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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
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Marco
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AREE PROTETTE, UNCEM IN AUDIZIONE AL SENATO: UNIRE CONSERVAZIONE A VALORIZZAZIONE ECONOMICA DEL TERRITORIO. PARCHI LUOGO IDEALE PER GREEN COMMUNITIES E PAGAMENTO SERVIZI ECOSISTEMICI-AMBIENTALI
"Le aree protette, che comprendono il 36% dei Comuni montani italiani, sono luogo ideale del Paese per attuare la Strategia delle Green Communities e per la valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali. Unendo così protezione di fauna, foreste, pascoli, specie vegetali e animali, alla valorizzazione economica e sociale dei territori, riducendo conflitti con le popolazioni per effetto di regole e norme legate appunto alla presenza di un parco". Uomo e natura insieme, più unite e forti. Conservazione e opportunità di sviluppo non sono e non siano messe in contrapposizione.
Lo ha detto il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone, oggi in Audizione della ottava Commissione del Senato della Repubblica, che sta lavorando alla riforma della legge sui Parchi vigente, la 394 del 1991.
I Parchi in Italia non sono spazi chiusi, luoghi accessibili sono per turismo o attività outdoor, ai quali si accede - come in altre parti del mondo - previo il pagamento di un biglietto, superando una sbarra. I Parchi in Italia sono spazi naturali, ma anche paesi e villaggi, borgate, pezzi di territorio urbanizzati, distretti economici, strade e luoghi vivi. Dove l’uomo è in relazione stretta con la natura. Sono luoghi della relazione, di flussi ecologici, economici, commerciali, di persone e cose all’interno e verso l’esterno. I Parchi in Italia sono pezzi portanti di economia e luogo di protezione dell’ambiente allo stesso tempo. "Occorre armonizzare la normativa tra Stato e Regioni - ha proseguito Bussone in Audizione - visto che oggi molti Enti parco regionali fanno istanza al Ministero per diventare 'nazionali'. La protezione e la valorizzazione non possono essere diversi, con sperequazioni istituzionali che poi diventano socio-ambientali. Ecco perché vanno uniformati investimenti, stanziamenti, personale, organizzazione, opportunità, tra Parchi nazionali e regionali. È un tema molto rilevante".
"Sperimentare il pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali vale per acqua, con la tenuta delle fonti idriche e la protezione dal dissesto che i Parchi assicurano. E anche sulla pianificazione e gestione forestale. Come ha fatto il Parco dell'Appennino tosco-emiliano con i 'crediti di sostenibilità' venduti a grandi e piccole imprese dell'area fuori dal parco, creando flussi e relazioni importanti. Nei Parchi, se vi è pianificazione e certificazione delle foreste, e ci deve essere, si può, si deve fare gestione attiva e selvicoltura a vantaggio della filiera bosco-legno nazionale. Anche installare impianti per la telefonia mobile e per abbattere il divario digitale nelle aree protette deve essere consentito, secondo quanto previsto nei Piani dei parchi, che devono essere più snelli e approvati rapidamente da Ministero dell'Ambiente e regioni".
Uncem ha anche proposto che, nel quadro della valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali, i titolari di concessioni per impianti idroelettrici, da fonti di biomasse, o anche gasdotti e oleodotti, metanodotti, pale eoliche, i titolari di impianti di imbottigliamento di acque minerali, i titolari di concessioni per pontile per ormeggio di imbarcazioni, per punto di ormeggio e per posto barca in aree marine protette, paghino a titolo di contributo alle spese per il recupero ambientale e della naturalità, delle quote economiche agli Enti gestori dei Parchi. Favorendo anche lo sviluppo economico e sociale delle collettività residenti all'interno del parco e nei territori adiacenti.
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10/09/2024, 20:48 |
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Marco
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BUON LAVORO DA UNCEM ALLA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA DI VON DER LEYEN: POSITIVA LA NOMINA DI FITTO VICEPRESIDENTE
Uncem fa gli auguri di buon lavoro ai componenti della nuova Commissione Europea guidata da Ursula Von Der Leyen. È molto importante e significativa, secondo Uncem, la nomina di Raffaele Fitto che sarà vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Abbiamo da lavorare insieme per l'attuazione del PNRR, per un vero Green New Deal che coinvolga le comunità, i Comuni, tutti gli Enti locali. Abbiamo sempre detto che 'coesione' non è soltanto tra Stati e Regioni europee più avanzate con quelle in ritardo di sviluppo. Coesione è anche quella da costruire tra aree urbane con aree rurali e montane europee, ripartendo dalla Risoluzione del Parlamento europeo proprio per questi territori, approvata nell'ottobre 2018 e mai attuata. Ripartiamo da qui, con Von Der Leyen, Fitto e tutta la Commissione, in stretta sinergia con il Parlamento, come Uncem ha ribadito oggi in una lettera a tutti gli Europarlamentari.
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17/09/2024, 15:06 |
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Marco
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INTESA SAN PAOLO CONTINUA A CHIUDERE FILIALI SUI TERRITORI. IL CEO MESSINA NON RISPONDE AI SINDACI E AI TERRITORI. UNCEM: GRAVISSIMO
"Siamo preoccupati, ormai da anni, per la chiusura degli sportelli bancari sui territori. Solo le BCC, le Casse di Risparmio rimaste e Poste restano. Ma 'le grandi' se ne vanno. Decidono unilateralmente di sbattere la porta in faccia a Sindaci e comunità. Alle nostre lettere, il CEO di Intesa San Paolo Carlo Messina, in merito a chiusure, eliminazioni di bancomat, disservizi, non risponde. Da due mesi lo sollecitiamo. Niente. Manco una riga da lui firmata. Grave. Fa trasmettere lettere a Uncem firmate dagli uffici reclami e qualità. E ci fa contattare, per appuntamenti cordiali ma poco utili, dagli Uffici Local Public Administration Relations dell'azienda finanziaria. Li incontreremo perché siamo inclusivi, aperti, in dialogo con tutti. Ma non è accettabile questo atteggiamento dei vertici. Non possiamo che ritenere gravissimo, preoccupante, che i CEO delle banche non rispondano ai Sindaci, ai territori, alle comunità, a Uncem. Non è ammissibile. E scenderemo in piazza. Con i Sindaci arrabbiati per le chiusure. Che non sanno con chi parlare. E dunque porteranno i cittadini, ancora una volta, in piazza. Davanti alle filiali. Anche incatenandosi. Perché la chiusura delle banche nei piccoli Comuni è un fatto politico. È un atto pericoloso, una scelta mossa dai quartieri finanziari urbani che ha effetti ben diversi rispetto a qualche sportello in meno a Torino, Roma, Milano. È un problema istituzionale. Che non viene colto, viene sottovalutato dai CEO, dai Presidenti, dai Direttori generali. Manco rispondono. La chiusura ha effetti sul tessuto economico e sociale dei nostri territori. Non accettiamo risposte sulla bontà dell'home banking. Lo usiamo tutti e ne sappiamo la rilevanza. Ma peraltro, anche laddove il digital divide è ancora forte, come nelle Alpi e negli appennini, non è la risposta vera. È una distrazione rispetto al problema. Le banche che se ne vanno abbandonano pezzi di territori sbattendo le porte in faccia alle comunità e ai correntisti, ai Sindaci e alle imprese. Messina, e non solo, dia risposte vere. Scopra le carte. E la Politica, i Partiti tutti, le Istituzioni agiscano per frenare la spolazione, d'intesa con i lavoratori, i Sindacati, gli Amministratori locali".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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19/09/2024, 20:06 |
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Marco
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COMUNI MESSI IN CRISI DAL PNRR. UNCEM: RAGIONERIA DELLO STATO PROCEDA CON RIMBORSI DI QUANTO I COMUNI HANNO SPESO. CHE FINE HANNO FATTO I BONIFICI?
"Che fine hanno fatto i bonifici dello Stato, per accreditare sui conti correnti dei Comuni quanto gli Enti locali hanno speso per il PNRR? C'è già chi si sta pentendo di quelle spese, di quei bandi vinti, per colpa di troppi troppi ritardi che stanno mettendo in crisi le Autonomie. I Sindaci aprono le braccia di fronte alle aziende che fanno i lavori. Le vogliono pagare, ma i flussi di cassa non ci sono. Roma non riaccredita quanto speso. E pensare che Uncem, dal primo giorno di PNRR, da tre anni, fa una proposta semplice. Passare tutto a Cassa Depositi e Prestiti, con un fondo rotativo che faccia da polmone finanziario per gli Enti locali, in particolare quelli con meno di 15mila abitanti. Invece no. Questo non è stato fatto e i Comuni sono in crisi. Stanno spendendo e non hanno le risorse economiche indietro. La spesa italiana del PNRR avanza sulla carta, nella forma, ma non nella sostanza. E i Comuni sono bloccati. In crisi. Serve un cambio di basso. La soluzione l'abbiamo già data".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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23/09/2024, 13:39 |
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Marco
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G7 A ORTIGIA, BUSSONE (UNCEM): PATTI TRA TERRITORI E DELLE CITTA' CON LE AREE MONTANE. VERSANTI AGRICOLI MONTANI E BOSCHI GESTITI RICHIEDONO PAGAMENTO DEI SERVIZI ECOSISTEMICI NEL QUADRO DI NUOVA PAC
"Nelle aree montane italiane abbiamo la metà delle imprese agricole rispetto al resto del territorio. 1,7 aziende ogni chilometro quadrato, contro 3,1 della pianura. Sono meno e più piccole. Ma necessarie. Questa differenza di numeri aumenta e assume valori preoccupanti. Negli ultimi vent'anni, abbiamo registrato la riduzione della superficie agricola utilizzata, il bosco che cresce troppo, che invade prato pascolo, la riduzione delle disponibilità di terra, aumento della fragilià dei versanti, frane in più. Si contrasta tutto questo con una ricomposizione fondiaria di grande portata. Serve la Politica. Decisioni anche forti. Troppi piccoli fazzoletti di terra, in montagna, con eredi che non intervengono, riparti mai fatti, incolti e proprietari silenti sono una emergenza nazionale. Le Associazioni fondiarie sono già risposta dal basso a queste crisi delle disponibilità di terre, intrecciate con le crisi climatica e demografica. Ma serve una ricomposizione generale. Se ne esce con un patto nuovo tra Alpi e Appennini con le aree urbane, con la piena valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali che garantiscono la montagna presidiata, antropizzata, il paesaggio gestito e valorizzato. L'abbandono è un danno per tutti. La riduzione delle superfici agricole e l'implosione dei terrazzamenti, infrastrutture decisive per i versanti, sono un problema anche per le aree urbane". Lo ha detto Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, intervenendo al panel del G7 di Ortigia, Siracusa, dedicato a Regioni ed Enti locali, presieduto dal Sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, alla Presenza del Ministro Francesco Lollobrigida, che Uncem ringrazia per l'impegno e per l'evento internazionale con i Comuni presenti. In sala anche Alberto Mazzoleni, componente della Giunta nazionale Uncem e Consigliere regionale in Lombardia. "Questo accordo tra aree urbane e zone montane, con i Comuni insieme e non da soli, dunque grazie a una vera riforma istituzionale, va fatto - ha proseguito Bussone a Ortigia, al Teatro di Siracusa - Anche nel quadro della nuova Politica Agricola Comune, dal 2028 al 2034. Che deve essere volta a supportare le piccole imprese, eliminando ad esempio il sistema dei ‘titoli' per i accesso a pascoli e per premio unico. Il ‘secondo pilastro' PAC non è solo agricoltura. È rurale, dunque montagna, foreste, agricoltura. Foreste gestite e pianificate, che vanno tagliate e governante senza che invadano prato pascolo e aree agricole. Il Paesaggio è una creazione antropica, l'uomo lo plasma continuamente. La PAC sia congiunta con il Fesr e tutti i fondi di coesione UE. Con un principio: chi inquina paghi. E paghino anche i colossi del web, che con i loro flussi hanno effetti anche su politiche agricole e del cibo. Aumentiamo il valore della PAC insistendo sulle grandi imprese del web, affinché si possano superare sperequazioni che altrimenti aumenteranno. Far crescere la spesa pubblica per l'agricoltura non basta. È importante, ma siano anche le imprese più impattanti sui flussi ambientali, economici e sui valori delle merci a pagare. La nuova Commissione europea ha di fronte la sfida non solo della semplificazione PAC, ma di una vera riorganizzazione e ridistribuzione dei fondi europei per agricoltura, artigianato, industria. Guardando alla montagna produttrice di valore e di valori".
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25/09/2024, 20:30 |
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Marco
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PROVINCE AL VOTO DOMANI, UNCEM: "VOTO PONDERATO" È ASSURDO E DANNOSO. RIFORMARE PROVINCE NEL TUEL CON TUTTI I LIVELLI ISTITUZIONALI, A PARTIRE DA COMUNI
"Si voterà domani in 42 Province italiane. In 35 per rinnovare il Consiglio provinciale. In 6 per Consiglio e Presidente. In una per il Presidente. Sarà un voto di secondo livello, ovvero voteranno gli Amministratori, Sindaci e Consiglieri comunali, dei Comuni che fanno parte delle Province. Ma non è questo il problema, secondo Uncem. La vera questione, che molti Sindaci continuano a condannare e pure noi, è che si tratta di un 'voto ponderato'. Ovvero, il voto di un Consigliere di Cuneo vale 250, quello di Rittana 15. Stessa cosa per Macerata e Treia e via così. Una situazione pazzesca, di piena sperequazione. Per 'uscire', essere eletti, i consiglieri candidati dei Comuni più piccoli, devono stringere patti con uno o più Consiglieri dei grandi centri. Buttarsi nelle loro braccia. Chiamiamole 'alleanze'... Assurdo e dannoso per tutti. Anche per la democrazia. Ecco perché Uncem chiede una riforma. Ma non solo per dare qualche competenza in più e qualche soldino alle Province. Per mettere realmente ordine in un sistema istituzionale che ha bisogno di un vero cambio di paradigma. La riscrittura del TUEL non sia fredda e timida. Riscriva le regole democratiche del Paese, chi fa che cosa negli Enti locali, come eliminiamo consorzi e agenzie troppo facili, come i Comuni stanno insieme, quali sono gli ambiti territoriali anche provinciali, lievitati da 70 a 110 in vent'anni, che hanno urgenza di un tagliando".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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28/09/2024, 13:48 |
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Marco
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BANCHE E TERRITORI, UNCEM: COOPERAZIONE FONDAMENTALE. CREDITO COOPERATIVO FA SCUOLA. LE GRANDI SE NE VANNO? PEGGIORANO L'ECONOMIA.
Non è vero che l'economia che peggiora sui territori montani, con lo spopolamento e la desertificazione commerciale e imprenditoriale, fa scappare le banche dai piccoli Comuni. Che chiudono. Le banche ne vanno sì, ma la crisi economica non è la causa, bensì conseguenza della loro dipartita.
"Uncem ha analizzato una serie di studi microeconomici internazionali su questo tema. Le grandi banche vanno via, le banche di credito cooperativo continuano a scoprire i territori. Il punto vero è un patto che tocchi tutte. Da impostare con ABI - come ha chiesto l'assessore regionale alla Montagna Marco Gallo, aprendo un percorso nazionale, da avviare in tutte le Regioni italiane - per generare nuove economie sui territori. Le banche devono esserne parte e non complicare, chiudendo, il quadro economico e sociale", conferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
In sintesi. Esiste una ricca letteratura empirica sul nesso tra banche locali (e in particolare banche cooperative) e sviluppo locale in Italia. La grande maggioranza degli studi econometrici sul tema trova una relazione significativamente positiva tra la presenza di banche locali e la crescita economica (Barra, 2014; Caporale et al., 2014; Cosci and Mattesini, 1997; Ferri and Mattesini, 1997; Moretti, 2014; Usai and Vannini, 2005; Vaona, 2008; Vaona and Patuelli, 2008). In particolare, esistono vari studi che mettono in luce il nesso positivo, al livello provinciale, tra presenza di BCC e sviluppo locale (Caporale et al., 2014; Ferri and Mattesini, 1997; Usai and Vannini, 2005). L’unico studio che analizza l’impatto della presenza delle BCC al livello comunale è quello, recente, di Coccorese e Shaffer (2021), che mostra come, appunto, tale presenza abbia effetti positivi su reddito, occupazione e crescita economica.
Non solo: altri studi recenti mostrano come la diversità bancaria, rappresentata dalla presenza di banche di credito cooperativo nei mercati bancari locali, abbia effetti positivi sulla stabilità economica e la solidità finanziaria delle imprese, particolarmente in contesti di crisi finanziaria (Pisicoli, 2022 & 2023); e favorisca la nascita di nuove imprese (Errico et al., 2024).
In generale, quindi, la riduzione della diversità bancaria - che, nei casi estremi, significa la chiusura di tutti gli sportelli bancari in alcuni territori - non può che generare effetti economici negativi non solo per i territori in questione ma, a catena, per l’economia italiana nel suo insieme (Butzbach e Pittiglio, 2024).
"Dunque la nostra mobilitazione, quella dei Sindaci, non solo per ottenere un bancomat - evidenzia Bussone - è volta non a fermare il tempo o a bloccare chi vuole andarsene per effetto di mioipi piani industriali. Facciano come ritengano. Ma Uncem crede che l'economia rinnovata sui territori, una rigenerazione dei piccoli Comuni e delle comunità si faccia se tutti fanno la loro parte, banche comprese, senza sfilarsi dagli impegni, dal ruolo, dalle sinergie con tutti gli attori economici e sociali".
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11/10/2024, 11:44 |
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Marco
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SINDACO DI LONDA BARRICATO IN BANCA CONTRO LA CHIUSURA DELLO SPORTELLO, UNCEM: AZIONE DURA MA NECESSARIA. UNCEM È CON LUI
"La protesta è stata più che mai pacifica. Il Sindaco si è chiuso in banca. Per evitare che chiuda, la banca. Ha fatto bene Tommaso Cuoretti, primo cittadino di Londa, Appennino fiorentino. Sono con lui, tutta Uncem è con lui. Con i Sindaci che non vogliono essere definiti eroi. Si impegnano, si attivano in tutti i modi, per dire che non ci stanno con le assurde regole di chi se ne va sbattendo la porta. Si è chiuso nella banca che vuole chiudere. Dicendo anche che non si accontenta del bancomat. Lo abbiamo detto in tutti i modi ad ABI, a Banca d'Italia, a Intesa San Paolo, a BPER, a Unicredit, a tutti gli Istituti. Fermatevi. Non contribuite con le chiusure alla distruzione del territorio. Complicare il tessuto economico andandosene è grave. Sono complici delle sperequazioni. Altro che extraprofitti. Qui la situazione è ancor più grave. È lo stile che è dannoso, oltre che il merito. E allora fa bene Tommaso. Con tanti altri Sindaci e Cittadini con lui chiusi in quella banca. Semplicemente. Non se ne va, il Sindaco. La banca non deve andarsene. Cambi strategia, scelga il futuro e non gli utili di un vetusto piano industriale pieno di assurde chiusure di sportelli sui territori".
Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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15/10/2024, 19:50 |
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Marco
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ABBANDONO MONTAGNA E ZONE RURALI ITALIANE GENERA CRISI AMBIENTALI. LA CRISI DEMOGRAFICA SI INTRECCIA CON LA CRISI DEMOGRAFICA. SVEGLIAMOCI
"Le immagini di Bologna e delle valli appenniniche, dal modenese fino alla Sicilia, coinvolte in una nuova alluvione e in disastri costosissimi, dicono una cosa sola. Aver abbandonato le zone rurali e montane porta a questi disastri nelle Città. Bologna è un unico ecosistema con le sue valli. Così tutte le altre cento città capoluogo italiane. Policentrico Paese il nostro, ma con flussi che salgono e scendono dalle città nelle valli alpine e appenniniche. Dove siamo fermi sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali e sul riconoscimento del presidio territoriale quale valore economico e sociale? Lo scrive una legge del 2015, ma tutti se ne dimenticano. E i drammi si ripetono. Meno presidio territoriale, meno agricoltura, meno cura dei versanti, generano fragilità e montagna che crolla sulla città. Svegliamoci. La montagna che frana sulla città impone anche alle città di svegliarsi, attivarsi, guardare fuori dai loro 15 minuti, intervenire per rigenerare i territori retrostanti. Non bastano invasi o casse di espansione in basso. Sullo spopolamento e sull'abbandono dei territori si fa troppo poco. Compreso non parlarne. E si fanno solo riferimenti, come in queste ore, al consumo di suolo - vero e gravissimo in città e in zone di piano, serve una legge nazionale - ma che si accompagna all'abbandono del suolo in oltre il 66% del Paese, quello montano secondo Eurostat. Non vogliamo vederlo. C'è chi non vuole accorgersene. Uncem dice da tempo che serve una struttura nazionale contro il dissesto, ripristinando ItaliaSicura alla Presidenza del Consiglio, che gestisca 10 miliardi di euro di investimento annui per la prevenzione. Ma non solo. Occorre guardare alla montagna come luogo che se non torna a vivere, franerà sulla città. Investimenti, visione, cultura, capitale umano, capitale naturale guardato per quello che è. Con sapienza e saggezza. Politica, di fatto. Regimare le acque in quota, gestire le foreste in aumento, proteggere prato pascolo e aziende agricole, dare servizi e infrastrutture alle comunità alpine e appenniniche salva le Città, le reti in basso e le aree di piano. Il Paese di svegli su questo, sulla necessità di montagna, piccoli Comuni, aree rurali vive".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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21/10/2024, 12:03 |
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Marco
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CONCESSIONI IDROELETTRICHE E TERRITORI MONTANI, UNCEM: NO A SUDDITANZE CON IMPRESE. SI A DIALOGO CON LE REGIONI. INTRODURRE VERA REMUNERAZIONE DEI SERVIZI ECOSISTEMICI AMBIENTALI
"Nella fase di rinnovo, con progora o gare, delle concessioni idroelettriche delle piccole e grandi derivazioni, i Comuni e le Unioni o Comunità montane non possono essere tenute ai margini. Forse a qualcuno fa piacere, escludere e discutere del tema alle spalle delle comunità locali. L'ho detto all'Assemblea di Federbim ribadendo che Uncem si impegna per una azione piena degli Enti locali della montagna, a vantaggio delle comunità. Tutto il percorso si deve inserire nel lavoro per dire come il Paese è al 100% nelle energie rinnovabili, con una azione forte che faccia ripartire gli investimenti delle imprese, non solo sull'idroelettrico. Le 'pale eoliche di comunità' ad esempio, sono risposta alla colonizzazione dei territori, che dobbiamo evitare con la forza dei Comuni uniti. Divisi siamo attaccabili da chi vuole prendere acqua, forza di gravità, foreste, beni climatici e ambientali. La crisi energetica è un pezzo della crisi ecologica e climatica, intrecciata con la crisi demografica. Si risponde con la sinergia forte degli Enti locali. La montagna pozzo di petrolio non gratis, con bacini di acqua e foreste. Unioni e Comunità montane ai tavoli con Stato e Regioni per definire le regole energetiche del futuro. E anche per introdurre finalmente una remunerazione di tutti i servizi ecosistemici-ambientali che la montagna eroga. Acqua per scopi idroelettrici in primis, ma anche acqua per scopi idropotabili. Tutte le Regioni devono copiare il modello piemontese, con una percentuale della tariffa pagata dai cittadini per il ciclo idrico integrato che va annualmente ai territori montani per prevenzione del dissesto e tutela delle fonti. Questo è il percorso analogo a quello virtuoso introdotto nel 1953 dalla legge 959 sui sovracanoni idroelettrici. Politica vincente e virtuosa. Non si perda tempo. Evitiamo di essere in scacco di grandi imprese, evitiamo colonizzazioni come rischiamo purtroppo con le Comunità energetiche rinnovabili, stante difficilissime regole di attuazione che vedono i Comuni da soli fragilissimi. Puntiamo sull'attuazione del percorso dei servizi ecosistemici-ambientali nel ddl montagna che il 29 ottobre va in Aula al Senato. Abbiamo già perso troppo tempo dal 2015 a oggi. Idropotabile e idroelettrico vedono unito un bene collettivo come l'acqua e un bene della montagna quale appunto la forza di gravità. Riconoscerne il valore è degno di un Paese moderno ed europeo".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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22/10/2024, 16:40 |
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