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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Primo corso nazionale per accedere all'esame di stato per la libera professione di perito agrario Perito agrario, alla FEM il primo corso nazionale alternativo al praticantato: iscrizioni entro il 15 luglio Vi siete diplomati in un Istituto Tecnico Agrario e volete esercitare la professione di perito agrario? Da oggi per accedere all'esame di abilitazione non c'è solo la via del praticantato. Il recente accordo, il primo sottoscritto a livello nazionale, tra la Fondazione Edmund Mach e il Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati ha istituto un corso post diploma di 800 ore con l'obiettivo di fornire una adeguata e solida preparazione tecnico-pratica per chi intende fare l'esame e abilitarsi come perito agrario. Le iscrizioni sono aperte e c' è tempo fino al 15 luglio. Il corso si rivolge a tutti coloro che hanno un diploma di istituto agrario, e provengono anche da fuori regione. Si arricchisce il panorama dei percorsi formativi organizzati dal Centro Istruzione e Formazione della Fondazione Edmund Mach. L'ultimo, nella lunga lista, è il corso post-diploma per accedere all'esame di stato di perito agrario. Un’alternativa, nuova, a quelle già previste dalla legge, che emerge dal recente accordo tra FEM e il collegio nazionale dei periti agrari col patrocinio del collegio provinciale di Trento. A chi si rivolge. Il corso si rivolge agli studenti diplomati negli indirizzi Produzioni e Trasformazioni, Viticolo Enologico e Gestione Ambiente e Territorio dopo che la riforma della scuola superiore è giunta a regime liceizzando il precedente diploma di Perito Agrario. Articolazione. In due moduli principali: il primo, di 400 ore con taglio scolastico, volto ad approfondire quegli argomenti professionalizzanti non più sufficientemente trattati nei nuovi programmi scolastici; il secondo, di 400 ore più pratico, volto a far vivere un breve periodo nel mondo professionale e a far comprendere l’importanza del lavoro in team, ormai assolutamente indispensabile. Durata. 800 ore complessive, 4 moduli di 100 ore riguardanti estimo, economia e contabilità, fitoiatria, meccanizzazione, topografia e costruzioni rurali, fiscalità e libera professione ed un secondo modulo di 400 ore con attività tecnico pratiche. Il corso sarà attivato al raggiungimento di un numero minimo di 15 iscritti. Nel caso in cui il numero delle domande sia maggiore di 25 sarà svolto in settembre un test pre-selettivo. Requisiti professione. Per esercitare la libera professione di perito agrario occorre: avere un diploma di maturità agraria e aver svolto un praticantato di almeno 18 mesi presso uno studio di un perito agrario o di un dottore agronomo, oppure avere una laurea del settore agrario, o ancora, in alternativa, aver frequentato questo nuovo corso post diploma e in ogni caso aver superato l'esame di abilitazione all'esercizio della libera professione, necessario per l’iscrizione all’albo professionale dei Periti Agrari. Maggior informazioni http://www.fmach.it/CIF/Didattica/Corso ... to-Agrario
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14/06/2016, 16:26 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Presentate dal Parco Paneveggio Pale di San Martino le iniziative per l'estate: ritorna la mostra sull'Urogallo, presentata la guida "Il Parco in Tasca"
Gallo cedrone, un convegno internazionale per capire come salvarlo
Ritorna nella splendida cornice della Val Canali, a Villa Welsperg, dopo l'allestimento del 2013, la mostra dedicata al Gallo cedrone. E ritorna, con alcune integrazioni, nell'anno che il Parco dedica a questa rara specie che, scomparsa in gran parte dalle foreste delle Alpi, vive nei boschi di questa area protetta della quale ne è diventata un po' il simbolo. In autunno il Parco promuoverà un convegno internazionale dedicato al Gallo cedrone che, analogamente ad altri momenti di studio promossi in questi anni, vuole fare il punto sui risultati emersi nel corso di una approfondita ricerca, sulla situazione della specie a livello alpino e sulle misure di conservazione messe in atto nei vari contesti territoriali. L'iniziativa è stata illustrata stamane a Trento presso il Palazzo della Provincia dal presidente dell'ente Parco Giacobbe Zortea e dal direttore dell'area protetta Vittorio Ducoli. Presentata anche la guida "Il Parco in Tasca" contenente tutti gli appuntamenti programmati dal Parco per la prossima estate.
Il Gallo cedrone rientra nell'elenco delle specie tutelate dalla normativa europea, la cosiddetta “Direttiva Uccelli” ed è anche per questo che la sua presenza all'interno dell'area protetta rappresenta una bandiera per il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. L'Urogallo è un rappresentante della famiglia dei tetraonidi, a cui appartengono specie perfettamente adattate al rigido clima invernale tipico degli ambienti freddi, sulle Alpi italiane essa annovera specie come il Fagiano di monte, la Pernice bianca ed il Francolino di monte. Di tutte le 18 specie di tetraonidi che vivono nel mondo, il Gallo cedrone è la specie di più grosse dimensioni. Come abitatore originario delle regioni del Nord Europa ha bisogno di boschi radi, ben strutturati ed indisturbati, con un buon grado di sviluppo della vegetazione arbustiva ed erbacea. Maschi e femmine utilizzano nel corso dell’anno territori individuali di alcuni chilometri quadrati, così che soltanto vasti complessi forestali in continuità tra loro sono in grado di ospitare popolazioni vitali. Nel corso degli ultimi decenni, tuttavia, sulle Alpi l’utilizzo forestale dei boschi, l’agricoltura e l’allevamento nelle zone di montagna sono cambiate radicalmente. Contemporaneamente lo sviluppo delle attività turistiche, (piste da sci, impianti, strade, ...), hanno avuto un incremento considerevole, a tutto svantaggio del Gallo cedrone. Queste tendenze hanno portato ad un peggioramento generale della qualità degli ambienti frequentati da questa specie. Le popolazioni di Gallo cedrone sono andate così incontro ad evidenti riduzioni numeriche, accompagnate anche dalla contrazione dell’areale di distribuzione, senza tuttavia che i motivi di questa regressione siano stati pienamente compresi. Per questa ragione il Parco ha in corso da alcuni anni una ricerca scientifica, in collaborazione con l'Università di Friburgo, su questo tetraonide, con l’obiettivo di conoscere meglio le sue esigenze ecologiche. "Possiamo affermare - spiega il direttore del Parco, Vittorio Ducoli - che la popolazione di Gallo cedrone presente nel territorio del Parco sta abbastanza bene: stimiamo che la popolazione sia di 300-400 esemplari, con circa 200 femmine riproduttive. Il problema è che la specie ha un successo riproduttivo molto basso, in media 0,75 nuovi nati ogni 5-6 uova, anche se in compenso gli animali vivono piuttosto a lungo. Le minacce vere alla sua sopravvivenza derivano però da altri fattori, quali la presenza di strade forestali e impianti di risalita, ma anche il cambiamento climatico e la crescita numerica dei predatori opportunisti". All'interno della mostra, che è stata aggiornata nei contenuti, attraverso testi, immagini, disegni e filmati in collaborazione con LungheFocali della Val di Fiemme, grandi e piccini saranno accompagnati nel mondo affascinante e in gran parte ancora sconosciuto di una delle più rare specie d’uccelli presenti sulle Alpi. Come affronta i rigori dell’inverno, di che cosa si nutre, quali sono i suoi predatori naturali, quali caratteristiche devono avere i boschi perché la specie vi possa vivere, perché i pulcini sono così delicati nelle prime settimane di vita, come si deve comportare l’uomo quando frequenta i suoi habitat. Sono tutte domande, insieme a tante altre, a cui la mostra darà una risposta. "L'obiettivo - spiega il presidente del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, Giacobbe Zortea - è dunque quello di sensibilizzare una frequentazione più consapevole degli ambienti dove è ancor oggi presente il Gallo Cedrone, così che tutti possano contribuire, con un comportamento più attento alla sua conservazione."
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche “Il Parco in Tasca”, la guida del Parco che contiene i molti appuntamenti e le diverse iniziative che si svolgeranno nel corso della stagione estiva, per conoscere da vicino i contesti e la meravigliosa natura dell'area protetta. Un modo non scontato e certamente stimolante per conoscerla è, ad esempio, passeggiare nei boschi in compagnia di personaggi della cultura come lo scrittore Erri De Luca, che accompagnerà i visitatori lungo il Sentiero delle Muse Fedaie in Val Canali il 17 luglio, o di Franco Arminio, scrittore irpino e "paesologo" (30 agosto). Il Parco, ospiterà il 31 luglio, per I Suoni delle Dolomiti, anche alcuni concerti (Mischa Maisky, Petra Magoni e Ilaria Fantin, Musica Nuda e Ballaré Sissoko con Vincent Degal).
Appuntamento che sta riscuotendo di anno in anno un sempre maggiore successo è poi quello de "In cammino con gli asini", sei trekking che nel corso dell'estate proporranno un incontro ravvicinato con questo animale e con un approccio all'escursionismo del tutto diverso, scandito dal "ritmo" dell'asino. Alcuni dei sentieri del Parco utilizzati per i trekking con l'asino sono transitabili anche dalle persone diversamente abili.
Della mostra sull'Urogallo si è già detto, ma il Parco propone quest'estate anche altre mostre già in passato ospitate presso Villa Welsperg, la Casa del Parco: al Centro Visitatori Paneveggio una mostra sui pipistrelli (proprio al Centro vice da tempo una colonia di pipistrelli) e presso la Casa del sentiero etnografico del Vanoi e Caoria la mostra "L'altra guerra - Storie e scritture del primo conflitto mondiale".
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14/06/2016, 23:04 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Parco delle Terme di Levico "Vivere il parco" 2016 Continuano le iniziative di valorizzazione dello storico Parco delle Terme di Levico, che nel corso dell’estate ospiterà “Vivere il parco”. L’attività programmata dal Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale, in collaborazione con l'APT Valsugana, è rivolta ad un pubblico eterogeneo: i residenti ed i numerosi turisti presenti in Valsugana sono invitati a trascorrere momenti di svago a diretto contatto con la natura, cimentandosi in attività didattiche, ludiche e di intrattenimento. Si propone un ricco ventaglio di iniziative per bambini ed adulti: laboratori didattico-creativi, corsi su tematiche naturalistiche, visite guidate al Parco di Levico con cenni alle sue origini (ogni lunedì dal 4 luglio al 29 agosto ad ore 16.00, tranne 15 agosto). Le proposte dei laboratori rivolti agli adulti sono: Venerdì 17 giugno e 16 settembre - Oleoliti: preziosi e naturali alleati della nostra pelle. Venerdì 15 luglio e 26 agosto - L'orto in bocca: sfiziose insalate di stagione profumate con erbe aromatiche. Martedì 19 e mercoledì 20 luglio – Laboratorio di acquarello: acqua, luce e colore. Venerdì 29 luglio - Svita il barattolo: legumi in vasetto Venerdì 5 agosto Conserve fai da te: alcune semplici preparazioni sottovetro. Martedì 9 e mercoledì 10 agosto Fotografare con lentezza: verrà illustrato il funzionamento e l’utilizzo del foro stenopeico. Gli appuntamenti sono previsti a partire dalle ore 15.00, presso la serra del parco I laboratori didattici rivolti a bambini e ragazzi prevedono momenti di creazione ed esplorazione, seguiti da esperti educatori, con l’intento di stimolare la loro sensibilità nel rispetto dell’ambiente e la loro fantasia nell’uso delle cose più semplici che la natura ci regala ogni giorno: Alberi di lenticchie e pecore di fagioli, Tutti giù per serra!!, Parcogioco (ogni giovedì dal 14 luglio al 25 agosto dalle ore 15.30 presso la serra del parco) Nel corso dell’estate si dà spazio all’itinerario musicale “Parco di Note”. I concerti e i racconti musicati sono pensati per portare i suoni del mondo fra gli alberi e i fiori del parco, dove la musica viene proposta in piena sintonia con l’ambiente naturale circostante. Nel corso dell'estate, con data da definire, il Parco ospiterà un evento straordinario proponendo un concerto con il virtuoso violoncellista Giovanni Sollima Si comincia venerdì 8 luglio ad ore 21.30 con un concerto di pianoforte. Il pubblico è condotto in un percorso multisensoriale tra gli alberi del parco. Si prosegue lunedì 25 luglio ad ore 11.00 con il Salotto letterario musicale “Lo spazio tra i miei occhi”. Immagini, sogni, vita del patriota Maurizio Quadrio. Ad ore 18.00 si propone il concerto “Liberamente Project”, eseguito da due musicisti sensibili come Max di Aloe – armonica - e Giuliano Cramerotti – chitarra - supportati da Gianlorenzo Imbriaco alla batteria. Venerdì 5 agosto ad ore 18.00 si propone il racconto musicato “Il deserto e la neve”, tratto da una storia vera, che tratta il tema della tolleranza e dell'accoglienza. Giovedì 11 agosto ad ore 20.30 è in programma lo spettacolo teatrale e musicale “Radio verde”. Sarà come essere in ascolto di una diretta radio tra dediche, ricordi appassionati, canzoni dimenticate. Il riferimento tematico sarà la natura, la terra e più in particolare alberi, piante e fiori. Giovedì 18 agosto ad ore 18.00 si esibirà il Godard-De Aloe-D'Auria Trio che presenta “Venere”. Il repertorio parte dall'unione tra musica barocca e jazz. Un ponte tra il Seicento e il jazz europeo degli ultimi decenni. Elemento di rilievo di questo trio è il parigino Michel Godard, strumentista, compositore e arrangiatore. Domenica 21 agosto ad ore 21.00 l'Ensemble Zandonai - Orchestra da camera di Trento - presenta “Il Caleidoscopio musicale”. In programma: Joaquín Turina, La oración del Torero - Edward Elgar, Elegia - Nino Rota, Concerto per archi, “Classical Pops for Strings” ,“La canzone americana a Broadway e al Cinema - il Tango di Piazzolla - intramontabili successi dei Beatles. Si conclude martedì 30 agosto ad ore 18.00 con il concerto “Scimanna Lo Zitello con la Bonaventura” con musiche e improvvisazioni originali. Il concerto muove stati emotivi attraverso piccoli e gravi suoni. Musica naturale, pensata e improvvisata. Nell'ambito dell’iniziativa EstaLibro, in collaborazione con La Biblioteca Comunale di Levico Terme, saranno presentati i seguenti libri a tema naturalistico che hanno come scopo la diffusione dell’arte del giardino e del paesaggio. Lunedì 25 luglio ad ore 21.00 Uitanubi (Maestri di Giardino Editori) di Daniele Mongera. Lunedì 22 agosto ad ore 18.00 Le Storie che non ti ho raccontato (L’Artistica editrice, 2015) di Elena Accati. Lunedì 29 agosto ad ore 18.00 Le quattro libertà di un giardino (Maestri di Giardino Editori) di Beatrice Testini e Francesco Fonte Basso. Inoltre da venerdì 15 luglio a domenica 28 agosto proponiamo una rassegna cinematografica dal titolo “Ambiente Salute: Cinema Giardino”. Tutti i giorni, tranne il lunedì e il 15 agosto, ad ore 16.00, presso Villa Paradiso, verrà proiettato un film che nei contenuti o nelle scene tocca temi riguardanti parchi, giardini e benessere. La partecipazione a tutti gli appuntamenti è gratuita, è richiesta l’iscrizione ai laboratori: e-mail: info@vistivalsugana.it - Tel. 0461 727700. Il programma è visionabile al seguente indirizzo: www.naturambiente.provincia.tn.itPer informazioni: Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Provincia autonoma di Trento Tel. 0461 706824 (Parco di Levico) 0461 496123 (segreteria) e-mail: parco.levico@provincia.tn.itfacebook: parco delle terme di Levico Per iscrizioni: A.p.T. Valsugana Tel. 0461 727700 www.visitvalsugana.ite-mail: info@vistivalsugana.it
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16/06/2016, 7:04 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Si è conclusa la 4a edizione dell'Executive master in Wine Export Management
Alta formazione vitivinicola: pronti nuovi 25 export manager del vino
Si è conclusa la quarta edizione dell’Executive master in Wine Export Management, meglio noto come WEM, percorso formativo di eccellenza della Fondazione Edmund Mach, con 25 nuovi specialisti dell'export vini che hanno acquisito competenze e conoscenze per potenziare la propria azienda o per entrare nel mondo del lavoro e affacciarsi sui mercati internazionali. Il percorso formativo fornisce, infatti, competenze nella gestione dell'export del vino e “sforna” professionisti in grado di supportare le aziende del vino nel complesso processo di internazionalizzazione. WEM si rivolge soprattutto di laureati o esperti del settore, enologi, imprenditori, enotecnici, responsabili commerciali, esperti in comunicazione con due anni di attività lavorativa nel settore vinicolo, nel marketing o nelle vendite di beni di consumo e una buona conoscenza della lingua inglese.
Il master è partito a gennaio e si è concluso in questi giorni. I 25 frequentanti, provenienti da diverse regioni italiane, sono stati selezionati da una commissione che ha valutato oltre 70 candidature. “Con questa quarta edizione abbiamo bissato il successo già raggiunto gli scorsi anni, puntando soprattutto sulla creazione di un gruppo affiatato e motivato, con notevole apprezzamento da parte dei frequentanti. Azzeccata anche la formula week end, ovvero lezioni concentrate il venerdì e sabato, con cadenze bisettimanali, per permettere anche a chi lavora di poter frequentare. Un’importante novità di quest’anno è stata l’introduzione della possibilità di visione in streaming delle diverse lezioni. Questa iniziativa formativa è uno dei nostri punti di forza” spiega il responsabile dell’area post secondaria e Universitaria del Centro Istruzione e Formazione, Massimo Bertamini. Il master si è svolto al Palazzo Ricerca e Conoscenza della Fondazione Mach e ha proposto lezioni, testimonianze di protagonisti del settore e numerose esercitazioni. I docenti sono professori universitari, ricercatori, professionisti, consulenti, tutti specialisti del settore enologico e del processo d’internazionalizzazione delle imprese. Non sono mancate le testimoniante e le esperienze di responsabili di alcune primarie aziende vinicole italiane che hanno un preciso profilo “export oriented”. C'è da aggiungere che ci sono stati anche numerosi seminari “Extra Program” di WEM che sono stati aperti al pubblico e ai quali sono intervenuti Illustri esperti e consulenti del settore di fama nazionale e mondiale: dal sociologo Gianmarco Navarini, autore per "Il Mulino" del libro “I mondi del vino”, all'esperto e consulente di vino Robert Joseph, autore di Marketin Wine Toolkit e al noto importatore di vino statunitense, Jim Lo Duca.
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17/06/2016, 15:57 |
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Marco
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Lupo: accertata la presenza a Paneveggio e confermata in alta Val di Non
Un lupo nell'area di Paneveggio e due esemplari in alta Val di Non: è stata documentata la loro presenza che, sottolineano gli esperti, non costituisce un pericolo per l'uomo. Proseguono inoltre le attività di informazione della popolazione, monitoraggio e prevenzione dei possibili danni.
Nei giorni scorsi è stata documentata la presenza di un lupo, probabilmente un esemplare giovane, nell’area di Paneveggio, ed in particolare della Val Venegia. Il 7 giugno scorso una foto-trappola, predisposta dalla Stazione Forestale di Paneveggio, ha ripreso infatti un lupo mentre si alimentava su una carcassa di cervo (Foto1). Il 12 giugno un escursionista ha osservato e fotografato, nella stessa zona, probabilmente lo stesso esemplare. E' probabile inoltre che lo stesso lupo sia responsabile della predazione delle pecore le cui carcasse sono state rinvenute il 19 di giugno, sempre in Val Venegia. Potrebbe trattarsi di un esemplare proveniente dal branco presente in Lessinia, ma non possono essere escluse nemmeno altre origini. Non è possibile neppure, per il momento, stabilire se si tratti di un esemplare in cerca di nuovi territori o stabilitosi nell’area per un certo tempo. Il monitoraggio che viene condotto in collaborazione con il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino consentirà probabilmente di disporre di ulteriori elementi di valutazione. Allo scorso 15 giugno risalgono invece le immagini riprese da una foto-trappola posizionata dal personale dell'Ufficio faunistico del Servizio Foreste e Fauna in alta Val di Non che evidenziano la presenza di due esemplari di lupo assieme, fatto mai documentato fin'ora in quell’area (Foto 3 e 4). Ciò confermerebbe però la voce di un avvistamento di due esemplari avvenuto in zona a fine aprile. Anche in questo caso è presto per capire di quali animali si tratti e quale sia il loro eventuale territorio di riferimento. Quello che è certo è che siamo di fronte ad ulteriori tappe del ritorno naturale del lupo sulle Alpi, e dunque anche in Trentino, in atto da circa 25 anni. La presenza del lupo, secondo gli esperti, non costituisce un pericolo per la sicurezza dell’uomo ma richiede di adottare attenzione e specifici accorgimenti nella conduzione del bestiame in alpeggio. Proseguono inoltre le attività di informazione della popolazione, monitoraggio e prevenzione dei possibili danni, anche nell'ambito del progetto Life WOLFALPS, che vede coinvolti il Muse e il Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento.
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20/06/2016, 18:35 |
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Marco
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Inaugura la mostra al Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo
Montagne in guerra: uomini, scienza, natura sul fronte dolomitico 1915-1918.
venerdì 24 giugno, ore 17.00
C’è un paradosso nell’ ambiente in tempo di guerra: la natura è tanto onnipresente quanto invisibile. In ogni carta topografica, in ogni foto, disegno, schizzo essa è il muto scenario che ospita le vicende umane. Dal 1915 al 1918, i protagonisti della Grande Guerra, per tutti, sono stati altri: uomini, macchine e animali che per quattro lunghi anni sono vissuti sulle montagne del fronte alpino trasformandole, inconsapevolmente, in ciò che oggi conosciamo. È davvero cosi? Da venerdì 24 giugno, al Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo, la mostra MONTAGNE IN GUERRA affronta gli eventi legati al primo conflitto mondiale da una prospettiva inconsueta, ossia ponendo in primo piano la natura, la forma delle montagne e il modo in cui l’uomo se ne è servito per la costruzione di un vasto teatro comune, il legame con l’alpe che trascende i luoghi e usa i segni della guerra per generare, nel tempo, un patrimonio collettivo. L’inaugurazione, alle 17.00, segna l’inizio delle attività estive al Museo dove, fino a settembre, verranno proposte attività, laboratori, conferenze ed escursioni alla scoperta della geologia del territorio.
Ideata e curata da Marco Avanzini e Isabella Salvador del MUSE del Museo delle Scienze – Trento, MONTAGNE IN GUERRA è promossa e organizzata da MUSE, Museo delle Scienze di Trento, Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO - Rete del Patrimonio Geologico (Provincia autonoma di Trento), Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Molte le collaborazioni, tra cui Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, Soprintendenza per i Beni Culturali - Ufficio Beni Architettonici, Archivio di Stato di Trento, Università di Trento – DICAM, Corso di Laurea in Ingegneria edile-Architettura, Società Geologica Italiana, ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Geologische Bundesanstalt di Vienna.
L’esposizione si articola in cinque sezioni tematiche che affrontano le Dolomiti come teatro naturale del conflitto, il riadattamento di scienza e tecnologia alla pragmaticità delle esigenze belliche, la militarizzazione del paesaggio, i danni causati all’ambiente montano dall’utilizzo di artiglieria pesante e le tracce lasciate dal conflitto, oggi documento di una vicenda tra le più drammatiche storia.
Il Teatro Naturale. Le regioni alpine furono occupate e gestite da popoli di diversa provenienza. La crescita demografica spinse gli abitanti a dissodare boschi sempre più ripidi o più in quota per ricavarne campi e prati: il paesaggio naturale si trasformò poco a poco in un paesaggio forgiato dalle attività umane.
Eppure prima del conflitto la montagna era quasi vuota. Poche strade e ferrovie attraversavano un territorio dotato di infiniti sentieri. Italiano, tedesco, ladino e moltissimi dialetti risuonavano nelle vallate dolomitiche dove era davvero scarsa la percezione di essere parte di un unico grande impero.
La Montagna Studiata. Nel 1915 la Grande Guerra raggiunse uno dei campi di combattimento più estremi: le cime delle montagne. Mai la guerra era stata combattuta in un ambiente così severo, dove la conformazione topografica rendeva impossibili gli attacchi diretti e le condizioni climatiche rappresentavano talora un ostacolo insormontabile. La geografia, la geologia, il clima, le caratteristiche fisiche di questi ambienti rappresentarono un vincolo fondamentale nello sviluppo di strumenti e strategie. Il primo conflitto mondiale costrinse il mondo scientifico allo sforzo di riadattare la scienza pura alla pragmaticità delle esigenze belliche. Ma se la scienza pervase la guerra, la guerra trasformò in modo importante il mondo della scienza. La “mobilitazione scientifica” accelerò e favorì importanti sviluppi dal punto di vista organizzativo, con conseguenze di lunghissimo periodo.
La Montagna Addomesticata. La Prima Guerra mondiale comportò una profonda e diffusa “militarizzazione del paesaggio” iniziata già negli anni precedenti. Esso scardinò totalmente i modi che le popolazioni locali avevano fino a quel tempo adottato nell’uso dei loro pascoli e boschi. Negli anni immediatamente precedenti il conflitto e nei quattro anni di guerra la costruzione di mulattiere, strade, postazioni di tiro, forti corazzati, baraccamenti, acquedotti e teleferiche intaccò in modo invasivo pendici mai toccate prima dalla presenza dell’uomo e trasformò in modo radicale e permanente i panorami di molte aree dolomitiche.
La Montagna Ferita. La guerra totale ebbe un impatto devastante sulle terre dove si combatté. I danni più evidenti furono causati dall’uso degli esplosivi e della nuova, potentissima artiglieria pesante, capace di generare crateri, dissesti e frane, di staccare enormi blocchi di pietra cambiando per sempre la configurazione fisica di creste e colline.
La Montagna che Ricorda. Il “paesaggio di guerra” è stato in gran parte riassorbito dal lavoro di generazioni e dal tempo. Oggi il nostro sguardo ne può cogliere le tracce soprattutto negli ambienti di montagna (dove gli avvallamenti segnalano ancora solchi di trincee e di esplosioni) e nei resti di fortificazioni che la sensibilità pubblica conserva come documento di una vicenda tra le più drammatiche della sua storia.
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Il Museo geologico delle Dolomiti a Predazzo. Recentemente riallestito, è il Museo specializzato nella geologia delle Dolomiti (dal 26 giugno 2009 parte del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO) in particolare delle Valli di Fiemme e Fassa. Fondato nel 1899 per iniziativa della Società Magistrale di Fiemme e Fassa allo scopo di valorizzare il patrimonio geologico e naturalistico locale e di promuoverne la conoscenza, dal 2012 è sezione territoriale del MUSE che lo gestisce in collaborazione con il Comune di Predazzo. Le collezioni geologiche sono costituite da un patrimonio di oltre 11.000 esemplari, tra cui la più ricca collezione di fossili invertebrati delle scogliere medio-triassiche conservata in Italia. Il Museo si completa e allarga sul territorio circostante con il “Sentiero geologico del Dos Capèl” fruibile nel periodo estivo.
Articolato su due piani il nuovo allestimento permette al visitatori di immergersi nei paesaggi dolomitici scoprendone la storia e il significato. Al piano terra il percorso offre una finestra sulle Dolomiti, con l’obiettivo di evidenziarne la centralità nella nascita del pensiero scientifico, approfondire le motivazioni e i criteri sui quali si basa il loro valore universale, fornire chiavi di lettura efficaci per la loro valorizzazione. Il piano interrato, invece, si propone come un viaggio tra le Dolomiti di Fiemme e Fassa presentate nelle loro peculiarità e nei loro rapporti con i massicci montuosi circostanti: il Lagorai, il Catinaccio, il Sella, la Marmolada, i Monzoni
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21/06/2016, 21:00 |
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Le domande entro il 24 giugno Oltre 4 milioni di euro per promuovere i vini del Trentino sui mercati extra Ue
Le organizzazioni professionali o di produttori, i consorzi di tutela, i produttori di vino, le associazioni d’impresa. Sono i soggetti che possono beneficiare della campagna 2016/17 relativa alla misura “Promozione sui mercati dei Paesi terzi”. Le domande di finanziamento e i relativi progetti dovranno pervenire entro le ore 12.30 del giorno 24 giugno 2016 al Servizio turismo e sport, via Romagnosi, 9 a Trento. Attraverso questa misura, sarà possibile finanziare azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti dell'Unione, in particolare in termini di qualità, di sicurezza alimentare o di ambiente. Sarà possibile, altresì, finanziare la partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni d’importanza internazionale e/o campagne di informazione e/o studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione. I progetti dovranno avere durata minima di un anno e massima di due anni. Dovranno, inoltre, prevedere un importo minimo di 50.000 € per mercato/anno.
“Le risorse assegnate alla nostra Provincia per la campagna 2016/17 – evidenzia l’assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola – che sono state implementate da fondi provinciali, così da arrivare ad un valore di oltre 2.000.000 di euro, rappresentano il 50% della spesa totale che verrà finanziata.” “Vuole dire – prosegue Dallapiccola – che il settore vitivinicolo trentino dimostra una grande vitalità poiché in questo momento di forte contrazione economica, tra fondi privati e pubblici, potranno essere investiti oltre 4.000.000 di euro, per promuovere i nostri vini nei mercati extra-UE”.
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22/06/2016, 20:22 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68641 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Aggiornato dalla Giunta il piano provinciale degli interventi
Sistemazioni idrauliche e forestali: confermate le risorse anche per i prossimi anni
Quanto "pesa" sull'economia provinciale l'attività svolta dai Bacini Montani? Secondo l'Istituto di Statistica della Provincia (ISPAT) che ha recentemente effettuato una analisi dell'impatto dell'attività svolta in amministrazione diretta dal Servizio Bacini montani negli anni 2013 e 2014 sull'economia provinciale, tale attività è in grado di generare un indotto di notevoli proporzioni sul sistema economico complessivo, pari a circa 17 milioni di produzione attivata, contribuendo ad un aumento del PIL di circa 8 milioni di euro e dando lavoro ad un centinaio di lavoratori oltre a quelli impiegati dalla struttura. Numeri che sorreggono la decisione della Giunta, che oggi ha approvato su proposta dell'assessore Mauro Gilmozzi, il secondo aggiornamento del Piano degli interventi 2014-2018 in materia di sistemazioni idrauliche, di confermare anche per i prossimi anni le risorse destinate a questo importante ambito di attività, cruciale per la tenuta e la manutenzione di un territorio di montagna.
Infatti, amministrare un territorio orograficamente "impegnativo" e complesso qual è quello trentino comporta una continua manutenzione degli alvei di torrenti, fiumi e laghi, dei versanti instabili e delle opere di sistemazione idraulica e forestale, pena il rischio di non riuscire a garantire al meglio la stabilità del territorio e la sicurezza della popolazione, ma anche la salvaguardia e la protezione dell'ambiente. Ad occuparsene ci pensa appunto il Servizio Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento, nel quale sono confluite nel 2006, con positivi riflessi sulla gestione del reticolo idrografico e sull'organizzazione degli interventi, le competenze dei precedenti Servizio Sistemazione montana e Servizio Opere idrauliche, e dal 2013 pure l'esecuzione delle opere infrastrutturali dell’antincendio boschivo.
Per i lavori in amministrazione diretta, i Bacini Montani si avvalgono di circa 190 operai e circa 500 sono le imprese, in gran parte localizzate nelle valli, per la fornitura di materiali, il nolo a caldo dei mezzi meccanici e per i servizi necessari all’esecuzione delle opere ed agli interventi, contribuendo in tal modo anche al sostegno dell’economia locale.
Compiti e numeri che stanno dietro al Piano degli interventi 2014-2018 in materia di sistemazione idraulica e forestale per il quale la Giunta provinciale ha provveduto stamane, su proposta dell'assessore all'ambiente e lavori pubblici, al secondo aggiornamento. Le risorse complessivamente impegnate nel quinquennio ammontano a poco più di 90 milioni di euro, confermando lo stanziamento annuo di circa 18,5 milioni di euro per il prossimo triennio.
Nell'individuazione, territorio per territorio, degli interventi da realizzare sono stati coinvolti i Comuni e le Comunità. Tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili con il nuovo bilancio di previsione 2016-2018, questo secondo aggiornamento del Piano in materia di sistemazione idraulica e forestale si articola nel seguente modo:
Opere di sistemazione idraulico-forestale eseguite di norma in amministrazione diretta (75,984 milioni di euro)
Per gli interventi da eseguirsi con proprio personale è stato aggiunto anche il finanziamento sull'anno 2018 pari a 16 milioni di euro, consentendo di programmare, per l’intero triennio i lavori da eseguire sui vari bacini idrografici della provincia (Sarca, Chiese, Noce, Adige, Brenta e Fersina).
Opere di sistemazione idraulico-forestale, eseguite di norma tramite imprese (6,195 milioni di euro) Anche per i lavori da eseguire tramite imprese, è stato aggiunto il finanziamento sull'anno 2018 per 1.090.000 euro ed in relazione alla disponibilità delle risorse è stata rivista la programmazione degli interventi del prossimo triennio, confermando in particolare il completamento degli interventi di messa in sicurezza del torrente Albola a Riva del Garda e del Rio Val di Ronco a Cavalese.
Opere per la difesa idraulica di Trento e Borgo Valsugana, eseguite di norma tramite imprese (6,195 milioni di euro)
Per questi interventi vi è stata una riprogrammazione delle risorse inizialmente previste nel Piano 2014-18, con uno spostamento di alcuni interventi sull’anno 2019. Gli interventi più significativi riguardano il fiume Adige dove è stato aggiunto nel 2017 un nuovo intervento per il consolidamento del rilevato arginale sinistro con iniezioni jet-grouting ed adeguamento delle sommità arginali tra i ponti della circonvallazione e dell'autostrada (depuratore di Trento nord) che prevede il termine dell'esecuzione nel 2019, mentre è slittato al successivo Piano il consolidamento dei rilevati arginali a monte della città di Trento, nel sobborgo di Vela.
Sono stati pertanto confermati gli interventi per il consolidamento del tomo arginale di sponda sinistra fra l'aeroporto e il ponte di Mattarello, il consolidamento del tratto terminale della sponda destra del torrente Fersina in corrispondenza del nuovo ospedale, mentre sul fiume Brenta è stato confermato il completamento dell'intervento di ricalibratura dell'incile e del tratto iniziale del fiume Brenta in uscita dal lago di Caldonazzo al fine di migliorare la capacità di invaso e contribuire alla messa in sicurezza di Borgo Valsugana.
Opere di antincendio boschivo (900.000 euro)
Per le opere di antincendio boschivo è stato aggiunto anche il finanziamento sull'anno 2018 pari a 15.000 euro, consentendo di programmare i lavori per una ulteriore annualità.
Interventi previsti dal Piano generale di bonifica (1,550 milioni di euro)
Per gli interventi previsti dal Piano generale di Bonifica è stato aggiunto lo stanziamento per l'intero triennio 2016-2018, che sul piano precedente mancava completamente.
Tutti gli interventi di sistemazione idraulica e forestale di competenza del Servizio Bacini Montani, per la difesa dal rischio alluvionale e torrentizio, così come declinati nel Piano, sono coerenti con le misure strutturali già individuate nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA) della Provincia autonoma di Trento, da realizzarsi nel periodo 2016-2021.
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24/06/2016, 20:24 |
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Marco
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Riunione a Bormio con il ministro Galletti Gilmozzi: Parco dello Stelvio, pronto il rilancio
"Le parole d'ordine sono condivisione e partecipazione ed è molto importante che oggi tutti gli attori abbiano confermato la volontà di improntare ad esse la definizione delle linee guida". Così l'assessore alle infrastrutture e all'ambiente della Provincia autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi ha commentato i lavori di insediamento del Comitato di coordinamento ed indirizzo del Parco dello Stelvio che si sono svolti oggi a Bormio, alla presenza del ministro all'ambiente, Gian Luca Galletti, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni e l'assessore altoatesino Richard Theiner.
Gilmozzi, accompagnato dai dirigenti Masè e Ferrari e dal sindaco di Pejo, Angelo Dalpez, ha definito fondamentale il fatto che "le linee guida vengano definite anche con la partecipazione del territorio. Questo può aiutare a rendere concreto quel disegno di unitarietà che potrà dare la spinta necessaria affinché il parco possa finalmente decollare". Concretezza che si traduce anche in una tempistica ben precisa: da un lato definire le linee guida entro settembre, partendo dal piano del parco già depositato, dall'altro l'immediata attivazione del comitato tecnico che ha già come preciso mandato quello di coordinare e promuovere anche le riunioni intermedie per giungere all'obiettivo.
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29/06/2016, 20:38 |
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Marco
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Agroalimentare: un ruolo da protagonista nella promozione del territorio
Una strategia per valorizzare latte e prodotti trentini
L’assessore Michele Dallapiccola ha illustrato le novità a Malga Pletzn in Val dei Mocheni in occasione della presentazione di “Latte in Festa" e del ricco calendario di eventi, coordinati da Trentino Marketing, pensati per valorizzare l’intera filiera bianca ed i suoi prodotti e contribuire alla sostenibilità economica di questo importante settore
Anche l’agricoltura di montagna contribuisce a rendere l’ospitalità trentina diversa e unica ed è pronta a stringere un’alleanza ancora più forte con il turismo. La strategia pensata per l’agroalimentare trentino è stata illustrata oggi dall’assessore provinciale Michele Dallapiccola a Malga Pletzn, in Val dei Mocheni, dove territori e rappresentanti del settore lattiero caseario si sono ritrovati per la presentazione del ricco programma di eventi dedicati al mondo che ruota attorno al latte e ai suoi derivati, alle malghe, a prodotti simbolo di autenticità e genuinità, e in particolare ad una novità, “Latte in Festa”. Si tratta del nuovo progetto curato da Trentino Marketing con il coinvolgimento di numerosi partner del territorio: quattro Apt di ambito (Val di Fiemme; Val di Non; Valli di Sole, Peio e Rabbi; San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi), le Strade dei formaggi e della mela, Latte Trento, il Consorzio Trentingrana e la Federazione trentina degli allevatori. Al centro dell’iniziativa saranno i quattro eventi in programma in due distinti weekend, dal 22 al 24 luglio in Val di Non e nel Primiero e dal 19 al 21 agosto in Val di Rabbi e in Val di Fiemme. Un ricco calendario di laboratori, degustazioni, attività per famiglie e bambini, escursioni, spettacoli animerà le malghe e le località degli ambiti coinvolti.
L’assessore Dallapiccola ha così sintetizzato la riorganizzazione della promozione dell’agroalimentare trentino: «Due sono i pilastri di questa azione: da una parte il Dipartimento con il sostegno alle attività e il compito di rilanciare il marchio “Qualità Trentino” grazie ad un investimento di circa 5,5 milioni di Euro della Provincia autonoma di Trento e di una pari quota da parte di soggetti privati da destinare alla promozione dei prodotti trentini. Dall’altra Trentino Marketing, con un rafforzamento dell’attività di promozione delle produzioni trentine al quale è stato destinato circa 1 milione e mezzo di Euro. La capacità di fare rete che sta caratterizzando questa prima edizione di Latte in Festa è una modalità virtuosa di lavorare e che va ulteriormente rafforzata».
Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino Marketing, ha spiegato perché l’agricoltura sta diventando una componente sempre più distintiva nella promozione turistica del territorio: «Sono quattro i motivi: il paesaggio, e penso a luoghi come le malghe, è una componente essenziale del messaggio turistico; l’agricoltura è diventata un mondo aperto e i suoi spazi sono luoghi di visita e di esperienze avvincenti; i prodotti che i turisti trovano qui contribuiscono a farci conoscere nel mondo; l’agricoltura, in definitiva, ci permette di rendere l’ospitalità trentina diversa dal resto d’Italia e di questo le siamo profondamente riconoscenti. Anche per questo Trentino Marketing dedica una parte consistente della propria promozione a questo settore attraverso i canali di comunicazione tradizionali, come stampa e tv, ma anche con le sezioni dedicate alle produzioni trentine sul nuovo portale e materiali informativi specifici».
All’incontro a Malga Pletzn sono intervenuti anche i rappresentati del settore lattiero caseario trentino: Mauro Fezzi Presidente della Federazione Allevatori del Trentino, Carlo Graziadei Presidente di Latte Trento e Stefano Albasini Vicepresidente del Consorzio Trentingrana.
Gli appuntamenti e le curiosità di “Latte in Festa” sono stati illustrati dai direttori delle Apt di ambito coinvolte: Paola Toffol (San Martino e Primiero), Giulia Dalla Palma (Val di Non), Fabio Sacco (Val di Rabbi, (Bruno Felicetti (Val di Fiemme).
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06/07/2016, 14:44 |
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