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Provincia Autonoma di Trento 
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Prelevato in Svizzera e trasferito oggi alla FEM che coordina il programma di sperimentazione a livello nazionale

Lotta alla Drosophila suzukii, importato l’antagonista Ganaspis brasiliensis

Ottenuta due mesi fa l’autorizzazione ministeriale per l’importazione su parere espresso dal Servizio Agricoltura-Ufficio Fitosanitario della Provincia autonoma di Trento, il Ganaspis brasiliensis, il parassitoide che servirà a combattere la Drosophila suzukii è arrivato oggi in Italia per iniziare la sperimentazione alla Fondazione Edmund Mach che coordina il programma a livello nazionale. L’antagonista esotico è stato prelevato, seguendo tutte le misure di sicurezza previste dai
regolamenti, dai laboratori del CAB International, importante centro di ricerca svizzero con cui FEM si coordina a livello internazionale nell’ambito della lotta alla Drosophila suzukii, il moscerino dagli occhi rossi che si nutre della polpa della frutta rossa prima che giunga a maturazione e che colpisce ciliegio, fragola, lampone, mirtillo, more, susine, albicocche,
pesche, fichi, kiwi, ma anche la vite. Ora per il Ganaspis inizia il periodo di sperimentazione in quarantena; il prossimo passo
sarà la presentazione dello studio del rischio che valuti l’impatto del parassitoide sugli ecosistemi locali in caso di liberazione sul territorio. Tale studio è un requisito fondamentale per ottenere l’autorizzazione al rilascio e verrà presentato alle autorità preposte entro la primavera 2021. Soddisfazione è stata espressa dall'assessore provinciale all'Agricoltura per l'avvio della sperimentazione, che ci si augura possa "certificare" l'efficacia dell'antagonista nei confronti della Drosophila, dando quindi un contributo fondamentale alla lotta ingaggiata contro il parassita.

In questo lavoro FEM integrerà gli studi già svolti presso CAB e negli Stati Uniti prendendo in considerazione le condizioni ecologiche specifiche degli ambienti italiani. Per dare maggior rilevanza allo studio, la Fondazione ha ritenuto opportuno creare un gruppo di lavoro coinvolgendo nel progetto il CREA Firenze e numerose università e istituti di ricerca sparsi sul territorio nazionale e assumendo il ruolo di coordinatrice dei lavori. Una volta approvato lo studio del rischio, si potrà procedere all’avvio di un programma di lotta biologica per il controllo su scala territoriale di Drosophila suzukii, analogo a quello già partito nei confronti della cimice
asiatica con la vespa samurai.

Un iter burocratico molto impegnativo e articolato

Il progetto SWAT-lotta biologica finanziato dalla Provincia autonoma di Trento (che coinvolge anche la cimice asiatica) ha investito importanti risorse sulla lotta a Drosophila suzukii. Nell’ambito del progetto la FEM si è attivata già da mesi per importare il parassitoide. Dapprima è stato ottenuto il parere positivo del Servizio Fitosanitario regionale per l’idoneità dei nuovi laboratori di quarantena ad ospitare l’imenottero che dovrà essere mantenuto in condizione controllate in attesa del via libera al rilascio da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare. Successivamente è stato attivato l’iter burocratico per ottenere l’autorizzazione a trasferire Ganaspis brasiliensis presso le strutture della Fondazione dai laboratori del CAB International.

L’agente di controllo biologico Ganaspis brasiliensis

Ganaspis brasiliensis è un microimenottero (piccola vespa) parassitoide originario dell’Estremo Oriente (Cina, Corea del sud e Giappone). Proveniendo dagli stessi luoghi di origine di Drosophila suzukii, il Ganaspis brasiliensis si è adattato a parassitizzare le larve del moscerino asiatico, dimostrando un elevato grado di successo e specificità al contrario delle altre specie di parassitoidi già presenti in Europa. Grazie alla presenza di questo antagonista naturale le popolazioni di Drosophila suzukii nei luoghi di origine sono mantenute in un equilibrio gestibile per le produzioni agrarie.

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11/08/2020, 16:48
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Agricoltura di qualità e ritorno al territorio montano: la “ricetta” di Bevilacqua per contrastare la catastrofe ambientale

«Se lo scioglimento dei ghiacciai proseguirà secondo i parametri attuali, l’Italia – o meglio l’Italia produttiva, industriale e pianeggiante – sarà sommersa e non resterà che spostare l’economia nei territori montani e collinari»: questa la dirompente affermazione dello storico, scrittore e saggista Piero Bevilacqua, nel corso della seconda giornata del Festival dell’Economia. «Serve quindi un cambio di prospettiva e di sguardo: si deve tornare a queste aree, strategiche per il futuro, attraverso un rilancio dell’agricoltura di qualità che rispetta le colture locali e si fa multifunzione (dal turismo, all’enogastronomia). Per farlo sono necessarie nuove politiche, come dei redditi base che incentivino, nonché un cambio di rotta per cooperativismo e immigrazione».

E’ un lungo e complesso excursus storico e geografico, quello in cui Piero Bevilacqua, si addentra nella sua lezione per il Festival dell’Economia, “L’Italia e il suo ambiente”. Un percorso che parte da un assunto chiaro: il nostro è, per sua natura, un paese prevalentemente collinare e montuoso, le cui infrastrutture ed economie sono tutte legate a trasformazioni dell’ambiente. «L’Italia è un territorio “costruito”, adeguato all’abitabilità, agli insediamenti, alle imprese – chiarisce subito lo storico calabrese – il che significa che poggia interamente su un’impalcatura artificiale e che ci obbliga ad una manutenzione costante». Ma quali sono, queste operazioni di “costruzione” a cui Bevilacqua fa riferimento? «Parlo di processi storici. Se per esempio Fernand Braudel, storico francese, distingueva l’agricoltura nordeuropea come frutto del disboscamento, e l’agricoltura mediterranea come frutto di bonifica, l’Italia ha vissuto entrambi, subendo di conseguenza catastrofi ambientali reiterate. Non possiamo mai – aggiunge – credere che determinate conseguenze, come anche le pandemie, si discostino troppo da cause territoriali. Eppure, ce lo dimostra il recente “Recovery Found”, che non prevede lo stanziamento di fondi in tale direzione, del territorio non ci si cura».

Partendo dall’Impero Romano, per arrivare al ‘900, Bevilacqua racconta allora le tante scelte poco oculate del nostro Paese: «Non da ultima, in termini di impatto, si colloca l’industrializzazione siderurgica e petrolchimica del Sud Italia, imposta forzando le economie locali. Oggi, con una visione più attenta alle politiche ambientali, dovremmo pensare di puntare a un sistema simile a quello della “Terza Italia”, delle Marche e dell’Emilia-Romagna, dove industria e agricoltura vanno a braccetto, dove si rispettano le colture locali e l’agricoltura diventa fulcro di attività diverse, dal turismo alla didattica – continua –. E questa nuova spinta deve andare in direzione dei territori montali e collinari, aree strategiche in un futuro di costante innalzamento dei mari». Per farlo, occorrono allora «fondi, redditi di base a chi resta o si spinge in queste zone, ma anche una diversa ottica sull’immigrazione, perché chi arriva è forza lavoro, che, creando cooperative, potrebbe far ripartire molte zone d’Italia oggi deserte».

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25/09/2020, 15:51
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Acquacoltura, un milione e mezzo di euro di contributi; domande dal 5 al 31 ottobre
E’ di un milione e mezzo di euro la dotazione finanziaria dei bandi, approvati dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore all’agricoltura, per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura e per il sostegno delle attività di trasformazione e commercializzazione dei suoi prodotti. Le domande di contributo potranno essere presentate dal 5 al 31 ottobre utilizzando i moduli disponibili sul sito istituzionale della Provincia autonoma di Trento.

Con il provvedimento adottato sono stati anche approvati i criteri e le modalità per la concessione dei finanziamenti. Le risorse disponibili trovano copertura nel Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. La Provincia erogherà i contributi anticipando eventualmente anche le quote di competenza comunitaria e statale.
Per quanto riguarda l’acquacoltura (disponibili 800.000 euro) l’iniziativa vuole favorire un’attività che sia sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze. Per quanto riguarda commercializzazione e trasformazione (disponibili 700.000 euro) l'obiettivo è il miglioramento dell’organizzazione del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e la promozione degli investimenti nei settori della trasformazione e commercializzazione.
Competente a ricevere le domande ed a svolgere l’istruttoria amministrativa è il Servizio Agricoltura della Provincia autonoma di Trento.
Ulteriori informazioni e i moduli per la presentazione delle domande di contributo sono disponibili sul sito: http://www.trentinoagricoltura.it/Trent ... -2014-2020.


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02/10/2020, 17:35
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Approvati dal Consiglio di Amministrazione Civit la lista dei nomi che verranno attribuiti alle quattro nuove varietà di vite tolleranti della Fondazione Edmund Mach
Le quattro varietà di vite resistenti hanno finalmente un nome
Dopo essere state iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite e pronte per essere coltivate le quattro varietà di vite tolleranti selezionate dalla Fondazione Edmund Mach e Civit (Consorzio Innovazione Vite) hanno finalmente un nome.
I seguenti nomi sostituiranno le sigle con cui i genotipi erano stati inizialmente registrati.

I nomi TERMANTIS e NERMANTIS possono essere associati a entrambi gli incroci TEROLDEGO X MERZLING in quanto rimarcano caratteristiche comuni alle due varietà. In particolare: la bacca rossa, la sua resistenza, la maturazione precoce rispetto alla media, il colore rubino molto intenso e ovviamente il nome dei due vitigni da cui stato incrociato.

Quindi la sigla “F22p09” verrà chiamato TERMANTIS: dall’unione delle prime lettere di Teroldego e Merzling nasce un nome per un vitigno “temerario” che non teme nulla grazie alla sua resistenza e produttività. La sigla “F22p10” invece NERMANTIS: il naming nasce dall’unione delle parole “nera” e “manto” che descrive il colore scuro dell’acino dell’uva di questo nuovo vitigno.

La sigla “F23p65” incrocio FR 945-60 X Merzling nome che rimarca le caratteristiche specifiche di questo vitigno, in particolare il riferimento alla produzione vino base spumante con buone note fruttate, sapido e con struttura per questo è stato scelto il nome CHARVIR: l’iniziale Char riprende il termine Chardonnay mentre VIR (verde in latino) valorizza il colore dai riflessi verdi della bacca.

Infine la sigla “F26p92” incrocio Nosiola X Bianca lo chiameremo VALNOSIA: il termine Val rimanda alla valle, al territorio e alla natura con un riferimento sottile alle vallate in cui è presente il Nosiola (Valle dei Laghi, Vallagarina, Valle del Sarca). La desinenza finale Nosia è una contrazione di Nosiola come ulteriore rimando al vitigno principale di origine.

“È una grande soddisfazione per la Fondazione Edmund Mach completare con questo ultimo tassello, la scelta dei nomi, un percorso articolato e impegnativo, frutto del paziente lavoro dei nostri ricercatori- spiega il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani -. Un risultato che conferma l'impegno dell'agricoltura del Trentino, determinata a perseguire la strada di una viticoltura sempre più sostenibile. I nomi individuati, che vanno di fatto a sostituire le sigle inizialmente attribuite alle varietà, richiamano i genitori di queste nuove accessioni che, assieme a Civit, ci auguriamo possano venire accolte con interesse da parte dei produttori locali e non solo".

“Era importante trovare dei nomi allettanti che potessero dare lustro alle caratteristiche delle nuove varietà, iscritte al Registro Nazionale lo scorso giugno, e dare merito alle origini trentine – dichiara Enrico Giovannini, Presidente CIVIT -. Sono nomi maggiormente memorizzabili e appetibili per i fruitori finali. Spero che il mondo vitivinicolo accolga positivamente i nuovi vitigni e i nomi che portano. Se siamo arrivati a questo risultato è grazie alla fruttuosa collaborazione con la Fondazione Mach”.


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09/10/2020, 17:37
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Le indicazioni FEM per prevenire attacchi di colpo di fuoco la prossima primavera
Colpo di fuoco, attenzione ai cancri. I tecnici raccomandano l’estirpazione e la bruciatura delle piante colpite
Al fine di prevenire attacchi di colpo di fuoco la prossima primavera, la Fondazione Edmund Mach raccomanda ai frutticoltori di controllare gli impianti di melo più giovani. In presenza di cancri di colore scuro e possibili fessurazioni nella corteccia, le piante colpite al portinnesto vanno estirpate e bruciate sul posto. Tutte le indicazioni sono contenute nel dettaglio nel bollettino tecnico inviato il 14 ottobre al mondo agricolo dal Centro Trasferimento Tecnologico.

Dai monitoraggi svolti nei frutteti trentini la Fondazione Edmund Mach ha rilevato cancri da Erwinia amylovora sul portainnesto già a partire da quest’estate. In questo periodo le piante colpite sono facilmente individuabili per la differente colorazione delle foglie (arrossamenti/ingiallimenti o caduta precoce rispetto alle altre piante) e sono inoltre visibili dei cancri sulle branche riferibili agli attacchi primaverili.
“Si ricorda -spiegano i tecnici della FEM - che il batterio sverna all’interno dei cancri su fusto o portainnesto e può rappresentare una pericolosa fonte di inoculo per la prossima stagione vegetativa. È di fondamentale importanza che tutti i frutticoltori controllino la presenza dei sintomi soprattutto negli impianti di melo messi a dimora nel 2020 rimuovendo le eventuali coperture antilepre dove presenti. In caso di ritrovamento di piante colpite al portainnesto (presenza di cancri di colore scuro e possibili fessurazioni nella corteccia) queste vanno estirpate direttamente o segnate con un nastro al fine di procedere in un secondo momento. Le piante estirpate devono essere bruciate sul posto”.
Visto l’avvicinarsi del periodo della potatura invernale del melo, la Fondazione Mach consiglia di programmare gli interventi iniziando negli impianti meno colpiti nel corso della stagione e lasciare per ultimi gli appezzamenti che presentavano maggiori problemi. Anche durante la potatura è importante osservare bene le branche e, qualora si riscontrasse la presenza di cancri, è fondamentale rimuovere le branchette e le porzioni della pianta con evidenti sintomi raccogliendoli in un secchio o un sacco di plastica per poi procedere alla distruzione del materiale vegetale infetto (pratica consentita all’interno dell’appezzamento). Infine gli strumenti utilizzati per il taglio vanno disinfettati ad esempio con alcol al 70%, con Ipoclorito di sodio, Benzalconio cloruro o esponendo la lama della forbice su una fiamma viva per 2-3 secondi per lato. Queste operazioni di risanamento sono fondamentali per prevenire attacchi di colpo di fuoco la prossima primavera che si potrebbero verificare in caso di condizioni climatiche favorevoli.
Si ricorda che è sempre attivo il sito internet dedicato https://fitoemergenze.fmach.it


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16/10/2020, 13:51
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Il 19 novembre sul sito di Interpoma la presentazione del libro con i risultati di 6 anni di ricerche
Scopazzi del melo, la ricerca FEM-Laimburg alla fiera digitale Interpoma
In occasione della fiera digitale Interpoma, la Fondazione Edmund Mach e il Centro di Sperimentazione Laimburg presentano i risultati di una ricerca congiunta, frutto di una collaborazione pluriennale, sulla fitopatologia “scopazzi del melo”. L’evento digitale sarà disponibile dal 19 novembre sul sito di Interpoma e sui canali youtube di entrambi gli enti di ricerca.

La Fondazione Edmund Mach e il Centro di Sperimentazione Laimburg sono impegnati da diversi anni nella ricerca sugli scopazzi del melo con l'obiettivo di comprenderne i meccanismi di trasmissione e sviluppare una strategia per prevenire l'ulteriore diffusione della malattia in regione. La ricerca realizzata con il contributo di APOT, del Consorzio mele Alto Adige e della Provincia autonoma di Bolzano, è confluita in una pubblicazione che ha riunito le competenze e le conoscenze dei due istituti di ricerca, valorizzando la varietà dei background tecnici e scientifici dei ricercatori coinvolti come la microbiologia, la fisiologia vegetale, l’entomologia e le scienze ambientali a livello molecolare, macroscopico e geografico.
La presentazione vedrà la partecipazione degli assessori all’agricoltura della Provincia autonoma di Bolzano e della Provincia autonoma di Trento, Arnold Schuler e Giulia Zanotelli.
(sc e fmh)

Programma presentazione libro "scopazzi del melo"

Saluti istituzionali
Arnold Schuler, Assessore all'agricoltura, foreste, turismo e protezione civile, Provincia Autonoma di Bolzano
Giulia Zanotelli, Assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Provincia Autonoma di Trento
Introduzione
Mario Del Grosso Destreri, Direttore generale Fondazione Edmund Mach
Michael Oberhuber, Direttore Centro di Sperimentazione Laimburg
Presentazioni scientifiche
Katrin Janik, Centro di Sperimentazione Laimburg
Gianfranco Anfora, C3A Università degli Studi di Trento / Fondazione Edmund Mach
Significato della ricerca sugli scopazzi del melo per la prassi agricola
Alessandro Dalpiaz, Direttore Associazione produttori ortofrutticoli trentini (APOT)
Georg Kössler, Presidente Consorzio Mela Alto Adige
Le presentazioni si tengono nella lingua dei relatori.

La registrazione dell’evento sarà visionabile dal 19.11.2020 su:
sito di Interpoma
https://www.fierabolzano.it/it/interpoma/eventi
canali YouTube di entrambe le istituzioni:
Fondazione Edmund Mach:
www.youtube.com/fondazionemach
Centro di Sperimentazione Laimburg: https://www.youtube.com/channel/UCTqWlB ... pInvalgOcw

Per consultare la pubblicazione
https://www.fmach.it/Servizi-Generali/E ... i-del-melo

Contatti:
Fondazione Edmund Mach
dott.ssa Silvia Ceschini
+39 0461 615126 - M.+39 339 7392973
silviceschini@fmach.it
ufficio.stampa@fmach.it
www.fmach.it

Centro di Sperimentazione Laimburg
Dr. Franziska Maria Hack
+39 0471 969 516
Franziska-Maria.Hack@laimburg.it
Press@laimburg.it
www.laimburg.it

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19/11/2020, 14:34
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Prestigioso riconoscimento alla ricerca enologica del Centro Trasferimento Tecnologico
Ricerca enologica FEM premiata per gli studi sugli aromi del Gewürztraminer
Nuovo importante riconoscimento internazionale per la ricerca enologica della Fondazione Edmund Mach. La Fondazione Rudolf Hermanns di Geisenheim (Germania), che da trent’anni valorizza i lavori che contribuiscono all'aggiornamento della conoscenza in ambito viticolo, enologico e orticolo, ha premiato l’attività di ricerca e innovazione condotta nel settore dell’enologia da Tomas Roman e Roberto Larcher, responsabili rispettivamente dell’Unità trasformazione e conservazione e del Dipartimento Alimenti e Trasformazione del Centro Trasferimento Tecnologico.

Il premio internazionale è stato assegnato per la rilevanza scientifica dei risultati ottenuti nell’avanzamento delle conoscenze chimiche e tecnologiche utili al miglioramento dell’espressione aromatica del vino Gewürztraminer.
In particolare, i due ricercatori della Fondazione Mach, affiancandosi ai pochissimi italiani che in passato hanno ottenuto questo riconoscimento, vanno ad aggiungersi ai 55 premiati internazionali provenienti da 15 Paesi, dalla Russia agli Stati Uniti, sommandosi in ambito vitienologico a quelli di Carbonneau, Dubourdieu, Schultz, Fregoni, Intrieri o Poni fra gli altri.
Da 146 anni la Fondazione Edmund Mach rappresenta per la viti-enologia internazionale una realtà prestigiosa. E proprio in questo comparto ogni anno si moltiplicano riconoscimenti sotto il profilo della formazione, della ricerca e del trasferimento tecnologico.
La ricerca enologica sviluppata presso il Centro Trasferimento Tecnologico - dopo lo stesso riconoscimento ottenuto nel 2001 dal dr. Giorgio Nicolini – si conferma così di assoluto valore nel contesto internazionale per la qualità e la capacità di innovazione. I risultati premiati sono stati raggiunti grazie alle sinergie fra il laboratorio chimico e la cantina sperimentale e di microvinificazione, supportati dall’unità viticola e dal co-finanziamento alle attività di sperimentazione di CAVIT s.c. e della Cantina Roveré della Luna – Aichholz s.c.a, confermandosi di concreta utilità per il settore e per il territorio.

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20/11/2020, 13:40
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Pubblicato il 9° numero del periodico di cultura tecnico-scientifica FEM
Terra di Mach, in uscita il nuovo numero con lo speciale lotta biologica a cimice asiatica e Drosophila suzukii
Fresco di stampa il nuovo numero di Terra di Mach, periodico di cultura tecnico-scientifica della Fondazione Edmund Mach, online sul portale www.fmach.it. Il notiziario contiene anche uno speciale che illustra il progetto dedicato alla grande lotta contro le specie aliene -cimice asiatica marmorata e Drosophila suzukii- che vede FEM in prima linea nella ricerca e sperimentazione di strategie di difesa efficaci e sostenibili.

Ecco, quindi, il punto sullo stato di avanzamento del progetto SWAT -Samurai Wasps Action Team-, gli obiettivi di medio-lungo termine, il grande ruolo della lotta biologica nella difesa. Protagonisti, dunque, la vespa samurai, il parassitoide che contrasta la cimice asiatica, con un bilancio dei lanci di questa estate, ma anche i parassitoidi contro la Drosophila suzukii, ovvero il Ganaspis brasiliensis importato dalla Svizzera e la Leptopilina japonica recentemente rinvenuta sul territorio provinciale la cui azione sinergica, una volta che il Ganaspis sarà immesso sul territorio, potrà portare beneficio alle colture colpite riducendo la popolazione di D. suzukii. Un progetto importante per l’agricoltura trentina che è stato finanziato dalla Provincia di Trento e col quale, come scrive l’assessore Giulia Zanotelli nelle pagine del notiziario, è stato messo in campo “uno sforzo importante per fornire agli agricoltori trentini risposte efficaci e, per quanto possibile, tempestive”.
Il notiziario, curato dall’Ufficio comunicazione e relazioni esterne, si arricchisce di articoli che riguardano la scuola durante l’emergenza Covid tra didattica in presenza e distanza, la ricerca che consentito di tracciare il metaboloma di Teroldego e altri 11 vini rossi italiani, il progetto sul lancio di insetti sterili contro la mosca della frutta, una panoramica sulla ricerca forestale e l’uso di sensori e torri di monitoraggio nei boschi trentini, l’iscrizione di quattro nuove varietà di vite tolleranti a oidio e peronospora, per arrivare al Müller Thurgau dell’azienda agricola che si è aggiudicato la medaglia d’oro al prestigioso Concorso della Valle di Cembra. Spazio anche alla collaborazione con Codipra, e ancora, gli incontri promossi dalla biblioteca e l'app FEM per monitorare le api mellifere selvatiche che ad oggi ha permesso di censire ben 100 colonie in tutta Italia.
Il numero si completa con la recensione della pubblicazione sugli scopazzi del melo, frutto di una ricerca pluriennale condotta con il Centro di sperimentazione Laimburg, presentata nell’ambito della fiera digitale Interpoma.

Per sfogliare il numero

https://www.fmach.it/Comunicazione/Uffi ... cie-aliene

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23/11/2020, 17:28
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Mercoledì 16 dicembre alle 15 il tradizionale incontro viticolo enologico in diretta streaming
13^ Giornata tecnica della vite e del vino
E’ in programma mercoledì 16 dicembre, alle ore 15, in diretta streaming sul canale Youtube FEM, la 13esima giornata tecnica della vite e del vino promossa dalla Fondazione Edmund Mach. L’incontro, aperto dall’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli, e dal presidente Mirco Maria Franco Cattani, si rivolge ai viticoltori e agli operatori del comparto vitienologico.

ll programma prevede i seguenti argomenti: punto sull’andamento stagionale e fitosanitario 2020, valutazione e prospettive della vendemmia 2020, varietà resistenti con le prime quattro varietà selezionate da FEM, gestione del suolo in viticoltura; l'odore di cimice in mosto e vino con le prime evidenze dell'evoluzione della trans-2-decenale.
L’incontro organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico sarà moderato dal dirigente Claudio Ioriatti. La diretta streaming è in programma sul canale Youtube della Fondazione Mach www.youtube.com/fondazionemach

Programma

15.00 Saluti di apertura
Giulia Zanotelli - Assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento
Mirco Maria Franco Cattani - Presidente Fondazione Edmund Mach
15.10 Introduzione alla giornata
Claudio Ioriatti - Dirigente Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach
15.20 Andamento stagionale e fitosanitario 2020
Maurizio Bottura - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach
15.40 La vendemmia 2020: valutazioni e prospettive
Mario Malacarne, Luciano Groff - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach
16.10 Le varietà resistenti, una opportunità: le prime quattro varietà selezionate da FEM
Marco Stefanini - Centro Ricerca e Innovazione, Fondazione Edmund Mach
16.30 Gestione del suolo in viticoltura
Roberto Zanzotti - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach
16.50 L'odore di cimice in mosto e vino: prime evidenze dell'evoluzione della trans-2-decenale
Mauro Paolini - Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach
17.10 Dibattito (domande via Whatsapp o sms al numero 335 8484120)
17.20 Chiusura
Moderatore: Claudio Ioriatti - Dirigente Centro Trasferimento Tecnologico

https://www.fmach.it/CTT/Corsi-di-forma ... e-del-vino

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L’assessore Zanotelli: pratiche più snelle. quest’anno soddisfatte tutte le 1.187 domande
Biologico, per il 2021 budget contributi di 900mila euro
Il sistema di coltivazione biologico, assieme a quello tradizionale, rappresenta un pilastro importante dell’economia trentina e riveste un ruolo strategico per il mantenimento del paesaggio delle valli, rendendo attrattive - agli occhi dei turisti e non solo - le aree rurali più periferiche. La Provincia autonoma di Trento conferma dunque il proprio impegno a “sostenere tutti i metodi di coltivazione, favorendo un ulteriore sviluppo del biologico anche attraverso le riconversioni, qualora gli agricoltori manifestino questo interesse che non va imposto dall’alto” osserva l’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli. Per il 2021 è stato assicurato con la recente manovra di bilancio uno stanziamento complessivo pari a circa 900mila euro. “La fase di raccolta delle domande di contributo non è ancora stata attivata, poiché stiamo ragionando rispetto ad una possibile semplificazione dei processi, ma prevediamo possa intervenire entro la prossima primavera" spiega Zanotelli.

L’esponente della Giunta osserva come tutte le domande di contributo presentate per l’annata 2020 - entro la scadenza di fine luglio – siano state finanziate da Piazza Dante. Nello specifico, si tratta di 1.187 richieste di aiuto per le spese sostenute dalle aziende per il controllo e la certificazione del processo produttivo biologico, per un valore complessivo di 742.401,06 euro.

In questa fase, l'assessorato all’agricoltura sta, da un lato, portando a compimento le linee d'azione definite nell'ambito della Politica Agricolo Comune 2014 - 2020 e, dall'altro, attraverso un confronto permanente con i portatori di interesse, definendo le linee strategiche della nuova fase programmatoria per lo sviluppo rurale 2021-2027. Tra gli aspetti strutturali: assicurare continuità, promuovendo l'ulteriore evoluzione in coerenza con gli obiettivi rivolti ad accrescere sostenibilità e biodiversità, e approccio basato sulla produzione integrata favorendo l'ulteriore sviluppo dell'agricoltura biologica.

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23/12/2020, 12:51
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