OLIO, UNAPROL: “ACCORDO DI FILIERA E’ ATTO PATRIOTTICO A DIFESA DEL MADE IN ITALY”
“L’accordo di filiera sottoscritto oggi da Coldiretti, Unaprol, Federolio e FAI (Filiera Agricola Italiana), per un quantitativo di 10 milioni di kg e un valore di oltre 50 milioni di euro, rappresenta una tappa fondamentale nel processo che abbiamo intrapreso per difendere l’olio italiano, in primis dai violenti attacchi delle multinazionali straniere. Si tratta di un atto patriottico, di responsabilità, per costruire un nuovo modello, difenderci dalla aggressioni che arrivano dall’estero e rilanciare un settore che sta vivendo un momento di grande difficoltà, con la sensibile perdita di quote di mercato. Vogliamo scommettere sulla filiera perché è il sistema Italia che vince e non singoli pezzi. L’intento è quello di costruire qualcosa di assolutamente innovativo, per questo abbiamo previsto un prezzo minimo garantito per i produttori, una premialità sulla base di parametri qualitativi e stipulato un accordo pluriennale che possa garantire stabilità di mercato e programmazione. All’interno del contratto abbiamo creato anche un fondo comune a disposizione di tutti che svilupperemo dando la priorità alla ricerca. L’obiettivo è quello di far crescere tutto il sistema culturale che ruota intorno al mondo dell’olio e formare una classe imprenditoriale che possa sentirsi più protetta”. - Lo comunica in una nota David Granieri, presidente di Unaprol
MERCATO OLIO, UNAPROL: “ACCORDO DI FILIERA PER DIFENDERE LA QUALITA’ ITALIANA”
“L’accordo di filiera per l’olio italiano, sottoscritto da Coldiretti, Unaprol, Federolio e Fai (Filiera Agricola Italiana), mira a valorizzare la distintività, assicurare la giusta distribuzione del valore tra le parti, garantire la stabilità del mercato e ricostruire un’identità del sistema Paese. Presupposto fondamentale è l’italianità al 100% su cui ruota tutto il contratto che dà la giusta importanza alla qualità, premiata con specifiche maggiorazioni che variano da 0,30 a 0,60 euro sulla base di parametri legati alla sostenibilità. Si tratta quindi di incentivi significativi per gli olivicoltori, a partire da subito e in vista della campagna olearia 2018-2019 che si preannuncia molto complessa a causa dalle gelate di febbraio, per le quali abbiamo già chiesto il ristoro dei danni al Mipaaf. Di fronte abbiamo la Spagna che dichiara 2 milioni di tonnellate da vendere sul mercato, l’olio tunisino a dazio zero pronto a invadere l’Italia a prezzi bassissimi e multinazionali che espropriano di ricchezza il nostro Paese fingendo di mantenere una parvenza di italianità, presente ormai solo nel marchio. E’ chiaro che in una situazione del genere, con un settore in grande difficoltà e la perdita di quote di mercato, sia necessario provare a costruire un nuovo modello scommettendo sulla filiera”. - Lo comunica in una nota David Granieri, presidente di Unaprol.
AGROALIMENTARE, UNAPROL: "BENE DI MAIO SU OLIO TUNISINO A DAZIO ZERO"
“Accogliamo positivamente le parole del ministro Di Maio che, durante la visita in Sicilia, si è espresso in maniera chiara sulla necessità di rivedere il trattato Ue con la Tunisia che riguarda l’olio a dazio zero. Si tratta di una posizione più volta espressa da Unaprol è supportata dai dati: nel 2018 le importazioni dalla Tunisia sono quasi quadruplicate, con produzioni di bassa qualità svendute a prezzi insostenibili che provocano danni sia ai produttori sia ai consumatori. Una situazione non più sostenibile per l’Italia, soprattutto in un momento particolarmente difficile causato da diversi fattori che stanno incidendo pesantemente sullo stato di salute delle aziende olivicole, a partire dalle gelate dello scorso febbraio che hanno provocato danni a 25 milioni di ulivi con una perdita stimata complessivamente in 120 milioni di euro. L’eventuale proroga da parte dell’Ue, anche nel 2018, per altre 35mila tonnellate a dazio zero di olio tunisino rappresenterebbe quindi un ulteriore colpo per il comparto olivicolo, asset strategico dell'agroalimentare e bandiera del made in Italy nel mondo. Inoltre, per proteggere il settore, sarebbe auspicabile ripristinare il regolamento comunitario 2016/605 che prevedeva il blocco dei quantitativi in entrata da settembre a dicembre, in coincidenza con l’avvio della campagna olearia”. - Lo comunica in una nota David Granieri, presidente di Unaprol.
AGRICOLTURA, UNAPROL: “OLIO DI ROMA IGP GRANDE OPPORTUNITA’ PER LA REGIONE”
Si è tenuta questa mattina a Roma, presso il Tempio di Adriano, l’audizione pubblica di riconoscimento della denominazione Olio di Roma I.G.P., progetto che mira a valorizzare la produzione olivicola regionale con un brand di grande visibilità. Obiettivo dell’evento, promosso da Op Latium alla presenza dei funzionari del Ministero delle Politiche Agricole, la verifica finale del disciplinare di produzione e il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta "Olio di Roma", prima del passaggio, entro un mese, alla Commissione UE per la valutazione e l’iscrizione nell’apposito Albo comunitario. La superficie stimata per l’Olio di Roma I.G.P. è di circa 50mila ettari. “Oltre 100 Comuni hanno già dato supporto a questa iniziativa che rappresenta una grande opportunità, soprattutto per quelle province e quei territori che non avevano nessuna possibilità di avere una denominazione protetta – spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Sono passati quasi due anni dall'inizio di questo percorso, con la collaborazione dell’Arsial, oggi è una tappa fondamentale che arriva dopo un lungo processo di concertazione e condivisione con il supporto del Mipaaf. Il riconoscimento della denominazione è uno strumento a vantaggio delle imprese che aggiunge valore e aumenta la loro competitività”. Il Lazio è la quinta regione in Italia per produzione con una superficie investita ad olivo di 80mila ettari e la presenza sul territorio di oltre 68mila aziende olivicole. - Lo comunica in una nota l’Unaprol.
CONSUMI, UNAPROL: “PIU’ SPAZIO SUGLI SCAFFALI A OLIO EVO E’ SEGNALE POSITIVO DA COGLIERE”
L'olio EVO 100% italiano conquista spazi importanti sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata. E’ quanto emerge da una ricerca di mercato realizzata da Ismea che dimostra come, negli ultimi dieci anni, lo spazio dedicato all’olio extra vergine sia esattamente raddoppiato passando dal 13,3% al 26,6%. In crescita anche l’attenzione per DOP e IGP che salgono dal 10,6% al 12,9%, ma aumentano le difficoltà dei consumatori per identificare le differenze tra tipologie di prodotti e conseguentemente il tempo trascorso davanti allo scaffale: il 59% resta da 2 a 5 minuti, rispetto al 33,8% del 2008.
“Sono dati positivi, ma c’è ancora tanto lavoro da fare sotto il profilo culturale e sul consumo consapevole. La strada della qualità e della distintività è stata intrapresa ed è l’unica possibile per essere competitivi e vincenti sui mercati internazionali - spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Dobbiamo impegnarci anche affinché lo strumento di tutela dell'origine, valorizzazione e legame con il territorio diventi sempre più il modello di riferimento della politica agricola UE. Il maggior tempo impiegato per la scelta, invece, può essere imputabile al crescente utilizzo dell’olio EVO come prodotto civetta e soprattutto alla mancanza di trasparenza in etichetta, una battaglia che portiamo avanti da anni per tutelare la salute. I consumatori vogliono saperne di più, è necessario quindi migliorare la comunicazione/informazione in tutti i suoi aspetti”.
OMS, UNAPROL: “MADE IN ITALY SOTTO ATTACCO, MULTINAZIONALI CONTANO PIU’ DELLA SCIENZA”
Dopo i fuorvianti e discriminatori sistemi di etichetta a semaforo adottati da Gran Bretagna e Francia, l’Onu, in collaborazione con l’Oms, si prepara a colpire pesantemente la qualità del made in Italy. A fare le spese di un’insensata campagna che, attraverso immagini choc sulle confezioni, equipara il consumo delle nostre eccellenze agroalimentari alle sigarette, potrebbe essere anche il settore olivicolo. L’olio extra vergine di oliva, infatti, così come ad esempio Parmigiano reggiano, gorgonzola e prosciutto, rientra tra i prodotti messi sotto accusa per il contenuto di grassi, zuccheri e sale, nonostante numerose ricerche scientifiche abbiano ampiamente dimostrato le proprietà benefiche per la prevenzione del rischio cardiovascolare e la ricchezza di sostanze fenoliche bioattive e antiossidanti. Una tematica che verrà affrontata oggi, a Roma, nell’ambito della riunione del Comitato Oms Europa, alla presenza di 53 ministri della sanità pubblica, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“Negli ultimi 20 anni, secondo i dati del COI, il consumo pro-capite di olio di oliva è diminuito, passando da 13 kg a 10,5 kg e rappresenta il 4% dei consumi dei grassi da condimento nel mondo, siamo quindi lontanissimi da quantitativi preoccupanti – spiega David Granieri, presidente di Unaprol - L’Onu, oltre alle immagini choc, sta studiando sistemi di tassazione per colpire i prodotti della dieta mediterranea, dichiarata Patrimonio dell’Umanità e garanzia di longevità. Una palese contraddizione che deve far riflettere, anche alla luce del via libera a tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali che sembrano contare più della scienza: promosse bibite gassate ricche di aspartame, bocciato l’olio extra vergine di oliva. Scelte veramente incomprensibili che disorientano i consumatori e penalizzano le nostre eccellenze a partire dall’olio che rimane un punto di riferimento per qualità e sicurezza, visti i controlli rigorosi, a differenza di quanto avviene in altri Paesi”.
XYLELLA, UNAPROL: “STOP ALLE FAKE NEWS, DAL GOVERNO INTERVENTI E RISORSE”
L’emergenza Xylella deve essere un tema prioritario nell’agenda parlamentare e del governo perché c’è in gioco il futuro dell’olivicoltura italiana, asset strategico del settore agroalimentare e simbolo del made in Italy nel mondo. Questo uno degli argomenti affrontati oggi pomeriggio, in Commissione Agricoltura, dal presidente di Unaprol David Granieri, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla diffusione della Xylella fastidiosa nella regione Puglia che garantisce circa il 50% della produzione di olio italiano.
“Non c’è più tempo da perdere, è il momento di agire con responsabilità, attuando strategie idonee per aiutare il mondo agricolo, vivaistico e dei frantoi, evitando sterili polemiche e mettendo fine alle fake news – ha spiegato David Granieri - E’ inutile soffermarsi sugli errori passati, agli agricoltori servono risposte rapide a partire dagli indennizzi per le estirpazioni, necessarie a evitare che il contagio continui a espandersi. E’ fondamentale che il governo incrementi le risorse del Fondo di Competitività e del Fondo di Solidarietà Nazionale per consentire il pagamento degli ingenti danni alle imprese colpite, anche della trasformazione olearia. E’ necessario un lavoro comune e un’azione ampia e coordinata, sotto la guida della Commissione, che non può prescindere dal rifinanziamento di un Piano olivicolo nazionale 2.0, indispensabile per la realizzazione dei nuovi impianti con varietà resistenti e per sostenere la ricerca scientifica, sviluppata finora grazie all’impegno volontario di tecnici e studiosi che vanno supportati in modo concreto e duraturo. Inoltre, sposiamo in pieno la richiesta che arriva dai circa 400 frantoiani nostri soci sia di interventi economici per i frantoi oleari che intendono mantenere la struttura in vita, sia di contributi finalizzati alla dismissione dell’attività di trasformazione degli impianti obsoleti”.
CONSUMI, UNAPROL: “AL VILLAGGIO COLDIRETTI LE FAKE NEWS SULL’OLIO EVO”
Dal 5 al 7 ottobre Roma ospiterà il Villaggio Coldiretti nella splendida location del Circo Massimo. L’agricoltura italiana metterà in mostra le sue eccellenze attraverso degustazioni, laboratori del gusto, fattorie didattiche e il più grande mercato a km zero. Un posto di primo piano verrà dedicato all’olio EVO: si potrà infatti assistere dal vivo alla trasformazione delle olive in extra vergine e verrà allestita una grande oleoteca dove si assaggeranno prodotti provenienti da tutte le regioni, si scopriranno i giusti abbinamenti e si imparerà a riconoscere la qualità. Spazio anche per i bambini con l’iniziativa “Piccoli sommelier dell’olio crescono”, per sviluppare una corretta cultura alimentare e sensibilizzare i più giovani.
Unaprol sarà presente con uno stand (numero 12 – lato via dei Cerchi) e con una serie di iniziative finalizzate alla promozione e alla valorizzazione della produzione olivicola italiana. Venerdì 5 ottobre, alle ore 19, nell’area workshop, si terrà un dibattito sugli “Scenari attuali e futuri dell’olio extra vergine di oliva italiano”, a cui parteciperanno il presidente di Unaprol David Granieri e il presidente di Federolio Francesco Tabano, mentre sabato 6 ottobre, alle ore 14, nell’area workshop, ci sarà l’incontro con i frantoiani per “Lo sviluppo della filiera olivicola”. In programma ogni giorno anche degustazioni e show cooking.
Un’attenzione particolare verrà dedicata al tema delle fake news sull’olio extra vergine di oliva che disorientano i consumatori e influiscono negativamente sulla percezione del prodotto. Per questo presso lo stand Unaprol verrà esposto un pannello informativo con le 10 fake news più diffuse sull’olio EVO. “Per contrastarle è necessario sviluppare una maggiore cultura dell’olio e del consumo consapevole. Nel periodo dell’attacco al made in Italy con semafori e bollini è fondamentale fornire ai consumatori informazioni corrette – spiega David Granieri, presidente di Unaprol – Il Villaggio è una vetrina importante per l’olio italiano, alla vigilia di un’annata che si preannuncia molto difficile”.
OLIO, UNAPROL: “L'ITALIA IN DIFESA DEL PANEL TEST”
Si è svolto questa mattina presso il Mipaaft un incontro strategico per discutere del panel test, strumento fondamentale per la classificazione degli oli e per lo sviluppo della qualità nel settore olivicolo. L’argomento negli ultimi mesi è stato al centro della discussione, dopo la ventilata ipotesi di una sospensiva del metodo.
“Il ministero ha condiviso la necessità di assumere una posizione forte in difesa di questo strumento su cui l’Italia ha puntato per prima - spiega David Granieri, presidente di Unaprol - Per questo abbiamo concordato un documento unitario, che verrà presentato in Commissione a Bruxelles e al COI, nel quale viene spiegata in maniera dettagliata l'importanza di tale metodo. Il panel test deve essere l’architrave su cui costruire un sistema forte che tuteli con la massima trasparenza produttori e consumatori, abolirlo spianerebbe la strada a truffe e inganni e rappresenterebbe un tragico passo indietro per l’intero comparto olivicolo. E’ necessario quindi che la politica sia al fianco del mondo associativo in questa battaglia. L’Italia è il Paese della biodiversità in olivo, con oltre 530 cultivar censite e il primato europeo per oli extra vergine di oliva Dop e Igp. Su questa distintività e qualità dobbiamo puntare e in tal senso il panel test rappresenta una garanzia”. – Lo comunica in una nota David Granieri, presidente di Unaprol.
OLIO, UNAPROL: “SENZA PIANO OLIVICOLO 2.0 A RISCHIO MIGLIAIA DI AZIENDE”
Sono state presentate questa mattina, sabato 6 ottobre, al Villaggio Coldiretti del Circo Massimo, le stime della campagna olearia 2018-2019. Secondo Ismea si prevede un calo complessivo del 38% con 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici. In netta diminuzione la produzione nelle principali regioni olivicole, a partire dalla Puglia (-58%), da cui arriva circa la metà dell’olio italiano. Campagna che si preannuncia negativa anche in Calabria (-34%), Sicilia (-25%), Campania (-30%), e Lazio (-20%) con un calo provocato dai forti venti durante la fioritura e soprattutto dalle gelate di febbraio che hanno danneggiato 25 milioni di ulivi. Ottimo invece il livello qualitativo della produzione. A livello internazionale si conferma leader mondiale la Spagna che fa registrare un aumento del 23% (circa 1,5-1,6 miliardi di chili).
“Sono dati pesanti che vanno a colpire un settore che sta già attraversando un momento critico per l’aumento delle contraffazioni, la prepotenza sul mercato di alcune multinazionali che fingono di mantenere una parvenza di italianità e l’invasione di olio tunisino. – spiega David Granieri, presidente di Unaprol – A completare il quadro allarmante l’introduzione dei sistemi di etichettatura a semaforo, adottati in Gran Bretagna e Francia, che promuovono cibi spazzatura e bocciano l’olio EVO e l’aggressione di altri Paesi, come la Spagna che, forte di una grande produzione, tenta di conquistare quote di mercato abbassando i prezzi. Per la sopravvivenza di migliaia di aziende agricole, in Italia sono oltre 400 mila quelle specializzate in questo settore, è fondamentale quindi che il governo metta subito in atto iniziative concrete, a partire da un piano olivicolo nazionale 2.0 che preveda innanzitutto finanziamenti per il reimpianto di nuovi oliveti”.