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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani 
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FRAGILE COME UNA MONTAGNA


Scarica il dossier Uncem
su dissesto idrogeologico, montagne e territori

L'impegno di Ursula von der Leyen oggi in Romagna
conferma un impegno forte dell'Unione Europea contro il dissesto.
Che riguarda più di altri Paesi proprio l'Italia.
In questa giornata, con dichiarazioni e impegni importanti,
Uncem ripropone la lettura del dossier sul dissesto idrogeologico.

Non è solo il consumo di suolo a mettere in crisi i versanti.
L'abbandono del suolo, l'aumento del bosco, la riduzione
delle superfici agricole sono emergenze del Paese
che richiedono Politica attenta e presenza delle comunità
Prevenire il dissesto significa avere comunità che danno
pieno valore e protezione ai territori

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19/01/2024, 8:27
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IL CARDINALE ZUPPI SULLA DESERTIFICAZIONE AREE INTERNE, UNCEM: PAROLE IMPORTANTI. CON MATTARELLA È UNA LUCE NEL QUADRO COMPLICATO CHE AFFRONTANO I COMUNI



Le parole del Cardinale Matteo Zuppi, di Bologna, alla guida della Conferenza Episcopale italiana, sull'abbandono e sullo spopolamento delle aree interne pronunciate nelle scorse ore, sono secondo Uncem di grande importanza. Il Prelato ha espresso la sua preoccupazione per lo spopolamento: "Se non c'è futuro lì, non c'è futuro altrove", l'allarme del Cardinale, che ha citato le recenti alluvioni, "frutto anche di un uso dissennato dell'ambiente o della mancata manutenzione". Insieme con le Parole del Presidente Mattarella, ripetute a Uncem il 4 dicembre scorso e in molte altre occasioni, rappresentano un monito per tutte le Istituzioni, una luce nel quadro complicato che i Sindaci dei territori si trovano ad affrontare, spesso senza adeguati strumenti per intervenire. L'impegno della CEI e dei Vescovi - anche con una serie di incontri promossi in particolare a Benevento, per tutt'Italia, da Monsignor Accrocca - è prezioso e aiuta a "camminare insieme", in un "Sinodo dei territori" che deve risolvere criticità dovute a sperequazioni, assenza di servizi e di lavoro. Occore lavorare sulla base di questo impegno della Chiesa e delle Istituzioni pubbliche, civili. Uncem dà nuovamente la disponibilità alla CEI per l'impegno comune.

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19/01/2024, 8:27
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SUGLI APPALTI NEI COMUNI SERVE VERA SEMPLIFICAZIONE. LA DIGITALIZZAZIONE COMPLICA LA VITA NEI COMUNI E NON SEMPLIFICA, UNCEM: PIATTAFORME PIU' SEMPLICI PER DARE VERA TRASPARENZA



"Le piattaforme digitali, che i Comuni stanno iniziando con estrema fatica a utilizzare, non sono efficaci. La semplificazione auspicata, grazie alla digitalizzazione di tutti i processi, sta mettendo in crisi i Comuni. Uncem lo ripete ai Ministeri e ad ANAC. Troppo tempo si impiega per prendere un CIG. Chiediamo, senza aver finora ottenuto risposte, di eliminare l'obbligo di CIG per affidamenti inferiori ai 5mila euro. Una procedura semplificata esisteva ed è stata eliminata dal 1° gennaio. Risultato, la vita nei Comuni si è fatta più difficile e le piattaforme sono lente, piene di insidie che non garantiscono peraltro la trasparenza. Troppo forte è il rischio di errori, non voluti certo, ma la semplificazione si fa in altro modo. Si torni a modelli semplici e veloci che non blocchino le macchine gestionali dei Comuni, di Comunità montane e Unioni, di tutta la PA".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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19/01/2024, 8:33
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APPALTI DIGITALIZZATI, UNCEM: TROPPO TEMPO PER OTTENERE CIG E CARICARE DATI SULLE PIATTAFORME. CHE SI BLOCCANO. COMUNI NEL CAOS. MA I CORSI A PAGAMENTO PROLIFERANO




Come spesso è successo negli ultimi anni, a fronte del grande caos che tocca gli Enti locali, con numerose fasi di picco, c'è sempre chi ne trae benefici. Non sorprende Uncem che di fronte al dramma che molti Comuni stanno vivendo per la mancanza di piattaforme veloci e semplici per la gestione degli appalti digitali, a causa dell'eliminazione dello smart cig e per le lungaggini burocratiche dovute a sistemi gestionali dei dati non adeguati, c'è chi ne trae benefici. In particolare le società che stanno offrendo corsi a pagamento sull'attuazione del nuovo codice dei contratti. Nessuna sorpresa per Uncem, ma la situazione non è certo la migliore e più efficace per dare servizi e muovere serenamente le macchine amministrative degli Enti locali. Si moltiplicano corsi a pagamento, destinate ai Comuni, per spiegare come funziona il nuovo MEPA Acquisti in rete e per dire come si fanno tutti i passaggi per ottenere il CIG. Certo ci sono anche corsi gratuiti, ma quelli a pagamento sono svariati. E il personale degli Enti, compresi i Sindaci che sono in prima fila nel prendere CIG e caricare dati, per mancanza di dipendenti, si adegua. Iscrivendosi e pagando i corsi. Sul CIG Uncem ripete: deve essere eliminato per affidamenti sotto i 5mila abitanti. Finora nessuna risposta da Ministeri e da ANAC. I Comuni e tutti gli Enti locali, tutta la PA restano bloccati. E questo invece sorprende Uncem, che avrebbe auspicato ben altri sistemi di transizione verso il digitale, per gli appalti e per tutto quanto riguarda le Autonomie territoriali. Disponibili e aperte, ma questa volta veramente amareggiate di fronte a quanto, alle loro spalle, nei cloud sparsi nel Paese dove sono appoggiati i sistemi informativi e le basi di dati, sta avvenendo. La Politica intervenga.

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19/01/2024, 15:10
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PAPA FRANCESCO SU AREE INTERNE E PICCOLI COMUNI. UNCEM: CON MATTARELLA E ZUPPI, È UNA LUCE. LA POLITICA SIA ATTENTA E OPEROSA



Le parole di Papa Francesco di oggi, su aree interne e piccoli Comuni, sono decisive per una nuova Politica per i territori. Arrivano a pochi giorni dai prezioni interventi del Presidente Sergio Mattarella e del Cardinale Zuppi, sulle stesse urgenze di impegno contro spopolamento e abbandono. Le parole del Papa, secondo Uncem, sono una luce, secondo Uncem, che richiede una Politica attenta e operosa, Enti locali vivi, comunità che realmente camminano insieme, Istituzioni sussidiarie e in relazione. Nella piena corresponsabilità dell'azione, nella distinzione dei ruoli, nell'unità dei valori e delle stesse comunità. "Papa Francesco ci insegna a camminare insieme - afferma il Presidente Uncem Marco Bussone - a non perdere reciproca fiducia e stima anche tra Sindaci, a crescere nella logica del NOI che prende il posto dell'IO. Dobbiamo crederci anche come Istituzioni. Più forti nell'unità che trasforma l'unione, la perfeziona e la migliora, la rende forte perché cresce con i rapporti e con le relazioni, riducendo disuguaglianze, favorendo dialogo, incontro, riorganizzazione dei servizi ai cittadini, corresponsabilità e stile sinodale che non vale solo per la Chiesa, come già ho detto più volte. Il cammino insieme tocca tutte le istituzioni che devono trasformarsi, riguarda anche l'impegno nel fare nuove leggi più adeguate a rispondere alle esigenze delle comunità delle aree interne e montane del Paese e dell'Europa, delle quali ha parlato oggi Papa Francesco, che di cuore ringraziamo per il suo essere luce in mezzo a dubbi, sospensioni, difficoltà, solitudini. Da superare insieme, nell'insieme".



Le Parole di Papa Francesco pronunciate oggi, sabato 20 gennaio 2024:


"I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità. I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza.

Alla radice di questi divari c’è il fatto che risulta troppo dispendioso offrire a questi territori la stessa dotazione di risorse delle altre aree del Paese. Vediamo qui un esempio concreto di cultura dello scarto: «tutto ciò che non serve al profitto viene scartato». Si innesca così un giro vizioso: la mancanza di opportunità spinge spesso la parte più intraprendente della popolazione ad andarsene e questo rende i territori marginali sempre meno interessanti, sempre più abbandonati a sé stessi. A restare sono soprattutto gli anziani e coloro che più faticano a trovare alternative. Di conseguenza, cresce in questi territori il bisogno di Stato sociale, mentre diminuiscono le risorse per darvi risposta.

C’è un altro aspetto di questa dinamica. È nelle aree interne, marginali, che si trova la maggior parte del patrimonio naturale (foreste, aree protette, e così via): sono dunque di importanza strategica in termini ambientali. Ma lo spopolamento progressivo rende più difficile la cura del territorio, che da sempre gli abitanti di queste zone hanno portato avanti. I territori abbandonati diventano più fragili, e il loro dissesto diventa causa di calamità e di emergenze, specie oggi con gli eventi estremi sempre più frequenti: ad esempio piogge torrenziali, inondazioni, frane; siccità e incendi; tempeste di vento e così via. Guardando questi territori, abbiamo conferma del fatto che ascoltare il grido della terra significa ascoltare il grido dei poveri e degli scartati, e viceversa: nella fragilità delle persone e dell’ambiente riconosciamo che tutto è connesso - tutto è connesso! -, che la ricerca di soluzioni richiede di leggere insieme fenomeni che spesso sono pensati come separati. Tutto è connesso.

Queste cose voi le conoscete molto bene. Il vostro impegno e il vostro lavoro cerca di contribuire a tutelare la dignità delle persone e a curare la casa comune, anche con risorse scarse e tra mille difficoltà. Di questo impegno c’è un bisogno crescente, invito a non abbassare la guardia e a non lasciarvi scoraggiare.

C’è in gioco qualcosa di più grande che la qualità della vita e la cura dei territori da cui provenite, che pure meritano ogni sforzo. Da sempre, e anche oggi, sono le aree marginali quelle che possono convertirsi in laboratori di innovazione sociale, a partire da una prospettiva - quella dei margini - che consente di vedere i dinamismi della società in modo diverso, scoprendo opportunità dove altri vedono solo vincoli, o risorse in ciò che altri considerano scarti. Le pratiche sociali innovative, che riscoprono forme di mutualità e reciprocità e che riconfigurano il rapporto con l’ambiente nella chiave della cura - dalle nuove forme di agricoltura alle esperienze di welfare di comunità - chiedono di essere riconosciute e sostenute, per alimentare un paradigma alternativo a vantaggio di tutti.

Pensando al vostro ambito di impegno, vorrei suggerirvi un filone tra i molti a cui prestare attenzione: quello della ricerca di nuovi rapporti tra pubblico e privato, in particolare il privato sociale, per superare impostazioni vecchie e sfruttare appieno le possibilità che oggi la legislazione prevede. La scarsità delle risorse nelle aree marginali rende più disponibili a collaborare per ciò che appare come un bene comune; nasce così l’opportunità di aprire dei cantieri di partecipazione, favorendo un rinnovamento della democrazia nel suo significato sostanziale.

Un altro filone promettente è quello delle nuove tecnologie, in particolare il ricorso alle diverse forme di intelligenza artificiale. Stiamo scoprendo quanto possano rivelarsi potenti come strumenti di morte. Possiamo immaginare quanto benefica questa potenza potrebbe risultare se utilizzata non per la distruzione, ma nella logica della cura: cura delle persone, cura delle comunità, cura dei territori e cura della casa comune.

E parlando della cura, mi preoccupano le poche nascite. C’è una "cultura dello spopolamento" che viene dalle poche nascite di bambini. È vero, tutti possono avere un cagnolino, ma occorre fare bambini. L’Italia, la Spagna… hanno bisogno di bambini. Pensate che uno di questi Paesi mediterranei ha l’età media di 46 anni! Noi dobbiamo prendere sul serio il problema delle nascite, prenderlo sul serio perché si gioca lì il futuro della patria, si gioca lì il futuro. Fare figli è un dovere per sopravvivere, per andare avanti. Pensate a questo: non è una pubblicità di un’agenzia per le nascite, ma voglio sottolineare il dramma delle poche nascite, che va pensato molto seriamente".

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21/01/2024, 13:17
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CODICE APPALTI, DA UNCEM PROPOSTA DI EMENDAMENTO PER ELIMINARE I CIG PER AFFIDAMENTI SOTTO I 5MILA EURO



I Comuni italiani stanno inviando una serie di lettere ai ministri Piantedosi, Salvini e Zangrillo chiedendo di intervenire con il ripristino degli "smart CIG" e di eliminarne l'obbligo di CIG per gli acquisti sotto i 5.000 euro. Oltre che di semplificare l'intero sistema di richiesta CIG che oggi vede sulle piattaforme certificate, come il MEPA "Acquisti in rete", un generale caos e troppe lungaggini ai danni degli uffici comunali. Il 10 gennaio, ANAC ha comunicato in una nota la proroga delle vecchie procedure al 30 settembre, ma questo non ha risolto il caos generato nei primi giorni dell’anno e il funzionamento intermittente della piattaforma. Serve, secondo Uncem, un provvedimento legislativo. Da qui la proposta di emendamento al nuovo Codice degli appalti, elaborato da Uncem Emilia-Romagna, depositato in queste ore negli uffici della Camera dei Deputati, per prorogare di un anno l’applicazione delle nuove norme e, soprattutto, di continuare ad esentare dall’utilizzo delle piattaforme telematiche gli affidamenti diretti di valore inferiore a 5.000 euro.

"Pur condividendo lo spirito di semplificazione del nuovo Codice non possiamo non evidenziare che la sua concreta applicazione si è scontrata con la realtà operativa di Enti che per piccoli lavori o servizi spesso urgenti si sono sempre avvalsi dello smart CIG. La sola proroga - commenta il Presidente Uncem Emilia Romagna, Giovanni Battista Pasini - non risolverà il problema che è duplice: da una parte i piccoli fornitori degli enti minori, che per scarsa convenienza non si iscriveranno alle piattaforme e, dall’altra, gli stessi Comuni che non si potranno più avvalere di forniture locali allungando i tempi e complicando le procedure per i piccoli acquisti che dovranno essere fatti altrove. Tutto ciò con effetti negativi sull’economia locale e in netta contraddizione con la politica del rilancio dei territori".

"L'emendamento deve avere la massima convergenza di tutti i gruppi politici in Parlamento - commenta Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - È una iniziativa, per la quale ringrazio Uncem Emilia Romagna che ha costruito la proposta, che corregge una stortura di fondo, agevolando i piccoli Comuni e le imprese, consentendo vera semplificazione".

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NUOVE RELAZIONI NELLE ISTITUZIONI: UNCEM SOSTIENE IL PROGETTO LIVING PEACE INTERNATIONAL CON IL "DADO DELLA PACE"



UNCEM - l'Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani - sostiene e diffonde il Progetto Living Peace International, percorso di educazione per la pace.

Il progetto si basa sul lancio del "Dado della pace": sulle cui facce non ci sono numeri, ma frasi che aiutano a costruire rapporti nuovi tra tutti.

Una proposta per tutte le scuole italiane e per i Comuni, per generare nuovi rapporti all'interno delle Istituzioni e in particolare tra bambini, ragazzi, giovani, ma importante anche per gli adulti e per le persone impegnate nelle Pubbliche Amministrazioni.

Scopri il progetto qui: http://www.livingpeaceinternational.org ... breve.html


Ad oggi sono più di 1700 le scuole e gruppi che aderiscono al progetto e oltre 1 milione di bambini, i giovani e adulti raggiunti dalle sue iniziative nei 5 continenti.

Il progetto punta a rafforzare le collaborazioni e a cooperare con tanti altri nel mondo per la costruzione di una rete di pace. Infatti Living Peace è anche una piattaforma: sono oltre 80 le organizzazioni internazionali in sinergia col progetto, con cui si condividono iniziative e azioni di pace che vengono proposte alle rispettive reti.

Il dado può essere considerato come una proposta ludica, didattica e educativa destinata a tutti: istituzioni, famiglie, scuole e gruppi di qualsiasi genere. L'obiettivo principale è quello di promuovere relazioni positive negli ambienti che lo adottano. Il gioco è considerato una tecnica pedagogica di animazione, utile per sviluppare le potenzialità presenti in ogni persona e per valorizzare i contesti di apprendimento cooperativo, basati sulla condivisione e sulla co-costruzione delle conoscenze. Generalmente, il dado è lanciato ogni mattina o con diversa frequenza: ognuno, grande o piccolo che sia, si impegna ad essere protagonista nel mettere in pratica la frase. Uno strumento semplice, per costruire relazioni migliori. Anche nelle nostre Istituzioni, nelle nostre scuole e nei nostri Comuni.

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INTEGRARE LE RISORSE PER I COMUNI SOTTO I MILLE ABITANTI. UNCEM: TAGLIO IN LEGGE DI BILANCIO VA CORRETTO SUBITO



Uncem chiede al Governo e al Parlamento di reintegrare le risorse economiche per investimenti, destinate ai Comuni con meno di mille abitanti, tagliate nella legge di bilancio 2024. Uncem chiede di correggere urgentemente il taglio, votato nella finanziaria, alle risorse stanziate a decorrere dal 2021 dall'articolo 30, comma 14-bis, del decreto-legge n. 34 del 2019, "per l’avvio da parte dei piccoli comuni di un programma pluriennale per potenziare gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio della collettività, nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile". La riduzione è di 44 milioni di euro per il 2024, 14 milioni di euro per il 2025, 26 milioni di euro per il 2027.

"Si tratta di un taglio ingiustificato e molto dannoso per i piccoli Comuni - precisa Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - inspiegabile e inaccettabile. Va corretto con urgenza. I Comuni piccoli hanno fatto programmi pluriennali su quelle risorse e il taglio non è accettabile. Venga corretto con un urgente provvedimento del Governo insieme con il Parlamento".

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Energia: MASE, pubblicato il decreto per le Comunità energetiche rinnovabili


È stato pubblicato, sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il decreto che stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia. Da oggi, 24 gennaio, entra dunque a tutti gli effetti in vigore il decreto, essendo avvenuta la registrazione della Corte dei Conti e, in precedenza, l’approvazione della Commissione europea.

Come previsto dal provvedimento stesso, entro i successivi trenta giorni saranno approvate dal Ministero, previa verifica da parte dell’ARERA e su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. Il GSE, soggetto gestore della misura, metterà in esercizio i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste, entro 45 giorni dall’approvazione delle regole.

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BLOCCHIAMO LA DESERTIFICAZIONE BANCARIA. UNCEM: SERVE UN'AZIONE POLITICA NEL DDL MONTAGNA



I numeri sono drammaticamente in crescita. Di chiusure e di smobilitazione delle banche. Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie: record in Piemonte (13,8%), ma il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole, dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario "sotto casa". La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila. Cresce il rischio di allontanare milioni di soggetti dal circuito legale della finanza e dell’economia.

La smobilitazione delle banche dai territori è un problema nazionale, che Uncem ha rappresentato da dieci anni a oggi ad ABI, Banca d'Italia, Consob, Istituti di Credito. Abbiamo agito e lo faremo ancora con i Sindacati dei lavoratori. Siamo scesi in piazza a protestare, ci siamo mobilitati. E Uncem lo farà ancora: anche con proteste forti. Dalla parte delle comunità. Abbiamo portato in piazza i Cittadini con i Sindaci arrabbiati, abbiamo detto a tutti di cambiare banca se quella banca chiude. Solo Poste Italiane e BCC mantengono i servizi. Poste per effetto di una scelta aziendale e per effetto di una legge, la 158/2017 sui piccoli Comuni che ha cambiato il paradigma dell'impegno nei territori. Le BCC, come le poche Casse di Risparmio Rimaste, sono ancora "territorio". Non solo profitto, almeno. Abbiamo spinto come Uncem le comunità a fare azioni 'di rottura', togliendo i conti correnti. Lo diciamo ancora. Governo e Parlamento intervengano. "Servono azioni istituzionali per mettere un argine alla smobilitazione dei servizi, compresi quelli bancari. Si intervenga ad esempio nel disegno di legge sulla montagna, in esame da parte del Governo in queste ore. Occorre definire standard minimi di servizio con presidi locali certi. Lo deve fare la politica. E occorre parallelamente trovare nuove soluzioni con uffici mobili, sportelli organizzati diversamente dal passato, un nuovo modello di banca dei territori e delle comunità a prova di futuro. Un ulteriore passo per avvicinare le banche ai territori, è azzerare i costi e le commissioni per i pos negli esercizi commerciali. Oltre che per i prelievi in bancomat di altre banche. Ora sono troppo alti, questi costi, naturalmente a beneficio dell'Istituto di credito, che se ne va e continua a guadagnare", afferma Marco Bussone, Presidente Uncem.

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25/01/2024, 17:04
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