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Provincia Autonoma di Trento 
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Lunedì 18 novembre, ore 14.30, aula magna FEM parte il corso di formazione per l’ottenimento del brevetto professionale per imprenditore agricolo. 2000 le persone formate ad oggi

Al via il corso biennale per 56 aspiranti imprenditori agricoli, altri 56 riceveranno il diploma di brevetto

Lunedì 18 novembre, ad ore 14.30, presso l’Aula Magna della Fondazione Edmund Mach, alla presenza dell’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca PAT, Giulia Zanotelli, e del direttore generale Mario Del Grosso Destreri, avrà inizio il nuovo corso biennale di formazione per 56 giovani imprenditori agricoli. Contestualmente saranno consegnati i brevetti a 56 giovani che hanno concluso il percorso di formazione 2017-2019.

I partecipanti, selezionati da un’apposita commissione tra 75 richiedenti, hanno un‘età compresa fra 18 e 40 anni. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell'attività di qualificazione professionale agricola programmata dal Centro Istruzione e formazione grazie al finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale 2014-20 della Provincia Autonoma di Trento. Il percorso formativo è rivolto ai giovani di età compresa tra 18 e 40 anni che intendono insediarsi in agricoltura, e quindi ottenere il premio di primo insediamento in azienda agricola, ma che non sono in possesso di un titolo di studio rilasciato da una scuola superiore o da un’università di carattere agrario. L’obiettivo è garantire l’acquisizione di una serie di competenze mirate alla corretta gestione di un’azienda agricola ed il conseguimento del brevetto professionale di imprenditore agricolo.
L’incontro prevede il seguente programma: indirizzi di saluto delle autorità presenti; breve presentazione dell’attività formativa del Centro Istruzione e Formazione della Fondazione; illustrazione degli obiettivi e dell’impostazione generale dell'intervento formativo per giovani imprenditori agricoli (B.P.I.A.) da realizzare nel periodo 2019/21; breve resoconto sull’andamento dell’analogo corso del periodo 2017/19, consegna degli attestati ai corsisti che hanno conseguito il Brevetto Professionale di Imprenditore Agricolo e brindisi finale.
Il Programma di Sviluppo Rurale 2014-20 della Provincia Autonoma di Trento è cofinanziato al 42,980% dal FEASR, al 39,914% dallo Stato ed al 17,106% dalla PAT. In tale ambito viene riservato un apposito spazio alla formazione degli operatori del settore (Misura 1 – Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione – Operazione 1.1.1).

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15/11/2019, 20:01
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I 100 anni della Cantina sociale di Roverè della Luna

La Cantina sociale di Roverè della Luna festeggia quest'anno un secolo di attività. 100 anni di vita che costituiscono un valore per il presente e per il futuro. Ieri sera la "Cantina", guidata dal presidente Diego Coller e dal direttore Corrado Gallo, ha voluto celebrare il compleanno insieme ai soci, che con il loro lavoro sono gli artefici della storia di questa importante compagine sociale. Un momento di festa per ripensare al passato e per guardare al futuro, come ha evidenziato, a nome della Giunta provinciale, il vicepresidente Mario Tonina, presente all'evento insieme all'assessore all'agricoltura, Giulia Zanotelli.






"100 anni sono un traguardo davvero importante per una cooperativa – ha detto Tonina – il cui merito è indubbiamente dei soci e di quanti hanno lavorato e si sono impegnati per far crescere questa realtà. Qui c’è stato gioco di squadra – ha aggiunto Tonina – elemento fondamentale che fa parte della storia della cooperazione e che ha permesso di garantire sviluppo sociale ed economico al Trentino. La cooperazione è solidarietà, è unità, è volontà di risolvere i problemi. E quando ci sono questi elementi i risultati non possono mancare e voi ne siete la dimostrazione. Siete un eccellenza del nostro territorio e noi siamo impegnati, come Provincia, a valorizzare le nostre eccellenze. Un riconoscimento dovuto, perché se oggi la nostra terra è cosi bella è anche grazie a voi agricoltori, all'azione di presidio del territorio che unita all'opera di prevenzione che abbiamo messo in campo ci permette di affrontare con maggiore efficacia anche i problemi legati ai cambiamenti climatici. Dobbiamo saper guardare avanti – ha concluso Tonina – e la cooperazione, con la sua storia, cosi legata a quella del Trentino, potrà, ancora una volta, fare la differenza".

“Una storia che nasce nel 1919 da un gruppo di 24 viticoltori – ha poi ricordato l’assessore Zanotelli. Una storia di lavoro e passione che continua nel tempo. Una realtà importante per il territorio che oggi conta circa 290 soci e che costituisce assieme alle altre cantine sociali il mondo vinicolo trentino. La Giunta provinciale sta investendo molto sulla valorizzazione dei prodotti locali ed è in corso di stesura il regolamento sull’enoturismo che punterà ad accrescere ancora di più il connubio agricoltura-turismo, nell’ottica di promozione territoriale. Vi ringraziamo per quello che fate e auguriamo alla cantina – ha concluso – di proseguire al meglio il suo percorso”.

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17/11/2019, 11:50
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Nel documento approvato dalla Giunta provinciale le misure per la lotta diretta all'insetto e per tutelare il reddito degli agricoltori danneggiati

Cimice asiatica, ecco il Piano per contrastarla

In attesa dell'approvazione del Piano nazionale, la Provincia autonoma di Trento scende in campo contro la cimice asiatica con un proprio Piano provinciale. "Finchè non sarà raggiunto l'equilibrio naturale grazie all'azione di contrasto degli insetti antagonisti - spiega l'assessore Giulia Zanotelli, firmataria della delibera, approvata oggi dalla Giunta, che contiene il Piano - la lotta diretta all'insetto non sarà in grado di limitare i danni alle colture ad un livello economicamente accettabile, e dunque abbiamo ritenuto necessario prevedere nel Piano di azione provinciale per il contrasto della cimice asiatica anche una serie di misure per garantire il reddito delle aziende agricole e dei lavoratori impiegati nel settore della conservazione e lavorazione della frutta".





Originaria della Cina e segnalata per la prima volta in Trentino nel 2016 in un frutteto vicino all'autostrada a nord di Trento, la cimice asiatica (Halymorpha halys) è un insetto che arreca notevoli danni alle colture agrarie, in particolare alle piante da frutto. Considerata la sua notevole capacità di moltiplicazione (le nostre stesse case ne sono sempre più "invase"), anche a causa della mancanza di insetti antagonisti, già dal 2018 sono stati rilevati i primi danni su melo, mentre il 2019 può essere definito come anno di vera emergenza.

Il Piano provinciale, che anticipa quello che sta per essere approvato a livello nazionale, ha già ottenuto il parere favorevole del Tavolo Verde al quale è stato illustrato la scorsa settimana dall'assessore Zanotelli. In tale occasione tutte le componenti del settore agricolo provinciale hanno espresso il loro apprezzamento per il metodo partecipativo adottato, e anche per i contenuti e per la tempestività con la quale il documento è stato predisposto in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach.

Il Piano provinciale (vedi allegato) prevede una serie di misure per la lotta diretta all'insetto quali il monitoraggio, la difesa chimica, le reti anti-insetto, le pratiche agronomiche e il controllo biologico. La soluzione a medio-lungo termine è rappresentata dal controllo biologico atraverso l'azione di altri insetti presenti in natura. Per favorire e anticipare il raggiungimento di tale equilibrio naturale è previsto l'allevamento e la distribuzione - prima non possibile perché espressamente vietata dalle disposizioni nazionali - di parassitoidi alloctoni, quali Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii. Tale misura di contenimento dell'insetto, nella quale FEM ha sviluppato avanzate conoscenze e competenze, è oggi considerata fondamentale per debellare l'infestazione.

Oltre ad una serie di misure a sostegno del reddito delle aziende agricole danneggiate e degli organismi associativi (contributi sull'acquisto delle reti antinsetti e ammortizzatori sociali), ai quali si affiancheranno gli interventi che saranno messi in campo nel 2020 dalle Organizzazioni dei produttori e da Co.Di.Pr.A. attraverso il Fondo di solidarietà per danni da fitopatie, il Piano prevede anche attività di supporto tecnico agli agricoltori ed una campagna informativa e di comunicazione diretta a soggetti istituzionali, cittadini e agricoltori. "Tutto ciò nella convinzione - ribadisce l'assessore Zanotelli - della necessità di fare sistema per affrontare in modo integrato questa emergenza che, come si sta già verificando in altre regioni, rischia di mettere a repentaglio interi comparti del settore agricolo."

Nel corso del 2020 il Consorzio di difesa dei produttori agricoli trentini attiverà il Fondo di solidarietà per danni da fitopatie, tra cui la cimice asiatica, con finanziamento attraverso la misura Gestione del rischio sul Piano di Sviluppo rurale Nazionale. Verrà incrementata la dotazione finanziaria del capitolo di bilancio a favore di CO.DI.PR.A con particolare riguardo alla stipula di polizze per coprire i costi legati ad un minor conferimento di prodotto legato ad avversità e per assicurare una copertura dei danni anche per le aziende non associate a cooperative.

Come richiesto dal Tavolo Verde, viene istituito un Tavolo di coordinamento con le finalità di monitorare l’evolversi della situazione e l’applicazione del Piano, assicurare il raccordo con il livello nazionale, concordare ed individuare le modalità di lotta alla cimice ed altre eventuali azioni a difesa del comparto agricolo trentino.

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29/11/2019, 18:00
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L’azione condotta dal corpo forestale trentino in applicazione della disciplina per il controllo del cinghiale. E' il primo abbattimento di questo tipo in val di Fiemme

Abbattuto dai forestali un cinghiale in Val di Fiemme

Lo scorso 26 novembre il personale della Stazione forestale di Predazzo ha provveduto all’abbattimento di un esemplare maschio di cinghiale del peso di 81 kg, sul territorio del comune di Tesero.
Ciò in applicazione della disciplina per il controllo del cinghiale, che persegue l’obiettivo di evitare che il suide si propaghi sull’intero territorio della provincia, considerati i danni pesanti che può provocare al comparto agricolo.
Come è noto, le maggiori popolazioni di cinghiale presenti in provincia si trovano nel Trentino meridionale, in particolare nelle aree di confine con il Veneto e con la Lombardia, dove l’animale è piuttosto diffuso. In queste zone si cerca perciò di contenerne il numero con abbattimenti mirati, in collaborazione anche con l’Associazione cacciatori trentini.
In aree invece dove la specie non è ancora presente, come la val di Fiemme, si cerca di evitare che ciò accada.


Allegati:
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29/11/2019, 18:00
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La Giunta provinciale ha integrato le risorse destinate all'operazione 6.1.1
Giovani agricoltori, accolte tutte le domande del bando PSR

Tutte le domande presentate sul bando 2019 da giovani agricoltori per ottenere il sostegno previsto dal PSR potranno essere accolte. E' quanto annuncia l'assessore all'agricoltura Giulia Zanotelli dopo l'approvazione da parte della Giunta provinciale di una delibera che dispone l’ integrazione delle risorse finanziarie dell’operazione 6.1.1 “giovani Agricoltori” del PSR 2014-2020 con fondi aggiuntivi a totale carico della Provincia per 3.500.000 euro. La disponibilità di risorse per il bando 2019 ammontava a 380.000 euro di spesa pubblica cofinanziata ai quali andranno quindi ad aggiungersi i 3.500.000 euro stanziati oggi.

Sul bando 2019 dell'operazione 6.1.1 "giovani agricoltori", che si è chiuso il 31 ottobre, sono state presentate 90 domande. Considerato che il premio è di 40.000 euro e che si hanno a disposizione 380.000 euro di spesa cofinanziata più 3.500.000 di aiuti a totale carico della Provincia (totale 3.880.000) si riesce così a finanziare tutte le domande presentate.

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29/11/2019, 18:02
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Attivato dalla Provincia un bando: domande dal 10 dicembre al 20 febbraio
Drosophila suzukii e Cimice asiatica: contributi per le reti antinsetto

Dal 10 dicembre al 20 febbraio 2020 gli agricoltori non associati ad organizzazioni di produttori potranno presentare domanda per ottenere dalla Provincia un contributo per l'acquisto e la posa di reti di protezione dai danni causati agli impianti frutticoli dalla Drosophila Suzukii e dalla Cimice asiatica. Lo stabilisce la delibera dell'assessore all'agricoltura Giulia Zanotelli, approvata oggi dalla Giunta provinciale, sui criteri di concessione di tali contributi.
ll provvedimento prevede quali beneficiari le aziende frutticole che commercializzano direttamente il proprio prodotto senza essere associate ad una Organizzazione di produttori.
Queste ultime hanno previsto un intervento analogo nei rispettivi programmi operativi che ricevono un finanziamento con risorse a totale carico del bilancio della Comunità europea.

A partire dall'anno 2010 il settore dei piccoli frutti e del ciliegio è stato caratterizzato da importanti e numerosi casi di infestazioni di Drosophila Suzukii che hanno causato rilevanti danni a carico delle imprese agricole. Negli ultimi anni, inoltre, si è aggiunta la presenza della cimice asiatica, per la quale la Giunta ha varato proprio oggi uno specifico Piano d'azione. Stante la limitata efficacia della difesa chimica nel contrasto di tali infestazioni, uno dei sistemi di difesa più efficaci - assieme al controllo biologico tramite parassitoidi antagonisti - è la copertura degli impianti con reti antinsetto che consentono di salvare la produzione dagli attacchi di questi due insetti. Di qui la decisione della Giunta provinciale di attivare un bando che consenta alle imprese agricole di coprire parte dei costi sostenuti per l'acquisto di tali reti.
Per tale intervento la Provincia mette a disposizione 200.000 euro.
E' ammessa la realizzazione di impianti di protezione a blocco o a monofilare. Nel caso di frutteti già dotati di impianto antigrandine è ammesso l'acquisto della rete, della paleria, degli accessori e i costi di posa in opera per la completa chiusura del blocco.
L'intensità dell'aiuto è il 40% della spesa ammissibile.

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29/11/2019, 18:03
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Oggi alla FEM in diretta streaming l’imprenditore presidente di illycaffè
“L’agricoltura virtuosa”: la Lectio di Andrea Illy a 250 studenti di San Michele

“Il riscaldamento globale è oggi la madre di tutte le cause, non solo per il suo impatto devastante ma anche perché presto diventerà irreversibile e autoalimentato. La decarbonizzazione è dunque oggi una priorità assoluta. L’agricoltura è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra, a causa dell’esasperata ricerca della produttività tipica dell’agricoltura convenzionale. Un nuovo tipo di agricoltura, che chiamo rigenerativa, può invertire completamente il ciclo, che da vizioso può diventare virtuoso”. Parole dell’imprenditore Andrea Illy, presidente di illycaffè, che ha tenuto oggi, alla Fondazione Edmund Mach, una lectio magistralis agli studenti delle classi quarte e quinte dell’Istituto Tecnico e del Corso di laurea in viticoltura ed enologia sul tema dell’agricoltura virtuosa ovvero delle migliori pratiche agronomiche in risposta al cambiamento climatico e alla sostenibilità di lungo periodo.

Ad introdurre la presentazione dell’imprenditore che da oltre 30 anni studia il clima, è stato il presidente FEM, Andrea Segrè, che ha ricordato i 17 obiettivi identificati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e la necessità di declinare questi obiettivi in una specifica strategia di sviluppo, in un “modello” applicato. “Ogni giorno, da 145 anni – ha spiegato Segrè- nei nostri laboratori, aule e campi sperimentali lavoriamo per trovare risposte concrete alle esigenze del territorio, inserite però in una prospettiva globale che è appunto quella degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.
La lectio magistralis, durata circa un’ora e mezza, è stata attentamente seguita dal giovane pubblico che non ha esitato a fare domande alla conclusione della presentazione.
“L’agricoltura è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra –ha spiegato Andrea Illy-. Ciò ha portato anche ad un depauperamento del suolo, che è il più importante serbatoio di carbonio dopo gli oceani. La nota positiva, però, è che l’arricchimento dei terreni con materia organica può migliorare di molto la carbon efficiency, come già dimostrato ad esempio dall’agricoltura rigenerativa, al punto di ambire a diventare carbon negative. Oltre al sequestro di carbonio atmosferico, l’agricoltura ’carbon based’ porta con sé molti altri benefici, tra cui la migliore conservazione dell’acqua, l’aumento della biodiversità e delle conseguenti fissazione dell’azoto e difese naturali contro gli agenti patogeni, riducendo così la dipendenza dall’agrochimica”.
L’idea dell’agricoltura virtuosa sviluppata da Andrea Illy si basa su un doppio beneficio, per l’ambiente e per la salute. Alla base sta il concetto che la salute del suolo porta alla salute delle piante e ai conseguenti benefici nutrizionali degli alimenti. Oltre all’assenza di contaminanti, il microbiota del suolo aumenta infatti la produzione di agenti fitochimici che interagiscono anche con il microbiota umano, con possibili effetti protettivi per le malattie non trasmissibili che solo la principale causa di mortalità.
“L’oggettivazione del doppio beneficio sfrutterà l’intelligenza artificiale, come tecnologia abilitante. A tal fine la Virtuous Agriculture necessiterà di un food system, che coinvolga tutta la catena: dagli agricoltori ai consumatori, che potranno in questo modo accedere alla totale tracciabilità e ad un network di innovazione aperta per la generazione continua di conoscenza.

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04/12/2019, 21:48
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Il vicepresidente Mario Tonina ha aperto oggi i lavori nella sala conferenze del palazzo di Giurisprudenza

Tutela e promozione del paesaggio viticolo: un convegno multidisciplinare a Trento

Si sono aperti questa mattina presso la facoltà di Giurisprudenza i lavori di un convegno interdisciplinare sul tema "Il paesaggio viticolo tra tutela e promozione: problemi e prospettive". Presenti docenti, ricercatori ed esperti di vari ambiti che nel corso della giornata affronteranno l'argomento dal punto di vista giuridico, turistico, promozionale ed economico.
Per un saluto introduttivo è intervenuto il vicepresidente e assessore all'urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina, che ha evidenziato la grande attualità del tema e il suo legame con il prossimo aggiornamento del Piano urbanistico provinciale: "Sostenibilità economica, ambientale e sociale sono sempre più importanti nelle scelte che riguardano il territorio; sono temi sui quali è fondamentale confrontarsi e riflettere, soprattutto per garantire una prospettiva ai giovani, che oggi vedo con piacere numerosi fra i partecipanti a questo incontro", ha detto il vicepresidente.





"Per il Trentino il paesaggio viticolo vuol dire storia e tradizione, nel tempo ha rappresentato sviluppo ed economia per il territorio, oltre a caratterizzarlo in modo determinante", ha detto ancora Tonina, ricordando che negli Stati Generali della Montagna della scorsa primavera il tema trasversale del paesaggio è stato quello che ha suscitato maggiore interesse. "Se il Trentino è così come è oggi lo dobbiamo ai settant'anni della nostra Autonomia, che ha garantito sviluppo tenendo conto delle nostre caratterizzazioni. La parola di cui adesso dobbiamo tenere conto è 'qualità' in ogni ambito: quello agricolo, economico, della mobilità, paesaggistico. Dobbiamo lavorare bene, con rispetto e attenzione per il nostro territorio, che va valorizzato, sostenuto e anche comunicato in modo corretto, considerando che anche di fronte ai grandi cambiamenti in atto, economici e climatici, possiamo fare la differenza". Ricordando anche che il Trentino nel 2026 ospiterà il grande evento delle Olimpiadi, Tonina ha auspicato, in conclusione del suo saluto, che possano essere ricordate come le Olimpiadi della sostenibilità, che lasceranno ricadute positive per il Trentino del futuro.

Il paesaggio vitivinicolo offre un esempio particolarmente significativo, per l’importanza in termini ambientali, economici e sociali che assume nel contesto trentino, di una tensione tra tutela e promozione che caratterizza il tema del paesaggio più in generale. Il convegno di oggi vuole offrire un'occasione di confronto su questioni di grande attualità, coinvolgendo non solo studiosi appartenenti a settori disciplinari diversi, ma anche operatori del settore. I tanti fattori che si intrecciano in queste tematiche sono stati ricordati anche dal preside della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento Fulvio Cortese, che ha dato il benvenuto ai partecipanti. Anna Simonati, docente all'Università di Trento di diritto pubblico e urbanistico ha anticipato che la giornata odierna rappresenta l'inizio di un percorso duraturo di un gruppo di lavoro che si occuperà di un tema polivalente di grande interesse, fornendo strumenti operativi per gestire oculatamente il territorio viticolo. Il convegno è poi entrato nel vivo dei lavori, aperti da un excursus storico del sovrintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento Franco Marzatico, che ha parlato delle interazioni fra uomo e ambiente, popolazioni e luoghi, evidenziando l'importanza dell'eredità culturale del paesaggio e della simbologia della vite e del vino, che caratterizzano le diverse culture e civiltà dai tempi più remoti.

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05/12/2019, 17:10
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Grande affluenza di viticoltori ieri alla FEM per il focus tecnico sull’andamento stagionale fitosanitario, qualità dei vini, flavescenza e cimice

Uva: calo della produzione, ma grande annata per basi spumante e vini da invecchiamento

Il 2019 sarà ricordato per un calo della produzione di uve del 15 per cento, ma la qualità dei vini ottenuti si mantiene oltre le aspettative, soprattutto per le basi spumante e i vini da invecchiamento. Di vendemmia e qualità delle produzioni si è parlato alla Fondazione Edmund Mach nell’ambito della 12^ Giornata tecnica della vite e del vino.
E’ stata una vendemmia con una partenza difficile a causa dei problemi di sanità delle uve per via delle piogge primaverili, ma poi si è risolta positivamente con risultati particolarmente apprezzabili soprattutto per le basi spumante e, più in generale, una buona acidità e freschezza dei vini con punte di eccellenza nei vini rossi medio-tardivi, come il Teroldego e nei vini longevi.






L’evento, trasmesso in diretta streaming sul canale youtube FEM e introdotto da Claudio Ioriatti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, ha fatto il punto sull’andamento stagionale e fitosanitario, con approfondimenti su valutazioni e prospettive della vendemmia, flavescenza dorata, fosfiti in viticoltura ed emergenza cimice.

Andamento stagionale e fitosanitario 2019
Maurizio Bottura ha spiegato che il Il 2019 sarà ricordato in viticoltura come un’annata che dal punto di vista produttivo è stata inferiore alle attese (-15% rispetto al 2018), condizionata dagli andamenti climatici di aprile e maggio non favorevoli. Per quanto riguarda la piovosità del 2019 è stata maggiore delle ultime 4 annate e superiore alla media. Dal punto di vista fitosanitario, le preoccupazioni si sono concentrate a fine aprile e a per quanto riguarda la peronospora, ma il fungo è stato meno aggressivo di quanto ci si potesse aspettare per le temperature basse registrate. Al contrario il mese di giugno caldo e asciutto ha favorito lo sviluppo dell’oidio soprattutto nelle zone collinari.
La vendemmia 2019: valutazioni e prospettive
Luciano Groff e Mario Malacarne hanno riferito che la vendemmia 2019 ha permesso di raccogliere ottime basi spumante con buona acidità, ph sufficientemente bassi e uve mature con un tasso zuccherino adeguato. Per le uve bianche da vino si evidenziano ottime acidità, mentre le gradazioni zuccherine sono state piuttosto deficitarie nelle prime fasi di raccolta, per poi recuperare nel prosieguo della vendemmia. I vini molto più freschi dello scorso anno, presentano profumi varietali e strutture acidiche importanti, che lasciano presupporre una longeva tenuta nel tempo. La vendemmia 2019 delle varietà rosse si è risolta in una buona annata, con qualche deficienza sul piano produttivo. Fermentazioni regolari, che hanno dato origine a vini puliti, con intensi profumi fruttati, strutturati, con ottime acidità fisse e bassi tenori di acidità volatile. Si evidenziano punte di eccellenza nei vini rossi medio-tardivi (teroldego); nei vigneti dove si è potuto ritardare la vendemmia si sono ottenuti vini molto strutturati, che fanno pensare ad una grande annata di vini longevi. (sc)

Flavescenza dorata in Trentino: una problematica in espansione
Alberto Gelmetti ha spigato che il quadro che si prospetta è che manifestazioni gravi della malattia (finora limitate) si manifestino nel futuro prossimo su larga scala. Per quanto riguarda la cicalina S. titanus il monitoraggio primaverile effettuato in giugno sulle forme giovanili ha rilevato le popolazioni più elevate (diffusione e densità) da quando l’insetto è segnalato in provincia. Dai controlli effettuati in post-vendemmia sulle piante sintomatiche in 576 vigneti dislocati in 51 comuni della provincia (che ha coinvolto un totale di 304 ettari di superficie, circa 1.275.000 viti e 20 varietà) è emerso che la media dell’incidenze registrate è pari allo 0,6% e che i vigneti con almeno una pianta sintomatica sono il 54%, valore quasi triplicato rispetto allo scorso anno.

I fosfiti in viticoltura: un problema o un’opportunità?
Tomas Roman, Giorgio Nicolini, Sergio Moser, Roberto Larcher, Loris Tonidandel hanno evidenziato nel loro intervento che l’utilizzo di fosfiti è ampiamente diffuso nel mondo agricolo. Il termine fa riferimento alle forme salificate del acido fosforoso e del suo tautomero, l’acido fosfonico. I fosfiti sono ritenuti sostanze attive nella lotta contro la peronospora. In agricoltura biologica non ne è ammesso tuttavia l’utilizzo. Il lavoro ha permesso di riportare per la prima volta la neoformazione di fosfonato di etile in condizioni enologiche e di mettere in rilievo come situazioni subottimali di affinamento o di trasporto potrebbero essere causa di eventuali non conformità, di particolare importanza per la produzione biologica. Dalle indagini effettuate, la misura del acido fosfonico nei mosti o nei vini prima della fase di affinamento sembrerebbe il modo più adatto per poter valutare in modo consapevole l’attitudine all’invecchiamento dei vini senza incorrere in potenziali rischi di natura legale.
La cimice asiatica su vite in Friuli Venezia Giulia
Sandro Bressan e Pierbruno Mutton del Servizio fitosanitario Friuli Venezia Giulia hanno fato notare che la cimice asiatica in Friuli Venezia Giulia è presente dal 2014 e ha causato parecchi danni alle colture annuali e frutticole. In viticoltura non si riscontrano danni diretti alla produzione. Nel 2019 è il primo anno dove la presenza della cimice è in riduzione grazie anche al ritrovamento di alcuni parassitoidi autoctoni e non che si sono ben insediati.
La cimice asiatica in Trentino: sviluppo e problematiche su vite
Claudio Panizza ha sottolineato che la cimice asiatica in Trentino dai primi ritrovamenti del 2016, ha velocemente colonizzato la maggior parte degli areali frutticoli e viticoli della provincia di Trento. In particolare nel 2019 si possono considerare interessati dalla presenza di questo patogeno tutti gli areali viticoli della provincia. A differenza delle specie frutticole dove la cimice asiatica provoca ingenti danni sui frutti, al momento sulla vite non si segnalano particolari danni. La cimice trova sulla vite però una condizione ottimale per l’ovodeposizione delle uova, grazie alla foglia molto grande, alle condizioni di ombreggiamento e protezione che si possono creare all’interno delle pergole. Dalla vite la cimice si sposta poi nelle colture limitrofe per alimentarsi.

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11/12/2019, 22:03
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Alla FEM la cerimonia di attivazione del nuovo corso di dottorato con UniTrento

Dottorato di ricerca a San Michele, il benvenuto a 28 studenti di 16 nazioni

La Fondazione Edmund Mach ha dato il benvenuto tra ieri e oggi a 28 nuovi studenti di dottorato, di cui 22 iscritti al neonato corso di dottorato di ricerca in Scienze Agroalimentari e Ambientali offerto dall’Università di Trento in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach e gestito dal Centro Alimentazione Agricoltura e Ambiente (C3A) e sei iscritti presso università presenti in Italia e all’estero.
Gli studenti provengono da tutta Europa ma anche da aree extra europee: Cina, Cile, Etiopia, Francia, Germania, India, Libano, Turchia, Slovenia, Romania, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Pakistan, Nepal, Sud Africa, Messico. Nella due giorni hanno esposto i loro progetti di ricerca all’avanguardia nelle attività di riferimento della Fondazione Mach: agricoltura, alimenti e ambiente. La cerimonia è avvenuta alla presenza della della direttrice del Centro Agricoltura alimenti Ambiente, Ilaria Pertot e della dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli.





I temi che gli studenti affronteranno nei loro progetti di ricerca riguardano l’analisi e il controllo delle specie invasive di insetti, l’evoluzione genomica della zanzara, ricerche sull’approccio innovativo alla scoperta di nuovi biofungicidi sostenibili a basso impatto contro le malattie delle piante, Ma anche analisi delle proprietà fisico-chimiche e sensoriali degli alimenti alla misurazione dell'effetto degli alimenti ricchi di polifenoli sul microbiota intestinale, studi sull’alterazione del microbiota e la sua resilienza, analisi di prodotti a basso contenuto di lattosio in relazione alla salute umana, lo studio di tecniche di monitoraggio dell’ecosistema alpino, la diversità genetica della popolazione di gallo cedrone, la storia genetica della razza bovina Rendena, la conservazione della genomica dell’ittiofauna alpina in via di estinzione e l'impatto delle attività umane sugli ecosistemi alpini.
Nel 2019 la FEM ha cofinanziato 14 borse di studio a copertura del percorso di dottorato di ricerca avviato nell’ambito delle attività del C3A e 37 borse per percorsi di dottorato di ricerca relativi a progetti proposti in collaborazione con università e sponsor italiani e stranieri.
La FEM ha stipulato convenzioni con università presenti nel territorio italiano e all’estero (Università degli Studi di Ferrara, Università Libera Università di Bolzano, Università degli Studi di Udine, Università degli Studi di Trento, Università degli studi di Milano, Università degli Studi Federico II di Napoli, Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia, Università La Sapienza di Roma, Università degli Studi del Molise, Cork University, Berkeley University, Wageningen University, Università Cattolica del Sacro Cuore), enti di ricerca italiani e stranieri (Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Parco dello Stelvio) e aziende private (New Zeland Plant Institute, Ionicon, Enza Zaden, Biological Products for Agriculture, Cavit, Foundation BBCA onlus, Consorzio Grana Padano, Assomela, Istituto Zooprofilattico Sperimenta dell’Abruzzo e del Molise, Università degli Studi di Padova, CNR ), creando una solida rete di collaborazione internazionale con il mondo accademico, gli enti di ricerca ed il settore privato.
La partecipazione delle aziende al co-finanziamento delle borse di studio e la disponibilità ad ospitare il dottorando presso i loro laboratori in qualità di hosting laboratory favoriscono gli scambi fra il settore pubblico e il settore privato nell’ambito della ricerca e agevola l’inserimento del dottorando nel mondo dell’industria. Il successo del programma di dottorato è confermato dalla percentuale di occupazione dei dottorandi; l’80% degli studenti che hanno conseguito il titolo hanno trovato occupazione presso enti prestigiosi sia nel mondo dell’accademia sia nel mondo del settore privato.

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18/12/2019, 9:08
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