Organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico in collaborazione con il Consorzio Melinda 19^ giornata tecnica, 600 frutticoltori all’incontro di Cles
Grande partecipazione di frutticoltori anche in questa 19esima edizione della giornata frutticola di Cles, uno degli appuntamenti più attesi dal mondo frutticolo per aggiornarsi sulle principali problematiche del settore. Circa 600 frutticoltori presenti, presso l’auditorium del Polo scolastico e la sala Borghesi Bertolla, dove è stato possibile seguire l’evento in diretta streaming. Qualità dei corsi d’acqua e frutticoltura in prossimità delle aree sensibili. Sono i temi principali della giornata tecnica organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico in collaborazione con il Consorzio Melinda. Dallo stato qualitativo dei corsi d’acqua in valle di Non alle strategie di difesa, dal contenimento della deriva alle esperienze di coltivazione di nuove varietà, come Lumaga Galant, una nuova varietà resistente alla ticchiolatura che permette di ridurre fino al 70% il numero di trattamenti necessari per ottenere frutta sana alla raccolta.
L’evento, moderato dal responsabile dell’ufficio frutticoltura, Tommaso Pantezzi, ha visto intervenire in apertura il direttore generale, Sergio Menapace, che ha indicato nella sostenibilità ambientale, sociale ed economica il filo conduttore degli interventi. “L’impegno della Fondazione Mach –ha evidenziato- va verso questa direzione: la sostenibilità deve essere vista come equilibrio, tra limiti e bisogni, un modello da costruire con i rappresentanti istituzionali, i produttori e gli stessi frutticoltori”. Piano tutela delle acque. Raffaela Canepel dell’Agenzia Provinciale Protezione Ambiente ha parlato di Piano tutela delle acque. Ha parlato delle metodologie che hanno portato alla classificazione delle acque superficiali in Trentino, il 90 per cento dei quali risulta di qualità buono o elevato, e le misure che permetteranno di risanare quei corsi d'acqua che attualmente si trovano in uno stato di qualità non buono o insufficiente. Particolare attenzione è stata riservata al tema fitofarmaci che rappresenta uno degli argomenti più importanti nella Valle di Non Quadro normativo, recepimento Piano Azione Nazionale. Renato Martinelli e Piergiorgio Ianes (FEM) hanno parlato della direttiva europea che pone l’obiettivo di un uso più sostenibile dei prodotti fitosanitari con particolare attenzione a ridurre i rischi ambientali e per la salute pubblica. Numerose azioni previste all’interno del Piano sono già state attivate a livello locale con specifiche deliberazioni della Giunta provinciale: disciplina della produzione integrata, controllo funzionale e regolazione delle macchine irroratrici, formazione degli utilizzatori, distributori e consulenti tecnici e limitazioni da rispettare in prossimità di aree sensibili frequentate dalla popolazione. Rimangono da definire entro breve ulteriori misure, fra quali anche le modalità di segnalazione dei trattamenti in prossimità di determinati siti sensibili e le misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico e delle aree naturali protette. Difesa. Michele Berti, Andrea Branz, Matteo de Concini, Mario Springhetti (FEM) hanno trattato il tema della difesa fitosanitaria nei frutteti posti in prossimità delle aree sensibili che dovrà essere effettuata impiegando solo alcuni dei prodotti fitosanitari ammessi dal Protocollo di Produzione Integrata. Questo comporterà un impegno particolare da parte dei tecnici per fornire indicazioni chiare e dettagliate, ma soprattutto i frutticoltori dovranno mantenersi continuamente aggiornati in quanto le limitazioni non riguardano il principio attivo ma spesso i singoli prodotti commerciali per cui è indispensabile leggere con attenzione quanto riportato in etichetta. Diversi fungicidi normalmente impiegati per combattere la ticchiolatura non potranno essere utilizzati (es. Delan, Captano, ecc.), e alcuni insetticidi non saranno impiegabili. La varietà che presenta i maggiori problemi è la Golden Delicious in quanto è molto sensibile alla ticchiolatura e alcuni fungicidi impiegabili, specie in alcuni momenti, possono provocare fitotossicità. Deriva. Daniel Bondesan, Claudio Rizzi, Maurizio Chini (FEM) hanno suggerito quali caratteristiche devono avere siepi e barriere artificiali per garantire un adeguato grado di mitigazione della deriva su colture arboree: altezza almeno pari a 3 metri e copertura fitta e uniforme su tutta la lunghezza. Si è discusso inoltre dei vantaggi funzionali degli atomizzatori a getto mirato e degli aspetti tecnico-funzionali che permettono di ridurre la deriva, quali l’uso dei dispositivi di esclusione del flusso d’aria, dei deflettori orientabili, degli ugelli antideriva ad inclusione d’aria. Hanno anche illustrato alcune specifiche esperienze sui mezzi ed i metodi di riduzione della deriva, fra cui i sistemi per l’esclusione laterale del flusso d’aria accoppiati ad ugelli antideriva, lance per trattamenti manuali, impiego di reti plastiche ed effetto della siepe a bordo campo, oltre ai risultati di prove d’efficacia conseguibile impiegando dispositivi antideriva. Pratiche agronomiche. Fabrizio Dolzani, Stefano Bott, Massimo Prantil (FEM) hanno parlato di scelte colturali e pratiche agronomiche per migliorare la gestione complessiva del frutteto e ridurre l’impatto degli interventi fitosanitari sia nel numero (varietà resistenti) che nei volumi impiegati (piante a taglia ridotta). Sono state illustrate le caratteristiche di alcune varietà resistenti alla ticchiolatura quali Lumaga Galant, Fujion, Isaaq, Renoir, Crimson Crisp, Inored, Opal, Topaz. I tecnici hanno ricordato che nella realizzazione dei nuovi frutteti in prossimità di aree sensibili il frutticoltura è utile che impegni ad ottenere piante a taglia ridotta, con un’altezza massima di 2,5 m, adottando una forma di allevamento a parete stretta e continua: questo obiettivo si realizza facilmente mettendo a dimora o allevando piante con due o più assi. Melinda. Sono state messe in luce le iniziative di Melinda. Massimiliano Gremes (Melinda) ha parlato del percorso qualità intrapreso, sul quale di volta in volta vengono ad agganciarsi le esigenze proposte dai clienti, i maggiori standard qualitativi volontari o la normativa vigente. Per far questo Melinda da sempre collabora con APOT e Fondazione Mach per gestire i disciplinari di produzione integrata volontaria, formazione ai soci, la taratura degli atomizzatori. E’ stato fatto riferimento al Consorzio innovazione frutta che oggi è in grado di fornire diversi risultati sulle nuove varietà in sperimentazione, alcune delle quali hanno una o più resistenze alle patologie del melo, ma anche a Galant/Lumaga, varietà con caratteristiche molto promettenti. Melinda ha pianificato l’impianto di questa varietà Club resistente alla ticchiolatura. Lumaga Galant. Roberto Torresani e Gianluca Giuliani (FEM) hanno illustrato le prime esperienze di coltivazione di Lumaga Galant®, una nuova varietà per il panorama frutticolo del Trentino (OP Melinda e La Trentina). Sviluppata in un centro di ricerca Svizzero, è una varietà resistente alla ticchiolatura: questa caratteristica potrà permette, secondo le esperienze di FEM, di ridurre fino al 70% il numero di trattamenti necessari per ottenere frutta sana alla raccolta. Lumaga Galant® è quindi particolarmente interessante da mettere a dimora nei frutteti in prossimità di “aree sensibili” ed abitazioni private. I Tecnici FEM, in stretto contatto con CIF (Consorzio Innovazione Frutta), hanno caratterizzato la varietà anche dal punto di vista agronomico. Si presta ad essere piantumata piuttosto stretta (2,8 – 3 m tra le file per 0,60m lungo la fila) per ottenere impianti facilmente meccanizzabili e gestibili con tecniche alternative all’impiego dei prodotti chimici. Va stimolata nella crescita con diradamenti precoci ed intensi, con concimazioni adeguate ed una potatura piuttosto corta che ne migliori l’accrescimento vegetativo. Dai primi dati produttivi sembra possa dare buone soddisfazioni ai frutticoltori.
Il presidente FEM Segrè invitato oggi alla conferenza stampa di Renzi su Human Technopole
Segrè da Milano: “A San Michele due “filiali" di Human Technopole”
Oggi pomeriggio, a Milano, a margine della presentazione di “Human Technopole in Expo” da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè, ha manifestato la propria soddisfazione relativamente al forte coinvolgimento dell’ente di San Michele nell’ambizioso progetto che vedrà protagonista il polo internazionale di ricerca e tecnologia applicata dedicato alla longevità, agli stili di vita e all’alimentazione.
“Sono davvero molto soddisfatto – ha spiegato il presidente Segrè- del ruolo che la Fondazione Edmund Mach avrà in Human Technopole Italy 2040, il progetto strategico del dopo Expo presentato oggi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. In particolare la Fondazione coordinerà a Milano il Centro Agro-Food and Nutrition Genomics con il dr. Roberto Viola, che il CdA FEM ha nominato referente del progetto. Mentre a San Michele la Fondazione ospiterà due Outstation ovvero due “filiali” di HT. La prima legata alla ricerca sulla post-genomica, la seconda indirizzata alla valutazione dell’impatto economico e sociale delle innovazioni in campo agricolo e alimentare. Quest’ultima attività è il valore aggiunto che ho portato direttamente con le mie competenze scientifiche a Human Technopole e a FEM, ha aggiunto il presidente Segrè: “Credo davvero che questo progetto possa dare al Paese e al Trentino grandi prospettive di crescita e sviluppo in settori della ricerca strategica sia a livello locale che globale”.
In merito alle ricadute del progetto HT su San Michele e indirettamente sul Trentino, il Presidente Segrè ha spiegato che la filiale dedicata alla post genomica, in linea con la ricerca più avanzata di FEM, consentirà di reclutare 30 nuovi ricercatori dedicati sui fondi di HT mentre la seconda, invece, legata alla valutazione dell’impatto economico e sociale delle innovazioni, vedrà la creazione di una nuova area di ricerca da sviluppare in collaborazione con l’ateneo di Trento nell’ambito del Centro Agricoltura Ambiente Alimentazione e con l’Università di Bologna. Per questa iniziativa saranno reclutati 10 nuovi ricercatori, sempre su fondi HT.
“In totale l’investimento che ricadrà sulla Fondazione con le due Outstation si aggira attorno a 1,5 milioni di Euro, mentre il Centro di Milano “vale” circa 17 milioni di Euro” - ha concluso Segrè.
Di durata annuale, è stato approvato oggi dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore Zeni Prodotti fitosanitari: Piano di controllo su commercio e utilizzo
"Il Piano dei controlli ufficiali della produzione, del commercio e dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari, che armonizza le norme nazionali e comunitarie - spiega l'assessore alla salute e politiche sociali, Luca Zeni -, ha fra i suoi obiettivi quelli di prevenire e migliorare il livello di salute dei lavoratori impiegati in agricoltura e dei cittadini quali consumatori di prodotti agroalimentari, nonché di aumentare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni preposte al controllo ufficiale degli alimenti, e questo grazie a un'azione di promozione, informazione e monitoraggio puntuale e precisa". Il Piano è inserito nel percorso adottato da tempo dalla Giunta provinciale, per migliorare la qualità dei prodotti del Trentino e renderli sempre più sostenibili. In questo senso, poche settimane fa la Provincia autonoma ha sottoscritto con l'Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini, il Consorzio Vini del Trentino, la Fondazione Edmund Mach, l'Azienda provinciale per i servizi sanitari e l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, un protocollo per allontanare sempre più la chimica dai vigneti, in linea con quanto stabilito dal PAN - Piano di azione nazionale, e in attesa della prossima adozione del regolamento per l'utilizzo dei prodotti fitosanitari sul territorio provinciale. Con la deliberazione assunta oggi dalla Giunta provinciale, vengono quindi forniti gli indirizzi programmatori e pianificate le attività di controllo ufficiale per l’anno 2016 da parte dell’Azienda sanitaria nel settore del commercio e dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari.
Annualmente l’Azienda sanitaria, sulla scorta delle indicazioni provinciali, effettua un’attività di controllo sui fitosanitari in commercio presso le rivendite, i titolari di autorizzazione, i locali di deposito e i depositi di stoccaggio delle ditte di produzione nelle quali avviene la vendita all’utilizzatore finale. In accordo con l’Azienda sanitaria e nel rispetto delle percentuali minime individuate dal Ministero della Salute, è stato deciso di controllare tutti gli operatori autorizzati alla vendita sul territorio provinciale nell'arco del biennio 2016-2017. L'Azienda sanitaria inoltre effettua delle verifiche puntuali finalizzate al controllo dei prodotti fitosanitari in fase di utilizzo; considerato che il Ministero della Salute ha stabilito che le Regioni/Province autonome devono controllare almeno lo 0,1% (indicazione ministerale) delle aziende agricole che insistono sul proprio territorio, si è deciso di sottoporre a questo controllo almeno 70 aziendel corrispondente allo 0,5 per cento.
Il Piano proposto definisce, infine, la programmazione relativa ai campionamenti da effettuare per la ricerca di residui di prodotti fitosanitari su alimenti di origine animale e vegetale. Nel dettaglio sono cinque gli interventi del Piano per il 2016: 1.Controllo sulla produzione dei fitosanitari. Il controllo in sede di produzione e commercio coinvolge il Dipartimento prevenzione dell'Apss, l'Appa di Trento e l'Arpa di Ferrara per l'analisi dei formulati. Nel controllo è prestata particolare attenzione alle impurità contenute e alla verifica della presenza nel circuito commerciale di prodotti non autorizzati o revocati. 2.Controllo in sede di commercio dei fitosanitari. Il Dipartimento prevenzione dell'Apss assicura il controllo di tutte le attività autorizzate alla vendita e al deposito di fitosanitari nell'arco del biennio 2016-2017. Il numero delle ispezioni per il 2016 deve essere pari al 50% degli operatori autorizzati e presenti sul territorio, altrettanti per l'anno successivo. In particolare devono essere veriricati lo stato di autorizzazione dei prodotti fitosanitari e la conformità dell'etichetta riportata sui prodotti a quella autorizzata. 3.Controllo sull'utilizzo dei fitosanitari. Il controllo coinvolge il Dipartimento prevenzione e ha come obiettivo primario la conoscenza e la riduzione dei rischi derivanti dalla detenzione e dall'utilizzo dei prodotti fitosanitari. I controlli possono essere svolti presso le aziende agricole o presso altri luoghi di applicazione dei prodotti fitosanitari. Il controllo deve interessare almeno 70 aziende. 4.Controllo sulle matrici alimentari per la verifica della presenza di residui. L'attività coinvolge il Dipartimento prevenzione, nonché l'Arpa dell'Emilia Romagna per l'analisi delle matrici di origine vegetale e l'Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie per l'analisi delle matrici di origine animale. L'obiettivo è quello di conoscere e ridurre i rischi derivanti dalla presenza di residui di principi attivi nei prodotti alimentari di origine animale e vegetale. Vanno inoltre effettuati campioni in matrici alimentari relative a fauna selvatica, ittiofauna e funghi. 5.Informazioni relative alla moria delle api. Nel corso del 2016 l'Apss dovrà fornire al Servizio politiche sanitarie le informazioni relative alla moria delle api rilevate sul territorio provinciale e riconducibili a trattamenti fitosanitari.
Oggi a Roma l'incontro degli assessori regionali all'agricoltura con il ministro Martina Crisi del latte, i territori alpini premono su Bruxelles: "OCM anche per i prodotti di montagna"
Un'azione forte del governo italiano presso l'Unione europea affinchè siano varate misure straordinarie e urgenti per proteggere gli allevatori e produttori di latte dalla continua erosione del proprio reddito, misure che riguardano l'etichettatura dei prodotti (in modo che ne sia certificata la provenienza), un Fondo per la stabilizzazione del reddito dei produttori e sostegni per la promozione dei prodotti derivati del latte sui mercati. É quanto i responsabili delle politiche agricole regionali, in particolare gli assessori all'agricoltura di Trento e Bolzano, hanno chiesto al ministro Martina in occasione dell'atteso incontro di oggi a Roma convocato per affrontare la "crisi del latte". In prima fila la Provincia autonoma di Trento che, con la Provincia autonoma di Bolzano, il Tirolo ma anche la Baviera, sta mettendo a punto di concerto con il parlamentare europeo Herbert Dorfmann - é previsto a breve un vertice - un'azione comune nei confronti di Bruxelles affinché sia attivata una OCM (Organizzazione comune di mercato) riservata al latte prodotto nelle zone di montagna, al pari di quanto già si prevede per il settore dell'ortofrutta.
Questo è quanto hanno chiesto i responsabili delle politiche agricole dei territori alpini e dell'Euregio per frenare l'emorragia dei prezzi che sta investendo il settore latte e sostenere in tal modo gli allevatori di montagna. Ad annunciarlo, al termine dell'incontro di oggi a Roma con il ministro Martina, é l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, che solo alcuni giorni fa aveva incontrato i rappresentanti dei produttori trentini per concordare una serie di azioni d'emergenza ma anche di prospettiva per superare la difficile situazione che sta investendo il comparto. Dall'incontro di oggi a Roma è emerso che il governo italiano metterà a disposizione del comparto 75 milioni di euro, 50 dei quali saranno riservati alla copertura delle spese dovute per il pagamento delle multe erogate per le quantitá di latte prodotte in esubero rispetto alle vecchie quote latte, cosa che, come è noto, non riguarda in alcun modo i produttori trentini. Tocca invece anche i produttori locali la decisione annunciata da Martina di metter a disposizione del settore 25 milioni di euro che saranno erogati da Agea entro il mese di marzo. La quota parte relativa al Trentino si traduce in un piccolo aiuto, quantificabile in circa 1-2 centesimi al litro di latte conferito negli ultimi due mesi, una cifra che sará per altro precisamente definita dopo che i caseifici comunicato l'esatta quantitá di latte prodotto.
Seminario al Polo Meccatronica di Rovereto per approfondire le molteplici applicazioni e le opportunità di business derivanti dall’utilizzo degli “aeromobili a pilotaggio remoto”
Droni, stato dell'arte: giovedì 3 marzo, ore 14, a Trentino Sviluppo
Si scrive SAPR, Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, si legge droni. Nei cieli italiani ne volano 1.200 ogni giorno, secondo i dati contenuti nell’ultimo rapporto stilato dall’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile; 800 gli operatori riconosciuti. La “Droni Spa” è fatta oggi di imprese di dimensioni relativamente ridotte ma il giro d'affari complessivo del settore, come calcolato da una recente indagine Doxa, è di circa 350 milioni. Un business che a livello mondiale supererà gli 8,1 miliardi nel 2018. Di nuove tecnologie, impensabili prospettive, panoramiche mozzafiato si parlerà giovedì 3 marzo al Polo Meccatronica in un seminario organizzato da Trentino Sviluppo alla presenza di qualificati esperti nazionali, certificatori, operatori del settore ed imprenditori che stanno già lavorando con i droni su diverse applicazioni, dalla topografia e rilievi 3D all’agricoltura, dalla geologia agli interventi di protezione civile. Appuntamento a partire dalle ore 14.00 presso l’Auditorium di via Zeni a Rovereto.
Il seminario “Droni il futuro oggi. Nuove tecnologie a servizio del territorio” rappresenta l’opportunità per conoscere il futuro dell’innovazione aerea e le innumerevoli applicazioni degli APR, gli “Aeromobili a pilotaggio remoto”. Sarà presente anche il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, che aprirà i lavori sottolineando le connessioni tra questa tecnologia d’avanguardia, le sue molteplici applicazioni ed il progetto Polo Meccatronica e la filiera ad esso collegata sul quale Provincia sta investendo in modo sempre più tangibile e convinto. La prima parte dell'evento, dalle ore 14 alle 16.30, di carattere informativo, tratterà lo sviluppo tecnologico del comparto, i modelli e la struttura dei droni, la normativa in vigore. Interverranno Fabrizio Bovi (Fondazione 8 ottobre 2011), il colonnello Giovanni Savoldelli Pedrocchi (Enac), il comandante Luca Tagliagambe, Marco Citterio (Flyrad), Sergio Barlocchetti (giornalista aereonautico), Patrick Pedrella (Università degli Studi di Trento). Nella seconda parte, dalle ore 17 alle 19, spazio ad alcune applicazioni specifiche quali la formazione dei piloti, i possibili utilizzi dei droni in campo agricolo, industriale e civile. Protagoniste saranno le aziende Italfly, Smart3K, Cyberfed, Ndvi, Laboratorio Rocce e Ricerca Tonon, ma anche il Servizio Antincendi e Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento, il progetto “D-Fab” dell’Università degli Studi di Trento per l’uso dei droni nel soccorso in valanga ed il Museo Civico di Rovereto che parlerà di possibili applicazioni su siti archeologici. Programma completo e maggiori informazioni su trentinosviluppo.it (d.m.)
Presentate questa mattina le iniziative per l'8 marzo
L'assessora Ferrari:" Valorizzare le donne migliora la competitività della comunità"
"Non è solamente un fatto etico, la mancata valorizzazione delle donne fa perdere competitività alla nostra comunità": è iniziato con questo messaggio l'intervento dell'assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari in occasione della presentazione, questa mattina in sala Belli del palazzo della Provincia, delle numerose iniziative organizzate per l'8 marzo. "Il tema che fa da cornice al calendario degli eventi – ha ricordato l'assessora - sono i 70 anni di voto alle donne in Italia". Se ne parlerà e si farà il punto sulla partecipazione femminile alla vita pubblica e nei ruoli decisionali giovedì 10 marzo alle 20 e 30 nella Sala di rappresentanza della Regione, assieme alla giornalista Lorella Zanardo e allo scrittore Filippo Maria Battaglia.
Che la presentazione delle iniziative per l'8 marzo offrisse la possibilità di parlare di diritti e rilanciare numerose altre tematiche creando un dibattito importante per la società, lo ha ricordato in apertura dell'incontro Luciano Malfer, dirigente dell'Agenzia per la Famiglia. "I numeri attuali relativi alle donne nelle istituzioni – ha aggiunto l'assessora Ferrari - non sono ancora rappresentativi della presenza femminile nella società. Nei consigli comunali le donne sono il 26 per cento. Non aumenta il numero delle donne sindaco. Se i dati sono più confortanti per le giunte comunali e per le Comunità, con il 34% di donne nelle assemblee, lo si deve a precise previsioni di legge. Non abbiamo ancora recepito però, e su questo proseguiranno le iniziative politiche, la legge sulla doppia preferenza nelle elezioni amministrative per i comuni e quella sulla doppia preferenza nell'elezione del consiglio regionale e provinciale". In campo lavorativo, ha ricordato l'assessora, si sta facendo molto, con un'attenzione particolare ad approfondire, attraverso studi e ricerche, il ruolo della presenza femminile nei consigli di amministrazione del sistema pubblico e nel privato. Inoltre si sta puntando sulla certificazione delle competenze all'interno del progetto Co-Manager, che in tre anni ha visto 39 sostituzioni temporanee di madri nel loro ruolo di manager di aziende. In campo scolastico proseguono poi le attività di educazione alla relazione di genere, per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne e promuovere le scelte formative dei giovani, secondo i propri talenti e non per l'essere maschi o femmine. La dirigente dell'Agenzia del Lavoro Antonella Chiusole ha sottolineato che esiste una correlazione tra occupazione femminile e Pil. "In Trentino – ha detto – il tasso di occupazione femminile è al 62 per cento; la differenza tra occupazione maschile e femminile è al 14 % in Trentino e al 20 % in Italia. Questo significa che, se in Trentino va meglio che altrove, potremmo però avere nella nostra provincia 20mila donne lavoratrici in più, con effetti benefici sulla produzione di ricchezza e anche, l'esperienza svedese lo dimostra, su altri indici, come quelli legati alla natalità". La Consigliera di parità Eleonora Stenico ha ricordato che "nonostante si faccia molto, in Trentino, ancora oggi, circa 300 donne all'anno lasciano il lavoro al momento della nascita di un figlio". La presidente della Commissione pari opportunità Simonetta Fedrizzi ha rimarcato l'importanza di un'equa rappresentanza di genere nella politica. In conclusione tre studentesse di una classe terza del liceo delle scienze umane "Filzi" di Rovereto hanno presentato il progetto "Reset". Con il loro impegno sono riuscite a trovare sostegno pubblico e privato per un viaggio di ricerca scientifica alle isole Svalbard nell'Artico, scardinando lo stereotipo che vuole le ragazze non interessate alla scienza.
Orso in Trentino: il punto domani al Museo delle Scienze
Nell'ambito degli "Incontri al museo per parlare di fauna" domani - mercoledì 9 marzo 2016 alle 20.45 presso l'Aula magna del Museo delle Scienze di Trento - il Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento presenterà un aggiornamento sullo stato della popolazione degli orsi e sulle attività in atto, nonché il punto sulle presenze di lince e lupo. Nell'occasione sarà illustrato e distribuito il "Rapporto orso 2015".
Torna domani - mercoledì 9 marzo - l'ormai tradizionale appuntamento per aggiornare il pubblico sull'evoluzione della popolazione di orsi che gravita nel Trentino e nelle regioni limitrofe. Quanti e quali orsi sono stati accertati, dove gravitano, quanti nuovi nati e quanti individui scomparsi sono stati registrati, qual è l'evoluzione della loro interazione con l'uomo e cosa viene fatto per gestirla, sono alcune delle domande che troveranno una risposta. Il quadro, che sarà illustrato da Claudio Groff del Servizio Foreste e fauna, con un approfondimento di Simone Tenan del MUSE relativo agli studi in corso sulle dinamiche demografiche e spaziali che caratterizzano la piccola popolazione di orso delle Alpi centrali, è contenuto nel nuovo "Rapporto orso 2015", documento giunto alla sua nona edizione, curato dal Settore Grandi carnivori del Servizio Foreste e Fauna della Provincia, con la collaborazione del Museo delle Scienze (MUSE), del Parco Naturale Adamello Brenta (PNAB) e dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA). L’aggiornamento riguarderà naturalmente anche la lince ed il lupo che pure sono presenti sul territorio provinciale. La pubblicazione ha un duplice scopo: fornire al pubblico un'informazione corretta, aggiornata e dettagliata sullo status della popolazione di orsi che gravita in Trentino e nelle regioni adiacenti, e registrare in maniera precisa ed analitica un insieme di dati per renderne possibile l'utilizzo da parte degli addetti ai lavori.
Parchi: Stelvio, comitato di coordinamento al via in aprile
I lavori del nuovo comitato di coordinamento del parco nazionale dello Stelvio prenderanno l'avvio in aprile: è uno dei dati emersi dall'incontro di oggi a Roma tra il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti ed i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Ugo Rossi e Arno Kompatscher e il governatore della Lombardia Roberto Maroni.
Dopo la pubblicazione della norma di attuazione che ha precisato le competenze di Alto Adige, Trentino e Lombardia, il nuovo assetto gestionale del parco nazionale dello Stelvio sta dunque prendendo forma. "Nel colloquio con il ministro Galletti abbiamo fatto un importante passo avanti", ha riferito Il presidente Rossi dopo l'incontro. Il prossimo 1 aprile, infatti, il nuovo comitato di coordinamento del parco nazionale dello Stelvio sarà convocato per la seduta costitutiva. "Come passo preparatorio, ancora entro questa settimana il Ministro nominerà i rappresentanti ministeriali nell'organismo", ha precisato Rossi. Sarà il Ministero dell'ambiente a convocare la seduta, che si svolgerà a Bormio in base a un principio di rotazione fra i tre territori interessati. Il comitato di coordinamento ha il compito di elaborare direttive comuni per la gestione e l'amministrazione del parco nazionale.
E’ previsto uno stanziamento di 28 milioni Programma di sviluppo rurale: ecco le misure per il settore forestale
Il Programma di Sviluppo Rurale, sostenuto dall’Unione Europea per finanziare interventi in ambito agricolo, forestale e ambientale, è ormai entrato nella sua fase operativa. Oggi, la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola, ha approvato una delibera con cui vengono disciplinati i criteri e le modalità di accesso ai contributi per il settore forestale, per tutto l’arco di validità del Programma di sviluppo rurale 2014 -2020. La Provincia autonoma di Trento è parte attiva di questo progetto e il Servizio Foreste e Fauna è l’organismo delegato per la cura delle pratiche inerenti il settore forestale, per il quale è previsto uno stanziamento complessivo di 28 milioni di euro. Le nuove misure forestali sono frutto di un articolato percorso di confronto tra la Provincia e tutte le parti coinvolte nello sviluppo rurale. Per questo il Servizio Foreste e fauna ha attivato uno specifico percorso di concertazione chiamato “Tavolo di partenariato” a cui hanno partecipato imprese, proprietari silvo–pastorali e tecnici di settore.
In sintesi l’approccio dato alla nuova programmazione tiene conto di alcuni principi e obiettivi iniziali quali: •individuazione di un numero massimo di 5 Misure prioritarie, al fine di concentrare le risorse su pochi obiettivi specifici; •semplificazione amministrativa delle procedure anche attraverso l’uso di valori tabellari e costi standard; •sostegno prioritario ad interventi in grado di assicurare ricadute positive sull’occupazione e sull’economia locale; •priorità alle domande presentate da associazioni forestali attive, ai mezzi innovativi e più in generale agli investimenti sostenuti da una pianificazione tecnica di area con validità pluriennale.
Le 5 Operazioni forestali sono:
Operazione 4.3.2. – Viabilità forestale. La densità media della viabilità forestale della provincia di Trento, pari a circa 20 m/ha, può essere definita buona, anche se localmente può ancora presentare qualche carenza. Prioritario è tuttavia il mantenimento della rete in uno stato efficiente e adatto alle dimensioni dei moderni mezzi forestali, al fine di consentire sia il transito in sicurezza, sia l'organizzazione dei cantieri di utilizzazione, con il recupero dei sottoprodotti legnosi per la produzione di cippato.
L’operazione consiste quindi nel sostenere prioritariamente la messa in sicurezza del piano viabile e gli adeguamenti delle dimensioni delle strade forestali esistenti. Secondariamente possono riguardare la costruzione di nuovi tratti in aree non sufficientemente servite. Sono escluse in ogni caso le manutenzioni ordinarie perché espressamente escluse dal Regolamento europeo. Altri interventi previsti sono le sistemazioni di sentieri forestali esistenti e l'ampliamento o la costruzione di piazzali forestali. Il tasso del sostegno è variabile tra il 40 e il 60% del costo dell’opera, in funzione della tipologia dell’intervento.
Operazione 8.5.1. – Interventi selvicolturali. L’operazione è finalizzata a sostenere gli interventi selvicolturali messi in campo per accrescere la stabilità e il pregio ambientale dei boschi, con particolare attenzione agli interventi nei boschi di protezione diretta, nei boschi giovanili e in quelli marginali per la localizzazione disagiata. Si tratta quindi di un sostegno a interventi selvicolturali come i diradamenti e le conversioni in cui è previsto il recupero del materiale legnoso, anche al fine di alimentare la filiera della legno, e in particolare quella delle biomasse. Rispetto alla precedente programmazione è stato dato maggiore risalto agli interventi a fini paesaggistici quali ad esempio il recupero dei lariceti pascolati e i castagneti. Sostegno pari al 100%, escluse le spese tecniche che restano a carico del richiedente.
Operazione 4.4.1 – Recupero Habitat in fase regressiva. Il fenomeno dell’avanzamento del bosco su terreni post-colturali ha importanti conseguenze sulla stabilità dei versanti, sulla biodiversità e sulla qualità del paesaggio. Il regresso delle pratiche agricole e pastorali porta alla spontanea formazione di nuovi ecosistemi dominati da alberi e arbusti. Per questo, con questa operazione si intendono incentivare lavori volti a ripristinare condizioni di habitat favorevoli alla flora e alla fauna, ma anche interventi di mantenimento dei paesaggi agrari tradizionali come i pascoli alberati e un alto grado di qualità floristica nei pascoli delle malghe. I lavori consistono principalmente in lavori di taglio e trinciatura di vegetazione arborea e arbustiva e nella realizzazione di pozze d’abbeveraggio per gli animali. Rispetto alla precedente programmazione con questa Operazione vi sarà la possibilità di proporre in maniera più mirata interventi di miglioramento qualitativo dei pascoli delle malghe. Sostegno pari al 100%, escluse le spese tecniche che restano a carico del richiedente.
Operazione 4.4.2 – Recinzioni tradizionali e interventi di prevenzione dei danni da grandi carnivori. In alcune situazioni la gestione del pascolo è particolarmente disagevole, questo favorisce l’abbandono dei territori con una perdita notevole della biodiversità e della qualità del paesaggio tradizionale. Un efficace misura per favorire il pascolo è la realizzazione di idonee recinzioni in legno. La misura proposta intende quindi sostenere la realizzazione di recinzioni tradizionali in legno e il recupero conservativo di quelle in pietra. Nelle aree dove è confermata la presenza di grandi carnivori (Orso e Lupo) sarà possibile integrare la recinzione in legno con dei sistemi elettrici supplementari per la difesa degli animali al pascolo. La misura sarà estesa anche agli apicoltori, finanziando la realizzazione di apiari chiusi (Bienenhaus) con relativa recinzione in legno elettrificata a difesa dall’orso. Tasso del sostegno previsto tra il 60 e 70%.
Operazione 8.6.1 - Investimenti in macchine ed attrezzature per le imprese forestali. Il miglioramento della competitività delle imprese di utilizzazione forestale è un obiettivo fondamentale per il mantenimento dei livelli occupazionali e della qualità della vita dei territori di montagna. In provincia di Trento le ridotte dimensioni delle imprese boschive, il ristretto ambito operativo territoriale e i limiti stagionali rappresentano un freno agli investimenti e quindi alla sopravvivenza delle aziende più piccole.
Una meccanizzazione efficiente delle principali fasi del lavoro riduce i costi di utilizzazione, contribuisce a migliorare l’attrattività del lavoro di boscaiolo per i giovani, così come la sicurezza degli operatori. La presenza di piccole aziende anche in contesti marginali di montagna è inoltre garanzia di presidio del territorio. Particolare attenzione sarà riservata agli investimenti in grado di migliorare la sicurezza del lavoro in bosco. L’operazione intende quindi sostenere gli investimenti finalizzati all’ammodernamento delle dotazioni, degli impianti, e dei dispositivi di sicurezza degli operatori delle imprese forestali, compresi gli investimenti in nuove tecnologie e mezzi. Le imprese potenzialmente beneficiare di questo contributo, in questo momento sono oltre 190. Tasso del sostegno tra il 35 e 40%.
Per tutte le operazioni è indetto dal Servizio Foreste e fauna un bando annuale con scadenza al 30 aprile di ogni anno (30 aprile 2016 il primo).
Per informazioni e per accedere al bando annuale di riferimento, è possibile consultare la sezione dedicata al Programma di Sviluppo Rurale sul sito Internet del Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento (http://www.foreste.provincia.tn.it/), oppure telefonare direttamente al Servizio (0461-495943).
Venerdì 18 marzo alle 16, a Trento, presso la Sala Belli del Palazzo della Provincia Cambiamenti climatici, pollini ed allergie: incontro pubblico a Trento con esperti
Cambiamenti climatici ed effetti sulla salute, piante allergeniche e monitoraggio del polline, allergie negli adulti e nei bambini. I temi saranno affrontati venerdì 18 marzo, a partire dalle ore 16, presso la Sala Belli del Palazzo della Provincia autonoma di Trento, nell'ambito di un incontro pubblico organizzato dalla Fondazione Edmund Mach. L'iniziativa è promossa dal Centro Ricerca e Innovazione nel contesto delle azioni supportate dall’Osservatorio Trentino sul Clima della Provincia autonoma di Trento.(s.c.)
Il programma passerà in rassegna le analisi sul cambiamento climatico in Trentino negli ultimi decenni e le possibili azioni da intraprendere anche alla luce dello storico accordo raggiunto alla Conferenza sul clima di Parigi. Si affronterà il delicato e complesso tema dell’effetto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi e le ricadute sulle salute umana. Il focus sarà poi centrato sulle modificazioni dello spettro dei pollini aerodispersi emerse da uno studio finanziato dall'Assessorato provinciale alle infrastrutture e all'ambiente attraverso il “Fondo per lo sviluppo sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climatici” nell'ambito del quale sono stati analizzati 25 anni di dati pollinici raccolti dal centro di monitoraggio aerobiologico della Fondazione Mach. Le modificazioni nel tempo delle concentrazioni di polline sono considerate infatti un attendibile proxy di modificazione nella vegetazione anemofila e degli effetti dei cambiamenti climatici. Si esporrà inoltre come la comunicazione delle informazioni relative a pollini allergenici segua canali consolidati ma sia anche aperta a nuove tecnologie con potenzialità maggiormente interattive per l’allergico. Infine, il tema dell’allergia ai pollini fornirà il quadro completo della situazione locale che vede qui, come altrove, un aumento di incidenza delle patologie allergiche. L’incontro riunisce esperti di spicco in ambito scientifico del contesto provinciale per creare un evento a carattere prettamente divulgativo aperto a tutti gli interessati. Interverrà in apertura Roberto Barbiero, climatologo referente dell'Osservatorio Trentino sul Clima; per la Fondazione Mach ci saranno il dirigente del Centro Ricerca ed Innovazione Annapaola Rizzoli, che affronterà il tema cambiamenti climatici ed effetti sulla salute, il climatologo Emanuele Eccel e le aerobiologhe Antonella Cristofori e Fabiana Cristofolini. Stefano Forti della Fondazione Bruno Kessler responsabile dell'unità Health end Well Being parlerà di strumenti di divulgazione. L'aspetto sanitario sarà affrontato da Romano Nardelli Direttore U.O. Pneumologia dell'ospedale di Arco e da Ermanno Baldo Direttore U.O. di Pediatria dell'Ospedale di Rovereto. Introduce e presente Raffaella Canepel, dirigente sostituto del Settore tecnico per la tutela dell'ambiente di APPA TN.