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Unaprol, consorzio olivicolo italiano
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Marco
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OLIO, UNAPROL: “NASCE RETE ITALIANA FRANTOI”
Si è svolto a Roma, presso il Villaggio Coldiretti del Circo Massimo, un tavolo di lavoro organizzato dall’Unaprol e finalizzato allo sviluppo della filiera olivicola a cui hanno partecipato una delegazione di frantoiani. Tra gli obiettivi dell’incontro, la possibilità di creare nuove sinergie tra aziende olivicole e i frantoi costruendo un percorso comune per rispondere alle richieste, in termini quantitativi e qualitativi, che arrivano dal mercato nazionale ed estero.
“C’è bisogno di una maggiore compattezza tra i frantoi e il mondo della produzione, soprattutto ora, alla vigilia di una campagna olearia molto negativa in termini quantitativi – spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Abbiamo già 350 frantoi tra i nostri soci, anche per questo abbiamo pensato di ideare un nuovo percorso con la nascita di Rete Italiana Frantoi che possa garantire loro più assistenza e rappresentatività. A tal fine è fondamentale che vengano stanziati i fondi per un piano olivicolo nazionale che preveda il sostegno al reddito per le aree in crisi del comparto, il reimpianto di nuovi oliveti e una serie di incentivi sia per la rottamazione dei frantoi obsoleti sia per l’efficientamento qualitativo di quelli esistenti”.
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07/10/2018, 11:32 |
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Marco
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OLIO, UNAPROL: “IN COMMISSIONE UE DURO ATTACCO AL PANEL TEST”
Si è svolto l’8 e il 9 ottobre, a Bruxelles, presso la Commissione Europea un gruppo di lavoro che ha riunito esperti del settore olivicolo. All’incontro hanno partecipato rappresentati del mondo agricolo, industriale e dei consumatori. Al centro della discussione il panel test, strumento utilizzato per la classificazione degli oli sulla base di una rigida procedura scientifica che, attraverso il lavoro di assaggiatore esperti, permette di valutare i parametri organolettici.
Durante l’incontro, il Presidente del gruppo ha acconsentito a far inserire all’ordine del giorno il parere di un tecnico, su richiesta del mondo industriale, senza alcuna comunicazione preventiva e senza dare la possibilità di replica a una controparte che rappresentasse le istanze del mondo agricolo. Tale esperto ha attaccato duramente il panel test sollevando critiche sulla scientificità del metodo e chiedendo l’eliminazione delle sanzioni per chi non rispetta i parametri stabiliti dalla “prova regina”, quella organolettica.
“Purtroppo, ancora una volta, registriamo un durissimo attacco al panel test, imprescindibile pilastro per tutelare la qualità del settore olivicolo, garantire la trasparenza e difendere produttori e consumatori dalle frodi e dalle contraffazioni – spiega David Granieri, presidente Unaprol – E’ inaccettabile ciò che è accaduto sia per il metodo adottato, sia per le tesi esposte. La scientificità del panel test, che si basa su procedure e calcoli matematici ripetibili e non condizionabili, è stata comprovata e si basa su un rigido regolamento stilato dall’Ue e dal COI. E’ necessario che l’Italia, il Paese della biodiversità in olivo, con oltre 530 cultivar e il primato europeo per oli extra vergine di oliva DOP e IGP, si ponga come baluardo a difesa del panel test. Per questo trovo sconcertante la posizione di Assitol schierata al fianco delle multinazionali che calpestano la dignità dei produttori italiani”.
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10/10/2018, 15:43 |
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Marco
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CONSUMI, UNAPROL: “ACCORDO CONFAGRICOLTURA - DEOLEO MINACCIA L’OLIO ITALIANO”
“Il settore olivicolo italiano attraversa un momento difficile: il calo record del 38% previsto per la campagna olearia, l’invasione di olio tunisino con gli sbarchi triplicati nel 2018, la prepotenza di alcune multinazionali che fingono di mantenere una parvenza di italianità e la stringente necessità di un piano olivicolo nazionale 2.0. In una situazione del genere trovo assurdo quanto affermato da Confagricoltura in riferimento alla “fase operativa” dell’intesa con Deoleo. Fermo restando l’assenza di dati concreti, dai quantitativi ai prezzi, parlare di “miglioramento della produzione e della produttività a livello agricolo italiano” quando si stringe un accordo con una multinazionale spagnola è quanto mai singolare. E pensare che una settimana fa, presso la Commissione Ue che ha riunito gli esperti del settore, c’è stato l’ennesimo attacco della Spagna al panel test, strumento fondamentale per tutelare la qualità, garantire la trasparenza e valorizzare la biodiversità in olivo che vede l’Italia primeggiare con oltre 530 cultivar. Colgo l’occasione per ricordare a Confagricoltura quanto accaduto solo sei mesi fa, con la multinazionale spagnola Deoleo che ha accettato di pagare circa 7 milioni di dollari di risarcimento per chiudere una class action intentata in California. Sull’origine e la qualità dell’olio extravergine di oliva commercializzato, i querelanti contestavano che sulle bottiglie ci fosse l’etichetta “Imported from Italy”, mentre le olive provenivano, oltre che dall’Italia, da altri Paesi. Un particolare che deve essere sfuggito a Confagricoltura, così come la pressante campagna della Spagna per l’abolizione del panel test. Di fronte a questi fatti, oggettivi, non si capiscono i vantaggi che deriverebbero agli olivicoltori da tale accordo”. Lo comunica in una nota David Granieri, presidente Unaprol.
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18/10/2018, 19:47 |
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Marco
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OLIO, UNAPROL: “CON CALO PRODUZIONE IN AUMENTO I FURTI DI OLIVE”
Nelle ultime settimane sono fortemente aumentate le segnalazioni degli olivicoltori per quanto riguarda i furti di olive. Episodi che hanno come grave conseguenza anche il danneggiamento delle piante, colpite con mazze di ferro per far crollare il maggiore numero di prodotto o addirittura tagliate per rivendere la legna o abbellire le ville. Il fenomeno, complice l’annata negativa in termini quantitativi, si sta diffondendo soprattutto al sud, a partire dalla Puglia, da cui arriva circa la metà della produzione olearia italiana, ma i furti sono in crescita anche in altre regioni e a volte riguardano pure le attrezzature agricole. “Non si tratta più di azioni compiute da singoli, siamo di fronte a gruppi di delinquenti che agiscono in maniera organizzata, a volte addirittura espiantando gli olivi - spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Con il calo record della produzione del 38% previsto per la campagna olearia 2018-2019, la situazione si è ulteriormente aggravata con tanto di ronde organizzate dagli olivicoltori per difendere il prezioso prodotto. E’ quindi assolutamente necessario che tutte le istituzioni competenti programmino azioni finalizzate al controllo dei territori e alla cattura dei responsabili di tali episodi. Per queste persone ci devono essere pene più severe poiché vanificano mesi di duro lavoro provocando gravissimi danni economici e deturpano l’ambiente facendo strage persino degli olivi monumentali”.
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24/10/2018, 18:34 |
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Marco
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MALTEMPO, UNAPROL: “MIGLIAIA DI ULIVI A RISCHIO: DANNI RECORD”
L’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia sta creando enormi problemi all’agricoltura e in particolare al settore olivicolo, nel pieno della campagna olearia 2018-2019. Danni ingenti si registrano non solo sulle olive, spazzate via dal forte vento, ma anche sugli ulivi con migliaia di piante sradicate o spezzate. Una situazione critica in una stagione che, secondo le stime, dovrebbe far registrare un calo record della produzione nazionale del 38%. Particolare grave la situazione in Puglia con una violenta tromba d’aria che ha colpito la provincia di Brindisi, ma segnalazioni dagli olivicoltori arrivano da tutte le regioni, dalla Calabria al Lazio.
“Dopo le gelate dello scorso febbraio che hanno compromesso 25 milioni di ulivi, la stagione negativa e la violenta grandinata di domenica scorsa, il settore olivicolo si trova ad affrontare l’ennesima emergenza dovuta a un evento estremo - spiega David Granieri, presidente di Unaprol – I danni agli ulivi comporteranno conseguenze pesanti anche nel lungo periodo, fermo restando il disastroso impatto a livello ambientale. In queste condizioni un piano olivicolo nazionale 2.0 deve diventare per il governo un’assoluta priorità”.
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29/10/2018, 18:37 |
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Marco
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OLIO, UNAPROL: “CON MALTEMPO E GELATE A RISCHIO IL 50% DELLA PRODUZIONE”
E’ il settore olivicolo quello maggiormente danneggiato dall’ondata di maltempo che ha colpito tutta l’Italia nelle ultime settimane. E’ quanto emerge dal bilancio della Coldiretti presentato questa mattina a Roma. Bombe d’acqua, grandinate e forte vento hanno colpito il comparto nel pieno della campagna olearia 2018-2019, spazzando via le olive e spezzando migliaia di ulivi, anche secolari. Una situazione drammatica in una stagione che, secondo le stime iniziali, avrebbe già dovuto far registrare un calo record della produzione nazionale del 38% a causa delle gelate dello scorso febbraio. Un dato che, alla luce del violento maltempo, è destinato a peggiorare ulteriormente, con il serio rischio che si arrivi al 50% di prodotto in meno, un vero record negativo per il settore. Particolarmente critica la situazione della Puglia, ma tutte le regioni hanno riportato danni significativi, dalla Sicilia alla Liguria, dalla Calabria al Lazio.
“Gli effetti si sentiranno anche sul lungo periodo perché, solo nel 2018, per colpa delle gelate e del forte vento sono stati compromessi circa 26 milioni di ulivi. In un contesto del genere è facile intuire quanto sia importante un piano olivicolo nazionale 2.0 - spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Per rilanciare un settore in difficoltà servono al più presto interventi strategici del governo che consentano di aumentare la superficie coltivata, reimpiantare nuovi oliveti, potenziare la filiera e valorizzare un patrimonio unico per biodiversità con 533 varietà di olive e il primato in Europa per numero di oli extravergine a denominazione con 43 DOP e 4 IGP”
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07/11/2018, 17:31 |
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Marco
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OLIVICOLTURA, UNAPROL: “BENE INNOVAZIONE MA MANTENERE IDENTITA’ E QUALITA’”
“Il futuro dell’olivicoltura italiana si basa su un presupposto fondamentale: coniugare innovazione e modernità con il patrimonio storico e culturale di questo settore che ha sempre fatto della biodiversità e della qualità due fattori imprescindibili. Da tempo sosteniamo sia necessario ridurre i costi di gestione degli oliveti e chiediamo al governo un Piano olivicolo nazionale 2.0 che preveda nei prossimi 4 anni l’aumento della superficie coltivata da 1 a 1,8 milioni di ettari, anche con l’incremento delle aree irrigue e tecniche innovative di risparmio idrico. Aumentare la quantità è necessario ma la vera sfida per il futuro del settore passa attraverso lo sviluppo di una politica basata sul valore. Per fare questo è necessario lavorare con strumenti di filiera che possano creare stabilità produttiva e quindi mercato, anche in termini di esclusività. Le capacità per attuare una politica del genere le abbiamo e affondano le radici nella nostra storia, nella sapienza nella trasformazione e nella ricchezza di biodiversità. E’ importante intraprendere un processo che porti all’ammodernamento degli impianti di trasformazione e al miglioramento delle capacità di stoccaggio del prodotto, ma tutto ciò deve procedere parallelamente alla difesa di un settore che rimane un punto di riferimento nel mondo per qualità e diversità con più di 500 cultivar, la nostra vera ricchezza. E’ impensabile quindi immaginare un futuro basato solo su impianti super-intensivi di cultivar straniere perché ciò significherebbe snaturare la nostra identità e cancellare un patrimonio unico a livello storico, culturale e paesaggistico. Siamo aperti al confronto con tutti coloro che siano intenzionati a impegnarsi per migliorare la produzione olivicola italiana e a cercare soluzioni che possano conciliare sviluppo, identità, biodiversità e sostenibilità dal punto di vista paesaggistico, agronomico e ambientale”. – Lo comunica in una nota David Granieri, presidente di Unaprol.
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15/11/2018, 20:03 |
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Marco
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OLIO, UNAPROL: “CIA SVENDE OLIVICOLTURA ITALIANA ALLA SPAGNA”
“L’olivicoltura italiana è ormai costantemente sotto attacco. In attesa di un intervento del governo, a sostegno di un settore che ha pagato il conto maggiore per gli eventi atmosferici estremi del 2018, è sconcertante dover constatare come anche chi dovrebbe essere chiamato a difendere gli olivicoltori preferisca stringere accordi con multinazionali straniere e svendere il nostro comparto. E’ di ieri la notizia del protocollo d’intesa firmato tra la Cia-Agricoltori Italiani e Carapelli, marchio controllato dal gruppo spagnolo Deoleo. Un’intesa che rappresenta l’ennesimo colpo per il made in Italy e per il mondo olivicolo italiano, sempre più terra di conquista per la Spagna. I dati ufficiali della Nielsen parlano chiaro: l’olio italiano rappresenta solo circa il 3% rispetto al totale dell’olio commercializzato dal gruppo Deoleo. Ritengo quindi che parlare dell’avvio di un “processo virtuoso per far crescere il mercato degli oli extravergini di qualità italiani” sia vergognoso e ingannevole. Il nostro patrimonio, unico al mondo per qualità e biodiversità con oltre 530 cultivar, andrebbe valorizzato e non svenduto a una multinazionale straniera con l’ennesimo accordo “foglia di fico”, privo di dati concreti, dai quantitativi ai prezzi. Senza dimenticare che la Spagna, da mesi porta avanti la battaglia per l’abolizione del panel test, strumento fondamentale per il nostro settore, e che la multinazionale spagnola Deoleo sette mesi fa ha accettato di pagare 7 milioni di dollari di risarcimento per chiudere una class action in California. Sull’origine e la qualità dell’olio EVO commercializzato, i querelanti contestavano che sulle bottiglie ci fosse l’etichetta “Imported from Italy”, mentre le olive provenivano, oltre che dall’Italia, da altri Paesi”. – Lo comunica in una nota David Granieri, presidente Unaprol.
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16/11/2018, 15:17 |
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Marco
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OMS, UNAPROL: “NUOVO ATTACCO ALL’OLIO EVO E AL MADE IN ITALY”
Ancora un duro attacco al made in Italy e a uno dei suoi prodotti simbolo: l’olio extra vergine di oliva. Sette Paesi della “Foreign Policy and Global Health” hanno presentato all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) un progetto di risoluzione che "esorta gli Stati Membri a adottare politiche fiscali e regolatorie" che dissuadano dal consumo di cibi insalubri. Tale piano verrà discusso entro la fine del 2018 dall’Assemblea Generale Onu a New York. Si tratta di un nuovo tentativo, dopo quello dello scorso settembre al Terzo Forum di alto livello dell’Onu sulle malattie non trasmissibili, per far passare bollini allarmistici e fuorvianti su alcuni prodotti, compreso l’olio EVO, a tutto vantaggio delle multinazionali.
“E’ una battaglia che da sempre ci vede schierati in prima linea per difendere alimenti di grande qualità che fanno parte della cultura e della tradizione italiana - spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Il tentativo di dissuadere dal consumo di olio, incoraggiando ad esempio verso l’acquisto di bevande gassate ricche di aspartame, è spiegabile solo attraverso logiche che purtroppo nulla hanno a che fare con una sana e corretta alimentazione. A rendere la vicenda ancora più paradossale è che tutto ciò arriva a pochi giorni di distanza dall’ennesimo studio, sostenuto in questo caso dall'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), in cui si dimostrano gli effetti benefici che derivano da un consumo quotidiano di olio extra vergine d’oliva. Secondo la ricerca, infatti, l'acido oleico, sostanza che si trova in grande quantità solo nell'olio extravergine di oliva italiano, aiuta a prevenire e combattere i tumori intestinali”.
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20/11/2018, 18:43 |
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Marco
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CONSUMI, UNAPROL: “DAGLI USA CONFERMA IMPORTANTE: OLIO EVO ELISIR DI LUNGA VITA”
La Food and Drugs Administration (Fda) statunitense ha invitato a indicare sulle confezioni degli oli contenenti almeno il 70% di acido oleico che il loro consumo porta benefici cardiovascolari, in quanto sostituisce il grasso saturo dannoso per il cuore. La notizia è stata diffusa oggi dalla Coldiretti, in occasione della Giornata della Riscossa degli oli italiani, a pochi giorni dal termine di una campagna olearia straordinariamente negativa, con una produzione dimezzata e ai minimi storici a causa delle gelate e del maltempo che hanno compromesso circa 25 milioni di ulivi.
“E’ un riconoscimento importante per l’olio di oliva italiano che ha percentuali di acido oleico ben superiori al livello indicato dall’Fda – spiega David Granieri, presidente Unaprol - Il nostro è un prodotto unico per qualità, biodiversità e sicurezza che purtroppo deve combattere non solo contro contraffazioni e speculazioni, ma anche contro gli attacchi di Paesi che adottano politiche fiscali punitive o sistemi di etichettatura a semaforo fuorvianti e penalizzanti per i consumatori. La notizia che l’olio EVO sia stato promosso dall’agenzia per la salute alimentare degli USA a “farmaco” per prevenire l’infarto e altre malattie del cuore, arriva a pochi giorni di distanza da uno studio dell'Airc, che dimostra gli effetti benefici che derivano da un consumo quotidiano di olio EVO in riferimento alla prevenzione dei tumori intestinali. Spero che i risultati della scienza siano tenuti in maggiore considerazione rispetto ai desiderata delle multinazionali”.
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24/11/2018, 14:23 |
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