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Ufficio Stampa Kyoto Club
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Marco
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Green mobility, asse strategico per ripartenza Italia: tra Legge di Bilancio 2021 e Recovery Plan, le 12 proposte di Legambiente e Kyoto Club per puntare sulla mobilità verde Per le associazioni “la mobilità elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale è l’unica possibilità per tornare a muoverci più liberi e sicuri dopo la crisi Covid-19 e per il rilancio industriale del Paese” Oggi il webminar di presentazione delle proposte in diretta sulla pagina Facebook della Nuova Ecologia >>> https://bit.ly/3kmseT5Un asse strategico e irrinunciabile per il rilancio industriale dell’Italia: secondo Legambiente e Kyoto Club, la “green mobility” – con gli investimenti del Next Generation EU – rappresenta l’unica possibilità per ricominciare a muoversi tutti più liberi e sicuri all’indomani della crisi Covid-19. Tanto che oggi, in apertura della European Mobility Week, le due associazioni presentano 12 proposte indirizzate a Governo e Parlamento per il prossimo triennio 2021-2023, insieme ad alcuni provvedimenti immediati pensati per viaggiare meglio e diversamente fin dalla fase post-lockdown, oltre che per cogliere le molteplici opportunità offerte dalla nuova mobilità verde. Dai fondi a sostegno della nuova economia circolare delle batterie per la trazione elettrica a quelli per la nuova mobilità a emissioni zero (MEZ) in grandi e piccole città; da un trasporto pubblico totalmente elettrico a misure rapide da mettere in campo, come il 10% dell’Iva da destinare alla sharing mobility o la detassazione dei benefit di mobilità sostenibile alle famiglie dei lavoratori: queste alcune delle proposte elaborate in prospettiva di una mobilità leggera, connessa e condivisa che nel mondo sta via via soppiantando i vecchi motori fossili, rumorosi e altamente inquinanti. Tra la Legge di Bilancio 2021 e il Recovery Plan, per Legambiente e Kyoto Club puntare sulla green mobility si può e si deve: proposte, opportunità e modalità connesse alla transizione verde sono al centro del webminar organizzato per oggi, dalle 10.30 alle 12.00 e trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Nuova Ecologia. Introdotti dal direttore scientifico del Kyoto Club, Gianni Silvestrini, e coordinati dal responsabile mobilità di Legambiente, Andrea Poggio, intervengono Tullio Berlenghi, della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare; Giuseppe Catalano, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali; Diego De Lorenzis, deputato del Movimento 5 Stelle; Luciano Nobili, deputato di Italia Viva; Davide Gariglio, deputato del Partito Democratico; Veronica Aneris, director di Italy Transport & Environment; Anna Donati, del Kyoto Club e portavoce di AMODO; Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-e; Stefano Sordelli, future mobility director di Volkswagen Group Italia; Federico Vitali; presidente del Research Center Faam (Seri); Claudia Baitelli, advisory manager welfare di EdenRed Italia. Le conclusioni sono affidate al vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini. Un appuntamento che si rinnova per il terzo anno quello che affronta il tema della green mobility, oggi più che mai percepita come cruciale per tracciare un futuro sostenibile ridisegnando lo spazio pubblico e alla quale serve imprimere una svolta incisiva per concretizzare il percorso iniziato. Il percorso verso la “green mobility”. Con la Legge di Bilancio 2019 sono arrivati i primi bonus destinati ai veicoli elettrici (auto e moto) ed è iniziata la prima sperimentazione della micromobilità elettrica; con la Legge di Bilancio 2020, si sono quindi ottenuti l’equiparazione dei monopattini alla ciclabilità urbana e il bonus mobilità senz’auto; attraverso i “decreti Covid-19”, infine, i nuovi percorsi ciclabili urbani, la precedenza bici e le cosiddette “stazioni avanzate”. “Tra legge di bilancio e Recovery Fund, è tempo di un cambio di passo”, dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente. “Bisogna puntare sulla green mobility fin dal bilancio 2021, per poi darsi un piano coerente e concentrarsi su pochi ma grandi progetti nazionali di rilancio in vista del 2021-2023, senza cedere a clientelismi né erogare ‘bonus’ a veicoli inquinanti. Chiediamo, ad esempio, fondi per il sostegno a politiche industriali sulla nuova economia circolare delle batterie al litio prive di cobalto: sino a due miliardi di euro (prestiti e fondo perduto per R&S), come quelli per la realizzazione della prima “gigafactory” italiana all'ex Indesit di Teverola (CE). Ancora, politiche di sostegno alla nuova mobilità a emissioni zero (MEZ) nelle città grandi e piccole: trasporto pubblico solo elettrico, 10% dell’Iva per la condivisione (sharing) dall'auto elettrica al monopattino, detassazione dei benefit di mobilità sostenibile alle famiglie dei lavoratori (welfare). Basti pensare che solo quest'ultima misura, oggi limitata agli abbonamenti ai mezzi pubblici, a Milano favorisce 100 mila abbonati annuali all'ATM. Se estesa alla sharing mobility, potrebbe ridurre il costo della mobilità elettrica per milioni di famiglie. Così si coniugano sviluppo industriale sostenibile e politiche sociali, offrendo mobilità elettrica a tutti”. “Siamo in una fase di rapida transizione dei sistemi di trasporto, come ci ricordano i 60 miliardi di euro che le aziende europee anno deciso di investire in fabbriche di batterie e auto elettriche – dichiara Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club. “L’Italia parte, come sappiamo, in forte ritardo in questo settore strategico, ma ha un enorme potenziale in imprese specializzate in sistemi elettrici, carrozzerie e powertrain che potrebbe venire valorizzato. Ma occorre una decisa spinta dello Stato per favorire aggregazioni, adottare Procurement innovativi, favorire accordi internazionali in modo da far partecipare anche il nostro paese alla rivoluzione in atto. Definire, come hanno fatto diversi paesi, una data limite (2030) oltre la quale non si potranno vendere auto a combustione interna rappresenta un segnale forte che andrebbe adottato”. Le proposte di Legambiente-Kyoto Club. La green mobility come asse strategico per l’Italia del Recovery Plan si fonda su sei proposte di riconversione industriale o riforme strutturali: la nuova economia circolare delle batterie per la trazione elettrica (European Battery Alleance), cui destinare 2 miliardi di euro; il trasporto pendolare elettrico (treni e autobus soltanto elettrici) – 4 miliardi; green logistics, elettrificazione porti e interporti, treni e ultimo miglio – 3 miliardi; CittàMEZ (mobilità a emissioni zero) entro il 2030 – 3 miliardi; la riconversione automotive (componentistica, concessionari, officine, distribuzione energia) – 1 miliardo; riforma del codice della strada e riforma fiscale del trasporto. Ammontare complessivo della spesa: 13 miliardi di euro. Rimane aperto il tema di un settimo progetto strategico, che coinvolga un grande produttore automobilistico capace di scommettere sull’auto elettrica nazionale: basterà la Fiat della 500e? Per iniziare bene, senza buttare al vento i soldi dei contribuenti in “aiutini”, così come accaduto con i bonus auto inquinanti (con emissioni da oltre 95 grammi di CO2 a km), serve però agire fin dal principio in maniera coerente. Alle prime sei proposte di medio termine, Legambiente e Kyoto Club affiancano perciò altre sei proposte immediate, da realizzare bene e in tempi rapidi. In primis, conferma e rifinanziamento dal 2021 del bonus mobilità senz'auto in tutte le città inquinate – 300 milioni di euro all'anno; estensione del welfare mobilità dal TPL alla mobilità sostenibile per milioni di lavoratori e famigliari; 10% dell’Iva per tutti i servizi di sharing mobility, al pari del TPL; mobilità pedonale e ciclabile sicura in città + mobilità scolastica – 600 milioni; rimodulazione delle accise e cessazione dei sussidi a biocarburanti dannosi come l'olio di palma – costo zero; riformulazione del piano rete ricarica elettrica e rifinanziamento con meccanismi incentivanti per i privati – 50 milioni. Proposte puntuali e concrete, cui Legambiente da sempre non manca di affiancare campagne e azioni che coinvolgono attivisti, cittadini e volontari per incentivare un cambio di passo, anche e soprattutto su due ruote. È il caso del Giretto d’Italia, bike to work, al via domani nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità 2020. Il campionato urbano della ciclabilità, organizzato per promuovere gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola in bici o con altri mezzi di micromobilità elettrica, taglia il traguardo del decimo anno e lo fa con un’edizione speciale, affiancando alla gara in presenza in 24 città italiane un check-point “virtuale”, al via già da oggi. Venerdì 18 settembre, invece, Legambiente presenterà gli studi sull’inquinamento da auto diesel a Milano e sul relativo impatto sanitario. Martedì 22 settembre sarà la volta della presentazione dell’indagine nazionale sui cambiamenti della mobilità post-Covid, che ha coinvolto 4500 persone tra studenti e lavoratori.
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16/09/2020, 14:30 |
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Roma, 2 ottobre 2020 Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development (SCSD-SD): traguardi e obiettivi raggiunti L'evento, che si terrà online il 2 ottobre 2020 all'interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS, si focalizzerà sullo stato dell'arte della cooperazione tra la società civile turca e quella italiana ed europea in materia di cambiamenti climatici. L'iniziativa si terrà in lingua inglese. L'unione fa la forza. È questa la filosofia di fondo di Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development (SCSD-SD) il cui obiettivo principale è rafforzare i legami tra la società civile turca e quella europea ed italiana in materia di lotta contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici. Izmir e Roma sono ora molto più vicine grazie ai ponti che sono stati costruiti fra le due città durante i mesi di attività del progetto. La delegazione turca, nel corso del 2019, si è recata in visita prima nella Capitale - dove ha visitato le principiali associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, Greenpeace Italia, Coldiretti, Coordinamento nazionale FREE, Lunaria, Federbio – e poi a Bologna, dove ha avuto modo di studiare le buone pratiche del Comune in materia di adattamento e resilienza climatica. Inoltre la Turchia e la città di Izmir sono ancora più green: il Comune di Karşıyaka ha deciso infatti di rafforzare il suo impegno per la tutela del clima istituendo un dipartimento per la lotta contro il cambiamento climatico. E molte altre municipalità della zona stanno seguendo il buon esempio. Per illustrare i progressi e le attività compiute nell'ambito del progetto SCSD-SD, e per delineare i punti di forza dell'associazionismo italiano e della società civile turca e dei loro legami in prospettiva di un rafforzamento, venerdì 2 ottobre, nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS, a partire dalle ore 10,30, si terrà un evento per approfondire il tema insieme ad esponenti dell'associazionismo italiano e turco. L'evento sarà visibile in diretta dalla pagina Facebook di Kyoto Club. La lingua dei lavori è l'inglese. Per iscrizioni e richiesta dei materiali del convegno si prega di mandare una mail a Giacomo Pellini: g.pellini@kyotoclub.org
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26/09/2020, 9:39 |
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Marco
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Roma, 2 ottobre 2020 L’unione fa la forza: Roma e Smirne insieme contro i cambiamenti climatici! Grazie al progetto sono state scambiate nuove esperienze e buone pratiche tra i due Paesi. E la società turca è sempre più attenta al tema dei cambiamenti climatici.
La Turchia e la città di Smirne sono sempre più green: la municipalità di Karşıyaka – all’interno dell’area - ha deciso infatti di rafforzare il suo impegno per la tutela del clima. Il primo cittadino, Cemil Tugay, ha deciso di istituire un dipartimento per la lotta contro il cambiamento climatico. Un’azione pilota che si è diffusa tra le altre municipalità di Smirne, che hanno iniziato a pianificare azioni per l’adattamento ai cambiamenti climatici e a lavorare su progetti e pianificare attività con le organizzazioni della società civile. Un traguardo raggiunto grazie anche a Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development (SCSD-SD), un progetto coordinato da Kyoto Club e dell’associazione con sede nella città turca Environmental Energy Association e co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Civil Society Dialogue – V. Obiettivo principale: rafforzare il legame tra la società civile turca e quella europea per sensibilizzare le persone e tutelare il Pianeta dal cambiamento climatico.
Le principali azioni del progetto e i traguardi che sono stati raggiunti durante questi mesi di attività sono stati illustrati oggi in un convegno online tenutosi nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS – e visibile sulla pagina Facebook di Kyoto Club.
All’evento, promosso dalle due organizzazioni partner Kyoto Club ed Environmental Energy Association, hanno partecipato esponenti dell’associazionismo ambientalista e membri delle Istituzioni e di enti locali di entrambi i Paesi.
Nei vari interventi è stata ribadita la centralità della società civile nella lotta contro i cambiamenti climatici. Per vincere la sfida climatica, è stato ribadito durante il convegno, è necessario che si attivino non solo i governi e le istituzioni, ma serve anche l’impegno della società civile: cambiare il sistema significa lavorare a 360 gradi sulla conversione ecologica in tutti i campi, partendo da quello dei servizi, dell’economia, dell’agricoltura, della mobilità, dell’efficienza e dei sistemi produttivi fino ad arrivare a un ripensamento degli stili di vita.
"L'unione fa la forza. È questa la filosofia di fondo del progetto Sustainable Civil Society Dialogue for Sustainable Development (SCSD-SD) che punta a rafforzare la cooperazione tra Italia e Turchia sul tema dei cambiamenti climatici. E Izmir e Roma sono ora molto più vicine rispetto a prima, grazie ai ponti che sono stati costruiti fra le due città durante i mesi di attività di SCSD-SD. L'idea principale del progetto è quella di scambiare buone pratiche e trasferire conoscenze facendo emergere ciò che c'è di più positivo nelle società civile di entrambi i Paesi: grazie alle nostre attività, una delegazione turca ha visitato Bologna lo scorso novembre, dove ha avuto modo di approfondire e studiare BLUE AP, il primo piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici realizzato dal Comune del capoluogo emiliano, anche grazie al contributo della nostra Associazione" dichiara il Direttore di Kyoto Club Sergio Andreis.
“La società civile turca ha lavorato duramente con la crescente cooperazione del settore civile, pubblico e privato. Il cambiamento climatico è una delle urgenze globali cruciali e la maggior parte delle organizzazioni della società civile che lavorano in altri campi ha cominciato a focalizzare la propria attenzione anche verso la lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale. Soprattutto le associazioni che lavorano nel campo della gioventù e delle imprese hanno iniziato a collaborare con le organizzazioni della società civile per organizzare eventi e attività sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e sui cambiamenti climatici. Le reti climatiche sono composte dalle organizzazioni della società civile e dalle autorità pubbliche con il sostegno del settore privato per continuare a sostenere e rafforzare la cooperazione per combattere il cambiamento climatico” ha affermato Hazal Coskun, project coordinator di Environmental Energy Association.
"Il Comune di Karşıyaka presta attenzione ai cambiamenti climatici, alle energie rinnovabili e alla gestione dei rifiuti: siamo consapevoli che è necessaria la riduzione delle emissioni di gas serra che causano il cambiamento climatico. In questo contesto, puntiamo ad espandere l'efficienza energetica e aumentare l'uso di risorse energetiche rinnovabili entro i confini del distretto. Il nostro obiettivo è fornire un'elevata qualità della vita e una bassa densità di carbonio. Il comune di Karşıyaka ha preferito gli investimenti nell'energia solare rispetto alle fossili, come fonte rinnovabile grazie alle caratteristiche del territorio. L'energia solare è stata utilizzata per la prima volta nell'illuminazione di parchi e strade, e attualmente abbiamo 2 progetti di fattoria solare. Il primo parco solare (493 KWP) produce energia dal 2014. Il nostro secondo parco solare (990 KWP) inizierà la produzione alla fine di quest'anno. Il nostro primo parco solare ha generato 3285,3 MWH di energia dal 2014, così come sono state ridotte 1.775 tonnellate di emissioni di anidride carbonica” racconta l’Assessore all’Ambiente del Comune di Karşıyaka, Saadet Çağlın.
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02/10/2020, 17:55 |
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Le auto elettriche triplicheranno la percentuale di mercato quest'anno. La maggior parte delle case automobilistiche è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di emissioni dell'UE. L’analisi di T&E.
Le auto elettriche triplicheranno la propria quota di mercato in Europa, grazie agli standard europei di CO2 delle auto, secondo la nuova analisi di T&E. Malgrado la pandemia da Covid-19, le vendite di veicoli elettrici sono impennate dal 1Gennaio contestualmente all’entrata in vigore degli standard europei sulle emissioni di CO2 per le auto. Le vendite di elettriche raggiungeranno una quota di mercato pari al 10% nel 2020 ed al 15% nel 2021. Transport & Environment, nel report pubblicato oggi, ha analizzato le vendite nella prima metà del 2020 offrendo un approfondimento delle strategie di conformità delle case automobilistiche. L’analisi effettuata dimostra l'efficacia degli standard di CO2, ma c’è un rischio: lo slancio dei veicoli elettrici rischia di spegnersi dopo il 2021 a causa degli obiettivi UE troppo poco ambiziosi previsti per il 2025 e il 2030.
Veronica Aneris, Direttrice per l’Italia di T&E ha dichiarato: Grazie agli standard di emissione, le vendite di auto elettriche stanno esplodendo in Europa, mentre le emissioni di CO2 del nuovo immatricolato hanno registrato il più sostanzioso calo da quando la norma è entrata in vigore nel 2008. Gli standard EU, insieme agli incentivi per l’acquisto, stanno trainando anche il mercato italiano, così contribuendo all’obiettivo dei 6 milioni di elettriche al 2030 previsto nel piano nazionale energia e clima del Governo. Ora bisogna supportare una revisione ambiziosa della norma, per assicurare che il trend positivo continui anche dopo il 2021 e non sia vanificato dai target troppo deboli per il 2025 e il 2030.
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12/10/2020, 13:44 |
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Marco
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Roma, 21 ottobre 2020
Politica Agricola Comune (PAC), Kyoto Club lancia un ciclo di webinar gratuiti I primi due seminari si terranno il 28 ottobre e saranno dedicati alla storia della PAC e al suo ruolo nella lotta contro i cambiamenti climatici. L’attività si inserisce all’interno del progetto CNC – Per una PAC a emissioni zero, promosso da Kyoto Club con il contributo della Direzione generale “Agricoltura e sviluppo rurale” della Commissione europea.
Più volte abbiamo sentito parlare di PAC senza sapere realmente che cosa significhi. Dietro a questo acronimo si nasconde la Politica Agricola Comune dell’Ue, una delle più importanti e antiche politiche europee comuni a tutti i Paesi membri. I suoi obiettivi fondamentali sono assicurare agli agricoltori un tenore di vita adeguato e garantire ai consumatori la costante disponibilità di prodotti alimentari sicuri, a prezzi accessibili.
Per aiutare agricoltori giovani e non, studenti degli Istituti di agraria, studiosi e ricercatori - e anche solo chi voglia approfondire la materia - a districarsi tra le misure che regolano la gestione di questo importante strumento normativo, a familiarizzare con una delle politiche comunitarie a cui vengono destinate più risorse e per fornire un quadro dettagliato su come reperire fondi e finanziamenti, Kyoto Club organizza una serie di venti webinar dedicati all’argomento.
Cambiamento climatico, resilienza ambientale, salute e protezione dei suoli, agricoltura biologica. Con un calendario ricco di appuntamenti, il ciclo di formazione punta a tracciare un quadro completo sui vantaggi della PAC in ambito sociale, economico e ambientale in EU, in particolare tra le giovani generazioni che vivono nelle aree urbane.
I webinar saranno tenuti da agronomi, ricercatori, tecnici e membri del team di Kyoto Club. I seminari partiranno il 28 ottobre 2020, con due sessioni dedicate alla storia e all’evoluzione della PAC e al suo ruolo nella lotta contro i cambiamenti climatici, tenute rispettivamente dal Direttore di Kyoto Club, Sergio Andreis e Danilo Marandola e Guido Bonati di CREA/Rete Rurale Nazionale. L’intero calendario e la possibilità di iscrizione ai seminari sono disponibili nella sezione dedicata del sito.
CNC – Per una PAC a emissioni zero è un progetto annuale (1° agosto 2020 - 31 luglio 2021) promosso da Kyoto Club, con il contributo della Direzione Generale “Agricoltura e Sviluppo Rurale” della Commissione europea. Il contesto di riferimento del progetto è la Politica Agricola Comune (PAC) oltre il 2020 della Commissione europea per la resilienza climatica e per la protezione del suolo.
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21/10/2020, 17:35 |
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Convegno di presentazione in streaming del progetto "CNC. Per una PAC ad emissioni zero" Giovedì 12 novembre si terrà la cerimonia di apertura del progetto "CNC. Per una PAC ad emissioni zero" promosso da Kyoto Club con il sostengno della Direzione generale "Agricoltura e sviluppo rurale" della Commissione UE e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Conferenza online:
Segui la diretta della conferenza di avvio del progetto "CNC. Per una PAC ad emissioni zero" in programma il 12 novembre 2020 (ore 11).
Coniugare sicurezza alimentare, sviluppo agricolo e rurale, sostenibilità economica, e tutela del paesaggio e dell’ambiente non è solo possibile, è anche necessario. Mentre le persone si interrogano sul futuro della pandemia e sulle conseguenze che essa sta producendo, sia in campo sanitario ed economico, i segni tangibili del cambiamento climatico sono sempre più evidenti. E i loro effetti a catena sullo sviluppo socio-economico, la salute umana, le migrazioni e gli spostamenti, la sicurezza alimentare e gli ecosistemi terrestri e marini sono sempre più devastanti.
Questo anche a causa del settore agricolo, che ogni anno contribuisce a livello mondiale al 13,5% delle emissioni totali di gas serra, secondo l'IPCC.
Recentemente il Parlamento europeo ha approvato la proposta legislativa per il nuovo piano settennale (2021-2027) della Politica Agricola Comune dell’UE (PAC). La nuova proposta è in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, con la strategia “Farm to Fork” e con quella sulla biodiversità? E qual è il ruolo che potrebbe avere la PAC post 2020 nella protezione del suolo e del clima, nel supporto all'economia europea e nella promozione dell'agricoltura biologica e in uno stile di vita sano?
Per delineare un quadro preciso sulla riforma della nuova Politica Agricola Comune, Kyoto Club organizza una giornata di approfondimento e analisi sulla recente proposta della nuova PAC post 2020.
L'evento si inserisce all'interno di CNC. Per una PAC a emissioni zero, un progetto annuale (1 agosto 2020 - 31 luglio 2021) promosso da Kyoto Club, con il contributo della Direzione Generale “Agricoltura e Sviluppo Rurale” della Commissione europea e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
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11/11/2020, 14:48 |
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Nuovo scandalo emissioni: test dimostrano che i veicoli elettrici ibridi plug-in inquinano il clima più di quanto dichiarano le case automobilistiche. Il nuovo report T&E. In tutta Europa le vendite dei veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) sono aumentate vertiginosamente, ma secondo test effettuati su alcuni modelli più recenti, inquinano molto più di quanto dichiarato dalle case automobilistiche, anche quando avviati con la batteria carica. I tre plug-in più diffusi nel 2020, testati fuori dai laboratori, hanno tutti emesso più CO2 di quanto pubblicizzato, proprio come dimostrato dagli studi sui PHEV precedenti. [1] Per Transport & Environment (T&E), che ha commissionato i test, i governi dovrebbero porre fine ai sussidi e alle agevolazioni fiscali per gli ibridi plug-in, protagonisti di un altro scandalo delle emissioni climalteranti. Nei test di Emissions Analytics, la BMW X5 (PHEV con la gamma EV più lunga disponibile), la Volvo XC60 e la Mitsubishi Outlander hanno emesso tra il 28-89% in più di CO2 rispetto a quanto pubblicizzato, con batteria completamente carica e in condizioni ottimali. Con la batteria scarica, invece, hanno emesso dalle tre alle otto volte in più rispetto ai valori ufficiali. Se guidati con la batteria in ricarica, cosa che potrebbe diventare comune tra gli automobilisti, che la ricaricano prima di utilizzare la modalità elettrica nelle zone a basse emissioni, i veicoli PHEV emettono da tre a 12 volte di più. Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E, commenta: “I test effettuati confermano che le auto ibride plug-in sono solo finte auto elettriche che fanno molto poco per il clima, ricevendo al contempo un’enorme quantità di sussidi. La Finanziaria 2021 dovrebbe mettere fine a questo spreco di soldi pubblici, che sarebbero molto meglio utilizzati se investiti nello sviluppo di una capillare ed efficiente rete di ricarica per veicoli elettrici puri. Questo è ciò di cui l’Italia ha bisogno ora per permettere alle soluzioni realmente a zero emissioni di accedere al mercato di massa ”. Secondo i dati di T&E, quando la batteria si scarica, i veicoli testati possono percorrere solo per 11-23 km in modalità motore prima di superare le emissioni ufficiali di CO2/km. Ciò contraddice la narrativa fuorviante delle case automobilistiche, secondo cui i PHEV in vendita oggi sono adatti per i lunghi viaggi. Anzi, di fatto devono essere ricaricati molto più frequentemente rispetto alle auto elettriche a batteria, che percorrono circa 300 km con una singola ricarica. Mentre le case automobilistiche incolpano i clienti di un eccessivo utilizzo eccessivo del motore, i modelli PHEV in vendita oggi spesso non dispongono della potenza elettrica, dell'autonomia o della velocità di ricarica necessaria. Ad esempio, due delle tre auto testate, la BMW X5 e la Volvo XC60, con si ricaricano rapidamente e, stando al manuale dell'Outlander, il motore potrebbe avviarsi se il sistema PHEV è troppo caldo o troppo freddo, in caso di rapida accelerazione o se l'aria condizionata in funzione. La vendita degli ibridi plug-in rende più facile per le case automobilistiche soddisfare gli standard di CO2 dell'UE, visto che, attualmente, ai PHEV vengono attribuiti crediti aggiuntivi. Secondo T&E, l'anno prossimo l'UE, nel rivedere gli obiettivi per il 2025 e il 2030, dovrebbe mettere fine a questo indebolimento dei meccanismi di regolamentazione. Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club aggiunge: “Mentre si è appena formato il raggruppamento Zero Emission Transportation Association (ZETA), 28 società che spingono perché negli Usa dal 2030 si vendano solo auto elettriche, e mentre gli UK hanno bloccato la commercializzazione di nuove auto a benzina e diesel dopo il 2030, occorre che la transizione europea verso l'elettrico acceleri. Non si dovrebbero quindi favorire modelli ibridi plug-in che, come confermano le misurazioni di T&E, comportano emissioni di CO2 molto maggiori di quanto dichiarato dalle case automobilistiche testate.” Note per i redattori: [1] L’ICCT ha analizzato i database fino al 2019 e ha scoperto che le emissioni di CO2 fuori dai laboratori degli ibridi plug-in erano, in genere, da due a quattro volte superiori rispetto alle misurazioni fornite nel processo di approvazione. Un’analisi di T&E degli studi europei sulle emissioni di CO2 dei veicoli PHEV guidati su strada dai proprietari nel 2016-2018 ha mostrato che le emissioni superavano, in media, di oltre due volte e mezzo i valori dei test ufficiali. Vedi: https://theicct.org/publications/phev-r ... e-sept2020L'ICCT, Utilizzo nel mondo reale di veicoli elettrici ibridi plug-in: consumo di carburante, guida elettrica ed emissioni di CO2, (2020). https://www.transportenvironment.org/pu ... hybrid-conT&E, briefing UK: The plug-in hybrid 2020.
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23/11/2020, 18:58 |
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Per la decarbonizzazione: efficienza energetica e riscaldamento negli edifici. Al via il ciclo di webinar di Legambiente e Kyoto Club Nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici" di Legambiente e Kyoto Club lanciano il 1 dicembre un ciclo di webinar. Scopri i dettagli e come partecipare.
Partecipa al ciclo di webinar "Per la debarbonizzazione: efficienza energetica e riscaldamento negli edifici" a cura di Legambiente e Kyoto Club, nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici".
Il primo webinar sarà trasmesso martedì 1 dicembre 2020 (ore 10 -11,30).
Interverranno: Davide Sabbadin, European Environment Bureau, Riccardo Bani, VeosGroup e Alberto Ermelli Cupelli, Knauf Insulation Italia.
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24/11/2020, 13:36 |
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Ripartire dalla decarbonizzazione e dagli edifici smart nel post Covid: verso i decreti attuativi dell'EPBD 3 per cogliere l'opportunità del Recovery Fund Digital meeting organizzato dal Gruppo di Lavoro "Efficienza Energetica e Trasformazione Digitale" di Kyoto Club, in collaborazione con Schneider Electric. Il Gruppo di Lavoro "Efficienza Energetica e Trasformazione Digitale" di Kyoto Club, in collaborazione con Schneider Electric, organizza l’incontro online per discutere, con importanti rappresentanti istituzionali, ricercatori e attori di mercato, di de-carbonizzazione come leva di rilancio del parco immobiliare italiano e di sviluppo strategico per il Paese. Fra i temi previsti: Il bilancio del recepimento di EPBD 3 in Italia e decreti attuativi: quali primi risultati? quali gli sviluppi attesi? Lo Smart Readiness Indicator: il valore di un indicatore che anticipa il futuro a partire da prime applicazioni italiane. Come la “smartizzazione degli edifici” può essere leva di crescita sostenibile nell’ambito del Recovery Fund? Le proposte per emendamenti alla legge di bilancio. L'evento si terrà online lunedì 30 novembre (ore 11,30-13). Per partecipare si prega gentilmente di mandare una mail entro e non oltre lunedì 30 novembre alle ore 10,00 a Enrico Marcon - e.marcon@kyotoclub.org
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25/11/2020, 17:58 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68692 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Prima di tutto l’efficienza energetica. Energy efficiency first anche nel Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) italiano. Il Gruppo di Lavoro “Efficienza Energetica e Trasformazione Digitale” di Kyoto Club ha organizzato oggi un incontro digitale per avviare un confronto con importanti rappresentanti istituzionali, ricercatori e attori di mercato, sulla de-carbonizzazione e smartizzazione come leve di rilancio del parco immobiliare italiano e di sviluppo strategico per il Paese.
“Energy efficiency first": questo deve essere alla base delle politiche energetiche al centro del Green Deal sia per motivi evidenti di beneficio ambientale ma anche perché stimolare l'innovazione, specialmente in edilizia, può essere un formidabile driver per nuovo lavoro”, ha sottolineato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club. Che ha continuato: “siamo un po’ preoccupati per i ritardi della normativa italiana in questo campo: se la recente approvazione del superbonus è stato un importantissimo atto in controtendenza, adesso si tratta di recepire al meglio le relative direttive europee”.
Dispositivi e finanziamenti europei e nazionali possono contribuire concretamente alla causa green, mai come in questo momento. Se il Recovery Plan italiano vuole perseguire crescita e sostenibilità, come nelle dichiarazioni governative preliminari, allora deve puntare anche sugli edifici. Una strada da sostenere con forza è quella della trasformazione digitale del patrimonio immobiliare italiano, per rinnovare gli edifici, rilanciare l’economia e ridurre le emissioni climalteranti, di cui gli immobili vetusti sono responsabili. Il patrimonio edilizio italiano, infatti, è tra i più vecchi d’Europa, e buona parte degli edifici è stata costruita ben prima che si facesse strada una sostenibilità nei confronti del risparmio energetico.
Questo è certificato anche dai dati. Secondo Laura Bruni, Direttore Affari Istituzionali Schneider Electric e Coordinatrice del GdL Kyoto Club Efficienza Energetica e Trasformazione Digitale, “L’età media delle nostre scuole è di 53 anni, con importanti problematiche ambientali; il 75% degli impianti dei nostri ospedali ha bisogno di essere rinnovato e meno del 10% degli edifici adibiti ad uffici rappresenta quell’ “alto di gamma” che garantisce comfort, sostenibilità ed attrattività per investimenti e uso”. La soluzione? Secondo Laura Bruni è necessario “accelerare la smartizzazione del parco immobiliare anche attraverso un uso mirato dei fondi del Recovery Plan, per rinnovare il Paese, combattere il cambiamento climatico e rendere gli edifici italiani all’avanguardia per benessere, sicurezza, riduzione delle emissioni, flessibilità gestionale”.
Le proposte Kyoto Club
Ecco, quindi, in sintesi le 5 strade che Kyoto Club ha presentato al convegno e che intende promuovere, insieme a numerosi altri attori del mondo economico, sociale e istituzionale, per un Recovery Plan concreto ed efficace: 1. Finanziare la trasformazione digitale degli immobili come strategia di crescita sostenibile. 2. Privilegiare edifici critici/impattati dalla crisi post covid: scuole, ospedali, retail non food, hotel. 3. Prevedere la presenza di sistemi di gestione e controllo (BACS) nella riqualifica immobiliare. 4. Legare premialità integrative all’uso del “SRI”, l’indice europeo di “smartizzazione dei building”. 5. Lanciare un programma pluriennale per rinnovare gli edifici (come per “Industria 4.0”).
Il convegno ha ribadito con forza che PNRR e legge di bilancio sono appuntamenti da non mancare anche rispetto al tema del riscaldamento.
"Il riscaldamento delle abitazioni è tra le cause principali dell’inquinamento delle città ed è responsabile di oltre il 19% delle emissioni climalteranti prodotti dal nostro Paese e del 60% delle polveri sottili nelle aree urbane", ha ricordato Sergio Andreis, Direttore di Kyoto Club. "In Italia sono installati oltre 19 milioni di caldaie a gas e si stima che più di 7 milioni di caldaie siano antecedenti alla direttiva 90/396/CE sulle prestazioni degli apparecchi a gas che rischiano di essere sostituite da altri impianti a gas, più efficienti ma non risolutivi del problema di inquinamento locale e globale che producono. Insieme alle necessarie misure di sostegno verso la transizione per le aziende del settore, la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento domestico, escludendo dal bonus 110% quelli che utilizzano fonti fossili, andrebbe inserita fra gli obiettivi della prossima legge di bilancio e negli interventi prioritari del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR)."
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30/11/2020, 13:58 |
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