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Provincia Autonoma di Trento 
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Oggi alla ex-Whirlpool il convegno per i 25 anni dal varo dello strumento che ha assistito 8000 lavoratori disoccupati
POLETTI: BENE IL PROGETTONE, ANCHE CON I SUOI CAMBIAMENTI
OLIVI: VOGLIAMO CHE SIA SEMPRE DI PIU' UN PONTE FRA UN LAVORO ED UN ALTRO

Sono attualmente oltre 1600 le lavoratrici e i lavoratori cui la Provincia autonoma di Trento garantisce un’occupazione attraverso un modello innovativo di lavori socialmente utili - quello che da sempre chiamiamo Progettone - di cui 1200 assunti con contratto a tempo indeterminato. Dal 1990 ad oggi circa 8000 lavoratori disoccupati sono stati assistiti da questo strumento e 3500 sono stati portati fino alla pensione. Ma i numeri da soli non bastano a restituire appieno il valore di un'esperienza avviata 25 anni fa per dare una risposta concreta alle crisi di allora, offrendo un lavoro, e quindi un inserimento attivo nella Comunità, ad alcune fasce deboli di cittadini che per motivi diversi lo avevano perso, in particolare quelli più vicini alla pensione. Oggi, nella sede della ex-Whirlpoool, a Spini di Gardolo, l'evento del venticinquennale, con oltre 1000 presenze fra cui molti ex-lavoratori. Fra le presenze istituzionali, il presidente Ugo Rossi, il vicepresidente Alessandro Olivi e due ospiti d'eccezione, il ministro del lavoro e politiche sociali Giuliano Poletti e il presidente dell'Inps Tito Boeri. "Il Progettone cambia nel tempo - ha sottolineato il primo, riprendendo il ragionamento sviluppato poco prima da Olivi - ed è bene che sia così, è bene che voi vi interroghiate per capire in cosa è possibile cambiare. Fino ad oggi ha portato tante persone alla pensione, in futuro dovrà essere sempre più uno strumento 'ponte' da un lavoro ad un altro lavoro. Dobbiamo dire sì ai cambiamenti ed abituarci a considerarli parte della normalità, non emergenze".
Per Boeri, "il Progettone ha rappresentato forse l’esempio più avanzato in Italia di collaborazione fra Inps e un ente locale. Se si generalizzasse un’esperienza di questo tipo, ne deriverebbe un messaggio importante: le persone che hanno bisogno di aiuto non devono rivolgersi a santi in paradiso o a potentati locali, se ne hanno diritto, ovvero se in possesso di certe caratteristiche, verificabili anche consultando le banche dati dell’Inps. Ciò può essere normale dove esistono amministrazioni che funzionano, come qui, ma non lo è in altre parti del Paese".

Un evento d'eccezione, dunque, quello di oggi, in un luogo anch'esso d'eccezione, perché carico di memorie, un luogo che, è stato detto, verrà a breve reindustrializzato, e dove quindi si comincerà di nuovo a lavorare, dopo il precipitoso abbandono della Whirlpool dell'estate 2013.
Ad aprire i discorsi, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che ha sottolineato il ruolo avuto dal Progettone nella valorizzazione del capitale umano, in particolare quello composto dai lavoratori e dalle lavoratrici ultracinquantenni
"Più di 8000 persone sono state prese in carico da questo strumento - ha detto a sua volta Rossi - . Un bell’esempio di come il Trentino abbia saputo mettere assieme solidarietà e sviluppo. Io stesso in passato come presidente di una cooperativa ho fatto esperienza con il Progettone. Oggi il Trentino è alle prese di nuovo con le stesse sfide: coniugare sviluppo, competitività e coesione sociale. Se lavoreremo con la stessa costanza e attenzione che abbiamo garantito in questi 25 anni, anche i prossimi 25 saranno positivi".
Enzo Coppola, dirigente del Servizio provinciale per il Sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale, a cui il Progettone fa capo, ha tracciato la storia di questo strumento, a partire dalla metà degli anni 80. Il Trentino all'epoca attraversava una fase difficile. Le chiusure della Grundig di Rovereto e di altre grandi fabbriche come Laverda, Samatec e Michelin produssero centinaia di disoccupati. Nel luglio 1985 ci fu inoltre la tragedia di Stava. Inizialmente il Progettone nacque per dare ai lavoratori disoccupati attività sostitutive sul piano del recupero ambientale. In seguito la gamma dei lavori si è via via allargata a lavori di custodia, di servizio alla persona, di gestione di servizi bibliotecari e museali e quant’altro, accogliendo quindi un numero crescente di donne. Oggi il 61% delle persone coinvolte nel Progettone sono lavoratori, il 39% lavoratrici. Il 68% dei lavoratori è impiegato in attività di servizio e 32% nelle attività per la cura del verde. Molte attività – pensiamo alle ciclabili – hanno generato anche delle ricadute esterne, con il coinvolgimento di piccole imprese locali nella realizzazione delle opere. "Il Progettone non è dunque sinonimo di assistenzialismo", ha ribadito Coppola, snocciolando alcune altre cifre: nel 2015 gli interventi del Progettone hanno interessato 150 Comuni, 200 enti. 175 cantieri aperti nel verde, 450 chilometri di piste ciclabili gestiti, ed ancora, le aree di sosta, i parchi, gli eventi, i beni architettonici e culturali minori: tutto questo ha generato ricadute positive per la qualità della vita dei residenti ma anche nel turismo. Recuperare la dignità del lavoratore, mettere al centro la persona, è stata però la cosa più importante. Il partner fondamentale di tutto questo, la cooperazione, che ci ha creduto fortemente, assieme ai sindacati e alle istituzioni.
Ed ancora: sul palco si sono succeduti Marina Castaldo, vicepresidente della Federazione trentina della cooperazione, per la quale "la scommessa, fra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, fu quella di trasformare una criticità in una opportunità, dando vita ad uno degli elementi fondamentali delle politiche attive e del lavoro che il Trentino abbia saputo costruire", e Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil, che ha ricordato come "con l'Agenzia del lavoro, con il Progettone, nacque l’idea di trovare delle soluzioni condivise alle crisi industriali e occupazionali. Oggi si parla molto di dialogo sociale, di tavoli, con alterne fortune. Noi in Trentino diciamo: guardiamo ai risultati che tutto questo ha prodotto in Trentino, in termini di coesione sociale. Ciò non toglie che questo strumento vada rivisto, alla luce dei sempre maggiori bisogni che deve affrontare".
Stefano Endrizzi, sindaco di Ronzone, ha presentato l'esperienza con il Progettone di un ente locale, mentre Davide Riondino ha portato sul palco un po' di sana verve teatrale, prima degli interventi più attesi. Il primo, quello del presidente dell'Inps Tito Boeri, per il quale "già il fatto che il Progettone sia durato 25 anni è prova della sua bontà. Ma sono due le caratteristiche fondamentali dell’esperienza: il fatto di essersi rivolta a lavoratori disoccupati in una fascia d’età critica (over 55), dove solitamente il reimpiego risulta molto difficile (avviene circa nel 10% dei casi); la seconda, l’avere rappresentato forse l’esempio più avanzato in Italia di collaborazione fra Inps e un ente locale. Se si generalizzasse un’esperienza di questo tipo, ne deriverebbe un messaggio importante: le persone che hanno bisogno di aiuto non devono rivolgersi a santi in paradiso se ne hanno diritto, ovvero se in possesso di certe caratteristiche, verificabili anche consultando le banche dati dell’Inps. Forse la cosa sembra meno importante in posti come il Trentino, dove vi sono amministrazioni pubbliche che funzionano, ma altrove assume un suo peso. Il Trentino può essere però un esempio per il Paese ed un terreno di sperimentazione anche in un altro settore: nel rapporto fra politiche attive e passive del lavoro, rapporto che deve essere strettissimo".
Il vicepresidente Olivi, anche nella sua veste di assessore allo sviluppo economico e lavoro, ha esordito dicendo che è ora di dire un "basta molto chiaro all’idea che chi va nel Progettone ci va per non fare niente. Il Progettone è un luogo dove uomini e donne lavorano, si guadagnano lo stipendio. Senza il Progettone il Trentino sarebbe più povero socialmente ma anche sul piano della qualità del territorio".
Lo sguardo, però, anche in questo 25esimo compleanno, non può non andare al futuro. E anche su questo versante Olivi è stato chiaro: "Il Progettone sarà sempre meno il luogo dove si approda fino alla pensione. Certo, questa rimane una funzione irrinunciabile per i segmenti più deboli del mercato del lavoro. Ma noi vorremmo anche puntare ad un obiettivo più importante, cioè a fare del Progettone un momento di transizione, di passaggio da una fase della propria vita lavorativa ad un altro. Dobbiamo creare una strumentazione affinché uomini e donne che entrano nel Progettone siano anche aiutati a ritornare nel mercato del lavoro.In questo sforzo dovremo coinvolgere sempre di più le aziende, la cooperazione, gli stessi lavoratori. Fin dal 2016, quindi, i lavoratori che entreranno nel Progettone saranno accompagnati dall’Agenzia del lavoro lungo un percorso di riqualificazione, per essere aiutati a trovare un nuovo impiego".
Olivi ha delineato il profilo di un Trentino aperto, che mette esperienze come quella dell'Agenzia del lavoro a disposizione del resto del paese, "perché non credo che i lavoratori disoccupati del Trentino siano diversi dai lavoratori disoccupati del resto d'Italia". In chiusura del suo intervento, un'illustrazione generale degli strumenti di welfare adottati dal Trentino, compreso il reddito di garanzia, l'equivalente del reddito di cittadinanza che si sta discutendo nel resto dell'Italia (il Trentino è l'unica regione ad avere adottato uno strumento del genere, che lo allinea alle esperienze più avanzate dell'Europa del Nord).
Molte dunque le suggestioni, e molti gli stimoli, che il ministro Poletti ha prontamente ripreso e commentato. " Non dobbiamo più pensare ai problemi e ai cambiamenti solo come a delle emergenze - ha detto - . Il Progettone cambia nel tempo, voi vi interrogate per capire in cosa è possibile cambiare, in meglio, e questo è positivo. Il Progettone ha portato tante persone alla pensione, in futuro dovrà essere uno strumento 'ponte' da un lavoro a un altro lavoro. La nostra vita è fatta di elementi materiali, fisici, economici. Come diceva mio padre: ci vuole un bel coraggio ad essere felici. Questo progetto fa una cosa importantissima: combatte cioè la condanna peggiore, l’idea di essere inutile a sé e agli altri. Perché questo è il dato che si produce in chi non ha un lavoro, non ha un’opportunità. Perciò la valorizzazione della persona è tanto importante e deve essere presente in tutte le politiche di welfare.
Grazie per avere risolto tanti problemi in Trentino. Qui si sono elaborate risposte positive che possiamo cercare di estendere anche ad altre realtà. Anche fuori di qui ci sono i lavoro socialmente utili. Ma in certi contesti li abbiamo messi a punto per ragazzi di 20 anni. È una sciocchezza. A un ragazzo di 20 anni dobbiamo dare la possibilità di costruirsi un mestiere, un futuro. Invece, ci sono altri percorsi innovativi possibili, che possiamo mettere a punto. Ad esempio, il part time per i lavoratori che si avvicinano alla pensione. Ci vuole coerenza fra vita e lavoro. Veniamo da un’epoca in cui la vita era modellata in funzione dell’organizzazione del lavoro. Oggi si stanno producendo le condizioni per riconnettere in maniera più felice la relazione fra vita e lavoro. Lavoreremo di più perché vivremo di più: abbiamo bisogno quindi costruire un sistema più ragionevole. È giusto che uno arrivi fino all’ultimo giorno di lavoro con 38 ore settimanali di lavoro e poi, dal primo giorno di pensione, zero? Non sarebbe meglio un passaggio più graduale?".
Infine, da Poletti, uno sguardo al futuro del Paese. "Dobbiamo continuare a lavorare affinché l’Italia rimanga un grande paese manifatturiero. E’ l’impresa che deve produrre nuovo lavoro e nuova crescita. Quando lo stato si è messo a fare panettoni non erano tanto buoni. Ognuno faccia la sua parte. Come qui, in un’alleanza fra tanti soggetti diversi. In un anno e mezzo abbiamo chiuso 50 tavoli di crisi nazionali, e mi sento di dire che attorno a quei tavoli abbiamo trovato sensibilità e attenzione, da parte di sindacati, enti pubblici, imprenditori. Questo è il futuro del paese: fare coagire tutti questi soggetti in termini positivi. Voi avete dimostrato che è possibile".

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03/11/2015, 19:55
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L’accordo, siglato con Alfa–CM, giunto al termine del “Vivaio delle Idee”
EXPO MILANO: ECO-SISTEMI SI AGGIUDICA IL PRIMO INVESTIMENTO PRIVATO

Expo 2015 porta i suoi frutti anche nel mondo delle startup. Proprio a conclusione dell’Esposizione Universale di Milano è stato annunciato l’accordo tra Alfa-CM, società di investimenti controllata dal business angel Sirio Vurro, e la startup Eco-Sistemi, specializzata nella depurazione delle acque usando tappi di plastica riciclati, insediata in Progetto Manifattura, l’incubatore green di Trentino Sviluppo. L’intesa è giunta al termine del percorso proposto da “Vivaio delle Idee” che in primavera aveva fatto tappa a Rovereto proprio per selezionare le migliori startup. Alfa-CM ha sottoscritto l’acquisto di equity con una salita graduale nel monte azionario di Eco-Sistemi.

L’incontro tra il business angel Sirio Vurro ed Eco-Sistemi è avvenuto nel corso degli Opportunity Day del Vivaio delle Idee, lo spazio dedicato all’innovazione all’interno di Expo Milano 2015, ideato e gestito da Padiglione Italia, Fondazione ItaliaCamp e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Sebbene all’evento abbiano partecipato numerosi investitori e imprese, l’accordo con la startup con sede a Rovereto è il primo vero investimento finanziario finalizzato, segno di un reale interesse nella tecnologia di Eco-Sistemi.
«Nell’esercizio di scouting che faccio, ho trovato in Eco–Sistemi una tecnologia interessante ed un team preparato, consapevole di aver bisogno di un supporto manageriale, che sarà ciò che apporterò oltre al seed money», ha spiegato Sirio Vurro, amministratore delegato Alfa-CM.
Dario Savini, amministratore delegato di Eco-Sistemi, ha raccontato di aver trovato in Alfa-CM una capacità manageriale molto specifica, che incontra perfettamente le esigenze di Eco-Sistemi: «E’ la prima volta che troviamo queste competenze grazie ad un’opportunità come quella del Vivaio delle Idee e grazie al supporto di Progetto Manifattura, l’incubatore clean tech di Trentino Sviluppo, dove abbiamo appreso tutte le competenze per sviluppare il nostro business e saper comunicare l’impresa agli investitori». Savini ha infatti partecipato ai corsi di formazione della Innovation Academy di Trentino Sviluppo, il percorso di formazione imprenditoriale che aiuta gli imprenditori a formare competenze specifiche, inclusa la realizzazione di pitch e strategie per ottenere investimenti da venture e business angel.
«Con questo supporto sia economico che di know how, dato che Vurro ha una lunga esperienza in Pirelli di industrializzazione di prodotto – spiega ancora Savini - potremo proseguire nel percorso di crescita che in poco tempo ci ha portati dal gruppo di inventori che eravamo ad un’impresa oggi apprezzata in tutto il mondo».
Eco-sistemi al momento ha contatti negli USA, dove recentemente ha partecipato al Glo-Sho, un evento per startup clean tech, Medio Oriente, Asia e Sud America. «Il problema dell’acqua è un problema sempre più globale, e noi offriamo soluzioni low-cost, efficienti e innovative. Questa è la ragione per cui ci contattano tanti investitori», conclude Savini.
L’azienda, che ha siglato l’accordo proprio nella giornata conclusiva di Expo, sabato 31 ottobre, ha ricevuto i complimenti delle autorità, del team di Vivaio delle Idee e degli sponsor.

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04/11/2015, 20:58
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La conferenza stampa, fissata alle ore 11.30 di venerdì 6 novembre 2015 nelle sale dello storico palazzo, sarà l'occasione per analizzare la partecipazione all'Esposizione universale
EXPO MILANO 2015, A PALAZZO DELLE ALBERE IL BILANCIO DELL'ESPERIENZA TRENTINA

A meno di una settimana dalla chiusura di Expo Milano 2015, la Provincia autonoma di Trento presenta i dati della partecipazione del sistema Trentino ad Expo Milano 2015. La conferenza stampa è fissata per le ore 11,30 di venerdì 6 novembre 2015 presso le sale di Palazzo delle Albere (secondo piano), che attualmente ospitano la mostra "Coltiviamo il gusto" organizzata proprio in occasione dell'Esposizione universale milanese. All'incontro parteciperanno, tra gli altri, il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, l'Assessore provinciale al turismo ed agricoltura, Michele Dallapiccola, le aziende che hanno animato per tre mesi Piazzetta Trentino ed i responsabili del progetto Trentino Expo Milano 2015. L’incontro fornirà l’occasione per un bilancio preliminare degli obiettivi e dei risultati delle diverse iniziative sulle quali si è articolato il progetto del sistema Trentino per Expo Milano 2015.

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04/11/2015, 21:00
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La conferenza è sabato 7 novembre alle 15 a Villino Campi, Riva del Garda, nell'ambito della mostra "Ambiente castagno"
"IL PAESAGGIO CASTANICOLO: ALBERI HABITAT E BIODIVERSITÀ"

Si terrà sabato 7 novembre alle 15 a Villino Campi di Riva del Garda, nell'ambito della mostra "Ambiente castagno" promossa da Appa, una conferenza con Alessandro Marsilli, Albatros Srl. Un breve viaggio alla scoperta del castagno, elemento connotante del paesaggio rurale che rappresenta un unico ed insostituibile ponte tra cultura e coltura. Il castagno si inserisce come protagonista nel paesaggio rurale per il carattere distintivo e dominante dove permangono, grazie alla sua presenza, ampie porzioni di biodiversità vegetale ed animale; un intimo legame tra il cammino della civiltà contadina e natura e come tale, merita di essere valorizzato e conservato. Seguirà una visita guidata alla mostra che rimarrà aperta fino al 27 novembre 2015.

Ambiente castagno - Villino Campi, 27 novembre
La mostra mette in luce la sostenibilità di questa coltura tradizionale che in Trentino è limitata a poche aree: basti ricordare che nella frazione di Campi, a Riva del Garda, sono state recentemente censite meno di 1500 piante. Nei pannelli illustrativi vengono presentati argomenti quali la fitopatologia, con immagini degli agenti patogeni che da qualche anno minacciano fortemente la produzione di castagne e marroni tipici, e i metodi della lotta biologica. La vespa cinese del castagno (Dryocosmus kuriphilus) è infatti apparsa nel 2002 ed ha rapidamente colonizzato l’intero areale. Pur non uccidendo le piante, le debilita fortemente. Quest’ennesimo problema è stato prontamente affrontato con la lotta biologica mediante la diffusione di un parassitoide specifico (Torymus sinesis): i buoni risultati ottenuti permettono di guardare con più fiducia al futuro della castanicoltura. Nell'esposizione viene inoltre introdotto il tema del cosiddetto "sequestro di carbonio" e il ruolo positivo che la coltivazione del castagno può svolgere per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Non mancano le proprietà terapeutiche e nutrizionali del castagno, la sua importanza nella letteratura, la composizione chimica della farina, le ricette.
Le strutture che compongono l’allestimento richiamano la forma delle foglie e dei frutti del castagno e sono realizzate con materiale riciclato e riciclabile quale il cartone; cinque sono gli exhibit interattivi che offrono un approccio ludico e sensoriale ad argomenti che possono risultare un po’ complessi. Completano l’esposizione un diorama, una piccola ma suggestiva ricostruzione dell’ambiente arricchita dagli animali più significativi e dai tre diversi tipi di terreno, filmati, prodotti tipici, un preparato microscopico ed oggetti vari. Per i più piccoli è stato creato un “angolo morbido” a forma di riccio che ricorda i giochi che anni fa si potevano fare all'interno del tipico tronco cavo di castagni secolari.

Orario
da martedì a venerdì orario continuato 10.00 - 15.30
lunedì, sabato, domenica e festivi chiuso
Ingresso libero

Informazioni
Villino Campi
Centro di valorizzazione scientifica del Garda
Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente
via C. von Hartungen, 4 - 38066 Riva del Garda

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06/11/2015, 14:17
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Oggi la visita del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi
IL TRENTINO "GREEN" ALLA FIERA ECOMONDO DI RIMINI

Visita stamani del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi, allo stand realizzato dalla Provincia autonoma alla fiera Ecomondo di Rimini, una delle più importanti kermesse europee di settore, dedicata alle aziende che operano nel campo ambientale. Lo stand ospita quest'anno 23 imprese, oltre che alcuni espositori istituzionali, ovvero il Museo civico di Rovereto, e le agenzie pubbliche che operano nel campo della qualità ambientale, Appa, Aprie e Adep. Ad esse si aggiungono anche alcune altre presenze trentine con un proprio spazio espositivo.
"Si sta formando in Trentino un vero e proprio distretto di aziende che operano nel comparto delle tecnologie ambientali - ha detto Olivi - il quale eccelle per livello di innovazione, per capacità di impiegare molti giovani, per la propensione ad arrivare ai mercati nazionali e internazionali. Queste imprese hanno un'importanza fondamentale, sia perché sono anticicliche, ovvero anche durante la crisi hanno continuato a lavorare e anzi spesso hanno accresciuto i fatturati, a causa della sempre maggiore attenzione riposta dai cittadini e dalle amministrazioni alle tematiche ambientali. Ed inoltre perché dimostra che in un territorio come il nostro, dove la qualità dell'ambiente è un valore 'forte', l'azione delle politiche pubbliche può favorire il consolidamento di una filiera di piccole imprese in grado di esportare un pezzo di Trentino, in virtù proprio del fatto che sul tema dell'ambiente il Trentino ha un brand, un marchio credibile da spendere. E' giusto quindi riservare a queste imprese sempre maggiore attenzione; sono realtà in grado di collaborare, di fare sistema, e sono realtà in sempre maggiore espansione".

Anche il Trentino è dunque presente, come del resto ogni anno, ad Ecomondo, la grande fiera riminese dedicata alla green economy e all'economia "circolare", che non spreca nulla, che riutilizza e ricicla. Alla kermesse partecipano quest'anno oltre 100.000 operatori da tutto il mondo, per un totale di circa 1200 imprese distribuite su 100.000 mq.
Ecomondo è dunque un’esposizione di rilevanza internazionale, delle aziende che operano nel campo ambientale, in specifico nel mondo della raccolta, trattamento e recupero di rifiuti, nel settore del trattamento delle acque di scarico, nelle bonifiche ambientali e nel campo delle energie rinnovabili. La Provincia autonoma di Trento, tramite l’Agenzia per la Depurazione, organizza da anni uno stand territoriale in collaborazione con molte aziende trentine del settore, stand che trasferisce ai visitatori una significativa immagine del “sistema Trentino” in cui pubblico e privato collaborano e creano una positiva sinergia. Il settore ambientale del resto è molto articolato e interdisciplinare e in provincia di Trento garantisce alcune migliaia di posti di lavoro con un giro d’affari di centinaia di milioni di euro l’anno.
Le aziende, piccole e grandi, che trovano uno spazio espositivo all’interno dello stand della Provincia sono 23. Fra di esse si annoverano aziende storiche che lavorano nell’ambito del recupero della carta, dei rottami ferrosi e dei rifiuti in generale, aziende che producono software d’avanguardia per la gestione della filiera dei rifiuti e la gestione ambientale, aziende che producono macchine per il riciclo di rifiuti, per la raccolta differenziata dei rifiuti e macchine per il controllo delle polveri, aziende che costruiscono impianti, aziende specializzate nella gestione di impianti e nell’erogazione di servizi ambientali. Presente allo stand anche qualche spin off che presenta soluzioni innovative e da quest’anno la Fondazione Museo Civico di Rovereto che sta seguendo un’interessante applicazione tecnologica per il monitoraggio delle discariche. Oltre a questi operatori privati sono presenti anche i soggetti istituzionali: Agenzia protezione ambiente (APPA), Agenzia risorse idriche ed energia (APRIE) e naturalmente l’Agenzia per la depurazione (ADEP).
Al di fuori dello stand territoriale sono presenti in fiera anche altri espositori trentini con un proprio spazio espositivo.
Il settore si dimostra quindi più che mai vivace e con positivi segnali di crescita.

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06/11/2015, 14:18
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Grande partecipazione al seminario organizzato da Fondazione Mach e Wine Meridian
RISORSE UMANE, IL FUTURO DEL MONDO VINICOLO

Dopo il successo delle precedenti cinque edizioni, venerdì 6 novembre la Fondazione Mach, in collaborazione con il web-magazine Wine Meridian, ha organizzato il 6° Seminario internazionale del marketing del vino. Grazie agli interventi dei più autorevoli esperti sul fronte delle risorse umane è stato evidenziato come il mondo del vino abbia bisogno di professionisti sempre più preparati ad affrontare i mercati internazionali. Nel corso della giornata è stata analizzata la strutturazione delle imprese del vino italiano, si è parlato di come attrarre i talenti in azienda e di come commercializzare i prodotti a partire dal lavoro “Made in Italy”.

Per fare un salto di qualità nell’export vinicolo bisogna puntare sulle risorse umane. È questo il punto focale emerso durante la sesta edizione del Seminario internazionale di marketing del vino, svoltosi oggi alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige. Dalle 8.30 alle 17.30 esperti di formazione, filosofi del lavoro e professionisti del marketing, si sono concentrati sui fabbisogni delle imprese e sulle nuove competenze da acquisire per essere un buon export manager.

L’appuntamento ha coinvolto un pubblico di un centinaio di persone, sia imprese sia studenti alla ricerca di opportunità lavorative all’interno dell’affascinante ma complesso comparto vitivinicolo. “Che l’internazionalizzazione dei mercati sia il futuro dell’agroalimentare è stato definitivamente dimostrato dal successo di Expo 2015. L’Italia deve uscire dal guscio, abbandonare l’improvvisazione e confrontarsi con il mondo con competenza e convinzione, a partire dalle risorse umane”, ha spiegato Massimo Bertamini, responsabile del Dipartimento Istruzione post-secondaria e universitaria della Fondazione Mach.
Il seminario è stato anche l’occasione per anticipare alcuni dati di un’importante ricerca sulla strutturazione delle imprese del vino italiane, condotta dalla società di consulenza Wine Monitor-Nomisma. “Negli ultimi vent'anni, il consumo di vino è andato diffondendosi ai quattro angoli del pianeta. In Italia, invece, il calo ha assunto caratteristiche strutturali e le imprese sono riuscite a sopperire alla riduzione dei consumi interni (-32% dal 2000 al 2014) con un forte aumento delle esportazioni (+378% in valore tra il 1993 e il 2014)”, ha evidenziato Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor Nomisma. “Questa maggior internazionalizzazione – ha proseguito - è frutto anche di un allargamento dei mercati serviti, che ha portato il vino italiano imbottigliato, nello stesso intervallo di tempo, ad essere esportato in ben 180 paesi rispetto ai 142 di vent'anni fa, con crescite percentuali a tre cifre nei volumi in quasi tutte le aree del mondo. Le dinamiche sono ancora superiori per quanto riguarda i mercati asiatici, la vera frontiera per i consumi di vino del futuro”.
Di particolare interesse è stato poi il ragionamento sul Made in Italy elaborato da Alberto Peretti, filosofo e consulente d’azienda. “Il Made in Italy non è solo espressione di un radicamento geografico, ma uno stile di vita calato nelle dinamiche produttive. Chi cerca un prodotto italiano, cerca e trova un modo di coniugare qualità con bellezza, stile e gusto. Chi beve un calice di vino, beve una civiltà del vivere”.
“Il brand Italia se la sta passando abbastanza bene nel mondo. I nostri vini sono amati nei cinque Paesi più importanti in termini di attrazione: Stati Uniti, Germania, Giappone, Regno Unito e Svizzera. Non dobbiamo però vivere di rendita. I nostri competitors non rimangono a guardarci solo perché abbiamo la tradizione dalla nostra”, ha fatto notare Daniele Gozzi, analista di Wine Intelligence.
La conclusione del seminario è stata affidata alle parole di Lavinia Furlani, direttore editoriale di Wine Meridian. “Come in tutti i settori, anche nel mondo del vino la prima fase dell’evoluzione si è concentrata sul prodotto e sul processo, dalla vigna alla cantina. Poi è arrivata la fase del mercato, del marketing e del brand. Ora, per continuare il percorso di crescita, bisogna attrarre nelle aziende le persone di talento, e poi farle crescere.

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06/11/2015, 22:02
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Sabato e domenica i ragazzi di San Michele all’Adige accoglieranno i visitatori della mostra “Coltiviamo il gusto”
GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO AGRARIO GUIDE D’ECCEZIONE ALLE ALBERE

Alla maratona di chiusura degli eventi Expo in Trentino non potevano mancare gli studenti “ambasciatori” dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige. Sabato 7 e domenica 8 novembre, i ragazzi saranno le guide d’eccezione della mostra curata dal MUSE al Palazzo delle Albere “Coltiviamo il gusto”. Trenta giovani si alterneranno nell’accoglienza dei visitatori, accompagnandoli nelle sale dell’esposizione dedicata alle eccellenze trentine. L’iniziativa didattica, proposta dal Ministero dell’Istruzione (MIUR) in collaborazione con la Rete nazionale degli Istituti agrari, ha visto il coinvolgimento di 200 giovani durante tutto il mese di ottobre.

Visitare la mostra Coltiviamo il gusto guidati dagli studenti dell’Istituto Agrario ha tutto un altro sapore. Dopo essersi “fatti le ossa” durante dieci giornate nel mese di ottobre, i ragazzi di San Michele all’Adige metteranno le loro conoscenze a disposizione dei visitatori nel fine settimana conclusivo dedicato agli eventi Expo in Trentino. Sabato 7 e domenica 8 novembre, dalle 15, trenta studenti-ambasciatori faranno da guide all’interno del Palazzo delle Albere e negli orti del parco.

La scuola della Fondazione Mach era stata selezionata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) nell’ambito del progetto “Expo e Territori”. Per prepararsi adeguatamente al ruolo di “ambassador”, nei mesi scorsi gli studenti hanno svolto attività di formazione specifica con il supporto dei docenti e del team MUSE, che ha curato la mostra e i laboratori didattici offerti al pubblico. Oltre ad aver visitato preliminarmente le sale alle Albere, gli alunni di San Michele hanno approfondito alcuni aspetti storici e le peculiarità dei prodotti e dei territori rappresentati nel percorso espositivo di “Coltiviamo il gusto”.
L’iniziativa ha coinvolto nove classi dell’Istituto tecnico agrario, per un totale di 200 studenti di quarta e quinta, seguiti in quest’avventura dai loro professori. “Per i ragazzi è stata un’esperienza stimolante e formativa. Nel fine settimana ci saranno molti visitatori e i giovani dovranno mettersi ancora più in gioco”, spiega il referente del progetto dell’Istituto agrario, Ivano Artuso.
Di seguito il programma completo del fine settimana.

Il programma della maratona “Il Trentino saluta Expo Milano 2015”
Sabato 7 novembre
La maratona prende il via alle 15.00 negli spazi del MUSE dove, in differenti angoli del museo verranno proposti, in forma di pillole, gli atelier del fare Mani in pasta, laboratori creativi per tutta la famiglia, realizzati in collaborazione con enti, associazioni e aziende del territorio. Sarà così possibile indagare le relazioni tra il senso del gusto e il gusto estetico con il team del Mart, scoprire la biologia e la chimica del formaggio e la varietà degli ortaggi con il team del Muse o i passaggi produttivi della caramella più colorata del Trentino, la zirela, insieme all’Ecomuseo dell’Argentario.
All’interno della mostra “Il cibo conta!”, trasformata per l’occasione in un corner dedicato alla degustazione, gli special sponsor di Trentino in EXPO avranno la possibilità di proporre il meglio della produzione agroalimentare trentina.
Alle 18.00 il Grande Vuoto, lo spazio centrale del museo abitato normalmente solo da animali dell’ambiente alpino e exhibit, si trasformerà nella cassa di risonanza per i canti, le musiche e le danze tradizionali che costituiscono il repertorio del gruppo Abies alba, formazione che da anni esplora i territori della musica popolare trentina.
L’azione prosegue anche a Palazzo delle Albere, dove sarà possibile incontrare l’artista Flavio Marzadro, pronto a condividere con il pubblico l’immenso archivio – più di quattromila post-it e commenti – raccolti nell’ambito del progetto performativo “MeLa dici la tua idea di Trentino?” L’artista, nel mese di ottobre ha sostato per 3 weekend nella lobby del MUSE, sollecitando il pubblico a condividere un pensiero o a lasciare un oggetto personale capace di rappresentare un’idea intima e unica del Trentino. Questo corpus di pensieri è diventata ora l’installazione I have a dream che verrà inaugurata alle ore 15.00 al piano terra dello storico edificio.
Alle 15.00 delle guide d’eccezione, gli studenti dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige – FEM attenderanno il pubblico nelle sale della mostra Coltiviamo il gusto allestita a Palazzo delle Albere, mentre dalle 16.00 alle 17.00 sarà possibile visitare, sia sabato che domenica, gli orti dedicati alle colture agrarie tipiche locali, sia tradizionali che contemporanee.

Domenica 8 novembre
Si prosegue domenica, sempre negli spazi del MUSE, con il programma di pillole di attività, dimostrazioni e con le degustazioni negli spazi della mostra Il Cibo conta!
L’area educazione del Mart propone un laboratorio per creare la propria mela colorata in 3D, mentre il MUSE invita a partecipare all’atelier di idrosommelier all’acqua e a speciali incontri ravvicinati con gli ortaggi e con il mondo delle api. I sapori colori e i sapori della montagna d’autunno saranno al centro della proposta di Latte Trento e Molino Pellegrini di Riva del Garda e da Agriturismo Trentino, Fattoria didattica En Galavra ed Ecomuseo della Judicaria.
Dalle 15.30 il MUSE accoglierà L’Altro Movimento danza il MUSE che animerà gli spazi del museo con una serie di momenti coreografici ispirati alla storia della vita, alla preistoria, alla natura e all’ambiente.
La giornata di domenica avrà come momento centrale la presentazione in anteprima, alle 17.00 negli spazi affrescati del secondo piano di Palazzo delle Albere, del libro Cibo di Andrea Segrè.

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La Fondazione Mach chiama a raccolta apicoltori e scienziati per discutere della biologia dell’insetto
RIPARTIRE DALLE API, VENERDÌ IL CONVEGNO A SAN MICHELE

Per combattere il declino delle api è fondamentale capire come si vive all’interno di un alveare. Venerdì 13 novembre la Fondazione Mach organizza il convegno “Ripartire dalle api”, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, dell’Università di Bolzano e di Veneto Agricoltura. Durante la giornata, dedicata alla biologia dell’ape mellifera, gli esperti si occuperanno della costruzione del favo, dell’alimentazione e di pratiche apistiche. Inoltre verranno approfondite esperienze di apicoltura naturale. L’evento si aprirà con il saluto dell’assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola.

Il fenomeno mondiale del declino delle api è preoccupante non solo dal punto di vista dell’agricoltura, ma anche da quello ambientale. L’ape mellifera, infatti, è responsabile dell’impollinazione della maggior parte delle piante spontanee della nostra flora. Per confrontarsi su quest’importante tematica, venerdì 13 novembre la Fondazione Mach organizza il convegno “Ripartire dalle api”, dalle 8 alle 18.

In aula magna i relatori presenteranno una sintesi delle più attuali conoscenze su aspetti cruciali della biologia dell’ape mellifera, come la costruzione del favo, l’alimentazione, i microorganismi simbionti dell’apparato digerente, ma proporranno anche riflessioni sul significato di alcune pratiche apistiche come la selezione. Il convegno approfondirà inoltre l’applicabilità del concetto di benessere animale in apicoltura anche attraverso la presentazione di esperienze di apicoltura naturale, sia come soluzione di tipo ambientale e sociale sia come occasione di riflessione interna per il mondo dell’apicoltura.
“Quest’incontro vuole essere di stimolo per gli apicoltori e per il mondo scientifico. L’obiettivo è quello di cercare all’interno delle potenzialità dell’ape la soluzione dei problemi che abbiamo sotto gli occhi”, anticipa Paolo Fontana, dell’Unità protezione piante e biodiversità agroforestale della Fondazione Mach.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del dirigente del Centro di Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti, interverrà l’assessore provinciale all’Agricoltura, Michele Dallapiccola. Oltre a riportare i dati ottenuti dall’apiario Tob bar targato FEM, venerdì verrà raccontata l’esperienza dell’arnia democratica fatta dagli studenti dell’Istituto Agrario.

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Per combattere il declino delle api è fondamentale capire come si vive all’interno di un alveare. Venerdì 13 novembre la Fondazione Mach organizza il convegno “Ripartire dalle api”, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, dell’Università di Bolzano e di Veneto Agricoltura. Durante la giornata, dedicata alla biologia dell’ape mellifera, gli esperti si occuperanno della costruzione del favo, dell’alimentazione e di pratiche apistiche. Inoltre verranno approfondite esperienze di apicoltura naturale. L’evento si aprirà con il saluto dell’assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola.

Il fenomeno mondiale del declino delle api è preoccupante non solo dal punto di vista dell’agricoltura, ma anche da quello ambientale. L’ape mellifera, infatti, è responsabile dell’impollinazione della maggior parte delle piante spontanee della nostra flora. Per confrontarsi su quest’importante tematica, venerdì 13 novembre la Fondazione Mach organizza il convegno “Ripartire dalle api”, dalle 8 alle 18.

In aula magna i relatori presenteranno una sintesi delle più attuali conoscenze su aspetti cruciali della biologia dell’ape mellifera, come la costruzione del favo, l’alimentazione, i microorganismi simbionti dell’apparato digerente, ma proporranno anche riflessioni sul significato di alcune pratiche apistiche come la selezione. Il convegno approfondirà inoltre l’applicabilità del concetto di benessere animale in apicoltura anche attraverso la presentazione di esperienze di apicoltura naturale, sia come soluzione di tipo ambientale e sociale sia come occasione di riflessione interna per il mondo dell’apicoltura.
“Quest’incontro vuole essere di stimolo per gli apicoltori e per il mondo scientifico. L’obiettivo è quello di cercare all’interno delle potenzialità dell’ape la soluzione dei problemi che abbiamo sotto gli occhi”, anticipa Paolo Fontana, dell’Unità protezione piante e biodiversità agroforestale della Fondazione Mach.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del dirigente del Centro di Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti, interverrà l’assessore provinciale all’Agricoltura, Michele Dallapiccola. Oltre a riportare i dati ottenuti dall’apiario Tob bar targato FEM, venerdì verrà raccontata l’esperienza dell’arnia democratica fatta dagli studenti dell’Istituto Agrario.

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Approvati dalla Giunta provinciale i "criteri"
RETI ANTI DROSOPHILA: 200 MILA EURO PER I CONTRIBUTI SULL'ACQUISTO

La Giunta provinciale ha approvato stamane i criteri per la concessione dei contributi a sostegno delle imprese agricole del settore piccoli frutti e ciliegio per l'acquisto delle reti di protezione contro la Drosophila suzukii.

La fitopatia rientra tra le patologie che l'European and mediterranean Plant Protection Organization (EPPO) ha inserito nella cosiddetta "Alert list" nella sezione dedicata alla "Plant quarantine". Non esiste ad oggi un programma pubblico per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione della malattia. La forma di lotta più efficace resta al momento la protezione con reti delle colture.
"Per questo intervento - spiega l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola - abbiamo messo a disposizione 200.000 euro con i quali pensiamo di accogliere tutte le domande di contributo che saranno presentate per l'acquisto di reti da installare nel corso del 2016".
Le domande di contributo dovranno essere presentate entro 20 giorni.

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