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Provincia Autonoma di Trento 
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Il Cda ha nominato oggi il nuovo direttore generale individuandolo in una rosa di quattro candidati di alto profilo proposti dalla commissione selezionatrice che ha vagliato 85 candidature

Mario Del Grosso Destreri nominato direttore generale della FEM

E’ giunto a conclusione l’iter per l’individuazione del nuovo direttore generale della Fondazione Edmund Mach. Il Consiglio di amministrazione, nella seduta odierna, ha individuato il nominativo scelto tra quattro candidature di alto profilo proposte dalla commissione selezionatrice che ha vagliato le 85 domande pervenute sulla base del bando uscito nel mese di giugno.
La commissione selezionatrice, composta da Marco Depolo dell’Università di Bologna con funzioni di Presidente, Romano Masè, Direttore del Dipartimento agricoltura e foreste della PAT, Franco Fraccaroli dell’Università di Trento, ha lavorato nel mese di agosto per vagliare le candidature pervenute. Il nuovo direttore generale è il Mario Del Grosso Destreri. Classe 1972, nel 1997 si laurea in Ingegneria dei materiali presso l’Università di Trento e nel 2002 consegue il Master in Business Administration al Politecnico di Milano.

Del Grosso Destreri ha alle spalle un’esperienza ventennale in ambito manageriale, in importanti aziende nazionali ed internazionali, ed elevate competenze professionali orientate allo sviluppo del business, al miglioramento operativo, al marketing e al customer service, allo sviluppo di piani strategici e alla revisione e sviluppo degli assetti organizzativi. “Siamo molto soddisfatti di questa scelta -spiega il presidente FEM, Andrea Segrè-, sia per l’altro profilo del nuovo Direttore Generale, sia per l’iter di selezione aperta che ha messo in competizione profili davvero di alto livello. Il dr. Del Grosso Destreri conosce bene i sistemi di finanziamento della ricerca e il rapporto tra ricerca e trasferimento tecnologico nonché ha ampia padronanza della lingua inglese e tedesca. È ciò che serve alla FEM, sempre più proiettata a trasferire sul territorio trentino le conoscenze maturate a livello internazionale. Ci tengo, altresì, a ringraziare il direttore generale uscente, Sergio Menapace, e credo di esprimere il sentimento di tutto il Cda, per l’impegno profuso e il lavoro fin qui svolto in Fondazione”.

Anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e l’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli, si congratulano con il nuovo Direttore e gli augurano buon lavoro nella certezza che sono attesi momenti di impegno comune e collaborazione reciproca su tematiche che stanno molto a cuore al Trentino.
Vertice amministrativo dell’ente il direttore generale esegue le deliberazioni e attua gli indirizzi dettati dagli organi collegiali della Fondazione. Assume la visione unitaria degli indirizzi e degli obiettivi adottati dal Consiglio di amministrazione e dal Presidente e risponde della loro attuazione complessiva. Svolge funzioni di guida, coordinamento ed impulso nei confronti dei Dirigenti delle strutture della Fondazione, in ordine al perseguimento degli obiettivi e all’attuazione dei piani e dei programmi.

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06/09/2019, 19:02
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Fino al 26 settembre sarà possibile formulare osservazioni al documento sulla “prassi di riferimento”

Nuove linee guida per la gestione di malghe e pascoli d’alpeggio

C’è tempo fino al 26 settembre per formulare osservazioni al documento che illustra la cosiddetta “prassi di riferimento” per la gestione di malghe e pascoli d’alpeggio. Con il documento, elaborato dal Tavolo “Gestione malghe e pascoli” condotto da UNI (Ente nazionale italiano di unificazione) e costituito da esperti di APPAG, del Consorzio dei Comuni Trentini, dell'Associazione Provinciale A.S.U.C. del Trentino e della Federazione Provinciale Allevatori, la Provincia Autonoma di Trento intende proporre delle linee guida che assicurino la gestione sostenibile e multifunzionale dei pascoli montani quale bene della collettività, riconoscendo il ruolo delle autonomie locali nel perseguimento delle finalità e degli indirizzi definiti dalla legislazione comunitaria e nazionale, in applicazione del principio di sussidiarietà.

La superficie dei pascoli alpini trentini ammonta ad almeno 50 mila ettari, di cui oltre il 90 per cento di proprietà pubblica (comunale o frazionale); è dunque particolarmente importante che tali sistemi zootecnici - esempi di armonica integrazione tra vocazione territoriale e processi produttivi che hanno permesso per secoli di utilizzare le produzioni foraggiere locali, generando i tipici paesaggi montani che connotano il Trentino - siano non solo preservati ma anche gestiti secondo una metodologia comune che permetta il corretto utilizzo sia dei pascoli stessi che delle malghe.

I sistemi zootecnici alpini rappresentano un esempio di integrazione armonica tra vocazione territoriale e processi produttivi in quanto hanno permesso di utilizzare le produzioni foraggiere locali, generando i tipici paesaggi montani caratterizzati dalla presenza di una estesa superficie a pascolo. Ebbene, la Provincia Autonoma di Trento ha pensato ad un modello di gestione uniforme e a regole comuni riguardo alle modalità di affitto o di concessione ai privati delle malghe e pascoli pubblici trentini, al fine di garantirne non solo la gestione sostenibile e multifunzionale, ma anche la biodiversità, nonché la salvaguardia degli ecosistemi, dell'ambiente, del paesaggio e delle tradizioni storico-culturali, per non dimenticare la funzione di regimazione delle acque e di contrasto al dissesto idrogeologico.

Già nel 2005 la Provincia, con la modifica della legge Provinciale sull’agricoltura del 2003, ha introdotto per i pascoli pubblici l’obbligo di gestione in conformità ad un disciplinare tecnico – economico. Nel 2015, alla fine del percorso tecnico – amministrativo che ha visto la partecipazione degli Enti e i soggetti portatori d’interesse coinvolti nella gestione dei pascoli, la Giunta provinciale ha poi approvato le Linee di indirizzo per l'utilizzo dei pascoli montani, l'istituzione dello Schedario provinciale dei pascoli ed il disciplinare tecnico-economico per l'affitto delle malghe di proprietà pubblica.

Nell’ottobre del 2018 è stata attivata la collaborazione operativa tra la Provincia autonoma di Trento e UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione, per un progetto finalizzato alla realizzazione di una prassi di riferimento dedicata alla gestione delle malghe e dei pascoli trentini.

“L’esperienza della Provincia Autonoma di Trento nel redigere una prassi di riferimento per la gestione delle malghe e dei pascoli pubblici – spiega l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli - vuole essere un esempio virtuoso che, partendo da una buona pratica locale, condivida con le altre comunità dell’arco alpino i principi generali applicabili per assicurare una gestione sostenibile e multifunzionale dei pascoli montani a garanzia della loro conservazione.”

Una prima versione della prassi di riferimento "Linee guida per la gestione delle malghe e dei pascoli d’alpeggio" è reperibile per la consultazione pubblicaaccedendo alla sezionenews del sito UNI (www.uni.com).

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10/09/2019, 17:31
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Decisione oggi della Giunta provinciale
Prodotti trentini: vanno promossi anche nelle manifestazioni locali

Incentivare la presenza e la promozione dei prodotti trentini non solo nelle manifestazioni organizzate direttamente dalla Provincia, ma anche in quelle promosse da soggetti pubblici o privati diversi dell’ente provinciale. Punta a questo il conchiuso adottato oggi dalla Giunta, nella seduta che si è tenuta a Luserna. “Se l’azione dell'esecutivo nella politica di promozione della produzione trentina è ormai consolidata, è altrettanto importante incentivare la presenza, la commercializzazione e la promozione dei prodotti trentini anche in manifestazioni di varia natura che si tengono sul territorio trentino - spiegano il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli -. In una terra come la nostra i prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato non sono solo un forte elemento di identità nei quali si fondono storia e tradizioni, ma anche un’importante componente economica, in grado di produrre forti ricadute sul piano industriale, commerciale e turistico”.

Proprio nella primavera di quest’anno, una deliberazione a firma dell’assessore Zanotelli confermare la strategicità del Marchio “Qualità Trentino” all’interno della produzione complessiva del Trentino, come strumento utile sia a garantire al consumatore l’offerta di prodotti legati al territorio e di qualità, sia a rendere maggiormente competitivi i produttori locali in un mercato sempre più aperto e concorrenziale. A tal fine tre sono stati gli ambiti individuati ai quali dare maggiore visibilità: territorialità, intesa anche come valorizzazione della cosiddetta “filiera corta” e dell’utilizzo di materie prime locali; tradizione, che significa valorizzazione della storia e delle abitudini alimentari di questa parte dell’arco alpino; infine innovazione, con riferimento ai prodotti entrati di recente nel panorama produttivo trentino, ma con un importante legame con il territorio, tali da renderli distintivi nella mente del consumatore.

La Giunta oggi ha quindi dato mandato alla Direzione generale a provvedere, congiuntamente con il Dipartimento competente in materia, a dare precise indicazioni informative alle strutture provinciali, affinché venga da subito favorita la presenza e la promozione di prodotti trentini sia nelle manifestazioni organizzate direttamente dalla Provincia sia in quelle organizzate da soggetti pubblici o privati diversi dalla Provincia, con i quali le strutture vantino un’interlocuzione a fini autorizzativi, di sostegno economico e quant’altro.

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13/09/2019, 18:29
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Decisione oggi della Giunta provinciale su indicazione dell'assessore Segnana

Adottato il Piano di controllo per l’eradicazione della malattia di Aujeszky

Decisione importante oggi dalla Giunta provinciale, su indicazione dell'assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana, che va nella direzione di una maggiore tutela delle produzioni tipiche locali. L'esecutivo ha infatti adottato il Piano di controllo per l’eradicazione della malattia di Aujeszky, una patologia virale che causa gravi perdite economiche agli allevamenti suinicoli, demandando all’Azienda provinciale per i servizi sanitari l’attuazione delle attività previste.
"Il Piano è uno strumento indispensabile non solo per migliorare lo stato sanitario degli allevamenti di suini ma anche e soprattutto per tutelare le relative produzioni. - spiega l'assessore Segnana - Si tratta peraltro di un Piano di nuova attuazione che si configura come un primo passo di un percorso, al termine del quale sarà possibile richiedere alla Commissione europea l'inserimento della nostra Provincia fra i territori indenni da questa malattia".

La malattia di Aujeszky è una patologia virale che causa gravi perdite economiche agli allevamenti suinicoli, come mortalità, riduzione della crescita e calo della fertilità, nei confronti della quale a livello nazionale sono già in atto piani di controllo specifici. Inoltre a livello europeo, Stati membri e loro regioni possono beneficiare di specifiche garanzie sanitarie negli scambi commerciali nel caso abbiano in essere piani di eradicazione riconosciuti o siano indenni da tale malattia.
Il Trentino, pur non avendo una popolazione suinicola numericamente rilevante, presenta produzioni tipiche locali che vanno tutelate sotto tutti gli aspetti, ivi inclusi quelli sanitari. Infatti, la carne di suino, oltre ad essere consumata fresca, trova impiego nella preparazione di numerosi prodotti tradizionali (ad esempio: lo “Speck del Trentino”, la “Mortandela”, la “Luganega del Trentino” e la “Ciuiga”, quest’ultima riconosciuta inoltre quale presidio Slow Food). Un piano di eradicazione della malattia di Aujeszky è pertanto lo strumento necessario per migliorare lo stato sanitario degli allevamenti suinicoli e tutelare le relative produzioni tipiche locali.
Il Piano proposto è di nuova attuazione. Lo svolgimento delle attività previste dal Piano consentirà al competente Servizio provinciale di raccogliere i dati necessari per avanzare alla Commissione europea, per il tramite del Ministero della Salute, la richiesta di inserimento della Provincia autonoma di Trento tra i territori elencati nell’allegato II della decisione 2008/185/CE.

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13/09/2019, 18:29
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Il presidente Fugatti e l’assessore Zanotelli: “Massimo impegno per dare risposte agli agricoltori trentini”

Cimice asiatica: FEM identifica in Trentino due insetti antagonisti

“E’ una buona notizia, un punto di partenza su cui lavorare per poter dare risposta ad un problema che preoccupa molto gli agricoltori trentini”. Così il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e l’assessore all'agricoltura Giulia Zanotelli che oggi, insieme al presidente di FEM, Andrea Segrè e ad alcuni ricercatori della Fondazione di San Michele all’Adige, hanno presentato una scoperta del gruppo di lavoro coordinato da Fondazione Edmund Mach e Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, da alcuni anni attivo per fronteggiare quella che ormai è divenuta un’emergenza fitosanitaria. Attraverso un assiduo lavoro di monitoraggio è stato possibile rinvenire sul territorio provinciale degli insetti antagonisti naturali, anch'essi di origine asiatica, che potrebbero limitare e controllare la diffusione della cimice. Per concretizzare questa scoperta occorre ora attendere l’applicazione della nuova legge per la lotta biologica, recentemente approvata che aspetta il suo regolamento attuativo e che prevede proprio il rilascio di organismi utili esotici. “Cimice asiatica e drosophila sono due problemi che stanno preoccupando non poco il mondo agricolo – hanno evidenziato il presidente e l’assessore. Quindi accogliamo con soddisfazione questa notizia anche se ora dobbiamo impegnarci per chiedere con fermezza di procedere velocemente alla predisposizione delle linee guida per attuare la nuova legge”.





"Con le altre Regioni interessate – ha spiegato Giulia Zanotelli – abbiamo inviato una lettera al Ministero dell’Ambiente e dell'Agricoltura con la quale, oltre ad evidenziare la gravità del problema e quanto già messo in campo fino ad oggi, abbiamo chiesto un incontro urgente. Come Assessorato – ha detto ancora l’assessore Zanotelli – abbiamo, inoltre, inviato ai ministeri interessati i risultati delle ricerche effettuate dalla Fondazione Mach e la richiesta, da parte della Giunta provinciale, che sia la stessa Fondazione, vista la realizzazione delle camere di quarantena, ad occuparsi della sperimentazione sui parassitoidi antagonisti, una volta ottenuto il permesso dagli enti preposti. Su questo problema dobbiamo lavorare tutti insieme – ha concluso l’assessore – e come chiesto dal mondo agricolo, istituiremo un “tavolo tecnico” a cui potranno partecipare tutti i soggetti coinvolti. Non sarà un percorso breve, ma metteremo il massimo impegno”.

“Gli scambi legati alla globalizzazione – ha detto il presidente di Fem Andrea Segrè – porteranno inevitabilmente ad un maggior rischio di importazione di specie invasive e solo con investimenti adeguati si può ridurre rischi e danni all'agricoltura. Il ritrovamento nella nostra provincia delle due specie di parassitoidi esotici, la disponibilità della nuova struttura di quarantena e il potenziamento dell'organico dedicato a queste specifiche problematiche, potranno mettere FEM nella condizione migliore per poter ottenere l'autorizzazione a condurre gli studi necessari per rilascio massale dei parassitoidi specifici, come da tempo auspicato dalle organizzazioni dei produttori”.

La scoperta: identificate in Trentino due specie esotiche che potrebbero limitare e controllare la cimice

Grazie al lavoro di monitoraggio condotto dal gruppo di lavoro FEM, è stato possibile rilevare per la prima volta la presenza sul territorio trentino delle due specie esotiche Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii. T. japonicus e T. mitsukurii sono i due principali agenti di biocontrollo della cimice in Asia e la loro presenza in equilibrio con il fitofago impedisce pullulazioni devastanti della cimice nelle aree di origine. Sono probabilmente arrivati in Europa in maniera accidentale seguendo le stesse rotte di invasione del loro ospite. In Italia T. japonicus era stato rinvenuto finora solo in alcuni siti in Lombardia e Piemonte, mentre T. mitsukurii in aree ristrette del Friuli, Lombardia ed Alto Adige.

Le novità normative a livello nazionale aprono al rilascio di organismi utili esotici per la lotta biologica

Una nuova normativa nazionale è stata recentemente promulgata (pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 05/09/19, del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102 che riguarda le norme necessarie all'immissione sul territorio di specie e popolazioni non autoctone). In attesa delle linee guida tecniche della nuova legge e/o di una rapida autorizzazione in fase di emergenza FEM prevede che in un prossimo futuro saranno possibili rilasci in deroga di esotici utili per la lotta biologica dopo gli opportuni studi di efficacia e valutazione del rischio da condurre in impianti da quarantena.

Tavolo di lavoro FEM-C3A: si punta su lotta biologica e camere di quarantena

Per far fronte, quindi, a questa minaccia è stato creato all’inizio del 2019 un tavolo di lavoro in FEM, diretto da Gianfranco Anfora e che coinvolge ricercatori e tecnici del Centro Ricerca e Innovazione, Centro Trasferimento Tecnologico e Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento- FEM), per il coordinamento di tutte le attività di ricerca e sperimentazione in corso su questo tema. Una delle attività principali del gruppo di lavoro, coordinato da Livia Zapponi del Centro Ricerca e Innovazione, è lo studio della possibile applicazione della lotta biologica. In particolare FEM è partner di un consorzio nazionale per il monitoraggio e la valutazione dell’impatto dei parassitoidi locali ed esotici della cimice, soprattutto quelli di origine asiatica del genere Trissolcus. Livia Zapponi e Serena Chiesa del Centro Trasferimento Tecnologico, grazie a questa iniziativa, hanno partecipato ad un corso di alta formazione a Montpellier presso il Centre for Population Biology and Management dell’INRA per il riconoscimento tassonomico dei parassitoidi della cimice appartenenti al genere Trissolcus.

Il controllo biologico classico prevede l'importazione dalle zone di origine del fitofago dei suoi antagonisti, con l'obiettivo di acclimatarli e riprodurre le condizioni che ne consentono la naturale regolazione della popolazione. Nel caso di H. halys però, la scelta di tale approccio è stata limitata finora dai vincoli legislativi, nazionali, che hanno reso inattuabile finora la procedura per l'introduzione di nuove specie, anche se utili al controllo biologico. A questo proposito FEM ha da poco allestito una nuova struttura costruita seguendo i criteri degli impianti di quarantena internazionali per gli insetti e che sarà utilizzata dopo le opportune certificazioni ministeriali per tali studi.

La cimice asiatica marmorata: origine e diffusione

La cimice asiatica, Halyomorpha halys, è una specie invasiva originaria dell’Asia orientale. Fuori dal suo areale originario, soprattutto negli Stati Uniti, è divenuto il fitofago chiave in numerosi agroecosistemi causando ingenti danni economici su colture arboree come melo, pero e pesco, nonché su molte orticole. Può inoltre essere fonte di fastidio per le persone, vista la sua abitudine di trascorrere l’inverno al riparo negli edifici e di emettere sostanze maleodoranti. Durante il 2016 sono stati ritrovati i primi individui di cimice anche in provincia di Trento, con i focolai più importanti nell’area della città di Trento e del Garda. Nel triennio 2017-2019 la specie ha continuato la sua espansione sul territorio insediandosi anche in Val di Non e in Valsugana, con popolazioni in grado di provocare danni sulle principali colture locali. (SC)

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16/09/2019, 19:23
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Gli assessori Zanotelli e Segnana: “Dal consigliere Manica accuse fuori luogo”
Agricoltura sociale: la Giunta provinciale al lavoro per predisporre il regolamento attuativo

“Stiamo lavorando per predisporre il regolamento attuativo alla legge in materia di agricoltura sociale, ma ricordiamo che la norma era stata approvata a luglio del 2016. Se ci fosse stato l'intento politico il regolamento si sarebbe potuto approvare entro la fine della scorsa legislatura, considerato che avrebbero avuto ben due anni di tempo”. Così l’assessore all’agricoltura, Giulia Zanotelli e quello alla salute e politiche sociali, Stefania Segnana, rispondono alle critiche contenute in un’interrogazione presentata dal consigliere provinciale Alessio Manica, nella quale si parla di immobilismo rispetto alla questione, da parte dei due membri dell'esecutivo.

Accuse che Zanotelli e Segnana respingono al mittente: “Si tratta di un tema importante – rispondono – sul quale siamo impegnate e riteniamo alquanto discutibili le parole del consigliere Manica considerato che era membro della maggioranza del precedente governo. Precisiamo che stiamo aspettando l’arrivo in aula del disegno di legge che modifica la normativa sull'agriturismo, con l’obiettivo di far uscire in parallelo il regolamento attuativo sull'agriturismo e quello sulle fattorie sociali. Se la volontà politica fosse stata quella di portare a termine la questione, in quasi due anni di tempo, la maggioranza della precedente legislatura sarebbe stata in grado di dimostrarlo con i fatti - concludono Zanotelli e Segnana - noi ci stiamo lavorando”.

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06/10/2019, 14:19
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Incontro con l’assessore Zanotelli sulle strategie per il prossimo futuro
Tavolo Verde dell’Agricoltura: la nuova programmazione agricola 2021-2027

Semplificazione dei procedimenti e delle misure, focalizzazione su progetti d’innovazione e sul mantenimento di elevati livelli di qualità e di sostenibilità, valorizzazione dei giovani, attenzione ai cambiamenti climatici: questi i temi illustrati nel corso della riunione dall’assessore provinciale Giulia Zanotelli al Tavolo verde dell’agricoltura, per garantire la competitività del sistema agricolo trentino anche in relazione alle ricadute positive sulla conservazione del territorio e degli equilibri paesaggistici.
L’assessore Zanotelli, affiancata dalle strutture tecniche e dalla Fondazione E. Mach, ha incontrato nei giorni scorsi tutte le rappresentanze del mondo agricolo provinciale per condividere le linee strategiche della prossima programmazione per lo sviluppo rurale.
Nel corso del dibattito si è posta attenzione al settore zootecnico, a partire dall’obiettivo di assicurarne la sostenibilità e la forte connessione al territorio, aprendo anche una riflessione sulla dimensione delle stalle in relazione alle caratteristiche del territorio Trentino. Emersa anche la necessità di contenere le ricadute negative per le aziende zootecniche; l’introduzione dell’OCM (organizzazione comune dei mercati), ad esempio, può rappresentare un’importante novità per il lattiero-caseario, consentendo di sviluppare ulteriori azioni di sostegno, sviluppo e promozione del settore.

Nella programmazione fino al 2027 si intende tenere ancora conto della gestione del rischio, un ambito di fondamentale importanza specialmente riguardo ai criteri di ripartizione delle risorse tra le amministrazioni, con l’obiettivo di salvaguardare i risultati raggiunti dal sistema trentino. Altro tema affrontato, quello della razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua a scopo agricolo, a beneficio del settore produttivo e dell’ambiente. Innovazione di metodo e tecnologia contraddistinguono la prossima fase di programmazione dello sviluppo rurale, per aiutare le imprese agricole ad affrontare le sfide di mercato. Le parti hanno condiviso la necessità di fare sistema, anche in vista dei prossimi passaggi normativi, cercando di orientare le scelte attraverso proposte operative, nell’interesse del nostro sistema territoriale. Infine, nel corso della riunione è stato deciso di attivare un percorso di lavoro comune, con confronti frequenti, per giungere alla definizione di scelte strategiche per il territorio e per tutta l’agricoltura trentina.

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14/10/2019, 19:33
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C’è tempo fino al 4 novembre per presentare domanda da parte delle scuole

Orti didattici nelle scuole dell’infanzia, al via il finanziamento dei progetti

Anche i più piccoli possono contribuire a prendersi cura dell’ambiente e imparare ad essere soggetti attivi di un benessere condiviso, attraverso il progetto degli orti didattici: con un provvedimento approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’istruzione Mirco Bisesti, vengono approvati i criteri per il nuovo bando triennale che coinvolge le scuole dell’infanzia provinciali ed equiparate. L’iniziativa vuole promuovere un’educazione ambientale, alimentare e al biologico a tutto tondo, ricordando che prendersi cura di un terreno o di un’area verde significa prendersi cura della propria comunità.
L’importo massimo del contributo ammonta a 1.200 euro per ogni scuola, per un totale che raggiunge 81.600 euro di finanziamento complessivo. I progetti devono prevedere la sperimentazione di una tecnica di agricoltura sostenibile come il risparmio idrico, il riciclo dei rifiuti e le tecniche di compostaggio, la salvaguardia della fertilità del suolo senza ricorrere a prodotti chimici.

Gli orti didattici sono aree verdi all’interno dei plessi scolastici che possono essere recuperate, o appezzamenti di terreno utilizzati dalle scuole in forma gratuita di proprietà di enti pubblici, privati o imprese agricole, con cui possono essere realizzate forme di collaborazione. Nascono per diffondere la cultura del verde e dell’agricoltura e per sensibilizzare gli alunni sui temi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. Inoltre, contribuiscono a formare negli alunni la consapevolezza su un’alimentazione sana ed equilibrata e promuovono la biodiversità, attraverso modalità di apprendimento incentrate sulla pratica. Dal punto di vista didattico ed educativo l’intento è quello di sviluppare la dimensione del fare in concreto e il recupero di attività che nel tempo si sono perse, o che comunque non appartengono più alla generalità della popolazione.

Le scuole dovranno presentare i progetti entro il 4 novembre prossimo, facendo pervenire tramite PEC la domanda di contributo, redatta sul modulo predisposto dall’Unità di missione semplice Scuola e servizi infanzia e reperibile su www.modulistica.provincia.tn.it

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Approvato dal Consiglio provinciale il ddl in materia di agriturismo proposto dall’assessore all’agricoltura, caccia e pesca Giulia Zanotelli
Una nuova legge per l’agriturismo trentino

Riorganizzare l'attività agrituristica nell'ottica di semplificare la normativa ma, in particolare, di favorire un deciso miglioramento qualitativo dell’offerta e dei servizi connessi: sono questi gli obiettivi principali su cui si fonda la nuova legge approvata nel pomeriggio di ieri da parte del Consiglio provinciale a larghissima maggioranza.
“È la prima volta che viene dedicata una legge apposita all’agriturismo - ha spiegato l'assessore Zanotelli - l’obiettivo centrale è quello di aumentare la qualità dell'offerta, facendo crescere ulteriormente il nostro sistema degli agriturismi per farli diventare veri e propri testimoni della qualità del nostro territorio, dell’agricoltura trentina e dei prodotti che esprime.”
Nella nuova legge vengono ribadite le finalità peculiari che caratterizzano questa attività: lo sviluppo della diversificazione delle attività delle aziende agricole, in modo da integrare i redditi e migliorare le condizioni di vita degli agricoltori, contribuendo al contempo alla salvaguardia dei territori montani minacciati dallo spopolamento, alla conservazione e alla promozione delle tradizioni culturali, dei prodotti tipici dell'agricoltura trentina e delle sue tradizioni enogastronomiche.

La nuova legge provinciale si propone di disciplinare specificatamente l’attività agrituristica, con l’intento di riorganizzare la materia, rendendola autonoma dall'enoturismo, dalle strade del vino, dei fiori e dei sapori, dal pescaturismo e ittoturismo e dall'agricoltura sociale.
Tra le novità, una nuova, più completa e specifica definizione di “attività agrituristiche”, in cui viene ricondotta anche l’attività di fattoria didattica; l’eliminazione del nulla osta della struttura provinciale competente in materia di agricoltura per l’esercizio dell’attività e la ridefinizione dei requisiti per poter esercitare le attività agrituristiche.

I punti più significativi del disegno di legge

Si definiscono attività agrituristiche le attività di ricezione, ospitalità, somministrazione di pasti e bevande, organizzazione di degustazioni di prodotti aziendali e organizzazione di attività ricreative, culturali, di pratica sportiva, escursionistiche, di ippoturismo, nonché le attività di fattoria didattica, esercitate mediante l’utilizzazione della propria azienda agricola e in rapporto di connessione rispetto alle attività agricole.
Per attività di fattoria didattica si intendono le iniziative di carattere educativo e didattico-culturali, volte a favorire la conoscenza del territorio rurale, dell'agricoltura e dei suoi prodotti, della vita e della biodiversità animale e vegetale, la conoscenza dei sistemi agricoli di produzione biologica, integrata ed ecocompatibile, nonché l'educazione al consumo consapevole, a una sana alimentazione e all'adozione di corretti stili di vita.

Per esercitare un’attività agrituristica deve essere presentata una SCIA al comune in cui si trovano le strutture e i locali da destinare a tale attività da parte dei soggetti (imprenditori, società e cooperative) che possono esercitare le attività agrituristiche, assicurando la connessione tra l’attività agricola (che deve rimanere principale) e l’attività agrituristica.

Quanto alla tipologia di prodotti alimentari utilizzabili, la legge prevede che nelle attività di somministrazione di pasti e bevande e di degustazione di prodotti aziendali devono essere impiegati prevalentemente prodotti alimentari della propria azienda agricola e di altre imprese agricole trentine, demandando poi al regolamento di esecuzione la fissazione di alcuni limiti minimi d’impiego.

La nuova legge prevede che il termine “agriturismo” e le altre denominazioni attributive sono riservate esclusivamente alle aziende che esercitano attività agrituristiche e per evitare confusione con altri esercizi, alle imprese agrituristiche vieta di utilizzare denominazioni ambigue e diverse rispetto all’agriturismo, quali “ristorante”, “bar” o “pizzeria” e denominazioni derivate.

Con l’intento di garantire la qualità dell’offerta agrituristica, la proposta normativa introduce un sostegno in favore delle associazioni degli operatori agrituristici, in particolare per l’organizzazione di corsi di aggiornamento e di formazione rivolti agli operatori dell’agriturismo e per l’attivazione di forme di controllo relative alla classificazione e ai servizi offerti.

Infine, con la nuova legge viene fornita una disciplina organica dell'attività enoturistica. Sono considerate attività enoturistiche tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali sempre nell’ambito delle cantine, anche in abbinamento ad alimenti. Per quanto riguarda la somministrazione di alimenti, è esclusa la preparazione di pasti, mentre è invece possibile accompagnare la mescita dei vini con prodotti agroalimentari freddi provenienti prevalentemente dalla propria azienda agricola e da altre imprese agricole trentine.

“Desidero ringraziare, sottolinea l’assessore Giulia Zanotelli, i consiglieri provinciali per il contributo prezioso che hanno fornito al miglioramento di questa proposta normativa e alla condivisione sostanziale che l’espressione di voto del Consiglio provinciale ha espresso, ma, in modo particolare, tutti gli attori del mondo agricolo per gli stimoli, i contributi ed i suggerimenti che hanno voluto fornire nell’ambito del percorso di confronto e di partecipazione che in questi mesi è stato attivato.”

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24/10/2019, 21:22
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Giovedì 31 ottobre, ore 11.00, Fondazione Mach, Sala Kessler
Presentazione programma Celebrazioni 145° e Porte Aperte
Quest’anno la Fondazione Edmund Mach celebra i 145 anni di vita dell'Istituto. Il 9 novembre si terranno le celebrazioni ufficiali alla presenza delle autorità politiche, dei rappresentanti del territorio, della comunità scientifica e della società civile. Domenica 10 novembre la Fondazione aprirà le sue porte al pubblico con visite guidate, stand, laboratori, spazio animali, area bimbi, ristorazione con specialità trentine.
Il programma delle due giornate sarà presentato nell’ambito di una conferenza stampa in programma giovedì 31 ottobre, alle ore 11, presso la Sala Kessler (vicino aula magna Scuola), alla quale interverrà il presidente FEM, Andrea Segrè.

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28/10/2019, 21:06
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