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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68638 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Scadono il 10 gennaio le iscrizioni al corso per la gestione del verde urbano Manutentore del verde urbano, aperte le iscrizioni al corso FEM Sono aperte le iscrizioni al corso organizzato dalla Fondazione Edmund Mach rivolto a coloro che intendono iniziare o proseguire l’attività di manutentore del verde. Il corso riguarda l'allestimento, la sistemazione e la manutenzione di aree verdi, aiuole, parchi, alberature e giardini pubblici e privati, attraverso l'uso corretto delle attrezzature e dei macchinari specifici. La partenza è programmata per il 16 gennaio e c’è tempo fino al 10 gennaio 2021 per presentare domanda di iscrizione sul portale www.fmach.it. La durata è di 180 ore complessive, comprensive di 60 ore di attività tecnico-pratica, la frequenza minima che permetterà di essere ammessi all’esame è dell'80% delle ore totali. Al superamento dell'esame conclusivo del corso verrà rilasciato un attestato valido su tutto il territorio nazionale. I contenuti del corso riguarderanno in sintesi: principi di fisiologia vegetale, elementi di botanica generale, normativa in materia di scarti verdi, elementi di pedologia, applicazione tecniche di concimazione, applicazione tecniche di preparazione del terreno, fitopatologia e normative in ambito della difesa delle colture, applicazione tecniche di semina, utilizzo di mezzi agricoli. Data l’emergenza sanitaria in atto è possibile che lo svolgimento del corso, attivato dal Centro Istruzione e Formazione FEM, subisca modifiche in merito alle lezioni in presenza in adeguamento alle disposizioni emanate dalle Autorità competenti. Per info corsipostdiploma@fmach.ithttps://www.fmach.it/CIF/Didattica/Cors ... -del-verde
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23/12/2020, 17:01 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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In Trentino le aziende interessate dalla rilevazione sono circa 19.000 È partito il 7° Censimento generale dell’Agricoltura Tra il 7 gennaio e il 30 giugno 2021 si svolge il 7° Censimento generale dell’Agricoltura, coordinato dall’Istat e, in Trentino, dall’Istituto di statistica della provincia di Trento (ISPAT). In Trentino le aziende interessate alla rilevazione sono circa 19.000, in Italia sono 1,7 milioni. Istat ha inviato nei giorni scorsi a tutti i conduttori agricoli una pec, una mail o una lettera attraverso cui vengono specificate le diverse modalità con cui i rispondenti possono provvedere alla compilazione del questionario, indicando le credenziali di accesso al questionario elettronico. Rispondere al Censimento è obbligatorio. Le informazioni raccolte saranno trattate nel rispetto della normativa in materia di tutela del segreto statistico e di protezione dei dati personali. Per la buona riuscita della rilevazione e, soprattutto per arricchire il patrimonio di informazioni utili alla collettività, è fondamentale la piena collaborazione di tutte le aziende agricole. Informazioni e assistenza possono essere richiesti: contattando il numero verde messo a disposizione dall’Istat 800.961.985 attivo dal 7 gennaio al 30 giugno 2021, dalle 9.00 alle 21.00 da lunedì a sabato, esclusi i festivi; scrivendo a numeroverde-censagr@istat.itconsultare il sito dell’Istat https://www.istat.it/it/censimenti/agri ... o-generalescrivendo alla casella di posta elettronica dell’ISPAT: economia.ispat@provincia.tn.it
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13/01/2021, 21:52 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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E’ partito il corso per esperti di grappa, birra, succhi di frutta, te e bevande con aloe e zenzero Tecnico superiore delle bevande, al via la terza edizione del corso con 20 studenti selezionati Per venti aspiranti professionisti delle bevande ha aperto i battenti alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige il corso di alta formazione professionale per la produzione, trasformazione e valorizzazione della filiera agri-food. Il corso post diploma, giunto alla sua terza edizione, mira allo sviluppo di conoscenze e competenze operative e di controllo negli ambiti della sicurezza alimentare all’interno delle filiere produttive che riguardano i principali prodotti bevibili escluso il comparto enologico, quindi grappa, birra, succhi di frutta, caffè, tè, bevande da prodotti solidi fusi come cioccolate o a base di prodotti emergenti come aloe e zenzero.
Il percorso formativo, a numero chiuso, prevede didattica sia a distanza che in presenza, ha durata biennale, con un impegno orario complessivo di 3.000 ore, coinvolge aspetti quali la progettazione alimentare, l’organizzazione e gestione del processo produttivo, la gestione della qualità dei processi e dei prodotti, nonché la valorizzazione e commercializzazione.
Lo sbocco professionale è rappresentato da distillerie, birrifici e aziende produttrici di bevande, sia alcoliche che non, a conduzione artigianale o a carattere industriale. All'interno di queste aziende il tecnico può operare a livello di trasformazione oppure di valorizzazione dei prodotti finiti attraverso il marketing e la comunicazione, ma anche eseguire analisi qualitative dei prodotti, intervenire come consulente in piccoli impianti ed essere promotore dei prodotti ottenuti. Il tecnico superiore delle bevande può, infine, mettersi in proprio, ed aprire piccole realtà imprenditoriali per creare e divulgare i propri prodotti.
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18/01/2021, 19:30 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Le vespine insediate nel 30% dei siti, arriva anche una nuova monografia curata da Fem Cimice asiatica: risultati promettenti con i lanci estivi delle vespe samurai Il 2020 è stato un anno molto importante nella lotta contro la cimice asiatica, non solo in Trentino, ma in tutte le regioni del Nord Italia. Il programma nazionale di lotta biologica, approvato con decreto del Ministero dell’Ambiente, ha previsto infatti l’immissione in natura della specie Trissolcus japonicus quale Agente di Controllo Biologico del fitofago Halyomorpha halys. Per la provincia di Trento, l’allevamento e la moltiplicazione durante la primavera e il rilascio dell’antagonista durante l’estate sono stati curati dalla Fondazione Edmund Mach, che ha operato in stretto coordinamento con il CREA Difesa e Certificazione, che ha predisposto lo studio di fattibilità del progetto. Gli esiti preliminari del monitoraggio e l’integrazione dello studio del rischio sono stati già trasmessi, d’intesa con i Servizi fitosanitari regionali/provinciali coinvolti, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare entro il 2020 e dalla loro valutazione scaturirà il rinnovo dell’autorizzazione al lancio dell’antagonista per l’anno in corso.
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12/02/2021, 12:59 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Venerdì 19 febbraio alle 8.30 in diretta streaming sul canale youtube FEM l’incontro tecnico 24^ Giornata Tecnica “La frutticoltura delle Valli del Noce” Cimice asiatica, scopazzi del melo, nuove varietà e portinnesti. Sono i quattro grandi temi attorno ai quali si svilupperà venerdì 19 febbraio, dalle 8.30 alle 12.30, la 24esima Giornata frutticola delle Valli del Noce. L’evento si terrà sul canale youtube della Fondazione Edmund Mach e vedrà intervenire in apertura l’assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli, e il direttore generale della Fondazione Edmund Mach, Mario Del Grosso Destreri. I temi che saranno affrontati sono di estrema attualità per il mondo frutticolo: la cimice asiatica con l’evoluzione della popolazione nelle Valli del Noce, le strategie di difesa integrata e di lotta biologica, gli scopazzi del melo con l’andamento della malattia e le indicazioni per il contenimento, le nuove varietà di melo con le indicazioni agronomiche e il miglioramento delle tecniche di produzione, i portinnesti del melo con uno sguardo volto alle nuove selezioni e ai primi risultati sperimentali. Negli ultimi anni in particolare nelle zone della bassa e media valle di Non si è riscontrata la presenza della cimice asiatica (Halyomorpha halys). Questo parassita può provocare gravi danni anche su melo: in Trentino finora è stata la valle dell’Adige la realtà dove si sono registrate le problematiche maggiori. I tecnici FEM durante la stagione 2020 hanno svolto continui controlli per rilevare la popolazione di cimice asiatica sia nei frutteti che nei boschi confinanti. È importante che anche i frutticoltori verifichino la situazione nei propri appezzamenti: per questo motivo è iniziata nel 2020 una positiva collaborazione con gli agricoltori coinvolgendoli direttamente nel monitoraggio della cimice con la registrazione dei controlli tramite apposita APP realizzata e messa a disposizione da FEM. Poichè la cimice asiatica ha dei nemici naturali (iperparassiti), alcuni già sporadicamente presenti anche nella nostra realtà, sono stati effettuati da parte di FEM rilasci del Trissolcus japonicus (vespa samurai) in alcuni areali del Trentino durante il 2020, con risultati già promettenti. Questo approccio integrato nella difesa permetterà di ridurre l’utilizzo di mezzi chimici che risultano a volte impegnativi e spesso forniscono risultati parziali. Gli scopazzi del melo (Apple proliferation) sono una malattia epidemica che all’inizio degli anni 2000 ha creato gravi danni alla frutticoltura delle valli del Noce. Ogni anno viene svolto dal personale tecnico un monitoraggio per verificare la situazione in campagna: i dati rilevati nel 2020 indicano che in diversi areali vi è un aumento preoccupante della percentuale di piante sintomatiche. Non esistendo una cura contro questo fitoplasma è necessario che il sistema frutticolo si impegni in modo coordinato nell’estirpo delle piante colpite e nella lotta ai vettori. Negli ultimi anni su indicazione delle Organizzazione dei Produttori sono state introdotte sia in valle di Non che nel resto del Trentino alcune nuove varietà. Queste cultivar sono di recente costituzione, quindi le notizie disponibili sulle loro caratteristiche vegeto produttive sono ancora parziali. Per questo è in corso una collaborazione fra APOT e FEM per approfondire, verificare e definire in loco le tecniche di coltivazione più adatte per le singole varietà. Il portinnesto M9 sia a livello locale che internazionale è ancora utilizzato con soddisfazione dalla maggioranza dei frutticoltori poiché presenta buone caratteristiche vegeto-produttive. La ricerca e la sperimentazione sono da anni impegnate tuttavia a cercare nuovi portinnesti che presentino, oltre a buone caratteristiche agronomiche, tolleranza o resistenza ad alcune patologie quali: colpo di fuoco, afide lanigero, marciumi radicali e malattie da reimpianto. Si tratta di un percorso lungo e impegnativo, in cui FEM è parte attiva, che ha già portato ad alcuni risultati positivi. Link per seguire l’evento www.youtube.com/fondazionemach Il video sarà disponibile sul canale Youtube della Fondazione Mach anche successivamente all'evento PROGRAMMA 8.30 Saluti di apertura Giulia Zanotelli - Assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento e Mario Del Grosso Destreri - Direttore generale Fondazione Edmund Mach 8.45 Cimice asiatica: evoluzione della popolazione nelle Valli del Noce, strategie di difesa integrata e di lotta biologica (Daniele Barchetti, Matteo de Concini, Michele Berti, Claudio Panizza, Sara Zanoni - Centro Trasferimento Tecnologico FEM, Livia Zapponi - Centro Ricerca e Innovazione FEM) 9.15 Scopazzi del melo: andamento della malattia e indicazioni per il contenimento (Lorenzo Iori, Maurizio Chini, Andrea Branz, Mario Springhetti, Mattia Zaffoni, Damiano Flaim - Centro Trasferimento Tecnologico FEM) 9.45 Nuove varietà di melo: indicazioni agronomiche e miglioramento delle tecniche di produzione (Roberto Torresani, Mario Springhetti, Andrea Bertagnolli - Centro Trasferimento Tecnologico FEM) 10.15 Portinnesti del melo: nuove selezioni, caratteristiche e primi risultati sperimentali (Davide Iachemet, Jonathan Pasqualini, Andrea Guerra, Cristian Defant, Tommaso Pantezzi - Centro Trasferimento Tecnologico FEM; Nicola Dallabetta - Agromillora Iberia) 10.45 Dibattito (domande via Whatsapp o SMS al numero 335 8484120) e chiusura Moderatore: Tommaso Pantezzi - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach
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15/02/2021, 18:20 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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A partire da oggi, mercoledì 17 febbraio, la maggiore fiera internazionale del settore è on-line con show cooking, convegni e incontri. Trentino Sviluppo coordina la presenza locale Nove imprese trentine del biologico a Biofach per conquistare il mercato tedesco Si chiama Biofach eSPECIAL la nuova edizione della maggiore fiera al mondo dedicata al biologico, in programma dal 17 al 19 febbraio on-line. All’appuntamento, storicamente ospitato a Norimberga, non mancherà il Trentino con una delegazione di 9 imprese, guidata da Trentino Sviluppo in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento. Alla sua terza partecipazione, Trentino Sviluppo punta a favorire la promozione delle aziende di trasformazione biologica del territorio sul mercato internazionale, con particolare riferimento a quello tedesco. Le imprese hanno seguito un percorso formativo specifico e sono pronte ora ad incontrare gli operatori commerciali esteri per far conoscere i punti di forza dei prodotti biologici trentini, dall’olio al formaggio, dall’aceto di mele ai salumi, senza dimenticare il comparto vino, tutto rigorosamente bio. Tra le iniziative proposte dal Trentino c’è “Trentino cooking experience”, show cooking dedicato ai piatti di montagna con il cuoco youtuber Davide Zambelli e il divulgatore Francesco Gubert. Spazio poi alla ricerca agritech, con il convegno scientifico promosso in collaborazione con Fondazione Edmund Mach e Università di Trento - Centro 3A.
«In Trentino – commenta Achille Spinelli, Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento – l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità in agricoltura incontra la vocazione verso l’innovazione delle imprese. L’agritech e la ricerca applicata all’agroalimentare rappresentano infatti per noi un ambito strategico, come evidenziato nella Carta di Rovereto, frutto dell’intenso lavoro degli esperti internazionali chiamati a riflettere sulle direttrici di sviluppo e sulle traiettorie tecnologiche del Trentino. La partecipazione a Biofach, supportata dal sistema provinciale, premia l’impegno degli imprenditori verso l’innovazione e li avvicina a mercati strategici e dall’alto potenziale che possono aiutare la ripresa economica». Il settore fieristico internazionale ha sofferto, per ovvie ragioni, in questo anno di pandemia. Trentino Sviluppo, in raccordo con la Provincia, ha avviato una serie di azioni per permettere alle imprese del territorio di avere occasioni di visibilità attraverso modalità innovative. Come già sperimentato nel 2020, anche per Biofach l’ente ha scelto di progettare insieme alle aziende la presenza trentina alla fiera digitale, per valorizzare le eccellenze del territorio sui mercati esteri. Il biologico in Trentino è in crescita. A dirlo sono i dati che parlano di un incremento degli ettari coltivati bio: erano 8.700 del 2017 e sono balzati a 18.200 del 2019. Gli operatori attualmente impegnati nel biologico in Trentino sono 1.354. I principali prodotti bio lavorati sono i derivati dalla lavorazione della frutta e della verdura, i prodotti vitivinicoli, l’olio e la birra, la pasta, i formaggi e i salumi, i prodotti dolciari e il pesce. La call di Trentino Sviluppo per la partecipazione a Biofach è stata proprio rivolta alle imprese di trasformazione che hanno nel biologico uno dei loro punti di forza. Sono nove le aziende trentine selezionate che faranno da ambasciatrici per il territorio nella maggiore fiera del settore a livello mondiale, quest’anno nella sua versione digitale eSPECIAL: A.D. Chini, Agraria Riva del Garda, Bomè, Casearia Monti Trentini, Lucia Maria Melchiori, Melinda, Oliocru, Pojer&Sandri e Trento Frutta. Le imprese potranno fa conoscere i propri prodotti in una piattaforma dedicata, attraverso la quale potranno inoltre incontrare le potenziali controparti estere. Sempre attraverso il web, saranno proposti diversi eventi rivolti a tutto il pubblico di Biofach. Tra questi, il 18 febbraio alle 11.00, il Focus scientifico “Tecnologie e strategie per il controllo delle specie invasive aliene nell’ecosistema agricolo biologico”. L’appuntamento, promosso in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach e il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (Centro 3A). Interverranno Mauro Casotto, direttore operativo di Trentino Sviluppo, Gianfranco Anfora, professore dell’Università di Trento e ricercatore di FEM, e Ilaria Pertot, direttrice del Centro 3A. Il 17, 18 e 19 febbraio, rispettivamente alle 12.00, alle 17.00 e alle 10.00, il “palco” virtuale di Biofach ospiterà lo show cooking “Trentino Cooking Experience” con la preparazione di un menù di montagna con ingredienti rigorosamente biologici. L’evento sarà condotto dal divulgatore Francesco Gubert insieme al cuoco trentino Davide Zambelli, ai fornelli per illustrare la ricetta e la preparazione dei piatti tipici del nostro territorio alla platea internazionale.
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17/02/2021, 16:38 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Il 25 e 26 febbraio workshop digitale coordinato dalla Fondazione Mach con oltre 100 esperti Alberi esotici, dalla ricerca alla gestione nei territori alpini La robinia, l'ailanto, l'acero americano, il ciliegio tardivo, l'abete di Douglas, il pioppo ibrido e l'olmo siberiano sono solo alcune delle circa 100 specie di alberi non nativi presenti in Italia. Introdotte per scopi ornamentali queste specie esotiche sono per lo più usate, anche in Trentino, nel contesto urbano e periurbano, perché si adattano meglio agli ambienti cittadini, ma possono causare problemi ecologici perché queste piante competono e spesso sovrastano le specie indigene, trasformando significativamente gli equilibri degli ecosistemi forestali. I benefici attesi e i potenziali rischi legati alla presenza di alberi non nativi nelle regioni geografiche europee sono oggetto di un workshop internazionale coordinato dalla Fondazione Edmund Mach nell’ambito del progetto Alptrees, che vede coinvolto come partner il Comune di Trento e come “osservatore” il Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento. L’evento si svolgerà in formato digitale il 25 e 26 febbraio alla presenza di oltre cento ricercatori ed esperti dell’area alpina. Il progetto Alptrees Alptrees è un progetto coordinato dall’Istituto di ricerca forestale, rischi naturali paesaggio di Vienna, e il suo obiettivo è fornire una strategia transnazionale per un sistema di supporto alle decisioni sull'uso e la gestione responsabili di alberi non nativi. Di fatto si inserisce nel contesto delle politiche nazionali e regionali che mirano a proteggere e migliorare la biodiversità, garantire la connettività ecologica e le risorse culturali mantenendo al contempo un alto livello di resilienza e di servizi ecosistemici attraverso lo spazio alpino. Accanto ai partner istituzionali francesi, tedeschi, austriaci e sloveni, l’Italia è rappresentata dalla Fondazione Edmund Mach, che coordina il Workpackage “Policy implementation, stakeholder engagement & capacity building” del progetto, e dal Comune di Trento e dal Consorzio Langhe Monferrato e Roero. Vantaggi e rischi derivanti dalla presenza degli alberi non nativi “I potenziali vantaggi derivanti dalla presenza di specie arboree aliene includono l'adattamento ai cambiamenti climatici, i contributi alla bioeconomia ed al paesaggio urbano e periurbano, la realizzazione di infrastrutture verdi e la mitigazione dei pericoli naturali -spiega Nicola La Porta ricercatore del Centro Ricerca e Innovazione e responsabile del progetto alla FEM. I possibili rischi associati alla loro presenza riguardano invece l'invasività e gli effetti competitivi nei confronti delle piante arboree native e quindi le potenziali minacce alla biodiversità. I problemi che potrebbero causare queste piante, a parte qualche fenomeno di polline o foglie allergeniche, sono principalmente ecologici”. https://www.alpine-space.eu/projects/alptrees/en/home
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25/02/2021, 11:49 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Venerdì 5 marzo, alle 16, incontro in diretta streaming del progetto FEM – CIVIT Viti “resistenti”, ecco le sette cultivar che si adattano meglio al territorio trentino Tra la 30 varietà di vite presenti sul mercato tolleranti alle principali patologie fungine, oidio e peronospora, sette si dimostrano particolarmente performanti in Trentino. Si tratta di Solaris, Souvignier Gris e Pinot Regina e le quattro varietà provenienti dall’attività di miglioramento genetico della FEM recentemente iscritte nel registro nazionale delle varietà di vite e già disponibili per la coltivazione: Nermantis, Termantis, Valnosia e Charvir. E’ quanto emerge dal progetto di ricerca VEVIR coordinato dal Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) con partner Fondazione Edmund Mach per gli aspetti scientifici e il mondo produttivo con Cavit, Mezzacorona, Cantina di Lavis e Cantine Ferrari, i cui risultati saranno presentati venerdì 5 marzo, alle ore 16, in diretta streaming sul canale youtube FEM. Interverranno in apertura il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani, e il presidente di Civit, Enrico Giovannini.
Progetto Vevir: 30 varietà testate per 3 anni, le migliori sono 7 I tecnici e i ricercatori della Fondazione Edmund hanno testato per tre anni dal punto di vista agronomico ed enologico oltre 30 varietà di vite resistenti presenti sul mercato. Le hanno attentamente studiate nei campi sperimentali dislocati in Piana Rotaliana, Vallagarina e Valsugana, per capire innanzitutto come si adattano a diverse altitudini e a diverse condizioni climatiche, ma valutandone anche la fenologia, la fertilità, la produttività, la tolleranza alle principali malattie fitosanitarie, il potenziale enologico rispetto a due varietà tradizionali: Chardonnay e Marzemino. Tra queste 30 varietà, sette risultano promettenti: si tratta di Solaris, Sauvignon Gris, Pinot Regina, Nermantis, Termantis, Valnosia e Charvir. Queste varietà possono rappresentare un’opportunità per areali viticoli confinanti con aree sensibili, dove le limitazioni ai trattamenti fitosanitari rappresentano un grosso limite e nelle aree dove la meccanizzazione a causa della forte pendenza è impossibile. I commenti dei presidenti FEM e CIVIT Il presidente Fem Mirco Maria Franco Cattani spiega: “La collaborazione integrata di ruoli ed esperienze complementari, che sorregge il progetto VEVIR, ha prodotto un risultato estremamente positivo, perchè pienamente rispondente agli obiettivi previsti, in grado di fornire un valido supporto ai viticoltori ed agli operatori commerciali, armonizzando la produzione in campagna con le necessità urgenti di preservare la salubrità del territorio a beneficio di quanti lo abitano e frequentano. Per FEM è un ulteriore sprone nella propria missione di sostegno e affiancamento agli agricoltori, che è stata ragione della sua fondazione" CIVIT avrà il compito di promuovere queste varietà tra i viticoltori. Il presidente Enrico Giovannini manifesta la propria soddisfazione: “Il progetto VEVIR è stato un chiaro esempio di come il trasferimento delle conoscenze, raggiunte grazie al lavoro del mondo della ricerca all’indirizzo del mondo produttivo, sia possibile, efficace e fruttuoso. Una stretta collaborazione tra i vivaisti viticoli dell’AVIT e i ricercatori della Fondazione Mach non può che giovare, sempre di più, all’intera filiera vitivinicola trentina, offrendo strategie innovative per una viticoltura veramente sostenibile”.
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04/03/2021, 20:42 |
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Il provvedimento della giunta mira alla valorizzazione del prodotto artigianale e alla corretta informazione verso il cittadino-consumatore “Pane fresco” è ora un marchio di certificazione in Trentino “Pane fresco, come un fiore appena colto”. E’ questo il pay-off del nuovo marchio di certificazione del “pane fresco” che la giunta provinciale ha approvato stamani su iniziativa dell’assessore provinciale all’artigianato e turismo, Roberto Failoni. “La certificazione - spiega l’assessore - persegue due obiettivi, ovvero la valorizzazione del prodotto artigianale e la corretta informazione nei confronti del consumatore”. Il nuovo marchio a tutela della qualità dal pane artigianale è rappresentato da un fiore stilizzato con varie gradazioni di marrone, il colore del pane. La Provincia autonoma di Trento intende incentivare presso negozi e, soprattutto, grande distribuzione l’adozione del marchio che potrà essere apposto sugli scaffali, sacchetti ed etichette. L’adozione del marchio “Pane fresco” ha la propria genesi nella legge provinciale della scorsa legislatura che promuove la distinzione tra pane industriale (congelato) e il pane fresco. Spesso, il consumatore non è messo nelle condizioni di riconoscere a colpo d’occhio il pane fresco, “abbagliato” dalle varietà e dalle tipologie esposte nelle corsie dei supermercati o sugli scaffali dei negozi. In collaborazione con l’associazione panificatori del Trentino, l’assessorato provinciale all’artigianato ha promosso un concorso di idee tra gli studenti dell’Istituto Artigianelli di Arti Grafiche di Trento. “Il coinvolgimento degli studenti - sottolinea l’assessore Failoni - ha permesso di portare un contributo creativo importante al fine di individuare il logo e il messaggio migliori da trasmettere ai consumatori, attraverso i negozi della provincia”. La giunta provinciale ha anche approvato il regolamento che contiene requisiti per ottenere il marchio di certificazione. Per “pane fresco” si intende quello prodotto secondo “un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime, dei prodotti intermedi della panificazione e degli impasti, fatto salvo l’impiego di tecniche di lavorazione finalizzate al solo rallentamento del processo di lievitazione”. Il pane dovrà essere venduto “entro e non oltre la giornata in cui è stato completato il processo produttivo, indipendentemente dalle modalità di conservazione adottate”. Il regolamento individua anche i soggetti che possono utilizzare il marchio, le modalità di vendita, la procedura per la concessione d’uso del marchio ed i possibili utilizzi. “Il marchio di certificazione - spiega ancora l’assessore Failoni, firmatario della delibera approvata oggi dalla giunta - consentirà al consumatore di individuare in maniera immediata il pane fresco, quindi di produzione artigianale, rispetto al pane scongelato, prodotto a livello industriale. Il logo sarà esposto al pubblico e sulle confezioni. Il Trentino ha da tempo intrapreso una politica a sostegno dei produttori locali, favorendo la filiera corta dei prodotti. La scelta è sinergica al comparto turistico, così da promuovere un’unica e coordinata immagine del nostro territorio”. Nei prossimi mesi è prevista una campagna promozionale dell’iniziativa, che sarà portata avanti in collaborazione con l’Associazione panificatori del Trentino e con gli esercizi (negozi di alimentari, panetterie e supermercati) aderenti. Una volta completate le procedure legali di registrazione, il marchio e il logo saranno assegnati in forma gratuita agli esercizi che ne faranno richiesta, attraverso gli uffici del Servizio artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento, inviando una email di richiesta o di richiesta di informazioni all’indirizzi serv.artcom@provincia.tn.it.
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05/03/2021, 23:50 |
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Grande soddisfazione di FEM e CIVIT per i risultati del progetto presentato oggi con oltre 100 spettatori in diretta 7 varietà “resistenti” sono pronte per portare più sostenibilità nei vigneti trentini Nermantis, Termantis, Valnosia e Charvir, le quattro varietà risultato del programma di miglioramento genetico della Fondazione Edmund Mach, unitamente alle tre cultivar Solaris, Souvignier Gris e Pinot Regina si presentano oggi al territorio trentino in tutte le loro caratteristiche e potenzialità, con un denominatore comune: la tolleranza a oidio e peronospora, le principali patologie della vite. Oggi queste cultivar sono state protagoniste in diretta streaming sul canale youtube della FEM dell’incontro conclusivo del progetto VEVIR coordinato dal Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) con partner Fondazione Edmund Mach per gli aspetti scientifici e il mondo produttivo con Cavit, Mezzacorona, Cantina di Lavis e Cantine Ferrari. In base ai risultati di questo progetto, tra la 30 varietà di vite presenti sul mercato tolleranti a oidio e peronospora, queste sette si sono dimostrate particolarmente performanti in Trentino oltre a rappresentare un’opportunità per areali viticoli confinanti con aree sensibili, dove le limitazioni ai trattamenti fitosanitari rappresentano un grosso limite e nelle aree dove la meccanizzazione a causa della forte pendenza è impossibile.
I tecnici e i ricercatori della Fondazione Edmund hanno testato per tre anni dal punto di vista agronomico ed enologico oltre 30 varietà di vite resistenti presenti sul mercato. Le hanno attentamente studiate nei campi sperimentali dislocati in Piana Rotaliana, Vallagarina e Valsugana, per capire innanzitutto come si adattano a diverse altitudini e a diverse condizioni climatiche, ma valutandone anche la fenologia, la fertilità, la produttività, la tolleranza alle principali malattie fitosanitarie, il potenziale enologico rispetto a due varietà tradizionali: Chardonnay e Marzemino. All’incontro sono intervenuti in apertura il presidente di FEM e il vicepresidente di CIVIT. Il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani ha spiegato: “La collaborazione integrata di ruoli ed esperienze complementari, che sorregge il progetto VEVIR, ha prodotto un risultato estremamente positivo, perchè pienamente rispondente agli obiettivi previsti, in grado di fornire un valido supporto ai viticoltori ed agli operatori commerciali, armonizzando la produzione in campagna con le necessità urgenti di preservare la salubrità del territorio a beneficio di quanti lo abitano e frequentano. Per FEM è un’ ulteriore sprone nella propria missione di sostegno e affiancamento agli agricoltori, che è stata ragione della sua fondazione”. Fabio Comai, vicepresidente del Consorzio Innovazione vite che avrà il compito di promuovere queste varietà tra i viticoltori, ha spiegato che il progetto ha dato molte soddisfazioni in quanto oltre a CIVIT sono state coinvolte le cantine del Trentino che hanno potuto sperimentare in prima persona i risultati raggiunti. Lorenzo Gretter, responsabile tecnico di CIVIT, ha evidenziato obiettivi e opportunità del progetto, Marco Stefanini ha parlato dell’attività di miglioramento genetico. Nell’intervento di Maurizio Bottura, Alberto Gelmetti, Michele Margoni, Bruno Mattè, Flavio Mattedi sono stati messi in luce i risultati agronomici delle varietà resistenti in Trentino; Duilio Porro e Stefano Pedò hanno portato l’attenzione sugli aspetti nutrizionali delle varietà resistenti. Infine, gli aspetti compositivi dei vini sperimentali ottenuti da varietà resistenti in Trentino sono stati messi in luce da Sergio Moser e Tomas Roman. L’incontro è stato moderato da Vincenzo Betalli del CIVIT.
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07/03/2021, 19:38 |
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