Il 23 febbraio 2016 la norma di attuazione che attribuì la gestione della parte trentina dell'area protetta alla Provincia. Gilmozzi: "Entro marzo il Piano del Parco"
Buon compleanno Parco dello Stelvio!
Il "nuovo" Parco Nazionale dello Stelvio compie un anno. Il 23 febbraio 2016, infatti, a seguito dell’Intesa tra lo Stato, le Province autonome e la Regione Lombardia, è entrato in vigore il decreto n.14/2016 di modifica delle norme di attuazione che ha attribuito alla Provincia le funzioni amministrative per il Parco Nazionale dello Stelvio relativamente alla parte di parco ricadente nel territorio trentino. Si è trattato del momento finale di un complesso iter che ha visto il governo del Parco passare attraverso un ventennio di gestione da parte di un Consorzio formato dallo Stato, dalle due Provincie Autonome e dalla regione Lombardia, con momenti alterni di condivisione e di difficoltà, per arrivare ora alla gestione in capo a ciascun ente territoriale. Ad un anno dall'avvio della gestione provinciale della parte trentina, l'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi fa un bilancio di quanto fatto e anticipa le mosse future: "Entro metà marzo la Giunta provinciale approverà il progetto di Piano del Parco e il relativo processo partecipativo".
La norma di attuazione garantisce l’unitarietà di obiettivi di conservazione e sviluppo sostenibile, in armonia con le finalità e i principi della Legge quadro nazionale in materia di aree protette, nonché con la disciplina dell'Unione europea relativa alla rete ecologica Natura 2000 afferente la conservazione della diversità biologica e con la Convenzione per la protezione delle Alpi.
A questo fine è stato previsto il Comitato di coordinamento ed indirizzo a livello nazionale (composto da rappresentanti del Ministero, della Regione Lombarda e delle province autonome, dei comuni e delle associazioni ambientaliste) con il compito di definire le Linee guida per il piano del parco. Il comitato, costituitosi nel giugno scorso, ha approvato le linee guida in gennaio, con il contributo fattivo della Provincia Autonoma di Trento.
Nel corso del 2016 è stata modificata anche la legge provinciale 11/07 per armonizzarla con le previsioni del decreto. La principale conseguenza è stata la costituzione, in ottobre, del Comitato provinciale di coordinamento e d'indirizzo che comprende rappresentanti delle comunità locali, dei proprietari della comunità locale e delle associazioni ambientaliste, con la funzione di garantire una gestione del parco partecipata e condivisa con il territorio. Per questo già nei mesi scorsi sono stati attivati numerosi tavoli di confronto e di partecipazione, che hanno portato all'approvazione, dopo anni di impasse, delle misure di conservazione dei siti di Natura 2000 del Parco, e del Programma degli interventi triennale, primo documento programmatico del Parco dopo molti anni di gestione ordinaria “a vista”.
"Abbiamo gestito il delicato passaggio di competenze - spiega l'assessore Gilmozzi - assicurando prima di tutto la continuità, in primis la garanzia occupazionale di oltre 40 lavoratori, l'organizzazione dei lavori di manutenzione sul territorio e lo svolgimento delle funzioni di educazione ambientale, di monitoraggio e ricerca scientifica, e di qualificazione di un'offerta di turismo sostenibile, e si è costituito un Ufficio per il Parco con sede a Cogolo. Ma oltre a ciò, sono stati messi in pista numerosi progetti per dare nuovo slancio al Parco Nazionale, con l'obiettivo di farlo diventare una grande opportunità di sviluppo sostenibile per la comunità locale e provinciale. Il progetto più importante riguarda la redazione del Piano di Parco, secondo le linee guida approvate dal Comitato di Coordinamento e di Indirizzo del Parco Nazionale, il cui progetto e relativo processo partecipativo saranno approvati dalla Giunta provinciale a metà marzo. In questo primo anno non solo non si è verificato quanto paventato attorno alla presunta “scomparsa” del Parco Nazionale dello Stelvio, ma si assiste piuttosto a un fermento di iniziative e ad una del tutto nuova fiduciosa attesa da parte della comunità locale che il parco possa svolgere un ruolo di traino dello sviluppo locale. Anche per questo è importante il lavoro attorno al Piano del Parco che sta per iniziare, come momento di progettazione di una nuova identità collettiva, e come una sorta di carta dei valori e di patto con il territorio."
I PROGETTI IN CORSO
- avvio progettazione messa a norma foresteria di Rabbi (l'Ostello del Parco);
- allestimento del centro visite di Cogolo (in corso: prevista inaugurazione a fine anno)
- progetto di allestimento del percorso Centro faunistico-Malga Talè
- indagine sui turisti e la percezione del parco (il report sarà pronto a inizio marzo) ;
- lancio di una app per promuovere i numerosi sentieri tematici del Parco
- progetto e-bike: carica batterie in quota
- conta persone da posizionare lungo i sentieri.
- interramento della linea elettrica sopra l’area faunistica di Pejo;
- regolamento per la rifusione danni da fauna
- regolamento per assunzioni degli operai
- nuova proposta per l'educazione ambientale, coordinata con il Parco Naturale Adamello Brenta e la Rete di riserve Alto Noce
- nuova proposta per le attività turistiche estive: VIVIPARCO 2017
- rivisitazione grafica coordinata e mascotte del parco: (ST)ELVIO detto ELVIO
- impostazione dei piani di pascolamento per le malghe della Val di Peio nel Parco
- progetto di mobilità sostenibile integrata Val La mare e Val del Monte (per l'estate 2017)
- corso sui muri a secco (maggio 2017)
- convenzione con SAT per manutenzione della rete sentieristica del Parco.
Approvati dalla Giunta i criteri per la sua costituzione e le modalità del censimento. Dallapiccola. "Un'opportunità per i giovani, anche se non sono figli di agricoltori"
I terreni agricoli incolti? Tutti nella Banca della Terra
Via libera dalla Giunta provinciale ai criteri e modalità di costituzione della Banca della Terra, l'inventario dei terreni pubblici e privati incolti che i proprietari mettono temporaneamente a disposizione di quanti ne facciano richiesta per rimetterle in produzione. "La finalità di questo strumento, previsto dalla legge 15/2015 sul governo del territorio - spiega l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola - è quella di contemperare fenomeni di abbandono e mancata coltivazione, maggiormente evidenti nelle aree marginali del territorio e concorrenti alla riduzione delle potenzialità produttive rurali e al degrado paesaggistico, con l'esigenza di facilitare il reperimento sul mercato fondiario di superfici per l'avviamento di nuove imprese agricole, con un conseguente ricambio generazionale, o il consolidamento delle imprese agricole già esistenti. Può essere un'opportunità anche per molti giovani che, anche se non sono figli di agricoltori, intendono dedicarsi all'agricoltura o all'allevamento".
La Banca della Terra, che è gestita tramite i servizi provinciali competenti in materia di agricoltura, può essere dunque uno strumento prezioso di presidio e salvaguardia dei territori destinato ad attirare l’attenzione verso aree che spesso sono trascurate; nel contempo potrà dare la possibilità ai giovani, che hanno intenzione di dedicarsi all’agricoltura, di reperire terreni disponibili, anche se questi non provengono da famiglie di agricoltori o non hanno terreni in proprietà.
La prima cosa da sapere è che per terreno agricolo abbandonato o incolto si intende un terreno, suscettibile di coltivazione (tra questi rientrano anche le aree di neocolonizzazione da parte del bosco sui quali è documentabile un'attività di sfalcio, pascolo o coltivazione negli ultimi dieci anni) che non siano stati destinati a uso produttivo da almeno tre annate agrarie.
Le Comunità, nell’ambito degli studi propedeutici alla formazione del proprio Piano territoriale (PTC), possono effettuare un censimento dei terreni abbandonati o incolti, nonché delle aree forestali da riportare all’uso agricolo presenti nel proprio territorio, anche mediante collaborazione con i Comuni territorialmente interessati, ai fini del possibile inserimento nella Banca della Terra. Anche altri soggetti, quali i consorzi di miglioramento fondiario per conto dei propri associati, le organizzazioni professionali agricole, i liberi professionisti abilitati in materia agraria e forestale, possono chiedere alla Comunità territorialmente competente di inserire nella Banca della Terra altri terreni che abbiano i requisiti richiesti.
Chi intende coltivare i terreni inseriti nella Banca della Terra, presa visione degli elenchi pubblicati, contatta direttamente il comune territorialmente competente al fine di avere i dati anagrafici del proprietario delle particelle fondiarie interessate, al fine di un rapporto diretto fra le parti. Nel caso di terreni privati i contratti sono stipulati ai sensi della legge 203/1982 “Norme sui contratti agrari”; nel caso di terreni di proprietà pubblica i contratti sono stipulati nel rispetto della vigente normativa in materia di attività contrattuale della Provincia.
Entro 30 giorni dall’avvenuta stipulazione dei contratti deve essere data comunicazione ad APPAG ai fini dell’aggiornamento dei dati presenti sul sito internet della Banca della Terra.
Oggi la Giunta provinciale, su indicazione dell'assessore Mauro Gilmozzi
"Zona di protezione speciale Stelvio": approvate misure di conservazione specifiche
Conservazione dei prati e dei pascoli attraverso un sostegno alle attività pastorali, protezione delle aree più accessibili da usi troppo intensivi e al contempo recupero delle aree marginali, infine evitare la realizzazione di pesanti infrastrutture e regolamentare le attività di fruizione turistica della zona come lo sci alpinismo, la fotografia naturalistica, l'arrampicata, il sorvolo con alianti e parapendio, perché possono provocare impatti sulla fauna. Mira a questo la deliberazione adottata oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi, che approva le misure di conservazione specifiche della Zona di protezione speciale "Stelvio", in attuazione della direttiva comunitaria "Uccelli". "Conservare e valorizzare gli habitat della Rete Natura 2000, di cui la ZPS Stelvio fa parte, è fondamentale in primo luogo per tutelare la biodiversità e le diverse specie animali e vegetali presenti su quel peculiare territorio - spiega l'assessore Gilmozzi -. In questo caso l'area è poi inserita nell'ambito del Parco nazionale dello Stelvio, un sito unico, per ambiente e habitat, dove troviamo ecosistemi di alta quota praticamente intatti”.
La conservazione della Zona di protezione speciale "Stelvio" richiede di affrontare alcune criticità. Nel sito si svolgono tradizionali pratiche pastorali di monticazione estiva, anche con produzione di pregio, ma la diminuzione degli usi pastorali determina trasformazioni sul territorio. In fondovalle si assiste infatti a una banalizzazione delle aree a prato, a scapito della biodiversità. Il turismo è diffuso, ma raggiunge picchi elevati solo in prossimità dei rifugi o dei principali sentieri. Infine esiste un rischio di saturnismo a danno dei rapaci necrofagi, come il gipeto, o parzialmente tali, come l'aquila reale, determinato dall'utilizzo dei proiettili di piombo.
Le misure di conservazione stabilite oggi dalla Giunta provinciale sono numerose, fra queste vi sono gli interventi di conservazione degli habitat a pascolo, il recupero di aree aperte e la conservazione delle zone umide, ma anche la tutela degli ambienti rupicoli utilizzati dai rapaci, la regolamentazione degli usi turistici sportivi e la limitazione del disturbo soprattutto nei siti di riproduzione conosciuti. Non mancano misure legate all'inquinamento luminoso, come la disciplina nell'uso di fonti di luce e fasci luminosi in alta quota, nonché la limitazione alla costruzione di nuove piste da sci e infrastrutture, soprattutto nelle aree di presenza più importanti delle specie ornitiche minacciate. Attenzione anche ai cavi sospesi delle linee elettriche e telefoniche. Infine andranno adottate iniziative di sensibilizzazione ed educazione su specie ed habitat di rilevanza naturalistiche, come anche un monitoraggio sistematico in aree campione.
Tutti gli appuntamenti organizzati dalla Fondazione Mach nell'ambito di Green Week
FEM a Green Week con la sostenibilità in agricoltura, ambiente e alimentazione
In occasione di Green Week, il festival della Green Economy, in programma a Trento, dal 3 al 5 marzo 2017 con una serie di talk, eventi e dibattiti sul tema del “vivere sostenibile, abitare sostenibile”, la Fondazione Edmund Mach, partner dell'evento, organizza una serie di incontri e attività che vertono sui temi agricoltura, alimentazione e ambiente.
Venerdì 3 marzo, dalle 9.30 alle 11, presso l'Aula 9 del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, è in programma Climate Smart Agricolture, un'agricoltura che guarda al clima che cambia: dalla ricerca esempi di mitigazione e adattamento. Interverranno Ilaria Pertot per FEM, Camilla Chieco del Consiglio Nazionale delle Ricerche IBIMET, Dionisio Pérez-Blanco del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e Fondazione Enrico Mattei. Modera Emanuele Eccel di FEM. Nel pomeriggio, dalle 15 alle 16.30, presso la Sala del Falconetto a Palazzo Geremia, si svolgerà “To Green Together. Condivisione degli spazi pubblici verdi e delle risorse collettive nei contesti urbani alpini: il progetto LOS_DAMA!”. Intervengono Nicola La Porta e Melissa Scommegna per FEM, Marco Avanzini del Museo delle Scienze, l'assessore Chiara Maule e Giovanna Ulrici del Comune di Trento, Mosè Ricci e Sara Favargiotti di DICAM Università di Trento, Giorgio Tecilla e Laura Gobber dell'Osservatorio del Paesaggio della Provincia Autonoma di Trento. Modera Alessandro Gretter di FEM. Sempre nel pomeriggio dalle 16.30 alle 18, presso l'aula 8 del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, presentazione del libro e incontro con l’autore Andrea Segrè, docente di Politica agraria internazionale e comparata Università di Bologna, presidente Fondazione Fico e Fondazione Edmund Mach, autore di “Mangia come sai. Cibo che nutre, cibo che consuma” (EMI). Dialoga con l’autore Pierangelo Giovanetti, direttore de l’Adige. Domenica 5 marzo, dalle 10 alle 11:30, presso la Sala Conferenze del MUSE-, è in programma “Uomini e (altri) animali: convivere per una migliore qualità della vita”. Intervengono Gianfranco Anfora, Heidi C. Hauffe, Francesca Cagnacci e Nathan Ranc di FEM. Modera Filippo Favilli di EURAC.
Eventi, mostre e seminari sul paesaggio agricolo. Giovedì 9 marzo dalle 14 alle 16.30 incontro pubblico
Paesaggio & Agricoltura. FEM e TSM-step insieme per la formazione e l’educazione al paesaggio
Il 14 marzo si celebrerà la prima Giornata nazionale del Paesaggio istituita, nello spirito della Convenzione Europea del Paesaggio. Per l’occasione dal 9 al 14 marzo la Fondazione Edmund Mach e la TSM-step, Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, organizzano una serie di attività educative dedicate alla relazione tra paesaggio ed agricoltura destinate sia agli studenti dell'Istituto Tecnico Agrario che ad esperti e liberi professionisti. Le attività si inseriscono come corollario all'inaugurazione in FEM della mostra didattica “Il paesaggio del Trentino. Un percorso tra natura e interventi umani”. Giovedì 9 Marzo, dalle 14 alle 16.30, in aula magna, si terrà un seminario dal titolo: “il paesaggio agrario: un’astrazione con i piedi per terra”. Durante il pomeriggio FEM e STEP si confronteranno sulla tematica del rapporto tra paesaggio ed agricoltura grazie all'intervento di esperti di entrambe le istituzioni.
Giovedì 9 marzo, alla presenza dell'assessore Carlo Daldoss, in un incontro dal titolo “Il valore del paesaggio” dedicato agli studenti delle classi quarte e quinte dell'Istituto Tecnico Agrario, gli esperti della STEP proporranno alcune riflessioni di carattere generale sul concetto di paesaggio e sulla sua relazione con l’agricoltura; gli studenti diventeranno poi protagonisti attivi presentando alcuni casi di studio sviluppati durante il corso dell'attività didattica. Nel pomeriggio, dopo l'inaugurazione della mostra presso il Palazzo della ricerca e della conoscenza, a cui parteciperà Romano Masè, Dirigente del Dipartimento Territorio, Agricoltura, Ambiente e Foreste, si terrà il seminario “Il paesaggio agrario: un’astrazione con i piedi per terra" dove esperti di FEM e step si confronteranno su come paesaggio ed agricoltura si influenzano reciprocamente nella loro evoluzione. Gli interventi saranno dedicati ad un target più adulto, coinvolgendo liberi professionisti, studenti universitari e della formazione post-secondaria. Il 14 marzo sono previste visite guidate alla mostra “Il paesaggio del Trentino”. L’esposizione compone un quadro sintetico tanto degli aspetti materiali del paesaggio quanto dei significati che i diversi elementi che lo compongono assumono per le singole comunità. A tali fatti materiali e immateriali corrispondono dei valori che vanno preservati e trasmessi alle generazioni future. La mostra, costituita da quindici pannelli mobili, è stata pensata innanzitutto per le scuole secondarie di primo e secondo grado. http://www.fmach.it/CIF/Il-Centro/Event ... -PER-TERRA
Circa 200 agricoltori hanno partecipato oggi, a Vigalzano, alla quarta giornata tecnica sui piccoli frutti
Fragola e piccoli frutti, dalla lotta integrata alla Drosophila Suzukii alle nuove varietà frutto della ricerca FEM
Circa 200 agricoltori hanno preso parte oggi, nella sede periferica di Vigalzano, alla quarta giornata tecnica sui piccoli frutti organizzata dalla Fondazione Edmund Mach. L'evento si conferma uno degli appuntamenti più attesi dal mondo agricolo per aggiornarsi sulle principali problematiche fitosanitarie del comparto. L'incontro, promosso dal Centro Trasferimento Tecnologico nelle sede di Pergine Valsuagana dove si concentrano le attività di ricerca, sperimentazione e consulenza svolte nel comparto dei piccoli frutti, ha affrontato varie tematiche: dall'influenza ambientale sul ciclo di fioritura della fragola alla problematica dell'oidio, passando per i programmi di miglioramento genetico che hanno l'obiettivo di creare selezioni di mirtillo e lampone con maggiore qualità, migliore texture, sapore e conservabilità, il tema Drosophila Suzukii con i risultati sul monitoraggio, le nuove acquisizioni sul comportamento e il controllo biologico con le sperimentazioni in corso sull'uso di parassitoidi naturali in grado di attaccare il moscerino asiatico.
All'evento erano presenti il direttore generale, Sergio Menapace, e il dirigente Michele Pontalti; l'incontro è stato coordinato da Tommaso Pantezzi, responsabile dell'Ufficio frutticoltura, piccoli frutti e frigoconservazione ed ha visto intervenire tecnici, tecnologi e ricercatori. Per l'occasione la dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli, ha presentato la pubblicazione dedicata all'insetto che colpisce i piccoli frutti, prodotta nell'ambito del progetto LEXEM sulle specie aliene invasive, recentemente concluso e che ha visto fortemente impegnati ricercatrici e ricercatori di San Michele.
Di seguito si riportano gli argomenti affrontati dai relatori nel corso dell'incontro.
Influenza ambientale sul ciclo di fioritura della fragola rifiorente. Paolo Zucchi ha spiegato che la formazione dei fiori nella fragola rifiorente avviene in un periodo lungo ed è quindi soggetta all'andamento climatico. Per comprenderne l’influenza su numero e dimensione di infiorescenze e fiori, parametri che determinano la produttività, è stata realizzata una prova in condizioni controllate. “Ne è emerso - ha concluso - che il ciclo di fioritura, che definisce la curva di maturazione, è influenzato dalla lunghezza del giorno e ancor più dalle temperature, spiegando così la sostanziale problematicità nel programmare la raccolta.
Esperienze di confronto nell'utilizzo di impianti fissi in coltura protetta. Gianpiero Ganarin ha illustrato i risultati della sperimentazione sull'impiego degli impianti fissi per la distribuzione dei prodotti fitosanitari sulle coltivazioni di fragola fuori suolo e in tunnel. Questi risultati sono stati positivi per quanto riguarda l'efficienza di distribuzione e sembrano promettenti anche dal punto di vista dell'efficacia fitoiatrica, ma tuttavia è ancora necessario migliorare ed affinare la tecnica prima di pensare a un loro reale utilizzo.
Oidio della fragola: biologia ed esperienze di contenimento. Daniele Prodorutti ha parlato di oidio, la principale patologia fungina della fragola sotto tunnel che può infettare tutte le parti aeree della pianta ed ha illustrato le esperienze di contenimento della malattia svolte a partire dal 2013. Il bicarbonato di potassio ha dimostrato una buona efficacia sia in serra che in campo (impianti sotto tunnel). Più difficile è risultato il contenimento dell’oidio su fragola rifiorente e sarà necessario svolgere ulteriori prove utilizzando diverse tecniche agronomiche e di difesa integrata per riuscire a limitarne lo sviluppo. Infine sono state presentate alcune nuove tecniche sperimentali che potrebbero rappresentare un ulteriore strumento di difesa da integrare alle pratiche tradizionali: tra queste l’acqua ozonizzata e i raggi ultravioletti.
Mirtillo e lampone: i programmi di breeding FEM. I programmi di miglioramento genetico di mirtillo e lampone in FEM hanno avuto inizio nel 2009 e includono molto precocemente nel processo di selezione sia il target ambientale, sia tecniche di coltivazione diverse, sfruttando oltre all'area di Vigalzano anche siti in sud Europa o a latitudini inferiori, con partner locali ed internazionali. Lara Giongo ha spiegato che i programmi sono condotti sin dai primi stadi fuori suolo e sono finalizzati a produrre nuove varietà per i produttori locali che vogliano produrre per il mercato fresco e per ambienti diversi in Europa. L’obiettivo di miglioramento principale è rappresentato dalla qualità del frutto, sebbene le resistenze della pianta siano un prerequisito di selezione e i nuovi genotipi hanno migliore texture, miglior sapore, miglior conservabilità, con un ampio spettro di stagionalità di produzione.
Principali risultati e prospettive a chiusura del progetto LExEM su Drosophila suzukii. Gianfranco Anfora ha illustrato con la dirigente Annapaola Rizzoli i risultati del progetto LexEM che ha permesso di ottenere nuove conoscenze sulla biologia, ecologia e comportamento in relazione alla realtà territoriale, urbanistica e climatica trentina di alcune specie invasive, Drosophila Suzukii inclusa, Contemporaneamente, sono stati sviluppati dei modelli matematici predittivi ed effettuate, in base ad essi, delle attività sperimentali mirate alla definizione delle migliori strategie di controllo. Le informazioni prodotte sono state riassunte in una pubblicazione distribuita durante la giornata a disposizione degli stakeholder e di tutti gli operatori impegnati nel controllo di queste specie e nella mitigazione dei danni da esse prodotti.
Monitoraggio e nuove acquisizioni sul comportamento. Dalla sua comparsa in Trentino nel 2009, le popolazioni di D.suzukii e le infestazioni sui frutti stanno mostrando anno dopo anno un trend in progressivo aumento. “Il 2016 ha visto uno sviluppo demografico eccezionale - ha spiegato Alberto Grassi- soprattutto nella prima parte dell’estate, con conseguenze devastanti in particolare per il ciliegio, ma notevoli difficoltà di controllo anche su fragola e piccoli frutti per tutta la stagione. In questo contesto, le reti antinsetto hanno dimostrato di essere lo strumento più efficace per contenere le infestazioni, a condizione che vengano approntate e gestite con estrema attenzione. Il successo evolutivo di questo insetto nella scorsa stagione è attribuito alla consistenza numerica della popolazione che ha affrontato lo svernamento alla fine del 2015, ma anche l’ottimo stato riproduttivo delle femmine. Indagini condotte in pieno campo hanno infine consentito di confermare le notevoli capacità di spostamento degli adulti (nell’ordine anche di qualche chilometro), movimenti effettuati al fine di sfruttare, a seconda del momento della stagione, le condizioni microclimatiche e ambientali offerte dal nostro complesso territorio.
Controllo biologico. Valerio Rossi ha spiegato nel 2016 e per tutto il 2017 è attiva la sperimentazione in campo di Trichopria drosophila, un parassitoide pupale in grado di attaccare Drosophila suzukii. La prospettiva è quella di utilizzarlo ad inizio stagione per il controllo biologico del moscerino asiatico in combinazione con altri mezzi di controllo, nell'ambito di un sistema di lotta integrata. “Durante il primo anno di sperimentazione è stato valutato il raggio d'azione del parassitoide e la sua capacità di abbassare gli sfarfallamenti di D. suzukii dalla frutta attaccata e caduta a terra. La sperimentazione ha inoltre messo in evidenza l'utilità della tecnica dell'augmentorium, in grado di potenziare anche del 40% l'azione del parassitoide. Le prove della stagione 2017 sono volte a valutare l'impatto di rilasci massali precoci di T. drosophilae sull'infestazione di D. suzukii”.
Assessore Daldoss "E' un riconoscimento degli investimenti fatti dalla Provincia sul tema del paesaggio e della formazione"
Premio del Paesaggio: al Trentino una menzione speciale
Una menzione speciale per “l'alto valore di formazione ed educazione” nell'ambito del Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa 2016-2017: a riceverla è stato oggi pomeriggio a Roma il progetto "Il paesaggio è il nostro futuro. Educazione al paesaggio per le nuove generazioni", promosso dalla Provincia autonoma di Trento e da STEP (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio). Il progetto trentino, premiato ufficialmente oggi nella sede del Ministero dei Beni e Attività culturali, in occasione della prima edizione della Giornata nazionale del Paesaggio, è stato selezionato dalla Commissione ministeriale fra le 97 candidature pervenute da tutta Italia, perché “considerato esemplare per l'eccellenza delle metodologie adottate nel mettere in pratica una delle più significative indicazioni della Convenzione Europea del Paesaggio per la promozione della cultura del paesaggio nelle scuole di ogni ordine e grado, nella consapevolezza dell'importanza dell'educazione al paesaggio rivolta alle future generazioni a partire dai primi anni del percorso didattico”. “Il premio ricevuto oggi è un riconoscimento degli investimenti fatti dalla Provincia autonoma sul tema del paesaggio e della formazione. STEP costituisce in tal senso un fiore all'occhiello e un'attività di promozione fra le nuove generazione della cura del bene comune”, ha commentato Carlo Daldoss, assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa della Provincia Autonoma di Trento. “Una cultura evoluta del paesaggio si diffonde avendo ben chiaro il ruolo centrale dell'attività dell'uomo. Dal contadino di montagna che cura i campi, all'agricoltore che cura le viti, all'architetto che progetta insediamenti armoniosi a cittadini che siano consapevoli di come il paesaggio, se gestito in modo responsabile, può diventare un asset con importanti ricadute positive a livello sociale ed economico”.
L'importanza di diffondere la considerazione del paesaggio “come bene essenziale e valore non solo culturale ma civile ed economico, in grado di influenzare la qualità della vita individuale e il benessere sociale” è stata ricordata anche dal messaggio inviato per l'occasione dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Per tutelare e promuovere il paesaggio quale bene comune è necessario ripartire da una puntuale azione di programmazione delle politiche e delle scelte di gestione, basata sull'interazione tra lo Stato e i livelli territoriali e da un'attenta capacità di ascolto delle comunità locali”, ha sottolineato il Capo dello Stato. STEP, la "Scuola per il governo del territorio e del paesaggio" è stata costituita nel 2008 dalla Provincia autonoma di Trento all'interno di TSM "Trentino School of Management" per svolgere attività formative, educative, di studio e di ricerca con l'obiettivo di promuovere una cultura evoluta del paesaggio. “In partnership con il Dipartimento della Conoscenza, con l'Università di Trento e con il MUSE – Museo delle Scienze è stato sviluppato un programma di attività per le scuole di ogni ordine e grado nella convinzione che le giovani generazioni siano le principali protagoniste per la salvaguardia, la gestione e la pianificazione del paesaggio futuro” ha ricordato Gianluca Cepollaro, direttore di STEP. Le attività di educazione al paesaggio, riunite in una sezione della Scuola (Stepjunior), hanno permesso lo sviluppo di un insieme integrato di pratiche per l'insegnamento e l'apprendimento diffuso del valore del paesaggio attraverso metodi e strumenti progettati per i diversi livelli di istruzione, dalle scuole primarie sino all'università. Ma le attività formative non sono destinate solo agli studenti (dagli alunni delle scuole primarie ai laureandi): “le strategie educative - ha proseguito Cepollaro - riguardano anche gli amministratori e i tecnici della pubblica amministrazione e gli stessi professionisti specialisti (ingegneri, architetti, agronomi-forestali, geometri, periti industriali)”. Uno sforzo confermato anche dai numeri: tra il 2009 e il 2016, STEP ha organizzato più di 70 iniziative formative e circa 100 eventi pubblici per sensibilizzare la popolazione residente e i visitatori al valore del paesaggio. Tra i risultati ottenuti, oltre la crescente sensibilità della popolazione, la capacità di costruire strategie di governance e di sviluppo coerenti con le specificità territoriali e le fragilità ambientali.
Il 6 e 7 aprile è in programma il 1° concorso sulle produzioni enologiche di territorio
Nasce il 1° concorso “Enotecnico valorizzazione VINIterritorio”
La Fondazione Edmund Mach organizza il primo concorso “ENOtecnico valorizzazione VINIterritorio” che si svolgerà a San Michele all'Adige giovedì 6 e venerdì 7 aprile. L'evento, focalizzato i vini Teroldego e Lagrein, sarà realizzato in collaborazione con i tre comuni della Piana Rotaliana: San Michele, Mezzacorona, Mezzolombardo. La manifestazione, promossa dal Centro Istruzione e Formazione, è stata autorizzata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali come concorso ufficiale. Si tratta della prima edizione, ma raccoglie l'eredità della Rassegna Teroldego svolta lo scorso anno dedicata al Teroldego Rotaliano DOC e Teroldego IGT.
L'obiettivo del concorso è valorizzare e promuovere la qualità del vino Teroldego Rotaliano DOC e dei vini Lagrein Trentino DOC e Lagrein Südtirol – Alto Adige DOC e le loro peculiarità territoriali. I vini delle aziende partecipanti saranno valutati da esperti enologi, enotecnici, sommelier e giornalisti del settore sia locali che provenienti dal resto d'Italia. L'evento si propone, allo stesso tempo, come opportunità didattica per gli studenti del Corso Enotecnico per iniziare a prendere confidenza con i vini prodotti nel territorio Trentino - Alto Adige/Südtirol e con le aziende produttrici. Gli studenti potranno osservare, infatti, come gli esperti del settore enologico valutano i vini e a loro volta essere guidati nelle degustazioni al fine di acquisire una corretta metodica di attribuzione di un valore ai vini del territorio. Possono partecipare al concorso a titolo gratuito, le aziende produttrici del settore vitivinicolo e le cantine, produttrici di Teroldego Rotaliano DOC, Lagrein Trentino DOC, Lagrein Südtirol – Alto Adige DOC prodotti nel rispetto dei relativi disciplinari (DOP).
Martedì 21 marzo, alle 8.30, presso l'aula magna FEM a San Michele Giornata tecnica sul ciliegio: focus su danni da gelate e Drosophila Suzukii Oggi in Trentino circa 200 ettari sono destinati alla coltivazione del ciliegio, suddivisi fra le tradizionali Valsugana (100 ettari) e Vallagarina (25 ettari) e le nuove aree frutticole del Bleggio (15 ettari) e delle Valli del Noce (70 ettari). Fra le avversità che i produttori affrontano, oltre al problema della spaccatura del frutto causata dalla pioggia (cracking), vi è il rischio di danni da gelo primaverile e la forte pressione di Drosophila suzukii. A questa coltura che sta riscuotendo un notevole interesse sia da parte dei produttori che delle loro organizzazioni commerciali in diverse aree del Trentino, la Fondazione Edmund Mach dedica una giornata tecnica, in programma martedì 21 marzo, a partire dalle 8.30, nella sede di San Michele all'Adige, presso l'aula magna.
L'incontro tecnico intende offrire ai produttori trentini un’occasione di informazione e aggiornamento sulle principali problematiche fitosanitarie e sulle sperimentazioni in corso a San Michele. Saranno illustrate anche le esperienze e le prove fuori regione. Parteciperanno, infatti, all'incontro anche il centro Laimburg e l'ufficio fitosanitario dell'Emilia Romagna.
La giornata, organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico, affronterà le seguenti tematiche: dall'importanza della coltura in Trentino Adige all'analisi dell'annata 2016, dalle difesa dalle gelate alle forme di allevamento per arrivare alle problematiche sanitarie, virus in primis, e alle avversità; quindi la Monilia, la maculatura rossa, i cancri e la Drosophila Suzukii. Introdurrà e modererà la giornata Tommaso Pantezzi, responsabile dell'ufficio frutticoltura, piccoli frutti e frigoconservazione FEM. La giornata sarà trasmessa in streaming su live.mach.it
PROGRAMMA
Giornata tecnica sul ciliegio
Martedì 21 marzo, alle 8.30, presso l'aula magna FEM a San Michele
8.00 Registrazione dei partecipanti 8.30 Saluti di apertura e introduzione alla giornata Tommaso Pantezzi - Fondazione E. Mach 8.35 La coltura del ciliegio in Trentino Alto-Adige Cerasicoltura in Trentino Alto-Adige Tommaso Pantezzi - Fondazione E. Mach Analisi dell'annata 2016 in Trentino Sergio Franchini - Fondazione E. Mach Esperienze nella difesa da gelate in Alto-Adige Massimo Zago - Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg 9.15 Forme di allevamento per il moderno ceraseto Primi risultati su nuove forme di allevamento Nicola Dallabetta - Fondazione E. Mach 9.35 Problematiche sanitarie del materiale di propagazione I principali virus del ciliegio, sintomi e danni ad essi correlati Anna Rosa Babini - Servizio fitosanitario Emilia-Romagna I virus del ciliegio in Trentino: risultati dei primi anni di indagini e monitoraggio Valeria Gualandri - Fondazione E. Mach 10.15 Pausa caffè 10.45 Le principali avversità: problematiche tradizionali ed emergenti Difesa dalla Monilia in Emilia Romagna Riccardo Bugiani - Servizio fitosanitario Emilia-Romagna Maculatura rossa delle drupacee in Emilia-Romagna e Trentino: studi preliminari di epidemiologia ed esperienze di difesa Daniele Prodorutti - Fondazione E. Mach I cancri del ciliegio in Trentino: agenti causali e misure di contenimento Christian Cainelli - Fondazione E. Mach Drosophila suzukii su ciliegio nel 2016, monitoraggio e controllo con reti antinsetto Alberto Grassi - Fondazione E. Mach 12.00 Discussione e conclusioni
Pubblicata su Microbiome una ricerca di Fondazione Edmund Mach, Istituto di Biometeorologia del CNR, Università di Firenze, Innsbruck, Venezia
Comunità microbiche sahariane sulle Alpi
Il cambiamento climatico e l'uso del suolo stanno provocando migrazioni che non si possono fermare, quelle dei microorganismi. Un team multidisciplinare di microbiologi, geologi, chimici e bioclimatologi di Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università di Firenze, Venezia e Innsbruck, ha studiato la carica microbica di uno tra i più intensi eventi di trasporto di polveri sahariane che ha raggiunto le Alpi nel 2014, pubblicando i risultati sulla prestigiosa rivista Microbiome. Questa grande tempesta ha depositato enormi quantità di polvere sahariana sulle Alpi dolomitiche che è stata poi sigillata tra strati di neve "pulita". Ciò ha permesso una determinazione precisa di microrganismi associati alla deposizione. Nei campioni di neve raccolti su Marmolada e Latemar, i ricercatori hanno trovato prove che le grandi tempeste di polvere possono muovere non solo frazioni, ma intere comunità microbiche (batteri e funghi) dalle aree sahariane all'Europa e che questo microbiota contiene molti organismi estremamente resistenti e in grado di sopravvivere in ambienti diversi.
Il team interdisciplinare è guidato da Tobias Weil (FEM), Duccio Cavalieri (Università di Firenze) e Franco Miglietta (CNR-IBIMET, FOXLAB) che hanno coordinato esperti in geologia, ambiente, meteorologia, microbiologia e bioinformatica di Fondazione Edmund Mach, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università di Firenze, Innsbruck, Venezia. “L’idea di studiare un eccezionale evento invernale -spiegano i ricercatori- ha consentito di scoprire quasi intere comunità di microbi Sahariani, trasportate dal vento e congelate in uno strato di neve rosa, isolato sotto lo zero dagli strati precedenti e dai successivi". L’analisi delle firme genetiche dei batteri e funghi congelati e delle comunità microbiche dei suoli ha consentito di verificare che alcuni di questi microbi sahariani sopravvivono anche dopo lo scioglimento delle nevi, probabilmente perché presenti in grandi quantità. Quanto scoperto suggerisce che il cambiamento climatico e l’aumentata frequenza di questi eventi possa cambiare in modo significativo le comunità microbiche dei nostri suoli, trasportando intere comunità microbiche molto lontane. Accettando la sfida lanciata recentemente dalle Nazioni Unite per l'implementazione di azioni di monitoraggio e protezione in materia di tempeste di sabbia e polvere dovuto a trasporto di lungo raggio, gli autori indicano metodologie rapide ed efficaci per monitorare i rischi associati alla fusione di neve e ghiacciai contaminati da popolazioni microbiche che arrivano da lontano. Una strada per arrivare a sistemi efficaci di allerta precoce. Questo studio è stato reso possibile dalle moderne e sofisticate strumentazioni di ricerca: tra queste la metagenomica e biologia computazionale di FEM. “Da quando -proseguono i ricercatori- tecniche di sequenziamento di ultimissima generazione hanno dato all’uomo la possibilità di vedere microorganismi senza coltivarli su piastra, ma identificandoli direttamente dalla “firma” del DNA, si è scoperto che i batteri e i funghi sono in tutti gli ambienti, inclusa l’aria, le nubi e il vento”.
Microbiome, Mar 2017 doi: 10.1186/s40168-017-0249-7 Legal immigrants: invasion of alien microbial communities during winter occurring desert dust storms. Weil T, De Filippo C, Albanese D, Donati C, Pindo M, Pavarini L, Carotenuto F, Pasqui M, Poto L, Gabrieli J, Barbante C, Sattler B, Cavalieri D, Miglietta F.