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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
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Lo ha deciso questa mattina la Giunta provinciale L’avvocato Roberto Bertuol è stato nominato commissario della Cantina sociale Mori Colli Zugna L’avvocato Roberto Bertuol è stato nominato commissario della Cantina sociale Mori Colli Zugna (Società cooperativa agricola), in sostituzione del Consiglio di amministrazione dimissionario. Lo ha deciso questa mattina la Giunta provinciale, con un provvedimento proposto dall’assessore alla cooperazione.
Con la stessa deliberazione è stato confermato il collegio sindacale perché possa aiutare il commissario nello svolgimento delle sue funzioni. La gestione attraverso il commissario durerà fino al 31 dicembre 2018 e potrà essere prorogata. Il commissario svolgerà gli atti di ordinaria e straordinaria gestione che erano in capo all’organo dimissionario, nell’interesse dell’ente cooperativo. Per gli atti di straordinaria gestione dovrà acquisire l’autorizzazione preventiva dell’Autorità di vigilanza provinciale, alla quale dovrà anche periodicamente relazionare sull’andamento delle attività e su eventuali problemi riscontrati. La richiesta di commissariamento era stata formulata dalla Federazione trentina della cooperazione.
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30/01/2018, 21:58 |
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Marco
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Approvati i criteri, presentazione delle domande dal 19 febbraio al 30 marzo Impianti frutticoli: contributi a chi introduce varietà resistenti La Giunta provinciale ha approvato stamane i criteri per la concessione di contributi per il rinnovo degli impianti frutticoli. La finalità principale del provvedimento è quella di incentivare il rinnovo delle varietà di melo coltivate in provincia di Trento. Si punta, in particolare, ad incentivare la presenza di varietà resistenti alla ticchiolatura del melo e quindi diminuire i trattamenti fitosanitari necessari in un'ottica di sostenibilità ambientale e di tutela del consumatore. Si tratta inoltre di varietà apprezzate dal mercato, che spuntano prezzi molto interessanti e che consentiranno alle aziende frutticole trentine di aumentare la propria redditività.
Possono beneficiare del contributo le Cooperative agricole e loro consorzi, le associazioni agrarie e le associazioni di produttori che fanno da tramite per i propri soci, che sono di fatto le aziende agricole che effettueranno gli estirpi e i reimpianti.
La data di apertura per la presentazione delle domande è lunedì 19 febbraio e il bando si chiuderà venerdì 30 marzo. Il limite minimo di spesa per ciascun socio è di 2.500 euro iva esclusa, mentre il limite di spesa massimo ammissibile per ciascun socio è di 40.000 euro; in ogni caso la spesa massima per ettaro di superficie da rinnovare non può superare i 30.000 euro.
L'intensità dell'aiuto è il 40% della spesa ammissibile e viene concesso in conto capitale in un'unica soluzione. La Giunta per l'anno 2018 ha assegnato a questa tipologia di intervento 3.000.000 di euro.
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17/02/2018, 10:21 |
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Marco
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Identificate le sostanze volatili naturali che difendono la vite contro la peronospora Scoperto il ruolo dei composti volatili nella difesa della vite Dopo il recente sequenziamento del genoma della peronospora un'altra importante ricerca condotta dalla FEM approfondisce le conoscenze mirate alla difesa da questo patogeno. I ricercatori della Fondazione Edmund Mach in collaborazione con il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente e l’Università di Risorse Naturali e Scienze della Vita di Vienna hanno scoperto che i composti volatili, ovvero le sostanze che dalla pianta si diffondono nell'aria, giocano un ruolo importante nella difesa dalla peronospora. La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Scientific Reports (gruppo Nature), aggiunge importanti conoscenze sui meccanismi di autodifesa della vite e potrà avere importanti ricadute nella lotta contro questo patogeno, riducendo così l’utilizzo di fungicidi. I ricercatori hanno condotto la ricerca nelle serre della Fondazione Mach sulle viti resistenti e hanno potuto osservare che le piante resistenti ad una delle più importanti malattie della vite, producono, in risposta all'infezione, dei composti volatili che si diffondono nell’ambiente ed inibiscono il patogeno e quindi bloccano l’infezione stessa. Il ruolo dei metaboliti secondari nei meccanismi di autodifesa della vite sono noti da tempo, ma per la prima volta è stato dimostrato il coinvolgimento delle sostanze volatili. In pratica le piante con questo meccanismo potrebbero essere in grado di agire in modo ‘sociale’ proteggendo i loro simili da ulteriori attacchi e prima che il patogeno entri in contatto con i loro tessuti. Scientific Reports (2018) 8:1618 DOI:10.1038/s41598-018-19776-2 Downy mildew symptoms on grapevines can be reduced by volatile organic compounds of resistant genotypes Valentina Lazazzara, Christoph Bueschl, Alexandra Parich, Ilaria Pertot, Rainer Schuhmacher, Michele Perazzolli https://www.nature.com/articles/s41598-018-19776-2
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26/02/2018, 17:36 |
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Marco
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Inserito dalla Giunta provinciale tra gli ortaggi con indicazione di origine Il marchio "Qualità Trentino" anche agli asparagi Nella famiglia dei prodotti agroalimentari a marchio "Qualità Trentino" entra anche l'asparago bianco trentino, sia come prodotto fresco che trasformato. Lo ha deciso stamane la Giunta provinciale, che ha approvato il relativo disciplinare.
Queste le caratteristiche indicate dal disciplinare che devono presentare gli asparagi all'atto dell'immissione al consumo fresco:
- essere interi e lavati accuratamente;
- tagliati alle seguenti lunghezze. 22 o 18 centimetri con taglio netto e il più possibile perpendicolare all'asse del turione;
- separati per ogni lunghezza nei seguenti diametri (i diametri vanno misurati a metà lunghezza dell'asparago dal lato più stretto del turione): oltre 22 mm senza difetti (magnum categoria), 16/22 mm senza difetti (extra categoria), 12/16 mm senza difetti (prima categoria), 12+ mm e difettosi lievi (seconda categoria): punta e turione colorati (è ammessa solo una lieve colorazione rosa), punta con inizio di fioritura, turione storto o malformato, turione con presenza di lieve ruggine, turioni raschiati, taglio a fetta di salame;
- il prodotto con diametro inferiore a 12 mm e con difetti evidenti viene catalogato come "prodotto da industria" e si ritiene idoneo ad essere utilizzato, al fine di beneficiare del marchio di qualità con indicazione di origine, solamente se destinato ai prodotti trasformati di asparago bianco descritti nel disciplinare. Tali difetti possono essere: apici scottati da alte temperature, apici gelati, turioni cavi, lunghezza inferiore ai 18 centimetri, presenza di altri difetti.
Metodo di ottenimento.
Le tecniche coltivazione devono rispettare le norme vigenti relative alla produzione integrata o biologica o biodinamica.
Prodotti trasformati
Nel disciplinare sono compresi e descritti gli asparagi in agrodolce interi, gli asparagi in tozzetti, la crema di asparago classica, la crema di asparago dolce e l'asparago pelato fresco pronto all'uso.
Disposizioni particolari
Per gli asparagi bianchi devono essere rispettate le seguenti condizioni:
- non devono essere trascorsi più di due giorni dalla raccolta per il prodotto non frigoconservato e non più di cinque giorni per quello frigoconservato, in entrambi i casi il prodotto deve subire un abbattimento termico il giorno stesso della raccolta tramite l'immersione del prodotto già lavorato in sola acqua precondizionata (temperatura uguale a quella di frigoconservazione) per almeno due ore;
- il prodotto può essere venduto a mazzetti circolari di peso variabile, generalmente tra 0,5 e 1,2 kg oppure sfuso in cassettine, confezionati tramite l'utilizzo di una cuffia basale a protezione del gambo e della parte tagliata in modo che non possano entrare in contratto con corpi estranei; devono comunque essere ben visibili al consumatore le punte e almeno il 40% dei turioni nel loro complesso.
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12/03/2018, 22:42 |
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Marco
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Duecento agricoltori oggi a San Michele all'Adige presso l'aula magna della Fondazione Mach Piccoli frutti e ciliegio, le attività FEM contro le principali fitopatie. Per la Drosophila suzukii buoni risultati arrivano dai metodi naturali Focus, oggi, a San Michele all'Adige, sulle attività di sperimentazione e ricerca messe a punto dalla Fondazione Edmund Mach per fronteggiare le principali problematiche del comparto piccoli frutti e ciliegio, in primis il problema Drosophila Suzukii. La quinta giornata tecnica, promossa dal Centro Trasferimento Tecnologico e alla quale sono intervenute circa 200 persone, tra produttori e operatori del settore, ha fatto il punto sui risultati dell'attività sperimentale su alcune varietà di fragola, illustrando anche le attività di ricerca applicata al breeding di lampone e mirtillo, le attività di sperimentazione per il contenimento dell'oidio della fragola che sempre più puntano su prodotti di origine naturale; infine, il tema Drosophila suzukii e le relative prove di controllo con metodi biologici, prove che sembrano dare buoni risultati. In particolare, i rilasci negli appezzamenti sperimentali di parassitoidi locali stanno fornendo un importante contributo per la gestione del moscerino dei piccoli frutti, accanto al metodo delle reti anti-insetto ormai ampiamente consolidato. Trasversale a tutte le prove e ricerche il forte impegno FEM verso una agricoltura sostenibile e a metodi alternativi alla chimica. Gran parte di queste attività vengono svolte presso la sede di Vigalzano, dove ricercatori, tecnologi e tecnici sono quotidianamente impegnati, in rete con altri istituti nazionali ed europei
Risultati dell'attività sperimentale su alcune varietà unifere di fragola. Gianpiero Ganarin ha spiegato che la storica varietà Elsanta, per anni ampiamente coltivata in Trentino, negli ultimi anni ha manifestato problemi di produttività legati alla pezzatura, alla qualità e in particolare alla consistenza dei frutti nei periodi estivi più caldi. Per questo motivo molte aziende si sono orientate verso la coltivazione di fragole rifiorenti che garantiscono una produzione più costante nella stagione ma con maggiori difficoltà nella gestione. Viste le problematiche emerse dalla coltivazione delle fragole rifiorenti, si è ritenuto utile valutare l'utilizzo di varietà unifere che potessero sostituire la tradizionale Elsanta. Sono state quindi valutate nel corso del 2017 le performance di nuove varietà unifere con diverse tipologie di piante. Sono state valutate anche le performance di tipologie diverse di piante. Con l’attività di ricerca svolta è stato possibile individuare le epoche di raccolta delle varietà, le caratteristiche produttive e qualitative delle diverse varietà e l’influenza del tipo di pianta. Ricerca applicata al breeding di lampone e mirtillo: risultati utilizzabili per una produzione di qualità. Lara Giongo ha spiegato che i programmi di miglioramento genetico di mirtillo e lampone, i più recenti tra quelli di FEM, prevedono l’applicazione della ricerca in maniera multidisciplinare ed integrata. Così come la maggior parte degli obiettivi del breeding mirano ad un miglioramento delle colture, anche i settori applicativi di sviluppo della ricerca, dalla genomica, alle nuove metodologie e nuove conoscenze di caratterizzazione della pianta sottendono ad un miglioramento integrato della filiera di produzione. Le conoscenze sempre più approfondite dei singoli tratti coinvolti in un generale concetto di qualità, le loro interazioni nei diversi materiali prodotti dal breeding, ma anche nelle cultivar commerciali di riferimento, possono produrre positivi effetti in varie fasi di produzione e settori applicativi. Importanti differenze del profilo qualitativo a raccolta ed in post-raccolta possono impattare notevolmente la scelta varietale, la segmentazione del prodotto e la logistica da parte dei diversi operatori di settore. Inoltre, l’introduzione di nuovi tratti in mirtillo e lampone possono rappresentare uno stimolo ad ulteriori sviluppi in un’ottica di cambiamenti climatici e produrre effetti importanti sugli interventi agronomici necessari alla coltivazione, sul piano della scelta gestionale ed influire sulla qualità di lampone e mirtilli, sempre più richiesti dal mercato. Aggiornamento attività di sperimentazione per il contenimento dell’oidio su fragola. Daniele Prodorutti ha spiegato che l’oidio è la principale patologia fungina della fragola sotto tunnel e può infettare tutte le parti aeree della pianta. Le varietà di fragola rifiorenti, visto il lungo ciclo produttivo e la loro suscettibilità, presentano i maggiori problemi di contenimento di questa patologia. Le sempre maggiori restrizioni di utilizzo delle sostanze attive di sintesi rendono necessario lo sviluppo di nuove tecnologie e la valutazione dell’efficacia di prodotti di origine naturale, microbiologica o a basso impatto. I ricercatori hanno presentato alcune esperienze sperimentali di contenimento dell’oidio, valutando l’efficacia di prodotti di origine naturale e di un concime a base di microelementi con una possibile azione nei confronti di organismi patogeni. Le prove sperimentali con un prodotto a base di olio essenziale di arancio su cultivar di fragola unifera hanno dimostrato una buona efficacia sia in serra che in condizioni di campo. Per il contenimento dell’oidio su fragola rifiorente sarà necessario svolgere ulteriori prove utilizzando diverse tecniche agronomiche e di difesa integrata. Comportamento di Drosophila suzukii in Trentino nel 2017 e prove di controllo con metodi alternativi su ciliegio. Angela Gottardello ha spiegato l'andamento climatico altalenante del 2017 caratterizzato da una serie di eventi atmosferici eclatanti( rigide temperature e bassa umidità nel mese di gennaio, temperature superiori alla media stagionale a fine inverno, gelate a fine aprile, elevate temperature a luglio, grandinate e trombe d’aria estive) unitamente alle pratiche di controllo messe in atto dai produttori negli impianti di piccoli frutti eiciliegio hanno determinato in modo diretto e indiretto nel 2017 una sensibile flessione del grado di infestazione di Drosophila Suzukii. I ricercatori hanno presentato due attività sperimentali che avevano l’obiettivo di verificare l’efficacia di tecniche alternative quali l’attract and kill ed il controllo biologico. I risultati di una prova condotta in un vasto areale (25 ettari circa) coltivato a ciliegio nel conoide di Susà, dove è stata valutata l’efficacia su ciliegio di un formulato per la tecnica dell’attract and kill, hanno evidenziato una scarsa efficacia nel controllo dell'infestazione su ciliegie. Controllo biologico di Drosophila suzukii in ciliegeti della valle dell’Adige tramite rilasci inondativi di Trichopria drosophilae. Gianfranco Anfora ha spiegato che tra marzo e aprile 2017 in 4 appezzamenti a sud di Trento, ciascuno di 25-30 ettari, è stata realizzata una prova di controllo biologico. L'obbiettivo della prova è stato quello di effettuare dei rilasci precoci di parassitoide Trichopria drosophilae (Hymenoptera Diapriidae), al fine di colpire la prima generazione di D. suzukii dell'anno, prima dell'entrata in produzione del ciliegio. Dei quattro appezzamenti selezionati, due sono stati utilizzati come trattati, effettuando i rilasci del parassitoide, e due come testimoni. Negli appezzamenti trattati sono stati rilasciati nel corso di sette settimane un totale di 200.000 parassitoidi, corrispondenti a 0,3 parassitoidi/m2. Durante l'intera durata della sperimentazione la presenza di D. suzukii è stata monitorata con trappole Drosotrap® (Biobest, Belgio) innescate con un attrattivo alimentare a base di aceto di mele (Droskidrink®), mentre la presenza dei parassitoidi è stata monitorata utilizzando le trappole sentinella descritte nella fase 2. Durante l'intero periodo di produzione, le ciliegie sono state campionate settimanalmente dagli appezzamenti trattati e di controllo. I campioni di frutta sono stati prelevati sia dalla pianta, per valutare l'entità dell'infestazione, che dal terreno per verificare il grado di parassitizzazione. I risultati hanno evidenziato una significativa riduzione dell'infestazione negli appezzamenti trattati rispetto a quelli di controllo. L'esito positivo della sperimentazione suggerisce quindi un utilizzo di T. drosophilae a livello comprensoriale, coinvolgendo le cooperative dei produttori che a loro volta dovrebbero diffondere le linee guida per il corretto impiego del parassitoide. Impiego di Trichopria drosophilae per il contenimento delle popolazioni di Drosophila suzukii in Veneto. Lorenzo Tonina dell' Università degli Studi di Padova ha spiegato che la necessità di contenere le popolazioni di Drosophila suzukii (Matsumura) ha suscitato negli ultimi tempi l’interesse nel campo della lotta biologica, valutati gli ingenti danni economici alle piante da frutto, il suo difficile contenimento con la lotta chimica e l’importanza dell’applicazione dei principi di lotta integrata. Sono stati testati numerosi nemici naturali in grado di controllare il carpofago, tra questi Trichopria drosophilae (Perkins) (Hym. Diapriidae) è risultato il più promettente. Il progetto “Impiego di Trichopria drosophilae per il contenimento delle popolazioni di Drosophila suzukii in Veneto” finanziato dalla Regione Veneto ha puntato ad aumentare le popolazioni naturali della specie nativa T. drosophilae attraverso la liberazione mirata e capillare nel tempo del parassitoide, nelle aree non soggette a lotta chimica in prossimità di zone coltivate a ciliegio e vite con lo scopo di contenere le popolazioni di D. suzukii. Indagine sulla suscettibilità di popolazioni di Drosophila suzukii ai principali insetticidi utilizzati nella difesa. Stefano Civolani dell'Università di Ferrara ha spiegato che a distanza di dieci anni dalle prime segnalazioni di infestazione nei ceraseti, le strategie di controllo chimico di D. suzukii sono state migliorate in modo significativo con test in campo e di laboratorio ininterrotti. I prodotti testati e utilizzati negli anni appartengono per lo più alle famiglie di piretroidi, esteri fosforici oltre agli insetticidi di più recente introduzione appartenenti alle famiglie dei spinosoidi e diamidi. Hanno spiegato che le esperienze degli ultimi anni ci dicono che in condizioni di alta densità di popolazione, l'unica possibilità di limitare gli attacchi di D. suzukii è integrare con altri approcci non chimici, ricordando infatti come siano cruciali le pratiche agronomiche "sanitarie" e l’utilizzo delle reti. ♦ Fotoservizio e filmato Ufficio Stampa FEM Intervista Claudio Ioriatti, dirigente Centro Trasferimento Tecnologico FEM e Tommaso Pantezzi, responsabile Ufficio frutticoltura Centro Trasferimento Tecnologico FEM
♦A richiesta per le riviste tecniche-scientifiche sono a disposizione le sintesi dei relatori
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14/03/2018, 8:13 |
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Marco
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Rimodulate dalla Giunta provinciale le risorse dell'Operazione 4.1.1 e della Misura 11 del PSR
Investimenti nelle aziende agricole e biologico: aumentano le domande di contributo accolte
Aumenta il numero di domande di contributo per investimenti nelle aziende agricole che potranno essere accolte quest'anno. Con una delibera firmata dall'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, la Giunta provinciale ha infatti approvato stamane la rimodulazione delle risorse a disposizione dell'operazione 4.1.1 del PSR relative ad iniziative a favore degli investimenti effettuati dalle aziende agricole, portando la dotazione finanziaria del bando chiuso al 30 novembre 2017 da 5 a 13 milioni di euro, comprese le economie sviluppate a seguito di rinunce e minori approvazioni sugli anni precedenti. Più risorse a disposizione anche per l'agricoltura biologica: la Provincia di Trento ha infatti ottenuto da Bruxelles l'autorizzazione ad investire risorse proprie aggiuntive per 3 milioni di euro.
Per l'Operazione 4.1.1 sono state presentate in totale di 466 domande, di cui 174 da aziende agricole condotte da un giovane agricoltore, per una spesa pubblica di 21.867.558,18 Euro. "Le risorse inizialmente a disposizione - spiega l'assessore Dallapiccola - ammontavano a 5 milioni di euro ed avrebbero coperto solo 70 domande circa. Abbiamo ritenuto necessario dare risposta al settore riuscendo così ad aumentare il numero di agricoltori che beneficeranno del contributo."
La seconda delibera in materia di agricoltura approvata oggi dalla Giunta provinciale prevede invece la rimodulazione dei fondi disponibili per la concessione e il successivo pagamento dei premi delle campagne 2016-2017 relativi alla Misura 11 “Agricoltura Biologica”del PSR . Sono state presentate 744 domande sull'annualità 2016 per un contributo totale previsto di 2.100.000 Euro e 907 sull'annualità 2017 per 2.500.000 Euro. L'assessore Dallapiccola: "Si è ritenuto strategico intervenire in modo significativo sul finanziamento dei premi per l'agricoltura biologica tenuto conto della valenza ambientale del settore. Rispetto alle risorse già stanziate, che sarebbero state insufficienti a coprire l'importo di ogni domanda e si sarebbe dovuto in quel caso ridurre gli importi dei premi in modo lineare, sono state utilizzate delle somme che erano previste per le annualità successive. Nel frattempo però, grazie alla modifica finanziaria del PSR approvata in questi giorni dalla Commissione Europea, la Giunta ha potuto assegnare proprie risorse finanziarie pari ad 1.000.000 di Euro per le domande relative alle campagne 2018 - 2019 e 2020. Di fatto quindi alle risorse cofinanziate dall'Ue, dallo Stato e dalla Provincia si sono aggiunte, per un totale di 3.000.000 nel triennio, risorse di soli fondi provinciali."
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16/03/2018, 17:09 |
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Marco
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Oggi e domani al quartiere fieristico di Trento anche lo stand di Provincia e Fondazione Mach Mostra dell'agricoltura: alla scoperta dell'agroecologia Il recupero e l’intensificazione di un approccio agroecologico alle produzioni agricole e zootecniche, intimamente presente nella tradizione culturale alpina, rappresenta una strada percorribile per la salvaguardia del territorio montano, della sua economia e delle relazioni sociali esistenti. La ricerca di soluzioni sostenibili individua nelle agro-biodiversità territoriali una risorsa fondamentale per la realizzazione di prodotti territoriali identitari e di qualità che possano alimentare una economia diffusa a tutti gli attori del territorio coinvolgendo in particolare il settore della ristorazione e dell’ospitalità turistica ma anche quello artigianale legato all’attività di trasformazione dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento. E' a questo tema strategico che è dedicata quest'anno la Mostra dell'Agricoltura, la cui 72° edizione si è inaugura stamane al quartiere fieristico di Trento. Tra gli stand della Mostra anche quello, comune, di Provincia autonoma di Trento e Fondazione Mach presso il quale i visitatori potranno acquisire informazioni, degustare i prodotti del territorio, partecipare ai momenti di approfondimento, reperire pubblicazioni e materiale divulgativo. Attraverso l’esposizione di poster e gli interventi di esperti verranno illustrate le pratiche agroecologiche che da diversi anni vengono promosse e sostenute dall’Amministrazione provinciale ed attuate dagli agricoltori ed allevatori trentini.
La ricerca di soluzioni sostenibili individua nelle agro-biodiversità territoriali una risorsa fondamentale per la realizzazione di prodotti territoriali identitari e di qualità che possano alimentare una economia diffusa a tutti gli attori del territorio, coinvolgendo in particolare il settore della ristorazione e dell’ospitalità turistica ma anche quello artigianale legato all’attività di trasformazione dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento.
L’agroecologia può essere definita come l’applicazione dei principi e dei concetti dell’ecologia all’agricoltura e più in generale alla gestione sostenibile degli agrosistemi. È nel contempo una disciplina scientifica, un movimento, un insieme di pratiche agricole per l’individuazione degli elementi di produttività, stabilità, sostenibilità ed equità dei sistemi agricoli. L’agroecologia utilizza un approccio multidisciplinare (agronomia, ecologia, biologia, scienze sociali, economia, ecc..), intersettoriale (agricoltura, turismo, artigianato..) e multiscala (dal campo, all’azienda, al paesaggio, al territorio) per costruire nuove relazioni ed equilibri tra risorse naturali disponibili, agricoltura ed esigenze della società. La diffusione di saperi e competenze in merito alle pratiche agroecologiche è pertanto un elemento strategico per l’agricoltura di montagna.
L’obiettivo di tali pratiche è favorire la vitalità del suolo e la presenza di sostanza organica, mantenere un adeguato equilibrio vegeto-produttivo per migliorare il livello qualitativo, ridurre l’impegno nella gestione delle malattie e di conseguenza l’utilizzo di prodotti, favorire la naturale resistenza delle colture alle avversità, incrementare il livello di biodiversità entro i sistemi agricoli. Fra le varie pratiche utilizzate si ricordano in particolare: la lotta biologica ed il disorientamento sessuale degli insetti, la rotazione delle colture, lo sviluppo di consociazioni, l’utilizzo di colture di copertura e pacciamatura, la riduzione dell’uso di pesticidi ed erbicidi, la diffusione del diserbo meccanico, l’uso di materiali biodegradabili, l’irrigazione a risparmio idrico, interventi per il mantenimento delle strutture del paesaggio tradizionale (muretti a secco) e per la connettività ecologica, la conservazione di ambienti marginali residui (boschetti, fasce incolte, piccole zone umide, ecc…) la realizzazione di siepi e filari di alberi di specie autoctone, interventi per lo sviluppo dell’avifauna nelle aree agricole.
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17/03/2018, 22:02 |
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Marco
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Oggi è la “Giornata Mondiale della Meteorologia” “Meteorologicamente pronti e climaticamente intelligenti” è il titolo della giornata Mondiale della Meteorologia, che si celebra oggi, venerdì 23 marzo. Quest’anno è dedicata al tema dei rischi naturali ed a come i servizi meteorologici nazionali e locali si stanno preparando per affrontare il crescente pericolo di eventi meteo estremi provocati dai cambiamenti climatici e che rendendo le popolazioni sempre più esposte e vulnerabili.
Nella provincia di Trento “Meteotrentino” fornisce un prezioso supporto nella gestione del rischio attraverso il monitoraggio del territorio e le previsioni meteorologiche giornaliere che attivano i sistemi di allerta qualora necessario e che si affiancano alle numerose misure di prevenzione e protezione.
Il Trentino risponde al rischio di eventi estremi con misure di protezione dalle piene fluviali, opere di rinforzo delle arginature, azioni di controllo e di pulizia dei bacini, le barriere paravalanghe, la messa in sicurezza dei versanti. Fondamentali sono anche i sistemi di monitoraggio e di preannuncio idro-geologico, grazie alla presenza di una diffusa e capillare rete di monitoraggio in tempo reale di dati meteorologici, nivologici, idrologici e geologici e con il supporto di sistemi da remoto come il radar meteorologico posizionato sul Monte Macaion e i dati satellitari. Alla componente di monitoraggio si aggiunge il sistema della previsione meteorologica, idrologica e idrogeologica che insieme al Sistema di Allerta Provinciale, ai piani di protezione civile e di gestione dell’emergenza, sono parte dell’articolato sistema di Protezione Civile al quale contribuiscono Meteotrentino e numerose altre strutture.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici impongono in futuro nuove sfide. Il tema è anche al centro dell’attenzione di tutte le regioni alpine e in particolare nell’ambito della Macroregione Alpina - EUSALP che considera prioritaria la gestione dei rischi di natura idrogeologica e di adattamento ai cambiamenti climatici.
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23/03/2018, 8:03 |
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Marco
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Pubblicato sulla rivista scientifica di entomologia lo studio su viticoltura e specie invasive Difesa sostenibile della vite: FEM sulla prestigiosa collana Annual Review of Entomology Un'altra pubblicazione scientifica riconosce l’autorevolezza scientifica della Fondazione Edmund mach nell’ambito delle specie invasive e della viticoltura sostenibile. Si tratta del recente lavoro scritto da Claudio Ioriatti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, e altri tre ricercatori statunitensi, sull'Annual Review of Entomology, una tra le più importanti riviste scientifica di entomologia. L'articolo prende atto dell'espansione della viticoltura a livello mondiale ed evidenzia i rischi di introduzione di specie aliene a seguito dalla globalizzazione dei mercati e dai cambiamenti climatici, ma anche i potenziali vantaggi apportati dalla condivisione della conoscenza. Un elenco di sfide e opportunità per la sostenibilità della viticoltura in un mercato globalizzato.
“In questo caso -precisa Claudio Ioriatti- non si tratta di una pubblicazione che annuncia una scoperta scientifica o il risultato di una ricerca, ma del riconoscimento dell’autorevolezza scientifica di FEM sui temi relativi alle specie invasive e alla viticoltura sostenibile e della encomiabile propensione del sistema produttivo locale ad implementare nuovi strumenti nel controllo di vecchi e nuovi fitofagi. L’incremento degli scambi commerciali e i cambiamenti climatici pongono la viticoltura di fronte a nuove sfide rappresentate dalla necessità di controllare nuove specie nocive che stanno ampliando il loro habitat originale”. L’articolo prende in considerazione le diverse modalità di diffusione e cita come esempio i casi più recenti di invasioni di nuovi areali, esaminando i rischi per la viticoltura associati alla presenza di queste nuove specie, sia per quanto riguarda la produzione quali-quantitativa che per quanto riguarda le ripercussioni in termini di accesso al mercato globale delle produzioni finite. Vista l’accresciuta consapevolezza circa il potenziale impatto di determinate modalità di coltivazione, la viticoltura mondiale ha intrapreso un percorso che promette di abbinare la qualità delle produzioni alla sostenibilità dei processi produttivi. Descritto che cosa si intende per sostenibilità, si riportano esempi di come questo concetto sia stato interpretato in diversi contesti produttivi. L’intensificazione degli scambi non è avvenuta per fortuna solo a livello commerciale; anche la scienza e la tecnica hanno potuto beneficiare dell’aumentata interazione a livello globale tanto che proprio da questa accresciuta reciproca contaminazione scientifica ed esperienziale si ritiene possono scaturire le soluzioni ottimali per la gestione delle nuove emergenze fitosanitarie. L’articolo è correlato da oltre 150 rifermenti bibliografici ai quali accedere per approfondimenti sui temi trattati e da tre supplementi di approfondimento circa l’espansione della viticoltura a livello globale, le specie invasive di interesse viticolo e l’eradicazione riuscita di una specie invasiva.
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23/03/2018, 22:16 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68639 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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17 studenti iniziano il corso di alta formazione professionale nel settore del verde
Tecnico superiore del verde, al via la sesta edizione
E' partita la sesta edizione del corso di alta formazione professionale “Tecnico superiore del verde”. L’iniziativa formativa, promossa dalla Provincia Autonoma di Trento e organizzata dalla Fondazione Edmund Mach da oltre dieci anni, ha aperto i battenti in questi giorni con un incontro di approfondimento e discussione per gli studenti. Il tecnico superiore del verde è una figura specialistica in grado di intervenire nella gestione ordinaria e straordinaria di aree verdi. Il corso dura due anni, con lezioni frontali, ma soprattutto molte ore di esercitazioni e visite tecniche.
Il progetto formativo prevede una durata di due anni per 3.000 ore complessive, durante le quali sono previste attività di gruppo, esperienze di praticantato e autoformazione individuale per ottenere le competenze della figura professionale. All'evento di apertura hanno partecipato i nuovi iscritti e alcuni studenti che stanno concludendo il percorso biennale, accanto ad esperti di settore, collaboratori e docenti, oltre a rappresentanti di enti, aziende e cooperative che ospitano gli studenti nei periodi di praticantato. La paesaggista Francesca Neonato ha evidenziato l'importanza e la complessità del verde, in particolare per le funzioni nuove e sempre più complesse che quest'ultimo o può svolgere: si tratta dei servizi ecosistemici, spesso non monetizzabili, ma di grande importanza, come il ruolo del verde per il benessere e la salute dei cittadini o per la mitigazione del clima dei centri urbani e di regolazione delle acque. La direttrice della rivista Acer, Graziella Zaini ha evidenziato il ruolo dell'editoria specializzata nella formazione e nell'aggiornamento, ruolo che peraltro svolge la biblioteca della Fondazione Mach, ricca anche per la parte relativa al verde ornamentale.
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11/04/2018, 18:12 |
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