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UNCAI- Unione Naz. Contoterzisti Agromeccanici e Industriali
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Marco
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Gli agromeccanici di Bologna in assemblea con Uncai
Da Apimaie Bologna rilanciato l’appello per un Albo nazionale di categoria che distingua chiaramente gli agromeccanici dagli agricoltori”
BOLOGNA - Davanti a un bivio c’è sempre una scelta. Si è svolta, così, la prima assemblea degli agromeccanici Apimaie Bologna dal loro ingresso in Uncai dello scorso dicembre. Per l’Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola, Industriale ed Edile di Bologna sono intervenuti il presidente Erik Benedetti e il direttore Claudio Trombetti, per Uncai il presidente Aproniano Tassinari e il direttore tecnico Roberto Scozzoli per Uncai. Presente anche Roberto Fantoni, presidente del Consorzio Apimai Servizi.
“Siamo grati agli agromeccanici di Bologna di aver scelto di proseguire la loro storia associativa con Uncai”, ha detto in apertura Aproniano Tassinari: “Si tratta per noi di un segnale forte per continuare a chiedere una più netta qualificazione delle imprese agromeccaniche, quali realtà a supporto delle aziende agricole e degli agricoltori, in nessun modo equiparabili a loro, dal momento che costruiscono il proprio successo imprenditoriale non decidendo cosa coltivare, ma con la professionalità, la precisione e la tempestività dei servizi agromeccanici offerti prima di tutto agli agricoltori; inoltre numerosi agromeccanici non hanno terra né in affitto né di proprietà”. “Non capiamo a quale scopo equiparare le due categorie”, ha proseguito il presidente Tassinari: “Hanno una storia e dei compiti differenti. L’agricoltore ha una responsabilità diretta di fronte alla collettività, produce cibo nel rispetto del territorio e dell’ambiente. Invece gli agromeccanici sono responsabili del proprio operato di fronte agli agricoltori; sono professionali se mandano in gol l’agricoltore, facendogli centrare tutti gli obiettivi economici, ambientali e sociali. Meritano sostegni e aiuti specifici che per Uncai passano da un Albo nazionale di categoria che li identifichi con grande chiarezza”.
Buona parte degli agromeccanici è tuttavia anche agricoltore, conducendo dei fondi a vario titolo: “In questi casi si tratta di tenere ben separate le due attività, facendo di quella conto terzi un’attività di impresa e non connessa, ossia un servizio professionale orientato al cliente e non un modo che lo Stato italiano concede agli agricoltori per diversificare il reddito agrario”, ha proseguito il direttore di Uncai Roberto Scozzoli che ha concluso ricordando i compiti di una associazione di contoterzisti: “Offrire agli associati servizi efficaci e puntuali, e soprattutto veramente tarati sulla realtà agromeccanica, da quelli fiscali e di contabilità a quelli tecnici legati, per esempio, alla Pac o alla gestione e utilizzo corretto dei dati raccolti con mezzi e attrezzature connesse tra loro, affinché possano lavorare in azienda in totale tranquillità. Solo se restiamo uniti e facciamo massa critica saremo presi sul serio, non certo se lasciamo che gli agromeccanici vengano sciolti e confusi tra gli agricoltori” .
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24/04/2023, 18:14 |
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Marco
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UNCAI ad Avellino
Sabato 29 aprile a Sant'Angelo dei Lombardi (Avellino) incontro con gli agromeccanici campani organizzato da Uncai Campania, Confagricoltura Avelino, Cetta Antonio srl e Case IH-Steyer
AVELLINO – Agricoltura di precisione, motorizzazioni e combustibili nuovi, ma anche albo degli agromeccanici, contratto di categoria, crediti di imposta per l’agricoltura digitale e il carburante agricolo: sabato 29 aprile, a partire dalle 17.00, si terrà all’hotel Goleto di Sant'Angelo dei Lombardi (Avellino) l’incontro di presentazione di UNCAI Campania, l’associazione che riunisce le imprese agromeccaniche irpine. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con il concessionario Cetta Antonio srl e il costruttore Case IH.
La prima parte dell’incontro, dedicata alla presentazione della realtà associativa UNCAI Campania, vedrà gli interventi di Marco Todisco, presidente dell’associazione, e di Donato Rossi, delegato di giunta nazionale Confagricoltura. Quindi, Antonio Cetta di Cetta srl, Guido Fastellini e Osvaldo Brigatti di Case IH-Steyr illustreranno alcune tecnologie avanzate sviluppate dal Gruppo CNH Industrial. Saranno quindi affrontati con il coordinatore UNCAI, Fabrizio Canesi, e il direttore tecnico, Roberto Scozzoli, alcuni temi cari ai contoterzisti campani, come le modalità di assegnazione del gasolio agricolo agevolata, l’accesso al credito di imposta 4.0 e gli strumenti normativi che tutelano gli agromeccanici. I lavori saranno infine chiusi dal direttore di Confagricoltura Avellino Antonio Caputo e dal presidente di UNCAI Aproniano Tassinari.
“Si tratta di un incontro pensato per rispondere prima di tutto alle domande che gli agromeccanici si pongono di fronte a ogni nuova soluzione tecnologica: se convenga dotarsene o se occorra attendere. Crediamo che in alcuni casi i tempi siano maturi. Esiste una galassia di soluzioni per l’agricoltura digitale che beneficiano ancora del credito di imposta, occorre però conoscere bene le regole per accedere al beneficio fiscale ma anche non perderlo in un secondo momento”, illustra il presidente di Uncai Campania Marco Todisco. Saranno portate all’attenzione dei terzisti campani alcune soluzioni specifiche, dalla guida satellitare alle stazioni meteorologiche, dai sensori che rilevano la vigoria della pianta e molte altri parametri alle mappe di resa che misurano in campo le caratteristiche della granella. Soluzioni che spesso, oltre ad avere delle ricadute economiche positive per l’azienda agromeccanica, portano benefici all’ambiente come nel caso del diserbo elettrico nei vigneti. “Siamo al cospetto di un mondo in forte trasformazione che ha posto al centro il tema della sostenibilità. Non si tratta semplicemente di tecnologie che cambiano, si tratta soprattutto di tecnologie che ci cambiano. Il modo di fare agricoltura sta evolvendo, e crediamo che perno di questa crescita saranno proprio gli agromeccanici”, afferma il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari.
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26/04/2023, 18:47 |
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Marco
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Rossi ha quindi sottolineato il ruolo chiave degli agromeccanici quale risorsa preziosa affinché l’azienda agricola non esca dal mercato, ma, al contrario, rispetti le nuove regole dettate dalla Pac 23-27 e colga le opportunità offerte, per esempio, dal carbon farming.: “È in atto un cambio di paradigma che richiede investimenti e imprese agromeccaniche performanti, che, operando su ampi comprensori, consentano a tutte le aziende agricole di superare i tipici limiti strutturali dell’agricoltura italiana e di perseguire gli obiettivi della strategia europea farm to fork”, ha detto. Infine Giovanni Colucci di Confagricoltura Avellino ha spalancato le porte a Uncai: “I nostri uffici e i nostri servizi sono a disposizione nell’interesse reciproco e in quello superiore delle aziende agricole”.
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04/05/2023, 6:53 |
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Marco
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La sicurezza negata
Tra i tanti numeri usati per presentare al mondo l’agricoltura italiana uno viene sempre oscurato: sono i 120 morti di trattore all’anno, il prezzo pagato pur di evitare la revisione periodica dei mezzi agricoli
“È trascorso quasi un mese dal convegno a Montecitorio sulle morti bianche in agricoltura organizzato dall’onorevole Sergio Costa e dai rivenditori di macchine agricole, e tutto sembra tacere. Nel frattempo i mass media hanno abboccato alle bufale su insalate in busta, insetti, carne sintetica; hanno trasformato il nulla in grandi narrazioni popolari, con il piglio del buon cane da compagnia più che da guardia della democrazia”, afferma il direttore tecnico Uncai Roberto Scozzoli, tra i relatori del convegno organizzato lo scorso 18 aprile da Federacma (la federazione delle associazioni dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio) per invitare le istituzioni a riflettere sui 120 decessi ufficiali l’anno legati ai mezzi agricoli non sicuri e sul modo per dimezzarne il numero: “La revisione periodica dei mezzi agricoli è presente in diversi paesi europei, non si capisce per quale motivo solo l’Italia sia riuscita a farne una questione insormontabile, un opera più utopica del ponte sullo Stretto”.
Il prezzo della mancanza o dell’usura dei più basilari sistemi di sicurezza come la cintura o il rollbar è salatissimo: 120 morti è la costante che si ripete anno dopo anno e potrebbe essere quantomeno dimezzato se solo si spendessero poche migliaia di euro per mettere a norma il trattore. “Centoventi è il numero ufficiale, ma credo che il numero reale sia più alto. Parliamo soprattutto di coltivatori diretti, di hobbisti e di anziani che arrotondano la pensione. Agricoltori senza dipendenti a cui rendere conto, e se la disgrazia capita, capita a loro e ritengono di chiudere così la questione. Cosa gli si può dire? Perché la morte di un operaio in un altoforno è un incidente sul lavoro mentre la morte di un agricoltore causata dal trattore è considerata una disgrazia?”, prosegue Scozzoli.
La risposta dovrebbe arrivare in punta di diritto, ma la legge è ferma dal 2015, quando all’approvazione del decreto interministeriale che ha dato il via alla revisione dei mezzi agricoli, non è mai seguito un decreto attuativo che specificasse dove eseguirla, con quali attrezzature e come formare meccanici-revisori di trattori. Solo una tabella con le scadenze entro le quali portare a revisione (ma dove?) il proprio trattore, in base all’anno di immatricolazione. Così oggi circolano ancora 1,2 milioni di trattori sprovvisti di cintura di sicurezza e 670mila privi di rollbar. Appena 100mila hanno adeguato i mezzi agricoli fuori norma. “Occorre lavorare di concerto su alcune ipotesi di soluzioni per rendere più agevole e meno oneroso per gli agricoltori l’adeguamento alle norme di sicurezza dei mezzi agricoli. Perché, diciamolo chiaro e tondo, se per un rollbar e una cintura di sicurezza basta una cifra relativamente bassa, moltissimi ferri vecchi oggi in circolazione non passerebbero la revisione neppure con freni e motore nuovi”, conclude il direttore tecnico degli agromeccanici Uncai.
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11/05/2023, 15:49 |
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Marco
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Consiglio Uncai a Ferrara
Alluvione in Romagna, investimenti in sostenibilità agroambientale e agricoltura 4.0 compromessi, carbon farming i temi affrontati con Tassinari, Gherardi e il CdA Uncai
FERRARA – Si è svolto nei giorni scorsi nella sede di Confagricoltura Ferrara, a pochi chilometri della Romagna e dall’alluvione, il Consiglio Uncai. “Abbiamo chiesto a Confagricoltura Ferrara di ospitarci in segno di vicinanza e solidarietà alle popolazioni alluvionate e per lanciare un appello dal mondo agricolo e agromeccanico. Il tessuto produttivo romagnolo, pur in ginocchio, sta cercando di rialzarsi eroicamente mettendo in campo tutti i mezzi e le risorse a disposizione”, ha detto il presidente Uncai, Aproniano Tassinari, durante il Consiglio di amministrazione, “In questo momento occorre portare la massima attenzione alle imprese del territorio, sia agricole sia agromeccaniche, parlando in modo univoco, perché il rischio è perdere una locomotiva economica fondamentale per l’agricoltura del nostro Paese”.
“Ci si risolleva solo insieme, agricoltori e agromeccanici”, ha risposto il consigliere nazionale di Confagricoltura Nicola Gherardi, presente all’incontro. “Per superare il passato e il dramma del presente occorre aprirsi a una visione innovativa. L’azienda agricola cresce nella misura in cui al suo fianco c’è anche un terzista che fa innovazione”, ha aggiunto, sottolineando come l’agromeccanico sia spesso il primo a percepire le novità e dove stia andando il settore: “Tante volte, infatti, il contoterzista investe in macchinari innovativi senza sapere se l’agricoltore glieli chiederà. Oggi vede un’opportunità nelle attrezzature e nelle tecnologie per l’incremento della fertilità e della sostanza organica nel suolo. Ma mettere il suolo nella condizione di captare più CO2 deve garantire un ritorno economico agli agricoltori affinché gli investimenti e i servizi agromeccanici più innovativi siano incoraggiati. Potremmo avere dei distretti agricoli, delle province, ad esempio l’intera Romagna, carbon free, ma occorre che la politica e le istituzioni accompagnino ora questo percorso senza accumulare ritardi. Il registro pubblico dei crediti di carbonio derivanti dalle attività agroforestali di recente istituito presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) può essere messo al servizio di tutta l’agricoltura dando subito modo ad agricoltori e contoterzisti di commercializzare i crediti di carbonio. Potrebbe essere la grande sfida operativa, oltre che scientifica, per far ripartire il settore su nuove basi”.
“In Romagna questo percorso di innovazione tecnologica 4.0 e di sostenibilità agro ambientale era ormai avviato e a buon punto”, ha aggiunto il direttore tecnico di Uncai e direttore di Apimai Ravenna, Roberto Scozzoli. “L’alluvione ha azzerato tutto, compromettendo i terreni degli agricoltori e i macchinari degli agromeccanici. Chiediamo quindi al Governo di portare il credito di imposta 4.0 quantomeno al 50% per gli imprenditori delle aree colpite dall’alluvione e un’accelerazione sulla certificazione del lavoro svolto dagli agromeccanici, anche a tutela del territorio”.
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23/05/2023, 23:28 |
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Marco
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Romagna, stima danni e carenza d’acqua irrigua nei terreni non alluvionati: in fretta un Commissario
Prima di ripristinare terreni e infrastrutture, fare una stima dei danni. Preoccupa la carenza d’acqua nei campi non alluvionati. Scozzoli: “I soccorsi no, ma l’agricoltura della Romagna rischia di fermarsi senza un Commissario coadiuvato da un esperto agricolo che tuteli gli interessi di agricoltori e agromeccanici”
RAVENNA – Mentre gli agromeccanici romagnoli e bolognesi continuano a rendersi disponibili ad aiutare con macchinari e maestranze la popolazione vicina, gli amici e colleghi di lavoro, inizia la stima dei danni dell’alluvione, azienda per azienda. “Prima di effettuare qualsivoglia iniziativa di ripristino dei terreni o delle proprie infrastrutture occorre che le agromeccanici e agricoltori eseguano una perizia di stima dell’attuale stato aziendale per proprio conto”, avverte Roberto Scozzoli, direttore di Apimai Ravenna e di Uncai. “Le associazioni agromeccaniche di Ravenna, Bologna, Forlì e Cesena, aderenti a Uncai, si sono attivate per questo servizio con tecnici e periti che andranno direttamente presso le aziende”.
L’alluvione ha reso irrecuperabili, sicuramente per quest’anno, molti terreni già avviati a coltura. Le aziende a indirizzo ortofrutticolo e orticolo per il proprio sostentamento possono contare esclusivamente sui terreni non alluvionati o che si stanno via via asciugando. Ora rischiano di avere un ulteriore danno, sembra un paradosso ma non lo è, per l’indisponibilità di acqua di irrigazione. “Abbiamo subito segnalato alle autorità competenti la carenza di acqua nel CER e nei Consorzi di Bonifica della Romagna Centrale ed Occidentale”, evidenzia Scozzoli: “Preoccupa l’assenza e il vistoso abbassamento del livello dell’acqua nei diversi fiumi e canali irrigui delle entità consortili, tanto da non poter disporre dell’acqua necessaria alle diverse esigenze irrigue delle colture ortive, erbacee in genere e frutticole, per il trapianto del pomodoro, l’ingrossamento del tubero nelle patate e del bulbo nelle cipolle. Il problema si evidenzia anche nelle colture arboree che necessitano di irrigazione costante come il kiwi. Da una prima stima solo nella provincia di Ravenna sono in sofferenza per carenza d’acqua 2000 ettari di terreni, per una PLV potenziale di oltre 10.000 euro ad ettaro”. Diversi agromeccanici e agricoltori mostrano inoltre preoccupazione per le paratie nelle chiuse nei fiumi romagnoli ancora abbassate che non potrebbero garantire un sufficiente invaso di acqua durante il periodo estivo necessario all’irrigazione delle colture: “Come tutti noi sappiamo tale disponibilità è necessaria per portare a raccolta le colture che, ricordiamo, sono ad alta redditività ma anche ad alti costi colturali. Costi colturali che sono già avvenuti con concimi già distribuiti, piantine di pomodoro già acquistate e in prossimità di trapianto, interventi fitosanitari già svolti: tutti temi da affrontare con urgenza con il Commissario. I soccorsi no, ma l’agricoltura della Romagna rischia di fermarsi senza un Commissario coadiuvato da un esperto agricolo che tuteli gli interessi di tutti gli agricoltori e agromeccanici”, conclude il direttore tecnico di Uncai.
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29/05/2023, 17:17 |
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Marco
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Efficienza conto terzi per l’agricoltura piemontese
Il Presidente Uncai Aproniano Tassinari sollecita la Regione a dotarsi di un Albo degli agromeccanici “per l’ambiente, la sicurezza e la competitività del settore”
TORINO – “Anche i Contoterzisti sono tra gli autori dei successi dell’agricoltura piemontese. Manca però un Albo regionale che li metta sullo stesso piano per professionalità e riconoscibilità dei colleghi delle altre grandi regioni del Nord Italia, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto”, è l’appello del presidente di Uncai Aproniano Tassinari.
Qualche giorno fa il presidente di Regione Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore alla Montagna e Foreste Fabio Carosso, l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa hanno incontrato a Cuneo gli amministratori locali e i rappresentanti delle organizzazioni agricole e dei produttori per presentare la nuova programmazione dello sviluppo rurale 2023 – 2027 del Piemonte. “A Cuneo c’è anche un’importante associazione di contoterzisti, l’Unione Trebbiatori, presieduta da Massimo Silvestro che, insieme alle associazioni di categoria delle altre province piemontesi, attende dalla Regione una decisione circa l’istituzione di un Albo dei contoterzisti agromeccanici, premessa necessaria alla delibera di finanziamenti dedicati a loro e all’attivazione della misura del Complemento per lo Sviluppo Rurale riservata dall’Europa e dall’Italia alle attività agromeccaniche non agricole (SRD14)”, aggiunge il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti.
Durante l’incontro il presidente Cirio ha sottolineato come il Piemonte possa disporre, in cinque anni, di circa 800 milioni. In proporzione sono più risorse rispetto alla programmazione precedente: “Se uno degli obiettivi dei fondi europei e regionali è rispondere in maniera mirata alle esigenze agroambientali dell’agricoltura, è noto come le principali innovazioni meccaniche e tecnologiche che impattano positivamente sull’ambiente siano introdotte proprio dai Contoterzisti, potendo ammortizzare gli investimenti in pochi anni. L’impiego dei mezzi agricoli su superfici che superano i confini della singola azienda agricola, attraverso interventi puntuali caratterizzati dalla professionalità di chi opera con una recta ratio orientata al cliente, permette di portare i benefici del cambiamento dappertutto, ottimizzando i costi e incrementando la competitività delle aziende agricole, oltre che la sicurezza sul lavoro. Per scaricare a terra le innovazioni agronomiche e agromeccaniche fondamentali per ambiente, clima e competitività, non basta affidarsi alle forze e disponibilità delle sole aziende agricole”, conclude Aproniano Tassinari.
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06/06/2023, 19:02 |
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Marco
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Alluvione e poi?
Il Presidente Uncai scrive al ministro Lollobrigida: “Post alluvione, contoterzisti e concretezza assenti, poche le direttive veramente utili per la ripartenza”
ROMA – Poche direttive veramente utili per la ripartenza post alluvione e contoterzisti agromeccanici dimenticati. In una lettera, inviata al ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, il presidente Uncai Aproniano Tassinari invita il Masaf a pianificare le operazioni necessarie alla definizione dei danni e delle fasi di ripristino andando incontro alle esigenze concrete delle aziende.
Pur apprezzando quanto sin qui fatto dall’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi e il DG Agricoltura Valtiero Mazzotti, Uncai evidenzia come manchino “direttive che orientino le aziende agricole in merito alle operazioni ordinarie da eseguire sulle colture danneggiate, alle operazioni straordinarie sulle colture arboree, alle bonifiche e alle altre doverose operazioni fondiarie”.
Il presidente Tassinari chiede, dunque, come devono comportarsi gli agricoltori. È necessario che attendano che qualche tecnico vada presso i centri aziendali a verificare l’effettivo danno? Possono mettersi già all’opera per ripristinare i campi e impostare le colture autunnali o, in caso di colture arboree, per smantellare e successivamente ripristinare gli impianti? Ci si chiede come saranno calcolati i danni e i risarcimenti qualora l’agricoltore si presti alla lavorazione dei terreni. Sono tenuti ad attendere il sopralluogo di un tecnico o possono iniziare a programmare il 2024?
“Se c’è la volontà che l’agricoltura romagnola salvi almeno la prossima annata, l’azienda agricola dovrebbe essere invitata a chiamare subito il suo contoterzista agromeccanico di fiducia per svolgere tutta una serie di lavori straordinari urgentemente. Per esempio, nel caso degli alberi da frutta, occorre estirpare le piante morte, arare profondamente, rimuovere il limo depositato, bonificare il terreno e ripristinare le quote di campagna cancellate dall’alluvione, comprese strade e capezzagne. Solo dopo tutte queste operazioni agromeccaniche, che non si possono fare con i piccoli trattori degli agricoltori, ma con le macchine specializzate dei contoterzisti, si potrà procedere a nuovi impianti, sempre avvalendosi dei contoterzisti. La ripartenza passa da questo tipo di riflessioni e decisioni”, prosegue la lettera.
Non si possono dunque omettere i contoterzisti dal calcolo dei danni e dei ristori: “Con tutto il rispetto per gli agriturismi, previsti nei provvedimenti, i contoterzisti muovono un’economia ben più grande e fondamentale. Dall’alluvione i contoterzisti hanno subito danni diretti alle macchine e alle infrastrutture. A questi si aggiungeranno danni indiretti, perché, se non si mette in moto la macchina organizzativa con le direttive sopra abbozzate, nel 2023 i contoterzisti fattureranno poco o nulla mancando loro trebbiature e lavorazioni importanti come cimature, estirpi e falciature”, conclude Tassinari.
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13/06/2023, 18:15 |
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Alluvione, Contoterzisti romagnoli in Commissione ambiente
Il direttore di Apimai Ravenna e Uncai Roberto Scozzoli sentito i Commissione ambiente alla Camera: “Mancano indicazioni operative utili per la ripartenza: agricoltori e agromeccanici con le mani legate”
ROMA – È allarme per la ripartenza dell’agricoltura in Romagna: mancano indicazioni operative utili. Ieri i contoterzisti hanno avuto l’onore di essere uditi presso la Commissione ambiente alla Camera in merito ai fatti catastrofici in Romagna. Il direttore di Apimai Ravenna e di Uncai, Roberto Scozzoli, ha segnalato come le decisioni sin qui prese fermino la mano di chi lavora o vorrebbe riprendere a lavorare nelle campagne alluvionate. Sono frenati soprattutto i contoterzisti, mai citati nei provvedimenti sin qui emanati, che per la sola provincia di Ravenna, hanno subito danni per oltre 10 milioni di euro tra infrastrutture, macchine e attrezzature agricole “sommerse” e dimezzamento dei lavori agricoli (come la raccolta) a seguito di spese già anticipate: “Si va dagli oltre 1800 €/ha per le anticipazioni colturali del grano ai 9000 €/ha per quelle di colture orticole come patate e cipolla”.
“Occorre estirpare le piante morte, arare profondamente, rimuovere il limo depositato, bonificare il terreno, ripristinare le quote di campagna cancellate dall’alluvione, rifare strade e capezzagne. Solo dopo tutte queste operazioni agromeccaniche, che non si possono fare con i piccoli trattori degli agricoltori, ma con le macchine specializzate dei contoterzisti, si potrà procedere a nuovi impianti arborei, magari con specie e varietà più appetibili dal mercato”, ha detto il direttore tecnico Uncai.
Il punto è la carenza di direttive concrete per la ripartenza e l’assenza di stime veritiere dei danni, ha spiegato il direttore Scozzoli in audizione. “La precedenza è stata data alla ricerca dei fondi e di dati riguardanti i danni. Per quanto riguarda questi ultimi mi permetto di dire che vengono espresse cifre a vanvera, non supportate da una veridicità estimativa con rilievi svolti da professionisti in loco. Questo se permettete è scandaloso!”, ha aggiunto, evidenziando come i valori apparsi sulle testate nazionali, come un danno complessivo di 50 milioni per l’agricoltura ravennate, non siano veritieri: “Su un campione di circa 30 aziende agricole con orientamento sementiero, orticolo e arboreo ho stimato danni per oltre 40 milioni di euro solo di mancata produzione dell’annata in corso e per il ripristino fondiario e la sostituzione degli impianti arborei”. La domanda è se agricoltori e contoterzisti stiano facendo bene a ripristinare le minime condizioni fisico-chimiche dei terreni per coltivare, a ripristinare subito campi e impianti arborei e impostare le colture di secondo raccolto e autunnali oppure se fosse stato meglio attendere che qualche tecnico incaricato andasse presso i centri aziendali a verificare l’effettivo danno “Tutti ci stiamo chiedendo come verranno calcolati i risarcimenti vista la diversità dei danni. Perché vi è una casistica senza precedenti. Dopo oltre 30 anni passati in campo il sottoscritto durante le stime e perizie asseverate stenta, a distanza di un mese dall’alluvione, a riconoscere la coltura preesistente nel terreno”.
Da tale incertezza sui danni effettivi la richiesta di Apimai Ravenna e Uncai per le aree alluvionate: “Auspico che vengano introdotte tutte le risorse economiche per permettere il prosieguo delle attività agricole ed agromeccaniche non solo con lo slittamento degli oneri fiscali e/o con le sospensioni dei mutui e leasing, ma con una azione importante ed interventi economici a fondo perduto”.
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20/06/2023, 15:51 |
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Buon lavoro al generale Figliuolo
Il presidente Uncai Tassinari: “La persona giusta. Ora però fare in fretta per evitare di affossare un’agricoltura d’eccellenza e per riconsegnare i territori alla gente”
Uncai apprezza la decisione del Governo di nominare il generale Francesco Paolo Figliuolo quale Commissario straordinario alla ricostruzione dei territori alluvionati delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Fondamentale anche aver istituito un Fondo per la ricostruzione e un organo tecnico, la “Conferenza permanente”, che esprimerà, tra le alte cose, sul programma delle infrastrutture ambientali.
“Il Generale Figliuolo è la persona giusta. Figura di alto profilo, esperta nella gestione delle emergenze su vasta scala, si è distinto organizzando con successo la campagna vaccinale di massa contro il covid, e fu scelto da Mario Draghi anche perché super partes. Non un politico, ma un tecnico in grado di agire sui territori delle tre regioni colpite dall'alluvione con pragmaticità e celerità”, il commento del presidente di Uncai Aproniano Tassinari.
Ricostruire un reticolo idraulico composto da centinaia di km di canali e argini, tracciare le strade collinari pregiudicate dalle frane e realizzare finalmente adeguate casse di espansione dei fiumi: tutte opere necessaria per evitare di affossare un’agricoltura d’eccellenza e riconsegnare i territori alla gente. “Siamo certi che il Generale Figliuolo si dimostrerà la persona giusta per spazzare via, insieme al fango diventato duro cemento, l’incertezza nel futuro e lo scoramento delle persone”, prosegue il presidente Tassinari.
L’Unione Nazionale Contoterzisti valuta positivamente anche la scelta di nominare i presidenti delle tre regioni colpite dall'alluvione quali sub commissari per i rispettivi territori e membri della Cabina di coordinamento per la ricostruzione. “Tecnici e agromeccanici Uncai sono a disposizione per fornire pareri tecnici in seno alla Conferenza permanente, che sarà chiamata a esprimere pareri anche in merito alle infrastrutture ambientali necessarie a mettere in sicurezza i territori colpiti dall'alluvione e ad attuare una attenta strategia preventiva”, conclude il presidente Uncai: “Le moderne tecnologie agromeccaniche potranno tornare utili nella ricostruzione e poi nella manutenzione del territorio, dai modelli previsionali, ai droni e alla sensoristica digitale”.
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28/06/2023, 17:50 |
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