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Provincia Autonoma di Trento 
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Rossi: "Metteremo lo stesso impegno e lo stesso senso di responsabilità anche per la Tassullo"

Mele Melinda "in grotta": inaugurato a Predaia il secondo lotto delle celle ipogee

"Siamo una terra capace di prendersi degli impegni, e di portarli a compimento. La vicenda di questo progetto del consorzio Melinda, unico al mondo, lo dimostra. Nulla era scontato, quando abbiamo iniziato. Confesso che anch'io avevo qualche dubbio sulla possibilità di collocare le celle per la conservazione delle mele in grotte sotterranee. Ma mi sono ricreduto. Questo è un sogno che continua, che è già realtà. Siamo contenti di avere contribuito al suo realizzarsi come amministrazione provinciale e useremo lo stesso impegno, lo stesso senso di responsabilità anche per un'altra azienda della valle, legata a questo progetto, che attraversa un momento di grave difficoltà, la Tassullo spa".
Così il governatore del Trentino Ugo Rossi, intervenuto questa mattina assieme all'assessore provinciale all'agricoltura, turismo e promozione Michele Dallapiccola, e a numerose altre autorità, all'inaugurazione del secondo lotto delle celle ipogee per la conservazione delle mele Melinda, nella miniera di Rio Maggiore, a Tuennetto di Predaia, in valle di Non.
Le gallerie si sviluppano ad una profondità di circa 300 metri rispetto alla superficie. Le celle frigorifere sono state realizzate a poco meno di un chilometro dall'imbocco della ex-miniera della Tassullo: dodici celle per il primo lotto, già operativo, ed altre undici per il secondo, per una capacità totale di circa 19.000 tonnellate di mele all’anno. Un progetto pressoché unico al mondo, che presenta molteplici vantaggi: liberare spazi in superficie, quelli che altrimenti verrebbero destinati alla realizzazione di nuovi magazzini, con ovvi vantaggi per il paesaggio, e sfruttare le naturali condizioni presenti all'interno della montagna per ottenere una perfetta conservazione del prodotto, prolungata nel tempo, con consumi energetici pressoché dimezzati. "E in futuro - ha detto l'assessore Dallapiccola - sono ipotizzabili ricadute anche nel settore turistico".

Pubblico delle grandi occasioni oggi a Tuennetto, immediatamente al di sopra del complesso Mondo Melinda, dove sono state aperte ai visitatori le celle ipogee per la conservazione delle mele già perfettamente operanti e dove si è tenuta la cerimonia del taglio del nastro del nuovo lotto, che in pratica raddoppierà la capienza degli spazi sotterranei destinati allo stockaggio e conservazione del frutto più famoso della valle di Non. Un progetto, questo, che parte da lontano, che si è evoluto nel tempo, anche superando le "naturali" difficoltà burocratiche derivanti dal fatto che non esistevano altri esempi del genere a cui fare riferimento, e che ha potuto contare sul supporto scientifico, fra gli altri, della Fondazione Mach e dell'Università di Trento.

Presenti alla cerimonia Il presidente del Consorzio Melinda Michele Odorizzi, il direttore generale Paolo Gerevini, il direttore di reparto Franco Paoli, ed inoltre, Maurizio Fauri dell'Università di Trento, Livio Fadanelli della Fem, il sindaco del comune di Predaia Paolo Forno, il presidente della Comunità Val di Non Silvano Dominici, il vicepresidente del Consiglio regionale Lorenzo Ossana, il senatore Franco Panizza e per la Provincia autonoma di Trento il presidente Ugo Rossi e l'assessore Michele Dallapiccola.

"Non è necessario andare all'estero per realizzare cose belle ed innovative", è stato detto in apertura della mattinata, sottolineando inoltre più volte con orgoglio come questo sia un successo del sistema-Trentino nel suo complesso, della capacità del territorio di mettere insieme idee, risorse umane e materiali, voglia di fare. Il tutto, naturalmente, a partire da un'azienda, Melinda, che è anche un marchio riconosciuto a livello internazionale, uno dei principali "ambasciatori" della qualità trentina in Italia e nel mondo. (mp)

Nuovo spazio per le mele Melinda (a cura dell'ufficio stampa Melinda).

Il sito scavato in grotte sotterranee per la frigo-conservazione delle mele di Melinda si ingrandisce per far posto a nuove celle. Inaugura, infatti, ufficialmente oggi l’apertura di un nuovo lotto, sempre all’interno della Miniera Rio Maggiore, a Predaia, dove già nel 2012 era partito il progetto pilota, una piccola rivoluzione “sostenibile” per la tranquilla Val di Non, ma che da allora continua a riscuotere consensi da parte del mondo scientifico internazionale.

L’idea è semplice, senza controindicazioni: conservare le mele sotto terra, nelle celle ipogee, anziché costruire nuovi spazi in superficie.Un’alternativa eco-friendly, dove l’ambiente che conserva le mele è un isolante naturale che permette di mantenere una temperatura costante e di ridurre i consumi energetici anche del 50% rispetto ai sistemi tradizionali. A tutto questo si aggiungono il risparmio idrico, l’isolamento acustico e l’assenza di impatto paesaggistico.

Ecco come, in attesa che le mele Melinda siano distribuite e commercializzate in tutto il mondo, la miniera Rio Maggiore diventa un luogo unico e privilegiato che le conserva all’interno della montagna, un’area di 80 ettari di Dolomia – costituita da carbonato doppio di calcio e magnesio, la materia prima di cui sono fatte le Dolomiti.

La conformazione del sottosuolo permette di sfruttare appieno il potere isolante della roccia, generando importanti benefici e risparmi in termini di energia elettrica. Il progetto ha quindi numerosi, e significativi, vantaggi, tra cui appunto la riduzione del consumo di energia (che significa riduzione dell’immissione di CO2 nell’atmosfera), il risparmio idrico conseguente alla possibilità di usare la geotermia per il raffreddamento dei compressori, l’eliminazione dei pannelli coibentanti, il cui smaltimento genera inquinamento, per non parlare della salvaguardia del paesaggio e del territorio agricolo. Infine, non dimentichiamo l’azzeramento dell’inquinamento acustico e l’impulso all'economia locale con creazione di posti di lavoro e sinergie con le industrie del territorio.

Per creare le celle sono stati scavati circa 90.000 m3 di Dolomia che è stata interamente utilizzata dalla Tassullo Materiali per i suoi prodotti. Un impianto unico al mondo, realizzato per soddisfare la necessità di numerose cooperative di Melinda di aumentare gli spazi a loro disposizione per la conservazione delle mele e poter far fronte alle esigenze di stoccaggio di una crescente produzione.

“La mela è un frutto che si può gustare tutto l’anno. Ma per far sì che sia sempre disponibile sul mercato, occorre prevedere la giusta conservazione, con spazi dedicati e impianti tecnologici specifici. – afferma Andrea Fedrizzi, responsabile marketing del Consorzio Melinda - Il passaggio alla fase industriale del progetto ha richiesto tre anni di studi e ricerche, condotte in sinergia con importanti realtà accademiche e scientifiche, nazionali e internazionali. Il progetto ha numerosi vantaggi, dei quali i principali sono rappresentati dalla riduzione del consumo di energia (che significa riduzione dell’immissione di CO2 nell’atmosfera), e della salvaguardia del paesaggio e del territorio agricolo, elemento questo importantissimo su cui si basa il successo, e soprattutto, il futuro di Melinda.

Il nuovo impianto per la conservazione delle mele in celle ipogee rappresenta il fiore all’occhiello di una filosofia produttiva sempre più orientata alla sostenibilità; è frutto – conclude Fedrizzi – della costante osservazione della natura che ci circonda ed è espressione della volontà e impegno di tutte le 4000 famiglie che compongono il Consorzio Melinda di rispettare il nostro territorio preservandolo per le generazioni future”.

Scheda tecnica

Le celle ipogee di Melinda si trovano a circa a 575 metri sopra il livello del mare, a 900m dall’ingresso della miniera e 275m sotto le radici degli alberi di melo che sono coltivati sui terreni in superficie.

Oltre agli spazi di accesso e di servizio, i due impianti ad oggi esistenti sono costituiti entrambi da tre corridoi paralleli lunghi circa 110 metri: uno centrale, largo circa 10 metri e alto circa 6 metri, che funge da corridoio di servizio, e da due laterali, ognuno largo circa 12 metri, alto 11 e suddivisi in sei celle uguali tra loro, per un totale di dodici celle, per il primo lotto, ed altre undici il secondo, per una capacità totale di circa 19.000 tonnellate di mele all’anno.

Ciascuna cella è lunga 25 metri, alta 11 e larga 12, ed è in grado di contenere circa 2.800 bins da 300Kg ciascuno per un totale di 900.000Kg. La superficie interna non è rivestita con i tradizionali pannelli coibentanti in poliuretano espanso perché l’impermeabilità ai gas è garantita dalla struttura della roccia e da un sottile strato di spritz-beton, mentre la coibentazione termica è assicurata dall’ammasso roccioso che, una volta raffreddato fino a 5-7 metri di profondità intorno alle celle, fungerà da isolante termico per le celle stesse nel giro di un paio d’anni.

Le celle sono tutte dotate dei più moderni dispositivi tecnici e di sicurezza, come ad esempio i semafori che lampeggiano di luce verde solo se all’interno della cella si sono ripristinate le condizioni di atmosfera respirabile, in assenza delle quali non è nemmeno possibile aprire le porte. Ci sono poi degli impianti assorbitori di CO2 esterni alle celle che servono sia per assorbire la CO2 in eccesso dall’interno delle celle e creare l’ambiente ideale per la conservazione, sia per ripristinare la composizione standard dell’aria interna, pima di procedere all’apertura delle celle. Il funzionamento dell’impianto è regolato da tre compressori a freon posizionati nella sala macchine. Qui si trova anche lo scambiatore di calore con cui viene raffreddato il glicole che porta il freddo nei pacchi frigoriferi installati in ogni cella. In questo impianto non c’è nessuna traccia di ammoniaca e questo non va solo a vantaggio dell’ambiente, ma anche della sicurezza. All’interno dell’impianto troviamo anche una grande vasca che contiene circa 100 m3 di acqua che serve sia come riserva antincendio che per raffreddare i compressori. L’acqua viene prelevata dal sottosuolo, ma in origine era piovana e in un periodo di circa 70 anni ha percolato attraverso la roccia. Nel corso del suo lento viaggio l’acqua è stata filtrata dalla roccia stessa ed è diventata batteriologicamente pura e quindi anche ottima da bere. Quest’acqua si accumula a circa 100 metri di profondità sotto il livello dell’impianto, dove gli strati argillosi ne impediscono l’ulteriore percolazione. L’acqua viene poi pompata dal sottosuolo per riempire la vasca.

Ci sono poi dei generatori d’azoto che filtrando l’aria atmosferica separano e concentrano l’azoto che attraverso le tubazioni viene inviato alle celle di conservazione dove va a sostituire progressivamente l’O2 in esse contenuto fino a farlo scendere al livello desiderato, in genere inferiore al 2% rispetto al 21% che si trova nell’aria atmosferica che respiriamo. La centrale di controllo di tutto l’impianto consente di impostare i parametri di conservazione desiderati e di monitorare da remoto il corretto funzionamento di tutti gli apparati.

Questo impianto ha richiesto a Melinda un investimento complessivo di circa 16 milioni di €, ma i suoi vantaggi sono senza prezzo. Il progetto ha già consentito all’azienda di essere annoverata tra gli esempi brillanti da seguire come modello che coniuga perfettamente il business e la sostenibilità.

Date le sue caratteristiche uniche, il progetto ha ricevuto riconoscimenti da tutto il mondo, come il premio Good Energy Award di Bernoni Grand Thornton e il Sodalitas Social Award, assegnato alle iniziative più efficaci nel generare una crescita aziendale sostenibile.

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Alla presentazione gli assessori Gilmozzi e Dallapiccola

Reti di Riserve: la candidatura alla Carta europea del Turismo sostenibile

Dopo un processo partecipato da molti soggetti e realtà del territorio, il sistema delle Reti di Riserve trentine si candida a essere certificato dalla Carta Europea del Turismo Sostenibile. Oggi, presso il palazzo della Provincia a Trento, è stata firmata la documentazione necessaria alla presentazione della candidatura. “Si è rivelata vincente – ha sottolineato l’assessore provinciale all’ambiente Mauro Gilmozzi – la scelta fatta alcuni anni fa di investire sulla sensibilità dei trentini, per far nascere dal basso una ormai diffusa cultura di tutela e valorizzazione del territorio. Questa iniziativa inoltre è un bell’esempio di come si possano mettere assieme idee e risorse economiche, unendo le forze, per investire nel nostro futuro”. “ Il Trentino sta investendo molto – ha aggiunto l’assessore al turismo e alla promozione Michele Dallapiccola – in un brand unico che veicoli le grandi potenzialità del territorio nel suo complesso, integrando nella comunicazione e nell’offerta turistica classica elementi e particolarità che sono espressione diretta dell’ambiente e della cultura della popolazione, vere carte vincenti nella competizione globale del giorno d’oggi”.

Nel corso del 2016 le otto Reti di Riserve coinvolte (Monte Baldo, Bondone, Alta Val di Cembra-Avisio, Sarca Alto e Basso Corso, Alpi Ledrensi, Fiemme-Destra Avisio, Alto Noce) hanno organizzato sui loro territori 26 tavoli di confronto, coinvolgendo nell’ideazione di progetti ed interventi nel campo del turismo sostenibile i principali attori del tessuto economico e sociale, come aziende e consorzi per il turismo, amministrazioni locali, associazioni, musei, singoli operatori del settore ricettivo, guide, imprese agricole. Questi incontri hanno permesso di coinvolgere 146 attori e portatori di interesse locali: 75 operatori privati, 23 pubbliche amministrazioni, 14 tra aziende per il turismo e consorzi turistici, 45 tra associazioni e musei e simili.

“Questo processo – ha spiegato Claudio Ferrari, il dirigente provinciale responsabile del servizio competente in materia di aree protette – ha portato ad individuare, con il proposito di realizzarle nei prossimi cinque anni, 232 azioni locali nei territori interessati e otto azioni di sistema a livello provinciale”. Queste 240 azioni costituiscono il piano che la Provincia autonoma di Trento invierà ad Europarc, l’organizzazione europea che riunisce più di 400 aree protette e che nel 1991 ha elaborato la Carta, per la candidatura di adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile. “ Il progetto – ha aggiunto Claudio Ferrari – movimenta risorse, di tutti i soggetti coinvolti, per circa dieci milioni di euro in cinque anni, a cui si aggiungono circa due milioni e mezzo in giornate di lavoro”.
“Diversificazione e destagionalizzazione – ha sottolineato l’amministratore unico di Trentino Marketing Maurizio Rossini – sono le parole d’ordine per far crescere ancora il turismo trentino, puntando a valorizzare il territorio e le sue eccellenze ed accettando la sfida attuale di trasformare tutto questo in prodotti turistici”. Antonello Zulberti, di Federparchi, ha introdotto l’argomento spiegando che l’obiettivo dell’iniziativa sia anche quello di diffondere linee comuni in materia di turismo sostenibile nei territori protetti. Luca Lietti, di Agenda 21, ha illustrato alcune delle più significative azioni individuate: da “Baldo speziale tutto l’anno” a “Biodiversità in Città”, dai “Cammini nella Biodiversità Agricola” a “La Sarca, un tesoro comune da condividere”, comprendendo anche i “Cammini di Lunga Percorrenza”, la valorizzazione della “Carbonaie”, “Biowatching nell'Ontaneta” e “La BioVia del Trentino”.

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Premi e riconoscimenti per San Michele nell'ambito di congressi internazionali

Difesa sostenibile delle colture, premiati tre ricercatori FEM

Il 2016 sta per concludersi con riconoscimenti per la ricerca e il trasferimento tecnologico di San Michele. Gli ultimi premi dell'anno per la Fondazione Edmund Mach da parte della comunità scientifica internazionale vanno ai ricercatori Jernej Polajnar del Centro Ricerca e Innovazione per la sua attività di ricerca nel campo della confusione sessuale vibrazionale, Tiziana Oppedisano e Daniele Prodorutti del Centro Trasferimento Tecnologico, rispettivamente per gli studi sulla biologia degli insetti vettori degli scopazzi del melo e la combinazione di metodi di difesa integrata per la riduzione dei trattamenti chimici.

Il 12 dicembre a Lubiana si è svolta la premiazione dei ricercatori sloveni che hanno conseguito i risultati scientifici di maggior rilievo nel corso del 2016. La manifestazione, patrocinata dall'Agenzia di Ricerca Pubblica della Repubblica di Slovenia ha visto tra i premiati il ricercatore Jernej Polajnar per il suo lavoro svolto nella Fondazione Mach dal 2012 al 2015 nel campo della Bioacustica sul tema della confusione sessuale vibrazionale.
Alla 9 ^ Conferenza Internazionale sulla Produzione Integrata in Frutticoltura organizzata dalla IOBC che si è svolta di recente in Grecia e che ha visto partecipare più di 120 ricercatori da venti paesi, il premio “Student Paper Award” è andato a Tiziana Oppedisano per il progetto “Scopazzi del melo” ideato e sviluppato con il centro di ricerca di Laimburg, che rientra nell'ambito di un dottorato di ricerca in produzione e protezione sostenibile delle piante svolto in collaborazione tra FEM e l'Università degli studi del Molise. Il lavoro è stato premiato per l'impegno messo e la versatilità nell'approfondire le conoscenze su alcuni punti chiave mancanti sulla biologia degli insetti vettori degli scopazzi del melo, le psille Cacopsylla picta e Cacopsylla melanoneura.
Nell'ambito dello stesso congresso il riconoscimento “Excellence in Integrated Fruit Protection Award” è andato a Daniele Prodorutti per lo sviluppo di nuovi strumenti o la combinazione di metodi di difesa che rispettino la salute umana e l’ambiente e che permettano la riduzione di trattamenti chimici. La presentazione è stata preparata in collaborazione con il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna ed ha riguardato gli studi effettuati in Trentino ed Emilia-Romagna su una patologia fungina delle drupacee (ciliegio e albicocco in particolare) che negli ultimi anni ha causato problemi in alcune aree frutticole delle due regioni. In particolare sono stati presentati i sintomi e la biologia del patogeno, gli studi epidemiologici e le prove di lotta integrata con diverse strategie che tengono conto dei risultati emersi dalle ricerche. È stata particolarmente apprezzata la completezza del lavoro e l’approccio adottato per lo studio e il contenimento della patologia.

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15/12/2016, 22:09
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Si è appena conclusa a Trento la cerimonia di premiazione dell’ottava edizione, era presente l'assessore Gilmozzi

Premio Ambiente Euregio 2016: ecco i vincitori

ll progetto Trentino “Non buttate quella banana” del gruppo d’acquisto solidale A.P.S. "Richiedenti Terra" ha conquistato il primo posto al Premio Ambiente Euregio 2016 nella categoria "progetti e idee". Nella categoria "impegno e attività", invece, hanno ottenuto il terzo premio le Aziende Agricole trentine di Beltrami Adriano e Campedelli Lorenzo con “La trazione animale nell'azienda biologica di montagna”. La premiazione si è svolta a Trento il 15 dicembre presso le Gallerie di Piedicastello. Il Premio Ambiente Euregio, giunto alla sua ottava edizione, è ormai in Trentino, Alto Adige e Tirolo il concorso di riferimento in materia di ambiente e sostenibilità. All'edizione 2016 hanno partecipato in tutto 105 concorrenti: 22 dal Tirolo, 35 dall'Alto Adige e 48 dal Trentino, per la Provincia autonoma di Trento era presente l'assessore alle infrastrutture e ambiente, Mauro Gilmozzi.
“Il Premio ambiente – sono state le parole di Gilmozzi - ha come orizzonte proprio quello di individuare nuove idee e proposte e di premiarle, perché c’è qualcuno che si sta impegnando e credendo fino in fondo. Se poi c’è un tema, fra gli altri, sul quale i tre territori, Trentino, Alto Adige, e Tirolo, possono creare convergenze, collaborazioni e prospettive di futuro, credo sia proprio quello dell'ambiente".

Il primo premio nella categoria "impegno e attività" lo ha ottenuto A.P.S. Richiedenti Terra, che come gruppo d’acquisto solidale prevede la vendita di banane, le quali normalmente non sono adatte alla vendita nei supermercati e finiscono al macero prima di essere vendute.
Il secondo classificato è "ARGE Tiroler Naturparke" di Innsbruck, una rete di 5 parchi naturali del Tirolo che hanno realizzato delle pubblicazioni gratuite, nelle quali vengono descritte 73 escursioni raggiungibili facilmente con mezzi pubblici.
Al terzo posto si è qualificata l'azienda altoatesina Solarraum GmbH, con il primo edificio abitativo in regione, che è stato realizzato con un capotto naturale di canapa.
Tra i nominati in questa categoria, infine, altri due trentini: SiWIGO Srl, una piattaforma web e app che mette in contatto utenti sconosciuti fra loro, quelli che vogliono spedire con quelli che sono disposti a trasportare pacchi, e l’Azienda Agricola Paolo Bertagnolli, che ha riportato un prato alla situazione in cui si trovava ai primi del '900.
Nella categoria "progetti e idee" ha vinto il comune tirolese Gemeindeamt Angerberg con il progetto “4 anni Angerberger Mobil - un modello di successo - 1° taxi rurale elettrico del Tirolo”.
Al secondo posto ex aequo l'associazione altoatesina VKE - Verein für Kinderspielplätze und Erholung e dal Tirolo innsbruck-tirol sports GmbH, entrambi con le loro manifestazioni certificate “Green Event”.
Il terzo premio va a Azienda Agricola Beltrami Adriano e Azienda Agricola Campedelli Lorenzo, che collaborano nella coltivazione di ortaggi biologici. Particolarità è l'utilizzo di cavalli per arare il campo, ottenendo così per esempio anche un aumento della fertilità del terreno.
Tra i nominati in questa categoria, infine, altri due trentini: Comunità della Val di Non, con i suoi “Centri del riuso solidale”, servizio avviato dalla Comunità in via sperimentale in 3 centri di raccolta dei rifiuti, e ARCADIA Associazione Relazione Uomo Animale Onlus, che è l'unico canile in Italia ad essere certificato ISO 9001, 14001 e da poco anche EMAS.
Nell'ambito del Premio Ambiente 2016 è stato assegnato come di consueto anche il "Premio Energia Trentino", sponsorizzato dall'APRIE - Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia della Provincia autonoma di Trento: il vincitore è l‘Eco Hotel Bonapace, l’hotel costruito come casa passiva è il primo che soddisfa le 3 principali certificazioni: Arca Platinum, Passivhause Institut e KlimaHaus hotel Gold.
Il Premio ambiente EUREGIO Tirol-Alto Adige-Trentino è un progetto comune dell'Abteilung Umweltschutz/Tirol, dell'Agenzia provinciale per l'ambiente/Alto Adige, Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente/Trentino e la Transkom Sas.

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La Giunta, su proposta di Zeni, ha modificato il Piano provinciale di controllo delle malattie bovine

Brucellosi e leucosi bovina: controlli sulla matrice latte

A partire dal 2017 i controlli relativi a brucellosi e leucosi enzootica bovina saranno effettuati in gran parte sulla matrice latte. È questa la principale novità della deliberazione approvata oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni, che modifica il Piano di controllo delle malattie dei bovini. I controlli sul latte di massa, che vengono demandati all'Azienda provinciale per i Servizi sanitari, garantiranno un risparmio economico senza andare a discapito delle garanzie sanitarie per il mantenimento della qualifica di "territorio ufficialmente indenne da brucellosi e leucosi bovina enzootica".

Con lo stesso dispositivo sono state definite le modalità di controllo nei confronti della tubercolosi bovina per il 2017, che rispecchiano quelle già adottate nel 2016 e che riguardano l'effettuazione dei test per la diagnosi della tubercolosi sui bovini di età superiore alle sei settimane nel 50% dei capi.
Infine è stato approvato il piano di finanziamento per il controllo di tubercolosi, brucellosi e leucosi bovina per il 2017, che prevede un costo complessivo presunto di 229.703,82 euro, di cui 180.000 euro come eventuale indennizzo per l'abbattimento.

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18/12/2016, 13:29
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L'inverno nelle aree protette del Trentino

Nella stagione in cui l'uomo si ritira nei paesi di fondovalle, gli animali diventano padroni di un mondo incantevole, silenzioso e selvaggio. Questo è il momento più affascinante per visitare i Parchi e le Reti di Riserve trentine, che offrono avvincenti proposte da dicembre a marzo: passeggiate guidate, escursioni con racchette da neve, emozionanti esplorazioni ed avventure all'aria aperta. I calendari dettagliati delle proposte invernali di Parchi e Reti di Riserve sono disponibili sul sito http://www.areeprotette.provincia.tn.it ... ina82.html

A chi vuole godere della montagna in bianco ma non necessariamente in verticale, a chi ama la tranquillità ed i luoghi speciali e meno frequentati, le aree protette offrono coinvolgenti proposte: passeggiate guidate, escursioni con racchette da neve, emozionanti esplorazioni ed avventure all'aria aperta. Una compilation di occasioni diverse e divertenti per esplorare il Trentino in bianco, vivere l'atmosfera dei paesi di montagna e scoprire luoghi preziosi. Fiore all’occhiello sono le camminate con il passo lento delle ciaspole, sulle tracce degli animali scoprendo le loro strategie per superare il rigido inverno. Ma anche "a caccia" di paesaggi immensi, di colori tenui e di atmosfere senza tempo. Da dicembre a marzo, un ricco calendario di appuntamenti nei parchi, occasioni uniche per vivere una dimensione diversa di una natura straordinaria.

Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino propone le passeggiate nell’atmosfera fiabesca della “Foresta dei violini” di Paneveggio. A San Martino di Castrozza una iniziativa tra “storia e natura” permette di scoprire le radici storiche e i pregi naturalistici di questa rinomata località dolomitica mentre una passeggiata nei dintorni racconta le soluzioni adottate dalla valle per vivere a basso impatto ecologico. Le escursioni con le racchette da neve, con l’accompagnamento delle Guide Alpine, conducono in luoghi magici del Parco: i Laghetti di Colbricon con le storie dei cacciatori preistorici, l’Altopiano delle Pale con la suggestiva atmosfera di un mare di neve, i Piani della Cavallazza con i branchi di camosci.

Molto nevoso per le alte cime delle montagne che sfiorano i 3800 metri, il Parco Nazionale dello Stelvio Trentino offre nelle vallate di Peio e Rabbi molti itinerari innevati tra boschi e pascoli. Grazie ai racconti delle Guide Parco, le escursioni con le racchette da neve - sia diurne che serali al chiaro di luna - si trasformano in piccole avventure nelle bellezze naturalistiche del territorio: vecchi masi, pendii terrazzati, boschi, malghe… Un’occasione per scoprire come animali e piante del Parco affrontano il duro inverno alpino.

Emozioni d’inverno anche nel Parco Naturale Adamello Brenta dove si potrà andare alla scoperta di una natura che dorme solo apparentemente in un paesaggio disegnato dalla magia e dai giochi di luce dell’ambiente invernale. “Dormon o son desti?” ci si chiede sull’Altopiano della Paganella sulle tracce degli animali, mentre ci sono “Un’oasi da scoprire” fatta di ghiaccio e gelo nella Comano Valle Salus e il “Fascino eterno: le Dolomiti, la neve e il tramonto” a cui abbandonarsi in Val Rendena. Le Guide alpine e gli Operatori del Parco, non solo accompagnano i partecipanti e raccontano l'area protetta, ma, sono impegnati anche in dimostrazioni delle attività d'alta quota: arrampicata su ghiaccio, sci alpinismo, ricerca dispersi in valanga. Inoltre, alla Casa del Parco Geropark di Carisolo è eccezionalmente allestita fino a marzo la mostra itinerante “DinoMiti – Rettili e Fossili delle Dolomiti” rivolta soprattutto alle famiglie.

Anche le Reti di Riserve - mosaico di 9 aree protette da Fiemme e Fassa alle Alpi Ledrensi, dalla Sarca all’Alto Noce, dal Baldo a Cembra e Bondone - mettono insieme un piccolo ma interessante calendario di proposte: serate per scoprire il gusto speciale della Val di Cembra incontrando produttori di vino e di birra; ciaspolate di luna piena sulle Alpi Ledrensi, e dopo cena un tuffo nell’atmosfera delle fiabe a Ledro Land Art con letture animate; ciaspolate a Tremalzo, di sera con gli astronomi e di giorno con gli esperti di adattamenti invernali di animali e piante; il percorso con soste golose tra le malghe del Monte Baldo, ciaspole ai piedi.


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21/12/2016, 22:08
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La ricercatrice Stefania Savoi vince il premio SIVE per la migliore tesi di dottorato in viticoltura

Uva e stress idrico, tesi di dottorato Mach premiata dalla Società italiana di viticoltura ed enologia


Dopo i premi per le ricerche sulla difesa sostenibile delle colture arriva un altro importante riconoscimento per la Fondazione Edmund Mach. La SIVE, Società Italiana di Viticoltura ed Enologia, ha premiato la ricercatrice trentina Stefania Savoi per la migliore tesi di dottorato nel campo della viticoltura per l’anno 2016.
Il concorso SIVE per il conferimento di due premi per tesi di dottorato di ricerca intende valorizzare le attività di ricerca che abbiano portato un valido contributo, sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nel settore vitivinicolo. La cerimonia di premiazione, giunta alla sua seconda edizione, si è svolta nei giorni scorsi, presso Foiano della Chiana ed è stata intitolata alla memoria del compianto professore Roberto Ferrarini.

La ricercatrice trentina ha studiato nel suo lavoro di tesi gli effetti di un moderato stress idrico sulla fisiologia dello sviluppo e maturazione dell’acino d’uva in varietà a bacca bianca e rossa usando un approccio multidisciplinare che ha incluso due anni di sperimentazione in campo, l’analisi dei trascritti mediante la tecnica dell’RNA sequencing e l’analisi dei metaboliti su larga scala. Questo lavoro, che sarà presentato nel mese di maggio a Enoforum di Vicenza, è stato svolto presso la Fondazione Edmund Mach, l’Università degli Studi di Udine, e il Wine Research Centre of the University of British Columbia (Vancouver, Canada) sotto la supervisione di Fulvio Mattivi, Enrico Peterlunger e Simone Diego Castellarin.
Attualmente Stefania Savoi sta svolgendo il suo post-dottorato a Vienna, presso l’University of Natural Resources and Life Sciences e precisamente nel gruppo di Viticoltura e Pomologia.

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13/01/2017, 8:20
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Nasce il nuovo sistema di commercializzazione in rete del legno trentino

Il Trentino vanta da anni un consolidato sistema di gestione e certificazione della filiera foresta-legno che lo pone all’avanguardia nel settore in campo nazionale. Oggi, il sistema si arricchisce di uno strumento aggiuntivo che facilita il rapporto fra il bosco e sui fruitori in termini commerciali, grazie alla collaborazione tra Camera di Commercio di Trento e Provincia autonoma (Servizio Foreste e fauna). Questo nuovo sistema di commercializzazione in rete del legno trentino consentirà in modo rapido ed economico di acquisire offerte di acquisto o vendita del legname delle nostre foreste e della biomassa da parte di tutti i soggetti interessati, sia privati che pubblici, e permetterà nel tempo di costruire anche una banca dati statistica sui movimenti commerciali relativi alla materia prima legnosa.

Il nuovo sistema di commercializzazione in rete del legno trentino si colloca all’interno del portale www.legnotrentino.it che opera con successo da anni, nel costruire un rapporto fra soggetti che gestiscono il bosco trentino e gli operatori commerciali.
Sarà pienamente operativo a partire dal prossimo mese di febbraio e, per illustrare i dettagli del suo funzionamento, saranno organizzati due incontri di formazione in programma entrambi martedì 24 gennaio:

- un primo incontro rivolto principalmente ai segretari comunali, ma esteso anche agli amministratori e ai tecnici, è previsto dalle ore 9.00 alle 12.00 presso la Sala Calepini al secondo piano della Camera di Commercio di Trento in via Calepina 13, con la presenza dell’Assessore provinciale Michele Dallapiccola;

- un secondo incontro, riservato alle aziende, si terrà invece dalle ore 17.00 alle 19.00 presso il Laboratorio di formazione di Palazzo Roccabruna a Trento in via S. Trinità 24.


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Organizzata dalla Rappresentanza della Regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino

Conferenza il 9 febbraio a Bruxelles: il contributo delle Regioni Alpine alla strategia forestale europea

Si terrà il 9 febbraio prossimo a Bruxelles la conferenza “Il contributo delle Regioni Alpine alla strategia forestale europea: gestione sostenibile e strumenti di finanziamento”, organizzata dalla Rappresentanza della Regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino in collaborazione con la Commissione europea e la Banca europea per gli Investimenti. Scopo dell’evento quello di fornire un aggiornamento sullo stato di implementazione della Strategia Forestale Europea, evidenziando in particolare le priorità della Commissione per il 2017. Questo anche in vista della revisione di medio termine della Strategia, prevista nel 2018. Nel corso della conferenza si intende evidenziare il contributo specifico delle Regioni Alpine rispetto al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Forestale Europea. Fra i relatori l'assessore provinciale all'agricoltura e foreste Michele Dallapiccola.

Il focus tematico dell’evento sarà sviluppato in tre diversi momenti, che rispecchiano tre distinti profili del battito. Il primo aspetto trattato è quello geografico-politico. Il secondo concerne le forme innovative di finanziamento degli investimenti nel settore forestale. Infine sarà presentata l’esperienza locale di Trentino, Alto Adige e Tirolo. Quanto al primo aspetto del dibattito, s’intende fare emergere e valorizzare le specificità delle esperienze delle regioni montano-alpine. Questo in una prospettiva di governance multi-livello delle foreste in Europa. Si tratta di un modello di gestione integrata, sostenibile e nell'ottica dell’economia circolare delle risorse forestali. Tale valorizzazione dovrebbe fondarsi sul riconoscimento delle esternalità positive che le foreste alpine e lo specifico modello sviluppato per la loro gestione esercitano verso la tenuta ambientale e socio-economica dell’intera regione. E’ quindi importante che il dibattito sul futuro delle politiche europee di settore includa una riflessione sull’opportunità di individuare elementi giustificativi di specifiche politiche ed azioni di sostegno e la valorizzazione del prodotto legno. Particolare rilievo assumono in questo senso le iniziative che vanno delineandosi nel quadro della Strategia dell’UE per la Regione Alpina – EUSALP.

In questo primo panel interverrà Michele Dallapiccola, assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento. Relativamente all’aspetto finanziario, sono numerose le iniziative portate avanti dalla Commissione in settori di policy vicini al tema delle foreste. Bio-economia, lotta al cambiamento climatico, gestione sostenibile delle risorse, economia circolare, ricerca e innovazione, sviluppo rurale, sono solo alcuni tra gli esempi di aree correlate.

Il seminario intende accrescere la consapevolezza delle regioni sulle opportunità offerte dall’utilizzo degli strumenti finanziari innovativi anche nel settore delle foreste. La Commissione e la BEI, con il supporto delle Istituzioni nazionali di promozione, hanno già avviato diverse iniziative per favorire l’utilizzo degli strumenti finanziari innovativi nell’implementazione dei Piani di Sviluppo Regionali (PSR). Tali strumenti non sono ancora stati utilizzati specificamente per le foreste. E’ questo però un settore per cui l’interesse degli investitori privati è in forte crescita e che rientra a pieno titolo anche tra le aree di intervento del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) e del Piano Juncker.

Il terzo momento dell’evento consisterà in una rassegna delle esperienze locali delle regioni europee Trentino-Alto Adige e Tirolo. A presentare l’esperienza regionale trentina interverrà Alessandro Wolynski, direttore dell'Ufficio Pianificazione, Selvicoltura ed Economia Forestale della Provincia autonoma di Trento.

Parteciperanno all’evento personalità di spicco nel panorama italiano ed europeo.

Maggiori dettagli sull’evento sono disponibili in allegato e sul sito internet: www.alpeuregio.org.


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22/01/2017, 11:26
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Si è svolta oggi la cerimonia inaugurale del 5° executive master in wine export management

Vino: al via WEM 5, percorso d'eccellenza per creare export manager

Ha aperto i battenti oggi, alla Fondazione Edmund Mach, il 5° executive master in wine export management, il percorso formativo di eccellenza per esperti di commercio estero di vino, con 25 aspiranti manager scelti fra una rosa di 75 candidati provenienti da tutta Italia. Evento di apertura al Palazzo della Ricerca e Conoscenza con presentazione del piano didattico e delle attività, seguita dal seminario sulla professione export manager con l'esperto di commercio internazionale e di processi di internazionalizzazione, Alessio Gambino.

Chi è l'export manager? E' una figura professionale che segue l'azienda nei mercati di destinazione, con il complessivo obiettivo di sviluppare il business estero. Finora la Fondazione Mach ha formato più di cento esperti. Un bravo Export Manager deve conoscere una o più lingue, avere forti doti commerciali e di negoziazione, conoscere il web e le nuove strategie di comunicazione. Deve essere una persona intraprendente, capace di lavorare per obiettivi.
Obiettivi corso. Fornire le competenze gestionali che sono indispensabili per l’export manager, ma che ancora di più sono “vitali” per tutte le aziende che vogliono affacciarsi ai mercati internazionali o potenziarne la loro presenza.
Formula Executive. Concepita per conciliare lavoro e studio, grazie alla struttura modulare che comprende lezioni ed esercitazioni in aula il venerdì più il sabato, a settimane alterne, per complessivi 10 appuntamenti (140 ore totali). WEM si svolgerà alla FEM con formula week – end dal 27 gennaio al sabato 27 maggio.
Docenti. Sono professori universitari, ricercatori, professionisti, consulenti, specialisti del settore enologico e del processo d’internazionalizzazione delle imprese. Il master si avvalerà di testimonianze ed esperienze di responsabili di alcune primarie aziende vinicole italiane con profilo “export oriented”. Iscritti. È indirizzato a neolaureati (di primo o secondo livello), addetti commerciali, ma anche a piccoli imprenditori del settore vitivinicolo che ambiscano ad acquisire, o perfezionare, le competenze nella gestione dell'export del vino. Avere competenze di export management può essere un’esigenza di figure professionali molto diverse nel mondo del vino: il piccolo produttore, magari vitivinicoltore, l’enologo “tuttofare” della piccola cantina, il responsabile commerciale della piccola e media azienda, il proprietario/imprenditore che si occupa a 360° della gestione. Indispensabile buona conoscenza della lingua inglese (riferimento livello B1).
Programma Wem 5. Il percorso formativo del Master è imperniato su 10 moduli che costituiscono le 140 ore di formazione in aula. Le macro aree di approfondimento sono: scenario vitivinicolo italiano e mondiale: produzione, consumi e tendenze; il nuovo profilo dell’export manager; marketing del mondo del vino; organizzazione dei principali mercati internazionali;la comunicazione del vino on line; attitudini ai consumi di vino e comunicazione interculturale;i canali distributivi;comunicare per vendere;le opportunità delle misure di finanziamento dell’unione europea;il binomio identità-relazione per affrontare i mercati.
Il seminario “Professione Export Manager - Crescere sui mercati esteri". ll tema trattato è l'export e l'importanza per le aziende di contare su figure professionali preparate. “Le imprese vitivinicole -spiega Alessio Gambino- hanno sempre più bisogno di entrare o consolidarsi commercialmente nei mercati esteri. Per poterlo fare in modo duraturo e non occasionale hanno bisogno di figure professionali interne che abbiano le competenze necessarie per supportare i processi di internazionalizzazione”. Il lavoro di un export manager è complesso, richiede studio, analisi, capacità di ascolto ed osservazione. “Bisogna dedicare energie fisiche e mentali importanti, spesso affrontando viaggi lunghi e frequenti in Paesi con culture diverse e non immediatamente comprensibili. Il supporto dell’impresa diventa fondamentale per per raggiungere i risultati attesi e pertanto anche gli imprenditori devono investire con risorse finanziarie adeguate e sempre più crescenti”. Alessio Gambino lavora presso CEO IBS ITALIA e Founder Exportiamo.it; esperto di commercio internazionale e di processi di internazionalizzazione, è coordinatore MBA presso l’Università G. Marconi, docente della Business School del Sole24Ore, Exportiamo Academy, NIBI - Nuovo Istituto di Business Internazionale, IPSOA e Tem Academy dell’ICE.


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26/01/2017, 22:11
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