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Uncem Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
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Marco
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SEGRETARI PAGATI NELLE UNIONI DI COMUNI E NELLE UNIONI MONTANE, OK ALLA PROPOSTA SOSTENUTA DA UNCEM. MA ADESSO COMPENSI ANCHE PER I PRESIDENTI
I Segretari comunali che sono anche Segretari di Unioni di Comuni (e Unioni montane) potranno avere una indennità maggiorata. Lo ha stabilito l'intesa tra Aran e parti sindacali per il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per il triennio 2019-2021 per i circa 13.640 Dirigenti, Dirigenti amministrativi tecnici e professionali e Segretari Comunali e Provinciali dell’Area dirigenziale delle Funzioni Locali.
Uncem da dieci anni ribadisce che doveva essere prevista indennità aggiuntiva per i Segretari delle Unioni, finora al lavoro gratuitamente. La prestazione è aggiuntiva a quella svolta nei Comuni che fanno parte delle Unioni stesse e dunque deve essere retribuita. "Bene questa intesa, come affermato anche dal Ministro Zangrillo - rileva il Presidente Uncem, Marco Bussone - ma adesso la norma nazionale intervenga per coprire un vuoto che riguarda i Presidenti di Unioni, Unioni montane e Comuni, ma anche Consorzi. Che a oggi non sono pagati. Firmano atti e hanno grandi responsabilità, oltre a quelle dei rispettivi Comuni, dunque aggiuntivi. E devono essere retribuiti. Come fino a ieri per i Segretari, oggi la legge lo vieta. Invece riteniamo che serva una azione istituzionale del Parlamento per correggere una stortura che riguarda Presidenti e Giunta negli Enti sovracomunali. Una azione politica sancisca finalmente che per ogni ruolo e responsabilità vi è una indennità di carica. Intervenire al più presto, già nella legge di bilancio 2024, è secondo Uncem necessario".
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15/12/2023, 19:44 |
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Marco
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DISEGNI DI LEGGE SU MONTAGNA E PICCOLI COMUNI IN PARLAMENTO. MOLTEPLICI TESTI, IN ATTESA DEL DEFINITIVO DEL MINISTRO CALDEROLI. UNCEM PRONTA AL LAVORO
"In attesa di leggere il testo definitivo del disegno di legge sulla Montagna scritto dal Ministro Calderoli, sono già stati depositati in Parlamento diversi disegni di legge su aree montane e piccoli Comuni. Sono testi con proposte interessanti, che riguardano anche l'assetto istituzionale del Paese, la fiscalità differenziata recentemente richiamata dal Presidente Mattarella, il lavoro dei Comuni insieme. Sono certo che potrà partire, da gennaio, un ottimo lavoro parlamentare, con i testi del Governo, della maggioranza e delle opposizioni. Uncem è pronta a collaborare, al lavoro insieme ai Ministri e ai Parlamentari, che sin d'ora ringraziamo".
Così il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone.
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15/12/2023, 21:35 |
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Marco
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CARTA DI CHIVASSO, AUTONOMIE PER L'AUTONOMIA. UN NUOVO RUOLO DELLE ALPI E DELLE MONTAGNE. CONVEGNO UNCEM LUNEDI 18 DICEMBRE A CHIVASSO
La montagna riparte da Chivasso, Città simbolo della storia dei popoli alpini e della Politica per le montagne europee. Citata anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel recente incontro del 4 dicembre con Uncem. Amministratori pubblici, Cittadini, docenti Universitari, studenti, Associazioni, persone impegnate in associazioni e istituzioni - piemontesi, valdostani, trentini, ladini, veneti, valtellinesi, liguri, cuneesi, valsusini - si ritroveranno a Chivasso lunedi 18 dicembre. Un incontro pubblico istituzionale, non una commemorazione della "Dichiarazione delle popolazioni alpine" del 1943, anche se lo spirito che animerà i partecipanti proverà a essere molto vicino a quello di Chanoux, Page, Chabod, Coďsson, Malan, Peyronel e Rollier che nel dicembre 1943 stilarono il celebre documento che ha posto le basi dell'autonomia delle Alpi. Una mattinata di riflessione sulle difficoltà e sul destino politico delle montagne che per valori, tradizioni di governo, sensibilità e buone pratiche possono portare un contributo innovatore al sistema politico-economico locale e nazionale, europeo. Verso gli Stati uniti d'Europa.
Il convegno Uncem di lunedi mattina alle ore 9,30, dal titolo "Carta di Chivasso 1943-2023. Enti locali, territori, montagna per le trasformazioni del tessuto istituzionale" si terrà nella Sala Consiliare del Municipio. Si inserisce nelle celebrazioni per gli 80 anni della "Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine" che a Chivasso coinvolgeranno istituzioni, docenti universitari, studiosi, autorità e esponenti di realtà associative. La Giunta comunale chivassese - che Uncem ringrazia per l'impegno - le promuove in collaborazione con il Movimento Federalista Europeo (MFE), il Centro Studi sul Federalismo di Torino, la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), Uncem, il Centro Culturale Protestante di Torino, le sezioni ANPI della Provincia di Torino e di Chivasso, la Fondazione Luciano Bolis di Pavia, l’Unitre di Chivasso, il Liceo Classico Scientifico Musicale Isaac Newton e l’Istituto di Istruzione Superiore Europa Unita di Chivasso. Gli eventi, patrocinati dalle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta, si svolgeranno in una tre giorni di grande interesse, con il primo appuntamento fissato per sabato 16 dicembre nella sala consiliare del Comune di Chivasso. Poi lunedi 18 e martedi 19 dicembre.
"Stiamo attraversando crisi - affermava il professore e giurista valdostano Robert Louvin, nel 2012 proprio a Chivasso - nelle quali sentiamo più che mai la necessità di valorizzare territori e identità. Chiamiamo a raccolta popoli delle Alpi per un percorso comune di impegno nuovo. Così ci ritroviamo e saremo in molti, con uno spirito simile a quello del 1943". Che senso ha oggi un incontro delle comunità alpine, delle montagne italiane? Siamo contro il flusso della storia? Si deve ripartire proprio dai territori, dalle Autonomie locali che lavorano insieme, Comuni uniti e coesi, per uscire dalla crisi politica, ambientale, economica. Vivere in montagna o vivere in pianura è profondamente diverso ed è proprio dalle peculiarità dell'abitare e dell'aver abitato per millenni in un territorio difficile che trae la linfa la cultura alpina - ma anche appenninica - che può offrire grandi risorse in questa fase storica.
La Carta di Chivasso avanzò la proposta di trasformare l’Italia in un sistema politico federale e repubblicano, con un’organizzazione su base regionale e cantonale. Per le sue caratteristiche, la Carta mostra notevoli similitudini con il celebre Manifesto di Ventotene. "Lavoriamo per sentirci meglio dentro la casa comune delle Alpi, non solo per chi vive in montagna, ma anche per la campagna, la città, le valli - evidenziano Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte - Vale anche per l'Appennino. Ponendo la questione delle Alpi, proponiamo il ritorno a un paese vero, legato ai territori. Le Alpi presentano oggi grandi sfide, ma anche risorse ambientali e comunità da valorizzare. Dobbiamo metterci in rete tra di noi, mantenendo la nostra identità politica, costruendo forza delle Autonomie per una vera autonomia, per l'attuazione della Costituzione e in particolare del titolo V, per rifome durature, nuovo assetto istituzionale, impegno per i diritti di cittadinanza, portando e offrendo quei valori e principi che stanno nella Carta di Chivasso, dunque nell'arco alpino, nella sua Storia, nei paesi e nelle culture. Sono per tutti, per l'Italia e per l'Europa.
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16/12/2023, 11:50 |
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Marco
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CARTA DI CHIVASSO: RIPARTIAMO DAI TERRITORI E DALLE AUTON0MIE PER DARE NUOVA FORZA AI TERRITORI MONTANI. APPUNTAMENTO LUNEDI 18 DICEMBRE A CHIVASSO
UNCEM, Città di Chivasso, Regione Piemonte, Movimento Federalista Europeo promuovono il 18 dicembre a Chivasso un incontro pubblico - nell'anniversario della Carta di Chivasso | 1943-2023 - su "Enti locali, territori, Montagna per le trasformazioni del tessuto istituzionale", all'interno di un importante ciclo di appuntamenti sulla Carta.
Ecco il testo della Carta:
Noi, popolazioni delle Vallate Alpine, CONSTATANDO che i venti anni di malgoverno livellatore e accentratore sintetizzati dal motto brutale e fanfarone di «Roma Doma», hanno avuto per le nostre Valli i seguenti dolorosi e significativi risultati: OPPRESSIONE POLITICA, attraverso l'opera dei suoi agenti politici e amministrativi (militi, commissari, prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti e ignoranti di ogni tradizione locale, di cui furono solerti distruttori; ROVINA ECONOMICA, per la dilapidazione dei loro patrimoni forestali e agricoli, per l'interdizione dell'emigrazione con la chiusura ermetica delle frontiere, per l’effettiva mancanza di organizzazione tecnica e finanziaria dell'agricoltura, mascherata dal vuoto sfoggio di assistenze centrali, per l’incapacità di una moderna organizzazione turistica rispettosa dei luoghi, condizioni tutte che determinarono lo spopolamento alpino; DISTRUZIONE DELLA CULTURA LOCALE, per la soppressione della lingua fondamentale del luogo, là dove esiste, la brutale e goffa trasformazione in italiano dei nomi e delle iscrizioni locali, la chiusura di scuole e di istituti autonomi, patrimonio culturale che è anche una ricchezza ai fini della migrazione temporanea all'estero.
AFFERMANDO che la libertà di lingua, come quella di culto, è condizione essenziale per la salvaguardia della personalità umana; che il federalismo è il quadro più adatto a fornire le garanzie di questo diritto individuale e collettivo e rappresenta la soluzione dei problemi delle piccole nazionalità e minori gruppi etnici, e la definitiva liquidazione del fenomeno storico degli irredentismi, garantendo nel futuro assetto europeo l'avvento di una pace stabile e duratura; che un regime repubblicano democratico a base regionale e cantonale è l'unica garanzia contro un ritorno della dittatura, la quale trovò nello Stato monarchico accentrato italiano lo strumento, già pronto, per il proprio predominio sul paese; che in tale regime democratico-federale i ceti dei lavoratori devono vedere sicuramente salvaguardati i loro diritti con le opportune autonomie operaie aziendali in modo da impedire ogni ritorno capitalistico; fedeli allo spirito migliore del Risorgimento.
DICHIARIAMO quanto segue. AUTONOMIE POLITICO-AMMINlSTRATIVE: Nel quadro generale del prossimo Stato italiano, che, economicamente e amministrativamente auspichiamo sia organizzato con criteri federalistici e che politicamente vogliamo basato sui principi democratici, alle Vallate Alpine dovrà essere riconosciuto il diritto di costituirsi in Comunità politico-amministrative autonome sul tipo cantonale. Come tali, a esse avranno comunque assicurato, quale che sia la loro entità numerica, almeno un posto nelle Assemblee legislative regionali e nazionali. L'esercizio delle funzioni politiche e amministrative locali, comunali e cantonali, dovrà essere affidato a elementi originari del luogo o aventi ivi una residenza stabile di un determinato numero di anni che verrà fissato dalle assemblee locali. AUTONOMIE CULTURALI E SCOLASTICHE: Per la loro posizione geografica di intermediarie fra diverse culture, per il rispetto delle loro tradizioni e della loro personalità etnica, e per i vantaggi derivanti dalla conoscenza di diverse lingue, nelle Valli Alpine dovrà essere pienamente rispettata e garantita una particolare autonomia culturale e linguistica consistente nel: Diritto di usare la lingua locale, là dove esiste, accanto a quella italiana in tutti gli atti pubblici e nella stampa locale. Diritto all'insegnamento della lingua locale nelle scuole di ogni ordine e grado con le necessarie garanzie ai concorsi perché gli insegnanti risultino idonei a tale insegnamento. L'insegnamento in genere sarà sottoposto al controllo e alla direzione di un consiglio locale. Ripristino immediato di tutti i nomi locali.
AUTONOMIE ECONOMICHE: Per facilitare lo sviluppo dell'economia montana e conseguentemente combattere lo spopolamento delle Vallate Alpine, sono necessari: Un comprensivo sistema di tassazione delle industrie che si trovano nei cantoni alpini (idroelettriche, minerarie, turistiche e di trasformazione ecc.), in modo che una parte dei loro utili torni alle Vallate Alpine e ciò indipendentemente dal fatto che queste industrie siano o meno collettivizzate.
Un sistema di equa riduzione dei tributi variabile da zona a zona a seconda della ricchezza del terreno e della prevalenza di agricoltura, foresta o pastorizia.
Una razionale e sostanziale riforma agraria comprendente: l'unificazione della proprietà familiare agraria, oggi troppo frammentaria, allo scopo di ottenere un miglior rendimento delle aziende, mediante scambi e compensi di terreni e mediante una legislazione adeguata;
l'assistenza tecnico-agricola esercitata da elementi residenti sul luogo e aventi, a esempio, delle mansioni di insegnamento nelle scuole locali, di cui alcune potranno avere carattere agrario;
il potenziamento da parte dell'autorità locale della vita economica mediante libere cooperative di produzione e consumo.
Il potenziamento dell'industria che conduce alla formazione di un ceto operaio evoluto e capace. A questo scopo si potranno anche affidare, ove occorra, all'amministrazione regionale o cantonale, anche in caso di organizzazione collettivistica, dell'artigianato, il controllo o l'amministrazione delle aziende aventi carattere locale.
La dipendenza delle opere pubbliche locali dall'amministrazione cantonale e il controllo di quest'ultima su tutti i servizi e concessioni aventi carattere pubblico.
Questi principi, noi rappresentanti delle Valli Alpine, vogliamo vedere affermati da parte del nuovo Stato italiano, così come vogliamo che siano affermati anche nei confronti di quegli italiani che sono o potrebbero venire a trovarsi sotto dominio politico straniero, e li proclamiamo oggi con la sicura coscienza di servire così gli interessi e le aspirazioni di tutti coloro che, come noi, credono negli ideali di libertà e di giustizia. Chivasso, 19 dicembre 1943
Appuntamento a Chivasso lunedi 18 dicembre.
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17/12/2023, 19:03 |
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Marco
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CARTA DI CHIVASSO: LE ALPI UNISCONO L'EUROPA. MA SERVONO OPPORTUNE STRATEGIE PER SUPERARE LE BARRIERE. E INVESTIMENTI. COLLEGAMENTO DAL TENDA CON CHIVASSO
Le Alpi uniscono l'Europa, regione unica al centro del continente. Ma per rendere possibile questa unità, servono strategia e investimenti. Uncem lo dirà nella mattinata di lunedi 18 dicembre a Chivasso, ricordando la Carta nell'anniversario della firma della Dichiarazione di Chivasso. Dalle ore 9,30, in municipio. Con docenti universitari, amministratori locali, cittadini, sindacati, imprese, terzo settore. Il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero sarà collegato da Limone Piemonte, dove alle 13 di domani (lunedi) si tiene il presidio promosso da Confcommercio, dalle Associazioni di categoria del commercio e dell'industria - tutti insieme e non divisi, oltre ogni ideologia e posizionamento - con Politici, Amministratori e imprese, per chiedere - tutti devono fare la loro parte! - a tutti i livelli istituzionali di sbloccare i lavori. Di avere un tunnel vero viario e ferroviario, di stringere legami tra Valli Cuneesi, Liguria, Francia, verso Ventimiglia, Nizza, il Principato di Monaco. Insieme per avere - prioritario e decisivo - una vera e chiara strategia sui transiti alpini, decisivi per l'Italia e per l'Europa. Tutti i transiti. Uno è legato all'altro, e ogni territorio è interdipendente. Il Tenda ha necessità di sbloccare i lavori, chiuderli bene e in fretta, ma anche di un tunnel di base; servono il Mercantour, il Bianco raddoppiato, la TAV in Val Susa e il Frejus senza blocchi francesi. Fino al Gottardo, passando per il Sempione, con visione e investimenti. Chivasso collegata con Limone domani, per dire che solo le valli alpine insieme, in territori metromontani uniti, le città con le valli, Torino e Milano o Bergamo con le Alpi, sono funzionali a un'unico percorso di crescita - che riguarda tutti, che tiene insieme, che unisce, che genera coesione, senza contrapposizioni o frammentazioni. Un percorso unitario vincente.
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18/12/2023, 11:44 |
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Marco
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FONDI PER LO SCI E L'INNEVAMENTO IN LEGGE DI BILANCIO. UNCEM: PER LA MONTAGNA SERVE BEN ALTRO E DI PIU'. PARLAMENTO CORREGGA QUESTA VISIONE LUDICA DI ALPI E APPENNINI
"Sono sorpreso dal leggere tra gli emendamenti della legge di bilancio, unico per le aree montane, l'aumento di 100 milioni di euro del fondo per l'ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale. Era stato previsto sulla legge di bilancio dello scorso anno dal Ministro del Turismo. Le modalità di impegno e spesa dei primi 200 milioni stanziati a dicembre 2022 hanno completamente escluso, nonostante il nostro appello alla Ministra Santanché, Comuni, Unioni montane, Comunità montane. Un grave errore. Solo gli impiantisti, imprese private, hanno beneficiato di queste risorse. Una scelta che non vorremmo fosse reiterata con i nuovi 100 milioni che si stanno stanziando, da aggiungere al fondo iniziale. Perché non vorremmo che prevalesse, di questi tempi, una visione di montagna ludica. Alpi e Appennino non sono un parco gioco della città. Tantopiù in tempi di crisi climatica. Sappiamo bene quanto sia importante il comparto neve, e va sostenuto. Ma accanto a questi 100milioni sarebbe stato importante prevedere 100 milioni di euro, o 300 come Uncem aveva chiesto, per finanziare la strategia delle Green Communities, e i 160 progetti candidati dai territori nel 2021 sul bando PNRR. E invece no. Innevamento e risalita, ma non sviluppo economico e sociale che vada oltre alcuni comparti e che tocchi gli Enti locali montani. Neve e risalita che riguarda oggi 300 Comuni in Italia su 3400. Per la montagna italiana servono ben più di quei 100 milioni della nuova manovra".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
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18/12/2023, 11:45 |
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Marco
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PRESTITI E MUTUI A TASSO ZERO PER CHI RISTRUTTURA IMMOBILE O LO ABBATTE E RICOSTRUISCE PER RENDERLO GREEN E SENZA CONSUMO DI ENERGIA. PROPOSTA UNCEM AD ABI
Mutui e prestiti a tasso zero per chi recupera immobili, anche con abbattimento e ricostruzione, e porta in classe A la classe energetica. La proposta è stata fatta dal Presidente Uncem Marco Bussone ad ABI all'interno di un tavolo sull'efficienza energetica degli edifici. Uncem ha chiesto una soluzione che permetta di non aspettare interventi statali con spesa pubblica, bensì di favorire la rigenerazione del patrimonio con banche che, su un tema così decisivo per il futuro del Paese, intervengono con misure straordinarie, azzerando tassi di mutui e prestiti per i prossimi tre anni.
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20/12/2023, 11:35 |
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Marco
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SEMPLIFICAZIONE REGIS, UNCEM: SCEGLIERE LA VIA DEL BUON SENSO PER RENDERE POSSIBILE IL PNRR
La piattaforma Regis deve essere completamente trasformata e alleggerita. Così come è, non è funzionale al successo del PNRR. Mentre prolifernano corsi e master per usare Regis, addirittura a pagamento - Uncem è stata l'unica organizzazione finora a denunciare questo scempio - i Comuni registrano ogni giorno maggiori difficoltà nella fruizione del sistema. Il successo del pNRR dipende dal buon senso che chi ha costruito Regis adotterà nel semplificare la piattaforma stessa. Togliendo bachi e riducendo le necessità di dati. Il sistema di gestione del PNRR così come è mette in crisi i Comuni e gli uffici. Nei piccoli centri i Sindaci vengono in soccorso ai loro dipendenti per utilizzarlo. In mancanza di una riforma di Enti locali vera, che sarebbe stata fondamentale per il PNRR agevolando il lavoro insieme tra Comuni, le difficoltà di utilizzo del Regis pesano ancora di più. Semplificarlo e renderlo più avegole e veloce è una urgenza che Uncem chiede ai Ministeri e alle Direzioni di Palazzo Chigi che hanno in mano le sorti del PNRR.
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20/12/2023, 16:14 |
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QUATTRO MILIONI DI EURO SUL TURISMO SOSTENIBILE, 148 MILIONI PER GLI IMPIANTI DI RISALITA E LO SCI. UNCEM: MINISTERO TURISMO
Quattro milioni di euro per la promozione dell’ecoturismo e del turismo sostenibile che mirino a minimizzare gli impatti economici, ambientali e sociali. 148 milioni di euro per Fondo per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale. Entrambi i fondi arrivano dal Ministero del Turismo. Vanno alle imprese. Decreti e graduatorie sono stati pubblicati nelle scorse ore sul sito del Dicastero guidato dalla Ministra Santanché. Sorprende Uncem l'enorme forchetta di risorse tra i due fondi. Entrambi previsti nella legge di bilancio 2023, dunque varata dal Parlamento un anno fa, per quello agli impiantisti di risalita sappiamo già che si aggiungeranno 100 milioni nella legge di bilancio il cui esame è partito oggi alla Camera dei Deputati. Diciamo che da 4 a 148 passano 144 milioni. Che potevano essere distribuiti diversamente, anche mettendo in sinergia i due fondi e i due finanziamenti. "Guardando - evidenzia il Presidente Uncem Marco Bussone - alla vera sostenibilità, alle green communities, non solo ai 300 paesi alpini e appenninici con impianti di risalita, importantissimi, ma non da soli, in un sistema". Come scrive Carlin Petrini, "non vi è turismo senza felicità delle comunità". I finanziamenti del Ministero del Turismo, ribadiamo con forza, vanno investiti coinvolgendo insieme con le imprese - come Uncem aveva chiesto, inascoltata senza motivo, in alcuni tavoli tecnici ministeriali - direttamente gli Enti locali, Comuni, Unioni montane, Comunità montane. Potevano essere loro i beneficiari, per fare progetti integrati pubblico-privati, per le comunità locali. Le risorse ministeriali vanno direttamente alle imprese. Molti fondi per far fronte al futuro dello sci. Che con la crisi climatica in corso, tragedia come ribadisce il Papa, va totalmente ripensato. Ci dovranno aiutare 148 milioni oggi e altri 100 che si aggiungeranno. Usiamo per dire cosa si fa domani sulle piste, come rendiamo l'arroccamento trasporto pubblico locale, vera essenza dei territori. Democratizziamo la fruizione della risalita meccanica, destagionalizzando. Possiamo, dobbiamo ripensare la sostenibilità del turismo invernale senza neve, con molte meno precipitazioni, con costi energetici importantissimi e in aumento. Perché, sapendo tutti che il turismo è un comparto fondamentale per l'economia di tante valli - non senza agricoltura e dunque paesaggio - Uncem crede nell'investire su un futuro che affronti crisi climatica, demografica, economica. Che attanaglia tutte le montagne. Ci guidi questo impegno nell'uso di 148 (+4) milioni di euro.
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24/12/2023, 21:50 |
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Marco
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COMPIE 70 ANNI LA LEGGE SUI SOVRACANONI IDROELETTRICI. UNCEM: DA QUELLA NORMA LA SPINTA OGGI PER UN NUOVO RUOLO DEI TERRITORI E DELLE COMUNITA' IN MEZZO A GARE O PROLUNGAMENTI DELLE CONCESSIONI PER DIGHE, INVASI, GRANDI IMPIANTI Settant'anni fa, il 27 dicembre 1953, il Parlamento varava la legge recante le "Norme modificative al testo unico delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, riguardanti l’economia montana", fortemente voluta dal Ministro Vanoni. Un nuovo approccio ai territori, un cambio di paradigma, un nuovo ruolo per le zone montane dove acqua e forza di gravità producevano e producono energia elettrica. Con grandi benefici per i concessionari. Che grazie alla 959 venivano in parte ridistribuiti ai territori. Legge e settore idroelettrico sono raccontati in un volume pubblicato oggi da Uncem, scaricabile in PDF qui: https://uncem.it/idroelettrico-dossier- ... e-9591953/"I concessionari di grandi derivazioni d’acqua per produzione di forza motrice, - scrive l'articolo 1 della 959 - le cui opere di presa siano situate, in tutto o in parte, nell’ambito del perimetro imbrifero montano, sono soggetti, in sostituzione degli oneri di cui all’art. 52 del testo unico delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, al pagamento di un sovracanone annuo di lire 1300 per ogni chilowatt di potenza nominale media, risultante dall’atto di concessione". Un punto fermo ancora oggi. Naturalmente con adeguamenti all’euro, Istat e naturali incrementi nel corso di sette decenni. Acqua e forza di gravità hanno un valore. Che deve essere riconosciuto ai territori montani dove questi beni si generano e vengono protetti dalla stessa presenza delle comunità, dei paesi, con la cura dei versanti, con la tutela delle fonti. Chi guadagna grazie alla concessione, deve dare una percentuale di queste entrate ai territori. Il sovracanone ai Comuni, ai territori è democrazia. È così ancora oggi, con diversi adeguamenti e con una mobilitazione, anche di Uncem, che negli anni ha permesso di mantenere e potenziare il sovracanone per i territori montani, attraverso Comuni, Consorzi, Unioni montane e Comunità montane. Dal 2022, per le derivazioni d’acqua per produzione di forza motrice con potenza nominale media superiore a 220 kW, la misura del sovracanone annuo è fissata per il biennio 1° gennaio 2022 - 31 dicembre 2023, in euro 31,94 per ogni kW di potenza nominale media concessa o riconosciuta. Secondo QualeEnergia, la potenza idroelettrica in Italia ammontava a fine dicembre 2022 a 21.720 MW per un totale di 4.840 impianti. Sono 339 gli impianti sopra i 10 MW a dare l’83% della potenza installata (18.129 MW). Nel 2022 l’idroelettrico ha generato quasi 28 TWh, con un calo del 37,7% sul 2021 (quasi 17 TWh in meno). Nel 2022 ha così coperto l’8,3% della richiesta elettrica nazionale. Oggi i sovracanoni valgono 260 milioni di euro complessivamente in Italia, che tornano ai territori montani. Poco. Circa l'1% del fatturato complessivo. Uncem, nel Diga Day del 2010, evidenziò la necessità di salire almeno al 15%. Un sovracanione vero per i territori montani. "Perché è importante oggi, a 70 anni quella legge 959? Introduce il principio che il territorio conta, vale, il servizio ecosistemico di protezione della fonte, di stoccaggio dell'acqua in bacini e dighe più o meno grandi ha un valore - afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - Ma è veramente importante perché oggi i territori sono in mezzo a una partita storica. Che vale miliardi di euro. Ovvero il rinnovo, come alcuni auspicano, o il prolungamento, come altri si aspettano, delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche. Le concessioni sono già scadute, altre, come quelle Enel, scadranno nel 2029. E lo Stato, che ha affidato due anni fa la materia gare alle Regioni, ma che ha per competenza la 'concorrenza', deve decidere cosa fare. La Francia ha chiesto a Bruxelles di non fare le gare, di prolungare le concessioni per difendere l'asset strategico, la produzione di energia con i nostri beni. C'è chi afferma che con le gare arriverebbero grandi società internazionali cariche di finanze e fondi. A prendere le concessioni. Il rischio esiste. Uncem ha al suo interno Sindaci e Amministratori che vorrebbero le gare, e altri che propendono per il prolungamento delle concessioni alle attuali aziende presenti nelle valli, naturalmente ridiscutendo canoni e sovracanoni. In entrambe le soluzioni, il territori deve contare. Alcune Regioni sono già partite con le gare e hanno anche previsto energia gratuita che i concessionari devono dare alle attività sociali ed economiche sui territori. Di certo il territorio non può essere spettatore. E la 959 dice che i benefici devono essere a livello di Comuni insieme, non da soli a dimensione di valle, i sovracanoni devono andare a potenziare le green communities ad esempio, dando senso e forma anche alla norma statale che prevede i servizi ecosistemici-ambientali, con una delega del 2015 al Governo, per normarli, che tutti gli Esecutivi hanno fatto cadere. Riprenderla è necessaria. Per rilanciare i principi della 959 e dare ai territori montani, alpini e appennini, pieno ruolo".
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28/12/2023, 14:31 |
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