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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani 
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LEGGE DI BILANCIO 2024, BUSSONE (UNCEM): TROPPO POCO PER GLI ENTI LOCALI, I TERRITORI, LA MONTAGNA. PRONTI A NUOVO PERCORSO CON GOVERNO E PARLAMENTO



"Troppo poco nella legge di bilancio per montagna, territori, enti locali. Avevo a nome di Uncem auspicato misure in legge di bilancio che nel testo varato dal Parlamento non troviamo. Come il finanziamento dei primi LEP, per ridurre le disuguaglianze anche tra zone montane e aree urbane. Non c'è decontribuzione sulla compravendita di terreni nei Comuni montani, semplificando le procedure. Ma anche interventi sostanziali sulla fiscalità nelle zone montane e sull'Iva, come quella sul pellet portata dalla finanziaria 2024 al 10% ma solo per i primi due mesi dell'anno. Non va bene. Ci sono purtroppo i tagli agli Enti locali, ai Comuni e alle Province per 250 milioni di euro. E questo apre una spirale che vogliamo correggere con Governo e Parlamento. Dovremo fare di più, rispetto a quanto varato stasera, per la transizione ecologica ed energetica, per i piccoli Comuni e per agevolare le assunzioni, non solo nelle Prefetture e in alcune regioni come previsto nel testo della legge di bilancio approvato stasera a Montecitorio. Sono positivi i 285 milioni di euro per ridurre il rischio sismico degli edifici pubblici. Ma resta da capire come applicare l'articolo che prevede l'obbligo per le imperse di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, causati da calamità naturali come sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Non ci convince la riduzione in legge di bilancio 2024 delle risorse stanziate per contributi volti alla promozione dell'economia locale mediante la riapertura e l'ampliamento di attività commerciali, artigianali e di servizi nei piccoli Comuni. Tagli che non erano necessari. Bene il rifinanziamento del Piano invasi per 300 milioni di euro per il 2027 e 150 milioni di euro per il 2028. Ma vorremmo che dessero, le risorse già stanziate per questi accumuli idrici, immediati progetti concreti sui territori montani. Bene 50 milioni di euro per il 2027 e 25 milioni di euro per il 2028, per programmi straordinari di manutenzione straordinaria e adeguamento ai cambiamenti climatici della viabilità stradale. Dobbiamo capire però cosa fare dal 2024 al 27. Troppo pochi secondo Uncem i 7,5 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 per assicurare il finanziamento di interventi urgenti di riqualificazione, ristrutturazione, ammodernamento, ampliamento di strutture e infrastrutture pubbliche. Positivo il Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, che viene rifinanziato per 200 milioni per l'anno 2024 e 100 milioni per l'anno 2025. Anche se tutti questi fondi andrebbero ricondotti ad unum".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

"Mi auguro che i 430 milioni di euro per la RAI per il miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale, servano ai territori montani. Dove con il nuovo digitale terrestre la situazione impianti di trasmissione è gravemente compromessa. Milioni di italiani faticano a vedere la tv e devono farsi carico dei soldi delle piattaforme satellitari - conferma Bussone - Il canone RAI in manovra diminuisce, ma ora si usino finalmente parte delle risorse date al servizio pubblico per dare a tutti segnali televisivi efficaci".

"Sorprende sia stato soppresso in Senato, rispetto al testo iniziale varato dal Governo, il fondo con i 300 milioni di euro per interventi volti alla messa in sicurezza del territorio - afferma il Presidente Uncem - Peraltro viene introdotto un nuovo fondo per i piccoli Comuni di 30 milioni, dimenticando la legge 158/2017 che aveva strumentazione e fondi, di cui è in corso il bando per l'assegnazione. A fronte dei 250 milioni di tagli di fondi ordinari ai Comuni, vi è in manovra un altro fondo di 14 milioni di euro per i Comuni, per interventi in materia sociale, di infrastrutture, sport e cultura. Si dovrebbe avere un unico fondo". "E mentre in legge di bilancio c'è niente per le comunità sostenibili territoriali, le Green Communities appunto - sottolinea Uncem - viene rifinanziato il Fondo per l'ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento, con 30 milioni per ciascuno degli anni 2024 e per il 2025, 50 milioni per il 2026 e ulteriori 80 milioni per il biennio 2027-2028. Auspichiamo che questa volta vadano agli Enti locali, per progetti forti e decisivi, nuovo paradigma, da montare con imprese e associazioni".

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29/12/2023, 21:42
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ARRIVA IL 4G NELLE GALLERIE DELL'ALTA VELOCITA' FERROVIARIA. BENISSIMO.
ORA 4G E 5G IN TUTTE LE ZONE MONTANE DEL PAESE E IN TUTTI I PICCOLI COMUNI

Con il Piano Italia 5G e con il Piano Italia 1 Giga, azione decisiva nel 2024 per portare ovunque segnali efficaci, moderni, a prova di futuro.
Mentre peggiora il segnale telefonico mobile nel centro di Roma - una crisi gravi delle reti obsolete e troppo piene, da risolvere! - Uncem è pronta a lavorare con Governi, Ministeri, Dipartimenti della Presidenza del Consiglio per dare a tutto il Paese, in tutta l'Italia, nelle zone montane, rurali, interne dell'Italia, dei segnali buoni per telefonare, mandare messaggi, navigare su internet dal proprio smartphone. Reti mobili 4G. Non senza 5G - aspettando il 6G - necessario per ridurre il divario digitale portando nuovi servizi e diritti di cittadinanza. Un percorso indispensabile nel 2024, per usare bene i fondi del PNRR e della coesione per la digitalizzazione del Paese. L'innovazione parte dai territori. Parte dai piccoli Comuni, dalle montagne italiane.

Ridurre i divari digitali, le sperequazioni e le disuguaglianze è un imperativo. Come affermato in più occasioni dal Presidente Uncem Marco Bussone, non basta togliere le difficoltà di connessione in mobilità nelle gallerie della linea ACAV ferroviaria tra Torino, Milano, Firenze e Salerno. Occorre investire per dare segnali alla montagna, ai piccoli Comuni. Tutti, senza distinzioni. Alpi e Appennini. Serviti da rete fissa a banda ultralarga e da rete mobile 5G. Lo devono fare gli operatori, lo deve fare lo Stato arrivando dove le imprese private non arrivano. Anche le Regioni facciano la loro parte, sul modello degli investimenti guidati con Uncem e Lepida da Regione Emilia-Romagna.
Gallerie e territori, Montagne e linee. Flussi necessari e decisivi per unire il Paese. Buon 2024.

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31/12/2023, 1:02
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UNCEM: SCONCERTATI DA AUMENTI TUNNEL MONTE BIANCO E AUTOSTRADE

"Uncem trova sconcertanti gli aumenti delle autostrade dal 1° gennaio. Ma ancor di più l'aumento del costo del Tunnel del Monte Bianco. 5%. Ingiustificabile. La Commissione Intergovernativa del Traforo del Monte Bianco avrebbe potuto avviare la progettazione della seconda canna al posto di decidere di aumentare il costo del passaggio tra Francia e Italia. 55 euro per le auto, 200 per i mezzi pesanti. Proprio non va. I due Paesi, l'Europa, non si uniscono alzando le tariffe. Tantopiù dopo i gravi disagi, certo, a causa di lavori. Ma un segnale inverso, diverso dal passato, sarebbe stato decisivo. Lasciare invariati i costi del Bianco per i prossimi tre anni. E pianificarne il raddoppio. Con urgenza. Vista anche la situazione grave e compromessa al Tenda, al Frejus per la ferrovia, al Maddalena, al Sempione carico di mezzi, sulla rete ferroviaria ligure e sulla Torino-Savona che in grandi tratti appenninci va a metà. I concessionari delle autostrade facciano i lavori, ma in un momento di crisi generale nel Paese questi lavori dovrebbero essere fatti senza aumenti. Perché comunque agli aumenti delle tariffe non corrisponde un miglioramento del servizio, o un'accelerazione dei lavori stessi. Siamo perplessi e in particolare per il Monte Bianco, Uncem riassume forte sconcerto dei Sindaci di fronti a questi aumenti che non contribuiscono di sicuro a rendere più uniti e coesi i territori".

Così il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, con il Consigliere nazionale Uncem, valdostano, Jean Barocco.

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31/12/2023, 1:03
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DA UNCEM, AUGURI ALLA RAI. MA L'IMPEGNO PER LE MONTAGNE DEVE CRESCERE


Auguri alla Rai che oggi compie 70 anni - proprio come Uncem - e ha un grande futuro davanti. Ma l'impegno della Rai per le Montagne italiane deve crescere. Non troppo è stato fatto in questi sette decenni dal servizio pubblico. E molto dobbiamo costruire per i territori montani italiani. A partire a questi 10 punti che Uncem propone come base di lavoro.



Copertura del segnale radiotelevisivo
Troppe persone in Italia non vedono la Rai. Almeno 5 milioni di italiani hanno difficoltà a vedere sul proprio televisore i canali Rai e l'intero bouquet televisivo. Un fatto grave, irrisolto. Nel corso del 2022 e del 2023 il nuovo digitale terrestre ha complicato la situazione. E centinaia di impianti di trasmissione di proprietà degli Enti locali sono stati dismessi. Non recuperabili e adeguabili, con frequenze in contrasto e non a norma, è stato detto dagli Ispettorati territoriali MISE. Una situazione grave. Comprare il tv-sat, la parabola e tutto il resto, ha rappresentato un costo maggiore, che nelle aree montane, residenti e proprietari di seconde case, hanno dovuto affrontare loro malgrado. Di fatto si sono evidenziate così sperequazioni e sovracosti. Nella legge di bilancio 2024 ci sono risorse economiche utili - 430 milioni di euro! per migliorare la copertura - ma occorre capire per cosa e come verranno spese. Siamo disponibili e pronti a lavorare con Mimit e Dipartimenti. Uncem ritiene queste risorse un punto fermo, un successo e un beneficio per le montagne che dovranno avere nuovi e migliori segnali e ripetitori. Perché ricordiamolo: centinaia di Enti territoriali montani italiani - Comuni, Comunità montane, Unioni montane di Comuni - sono ancora proprietari e gestiscono, fanno manutenzione a decine di impianti radio-televisivi per la diffusione del segnale radio-tv. Non ci fossero sarebbero almeno 10 milioni gli italiani che non vedrebbero i canali Rai e l'intero bouquet televisivo. Forse più. Gli Enti montani hanno sempre gestito quei ripetitori nell'interesse dei cittadini, è chiaro, ma anche della Rai. Senza avere benefici da canone tv, dai Ministeri e dalla Rai stessa, o da Rai Way. Ma abbiamo agito anche nel loro interesse. Nell'interesse del Paese. Uncem ha dunque ottenuto dal Parlamento in legge di bilancio, con quei 430 milioni di euro, risorse da spendere per la sostituzione di impianti obsoleti di proprietà degli Enti locali montani, per nuovi impianti, per evitare l'interruzione di pubblico servizio a causa dell'impossibilità di manutenzione straordinaria sugli impianti. Le sperimentazioni avviate con la Direzione tecnica, con il CTO Rai, con Rai Way, con il Centro Ricerche Rai, devono continuare. E stanno proseguendo con ottima interazione di Uncem. Ma con Rai dobbiamo anche dare precise informazioni agli Enti proprietari di impianti e ripetitori per la trasmissione del segnale. Eliminiamo ogni buco e ogni vuoto, ogni problema per i cittadini, in qualsiasi Comune risiedano.

Tgr in tempi raddoppiati
L'informazione regionale è importantissima per i territori e per gli Enti locali. Il Tgr è decisivo, prezioso, diretto, intenso. È vero servizio pubblico che differenzia la Rai da altre aziende e crediamo che il Tgr possa essere esteso nei tempi, almeno nelle due edizioni delle 14 e delle 19,30. Rendiamolo più forte. Bene Buongiorno Regione, Petrarca, Leonardo e tutti gli approfondimenti. Di qualità, moderni. Efficaci. La Rai investa sul Tgr. Investa molto. Ci creda di più. Faccia di più per le redazioni territoriali regionali. Come già avviene in alcune Regioni italiane, il tempo del Tgr è raddoppiabile, con maggior numero di servizi, approfondimenti, inchieste, analisi dei territori. Il Tgr è territorio, è tg itinerante, è il Concerto di Ferragosto, le dirette del Palio, altre dirette da creare per generare comunità. Il piccolo schermo unisce. Siamo a disposizione per creare contenuti, individuare notizie, coinvolgere gli Enti locali. L'informazione è la fonte della coesione. Il Tgr è modello europeo. Servizio pubblico vero. La Rai è Tgr.

Digitalizzazione
Il digital divide è una grande emergenza del Paese. Uncem lo denuncia da dieci anni. 3800 le segnalazioni di territori italiani senza segnali mobili per telefonare e mandare messaggi o navigare sul proprio smartphone. Non si vede in troppe aree la tv e gran parte del territorio montano italiano naviga ancora in internet a velocità non adeguate e in linea con gli altri Paesi UE, oltre che molto più basse rispetto alle zone urbane - nonostante l'efficace FWA e una banda ultralarga che sta arrivando drammaticamente troppo lentamente sui territori, spaccando strade e senza poi entrare nelle case, restando nei tombini e non dando connettività vera. Svegliamo i piani BUL. Italia 1Giga e Italia 5G sono importantissimi. Costruiamoli. Lo abbiamo capito nel corso della pandemia, tra telelavoro e dad, call e zoom: le linee wi.fi, FWA, sono fondamentali in montagna, per navigare, lavorare, fare intrattenimento, vedere la tv. Ma le sperequazioni emergono oggi ancora con forza. Sul 5G e sul 6G non vogliamo rimanere nel "piccolo mondo antico". I Comuni che dicono NO sbagliano profondamente. Uncem non appoggia quegli Enti. Si convertano. Uncem vuole nuovi segnali, vuole 4G, 5G e 6G - quando ci sarà. Vogliamo ovunque il 5G. Lo deve volere anche la Rai con noi. 5G che porti diritti di cittadinanza, servizi. Vogliamo innovazione e digitalizzazione. Troppe risorse del PNRR sono state spese non efficacemente per dare servizi nelle PA e anche nei Comuni, mandando fuori giri il mercato, facendo crescere i costi da parte dei fornitori agli Enti locali: c'è ancora tempo per migliorare, puntando su intelligenza artificiale, smart factory, makers, fab lab, imprese e scuole avanzate, con aule immersive e strumenti finanziati dal PNRR in accordo con gli Enti locali. Non basta rifare siti internet e avere i dati in cloud senza cybersecurity che generiamo anche "formandoci", con il servizio pubblico. Con Rai possiamo fare un lavoro congiunto per portare infrastrutture di rete e soprattutto una nuova digitalizzazione, nuove competenze e piattaforme. Formazione, racconto sul piccolo schermo del cambiamento. Educazione al nuovo. Combattiamo anche sul piccolo schermo le fake news sul 5G. Dobbiamo vincere insieme quelle sperequazioni che diventano disuguaglianze. Diversi "segnali" per territori migliori e più uniti. Migliori piattaforme di diffusione, studiate ad hoc con l'obiettivo di superare il divario digitale territoriale. Lavoriamoci.

Per le lingue madri
Le minoranze linguistiche in Italia non sono sub-cultura. Sono emblematiche della storia e delle tradizioni di molti territori, in particolare montani. Le minoranze linguistiche sono "lingue madri". La Rai potenzi le trasmissione a diffusione locale in lingua minoritaria. Lo prevede la legge nazionale 482/1999 - che molti hanno dimenticato e invece c'è, è viva e vigente! -, ma in un articolo mai attuato. È il momento giusto, per aumentare la vicinanza della Rai alle comunità dei territori. Crediamoci. Facciamo cultura. La Rai è cultura e lo sono le nostre lingue madri. La Rai contribuisca con noi, con Uncem e con i Comuni, alla attuazione in Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Crediamoci. La Rai ci creda e attivi Parlamento, Governo, Ministeri, Dipartimenti.

Tgr Montagne e LineaBianca, eccellenze
Quando è stato chiuso Tgr Montagne, unico tg in Europa dedicato alla montagna e ai territori, Uncem avviò una mobilitazione inascoltata dai vertici Rai di allora. Quando è stato chiuso, scelta grave, Tgr Montagne, ci siamo molto arrabbiati. È stata una scelta scellerata, negativa. Tgr Montagne deve essere riattivato con uno spazio importante in prima o seconda serata, una edizione la settimana, un tg di approfondimento e storie. Quando è stato messo al mattino alle 9, con un palinsesto assurdo, è stata fatta una scelta che è stata un affronto alla montagna. I Vertici Rai ripensino a queste logiche stupide del passato. Riaprano Tgr Montagne. Puntino su Tgr Montagne. Di notizie non ne mancano e Uncem le può trovare con le redazioni regionali della Tgr. Anche LineaBianca deve essere parallelamente rafforzato. Ha innestato un buon modo di raccontare la montagna, parallelo a LineaVerde e a LineaBlu, e va reso stabile tutto l'anno. Non solo neve e cime, relax e passeggiate. Ma paesaggi, territori, comunità, futuro, paesi veri e vivi. LineaBianca e Tgr Montagne sono la Rai sui territori nei contenuti e nel racconto al grande pubblico.

Formazione-informazione con gli Enti
Facciamo insieme formazione, oltre che informazione, agli Enti locali. Cosa è una notizia, cosa sono un racconto e una "storia"... Portiamo insieme, Rai e Uncem, questo dialogo con gli Amministratori locali per formarli e renderli protagonisti di un servizio pubblico che li ritiene al centro di un processo democratico. Abbiamo bisogno di formazione per Sindaci e Amministratori locali. Sulla comunicazione, perché nei Comuni, in particolare piccoli, dobbiamo imparare a comunicare meglio, a raccontarci meglio. Rai è azienda che fa cultura. E in questo sta un lavoro inclusivo che deve coinvolgere anche le Emittenti locali e regionali. Pensiamo a "il Provinciale", a "Presadiretta", a "I dieci comandamenti", al magnifico "Generazione bellezza": insieme facciamo una nuova tv. Questo è tv pubblica, oltre ogni banalità e ballo, oltre i contenitori sterili e riempiti a caso. Facciamo tv dai territori, dei territori. La Rai insista e creda in quelle trasmissioni che vanno sui territori. Investa molto. Le promuova in prima serata. Le renda portanti nei palinsesti. Sono pezzi di Italia in tv. Vera Italia raccontata dalla Rai.

Sezione Piccoli Comuni e Montagne sul nuovo sito Rai di informazione
Il nuovo sito di informazione Rai non avere una sezione "Piccoli Comuni e Montagne". Uno spazio dedicato alle notizie e alle storie dei territori. Costruiamolo insieme. Storie e notizie non mancano.

Docufilm sulla vita e sul futuro delle montagne
Rai Fiction, Rai Cultura... produciamo insieme con Uncem e il supporto delle Film Commission (come previsto dalla legge nazionale sui piccoli Comuni 158/2017) un docufilm, o anche una "serie-tv" sui mestieri, sulla vita, sui paesi vivi e sul futuro delle montagne. Raccontiamo le vere montagne, senza luoghi comuni o stereotipi che piacciono tanto ad alcuni scrittori. Così usciamo da "Heidi" e da un po' di ignoranza che purtroppo annacquano la montagna troppo spesso raccontata come baite e gerani, boschi intoccabili fauna amica sempre, oppure alpinismo ed escursionismo, turismo un po' attempato e fighetto. I territori sono molto altro. Sono turismo di qualità, sostenibilità, green communities, economie difficili zootecniche e agricole, produzioni faticose agroalimentari di alta qualità, borghi da comporre e da rendere vivi, comunità che fanno cooperative e produzione, lavoro, riorganizzazione di servizi, nuove scuole, nuovi trasporti, nuova sanità territoriale affrontando la mancanza di medici e pediatri di base, impegno politico per plasmare norme e qualità di opportunità. Montagna è anche fuga di famiglie, verso il basso purtroppo, perché non ci sono asili nido, ritorno perché la crisi la vinciamo lì, funerali di "colonne" dei territori e nascite. Rai sa bene che "il vento ha fatto il suo giro" e i riflettori che dobbiamo accendere non sono quelli di una ricostruzione di un villaggio riprodotto a Cinecittà, bensì luci sui paesaggi plasmati dalla forza delle comunità sulle Alpi, sugli Appennini, nelle Isole. Raccontiamo la montagna vera, con le sue specificità territoriali, in un docufilm o in una serie-tv. Vinciamo così luoghi comuni e stereotipi. A farlo con noi vi sono decine di Enti e Università, Associazioni e gruppi: mai come negli ultimi dieci anni ne sono nati a si sono rafforzati. Cito Unimont, la Fondazione Montagne Italia, la Federazione delle Aree interne, Eurach, Formont, Istituto di Architettura Montana, Riabitare l'Italia... E moltissimi altri. Sono con noi nella partita che la Rai gioca per i territori montani, rurali, interni.

Sezione di film di montagna (non solo alpinismo) su RaiPlay
RaiPlay è una positiva piattaforma che non può non avere una selezione di film di montagna (non solo di alpinismo e alpinisti) al suo interno. Alcuni già ci sono. Altri possono essere aggiunti, anche con positive collaborazioni con il Trento Film Festival del CAI, con Nuovi Mondi Festival... e altre rassegne che stanno scrivendo la storia delle montagne sul piccolo e sul grande schermo. Non è banale. Cultura e servizio pubblico sono anche questo.

Un seminario annuale su informazione, comunicazione e territori
Insieme, Rai e Uncem, possono organizzare con il Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie di Palazzo Chigi, dove è insediata la Direzione Montagna, almeno un seminario annuale su informazione, comunicazione e territori. A Perugia, a Roma o Torino dove Rai è nata. Un'occasione preziosa di approfondimento, analisi, che diventi modello internazionale di lavoro sul rapporto tra territori e cultura, coinvolgendo Soggetti pubblici e privati grandi e piccoli. La Rai guidi un processo per capire come cultura e comunità stanno nella moderna comunicazione, nei flussi di dati e negli scambi, nelle aperture di territori che non sono riserve indiane, bensì luoghi della relazione, aperti.

Queste sono le proposte Uncem. Per fare gli Auguri alla Rai e per ripartire insieme.

Auguri Rai!!


Uncem, con il Presidente Marco Bussone, e tutti gli Organi
dell'Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani

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04/01/2024, 15:11
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ARRIVA IL 4G NELLE GALLERIE DELL'ALTA VELOCITA' FERROVIARIA. BENISSIMO.
ORA 4G E 5G IN TUTTE LE ZONE MONTANE DEL PAESE E IN TUTTI I PICCOLI COMUNI


Con il Piano Italia 5G e con il Piano Italia 1 Giga, azione decisiva nel 2024 per portare ovunque segnali efficaci, moderni, a prova di futuro.
Mentre peggiora il segnale telefonico mobile nel centro di Roma - una crisi gravi delle reti obsolete e troppo piene, da risolvere! - Uncem è pronta a lavorare con Governi, Ministeri, Dipartimenti della Presidenza del Consiglio per dare a tutto il Paese, in tutta l'Italia, nelle zone montane, rurali, interne dell'Italia, dei segnali buoni per telefonare, mandare messaggi, navigare su internet dal proprio smartphone. Reti mobili 4G. Non senza 5G - aspettando il 6G - necessario per ridurre il divario digitale portando nuovi servizi e diritti di cittadinanza. Un percorso indispensabile nel 2024, per usare bene i fondi del PNRR e della coesione per la digitalizzazione del Paese. L'innovazione parte dai territori. Parte dai piccoli Comuni, dalle montagne italiane.

Ridurre i divari digitali, le sperequazioni e le disuguaglianze è un imperativo. Come affermato in più occasioni dal Presidente Uncem Marco Bussone, non basta togliere le difficoltà di connessione in mobilità nelle gallerie della linea ACAV ferroviaria tra Torino, Milano, Firenze e Salerno. Occorre investire per dare segnali alla montagna, ai piccoli Comuni. Tutti, senza distinzioni. Alpi e Appennini. Serviti da rete fissa a banda ultralarga e da rete mobile 5G. Lo devono fare gli operatori, lo deve fare lo Stato arrivando dove le imprese private non arrivano. Anche le Regioni facciano la loro parte, sul modello degli investimenti guidati con Uncem e Lepida da Regione Emilia-Romagna.
Gallerie e territori, Montagne e linee. Flussi necessari e decisivi per unire il Paese. Buon 2024.

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06/01/2024, 0:41
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CAOS CIG E PIATTAFORME, UNCEM: ENTI LOCALI IN BALIA DI CAMBIAMENTI E BUROCRAZIE



Sui Cig occorre cambiare. I Comuni registrano da alcuni giorni un complesso problema tecnico-contabile che rischia di inchiodare le macchine amministrative degli Enti. La delibera Anac che dal 1° gennaio 2024, in ottemperanza a quanto previsto per adempiere alle riforme PNRR modifica completamente il sistema dei CIG, elimina Simog e la sostituisce con una piattaforma più performante e completa, sopprimendo gli "smart cig". Per i piccoli Comuni lo smart cig rappresenta il 90 per cento dei cig presi (cioè praticamente tutti eccetto le opere pubbliche) ed è un sistema veloce, immediato, facile. Toglierlo, secondo Uncem, è stato del tutto inopportuno.

Pensare di adottare la procedura cig standard per incarichi da poche centinaia di euro e obbligare ditte artigiane o individuali o negozietti di paese ad aderire a piattaforme telematiche non è efficace. E impedirà di fatto quegli acquisti che si fanno ancora nei piccoli esercizi commerciali di vicinato e montani.

"Un Comune astigiano scrive a Uncem una propria esperienza emblematica - sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - insistiamo per avere una mensa scolastica a km0, comprando ogni giorno la carne dal macellaio, il prosciutto dal salumiere, il pane dal fornaio del paese. Un bello smart cig ed eravamo a posto. Ora come lo diciamo a Pina del negozio di iscriversi a Traspare per una fornitura che ogni anno non arriva a 1000 euro? E gli esempi possono continuare con il ferramenta, la cartoleria, ecc. Per non parlare di quando incarichiamo per 500 euro la compagnia teatrale dialettale, o il concertino per la festa patronale..."

Ci sono Comuni che negli ultimi giorni dell'anno hanno preso il maggior numero di smart cig possibili per le determine delle spese ripetitive del prossimo anno. "Ma è un palliativo momentaneo, perché il problema si ripresenterà quotidianamente e creerà ingorghi amministrativi e contabili, rallentamento nei servizi e negli acquisti, complicazioni invece di semplificazione", aggiunge Bussone

"La proposta Uncem è questa: se proprio lo smartcig allo Stato non piace, aboliamo il Cig per acquisti di beni e servizi fino a 5000 euro e semplifichiamo. Così come si prospetta la situazione, il rischio è complicare la vita ai Comuni, grandi e piccoli, infilandoli in nuove burocrazie senza fondo".

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08/01/2024, 17:08
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CAOS CIG. UNCEM AD ANAC E MIT: REINTRODUCETE SMART CIG E TOGLIETE OBBLIGO CIG SOTTO I 5MILA EURO DI SERVIZIO E ACQUISTO



"Gli smart cig, semplici e chiari, devono essere reintrodotti subito. E, come previsto dalla Finanziaria 2007, si tolga l'obbligo di Cig per acquisti sotto i 5mila euro. Anac e MIT, ai quali ho scritto nelle scorse ore, diano fiducia ai Comuni e a tutti gli Enti, alla PA del Paese. Togliamo burocrazia, non aggiungiamone. Creaiamo piattaforme semplici, interfacce chiare, prevediamo tempi rapidissimi a carico dei Collaboratori dei Comuni per compilare form on line che diano codici associati a trasparenza. Quanto sta succedendo in queste ore ha dell'incredibile. Blocca gli Enti locali".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

"Per comprare la piattaforma Traspare, quella meno costosa, ogni Comune deve spendere 1.800 euro! Ogni azienda, poi, grande o piccola che sia, deve pagare per poter iscriversi. È assurdo. Eliminata la vecchia semplice piattaforma - prosegue Bussone - usare il MEPA con credenziali nuove e interfacce non chiare, sta bloccando i Comuni. Non solo piccoli. Non si dica che se i piccoli hanno il problema è colpa loro, dell'essere piccoli appunto. Non sono sprovveduti. Sta circolando questa idea. I Sindaci non sono persi nell'etere. Sono sul pezzo e si impegnano loro stessi sull'innovazione delle piattaforme. Con intelligenza reale. Le piattaforme semplici servono a tutti. Piccoli e grandi. Ma non si leghi l'ingresso su MEPA allo Spit del legale rappresentante, ovvero il Sindaco, perché non può entrare lui direttamente, e nei piccoli Comuni non è di certo tutti i giorni in Municipio. Trasparenza è semplicità. Ma sotto certe soglie, come i 5mila euro, si faccia a meno dei codici. Oggi, con il nuovo sistema, per avere un codicillo si impiega più di mezz'ora, quando la piattaforma funziona. Prima servivano pochi minuti. Non vogliamo si torni indietro oppure andare contro i dettami UE in funzione dell'attuazione e del successo del PNRR. Il Piano deve riuscire! Anche nelle riforme. Vere. Chiediamo però semplicità. Di semplificazione e riduzione della burocrazia diciamo sempre di tutto, troppo. Lo evito oggi. E parlo come Uncem del bisogno di semplicità. Piattaforme semplici, fiducia, e chiarimenti. Diamoli subito ai Comuni, come Uncem ha chiesto ad ANAC e ai Ministeri".

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10/01/2024, 16:25
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ANAC DEVE INTERVENIRE SUI CIG. UNCEM: SEMPLIFICARE E METTERE PIATTAFORME FACILI. SU SMART CIG SITO NON RAGGIUNGIBILE

"Semplificare è veramente difficile per il nostro Paese. E mi spiace dirlo, constatarlo con tanti Sindaci. Sui CIG è successo di tutto in pochi giorni. La nota ANAC di ieri annuncia e linka una piattaforma non raggiungibile. Ora intervenga la Politica. Con un portale semplice, economico, gestito con efficacia per ottenere i codici. E togliere l'obbligo sotto una soglia, ad esempio di 5mila euro. Ma si faccia bene, con chiarezza e in tempi rapidi".

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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11/01/2024, 19:36
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CAOS CIG, UNCEM: LEGISLATORE CONSENTA SEMPLIFICAZIONE ED ELIMINAZIONE DEL CODICE SOTTO I 5MILA EURO

Comuni bloccati dal caos CIG. Situazione di stallo, non senza ansia negli uffici comunali, in attesa che il legislatore intervenga, come i Comuni e Uncem auspicano. Per eliminare lungaggini burocratiche e garantire semplificazione nelle piattaforme. Finora niente si è mosso e ANAC, dopo la nota del 10 gennaio, poco ha fatto. La piattaforma annunciata nel comunicato funziona male e a sprazzi. I microaffidamenti sotto i 5mila euro non devono avere CIG: su questa richiesta Uncem, ancora peraltro prevista dal Codice dei Contratti pubblici, nessuno sta intervenendo. Non deve farlo ANAC, che legislatore non è, lo deve fare il Parlamento, come Uncem ha chiesto, invitando all'azione anche i Ministri competenti per materia. Occorre superare ogni problematica e realmente semplificare per garantire trasparenza e pubblicità agli appalti, non mettendo in crisi gli operatori economici che operano con la PA.

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16/01/2024, 13:56
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MANDATI LIBERI SOTTO I CINQUEMILA ABITANTI, UNCEM: COSTRUIRE FORME DI PARTECIPAZIONE NUOVE È COMUNQUE NECESSARIO

"Eliminare i tre mandati per i Comuni fino a 5mila abitanti, come il Governo si appresta a prevedere per decreto, non signifca avere 'Sindaci-podestà'. Occorre nei piccoli Comuni coinvolgere nuove generazioni, individuare forme di partecipazione, introdurre nelle liste nuove figure. Questa tensione, nei piccoli Comuni, si chiama comunità. L'impegno di singoli Candidati e Candidate sindaci, la disponibilità e la professionalità acquisita sono certo che potranno unirsi a formazione e stimoli per nuove persone che scelgono di impegnarsi nelle Amministrazioni comunali, con nuove idee, come Consiglieri comunali e, quando necessario anche alla guida del gruppo come candidati Sindaco, in una logica di interazione e condivisione, ma anche evoluzione, che dobbiamo ricercare".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

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