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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
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Nel mese di agosto tre eventi per frutticoltori sulle sperimentazioni per la gestione sostenibile Ad agosto tre mercoledì sulla gestione sostenibile del frutteto Nel mese di agosto la Fondazione Edmund Mach organizza tre incontri dedicati alla presentazione dei risultati delle sperimentazioni in frutticoltura. Il 3 agosto sono in programma le tradizionali “porte aperte” a Maso Part a Mezzolombardo; il 10 agosto nel comune di Predaia ci sarà la dimostrazione pratica attrezzature per la gestione dell’erba lungo il filare e il 24 agosto tornano le “porte aperte” a Maso Maiano di Cles. Tutti e tre gli eventi si svolgeranno di mercoledì, dalle 8.30 alle 12. Mercoledì 3 agosto, dalle 8.30 alle 12, si svolgeranno le tradizionali “porte aperte a Maso Part” a Mezzolombardo con la presentazione dei principali risultati delle sperimentazioni nella frutticoltura di fondovalle. Come sempre i frutticoltori saranno divisi in gruppi per avere la possibilità di seguire tutti gli argomenti presentati dai tecnici. I temi saranno la difesa in frutticoltura biologica, i portinnesti e i sistemi di impianto, l'allevamento in parete stretta, le reti multifunzionali, il diradamento e gli impianti fissi per irrorare, l'innovazione varietale. Quindi si parlerà di andamento della ticchiolatura ed esperienze di gestione del patogeno, fitofagi del melo, perfomance dei portinnesti alternativi a M9, architettura di impianto nel frutteto, forma di allevamento per una frutticoltura di precisione, reti antigrandine multifunzionali per ridurre la chimica, distribuzione degli antiparassitari con atomizzatori scavallanti e diverse tipologie di impianto fisso, presentazione delle varietà di melo sia standard che resistenti frutto del programma di miglioramento genetico della Fondazione Mach. Mercoledì 10 agosto, dalle 8.30 alle 12, a Vervò, nel comune di Predaia (bonifica Biolago) la Fondazione Mach organizza in collaborazione con i frutticoltori della Biolago una dimostrazione pratica di attrezzature per la gestione dell’erba lungo il filare. Da diversi anni nelle aziende sperimentali i tecnologi stanno verificando il risultato della gestione del frutteto senza l’impiego o con un ridotto utilizzo di diserbanti. In relazione alla sempre più frequente sistemazione a girapoggio dei frutteti, con i filari disposti lungo le linee di livello, ed alla conseguente necessità di gestire le rampe che si vengono a creare, è nata l’idea di organizzare una dimostrazione pratica di macchine specializzate per la gestione dell’erba lungo il filare nei terreni in pendenza. Nel corso della mattinata i frutticoltori potranno verificare le caratteristiche tecniche delle singole macchine, chiedere al costruttori e venditori tutte le informazioni per conoscere nei particolari le singole attrezzature, ma soprattutto verificare nella pratica la loro funzionalità. Mercoledì 24 agosto, dalle 8.30 alle 12, a Maso Maiano di Cles focus sui risultati delle sperimentazioni frutticole di montagna. Anche in questo incontro i frutticoltori saranno divisi in gruppi per informarli dei principali risultati ottenuti dalle sperimentazioni. I temi saranno la frutticoltura biologica ed i principali fitofagi del melo, i portinnesti resistenti al reimpianto e adatti al territorio della valle di Non, l'architettura di impianto nel frutteto, l'allevamento in parete stretta e le reti multifunzionali, il diradamento e innovazione varietale con presentazione delle varietà di melo sia standard che resistenti frutto del programma di miglioramento genetico della Fondazione Mach. Il programma degli eventi su www.fmach.it
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29/07/2016, 21:56 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Alle porte aperte di Maso Part oggi 270 frutticoltori hanno “toccato con mano” soluzioni tecniche innovative alle problematiche odierne e future del comparto
270 frutticoltori a Maso Part per la gestione innovativa del frutteto
Le sperimentazioni in frutticoltura condotte dalla Fondazione Mach proseguono verso un modello di frutteto altamente sostenibile e innovativo: si punta sempre più ad un frutteto “in parete”, multiasse, con filari più stretti, che richieda meno trattamenti fitosanitari, favorisca la meccanizzazione e agevoli l'esecuzione delle operazioni colturali. Il punto è stato fatto, oggi, a Mezzolombardo, nella tradizionale giornata di porte aperte a Maso delle Part, in cui si è parlato anche di portinnesti in grado di risolvere il problema della stanchezza del terreno, in particolare in occasione del reimpianto, ma anche di difesa da patogeni e nuove varietà frutto del miglioramento genetico.
Tecnici e ricercatori della Fondazione Mach hanno incontrato oggi a Mezzolombardo più di 300 frutticoltori per aggiornarli sui principali risultati dell'attività sperimentale condotta a maso Part, l'azienda agricola rappresentativa della frutticoltura di fondovalle dove da oltre 40 anni si conducono prove e sperimentazioni su melo e pero. Frutteto in parete, difesa dalle malattie, portinnesti e miglioramento genetico sono i principali temi affrontati nel corso dell'evento, organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico. Dopo l'intervento di apertura del dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico Michele Pontalti, gli esperti Alberto Dorigoni, Franco Micheli, Pierluigi Magnago, Isaac Chini, Nicola Dallabetta, Daniel Bondesan e Luisa Mattedi hanno illustrato ai frutticoltori, divisi in quattro gruppi, i principali risultati e novità.
}Difesa: ticchiolatura e scopazzi sotto controllo, qualche problema dall'afide cenerognolo. Per quanto riguarda la ticchiolatura nel 2016, in val d'Adige, il patogeno non è stato particolarmente aggressivo ed i risultati del suo contenimento sono stati interessanti con la sospensione dei trattamenti alla fine di maggio - inizio giugno. Il quadro dei patogeni è stato completato con il classico aggiornamento sulla situazione Marssonina coronaria e fumaggini, ormai frequenti anche in Trentino. Per quanto concerne gli insetti più importanti, la carpocapsa è risultata, momentaneamente assai contenuta anche se, al permanere di condizioni favorevoli, avrà ancora opportunità di importanti colonizzazioni. Focus anche sugli afidi, con presenza importante del cenerognolo, mentre si segnala la minor aggressività dell'fide lanigero. Nel 2016 gli scopazzi sono stati poco presenti in tutte le aziende della Fondazione Mach e la presenza psille risulta irrisoria ormai da molti anni.
}Allevamento: multiasse e in parete, verso il frutteto pedonabile. Proseguono con esito positivo le prove che riguardano la forma di allevamento in parete e le tecniche che ne conseguono, come la meccanizzazione del diradamento, del diserbo, della potatura estiva ed invernale a finestre, l’uso delle reti polifunzionali, la distribuzione degli agro farmaci con metodi alternativi. Negli anni ci si è spinti verso forme di allevamento delle piante sempre più ardite, riducendo progressivamente la larghezza degli interfilari. Gli impianti degli ultimi anni prevedono 2-2.5 metri tra le file, con alberi di spessore inferiore ai 60 cm, con forma “multi-asse” fino al frutteto pedonabile che non necessita di scale o carri raccolta. Per quanto riguarda i problemi di riduzione della deriva e degli input chimici, lo studio dell’adattabilità degli impianti in parete alle irroratrici a tunnel con recupero della deriva, finora impiegate solo in viticoltura, pur con i limiti attuali degli impianti in Trentino, sta dando dei risultati molto positivi. Le reti polifunzionali consentono una difesa dalla grandine più economica dei tradizionali impianti antigrandine, un controllo efficace e puramente meccanico contro diversi pericolosi insetti e la regolazione della carica dei frutti in modo naturale. Il frutteto in parete si presta per applicare sistemi di distribuzione dell'agrofarmaco a punto fisso che consentono di fare trattamenti in modo automatizzato e sulle infezioni reali in atto.
}Portinnesti tolleranti al reimpianto, resistenti ai patogeni e con ottima performance produttiva. Il problema della stanchezza dei terreni, connesso alla successione degli impianti negli anni della stessa specie, ha portato alla ricerca di portainnesti tolleranti al reimpianto provenienti da diversi istituti nazionali e internazionali. Alcuni di questi portainnesti rivestono un' ulteriore importanza perché resistenti a diversi patogeni e avversità atmosferiche; per tale ragione sono stati provati su più cultivar e in differenti zone per valutarne l’adattabilità al nostro territorio. CG11 e B9 hanno dimostrato un’ottima efficienza produttiva, simile al portainnesto di riferimento M9. In particolare G11 risulta essere adatto a tutte le varietà testate, mentre B9 è interessante per la cultivar Fuji avendo una vigoria minore di M9. Ottima la performance produttiva dei nuovi genotipi CG935 e CG6969 nei primi di impianto ed essendo vigorosi risultano particolarmente interessanti per la cultivar Red Delicious. L’introduzione di genotipi alternativi ad M9 può portare a cambiamenti nella gestione della pianta sia per quanto riguarda la potatura che la forma di allevamento. La scelta del tipo di pianta è determinante per ottenere una rapida entrata produttiva degli impianti intensivi ai fini di ottenere un frutteto economicamente sostenibile.
}Miglioramento genetico del melo: verso una maggiore attenzione alle componenti salutistiche Pierluigi Magnago del Centro Ricerca e Innovazione ha presentato i risultati raggiunti dal programma di miglioramento genetico del melo e alcune delle migliori selezioni. Oltre alle caratteristiche visive e gustative, il programma di miglioramento genetico cerca di guardare anche ai composti nutraceutici nei frutti. Il miglioramento genetico, soprattutto nel breeding classico legato ai cicli della natura, necessita di tempi relativamente lunghi. Vi è quindi la necessità di anticipare lo studio di caratteri che si presume in futuro possano concretizzarsi in maggiori e/o nuove opportunità commerciali. Il programma di miglioramento genetico del melo, intrapreso da FEM a partire dal 1999, in questi ultimi anni ha ampliato ed intrapreso lo studio e la ricerca di selezioni che a valide caratteristiche agronomiche ed organolettiche associno elevati contenuti in fitochimici ad evidenti funzioni salutistiche.
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03/08/2016, 22:07 |
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Marco
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Giovedì prossimo presentazione sperimentazioni nel comparto bio su vite a FEM e su melo a Laimburg
11 agosto, giornata tecnica biologica Fem-Laimburg
Torna anche quest’anno l’incontro organizzato in collaborazione tra Fondazione Edmund Mach e il Centro sperimentale di Laimburg per presentare il quadro complessivo della attività sperimentali a favore del biologico in frutticoltura e viticoltura nelle provincie di Trento e Bolzano. L’iniziativa è in programma nella giornata di giovedì 11 agosto. Dopo l'illustrazione in aula dei risultati è possibile per gli agricoltori visitare le parcelle sperimentali e vedere direttamente l'esito delle sperimentazioni.
Il primo appuntamento è previsto in mattinata con gli esperti del Centro Trasferimento Tecnologico FEM a San Michele, che presenteranno le loro ricerche e risultati nella viticoltura biologica: quest’anno si parlerà tra l’altro delle strategie di lotta contro la peronospora e del contenimento di Planococcus ficus (la cocciniglia che danneggia la vite). Nel pomeriggio gli esperti del Centro Laimburg proporranno visite guidate nei campi sperimentali a Laimburg e spiegheranno i risultati delle sperimentazioni pluriennali sulla gestione del suolo e il diradamento in frutticoltura biologica. L'attenzione è posta sulla biodiversità funzionale, sul sistema Keep-In-Touch®, che permette una copertura totale del frutteto, sulla regolazione delle erbe infestanti, sulla gestione della varietà Cripps Pink in agricoltura biologica. (sc)
I due momenti di approfondimento sull'agricoltura biologica sono in programma: giovedì, 11 agosto dalle 9 alle 12.30 (viticoltura) alla Fondazione Mach a San Michele all'Adige – aula magna; a seguire dalle 14 alle 17 (frutticoltura) al Centro di sperimentazione Laimburg a Vadena.
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05/08/2016, 20:48 |
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Marco
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Più di 200 viticoltori oggi alla FEM per l'incontro sulla viticoltura biologica. Per la frutta focus a Laimburg
Sperimentazioni settore bio, il punto oggi a san Michele e Laimburg
La viticoltura biologica è stata al centro dell'incontro che si è svolto questa mattina, presso l'aula magna della Fondazione Edmund Mach, nell'ambito della giornata tecnica biologica organizzata in collaborazione con il Centro di sperimentazione agricola e forestale di Laimburg. L'evento ha registrato una massiccia partecipazione di viticoltori, accorsi in più di 200 per conoscere da vicino gli esiti delle sperimentazioni condotte dall'Unità agricoltura biologica del Centro Trasferimento Tecnologico nel settore viticolo biologico.
Luisa Mattedi, Roberto Zanzotti, Roberto Lucin, Gaja Boscheri hanno trattato il tema della difesa della vite, in particolare le strategie di lotta contro la peronospora e il contenimento di Planococcus ficus, la cocciniglia che danneggia la vite. L'incontro ha previsto l'illustrazione delle prove in aula magna e la visita alle parcelle sperimentali. Si è parlato dell’andamento della peronospora in Trentino nel 2016 e dei risultati dei confronti eseguiti in prove parcellari a S. Michele, dove sono messi in confronto dosaggi diversi di rame e prodotti alternativi a questo metallo. In particolare sono stati testati due estratti vegetali, uno a base di equiseto e uno a base di oli estratti da bucce di agrumi. Nelle prove è stata confermata l’efficacia di bassi dosaggi di rame, purché distribuiti tempestivamente prima delle piogge infettanti, mentre per i prodotti alternativi i risultati sono meno evidenti e richiedono altre conferme. I tecnici hanno parlato anche di peronospora nell'ambito delle prove condotte in laboratorio con infezioni artificiali in condizioni controllate. Spazio poi alla situazione fitosanitaria riscontrata nelle aziende biologiche sparse sul territorio e seguite dal servizio di consulenza tecnica della FEM. La situazione fitosanitaria nel campione delle aziende controllata appare discreta sia riguardo il contenimento delle patologie che per la qualità dell’uva. Come sempre saranno comunque determinanti le settimane immediatamente precedenti la vendemmia per definire nel dettagli aspetti qualitativi e quantitativi delle uve. L'ultimo intervento ha riguardato una patologia emergente anche in Trentino, il Planococcus ficus, una cocciniglia che oltre a determinare danni diretti su vegetazione e grappolo, costituiti da imbrattamento da melata e fumaggini, crea preoccupazione anche come vettore di virosi e causa indiretta di sviluppo di tossine (ocratossine). Contro questo pericoloso fitofago, comparso solo di recente nei nostri vigneti e che in passato era diffuso solo nelle regioni meridionali, i viticoltori biologici hanno a disposizione il lancio di insetti utili e, in prospettiva, la confusione sessuale. Il controllo di Planococcus viene affrontato esclusivamente con pratiche di controllo biologico, che non inquinano il vigneto e l’ambiente e non comportano l’utilizzo di insetticidi di sintesi, peraltro vietati in agricoltura biologica. Considerato l'andamento stagionale critico, nel complesso il quadro che emerge dal mondo dei viticoltori biologici appare quindi abbastanza positivo, con un discreto controllo delle patologie e uno stato delle uve positivo sia per quantità che per qualità. Nel pomeriggio gli esperti del Centro Laimburg proporranno visite guidate nei campi sperimentali a Laimburg e spiegheranno i risultati delle sperimentazioni pluriennali sulla gestione del suolo e il diradamento in frutticoltura biologica.
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12/08/2016, 11:52 |
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Marco
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Dallapiccola: "I produttori biologici devono collaborare tra loro. Il Bio trentino al 5,6 per cento, il doppio rispetto all'Alto Adige."
Il bio trentino avanza anche nella Grande Distribuzione
E' un buon momento per il biologico in Trentino: le produzioni agroalimentari biologiche, dalle farine al miele, dai formaggi ai salumi, dai prodotti orticoli alle erbe officinali, stanno sempre più conquistando segmenti di consumo e visibilità nei punti vendita. Anche quelli della Grande Distribuzione, sempre più attenta a presidiare una nicchia di consumo in crescita ed a valorizzare il territorio, le risorse e le piccole aziende agricole che in Trentino "fanno" il biologico. Un esempio è il progetto "BIO Trentino" del Gruppo Poli, presentato stamane in anteprima presso uno dei suoi punti vendita, l'Iper Poli di via Gemma De Gresti. Alla presentazione dell'iniziativa, che gode del sostegno della Provincia che ha concesso a Poli l'utilizzo del marchio territoriale "Trentino", anche l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola.
"La produzione biologica prospera nelle nostre vallate - ha spiegato il direttore generale del gruppo, Mauro Poli - e molti sono ormai i produttori che producono referenze bio in svariate categorie merceologiche, tutte di ottima qualità. Spesso, però, si tratta di piccole realtà poco strutturate per la vendita ma di fondamentale importanza per diffondere una cultura dell'alimentazione di qualità e un consumo consapevole. A loro offriamo la nostra competenza commerciale, un supporto nella comunicazione e presentazione dei prodotti in negozio, servizi logistici di raccolta, stoccaggio e distribuzione dei prodotti sulla rete di vendita, una remuneratività certa e una garanzia di fatturato che consente loro anche di fare nuovi investimenti."
Il valore dell'iniziativa è riconosciuto dalla stessa Provincia autonoma di Trento, che ha accordato al progetto del Gruppo Poli il marchio "Trentino", qui associato al logo "Locale". Le aziende che hanno aderito al progetto sono ancora un ristretto numero (7, ma altre 4 si aggiungeranno nelle prossime settimane) e 120 sono le "referenze" (prodotti) in vendita; le categorie sono quelle dei trasformati tipici del Trentino (passate, sughi, succhi, salse) ma ben presto si aggiungeranno anche i prodotti freschi.
Anche l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola saluta con grande favore l'apertura della nuova piattaforma di vendita del biologico. "Si tratta senza dubbio di una opportunità interessante che raccoglie un indirizzo di mercato. Rispetto alla realtà nazionale, il Trentino vanta una produzione biologica pari al 5,6 % della produzione agricola complessiva, una percentuale che è circa il doppio rispetto a quella del vicino Alto Adige, a dimostrazione che in Trentino c'è grande sensibilità rispetto a questo modo di produrre, che non è comunque l'unico rispettoso dell'ambiente e della sostenibilità: dobbiamo infatti ricordare il grandissimo passo che, grazie a FEM, Apot ed ai nostri produttori, è stato fatto rispetto al sistema di lotta integrata che ci pone assolutamente all'avanguardia a livello nazionale."
La presentazione dell'iniziativa lanciata dal Gruppo Poli è stata anche l'occasione per l'assessore Dallapiccola di ritornare sull'"emergenza" peronospora: "Al di là delle polemiche e del disagio che le fitopatie hanno generato in questo periodo va ricordato che se queste esistono è perché qui si è praticato un modo di coltivare rispettoso della natura che comporta purtroppo, oltre al fatto di avere buoni prodotti, anche la sopravvivenza di qualche specie che può essere nociva e contro la quale si sta cercando di combattere in modo soft e sostenibile. L'invito ai produttori biologici trentini è quello di collaborare tra loro, in varie forme, per cogliere le opportunità di un Trentino molto segmentato anche dal punto di vista logistico e che ha bisogno di momenti aggregativi come questo".
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12/08/2016, 21:59 |
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Marco
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Il rifugio Pian dei Fiacconi di Canazei ottiene il marchio provinciale che certifica la ristorazione sostenibile
Ecoristorazione Trentino, arriva il primo rifugio alpino
Ecoristorazione Trentino raggiunge una nuova vetta, stavolta letteralmente: oggi il marchio è stato assegnato al primo rifugio alpino d’alta quota, non raggiungibile con strada rotabile, il Rifugio Pian dei Fiacconi di Canazei.
L’iter di rilascio del marchio ha svolto la funzione di un test per il disciplinare Ecoristorazione, che chiaramente ha dovuto fare i conti con alcune situazioni di non applicabilità, di cui la più rilevante è la somministrazione di acqua del rubinetto, che in alta quota, senza acquedotti, non arriva.
D’altra parte, per le stesse ragioni, il disciplinare s’è trovato talvolta a essere “largo di maniche”, come ad esempio sui criteri relativi al risparmio idrico, che un rifugio non raggiunto da acquedotto ovviamente rispetta a prescindere, e in modo stringente.
Al di là di queste poche situazioni di disallineamento, però, il disciplinare si è rivelato nel complesso applicabile anche a un rifugio d’alta quota. Anzi. Il Rifugio Pian dei Fiacconi è riuscito a totalizzare 33,5 punti, un punteggio ben più alto del minimo (24) e superiore anche a quello medio (31) ottenuto dal complesso degli eco-ristoranti certificati.
Da segnalare che per il menù sono stati impiegati un numero di prodotti bio e a filiera trentina molto superiore al minimo richiesto. Un rilievo merita anche l’offerta vegetariana, più assortita di quella che normalmente si trova in un rifugio. Anche lo sforzo comunicativo è notevole, con la realizzazione ad hoc di alcune illustrazioni inserire nel menù e ispirate al progetto Ecoristorazione Trentino.
La strada è quindi aperta anche per gli altri numerosi rifugi alpini presenti in Trentino.
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18/08/2016, 22:32 |
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Marco
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Convocata a Verona la riunione per il suo riconoscimento. Dallapiccola: "Un'opportunità in più per conquistare i mercati"
Pinot Grigio, il 30 agosto il via alla nuova Doc "Delle Venezie"
Martedì 30 agosto si terrà a Verona, presso Veronafiere, la riunione di pubblico accertamento convocata dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per il riconoscimento della nuova DOC "Delle Venezie" del Pinot Grigio. Si tratta di un passaggio fondamentale, preceduto dalla costituzione nello scorso febbraio dell'Associazione temporanea di scopo "Produttori vitivinicoli trentini, friulani e veneti", e che arriva a conclusione di un lungo percorso di condivisione tra i territori più vocati in Italia per la produzione di vino Pinot Grigio. La nuova DOC "Delle Venezie" è rappresentativa di circa 20.000 ettari di vigneto Pinot Grigio, di cui circa 3 mila in Trentino, una delle più grandi Doc nazionali, in grado di competere a livello internazionale, in particolare sul mercato americano.
Contestualmente alla richiesta ufficiale di riconoscimento della DOC "Delle Venezie" per il Pinot Grigio, alla riunione si parlerà anche della modifica della attuale IGT "delle Venezie" a "Trevenezie" (al fine di non generare confusioni e sovrapposizioni nominative con la nuova DOC) e del relativo disciplinare di produzione, nonchè delle modifiche dei disciplinari di produzione delle IGT venete ("Veneto", "Vallagarina", "Veneto Orientale", "Marca trevigiana", "Colli trevigiani", "Conselvano". "Alto Livenza", "Verona", "Provincia di Verona" e "Venezia Giulia".)
Soddisfatto del, non facile, percorso fin qui fatto dalla Provincia di Trento e dai soggetti trentini maggiormente rappresentativi del mondo vitinicolo trentino (Federazione trentina della Cooperazione, Consorzio Vini del Trentino, sindacati agricoli Coldiretti, Confagricoltura e Cia) l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola: "La nuova DOC "delle Venezie" non è la "svendita" del nostro Pinot Grigio ma una ulteriore opportunità di sviluppo, valorizzazione e presenza sui mercati internazionali di un vino che sta riscuotendo notevoli successi e che, grazie alla nuova DOC, sarà più protetto contro falsi e sofisticazioni. L'accordo con i produttori veneti e friulani ci spinge ad una ulteriore assunzione di responsabilità nella gestione della nuova DOC per il Pinot Grigio, uno strumento che, ricordo, si aggiunge e non si sostituisce alle nostre tradizionali denominazioni Trentino Doc, Doc Valdadige, Igt Dolomiti, denominazioni importanti e fortemente identitarie del nostro territorio, con disciplinari più rigidi e qualitativamente elevati, che potranno comunque continuare ad essere utilizzate dai nostri produttori".
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18/08/2016, 22:36 |
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Marco
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Approvati dalla Giunta i criteri per la concessione dei contributi. Domande dal 22 agosto al 12 settembre 8 milioni di euro per i nuovi impianti irrigui
Non sempre le opportunità di finanziamento offerte, attraverso il Psr - Programma di sviluppo rurale -, dal Fondo europeo agricolo, rispondono pienamente alle specifiche esigenze dei territori, a cui risulta viceversa più utile rispondere facendo ricorso a normative provinciali. E' il caso dell'irrigazione, settore disciplinato dalla Legge provinciale sull'agricoltura (art. 35, comma 1°, L.p. 4/2003) che prevede la possibilità di concedere dei contributi per la realizzazione di nuovi impianti, mentre l'analoga operazione del Psr, che la Provincia ha ritenuto per il momento di non attivare, li prevede solo per la riconversione di impianti esistenti. Una scelta che sta alla base della deliberazione firmata dall'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, ed approvata stamane dalla Giunta provinciale, con la quale si sono approvati i criteri per la concessione dei contributi. Le risorse messe a disposizione dalla Provincia per i nuovi impianti irrigui sono pari a 8 milioni di euro, da lunedì prossimo 22 agosto al 12 settembre il periodo utile per presentare le domande di contributo al Servizio Agricoltura.
In Trentino - spiega l'assessore - abbiamo oltre 10.000 ettari di colture, in gran parte vigneti e frutteti, serviti da impianti di irrigazione. In questi anni abbiamo fatto un notevole sforzo per riconvertire i vecchi impianti a pioggia o a scorrimento, ormai obsoleti e non più sostenibili perchè comportano un grande dispendio d'acqua, con impianti di irrigazione a goccia, che consentono invece risparmi delle risorse idriche. Ci sono però ancora circa 600 ettari di aree agricole non servite da alcun sistema d'irrigazione e per le quali c'è dunque la necessità di intervenire realizzando nuovi impianti. E su questa scelta abbiamo ottenuto anche l'assenso della Commissione Europea, che ha stabilito che i contributi previsti dalla nostra legge provinciale sull'agricoltura non sono configurabili come aiuti di Stato perché il beneficio che se ne ricava va a vantaggio dell'intera collettività".
Fra le zone dove vi è più necessità di intervenire - e dove pure si è intervenuto in passato per riconvertire vecchi impianti di irrigazione per scorrimento in impianti a goccia - c'è l'Alto Garda, e sarà proprio in questa zona che si concentreranno le maggiori iniziative. "L'importante - aggiunge l'assessore Dallapiccola - è che sia in caso di realizzazione di nuovi impianti sia nel caso di miglioramenti di impianti esistenti, vengano applicati i misuratori che limitano l'utilizzo dell'acqua al minimo indispensabile".
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20/08/2016, 13:54 |
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Marco
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Mercoledì 21 settembre alla FEM lectio magistralis sull'Europa Romano Prodi professore d'eccezione alla Fondazione Mach
La lectio magistralis del professore Romano Prodi sulle prospettive dei giovani in Europa è in programma mercoledì 21 settembre, alle ore 11.00, presso l'aula magna della Fondazione Mach e sarà riservata agli studenti del Centro Istruzione e Formazione. Trasmessa in diretta streaming su live.fmach.it e sulla pagina Facebook FEM, la lezione dell’ex Presidente del Consiglio dei ministri nonché ex Presidente della Commissione europea, intitolata “L’Europa tra realtà e speranze”, sarà focalizzata sul futuro dell'Europa e sulle prospettive dei giovani. All'appuntamento saranno presenti, accanto all'assessore provinciale all'università e ricerca, Sara Ferrari, il presidente Andrea Segrè, i consiglieri di amministrazione e la dirigenza.
"L’Istituto agrario è il nucleo storico della Fondazione Mach”, ha spiegato il presidente FEM. “La cittadella dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ambiente di S. Michele, oggi conosciuta a livello internazionale, è partita da lì nel 1874. La scorsa settimana per i 935 studenti della scuola è iniziato un nuovo anno tra i banchi. Il Presidente Romano Prodi è la persona giusta per rivolgersi a tutti loro sul tema dell’Europa in un momento di cambiamento come quello attuale. Nel suo intervento, focalizzato sulle nuove generazioni, analizzerà le prospettive del Vecchio Continente con tutta l'esperienza e la competenza che derivano dai suoi prestigiosi incarichi passati". Il Presidente Prodi, a capo della Commissione europea negli anni delle scelte strategiche per l'Unione, come l’introduzione dell’euro e l’allargamento a 25 Paesi, risponderà alle domande che gli saranno poste dagli studenti delle quinte classi, dell'alta formazione e dell'Università. Terminata la lezione, dalle 12.30 alle 14, si terrà la visita alle strutture della Fondazione. Romano Prodi andrà a visitare i laboratori del Palazzo Ricerca e Conoscenza per conoscere le attività di ricerca sui genomi e sulla genetica delle colture agrarie. Si passerà poi nelle serre per conoscere i sistemi a basso impatto e naturali per difendere le piante, arrivando poi all'impianto ittico impegnato a sviluppare e migliorare i metodi di allevamento dei pesci, nei laboratori di tracciabilità in grado di rintracciare l'origine geografica degli alimenti, per concludere nella storica cantina nell'antico monastero agostiniano, simbolo dei 142 anni di storia di questo ente.
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20/09/2016, 7:09 |
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Marco
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In occasione degli impegni alla Fondazione Mach il professore ha visitato il Museo di San Michele
Il professor Romano Prodi al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina
Al termine della lectio magistralis riservata agli studenti del Centro Istruzione e Formazione, che si è tenuta presso l’aula magna della Fondazione Mach, il professor Romano Prodi ha fatto visita al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Insieme a Sara Ferrari, l’Assessore all'università e ricerca, politiche giovanili della Provincia Autonoma di Trento, e ai dirigenti della Fondazione Mach, il professore è stato accolto dalla vicedirettrice del Museo, Antonella Mott, e dalla responsabile della comunicazione, Daniela Finardi, che hanno avuto modo di illustrare i contenuti del Museo a quasi cinquant’anni dalla sua fondazione. Attraverso un lungo racconto per tappe, il Museo di San Michele getta uno sguardo d'insieme su un mondo popolare ricco di saperi e di creativa ingegnosità che ha caratterizzato non solo il Trentino, ma l’intero arco alpino.
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21/09/2016, 22:31 |
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