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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68638 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Giovedì 11 Marzo, dalle ore 15 alle 17.30, in diretta sul canale youtube FEM Emergenza colpo di fuoco: aspetti tecnici, sperimentali e normativi Per fronteggiare al meglio il colpo di fuoco batterico, una delle più gravi e pericolose malattie infettive delle pomacee che lo scorso anno è esplosa in modo particolarmente virulento in Trentino, soprattutto in Valsugana, la Fondazione Edmund Mach organizza un incontro tecnico, in diretta youtube, giovedì 11 marzo alle ore 15.00. Si tratta di un'occasione di confronto, conoscenza, trasferimento e co-progettazione di risposte a nuove possibili sfide che questa avversità potrà presentare. Il 2020 è stata una annata molto problematica per il colpo di fuoco batterico, avversità comparsa in Trentino nel 2003 per fronteggiare la quale la FEM, d’intesa con l’Ufficio fitosanitario provinciale, ha realizzato un monitoraggio a tappeto in tutto il territorio e soprattutto in Valsugana ove la diffusione del batterio Erwinia amylovora è stata particolarmente forte, con una consulenza sempre attiva, sempre supportata da una comunicazione mirata, attuata anche via web e whatsapp. All’incontro, che vedrà intervenire in apertura il direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri e sarà moderato da Claudio Ioriatti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, si metteranno in luce gli aspetti tecnici, sperimentali e normativi di questa grave infezione. Interverranno accanto agli esperti FEM, anche l’Ufficio fitosanitario PAT, il CREA-DC, il Südtiroler Beratungsring con l’apporto di esperienze fuori confine come il Canton Ticino. Emergenza colpo di fuoco: aspetti tecnici, sperimentali e normativi Giovedì, 11 Marzo 2021 dalle ore 15:00 alle ore 17:30 www.youtube.com/fondazionemachPROGRAMMA 15.00 Saluti di apertura 15.15 Erwinia amylovora: biologia, epidemiologia ed eziologia del colpo di fuoco batterico Stefania Loreti-CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, Centro di ricerca Difesa e Certificazione (CREA-DC) Roma 15.35 Colpo di fuoco in Trentino: analisi della stagione 2020 e prospettive 2021 Lodovico Delaiti, Mattia Zaffoni, Nicola Andreatti - Centro Trasferimento Tecnologico Fondazione Edmund Mach 15.50 La diagnostica di laboratorio: azione fondamentale di sorveglianza della malattia Valeria Gualandri -Centro Trasferimento Tecnologico Fondazione Edmund Mach 16.00 Misure e azioni fitosanitarie per gestire l’emergenza nel territorio trentino Lorenza Tessari - Ufficio fitosanitario, Provincia autonoma di Trento 16.15 Aspetti ecologici e di controllo del patogeno e prospettive future di ricerca Gerardo Puopolo - Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, UniTN/ Fondazione Edmund Mach 16.25 Situazione del colpo di fuoco e difesa in Alto Adige Michaela Erschbamer - Südtiroler Beratungsring 16.40 Passato e presente del colpo di fuoco in Svizzera e Canton Ticino Cristina Marazzi - Servizio fitosanitario cantonale 16.55 Evidenze sperimentali dei prodotti disponibili: la parola alle ditte Syngenta, Bayer, CBC Biogard, Manica 17.20 Discussione (domande via Whatsapp o SMS al numero 335 8484120) 17.40 Chiusura Moderatore: Claudio Ioriatti, Centro Trasferimento Tecnologico Fondazione Edmund Mach Il video sarà disponibile sul canale Youtube della Fondazione Mach anche successivamente all'evento Evento ad accesso libero, non è necessaria registrazione
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09/03/2021, 18:53 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68638 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
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120 spettatori oggi alla diretta youtube su una delle più attuali e importanti avversità del melo Emergenza colpo di fuoco, indicazioni FEM per la gestione della stagione 2021 E’ provocata da un batterio, Erwinia amylovora, e si manifesta con foglie e germogli che appassiscono e arrossano conferendo alla pianta un aspetto bruciato, come colpito da una fiammata. A fronte di sintomi riconducibili al colpo di fuoco batterico, una delle più gravi e pericolose malattie infettive delle pomacee, la soluzione è l’estirpo o l’asportazione delle parti colpite. Lo scorso anno il colpo di fuoco si è manifestato con una certa gravità: 600 casi in Trentino e la zona più colpita è stata Valsugana, Caldonazzo in particolare, con il 90 per cento di piante coinvolte. Per il 2021 proseguiranno controlli e monitoraggi della FEM che si avvarrà di un metodo previsionale per calcolare il rischio di infezione. Il tema è stato affrontato in un incontro tecnico in diretta youtube seguito da 120 operatori tra frutticoltori e tecnici. La diretta ha messo in luce gli aspetti tecnici, sperimentali e normativi di questa grave infezione. Accanto agli esperti FEM, sono intervenuti anche l’Ufficio fitosanitario PAT, il CREA-DC, il Südtiroler Beratungsring con l’apporto di esperienze fuori confine come il Canton Ticino.
“L’incontro di oggi - ha evidenziato in apertura il Direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri - riguarda una importante fitopatia, il colpo di fuoco batterico, che lo scorso anno in Trentino si è manifestato con una certa gravità. Il Centro Trasferimento Tecnologico si è attivato fin da subito in stretto raccordo con l'Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento sia per effettuare un monitoraggio a tappeto dei territorio colpiti, sia per effettuare le diagnosi dei campioni, mettendo in campo una intensa azione di comunicazione per informare gli agricoltori ma anche tutta la cittadinanza. La stagione è iniziata, i nostri tecnici sono al lavoro per studiare e approntare gli strumenti migliori per la prevenzione e il controllo di questa avversità". Annata 2020: le cause della diffusione, gli impianti più colpiti “Si ipotizza che la diffusione nell’annata 2020 sia dovuta ad una serie di condizioni favorevoli ad Erwinia amylovora durante la fioritura. Temperature medie elevate, bagnatura delle piante dovuta a piogge a partire dal 26 aprile, fioritura prolungata e intensa attività degli insetti pronubi, hanno causato questa grave situazione” hanno spiegato i tecnici FEM Lodovico Delaiti, Mattia Zaffoni, Nicola Andreatti. Una fonte di inoculo importante, inoltre, potrebbe essere rappresentata dalle piante ospiti spontanee o ornamentali (sorbo, biancospino, cotogno, cotognastro e nespolo) non sottoposte ai controlli svolti negli anni scorsi. Gli impianti più colpiti sono stati quelli da 0 a 3 anni, ma sono stati attaccati anche frutteti fino al sesto anno di età. Le varietà maggiormente interessate sono state Fuji, Gala, Fengapi-Tessa®, Gradisca-Enjoy®, Roho 3615-Evelina®, Morgenduft, SWING® Xeleven(s), Crimson Snow®, Lumaga-Galant®, Kizuri-Morgana, mentre Golden D. è risultata meno suscettibile, probabilmente a causa della scarsa fioritura. Attività FEM: dal monitoraggio alla diagnosi E' dal 2005 che la FEM effettua monitoraggi sul territorio per contrastare la diffusione della malattia. Lo scorso anno sono state messe a punto intense e capillari azioni di comunicazione ai cittadini per la gestione di giardini e orti ed è stato attivato un monitoraggio delle piante ornamentali infette, con conseguente asportazione dei sintomi e pulizia nelle aree verdi pubbliche (parchi, ciclabili, aiuole e bordi) da parte del personale della PAT. Le attività in campo sono state affiancate dall'attività del Laboratorio di diagnosi fitopatologica che verifica analiticamente la presenza del patogeno sui campioni con sintomi sospetti. Nel corso del 2020 sono stati analizzati 204 campioni tra melo (126), pero (14), rosacee ornamentali (64) (rosa, sorbo, cotogno, nespolo, cotognastro, biancospino, piracanta). Il 38% dei campioni è risultato infetto da colpo di fuoco batterico. Il tempo medio per un risultato diagnostico è stato di 4-5 giorni. Azioni di contenimento: estirpazione, disinfezione attrezzi, prevenzione con prodotti rameici Le azioni di contenimento hanno richiesto l’estirpazione di piante gravemente colpite o l’asportazione delle parti colpite tagliandole ad almeno 70 cm dal limite prossimale visibile del sintomo e la immediata bruciatura del materiale asportato. Per ridurre l’inoculo sono stati consigliati interventi con prodotti rameici nella fase estiva e autunnale sulle varietà poco soggette alla rugginosità. Ulteriori indicazioni per ridurre al minimo l’inoculo hanno riguardato la disinfezione degli attrezzi utilizzati per le operazioni di taglio e potatura. Sguardo al 2021, pronto un metodo previsionale e indicazioni di rischio zonali Nel corso della prossima stagione l’attività di monitoraggio e controllo sarà affiancata dalla possibilità di conoscere in tempo reale, in base alle condizioni meteo rilevate dalle stazioni meteo FEM, il rischio di infezione elaborato tramite un metodo previsionale. Sulla base delle analisi del rischio i tecnici della Fondazione Mach predisporranno delle indicazioni di difesa preventiva per le singole zone. Incontro tecnico: il punto con i maggiori esperti Stefania Loreti del CREA (Difesa e Certificazione) ha messo in luce la biologia, epidemiologia ed eziologia del colpo di fuoco batterico, malattia che avuto origine negli USA ai primi del Novecento ed oggi presente in oltre 100 paesi, segnalando che nel 2020 si è assistito ad un preoccupante incremento delle infezioni non solo in Trentino, ma anche in Piemonte ed Emilia Romagna. Lodovico Delaiti, Mattia Zaffoni, Nicola Andreatti del Centro Trasferimento Tecnologico FEM hanno fatto il punto sul colpo di fuoco in Trentino, analizzando la stagione 2020 e fornendo le prospettive per il 2021. Valeria Gualandri del Centro Trasferimento Tecnologico ha parlato di diagnostica di laboratorio come azione fondamentale di sorveglianza della malattia. Lorenza Tessari, responsabile dell’Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento, ha illustrato misure e azioni fitosanitarie per gestire l’emergenza nel territorio trentino. Gli aspetti ecologici e di controllo del patogeno e le prospettive future di ricerca sono stati illustrati da Gerardo Puopolo del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente con focus sui prodotti rameici la cui applicazione preventiva rappresenta al momento la principale difesa per ridurre la probabilità di infezione. La situazione del colpo di fuoco e difesa in Alto Adige è stata sottolineata da Michaela Erschbamer del Südtiroler Beratungsring che ha segnalato come nel 2020 in modo inatteso il colpo di fuoco si è presentato a Lana e Laives. Nessun caso invece nel Canton Ticino: Cristina Marazzi del Servizio fitosanitario cantonale ha evidenziato che l’annata più preoccupante è stata il 2018. Poi la parola è stata data alle ditte Syngenta, Bayer, CBC Biogard, Manica sul tema delle evidenze sperimentali dei prodotti disponibili.
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13/03/2021, 11:33 |
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Marco
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Lo scorso anno FEM ha inviato agli utenti circa 500 allarmi per un totale di 60.000 sms Gelate primaverili, FEM allerta in tempo reale con app, sms e web E' tempo di gelate e la Fondazione Edmund Mach mette in guardia gli agricoltori ricordando i servizi attivi per gestire al meglio gli improvvisi ritorni di freddo tipici di questa stagione, che possono causare danni anche importanti alle produzioni, soprattutto melo e ciliegio. Al momento i tecnici sono al lavoro per la valutazione degli eventuali danni per la gelata di questa notte: per quanto riguarda il ciliegio sono a rischio gli appezzamenti con le varietà più precoci che in questo momento si trovano nella fase di punte verdi, mentre per il melo, allo stato attuale, non si registrano problemi particolari.
È partita nei giorni scorsi la campagna informativa sulla difesa attiva dalle gelate primaverili per melo e ciliegio e la disponibilità dei servizi di allerta e monitoraggio per circa 3000 agricoltori iscritti ai servizi di consulenza allo scopo di attuare un’efficace e razionale difesa antibrina. I servizi prevedono le allerte via SMS e web con il bollettino di Meteotrentino di previsione delle gelate, gli SMS di allarme e notifica su APP inviati direttamente dalle stazioni meteo FEM al superamento della soglia di temperatura critica. Per il monitoraggio della temperatura l’agricoltore può accedere al sito web o più comodamente tramite l’APP per smartphone per controllare in tempo reale l'evoluzione della temperatura e del vento durante le nottate pericolose. In relazione ai sistemi di difesa, qualora non sia possibile effettuare l’irrigazione antibrina sovrachioma, metodo che prevede di distribuire una certa quantità di acqua affinché si trasformi in ghiaccio (è infatti il calore che si libera dal congelamento che protegge il fiore e non la copertura di ghiaccio che lo isola), un altro metodo di difesa attiva usato sempre più frequentemente per il ciliegio è rappresentato dall’impiego di candele di paraffina o stufette a pellet. Questi sistemi permettono di innalzare di qualche grado la temperatura nel frutteto nel corso della gelata. Tutti i servizi partono dalle informazioni che arrivano dalle oltre 40 stazioni meteo della FEM dislocate sul territorio provinciale. Nel 2020 sono stati inviati circa 500 allarmi per un totale di 60.000 sms.
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19/03/2021, 19:54 |
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Marco
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Giovedì 25 marzo, dalle 16 alle 18.30, in diretta streaming sul canale Youtube FEM 7^Giornata tecnica piccoli frutti: punto emergenza Drosophila Suzukii, gestione sostenibile e antonomo della fragola E' in programma giovedì 25 marzo, dalle 16 alle 18.30, la settima edizione della giornata tecnica dei piccoli frutti organizzata dalla Fondazione Edmund Mach. Al centro dell'incontro rivolto a produttori e tecnici del settore, ci saranno alcune esperienze condotte sia nell’ambito della gestione agronomica che in quello della difesa fitosanitaria verso alcuni insetti. A questo riguardo verranno illustrate le prospettive che si aprono nella lotta biologica con le modifiche legislative in ambito nazionale. Si parlerà, dunque, del progetto di lotta biologica per il rilascio del parassitoide Ganaspis brasiliensis, ma anche dei risultati del monitoraggio di Drosophila suzukii e del parassitoide asiatico Leptopilina japonica sul territorio provinciale nel 2020. Spazio anche alla gestione sostenibile della fertirrigazione della fragola in fuorisuolo e all'antonomo della fragola, il piccolo coleottero dannoso per fragola, lampone e mora coltivati. L'incontro, aperto dal direttore generale Mario Del Grosso Destreri, sarà moderato da Tommaso Pantezzi, responsabile Responsabile Unità Frutticoltura e Piccoli Frutti del Centro Trasferimento Tecnologico. PROGRAMMA 16.00 Saluti di apertura Mario del Grosso Destreri - Direttore Generale Fondazione Edmund Mach 16.10 Gestione sostenibile della fertirrigazione della fragola in fuorisuolo Gianpiero Ganarin - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione E. Mach 16.40 Antonomo della fragola: osservazioni su biologia, ecologia e controllo Lorenzo Tonina, Giulia Zanettin - Collaboratori entomologi Paolo Miorelli, Simone Puppato, Alberto Grassi - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione E. Mach 17.10 Progetto di lotta biologica per il rilascio del parassitoide Ganaspis brasiliensis Marco Valerio Rossi Stacconi - Centro Ricerca e Innovazione Fondazione E. Mach Gianfranco Anfora - Centro Agricoltura Alimenti Ambiente / Università di Trento Aberto Grassi, Claudio Ioriatti - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione E. Mach 17.40 Risultati del monitoraggio di Drosophila suzukii e del parassitoide asiatico Leptopilina japonica sul territorio provinciale nel 2020 Simone Puppato, Alberto Grassi - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione E. Mach 18.10 Discussione (domande via Whatsapp o SMS al numero 335 8484120) e chiusura lavori Moderatore: Tommaso Pantezzi - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione E. Mach www.youtube.com/fondazionemach Il video sarà disponibile sul canale Youtube della Fondazione Mach anche successivamente all'evento Evento ad accesso libero, non è necessaria registrazione
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23/03/2021, 20:58 |
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Marco
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Oltre 100 spettatori alla giornata sui piccoli frutti oggi in diretta youtube sul canale FEM Drosophila suzukii, pronto il dossier su Ganaspis brasiliensis in attesa dell'autorizzazione al rilascio Ancora un passo in avanti nella lotta contro la Drosophila suzukii. La Fondazione Edmund Mach ha predisposto il dossier di valutazione del rischio del Ganaspis brasiliensis, il parassitoide importato lo scorso anno dalla Svizzera in grado di contrastare il moscerino asiatico dei piccoli frutti che sta causando ingenti danni alle coltivazioni, anche in Trentino. Ora per la sua immissione sul territorio è necessario richiedere la specifica autorizzazione al Ministero dell'Ambiente, chiamato a valutare l’analisi dei rischi diretti e indiretti legati all’immissione dell’ACB (agente di controllo biologico) sulla biodiversità presentata nel dossier. Intanto nelle camere quarantena della FEM si sta procedendo con l' allevamento e la moltiplicazione del microimenottero originario dell'Estremo Oriente (vespina innocua per l'uomo).
Del dossier che descrive le caratteristiche biologiche ed ecologiche della specie Ganaspis brasiliensis e i possibili impatti sull’ecosistema, si è parlato oggi nell'ambito della 7^ giornata tecnica sui piccoli frutti dove è stato fatto il punto appunto sul progetto di lotta biologica, ma anche sui risultati del monitoraggio di Drosophila suzukii e del parassitoide asiatico Leptopilina japonica ritrovato sul territorio provinciale nel 2019. Focus anche sulla gestione sostenibile della fertirrigazione della fragola in fuorisuolo e sull'antonomo della fragola, il piccolo coleottero dannoso per fragola, lampone e mora coltivati.
L'incontro è stato aperto dal direttore generale, Mario Del Grosso Destreri, che ha evidenziato il grande impegno della FEM nella lotta contro le emergenze fitosanitarie, a cominciare da Drosophila suzukii e cimice asiatica. "I nostri ricercatori e tecnici sono impegnati in prima linea - ha sottolineato-. E' una battaglia importante, ma grazie alle competenze che abbiamo sviluppato in FEM, al forte raccordo con gli altri enti di ricerca a livello nazionale e al supporto della Provincia autonoma di Trento, siamo nella giusta direzione per dare una risposta, concreta e sostenibile, al mondo agricolo". Comparto dei piccoli frutti in Trentino Durante l'incontro, moderato da Tommaso Pantezzi, responsabile dell'Unità frutticoltura e piccoli frutti del Centro Trasferimento Tecnologico, è stato evidenziato che il settore dei piccoli frutti è un segmento importante per l’agricoltura trentina, che pur rappresentando una porzione limitata in termini di superficie, produce un indotto di valore rilevante. Oltre alle tradizionali zone vocate della Valsugana, in Trentino si riscontra un interesse crescente verso la coltivazione di mora, lampone, fragola e mirtillo anche in altre aree, sia in alternativa sia come integrazione alle colture più diffuse. Per questo motivo il settore è di interesse anche per la Fondazione Mach, che si impegna per rispondere alle problematiche della filiera attraverso diversi ambiti come l’attività di sperimentazione e ricerca, il breeding per alcune specie come mirtillo e lampone, e la consulenza per i produttori che ne fanno richiesta. Attività FEM: ricerca, sperimentazione e consulenza Le attività di sperimentazione, ricerca e consulenza sono concentrate nella sede di Vigalzano, dove sono presenti le strutture dedicate al settore, come serre per le prove sperimentali, tunnel e collezioni varietali in suolo e fuorisuolo. Si tratta delle attività di miglioramento genetico e di sperimentazione delle tecniche di coltivazione. Particolarmente importante è l’attività dedicata alle emergenze fitosanitarie e alla difesa di queste colture, poiché sono presenti alcune avversità sanitarie di difficile soluzione come Drosophila suzukii che rischiano di mettere in crisi il settore per la loro pericolosità. Drosophila suzukii e il progetto di lotta biologica Fra le emergenze sanitarie, appunto, Drosophila suzukii rimane ancora una avversità importante, per combattere la quale è stato messo in campo un progetto specifico di lotta biologica, illustrato da Marco Valerio Rossi Stacconi, grazie ad uno specifico finanziamento della Provincia autonoma di Trento nell'ambito del progetto SWAT. Nell’ambito di questo progetto è stato possibile predisporre il dossier relativo alla valutazione del rischio correlato al rilascio del parassitoide di origine asiatica Ganaspis brasiliensis. Dossier del rischio: una dettagliata analisi degli impatti di Ganaspis sull'ambiente Il dossier stilato da FEM, in qualità di referente scientifico provinciale, è stato consegnato al Dipartimento Agricoltura della Provincia di Trento ad inizio febbraio. Lo studio è stato successivamente sottoposto all’attenzione del Ministero dell’Agricoltura al fine di promuovere la presentazione di un’unica domanda di rilascio del parassitoide da parte delle regioni interessate dai danni da Drosophila suzukii su ciliegio e piccoli frutti al competente Ministero dell’Ambiente entro i primi di aprile 2021. Una volta ottenuta l’autorizzazione al rilascio di G. brasiliensis, si potrà passare alle successive fasi di moltiplicazione, rilascio sul territorio e verifica dell’attività del parassitoide. Monitoraggio di Drosophila suzukii e insediamento del parassitoide europeo Leptopilina Il monitoraggio della Drosophila suzukii ha evidenziato per il 2020 livelli di popolazione e infestazioni su ciliegio, fragola e piccoli frutti che possono essere considerati complessivamente di media/alta intensità. Una volta immesso sul territorio, Ganaspis brasiliensis agirà in sinergia con un altro parassitoide rivenuto nel 2019 in Trentino, Leptopilina japonica, anch'essa in grado di attaccare efficacemente lo stadio larvale di D.suzukii. Nel corso del 2020, come ha spiegato Alberto Grassi, un’attività estensiva di monitoraggio ha consentito di stabilirne l’ampia diffusione sul territorio trentino. Coltivazione della fragola. Nella giornata di oggi sono stati affrontati due argomenti dedicati alla coltivazione della fragola: uno con Gianpiero Ganarin di carattere agronomico, la gestione della fertirrigazione e del drenaggio, l’altro con Lorenzo Tonina di carattere fitosanitario ossia la problematica dell’antonomo, in quanto nelle ultime stagioni si è avuta una recrudescenza dell’insetto con presenza di danni importanti in alcuni impianti.
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26/03/2021, 12:13 |
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Marco
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Martedì 30 marzo si presenta una nuova iniziativa nell'ambito del progetto MEDCLIV Nasce VINEAS, piattaforma web che unisce attori e progetti dell'Europa mediterranea sulla filiera vite-vino "Collaborare per affrontare i cambiamenti climatici" è lo slogan con cui, nell'ambito del progetto Medcliv che mira a strutturare l’ecosistema della filiera vite- vino nei confronti del cambiamento climatico, si presenterà martedì 30 marzo, alle 17, con un evento sul canale youtube FEM la piattaforma online Vineas. Si tratta di una piattaforma web interattiva e collaborativa, realizzata in sette lingue, che unisce attori e progetti della filiera di vite e vino nel Mediterraneo, in particolare di sei paesi: Italia, Francia, Portogallo, Cipro, Slovenia, Spagna. Uno strumento utile al mondo vitivinicolo per facilitare la conoscenza tecnico-scientifica in materia, progettato per consentire agli attori interessati di trovare aziende, istituzioni, progetti o iniziative esistenti per qualsiasi nuova cooperazione o miglioramento delle conoscenze, ma è anche anche una vetrina per annunci di appuntamenti, eventi, corsi, novità.
Il progetto MEDCLIV (MEDiterranean CLimate Vine and Wine Ecosystem) coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e co-finanziato da EIT Climate-KIC, è iniziato nel 2019 e terminerà nel 2022: con un approccio partecipativo si propone di agire nel campo dell'impatto del clima sulla viticoltura in Europa, e della sua mitigazione, per favorire lo sviluppo di una comunità innovativa, dove ricerca e industria mettano in comune i propri sforzi a favore di un'economia resiliente al cambiamento climatico. I primi eventi pubblici, in Italia e negli altri paesi, sono iniziati nell’autunno del 2020. Altro partner italiano è il CNR – IBE (sede di Bologna). L'evento di martedì 30 marzo, alle 17, si rivolge al pubblico italiano, ma nello stesso periodo la piattaforma sarà presentata in altri cinque paesi europei.
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26/03/2021, 12:15 |
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Marco
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Approvato dalla Giunta provinciale il disegno di legge che ridisciplina l’agricoltura biologica Oggi la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore Giulia Zanotelli, ha approvato il ddl che detta la nuova disciplina provinciale per l’agricoltura biologica. L’obiettivo della norma è quello di riorganizzare la materia recependo le emergenti esigenze del settore, in attuazione della più recente normativa dell’Unione europea, con particolare riferimento al Regolamento (UE) 2018/848 del Parlamento europeo e del Consiglio. “Con questa proposta normativa – sottolinea l’assessore Zanotelli - ci si pone l’obiettivo di promuovere l’utilizzo delle produzioni realizzate con metodo biologico attraverso l’introduzione e la valorizzazione, tra le altre cose, di attività e iniziative di promozione, ricerca, sperimentazione e formazione”. Tra gli elementi di novità introdotti dal disegno di legge la promozione ed il sostegno per la costituzione e lo sviluppo di distretti biologici di interesse provinciale, quali realtà aggregative di soggetti pubblici e privati che operano in modo integrato nel sistema produttivo locale di riferimento. Vengono inoltre introdotte alcune modificazioni al Titolo I della legge provinciale sull’agricoltura 2003, per integrare nuove tipologie agevolative per il settore dell’acquacoltura, delle produzioni vegetali e, in coerenza con l’impianto della nuova proposta normativa, della stessa agricoltura biologica.
La nuova proposta normativa riconosce il ruolo ambientale, sociale ed economico dell’agricoltura biologica, diretto alla salvaguardia della biodiversità, delle risorse naturali e del benessere degli animali, alla garanzia della sicurezza alimentare e della qualità degli alimenti, alla tutela del consumatore, del paesaggio rurale e della salute, nonché alla realizzazione degli obiettivi dello sviluppo rurale. "Siamo convinti – precisa l’assessore Zanotelli – della necessità di assicurare sostegno ed accompagnamento rispetto ai processi di conversione in corso e alle iniziative che possono garantire un approccio integrato, di ambito, per la promozione e la valorizzazione dei prodotti agricoli trentini. A questo riguardo, si tratta di promuovere uno sviluppo equilibrato e sempre più ispirato a qualità e sostenibilità dell’agricoltura trentina, valorizzando e migliorando sempre più, da un lato, il metodo di produzione integrata e, dall’altro, favorendo, ove vi siano le condizioni ambientali, sociali ed economiche, lo sviluppo della produzione biologica." Il campo di applicazione della nuova disciplina sull’agricoltura biologica riguarda i prodotti provenienti dall’agricoltura, incluse l’acquacoltura, l’apicoltura e i prodotti derivanti, qualora questi siano ottenuti, preparati, etichettati, distribuiti, immessi sul mercato, o siano destinati ad esserlo, nel rispetto delle regole specificatamente previste per le produzioni biologiche. Di particolare rilievo la nuova disciplina dei distretti biologici intesi come sistemi produttivi locali integrati a vocazione agricola, caratterizzati da una presenza significativa della produzione biologica, dalla tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, di allevamento e di trasformazione tipiche locali, dall’integrazione tra le attività agricole e le altre attività economiche presenti nell’ambito del distretto, nonché dalla presenza di aree paesaggisticamente rilevanti.
Viene previsto, inoltre, che i distretti biologici si costituiscano tramite un accordo tra soggetti pubblici e privati di ambiti omogenei e a tal fine, si individuano i contenuti minimi che tale accordo deve definire. I distretti biologici sono riconosciuti con deliberazione della Giunta provinciale cui spetta definire, entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del disegno di legge, i requisiti, le modalità, gli strumenti, i criteri e le condizioni per l’individuazione, la costituzione e il funzionamento dei distretti medesimi. La norma proposta individua nella Provincia l'autorità preposta al controllo e all’applicazione della normativa in materia di produzione biologica sul proprio territorio, prevedendo che all’attuazione del sistema di controllo provvedano anche gli organismi competenti ad operare in ambito provinciale, per i quali viene definita una disciplina specifica che declina attività, obblighi e ricadute sanzionatorie. La norma elenca anche gli obblighi cui sono tenuti gli operatori biologici, per i quali si prevede l’istituzione di un apposito elenco provinciale, disponendo che ad esso possano essere iscritti tutti gli operatori del territorio provinciale che sono stati riconosciuti idonei mediante l’emissione della certificazione rilasciata dal prescelto organismo di controllo. Il disegno di legge detta anche disposizioni in ordine al riconoscimento delle organizzazioni dei produttori biologici operanti sul territorio provinciale: ad esso provvederà la Provincia secondo le modalità, i criteri e i requisiti stabiliti con deliberazione della Giunta. "Si tratta di un passaggio importante – conclude l’assessore Zanotelli – risultato di un lungo percorso di confronto intrapreso con i vari portatori di interesse del mondo agricolo trentino, che ringrazio per i preziosi contributi che hanno fatto pervenire per il miglioramento della proposta normativa, e che anticipa il recepimento della nuova regolamentazione europea in materia di agricoltura biologica. Assicuro fin d’ora il pieno coinvolgimento anche nella definizione degli atti attuativi della norma, regolamento e deliberazioni della Giunta provinciale che, nel giro di qualche mese, ci consentiranno di avere un quadro di riferimento completo e moderno per una valorizzazione sempre più efficace dell’agricoltura trentina e dei prodotti che essa esprime, garanzia di qualità e di salubrità".
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09/04/2021, 20:11 |
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Marco
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Su Scientific Reports e PNAS due importanti lavori di ricerca condotti da FEM sui caprioli Capriolo, cambia il clima e sale più in quota. Scoperto anche il ruolo della memoria nella ricerca del cibo I caprioli del Trentino approdano in questi giorni su due prestigiose riviste scientifiche internazionali "Scientific Reports" e "Pnas" grazie a due studi condotti dalla Fondazione Edmund Mach che mettono in risalto, il primo, l'effetto del clima sulla distribuzione dei caprioli nei prossimi decenni in Trentino (cambia il clima e il capriolo sale in quota) e il secondo il ruolo della memoria nella ricerca di cibo grazie all'analisi degli spostamenti (il capriolo cerca nutrimento in base al ricordo di esperienze passate e non in base alla percezione sensoriale). Seguono i due comunicati stampa. 1) Su Scientific Reports è stato pubblicato lo studio sulla distribuzione dei caprioli al 2070 Cambia il clima, il capriolo in Trentino sale più in quota Uno studio condotto dalla Fondazione Edmund Mach, appena pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, ha consentito di predire la distribuzione dei caprioli sulle montagne trentine nei prossimi decenni a seguito degli effetti dei cambiamenti climatici. Si tratta di una fotografia futura dei movimenti animali ottenuta grazie alla rara possibilità di confrontare i dati di spostamento degli animali a distanza di decenni, precisamente quelli raccolti dall'Università di Padova-Dipartimento DAFNAE all’inizio del 2000, e le più recenti localizzazioni di collari GPS della FEM, associati ad una proiezione climatica sviluppata con i dati di Meteotrentino che ha permesso di stimare la profondità di neve al suolo nei prossimi 50 anni. Lo studio, che ha riguardato il Parco Adamello Brenta e zone circostanti nelle valli Rendena e Giudicarie, ha dimostrato che il limite delle coperture nevose si troverà a quote maggiori. Il capriolo, non adatto a spostarsi e ad alimentarsi nella neve profonda, potrebbe dunque in futuro occupare in modo stabile versanti ad altitudini maggiori delle attuali, probabilmente non migrando più tra siti stagionali invernali ed estivi. "In realtà l’incremento di temperatura è stato registrato in modo notevole già durante il periodo considerato dalla nostra ricerca, con 1.5°C in più nei mesi invernali a Tione, nelle Valli Giudicarie” osserva Julius Bright Ross, che con questi dati ha realizzato la propria Senior Thesis presso il Department Organismic and Evolutionary Biology dell’Università di Harvard, supervisionato dal prof Paul Moorcroft e dalla ricercatrice Francesca Cagnacci del Centro Ricerca e Innovazione FEM. “In modo innovativo e raro - osserva la ricercatrice Cagnacci- abbiamo utilizzato dei dati di comportamento reali per capire il futuro delle nostre specie di montagna, un ambiente particolarmente esposto ai cambiamenti climatici e agli interventi dell’uomo. Tenere conto delle variabili in gioco ci permetterà di preservare le nostre Alpi, sorgente preziosa di biodiversità, alla base della nostra salute”. Link pubblicazione Scientific Reports https://www.nature.com/articles/s41598-021-86720-2 2) Scoperto il ruolo della memoria nella ricerca di cibo con l'analisi degli spostamenti FEM e Harvard: "I caprioli cercano nutrimento in base al ricordo di esperienze passate" Fino ad oggi non era chiaro se a guidare la scelta di nutrimento nei grandi mammiferi fosse la memoria oppure la percezione sensoriale della presenza di cibo. Una recente ricerca targata FEM e condotta in Trentino nei boschi della valle di Cembra, appena pubblicata sull'importante rivista PNAS, ha fatto chiarezza sui processi cognitivi che sottendono alle decisioni relative alla ricerca di nutrimento negli ungulati e ha dimostrato che la ricerca di cibo è dovuta prevalentemente al ricordo di esperienze effettuate in precedenza. Nella sua ricerca di dottorato svolta presso FEM e Università di Harvard, Nathan Ranc insieme ai ricercatori Francesca Cagnacci, Federico Ossi e Paul Moorcroft hanno dotato 18 caprioli di radiocollari GPS e ne hanno tracciato i movimenti durante una manipolazione sperimentale della disponibilità di nutrimento. Lo studio empirico supportato da modelli matematici è stato svolto in Trentino, in Val di Cembra, in un’area dove viene praticato il foraggiamento artificiale regolamentato per ungulati. I ricercatori hanno modificato sperimentalmente l’accesso al nutrimento (mais) chiudendo le mangiatoie con assi di legno, ma lasciando il cibo all’interno, per poi riaprirle assicurando l’approvvigionamento continuo, a periodi alterni di due settimane. Con questo semplice accorgimento, i caprioli continuavano a percepire olfattivamente la presenza di cibo senza però poterlo mangiare. Il modello matematico ha dimostrato come durante le due settimane di chiusura delle mangiatoie i caprioli abbiano passato solo il 5% del proprio tempo presso questi siti di foraggiamento, una percentuale molto ridotta se confrontata con quanto riscontrato nelle due settimane antecedenti la chiusura, quando i caprioli restavano nelle immediate vicinanze delle mangiatoie per il 31% del proprio tempo. "Se le visite ai siti di foraggiamento - spiegano i ricercatori- fossero state guidate dalla percezione della presenza di cibo, rimasta inalterata durante la chiusura, non sarebbe stato riscontrato il netto calo di visite osservato, che pertanto indica un processo cognitivo nelle decisioni di ricerca del nutrimento basato sulla memoria. Inoltre, a seguito della riapertura delle mangiatoie, i caprioli sono tornati a frequentare i medesimi siti, benché altre mangiatoie fossero disponibili nelle vicinanze". Questo conferma il ruolo della memoria negli spostamenti finalizzati alla ricerca di risorse e suggerisce una preferenza per i siti conosciuti, un processo noto come ‘familiarità’, già sottolineato in una precedente pubblicazione del gruppo di ricerca. Secondo gli autori, una piena comprensione dei processi tramite cui gli animali rispondono ai cambiamenti ambientali, tra i quali anche la disponibilità di risorse, è fondamentale per sviluppare opportune strategie di conservazione e gestione della fauna, anche in considerazione dei rapidi cambiamenti climatici in corso. Link pubblicazione PNAS https://www.pnas.org/content/118/15/e20 ... rt?rss%3D1
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12/04/2021, 17:41 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68638 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
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Nuova iniziativa per supportare l’internazionalizzazione e le eccellenze trentine Export fuori Europa: mercoledì 14 aprile un convegno per il settore agroalimentare Il settore agroalimentare vanta performance positive anche in periodo di restrizioni da pandemia. Le esportazioni trentine in questo ambito, per quasi il 50%, hanno come destinazione Paesi al di fuori dell’Unione Europea. Per questo tipo di commercio, però, in molti casi è necessario essere accreditati a livello ministeriale o ottenere specifiche certificazioni. È importante quindi farsi trovare preparati in vista di nuove opportunità commerciali. Si parlerà proprio di questo, con interventi di esperti e testimonianze aziendali, nel webinar “Chi ben comincia è a metà dell’opera. Procedure di accreditamento all’esportazione extra UE di prodotti alimentari”, promosso da Trentino Sviluppo in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento. L’appuntamento è in calendario per mercoledì 14 aprile con inizio alle ore 11.00. La partecipazione è gratuita. È possibile iscriversi entro il 12 aprile dal sito trentinosviluppo.it.
Il comparto agroalimentare italiano è stato uno dei settori che ha retto meglio nella pandemia mondiale. A livello nazionale, infatti, anche nel 2020 è stato registrato un +1,7% dell’export. Performance migliore, ad esempio, di quella registrata nelle vicine Francia e Germania. In Trentino l’export agroalimentare vale 766,4 milioni di euro e rappresenta il 22% delle esportazioni totali. I settori di punta sono quelli di vino e bevande (53,4%), ortofrutta fresca (12,8%) e prodotti lattiero-caseari (11,3%). Il 49% delle esportazioni agroalimentari trentine è diretto a paesi extra UE, che hanno specifiche esigenze, spesso ancora poco conosciute dalle imprese locali. Da qui l’idea di offrire alle realtà trentine una nuova occasione di crescita e formazione in chiave internazionalizzazione. Trentino Sviluppo e Provincia autonoma di Trento promuovono infatti un webinar per approfondire le nuove tendenze sviluppate a seguito della pandemia, oltre ai motivi e alle modalità per ottenere l’accreditamento all’esportazione dei prodotti alimentari di origine animale e vegetale nei mercati extra Ue. Il programma prevede i saluti introduttivi di Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento, e Giulia Zanotelli, assessore provinciale all’Agricoltura e ambiente. «Questo seminario – sottolinea l’assessore Achille Spinelli - è frutto della positiva collaborazione tra la Provincia e Trentino Sviluppo per la definizione e il perfezionamento di strumenti volti ad accompagnare le imprese agroalimentari trentine sui mercati internazionali ed in particolare quelli extra europei. Essere presenti sui mercati internazionali rappresenta oggi una precondizione per sopravvivere e prosperare. Il mercato locale da solo non è sufficiente. Per questo è importate dotarsi degli strumenti e delle competenze necessarie». «Il tema dell’internazionalizzazione sarà sempre più centrale per le imprese. Il settore agroalimentare – osserva l’assessore Giulia Zanotelli - si è distinto per le sue produzioni caratterizzate da eccellenza, qualità e sostenibilità, riconosciute a livello internazionale. La Provincia sta promuovendo l’innovazione, la ricerca e la formazione per rendere le nostre imprese ancora più competitive. Un altro tassello importante – ha proseguito – è quello del sostegno dei giovani nell’avvio di nuove realtà imprenditoriali. Stiamo pianificando diverse nuove iniziative, tra cui anche un disegno di legge sul biologico». Il webinar proseguirà poi con l’intervento: “Il settore agroalimentare in tempi di Covid: colonna portante dell’export made in Italy. Focus sugli scambi e le nuove tendenze nei Paesi extra UE”, a cura di Denis Pantini, Responsabile Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma. Sarà affrontato poi il tema “Accreditarsi all’esportazione dei prodotti alimentari di origine animale e vegetale extra UE” con Alberto Mattivi, Dirigente Veterinario APSS U.O. Igiene e Sanità Pubblica Sezione Veterinaria e Giuseppina Pezzarossi, Coordinatrice Tecnici della Prevenzione U.O. Igiene e Sanità Pubblica. Modera Mauro Casotto, direttore operativo di Trentino Sviluppo. Iscriversi all’evento on-line entro il 12 aprile dal sito trentinosviluppo.it. Seguiranno le testimonianze aziendali, con la partecipazione di Fabio Bomè e Stefano Capelli, Quality and Export Manager di Bomè Srl, e di Federica Finco, CEO e Responsabile Export di Casearia Monti Trentini Spa. Le conclusioni vedranno l’intervento di Raffaele Farella, Dirigente UMSE Internazionalizzazione e Relazioni Economiche della Provincia autonoma di Trento. Modererà l’incontro Mauro Casotto, Direttore Operativo di Trentino Sviluppo.
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13/04/2021, 15:35 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Il Centro Trasferimento Tecnologico ha creato il bollettino fenologico delle specie prative Allevatori, per gestire al meglio i prati ora c'è il bollettino FEM Qual è il momento più opportuno per iniziare i lavori di concimatura ed erpicatura dei prati? E per sfalciarli? Quando iniziare il pascolamento primaverile? Oggi c'è un nuovo strumento per gli allevatori per gestire al meglio prati in provincia di Trento. E’ il bollettino fenologico delle specie prative messo a punto dalla Fondazione Edmund Mach, con uscita settimanale, tra aprile a giugno, e disponibile sul sito FEM.
Il bollettino, curato dal Centro Trasferimento Tecnologico, fa sintesi di temperature e stadio di sviluppo delle specie foraggere e fornisce specifiche indicazioni gestionali che l’allevatore può mettere in pratica fin da subito. Riuscire a determinare con precisione quando intervenire in campo, ad esempio per le attività di sfalcio e pascolamento, è fondamentale, perché da questa scelta dipendono, tra le altre cose, la conservazione del cotico erboso e la qualità del foraggio. Ecco dunque che ogni settimana, lo “stadio fenologico” delle principali specie prative (graminacee, leguminose e altre dicotiledoni) viene monitorato e documentato in una decina di località trentine presso le quali sono disponibili i dati climatici grazie alla presenza di stazioni meteo della rete FEM e di Meteotrentino. I dati raccolti in campo vengono quindi sintetizzati in diverse schede, una per ogni sito monitorato. All'interno di ogni bollettino accanto ai dati climatici, vegetazionali e alle foto che mettono in luce gli aspetti caratteristici e distintivi delle principali specie foraggere, sono presenti anche informazioni utili agli allevatori per l'attività quotidiana in campo.
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15/04/2021, 14:42 |
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