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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani 
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NO OVERTOURISM. UNCEM: SI A PRENOTAZIONI E PASSI A PAGAMENTO, CON PIATTAFORME DI PRENOTAZIONE. 20 EURO AL GIORNO A TESTA DAI TURISTI: COMPRA IN VALLE, LA MONTAGNA VIVRA'



"La parola overtourism non mi piace. È poco adatta a quel che sta succedendo. Perché i flussi sono molti ma solo in alcuni periodi dell'anno. Ridistribuirli non è semplice. Dalle Cinque Terre si può entrare nel territorio, ma anche questo è da studiare. E costruire con i tour operator. Non ci piacciono le invasioni di luoghi ad alto valore naturale e paesaggistico. Come nel Gran Paradiso o a Castelluccio di Norcia, dove togliere le auto e mettere sempre navette elettriche è necessario. In quota si va senza auto. Sul turismo in montagna abbiamo sempre detto che devono occuparsi anche le città, dalle quali salgono i turisti. Averne consapevolezza almeno. E impostare sistemi di promozione che partano proprio dalle aree urbane. Dicano anche i Sindaci di Milano, Pescara, Torino, Verona che se 'compri in valle, la montagna vivrà'. Combattiamo insieme la desertificazione commerciale. È assurdo che ci sale a Misurina o nelle Valli di Lanzo porti tutto da casa. 20 euro a persona, al giorno, spesi in un negozio o in un bar del territorio alpino o appenninico, 'salvano' quel paese. Sui territori occorre introdurre forme di regolazione dei flussi. Già ci sono in diverse aree. Moltiplichiamoli. Nessuno impedisce di mettere più aree parcheggio in quota a pagamento, sistemi di prenotazione on line di parcheggi e accessi ai passi alpini, anche delle aree pic-nic a pagamento in più. Non può sempre essere tutto gratis. Cifre minime. A Biccari c'è la prima area ZTL forestale, e lo stop al parcheggio selvaggio sul Lago Pescara. Al Pian della Mussa, 180 metri slm, le auto pagano il parcheggio. Giusto. Chi ha detto che la montagna non può avere le proprie 'strisce blu'? Senza alcuna speculazione, ci sono già buone sperimentazioni. I Sindaci e i Comuni in forma associata almeno possono recuperare qualche risorsa economica per la regolazione e la pulizia dei territori. È decisivo e necessario. La montagna non può più essere gratis, valvola di sfogo delle città che ne prendono tutti i benefici, dal clima all'acqua. Siano anche i Sindaci delle aree urbane, uscendo dai loro 15 minuti, a definire relazioni e costruire legami".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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13/08/2024, 12:37
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"IO COMPRO IN VALLE, LA MONTAGNA VIVRA'". UNCEM IN AZIONE PER FERRAGOSTO [E NON SOLO]



Se compri in valle, la montagna vivrà. Acquistare sul territorio, salva i negozi, e i bar, e salva i paesi. 200 in Italia "commercialmente desertificati", 500 a rischio. Per questo Uncem chiede un impegno civico, oltre che sociale ed economico. Una azione concreta che diventa Politica. Personale e comunitaria. Ogni volta che sali, anche solo per un’escursione breve, una gita, fermati in un negozio del territorio - evidenzia Uncem nella campagna rilanciata oggi - Nel negozio, nel bar, acquista i prodotti tipici del paese dove ti trovi, da portare a casa - o per la tua escursione, per il tuo pic-nic. È un segno di vicinanza al territorio e un atto di sostegno all’economia locale. Grazie a quel gesto, la montagna vivrà. Il paese vivrà.

"Con Lido Riba e Ferruccio Dardanello, guardando all'esperienza francese, la lanciammo per la prima volta, questa campagna, 20 anni fa. La situazione non è migliorata. Pochi sanno che mentre la scuola salva il futuro dei paesi, un bar o un negozio sono ancoraggio della comunità nell'oggi. Sono decisivi. Un bar è luogo di comunità come la chiesa e la farmacia, l'ufficio postale e il negozio. Eppure ce ne sono sempre meno. GDO prima ed e-commerce oggi spingono verso una contrazione forte dei negozi. Guardiamo alla francia, che con il piano 1000 cafés - Faisons (re)vivre les cafés de village, nel quadro del programma France Ruralité, vuole salvare i suoi paesi. Partendo dai bar. Fortunatamente molti Sindaci italiani investono in questo. Non così a livello nazionale. Quando proponemmo come Uncem un piano analogo per bar e negozi da salvare, nella campagna elettorale delle scorse politiche, molti urbanocentrici si misero a ridere dicendo che non serviva salvare un bar. Non sanno quel che dicono. E non sanno che i paesi non sono da borghizzare e che le comunità hanno bisogno di luoghi dove fare ed essere comunità. Luoghi di comunione, dove passare tempo e condividere 'impatto'. Altro che social impact o altre astrattezze accademiche. La società diventa comunità in un bar e nella sede della pro loco. O in un negozio che fa anche servizi. Anche in centri multiservizio che fanno la differenza, perché capaci di offrire opportunità diverse in spazi pubblici, messi a disposizione, quasi gratuitamente, a gestori privati da parte delle Amministrazioni comunali. E poi tutti aspettiamo che Bruxelles si svegli con una vera tassazione sui colossi dell'e-commerce, e che questa vada a vantaggio dei centri più piccoli dove la desertificazione commerciale è una emergenza del Paese, oltre che dei paesi".

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14/08/2024, 21:10
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DDL MONTAGNA IN SENATO: ANALISI UNCEM SU COSA C'È E COSA MANCA. DOSSIER PER IL LAVORO DEI SENATORI VERSO L'AULA



Cosa c'è e cosa manca. Molti temi, molti punti. Il dossier Uncem diffuso in queste ore fa il punto estivo sul ddl montagna in esame in Senato. C'è molto lavoro da fare, sul testo, e poco tempo. Agosto porti azione concreta, visioni, strategie. I lavori in prima Commissione, dopo il ciclo di audizioni, sono proseguiti tra giugno e luglio. Ora il testo potrebbe approdare in Aula a Palazzo Madama, forse a settembre. Uncem evidenzia come manchino però diversi temi. Altri sono da approfondire. E che il fondo montagna che nel 2024 verrà ripartito alle Regioni per totali 196 milioni di euro, dal 2025 dovrà essere portato a 1 miliardo di euro annui. La legge di bilancio 2025 è il punto vero per il lavoro volto a incrementare il FOSMIT. Anche le Regioni devono investire loro risorse e non solo "aspettare" il fondo nazionale in quota parte. Solo cinque hanno un "fondo regionale montagna". Secondo Uncem è troppo poco. Serve un cambio di passo.

Uncem nel dossier propone anche una serie di ulteriori puntuali emendamenti al ddl. Sui servizi ecosistemici ambientali ad esempio, sul contrasto all'abbandono dei terreni e sugli incentivi alle imprese. Molte questioni che potrebbero essere "montate" nel ddl anche senza bisogno di risorse aggiuntive. Uncem chiede anche al Parlamento di agire in fretta sulla riorganizzazione del sistema istituzionale, ovvero come i Comuni lavorano insieme. Grandi e piccoli insieme. Non fusioni imposte, che sarebbero dannoese e poco efficaci, bensì collaborazione, interazione, riorganizzazione sul modello delle storiche e, a prova di futuro, Comunità montane. Serve una cornice chiara nazionale. Ma qui entrano in gioco le Regioni, troppo timide su questo punto. Ma di certo, sottolinea Uncem nel dossier, se anche le questioni ordinamentali non trovano posto nel ddl montagna in esame in Senato, l'organizzazione dei Comuni montani ora auspica una completa revisione del TUEL. Per evitare che si faccia ricorso a fantomatiche agenzie o enti vari di sviluppo - sarebbero grave errore, da non correre - invece di puntare sul lavoro insieme tra Comuni, grandi e piccoli, efficaci, aggregazioni istituzionali democratiche e decisive per politiche di sviluppo e servizi alle comunità.

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16/08/2024, 13:52
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LO SCANDALO DELLE BANCHE SECONDO UNCEM. AUMENTANO I PRELIEVI MA CHIUDONO GLI SPORTELLI. DESERTIFICAZIONE E TROPPI UTILI. PER LORO



Aumentano i prelievi di contanti - 1 miliardo di euro al giorno - ma chiudono gli sportelli. Un disastro secondo Uncem. Uno scandalo, anche per le sigle sindacali. Che Uncem ha sempre supportato nelle azioni per la salvaguardia degli sportelli. A poco sono servite centinaia di lettere di Uncem, con l'indignazione dei Sindaci e dell'Associazione, ad ABI, Consob, Banca d'Italia, Istituti di credito. Banche che se ne vanno dai paesi, chiudono fregandosene di Istituzioni locali e comunità. E aumentano gli utili. Paradossi. Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie: record in Piemonte (13,8%), ma il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole, dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario "sotto casa". La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila. Cresce il rischio di allontanare milioni di soggetti dal circuito legale della finanza e dell’economia.

A poco sono serviti anche i tavoli nazionali, al MEF, e le interrogazioni parlamentari. Siamo come Uncem perplessi di fronte a questa impossibilità della Politica, delle Istituzioni, di guidare un processo invertendo il trend. Come è stato con Poste Italiane grazie alla legge 158/2017. Come deve essere con le banche, anche ripensando i modelli di erogazione dei servizi. Non basteranno intelligenza artificiale e home banking, in territori alpini e appenninici ove il divario digitale cresce. Si salveranno le banche come le BCC capaci di essere nei paesi, tra l comunità. Dove hanno chiuso grandi gruppi, come a Venasca in Valle Varaita, hanno aperto le BCC. Brave.

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17/08/2024, 13:53
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ASILI NIDO NEGATI AI PICCOLI COMUNI. UNCEM: BANDO DEL MINISTERO E RISPOSTE DEL MINISTRO VALDITARA TAGLIANO FUORI ENTI CON MENO ABITANTI



Sul bando nazionale asili nido, che ha escluso i Comuni montani e i centri più piccoli, come denunciato da Uncem a fine giugno 2024, una interrogazione parlamentare ha permesso al Ministro Valditara di ribadire un punto politico grave, che già intuivamo. Da lui confermato: il bando ha escluso i piccoli Comuni mettendo dei parametri fuori scala per i nostri territori e per i paesi con minor popolazione. Dunque, niente asili e niente finanziamenti. Anche prevedendo aggregazioni di Comuni, come detto dal Ministro a Uncem, e come Uncem da sempre sostiene, nonostante difficoltà per via della mancanza in Italia di strutturate aggregazioni quali Unioni montane e Comunità montane, non si sarebbero raggiunti i parametri del bando, quindi ad appannaggio solo delle aree urbane, grandi e medie città. Fortunate loro. Noi nei territori montani di asili nido abbiamo bisogno e il Piano di finanziamenti con bando nazionale, 735 milioni di euro per 1900 interventi in Italia a valere sul PNRR, non può essere solo per chi già ha asili, per i Comuni più strutturati e dimenticare le realtà rurali con meno di 5mila o 3mila abitanti. Ribadiamo che sono assurdi criteri minimi del bando seguiti dal Ministero per l'assegnazione dei contributi, parametrati sulla popolazione residente nella fascia d’età 0-2 anni di almeno 60 bambini e sulla copertura del servizio di asilo nido nella stessa fascia d’età inferiore al 33 per cento. "Mettere in condizione i piccoli Comuni di montagna di assicurare l’accesso a tutti i bambini da 8 mesi in poi, significa creare le condizioni affinché le giovani famiglie possano continuare a vivere nel proprio Comune senza doversi trasferire, magari attraendone delle nuove - evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - Per ogni bambino che trova spazio in un Nido ci sono almeno tre persone che rimangono a vivere in montagna. Abbiamo chiesto al Ministro di avere un tavolo serio per riorganizzare la scuola, tutti i livelli 0-18 nelle aree rurali e montane, dove la crisi demografica impone pensiero e azione, non solo numeri. Ma niente. Manco ci ha risposto". La montagna non è un mondo a parte. Siamo parte del mondo anche con scuole e asili per tutti. Ma a quanto pare a chi scrive i bandi e al Ministro dell'Istruzione importa poco.

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20/08/2024, 13:03
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CARO MINISTRO VALDITARA, DI ASILI NIDO E DI SCUOLE NEI PICCOLI COMUNI E NEI COMUNI MONTANI UNCEM AVREBBE PREFERITO PIU' DIALOGO. PARAMETRI ERRATI E NON CENTRATI SU ESIGENZE TERRITORI



"Mi fa piacere il Ministero dell'Istruzione risponda a Uncem che il bando per gli asili nido prevedeva risorse destinate ai piccoli Comuni, specifiche. Ma attenzione. Solo peraltro il 10 per cento del totale, per 6000 Comuni. Peccato che obbligasse tutti questi 'piccoli Comuni' sotto i parametri previsti dal bando stesso, non compresi nei due allegati all'avviso PNRR, a fare in fretta e furia delle aggregazioni con 'capofila'. Mai siamo stati contrari a vedere i servizi, in particolare scolastici, insieme, tra Comuni grandi e piccoli uniti. Parliamone, costruiamo insieme Ministro nuovi percorsi. Vanno pensati. Programmati. Con opportune Strategie. Da condividere insieme. Non da montare con bandi, in pochi giorni. Quella è improvvisazione per tutti. Centralismo e municipalismo. Il Ministero, il Ministro dovrebbero sapere che dopo lo smontaggio quindici anni fa, per motivi ideologici e per la furia distruttrice delle Istituzioni in quei tempi, delle Comunità montane in particolare, oggi non tutte le Regioni hanno riaggregato i loro Comuni. Lo Stato una riforma istituzionale non l'ha voluta fare. Con governi di tutti i colori, si è perso tempo. E i Comuni sono soli. Quelli piccoli di più. La solitudine nei Sindaci, indotta da riforme mai fatti, non si supera in un bando del PNRR. Peraltro, leggendo il bando le Comunità montane e le Unioni montane, le Unioni di Comuni esistenti non rientrano, come sarebbe invece logico, tra i candidabili per il finanziamento di un asilo. Non solo si tagliano fuori i piccoli Comuni, chiedendo loro lavoro in più, ma anche sono eslcuse le forme aggregativi esistenti, che openitaliae.it, sito del Dipartimento degli Affari regionali e delle Autonomie della Presidenza del Consiglio, conta in 470 aggregazioni, Unioni, Unioni montane e Comunità montane. L'avviso asili del PNRR non le contempla. Obbliga, il bando del Ministero, i Comuni piccoli a cercarsi un Comune capofila, operazione molto difficile vista la tragicità dei flussi finanziari e di gestione del PNRR, con lo Stato che non sta rimborsando i Comuni che spendono, percorso impossibile. Sarebbe stato più semplice agire sulle aggregazioni esistenti. In 15 giorni dati dal bando, dal 15 al 30 maggio, una aggregazione di Comuni ex novo è impossibile da fare. Ancora, il numero dei Comuni piccoli, montani, in tante valli da aggregare per il raggiungimento dei parametri minimi richiesti dal decreto sarebbe stato tale da rendere difficile un servizio congiunto fra i piccoli comuni di montagna. E ci avrebbe posto sempre in fondo alle graduatorie. Piccoli, senza asili. Per le scuole di montagna, nei piccoli paesi, possiamo fare insieme molto di meglio Ministro Valditara. Ci ascolti. Parliamone e dialoghiamo. Camminando insieme come invoca per tutti anche il Colle più alto".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, dopo la risposta del Ministero dell'Istruzione alle considerazioni Uncem sul bando asili PNRR, oggetto anche di interrogazioni parlamentari.

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20/08/2024, 17:00
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BANDO PICCOLI COMUNI: IN GAZZETTA UFFICIALE LA GRADUATORIA CON I MOTIVI DELLE ESCLUSIONI. UNCEM: TROPPI MOTIVI "BUROCRATICI" CHE ERANO SANABILI. MANCATA VISIONE DI COMUNITA' CHE CAMMINANO INSIEME



"Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della graduatoria sul bando piccoli Comuni, bando poco in linea con spirito e valori della legge che lo ha ispirato, la 158/2018, impariamo tre cose, in particolare dai motivi di esclusione del 60% dei progetti. Il primo è che la burocrazia la fa sempre da padrone. Che troppi progetti vengono respinti, da una Commissione di cui non conosciamo i nomi, progetti non ammessi, per mancanza di documenti, difformità formali dal bando che sarebbero state sanabili con soccorsi istruttori semplici ed efficaci, nell'interesse del Paese e dei paesi che fanno il Paese. Invece, si escludono. La seconda è che addirittura le FAQ vengono riportate come motivo di esclusione, dunque queste interpretazioni sono più importanti del bando stesso. Terza cosa che emerge, da così tanti esclusi, che veniamo ritenuti come Comuni non adeguati a progettare futuro e territori. Il bando non rispetta l'articolo 13 della legge. Che parla di lavoro insieme tra Comuni, sempre e comunque, per lo sviluppo sociale ed economico dei territori. E come si fa invece se i bandi, PNRR e non, incentivano sbadatamente il campanilismo? Un bando nato malissimo, municipalista, che ha messo tutti contro tutti, respinge e non definisce percorsi di inclusione, di lavoro insieme, come impariamo con il Progetto ITALIAE ad esempio. Contento chi ha vinto e noi con loro, bravi!, 144 progetti su 2.638 presentati, riferiti a 3.359 Comuni. Ma legge 158, così bella e copiata in Europa, virtuosa e varata all'unanimità del Parlamento, viene tradita, non attuata, purtroppo da un bando infarcito di burocrazia. Ci sono voluti sei anni prima di averlo, dopo il varo dell'articolato nell'ottobre 2017. C'erano 160 milioni per progetti di territorio. Invece si è proceduto con progetti - lo stiamo imparando - valutati non nel merito, come già per altri per click day e 'mille campanili', oggi esclusi per motivi meramente burocratici. Peccato davvero, Casa Italia, Ministro Musumeci. Siamo affranti e un po' delusi. La questione non è politica. Ma culturale. Superare i campanilismi, agire per rigenerare e creare comunità, affrontare crisi demografica e climatica intrecciate. Essere vivi, superare i divari. Questi dovevano essere i criteri di valutazione. Insieme potevamo, dovevamo, fare di più e forse di meglio. Ora non basta trovare qualche soldino in più nella prossima legge di bilancio per 'allungare la graduatoria dei finanziati'. Dobbiamo cambiare passo per generare comunità vive, vincere i divari. Creare alleanze e patti. È questione Politica oltre confini e colori dei partiti. Lo auspichiamo per il futuro. Senza critiche e senza polemiche. Promesso. Dobbiamo usare fondi per incentivare comunità dei paesi che camminano insieme. Un nuovo umanesimo. Una nuova visione dei paesi, dei piccoli Comuni, dei territori rurali e montani, il 70% dell'Italia".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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22/08/2024, 22:37
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BANDO ASILI NIDO, LETTERA AL MINISTRO VALDITARA. ESCLUSI I PICCOLI COMUNI. E POI CHI PAGA LA GESTIONE?




Il Presidente Uncem Marco Bussone ha trasmesso oggi una lettera al Ministro Valditara, ribadendo la necessità di un incontro per "ragionare insieme sul modello di scuola che vogliamo, che serve alla Nazione, in particolare nelle aree rurali e montane, il 66% dell'Italia, per costruire nuovi obiettivi e uscire da logiche del passato, campanilismi e municipalismi esasperati". Uncem non ha apprezzato e non accetta bandi come quello sugli asili nido, che chiedono ai piccoli Comuni procedure di gestione aggravate rispetto ai grandi centri. Uncem chiede vengano considerate le aggregazioni esistenti, per montare nuovi servizi formativi ed educativi 0-18, ovvero Unioni montane, Unioni di Comuni, Comunità montane. Si passi da qui e non si chieda altro agli Enti di minore dimensione.

Uncem ribadisce nella lettera al Ministro una questione fondamentale: il problema degli asili nido non è (solo) la costruzione, non sono gli immobili, bensì sono i costi di gestione che sono totalmente a carico dei Comuni. A differenza di tutti gli altri ordini di scuola l’asilo nido è l’unico per il quale anche tutto il personale è a carico dei Comuni e con le rette degli utenti si coprono meno del 50% dei costi, per cui molti Comuni decidono di rinunciare a quel servizio. Come fare a crearne di nuovi, in piccoli Comuni o anche tra piccoli Comuni insieme in convenzione? Un tema decisivo, quello dei costi dei servizi, per la gestione e il personale, che il Ministero dell'Istruzione non ha mai affrontato, lasciando - e Uncem non lo può concepire - il cerino in mano ai Sindaci. Se vogliamo dare servizi veri sulle fasce 0-6 e non solo, in linea con gli altri Paesi europei, anche nelle aree rurali, occorre cambiare passo e dare soluzioni vere, durature, finanziarie e organizzative, agli Enti locali.

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22/08/2024, 22:37
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SEGRETARI COMUNALI, UNCEM: FIGURA DA RIPENSARE NEL NUOVO TUEL. AZIONE DI TANTI PICCOLI ENTI CON I VICE. MA LA GUIDA MANAGERIALE ACCANTO AI SINDACI DEVE ESSERE PROPULSIVA DI SVILUPPO, TRA COMUNI INSIEME




"Non basta chiedere più Segretari comunali, proroghe per i Vicesegretari che tanti Comuni stanno usando. Utili ci mancherebbe, i Vice, ma da ripensare con tutte le figure dirigenziali. Oggi ci sono Segretari che fanno anche 15 Comuni insieme! Scavalchi, incarichi insieme, più Comuni. Guadagnano molto con i Comuni. Anche le Unioni e le Unioni montane da qualche mese li possono pagare. Invece i Presidenti degli Enti lavorano gratis! I Segretari consentono che i Comuni, in particolare piccoli, mettano i loro uffici totalmente in outsourcing affidandosi totalmente a società molto spesso composte da Segretari in quiescenza. Situazioni che non vanno, che non funzionano, che vanno stoppate dal Viminale. La figura del Segretario comunale, dopo 100 anni, se la Politica decide che venga mantenuta, è totalmente da rivedere nel quadro del ripensamento del TUEL e di cosa sono i Comuni in Italia, cosa fanno, piccoli e grandi e come lavorano insieme. E dunque come il Segretario supera una filiera prefettizia retrò e diventa vero manager della PA, dei Comuni insieme, propulsore di sviluppo locale, esperto di crescita e servizi da riorganizzare, capace di montare progetti comunitari, fare innovazione, programmare e pianificare. Un generatore di comunità. È il perno dei Comuni insieme, di una valle, naturalmente accanto al Sindaco e al Presidente di Unione e di Comunità montana, nel primato della Politica. Occorre avere pool di Segretari - o come si chiameranno - imperniati sull'Unione, sulla Comunità montane, che guidano i processi di crescita, sviluppo, promozione, pianificazione, strategia, per dieci, quindici Comuni insieme e per l'Ente intercomunale. Pagati bene, senza una mercificazione del ruolo, e la corsa esasperata dei Sindaci a trovarli, a chiederli con ansia ai Prefetti, a cercarli lungo la settimana, a farli collegare on line per Giunte e Consigli, a bloccare le loro agende per due ore di incontro al mese in Comune. Cambiamo verso, cambiamo passo. I nuovi Segretari 2.0 coordinino gli uffici associati, generino innovazione, digitalizzazione. Siano manager veri della PA. Sono già in alcuni casi italiani delle figure - penso a quelli di molte Comunità montane lombarde - che coordinano azioni di trasformazione del territorio. Sanno stare in un processo di cambiamento della società e delle valli, guidano le risposte alla crisi climatica e demografica. E stanno lontani da mere logiche burocratiche, da controlli e mere iniziative di ordinarie in Consigli, Giunte, Uffici. Trasformiamo i Segretari, a loro vantaggio, a loro beneficio. 5, 8mila euro al mese siano finalmente investiti dagli Enti per farne generatori di crescita, sviluppo. Rendiamoli a prova di futuro, moderni, innovatori, pezzi di comunità vive, artefici di comunità, costruttori di moderni Enti locali che sono pezzo portante della PA italiana, dei territori, delle valli".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente Uncem.

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09/09/2024, 21:46
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PRIMO GIORNO DI SCUOLA. UNCEM: AUMENTARE IMPEGNO DI STATO E REGIONI PER VALORIZZARE SCUOLE DI MONTAGNA



"Le scuole di montagna vanno salvaguardate e occorre investire per valorizzarle, sostenendo l'impegno dei Sindaci uniti ai Dirigenti scolastici. Regioni e Stato devono fare di più. Solo alcune Regioni, troppo poche, hanno un fondo per le scuole di montanga, per pagare insegnanti attraverso Comuni e Comunità montane, per sdoppiare pluriclassi, per pagare attività e progetti extracurricolari. Dovrebbero averlo tutte le Regioni. Anche perché sono moltissimi i Comuni montani che investono risorse nelle scuole di montagna, in particolare per progetti, come la 'scuola senza zaino', per dotare i bambini e ragazzi di ipad e computer, per corsi di arte, linghe, laboratori di informatica. Fanno bene. Abbiamo la necessità di non subire tagli alle sezioni e ai docenti. Uncem insiste affinché, nella definizione nazionale dei Lep, Livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi, si considerino le scuole di montagna con numeri peculiari e differenziati, sia per l'organico sia per il numero di classi. Sindaci, insegnanti, dirigenti sono impegnati di innovare metodi e opportunità nella didattica. Non bastano nuovi edifici, e comunque gli investimenti ci sono stati in opere e sono preziosi. Serve investire sul capitale umano, docenti ed educatori, psicologi e animatori delle scuole, pezzo portante dei nostri paesi. Sugli asili nido mi auguro il Ministero non faccia più gli errori compiuti nell'ultimo bando PNRR di maggio, mettendo tutti contro tutti i Comuni, non considerando Unioni e Comunità montane, veri Enti di programmazione sociale e formativa. I Comuni montani sulle scuole hanno dimostrato capacità di azione e velocità, non sempre riscontrati nei plessi delle aree urbane. Un impegno che le Regioni devono avere presente e sul quale devono investire, con il Ministero, opportune risorse economiche".

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10/09/2024, 20:48
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