Quale futuro e revisione per il sistema ETS?
Un confronto in un workshop organizzato da Kyoto Club e GSE.
Come dovrà essere riformato il sistema europeo per lo scambio delle quote di emissione,
conosciuto come ETS (EmissionsTradeScheme)? Il meccanismo si sta dimostrando da alcuni anni
inefficace con un prezzo della CO2 in picchiata per eccesso di offerta di quote che negli ultimi mesi
ha raggiunto i suoi minimi storici (circa 3 euro/tonnellata CO2), addirittura dimezzandosi dalla fine
di ottobre. Sulle cause di questa debacle e sulle necessarie rimodulazioni del meccanismo, anche
nell’ambito delle strategie nazionali su clima ed energia, si è parlato oggi a Roma nel corso del
workshop “Riforma del sistema europeo per lo scambio di quote di emissione”, organizzato oggi,
14 febbraio 2013, da Kyoto Club in collaborazione con il GSE.
Le diverse opzioni di revisione dell’ETS sono state delineate a novembre 2012 dalla Commissione
Europea nel documento "The state of the European carbon market in 2012"(pdf). Il documento è
in consultazione fino al 28 febbraio ed è probabile che entro l’estate si raggiunga un compromesso
per un meccanismo meno fragile e più efficace soprattutto in un quadro economico fortemente
mutato. La parola d’ordine nel corso dell’incontro è stata quella di fare presto, perché non avere
un segnale di prezzo significativo per la CO2 renderebbe questo strumento non gestibile e di fatto
inutile.
Per la Commissione europea ci sono da valutare alcune proposte di misure immediate e di misure
strutturali. Tra quelle immediate, il cosiddetto ‘back loading’ che consiste nell’accantonare quote
(circa 900 milioni di tonnellate di CO2) nel periodo 2013-2015, cioè nel corso della prima parte
della fase 3 dell’ETS, per restituirle poi nel 2019-2020. Ciò potrebbe consentire un rialzo dei prezzi
nel breve periodo. Ma non tutti sono d’accordo che questo espediente isolato possa essere la
soluzione migliore per la sopravvivenza del sistema nel medio periodo.
Sebastiano Serra, Capo segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente, che ha annunciato per
domani il Consiglio di Ministri che procederà al recepimento della recepimento della direttiva
europea 29 per il terzo periodo dell’ETS, ha detto che sulla questione del back loading il governo
ha una posizione chiara: “rimettere sul mercato a fine decennio quote per circa 900 Mt di CO2
potrebbe essere dannoso a meno che non sia a beneficio di nuovi entranti e di nuove tecnologie”.
Ha aggiunto, inoltre, che sarà “fondamentale dare certezza alla normativa e non modificare le
regole in corso”.
“Su scala nazionale il Piano Clima e la revisione della Strategia Energetica Nazionale (SEN) del
governo potranno portare ad una razionalizzazione degli strumenti alla luce degli obiettivi”, ha
spiegato Sara Romano, Direttore Generale per l’energia del Ministero dello Sviluppo Economico e
www.kyotoclub.orgClementina Taliento (Ufficio stampa Kyoto Club) • tel. 06 485539 • e-mail: ufficio
stampa@kyotoclub.orgLeonardo Berlen (Comunicazione Kyoto Club) • cell. 320 9447253 • e-mail:
l.berlen@kyotoclub.orgPresidente Comitato ETS. “Finora le misure non sono state coordinate tra loro – ha aggiunto - con
una sovrapposizione tra incentivi alle rinnovabili e all’efficienza energetica. Razionalizzare gli
strumenti, sostenere nel breve il meccanismo ETS e attuare riforme strutturali armonizzate a
livello nazionale ed europeo sono i punti fermi da perseguire”.
Per Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, “il back loading da solo non potrà essere
efficace, ma dovrà essere accompagnato da un rialzo degli obiettivi al 2020 al 30% della riduzione
delle emissioni. Inoltre bisogna tenere presente il fatto che negli anni passati diverse industrie
italiane hanno avuto fin troppi vantaggi da questo sistema che non ha portato ad un vero processo
di riduzione delle emissioni di gas serra. Ora serve un cambiamento forte, altrimenti il sistema ETS
perde significato”.
“Rinnovabili, efficienza ed emissioni – ha dichiarato Nando Pasquali, presidente e amministratore
delegato del GSE – richiedono un approccio strategico integrato per il Sistema Italia. Il GSE, di
recente nominato responsabile del collocamento delle quote italiane di emissioni nell’ambito del
nuovo sistema d’aste nell'ETS, è a supporto delle Istituzioni per consentire all’Italia di raggiungere
con successo gli obiettivi clima-energia nel percorso di riforma post-2020”.
Innovativa la visione di Tullio Fanelli, Sottosegretario Ministero dell’Ambiente, che propone un
sistema diverso dall’ETS e che preveda di associare la tassazione della componente di carbonio
presente in ciascuna merce. Un sistema che preveda, appunto, la tracciabilità della quota di CO2
presente in ogni prodotto, la riconoscibilità di questa quota da parte dei consumatori, e infine la
fiscalità. Per quest’ultimo aspetto si propone una sorta di “carbon detax”: tassare i prodotti in
base alla loro componente di carbonio e detassare quelle merci che si producono con meno CO2.
Una modalità interessante anche se al momento di complessa applicabilità.