticabili. Per questo motivo, gli alberi sono generalmente fissati a terra con supporti adeguati.

● La maggior parte delle città, fortunatamente, sceglie alberi provenienti da boschi gestiti in modo sostenibile, certificati secondo gli standard internazionali come PEFC. Questo significa che il taglio degli alberi destinati alle piazze avviene sempre seguendo criteri di responsabilità e rispetto per i cicli naturali di crescita delle piante. Gli alberi sono selezionati tra quelli maturi e in sovrannumero, secondo piani di gestione forestale sostenibile. Gli alberi provenienti da foreste certificate utilizzati nelle piazze delle città sono quindi piante che sarebbero comunque state tagliate, nel rispetto della crescita complessiva del bosco, per diventare parti di case o oggetti in legno e far spazio a nuove piante più giovani.

Per questo, quando si sceglie un albero di Natale vero - anche per la propria casa - è essenziale optare per esemplari che provengano da foreste o coltivazioni gestite in maniera sostenibile e, possibilmente, locali. In tal modo si garantisce il supporto alle comunità rurali e alle aziende agricole del territorio, e allo stesso tempo si rafforza il legame economico e ambientale tra città e montagna, promuovendo sistemi produttivi rispettosi dell'ambiente. Optare per alberi prodotti da realtà forestali certificate PEFC è sinonimo di garanzia in termini di trasparenza, tracciabilità, legalità e rispetto per l'ambiente. Inoltre, scegliere prodotti di aziende certificate vuol dire rafforzare un circolo virtuoso, contribuendo a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno.

● Alla fine delle festività, il legno degli alberi di Natale che hanno adornato le piazze può iniziare una nuova vita ed essere ulteriormente trasformato, a testimonianza della straordinarietà di questo materiale. In molti casi, ad esempio, il legno viene lavorato per diventare arredo urbano, come panchine, tavoli, giocattoli, mobili o strutture ludiche per parchi giochi, arricchendo così gli spazi pubblici e continuando ad essere al servizio della comunità.

Per quanto riguarda gli alberi veri recisi o in vaso nelle case, dovranno essere smaltiti in modo corretto: portandoli nelle isole ecologiche, saranno trasformati in compost, utile alla crescita di nuove piante. Piantare gli alberi dei vasi, dei quali non si conosce la loro origine, in boschi di montagna dove vive spontaneamente anche l'abete è invece una scelta sbagliata, perché si rischia di fare "inquinamento genetico"; se l'abete non fa parte dei boschi naturali del territorio, è allora ecologicamente una pianta "alloctona", cioè estranea al contesto ambientale. Ove possibile, meglio scegliere il giardino di casa, con la raccomandazione di non posizionare gli alberi troppo vicino agli edifici, visto che tendono a crescere rapidamente.

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24/11/2024, 0:19
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STATI GENERALI OUTDOOR, UNCEM CON IL CAI. GESTIONE SENTIERI EROGA SERVIZI ECOSISTEMICI CHE LE CITTA' DEVONO RICONOSCERE E PAGARE



"Con il Club Alpino Italiano, Uncem oggi ha condiviso un nuovo patto di collaborazione nel quadro degli Stati Generali dell'outdoor a Venezia. Mentre la Ministra Santanché annuncia un tavolo permanente sull'outdoor al Ministero, importantissimo, che serva anche per analizzare dati, numeri, flussi, finora troppo aleatori, Uncem ribadisce con il CAI alcuni punti fermi dell'outdoor per garantire nuove economie ai territori montani, anche nel quadro del disegno di legge nazionale sulla montagna e della revisione della legge 394 sui parchi. Sull'outdoor, estivo e invernale, servono sinergie tra Comuni, oltre ogni municipalismo, tramite Unioni Montane e Comunità Montane, per garantire efficace governance e sviluppo alle reti e alle infrastrutture dei territori. Valorizzare e manutenere i cammini genera servizi ecosistemici-ambientali, che la montagna eroga. E che le aree urbane e devono riconoscere e pagare".

Lo ha detto il Presidente Uncem Marco Bussone a Venezia, Isola di San Servolo, dove sono in corso gli Stati generali dell'Outdoor promossi dal CAI.

"Chi frequenta i territori guardi alle comunità, ai negozi, ai bar, alla vitalità dei paesi, perché 'non c'è turismo senza la felicità degli abitanti'. Passare oltre i paesi, andando sui sentieri, non ha senso. È una fruizione fragile. - prosegue Bussone -. I 357mila soci CAI possono sostenere le economie dei paesi montani andando in quei bar e quei negozi a ogni escursione. Le comunità stanno scomparendo a causa della crisi demografica, lasciando spazio a una borghizzazione dei paesi, a un approccio di sfruttamento turistico che non ci può vedere allineati. Prima di tutto ci sono le comunità che fanno i paesi alpini e appenninici e bene ha fatto il CAI ad avviare un progetto sulle scuole di montagna. Siamo con loro. Anche nel dire che 4 milioni di euro, stanziati nella legge di bilancio 2024 per l'ecoturismo, non bastano. Il fondo va aumentato e si deve dare finalmente attuazione alla norma del 2015 per la valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali".

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25/11/2024, 17:52
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PNRR, ANALISI UNCEM CON UN QUESTIONARIO PER TUTTI I COMUNI, PER CAPIRE COME STA ANDANDO IL PIANO DI RIPRESA E RESILIENZA


"PNRR. Come sta andando nel tuo Comune e nel tuo Ente. Le tue risposte per orientare il percorso" è il titolo del questionario lanciato da Uncem, diffuso a tutti gli Enti che si può compilare qui: https://forms.gle/CwuEURk1EqB3msf58

Per rispondere all'Analisi Uncem della situazione del Piano di Ripresa e Resilienza ci vogliono 3 minuti. Possono rispondere Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali, Presidenti e Consiglieri di Unioni, Unioni montane, Comunità montane, Dirigenti e personale degli Enti locali.

"Lavoriamo sul PNRR dal 27 giugno 2020, quando la Conferenza Interministeriale per gli Affari europei aprì il lavoro per comporre il Piano - evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem - Abbiamo fatto molto per dare al Piano forma, sostanza, attuazione con gli Enti locali. I Comuni stanno lavorando moltissimo con mille difficoltà, a partire dai bachi di Regis, piattaforma di gestione di quanto speso, e dalla mancanza di personale. Vogliamo con il questionario Uncem capire come vanno le cose, cosa manca, quali sono le urgenze. Manderemo i risultati entro fine anno ai Ministri, al Governo, al Parlamento, al Commissario Fitto che moltissimo ha fatto per il Piano. La nostra è una analisi 'dal basso' che può guidare politiche durature per gli ultimi due anni, 2025 e 2026, di spesa e di attuazione del PNRR. Molto resta da fare, ma abbiamo fiducia. Anche in una riforma vera degli Enti locali, che li renda più strutturati e capaci di lavorare insieme, per far fronte a necessità, organizzazione migliore delle nostre PA, per dare continuità al Piano stesso, dare corpo a quanto si sta realizzando".

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25/11/2024, 18:02
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BUON LAVORO DA UNCEM AL MINISTRO FOTI. PROSEGUIAMO INSIEME MOLTO LAVORO PER LA COESIONE DEI TERRITORI



"Strategia Aree interne, PNRR, fondi della coesione Ue, rapporti con l'Europa più unita. Buon lavoro da Uncem al Ministro Foti. Su tutto questo e molto altro. Grazie al Ministro Raffaele Fitto per il lavoro fatto insieme, che continua a Bruxelles. Incontrando Tommaso Foti qualche settimana fa con il vicepresidente Flavio Cera rimasi colpito dalla sua attenzione e preparazione sui temi legati a piccoli Comuni e territori. Un'ora intensa di dialogo e proposte. Pronti con tutta Uncem a lavorare ancor di più insieme".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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ieri, 14:48
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Economia delle comunità digitali

Il nuovo libro che dobbiamo avere [e leggere], di Gianluca Cristoforetti

Prefazione di Gionata Tedeschi. Postfazione di Giovanni Vetritto
Con un saggio di Marco Bussone


In un contesto di accelerate metamorfosi planetarie, le esperienze descritte in questo libro permettono, per quanto piccole rispetto all'ampiezza dei fenomeni globali, una prima valutazione di quanto la visione collaborativa sia stata recepita, di quanto l'evoluzione tecnologica abbia eventualmente modificato e migliorato le proposte teoriche, e soprattutto di come, e quanto, sia misurabile il cambiamento indotto, per il mezzo di un nuovo paradigma economico e sociale che possiamo definire "Economia delle comunità digitali". Vengono qui descritti i nuovi scenari digitali, sociali ed economici attraverso il racconto della metamorfosi delle comunità fisiche in digitali. Un nuovo soggetto economico e sociale protagonista di una nuova forma di economia: quella delle Comunità Digitali che utilizza il nuovo paradigma tecnologico, collaborativo e distribuito della blockchain.

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