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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68639 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Agricoltura, fare squadra per conciliare efficienza e legalità
La parola d’ordine è fare squadra, perché così come un grappolo d’uva è composto da diversi acini, anche sul fronte del lavoro stagionale in agricoltura sono numerosi gli elementi che concorrono a conciliare efficienza e legalità, l’esigenza di effettuare la raccolta in tempi rapidi e nel momento migliore, con la necessità di effettuare controlli per evitare situazioni irregolari a danno dei lavoratori. E’ quanto è emerso dall’incontro che si è svolto questa mattina in Provincia autonoma alla presenza del presidente Maurizio Fugatti e dell’assessore Giulia Zanotelli, del Commissario del Governo Sandro Lombardi, del Questore Giuseppe Garramone, del generale Ivano Maccani, Comandante Regionale della Guardia di Finanza, del presidente di Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone, dei rappresentanti sindacali del settore agricolo e delle associazioni di categoria, e dei rappresentanti di Inps e dei servizi provinciali competenti in materia. “Con la collaborazione di tutti – ha sottolineato il presidente Fugatti – possiamo fare del Trentino una terra dove conciliare la doverosa azione di vigilanza con le quotidiane necessità di un comparto produttivo che richiede grande attenzione, considerate alcune oggettive difficoltà connesse ad esempio alle dimensioni aziendali ed al fatto di operare in aree difficili come quelle montane".
Ribadito che i controlli vanno fatti, mettendo al primo posto la sicurezza e le garanzie previste per i lavoratori stagionali, che la normativa sulle assunzioni stagionali è recentemente cambiata e che ognuno dei soggetti coinvolti ha dei doveri a cui adempiere, attraverso la collaborazione si vuole evitare di pesare eccessivamente sulle aziende agricole, che spesso sono di piccole dimensioni, specialmente durante le fasi di maggiore impegno e in cui è fondamentale salvaguardare anche la qualità dei prodotti. La situazione del settore, è stato rilevato dall’assessore Zanotelli, quest’anno è resa ancora più complicata dalle difficoltà di reperimento della manodopera. L'azione della Provincia, che ha attivato le proprie strutture ed in particolare Agenzia del lavoro, ha già permesso di individuare 450 unità da immettere in questo particolare mercato.
Si punta ora a rendere più sistematico l'approccio, a migliorare la prevenzione (anche attraverso la conoscenza delle normative), la formazione, incontro tra domanda e offerta, con l'obiettivo di individuare chi non è in regola senza gravare indistintamente su tutti. Ciò nella consapevolezza che non va sottovalutato il rischio di fenomeni sempre in agguato, come il lavoro irregolare o addirittura il caporalato. "Anche queste buone pratiche - ha commentato in conclusione l'assessore Giulia Zanotelli - devono essere viste in un'ottica di grande attenzione al prodotto e a tutta la filiera che ne sta a monte, in una logica di qualità a tutto tondo su cui puntiamo molto per essere sempre più competitivi".
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04/07/2019, 19:41 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Oggi e domani alla FEM secondo incontro di progetto con gli stakeholder "Sushin", due giorni di confronto alla FEM sulle nuove diete sostenibili per i pesci di allevamento
Mettere a punto una nuova generazione di mangimi per i pesci da allevamento, sostituendo i convenzionali ingredienti dei mangimi commerciali con farine proteiche ottenute dai residui di macello avicolo, oppure da crostacei, microalghe e insetti, al fine di rendere l’acquacoltura maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, migliorare la qualità del prodotto, ed il benessere animale. E’ quanto si propone il progetto di ricerca AGER- Sushin. Oggi e domani alla Fondazione Edmund Mach si terrà il secondo incontro di progetto a cui interverranno gli operatori del settore. Domani l’inizio dei lavori è previsto alle ore 9 con il saluto del presidente FEM, Andrea Segrè. Si discuteranno i primi risultati ottenuti dai primi due anni di indagine. Sono ancora parziali, ma in qualche caso già individuano alcuni aspetti di rilievo, tra cui la buona qualità delle farine prodotte dagli sottoprodotti della macellazione avicola. Si discuterà poi del valore nutritivo sui pesci delle diverse alternative, valutando gli effetti sulla crescita, e sulla salute dei pesci alimentati con i nuovi mangimi. Le nuove proposte includono un insetto (la "mosca soldato", Hermetia illucens), che aprirebbe la via all'espansione di un settore zootecnico quello entomologico, oggi particolarmente promettente, anche per il basso impatto sull'ambiente che comporta questa produzione. Naturalmente è di interesse conoscere la disponibilità del mercato ad accogliere pesce allevato con le nuove diete; le prime indagini mostrano un particolare interesse dei consumatori giovani per gli aspetti legati alla sostenibilità di questi nuovi mangimi. L’acquacoltura è il settore zootecnico a più elevato tasso di crescita a livello globale. Con una produzione di oltre 90 milioni di tonnellate, il settore ha superato quello della carne bovina avvicinandosi alle produzioni avicola e suina. E’ soprattutto l’acquacoltura intensiva ad essere destinata a crescere nel prossimo futuro, generando una richiesta di mangimi prevista superare gli 87 Milioni di ton nel 2025, fatto che contribuirà ad aumentare la competizione per le risorse alimentari con altre produzioni animali e con la popolazione umana. Pertanto, sostenibilità economica ed ecologica dell’Acquacoltura dipenderanno anche dalla capacità di economizzare risorse poco o nulla rinnovabili o fortemente depauperate vieppiù contese con altri settori, utilizzando nei mangimi nuove materie prime o ingredienti, ricchi di nutrienti ma attualmente poco studiati o valorizzati, ricercandoli possibilmente all’esterno della filiera alimentare umana. In questa direzione si inserisce il progetto AGER-Sushin, finanziato da un pool di fondazioni di origine bancaria (il consorzio "AGER"), rivolto appunto allo studio di nuovi ingredienti derivati da insetti e microalghe ed alla valorizzazione di altri alimenti ottenuti da sottoprodotti avicoli e da crostacei da utilizzare nella formulazione di mangimi per le principali specie ittiche allevate in Italia. Esso risponde alla necessità di ridurre la dipendenza del settore dallo sfruttamento di risorse naturali convertite in farine e oli di pesce, assicurando la sostenibilità delle produzioni e la qualità del prodotto ittico per il consumatore. SUSHIN - SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients. E’ un progetto iniziato nel gennaio 2017 che si concluderà nel 2021 ed è finanziato da un pool di fondazioni di origine bancaria associatesi in AGER2 per promuovere la ricerca scientifica nell'agroalimentare italiano (grant n° 2016-0112). Il progetto vede la partecipazione di 7 partner: oltre alla Fondazione Mach, l'Università di Udine (capofila), quella di Firenze, l'Università Politecnica delle Marche, Ist. Sup. per la Protez. Ambientale (ISPRA), il Centro per la Ricerca in Agricoltura ed Economia Agraria (CREA), l'Ist. Zooprofilattico Sperimentale di Abruzzo e Molise
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05/07/2019, 6:04 |
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Marco
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La Fondazione Bruno Kessler entra nel programma internazionale AI for Earth di Microsoft AI per l’agricoltura
La Fondazione Bruno Kessler entra nel programma internazionale AI for Earth di Microsoft programma internazionale di Microsoft che sostiene le organizzazioni e le persone ad affrontare le sfide ambientali globali, contribuendo a realizzare progetti basati sull’Intelligenza Artificiale in ambiti quali il clima, l’agricoltura, la biodiversità e le risorse idriche; obiettivo sviluppare una soluzione che prevenga i danni causati dalle ondate di calore.
Le ondate di calore sono ormai un fenomeno sempre più frequente a livello globale, che genera impatti significativi nel settore agricolo in termini di siccità, irrigazione insostenibile e di diminuzione del rendimento del raccolto. I ricercatori della Fondazione Bruno Kessler hanno ricevuto un grant del programma AI for Earth per studiare modelli in grado di predire le ondate di calore in modo specifico per il settore agricolo. "Stiamo sviluppando un nuovo strumento basato su reti neurali e deep learning spazio-temporale per ottenere modelli predittivi di come le ondate di calore influiscono sulla crescita delle piante e sulla qualità e resa del raccolto, per fornire agli agricoltori nuove strategie preventive. " – dice Cesare Furlanello, ricercatore FBK responsabile del progetto. “L'impatto biologico, ambientale ed economico del cambiamento climatico sulla agricoltura è ormai di interesse sia a livello globale che regionale e richiede decisioni di adattamento sostenibili a lungo termine come pure azioni di mitigazione degli eventi estremi. Partendo da un modello a scala europea delle ondate di calore sviluppato nel progetto IREACT, FBK sta utilizzando le risorse di calcolo Cloud e AI di Microsoft per creare una soluzione che ne combina le predizioni con i dati fenologici specifici delle coltivazioni - ovvero informazioni sul rapporto tra fattori climatici e fenomeni tipici della vita vegetale come la fioritura o la maturazione dei frutti – incrociandoli con big data geografici ambientali.” Grazie alla potenza di calcolo di Azure e alle funzionalità di Machine Learning e Artificial Intelligence integrate nella piattaforma cloud di Microsoft, sarà possibile abilitare l’analisi di enormi quantità di dati eterogenei in tempo reale e realizzare così modelli predittivi sempre più accurati in grado di stimare in anticipo il livello di stress delle colture e effettuare previsioni sul raccolto. Con AI for Earth, avviato nel 2017, Microsoft ha supportato al momento oltre 300 organizzazioni in più di 60 Paesi in tutto il mondo e si propone di donare fino a 2 milioni di dollari in strumenti, servizi e formazione. “Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti. Fenomeni come le ondate di calore a cui fino a qualche decennio fa non eravamo abituati stanno diventando sempre più comuni. Se da un lato quindi dobbiamo impegnarci tutti – Governi, organizzazioni e cittadini – nel proteggere il nostro Pianeta attraverso pratiche e stili di vita più sostenibili, dall’altro dobbiamo dotarci dei giusti strumenti per affrontare queste nuove sfide, senza provocare ulteriori danni. Siamo convinti che le nuove tecnologie come il Cloud e l’AI possano dare un contributo fondamentale in questo senso e sostenere concretamente i ricercatori attraverso programmi come AI for Earth è determinante” ha commentato Mattia De Rosa, Direttore della Divisione Cloud & Enterprise Microsoft Italia.
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19/07/2019, 20:27 |
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Marco
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C’è tempo fino al 21 ottobre per iscriversi al corso di alta formazione professionale per tecnico superiore del verde Angoli fioriti, aiuole e giardini: iscrizioni aperte al corso post diploma del verde
Sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione del corso di alta formazione professionale per tecnico superiore del verde che partirà il prossimo gennaio. Si tratta di un percorso di durata biennale post-diploma che forma esperti in grado di operare nella progettazione, realizzazione, valorizzazione e gestione del verde, nonché nella produzione e nel controllo di materiale florovivaistico. Per iscriversi c’è tempo fino al 21 ottobre. Un corso che prevede molte ore di praticantato e di raccordo con enti e aziende. Ne è un valido esempio il percorso attivato in collaborazione con il Comune di San Michele all’Adige per abbellire le aiuole dell’abitato di Grumo e San Michele (foto) che nei giorni scorsi ha visto impegnati alcuni studenti che stanno ultimando l’edizione in corso nel campus FEM.
3000 ore di corso e praticantato al 40 %. Due anni e 3000 ore è la durata di questo percorso formativo che si rivolge a diplomati ad indirizzo agrario, ma è possibile accedere anche con altri diplomi, con esperienze formative o professionali nel settore o comunque con una propensione all'ambito del verde. Le attività formative si svolgeranno in aula e in campo, ma sono previste anche forme di e-learning, project work oltre ad attività in contesto lavorativo. In programma c’è un periodo di praticantato di almeno il 40% della durata del corso che si svolgerà presso aziende di settore, studi professionali, pubbliche amministrazioni sia in Italia che all'estero. Il corso si inserisce nell’ambito del sistema dell’Alta formazione professionale promosso dal Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo della Provincia autonoma di Trento ed è equiparato ai percorsi statali di Istruzione tecnica superiore: il titolo è quindi riconosciuto a livello nazionale. Il progetto di riqualificazione del verde urbano del comune di San Michele. L’Amministrazione comunale di San Michele sta portando avanti un programma di riqualificazione degli spazi urbani, anche rinnovando il verde in piccole, ma significative aree. Gli studenti di questo corso biennale post-diploma, con la guida del professionista Gianfranco Nicolini, suddivisi in gruppi di lavoro hanno affrontato la progettazione di aree verdi facendo una rigorosa analisi dell’ambiente e confrontandosi con gli amministratori. Hanno poi lavorato alla realizzazione, con la preparazione delle aree e la messa a dimora delle piante e la posa dei materiali, e si sono poi impegnati a redigere un piano di gestione. Una collaborazione interessante fra Amministrazione comunale di San Michele e Centro Istruzione e formazione della Fondazione Mach, che peraltro ha visto negli scorsi anni l’esperienza di riqualificazione di una piazza e quella di realizzazione di un percorso didattico-ricreativo nel bosco sopra l’abitato, che ha permesso agli studenti dell’Alta Formazione per Tecnico Superiore del verde di affinare la professionalità in situazioni concrete e all’abitato e alla comunità di San Michele di vedere arricchito il verde.
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06/08/2019, 12:52 |
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Marco
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Focus oggi alla FEM sulla viticoltura biologica sui temi difesa, gestione del suolo e novità normative
Viticoltura bio, comparto in crescita: + 20 % nell’ultimo anno. Buona la difesa attuata contro peronospora e oidio
E’ un comparto in continua espansione quello della viticoltura biologica, cresciuto in un solo anno in Trentino ben del 20 per cento. I dati dell’Ufficio per le produzioni biologiche della Provincia autonoma di Trento parlano chiaro: la superficie del vigneto biologico a fine 2018 ammontava a 1162 ettari, 193 in più rispetto al 2017. Il punto è stato fatto oggi, alla FEM, nell’ambito della tradizionale giornata tecnica dedicata alla viticoltura biologica dove sono stati presentati i principali risultati delle sperimentazioni con la visita alle prove nel campus di San Michele. Dall’incontro sono emersi buoni risultati raggiunti sia dalla sperimentazione sia da quanto attuato in campo dai viticoltori biologici riguardo la difesa da peronospora e oidio. Domani la FEM torna in campo alle 8.30 per incontrare il mondo agricolo, ma a parlare di sperimentazioni in frutticoltura di fondovalle a Maso delle Part.
Ad aprire i lavori è stato il presidente FEM, Andrea Segrè. “Il biologico -ha evidenziato- è senz'altro un metodo di produzione di grande interesse e la scienza ha proprio il compito di valutare quali sono le migliori condizioni per applicarlo, tenendo conto delle specificità territoriali, ambientali e sociali. Del resto, il biologico rientra a pieno titolo sotto il più ampio cappello dell'agricoltura sostenibile. Esistono dunque altri sistemi di produzione che possono essere visti non in un’ottica competitiva o alternativa, bensì complementare. A San Michele ci muoviamo verso un'agricoltura sostenibile. Un termine-ombrello, accogliente ma dai confini ben delineati, sotto il quale c'è spazio scientifico per tutti gli approcci che promuovono un uso responsabile ed efficiente delle risorse naturali”. Segrè ha spiegato che la viticoltura ha fatto da pioniere nell'ambito della gestione biologica: quello che 15 anni fa poteva sembrare difficile, a volte anche impossibile, ora si è dimostrato che si può fare. “Con gestione agronomica oculata, scelta di varietà e luoghi vocati, bioagrofarmaci e confusione sessuale la viticoltura biologica è diventata una realtà per molti agricoltori. Questo è stato possibile grazie all'impegno e alla dedizione di molti tecnici e ricercatori: perché il progresso è sempre legato alla conoscenza. E la ricerca rimane sempre lo strumento chiave. Adesso c'è la sfida della sostituzione del rame, ma anche su questo solo la ricerca potrà e dovrà dare gli strumenti adatti”. Dalla qualità biologica del suolo con Marco Ippolito ai gradi di stabilità del carbonio organico in suoli viticoli a diversa gestione con Raffaella Morelli, dal punto quantitativo sul rame con Cristina Micheloni, Presidente AIAB Friuli Venezia Giulia, alle prove in pieno campo per il controllo di peronospora e oidio con Luisa Mattedi; infine controlli e situazione fitosanitaria 2019 nelle aziende biologiche in Trentino con Roberto Lucin. Questo incontro, moderato da Roberto Zanzotti, rappresenta un appuntamento ormai fisso per viticoltori e tecnici che si occupano di biologico non solo del Trentino Alto Adige ma anche di altre regioni dell’Italia. Nel corso della giornata vengono infatti presentate le attività svolte dall’Unità Agricoltura Biologica della FEM in diversi ambiti della viticoltura, che quest’anno hanno interessato in particolare la gestione del suolo e le tecniche di difesa, senza trascurare le novità normative relative ai regolamenti europei che disciplinano il settore biologico. Le tematiche affrontate nelle prime due relazioni tecniche hanno riguardato gli effetti del sovescio sulla qualità biologica e sulla frazione di carbonio stabile del suolo. Queste sperimentazioni sono finalizzate alla diminuzione degli apporti esterni e alla conservazione della fertilità dei sistemi agricoli così come imposto dal Regolamento relativo alla produzione biologica. Nel corso dell’incontro si è anche parlato di rame alla luce delle recenti limitazioni introdotte, che ne prevedono un impiego massimo di 28 kg/ha in 7 anni, quindi una media di 4 kg/ha annuali. Nell’ultimo anno diversi prodotti alternativi al rame sono stati proposti per l’inclusione nel regolamento europeo tuttavia, nessuno ha mostrato potenzialità tali da rappresentare un valido sostituto del rame stesso. In questa prospettiva, si configurano come strettamente necessarie sperimentazioni atte a scongiurare una sua ulteriore riduzione o un suo completo abbandono ma che prevedano la riduzione dei dosaggi impiegati. Su questo punto sono state illustrate le prove condotte in vigneto per la difesa da peronospora con bassi dosaggi di rame e sostanze alternative per cercare di ottimizzarne l’efficacia e diminuirne gli apporti annuali. Sono state presentate inoltre prove relative al controllo dell’oidio con zolfi e prodotti alternativi.
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07/08/2019, 15:51 |
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Marco
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Fresca di stampa la pubblicazione che descrive i risultati scientifici conseguiti da FEM nel 2017-2018 Ricerca FEM, pubblicato il Report 2017/2018
Sessantasette pagine che contengono il biglietto da visita della ricerca scientifica della Fondazione Edmud Mach. Il report del Centro Ricerca e Innovazione 2017/2018 è appena uscito e completa il panorama della reportistica FEM accanto alle altre due pubblicazioni dell’ente: il Report del Centro Trasferimento Tecnologico e l’Annuario del Centro Istruzione e Formazione.
Come già nelle scorse edizioni, l'edizione biennale propone ai lettori una selezione dei risultati di ricerca di maggior peso dello scorso biennio (2017 e 2018). I tre "pilastri" dell'impegno FEM secondo la sua missione scientifica, ben sintetizzati nelle tre "A" (Agricoltura, Alimentazione, Ambiente), sono illustrati con una scelta di brevi articoli discorsivi, in cui i ricercatori illustrano la rilevanza dei principali progetti di ricerca con i risultati scientifici conseguiti nel periodo appena trascorso. A corollario, il Report include una serie di "telegrafici" interventi che riportano ulteriori risultati della ricerca FEM del biennio. La Fondazione Mach di S. Michele all'Adige, nel suo Centro Ricerca e Innovazione, si conferma istituto di eccellenza nei settori disciplinari che lo contraddistinguono, ponendosi in posizione apicale nella classificazione degli istituti di ricerca nazionali stilata da ANVUR, l'agenzia per la valutazione della ricerca in Italia. Qualche numero, riportato nel Report, dà ragione, anche quantitativamente, di questi risultati. Lavorano al Centro Ricerca e Innovazione 182 persone (43% donne, 14% stranieri, 37% in possesso di dottorato di ricerca). Questi ricercatori hanno pubblicato, nel biennio, 383 articoli su riviste scientifiche "con fattore di impatto". Le collaborazioni internazionali sono dell'ordine delle 200, nella maggior parte dei paesi europei ed extra-europei, in cinque continenti. Il Centro Ricerca e Innovazione è anche un importante polo di organizzazione di eventi scientifici: nel biennio sei "grandi eventi" internazionali e 13 eventi divulgativi accanto a numerosi seminari e conferenze.
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13/08/2019, 12:31 |
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Giovedì 22 Agosto incontro tecnico nell’azienda sperimentale FEM di Cles
Maso Maiano apre le porte: focus su difesa, allevamento, nuove varietà e distribuzione agrofarmaci
Proseguono gli incontri estivi organizzati dalla Fondazione Edmund Mach per aggiornare il mondo agricolo sulle novità della sperimentazione. Dopo il focus nei giorni scorsi sulla viticoltura biologica a San Michele all’Adige con i suoi 170 partecipanti, porte aperte a Maso Part e Denno con rispettivamente 350 e 200 frutticoltori presenti, giovedì 22 agosto è la volta di Maso Maiano. L’appuntamento è fissato per le ore 8.30. Il programma prevede il saluto di apertura del direttore generale FEM, Sergio Menapace, e la formazione dei gruppi con visita alle prove. Ogni argomento sarà ripetuto per tre turni. Ecco i temi affrontati:
Difesa in frutticoltura biologica. Andamento della ticchiolatura e primi risultati delle esperienze di gestione del patogeno. Andamento dei principali fitofagi del melo e aggiornamento situazione degli scopazzi del melo nelle aziende della Fondazione. Allevamento in parete stretta e reti multifunzionali. Architettura di impianto del frutteto: come ottenere una parete fruttifera partendo dal biasse fino al multiasse e al frutteto pedonabile allevato a Guyot. Forma di allevamento e potatura verde per una “frutticoltura di precisione”. Reti anti pioggia per la difesa dalla ticchiolatura. Distribuzione dei prodotti fitosanitari.Tecnologie e tecniche innovative per la distribuzione dei prodotti fitosanitari: applicazioni a getto proiettato (ventilatore spento) con atomizzatore, impiego di impianti di distribuzione sovrachioma su frutteti in parete stretta, trattamenti localizzati al colletto per migliorare l’impiego degli insetticidi e ridurre la deriva. Innovazione varietale. Presentazione di alcune delle nuove varietà di melo, standard e dotate di resistenti genetiche, frutto del programma di miglioramento genetico della Fondazione Mach e di altri programmi nazionali ed internazionali.
La manifestazione si svolgerà anche in caso di pioggia. Nel pomeriggio del 22 agosto, alle ore 16, presso l'aula magna FEM, l'Associazione Enologi Enotecnici Italiani - Sezione Trentino, in collaborazione con la Fondazione E. Mach, organizza l'incontro prevendemmiale 2019.
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18/08/2019, 11:50 |
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Filiera del latte, anche in questo campo si lavora per valorizzare i prodotti del territorio
Investire nella valorizzazione dei prodotti trentini, nella loro promozione, nella cultura del consumo di produzioni di qualità che comunichino anche l’eccellenza di un territorio: con questi obbiettivi la Provincia autonoma di Trento e la Federazione Trentina della Cooperazione hanno ribadito oggi l’impegno a collaborare durante l’incontro che ha visto il confronto del presidente Maurizio Fugatti, del vice presidente Mario Tonina e degli assessori Achille Spinelli e Giulia Zanotelli con la presidente della Federazione Marina Mattarei e i vertici di Latte Trento.
“La Giunta – ha evidenziato il vice presidente Tonina - crede nelle produzioni trentine e intende valorizzarle, promuoverle e sostenerle. E’ una scelta frutto di convinzione ma che recepisce anche quanto emerso come necessità dagli Stati Generali della Montagna. Per aumentare il consumo dei prodotti trentini si deve lavorare assieme sulla cultura del consumo di qualità ma anche trovare nuovi mercati e canali commerciali”. Per supportare questa prospettiva ha rivolto l’invito a Latte Trento a impostare strategie per il futuro anche pensando alla possibilità di accogliere nuovi soci e aumentare la produzione. “Il territorio – ha aggiunto l’assessore Zanotelli – ha bisogno di qualità e la provincia intende dare il suo contributo al sistema utilizzando strumenti come il PSR, ma non solo, che possano riconoscere e premiare la qualità delle produzioni e delle aziende”. Ha ricordato la collaborazione in essere tra Latte Trento e lo stabilimento Arborea di Roverè della Luna e l’importanza che la struttura distributiva della Cooperazione commercializzi adeguatamente i prodotti trentini. L’assessore all’agricoltura ha sottolineato anche il contributo che può essere offerto dalla Fondazione Mach. “Uno dei pilastri della legislatura – ha ribadito - è la valorizzazione dei prodotti trentini”. La presidente Mattarei ha messo al centro del suo intervento l’importanza della comunicazione commerciale e della promozione attraverso un brand efficace. Ha posto anche l’accento sui valori che caratterizzano il mondo cooperativo, che devono accompagnare anche i percorsi di sviluppo che le cooperative possono intraprendere. L’assessore Spinelli ha ricordato la possibilità di lavorare assieme a Trentino Sviluppo per impostare operazioni di internazionalizzazione dei prodotti trentini. All’incontro hanno partecipato anche il direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti e il dirigente generale del Dipartimento competente in materia di commercio e promozione Sergio Bettotti che hanno spiegato la possibilità di intervento di Trentino Marketing in piani di comunicazione che abbiano ricadute sull’immagine complessiva del sistema trentino.
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27/08/2019, 12:30 |
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Nuova regolamentazione sulle specie esotiche invasive Obbligo di denuncia entro il 31 agosto per le tartarughe d’acqua Le tartarughine d’acqua o testuggini palustri americane (Trachemys scripta spp, specie e sottospecie) sono simpatici animaletti che abitano in molte delle nostre case. Se però vengono rilasciati nell'ambiente naturale sono in grado di causare gravi danni alla biodiversità: diventano voraci predatori di anfibi, pesci, insetti e uova, incidendo pesantemente sulla vita delle specie locali. Per salvaguardare la preziosa biodiversità dei nostri laghi e corsi d’acqua è assolutamente necessario che questi animali rimangano in ambito domestico e non vengano rilasciati in ambiente naturale. La normativa prevede che entro fine mese vada denunciato al Ministero dell’Ambiente il possesso delle tartarughe d’acqua, considerate specie esotiche invasive nel caso raggiungano l’ambiente naturale. La Provincia autonoma di Trento ha attivato un punto di raccolta per chi non intende continuare a tenerle. Se una tartaruga di questa specie è ospite in casa e c'è intenzione di tenerla, il decreto legislativo 230/2017 impone l’obbligo di denunciarne il possesso entro il 31 agosto 2019. Basta inviare un semplice modulo, anche via fax, in modo gratuito. La denuncia non comporta alcuna sanzione o tassazione futura. Inoltre è necessario adottare opportune misure per impedire la fuga e la riproduzione dell’animale (sul sito delle Aree protette della Provincia si trovano le linee guida). Se invece la scelta è quella di non allevarla più, è importante (oltre che vietato) evitarne il rilascio in ambiente naturale. È possibile consegnarla al Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette della Provincia autonoma di Trento, che provvederà a sua volta alla consegna a idonea struttura. La consegna può essere fatta ogni lunedì dalle 9 alle 14 a Trento in Via Guardini, 75 - 8° piano, previo accordo telefonico al numero 0461 497885. Per saperne di più e per scaricare il modulo per la denuncia: www.areeprotette.provincia.tn.it/SPECIE_INVASIVE
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29/08/2019, 18:24 |
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Cinquanta esperti da tutto il mondo a San Michele per confrontarsi sulle alternative a M9
Portinnesti del melo, incontro internazionale alla FEM
Nei giorni scorsi la Fondazione Edmund Mach ha ospitato un interessante incontro di aggiornamento sul tema portinnesti del melo, a cui hanno partecipato più di 50 esperti tra ricercatori anche provenienti da Olanda, Spagna e Francia, tecnici e vivaisti a livello locale e nazionale. L'incontro è proseguito con la visita agli impianti di melo presso l'Azienda di Maso delle Part dove dal 2008 le attività di sperimentazione proseguono interrotte per individuare testare valide alternative ai portinnesti attualmente in uso.
L’incontro “Geneva© Field Day” è stato organizzato, in collaborazione con FEM, dalla European Fruit Tree Rootstocks, un'associazione che annovera tra i partner anche il Consorzio Italiano Vivaisti, nata da vivaisti che collaborano con Cornell University e Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti d'America per la diffusione dei portinnesti di melo sviluppati dal progetto congiunto dei due enti americani, noti come portinnesti Geneva's. Il gruppo European Fruit Tree Rootstocks ha come obiettivo l'introduzione dei nuovi portinnesti in Europa e si avvale della sperimentazione e della collaborazione con centri di ricerca come FEM e Laimburg, svolge inoltre attività di certificazione e preparazione di piante madri, e la diffusione commerciale attraverso licenze di diritti di propagazione. EFTR promuove iniziative di divulgazione come quella che si è svolta in FEM, organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico. Dal 2011 la FEM sta testando dodici genotipi Geneva©. Le prove sperimentali hanno come obiettivo primario di verificare la resistenza a fattori biotici e abiotici. Inoltre i portinnesti, innestati su diverse varietà, sono allevati con vari sistemi d'impianto per valutare la performance produttiva e qualitativa in impianti intensivi. Le prove fanno parte di progetti e collaborazioni con istituti nazionali e internazionali. I risultati ottenuti fino ad oggi sono incoraggianti e dimostrano che esistono valide alternative a M9, tuttora quello dominante nella moderna frutticoltura intensiva, ma che sta dimostrando i suoi limiti soprattutto per alcune problematiche emergenti di natura patologica e naturale Attualmente sono testati cinquanta genotipi provenienti da diversi programmi di miglioramento genetico. Nell’attuazione dei progetti di ricerca è fondamentale la collaborazione con vivaisti, associazioni dei produttori, istituti di ricerca e università nazionali e internazionali.
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04/09/2019, 16:53 |
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