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Provincia Autonoma di Trento 
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Fondazione Dolomiti e Waterstone by Intesa Sanpaolo per il patrimonio dell'umanità
EXPO MILANO 2015: GRANDE SUCCESSO PER DOLOMITI UNESCO

Proiezione continua dei documentari dedicati ai "Monti Pallidi", vale a dire Nuovo Cinema Dolomiti, è ciò che è andato in onda ieri pomeriggio a Milano Expo 2015 presso Waterstone by Intesa Sanpaolo. Grande successo di pubblico e notevole interesse riscontrato dalla stampa nazionale e internazionale per un evento che la Fondazione Dolomiti, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha fortemente voluto. Obiettivo, promuovere il patrimonio dell'Umanità Dolomiti attraverso il reportage realizzato da Piero Badaloni. I documentari, sei della durata di 55 minuti ciascuno, illustrano le Dolomiti così come le ha concepite l'UNESCO quando le ha iscritte nella Lista dei Beni Naturali, vale a dire come regione unica, senza confini provinciali o regionali. La Provincia autonoma di Trento ha affidato, fin dal 2007 e con continuità all'assessore Mauro Gilmozzi questo importante progetto che ha portato nuova responsabilità per un cambio di prospettiva in ambito turistico, economico, culturale e sociale.

La fila di persone che volevano vedere i documentari, realizzati da Piero Badaloni con la collaborazione di Fausta Slanzi, fotografia e montaggio di Nicola Berti, è stata ininterrotta durante tutto il giorno, (oltre 400 persone nella sola mattina) così come alla cerimonia che si è svolta nella serata di ieri e che ha visto la partecipazione del giornalista, scrittore e documentarista Badaloni insieme ai rappresentanti della Fondazione. Come è stato spiegato dai rappresentanti della Fondazione Dolomiti, il compito di questo ente è quello di promuovere la conoscenza e valorizzazione del Bene Naturale, lavorare di concerto con tutti gli Enti che amministrano il Bene, cinque province (2 autonome, Trento e Bolzano, 1 ordinaria, Belluno, e altre 2, Udine e Pordenone facenti parte di una regione a statuto speciale) e due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia) al fine - anche - di armonizzare le politiche di gestione. Per promuovere le Dolomiti era innanzitutto necessario farle conoscere. I documentari proiettati ieri ad Expo avevano proprio questo obiettivo ed hanno messo in luce, coerentemente con quanto inteso dall'UNESCO, l'eccezionale importanza della storia geologica della Terra, riscontrata nei nove sistemi dolomitici, la loro straordinaria bellezza paesaggistica, gli aspetti economici, sociali, naturalistici, alpinistici, linguistici e culturali. Un corposo lavoro che è già stato ampiamente diffuso sia dalle reti televisive di servizio pubblico, in particolare Rai Storia e Rai International, sia attraverso proiezioni pubbliche, finora oltre quaranta. Significativa, inoltre, anche la richiesta da parte delle scuole, specie delle medie e medie superiori e di associazioni alpinistiche e ricreative.
La Fondazione, nel cui consiglio direttivo siedono le cinque province e le due regioni, è impegnato su vari fronti per gestire il Bene UNESCO e conservarlo per le future generazioni. Il lavoro è coordinato dall'ente delle Dolomiti e realizzato dai vari servizi e dipartimenti delle amministrazioni coinvolte nella gestione. Così da un punto di vista geologico, naturalistico (Parchi), culturale (musei e istituti culturali ladini), turistico, di ricerca e formazione. Obiettivo è quello di connettere realtà amministrative diverse per una gestione omogenea del Bene. Molti passi sono già stati fatti, tanto impegno sta piano piano portando a risultati che potranno essere apprezzati nel lungo periodo. Un processo culturale e di metodo, lento ma efficace proprio perché deve trovare la condivisione, prima di tutto, degli abitanti delle Dolomiti. Coloro che, da sempre, hanno conservato questo Bene fino a farlo diventare patrimonio dell'Umanità.

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24/08/2015, 8:29
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Non solo orso ma anche lince e lupo
CONVIVERE CON I GRANDI CARNIVORI: A SETTEMBRE UN CORSO DELLA SAT

Fornire una conoscenza oggettiva dell’orso e dei grandi carnivori, assieme alle nozioni di base per una convivenza equilibrata con i grandi carnivori; approfondire gli aspetti gestionali della presenza del plantigrado in Trentino; guidare alla conoscenza degli ambienti frequentati dall'orso e al riconoscimento degli indici di presenza ursina rinvenibili sul campo, le corrette modalità di raccolta/archiviazione dei campioni: sono questi i principali obiettivi di "L'orso e i grandi carnivori: la convivenza possibile", un nuovo "avvicinamento" informativo all'orso promosso dalla Commissione Tutela Ambiente Montano (TAM) della Società degli Alpinisti Tridentini in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, il Parco Naturale Adamello Brenta e il Comune di Spormaggiore. Si tratta di un vero e proprio corso che si svolgerà in due tappe, sabato 19 settembre a Spormaggiore e sabato e domenica 26 e 27 settembre in Val Ambiez e Valle di Non.

L'iniziativa, come ricorda la Sat, nasce dall'impegno assunto dalla Società Alpinisti Tridentini a tutela dell'orso bruno con la mozione "grandi carnivori" approvata nel 2013 e dal documento "Proposte per la gestione dei grandi carnivori in Trentino" elaborato dalla TAM.
il corso è rivolto preferenzialmente agli operatori SAT che si trovano ad accompagnare soci o sono chiamati a fare cultura della montagna (gestori di rifugio, istruttori e accompagnatori di alpinismo giovanile e di escursionismo, capi gita). Più in generale si rivolge a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza dell’orso, per lavoro, studio o semplice curiosità.

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25/08/2015, 23:00
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Circa duecento agricoltori hanno partecipato alla giornata di Porte aperte
MASO MAIANO, IL PUNTO SULLA FRUTTICOLTURA IN VAL DI NON

Oggi circa 200 frutticoltori si sono dati appuntamento a maso Maiano di Cles per la tradizionale giornata di Porte aperte organizzata dalla Fondazione Mach. Durante la visita nell’azienda sperimentale, i partecipanti hanno potuto toccare con mano le forme di allevamento in parete e vedere i risultati del diserbo e del diradamento meccanico. Dopo l’illustrazione dei nuovi genotipi di melo selezionati per combattere la stanchezza dei terreni e delle nuove varietà di melo ottenute dai programmi di miglioramento genetico, i melicoltori sono stati aggiornati sull’andamento della stagione 2015, con un focus sull’agricoltura biologica.

Con le Porte aperte a maso Maiano, in val di Non, oggi si è chiuso il ciclo delle giornate tecniche organizzato dalla Fondazione Mach.

A Cles gli esperti hanno illustrato come prima cosa i risultati derivanti dalla sperimentazione applicativa nel settore dell’agricoltura biologica, riportando anche la loro analisi della stagione. Il 2015 finora è stata un’annata tranquilla sia per quanto riguarda la ticchiolatura, sia per gli attacchi di insetti e le malattie fungine. Nel caso degli afidi, in particolare del cenerognolo e del lanigero, l’estate calda ha permesso un controllo naturale.
Sempre nell’ottica della sostenibilità, a maso Maiano sono state mostrate diverse tecniche per ridurre gli input chimici, sfruttando la forma di allevamento in parete. Nelle aziende sperimentali della Fondazione Mach sono state raggiunte conoscenze avanzate sulla meccanizzazione del diradamento, del diserbo e della potatura estiva brachizzante. Grandi passi avanti sono stati fatti nell’uso delle reti polifunzionali in chiave agronomica e nella gestione del frutteto pedonabile, che non necessita di scale o carri raccolta. Anche lo studio di tecniche di trattamento con impianti fissi al posto degli atomizzatori sta fornendo indicazioni interessanti, mentre proseguono con buoni risultati le prove di diradamento chimico, meccanico e fisico con rete.
Tra i focus della giornata tecnica c’è stata la moria del melo, le cui cause non sono state ancora completamente appurate. Dai rilievi fino ad ora effettuati risulta che questa problematica è maggiormente frequente nei terreni soggetti a importanti operazioni di bonifica e/o carenti di sostanza organica. Per ciò l’ente di San Michele all’Adige ha avviato prove in pieno campo per valutare la fertilità del suolo attraverso l’impiego di ammendanti organici.
Alla moria del melo è connesso il fenomeno della stanchezza dei terreni, una situazione che impone la ricerca di nuovi portainnesti, alternativi all’ormai consolidato M9. Gli sperimentatori del Centro trasferimento tecnologico hanno selezionato alcuni di questi genotipi in base alla tolleranza al reimpianto e alla resistenza a patogeni e avversità atmosferiche. Dai primi dati raccolti nella prove sperimentali è emerso che i genotipi CG11 e CG16 dimostrano un’ottima efficienza produttiva e adattabilità alle diverse cultivar testate.
La quarta parte della giornata formativa è stata dedicata all’innovazione varietale. A Maso Maiano vengono messe a dimora e testate nuove varietà ottenute da programmi di miglioramento genetico che poi gli esperti Fem si occupano di valutare. La Fondazione Mach, inoltre, sviluppa anche proprie selezioni resistenti alle principali patologie del melo. Ai partecipanti delle Porte aperte sono state perciò spiegate le fonti dei caratteri di resistenza e le caratteristiche agronomiche e sensoriali delle accessioni più interessanti.

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27/08/2015, 13:45
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Approvate le nuove regole in applicazione del PAN, ma i Comuni potranno dettare disposizioni più restrittive
FITOSANITARI: ECCO LE DISTANZE MINIME DEI "TRATTAMENTI"

A 30 metri di distanza da parchi e giardini pubblici, aree sportive ed aree verdi interne a plessi scolastici e asili nido, strutture sanitarie e socio assistenziali per tutti i prodotti fitosanitari qualora non siano adottate misure di contenimento della deriva; a 10 metri per i fitosanitari classificati tossici, molto tossici e/o recanti in etichetta le frasi di rischio previste dal PAN qualora, viceversa, siano adottate misure di contenimento della deriva; a 5 metri per i prodotti fitosanitari diversi da quelli precedenti se si contiene la deriva; a distanze inferiori (0-5 metri), ma solo per la distribuzione di prodotti fitosanitari non tossici, se si utilizzano sistemi di distribuzione dei fitofarmaci "a tunnel", lance azionate a mano con pressione moderata e proporzionata alle dimensioni della coltura, atomizzatori dotati di misure di contenimento della deriva.
Sono queste le distanze minime alle quali saranno d'ora in poi ammessi i trattamenti fitosanitari in frutteti vicini o contigui alle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. Le nuove regole sono quelle, attese, approvate stamane dalla Giunta provinciale in attuazione delle “Disposizioni per l’attuazione del Piano nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) adottato con decreto 22 gennaio 2014” approvate dalla Giunta provinciale lo scorso 9 marzo (delibera n. 369), regole che vanno ad integrare uno dei capitoli di questo complesso ed articolato Piano nazionale.
Gli altri temi importanti, già svolti a livello provinciale in parte ancora prima dell’entrata in vigore del PAN, riguardano il sistema di formazione finalizzato al rilascio delle abilitazioni all’acquisto, all’utilizzo e alla vendita dei prodotti fitosanitari ed all’effettuazione della consulenza sull’impiego degli stessi, il controllo funzionale e la regolazione delle attrezzature utilizzate per la loro distribuzione, l’adozione di metodi di produzione a basso input di prodotti chimici (produzione integrata volontaria e agricoltura biologica).
E tra le regole c'è anche quella che obbliga ad effettuare i trattamenti fitosanitari in prossimità di tali aree "sensibili" solo nella fascia oraria che va dalle ore 22.00 alle 6.00.

La delibera, firmata dagli assessori all'agricoltura Michele Dallapiccola e alla salute Luca Zeni, approvata in via preliminare dalla Giunta in attesa del parere del Consiglio delle Autonomie locali, fissa in modo puntuale limiti e condizioni per l’esecuzione dei trattamenti con prodotti fitosanitari in prossimità di siti frequentati dalla popolazione e da gruppi vulnerabili, comprese le case di abitazione.
Il PAN ha introdotto dei vincoli per la distribuzione degli agrofarmaci più pericolosi per la salute umana – quelli classificati tossici, molto tossici o che riportano in etichetta determinate “frasi di rischio” - entro o in vicinanza di siti sensibili riconducibili a parchi pubblici, strutture sportive, strutture scolastiche e strutture sanitarie.
Tuttavia la tutela offerta dalla norma nazionale è stata valutata insufficiente se applicata alla realtà trentina, che si caratterizza per un’agricoltura di tipo specialistico realizzata su piccoli appezzamenti spesso a diretto contatto od anche all’interno degli insediamenti urbani. Per questo motivo l’Amministrazione provinciale è intervenuta approvando disposizioni aggiuntive, non necessariamente richieste dalla disposizione nazionale, al fine di coniugare la pratica agricola con la necessaria tutela della salute della popolazione.

A seconda della tipologia del sito da tutelare e del prodotto impiegato vengono fissate delle distanze minime al di sotto delle quali il trattamento non può essere effettuato o può esserlo solamente se vengono adottate da parte dell’agricoltore misure di contenimento della cosiddetta “deriva”, cioè la fuoriuscita della nube di fitofarmaco dal campo trattato. "In questo modo - spiegano Dallapiccola e Zeni - si è voluto valorizzare l’impegno di quegli agricoltori che si sono dotati o si doteranno di attrezzature innovative per la distribuzione (atomizzatori con sistemi di regolazione della quantità d’aria e della direzione del flusso d’aria, ugelli antideriva, ecc.) o che realizzeranno delle idonee barriere ai confini del proprio appezzamento."

Nel caso di esecuzione dei trattamenti in vicinanza di asili nido, scuole per l’infanzia, istituti scolastici di qualsiasi ordine e grado e parchi gioco per bambini, cioè luoghi frequentati da gruppi di popolazione particolarmente vulnerabili, oltre all’introduzione di distanze minime, l’esecuzione del trattamento può avvenire solamente nella fascia oraria dalle ore 22.00 alle ore 6.00. La stessa fascia oraria è stata prevista, con il consenso dei produttori agricoli, come tutela nei confronti dei frequentatori delle piste ciclabili che per lunghi tratti attraversano aree agricole particolarmente importanti del nostro territorio.

Le misure sopra descritte sono state predisposte da uno specifico gruppo di lavoro nel quale erano presenti rappresentanti dell’Amministrazione provinciale dei settori agricoltura, salute ed ambiente, della Fondazione Edmund Mach e del mondo agricolo; sono state successivamente condivise con il Tavolo della concertazione in agricoltura ("Tavolo verde") e verranno ora inviate al Consiglio delle autonomie per l’acquisizione della prevista intesa.
Le misure sono vincolanti su tutto il territorio provinciale ma i Comuni, sulla base di specifiche e motivate esigenze di salute pubblica, potranno se lo vorranno stabilire disposizioni più restrittive.

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31/08/2015, 21:42
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Approvato un accordo di programma per la riduzione dell'impatto dei fitofarmaci
QUALITA' DELL'AMBIENTE: RICERCA E AGRICOLTURA ASSIEME

Ricerca, controlli, formazione degli operatori agricoli e monitoraggio dei corsi d’acqua: sono questi i temi sui quali verranno sviluppate specifiche iniziative contenute in un accordo di programma che impegna Provincia autonoma di Trento, Fondazione Edmund Mach e Associazione Consorziale Produttori Ortofrutticoli Trentina. Oggi la Giunta provinciale ha approvato i contenuti dell'accordo, con un provvedimento proposto dagli assessori Mauro Gilmozzi (ambiente) e Michele Dallapiccola (agricoltura). Si lavorerà per ridurre ancora di più, nel campo dell'agricoltura integrata, l'utilizzo dei fitofarmaci, ancorché ammessi dalle normative, con un'attenzione particolare al rispetto dell'ambiente, alla tutela della salute delle persone e della qualità dei prodotti.

Il 16 febbraio 2015 è stato approvato il Piano di Tutela delle acque che, nel rappresentare lo stato di qualità dei nostri corsi d’acqua, definisce le azioni da intraprendere per ottenere un livello di qualità “buono” dei corpi idrici che ancora non lo hanno raggiunto.
Uno dei provvedimenti attuativi del Piano di Tutela delle acque è rappresentato dall'accordo di programma stipulato fra Provincia autonoma di Trento, Fondazione Edmund Mach e Associazione Consorziale Produttori Ortofrutticoli Trentina - che annovera circa 5000 soci – per ridurre l’impatto provocato dai fitofarmaci sulla qualità dei corsi d’acqua.
L’accordo prevede quattro grandi temi sui quali verranno sviluppate le azioni che ciascuna delle parti si impegnerà a mettere in campo: ricerca, controlli, formazione degli operatori agricoli e monitoraggio dei corsi d’acqua.
Nell’accordo sono state inserite azioni, in parte già attuate nel primo semestre dell’anno in corso, che hanno portato, ad esempio, alla sostituzione del "Clorpirifos ethil" con un altro principio attivo nei fondi che si affacciano sul Rio Ribosc, che APOT si impegna a porre in essere nei confronti dei propri aderenti, soprattutto per quanto riguarda la formazione e la conversione delle attrezzature per la distribuzione dei fitofarmaci con modelli tecnologici più avanzati.
L’attività di ricerca e sperimentazione verrà promossa attivamente da Fondazione Edmund Mach, nella direzione di sostituire le molecole con altre meno dannose.
Anche i controlli verranno incentivati da parte di APOT e sono già stati effettuati prelievi in campo di foglie e frutticini per la ricerca di molecole non autorizzate e lo stesso si farà sui campioni di mele.
Spetterà alla Provincia, attraverso i Servizi competenti e l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, promuovere la collaborazione tra le parti e svolgere i monitoraggi sullo stato di qualità delle acque per verificare il raggiungimento degli obiettivi auspicati tra cui il raggiungimento dello stato di qualità "buono" per alcuni corpi idrici e il contenimento della concentrazione di Clorpirifos.
L’accordo ha durata quinquennale e si configura, prima ancora che come documento “tecnico” anche e soprattutto come strumento di sensibilizzazione degli operatori sull’importanza dell’estensione di buone pratiche nell’uso dei fitofarmaci a beneficio dell’ambiente e delle proprie produzioni, nonché di sperimentazione congiunta di azioni propositive e condivise per la razionalizzazione dell’utilizzo dei fitofarmaci.

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31/08/2015, 21:43
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Saranno presentati giovedì 3 settembre alle ore 15.30
FONDAZIONE MACH: IN ARRIVO ALCUNI IMPORTANTI APPUNTAMENTI

“Yeast 2015”, un convegno internazionale sui lieviti e la biologia molecolare, in programma dal 6 al 12 settembre a Levico Terme, la giornata evento "Nutrire la mente/Il cibo di domani" organizzata al Mart di Rovereto il 12 settembre e "Mach2Expo", la reunion degli ex allievi dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige che si terrà domenica 18 ottobre all'Esposizione universale di Milano. Sono questi i tre importanti appuntamenti che saranno presentati nel corso di una conferenza stampa programmata per giovedì 3 settembre, alle ore 15.30 in Sala Fedrizzi, presso il Palazzo della Provincia a Trento. Parteciperanno l’assessora provinciale alla ricerca, Sara Ferrari, l’assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola e il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè.

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01/09/2015, 18:55
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Fino al 3 settembre l’eccellenza casearia sarà protagonista esclusiva all’interno di Piazzetta Trentino
EXPO 2015: L'ASSESSORE DALLAPICCOLA VISITA L'ALLESTIMENTO DI TRENTINGRANA

"Expo 2015 rappresenta un'occasione straordinaria per le eccellenze della filiera agroalimentare trentina, che possono farsi conoscere al mondo intero". Queste le parole dell'assessore provinciale al turismo e agricoltura Michele Dallapiccola che ha visitato questa mattina l'allestimento di Trentingrana Dop a Piazzetta Trentino, lo spazio espositivo della Provincia autonoma di Trento presso l'esposizione universale di Milano. "I numeri, fino a questo momento, sono impressionanti, con un boom di visitatori nel mese di agosto che ci ha permesso di fare un'ottima promozione del nostro territorio, con un importante ritorno in termini di contatti commerciali e aziendali e di posizionamento del sistema economico e turistico sui mercati nazionali ed internazionali - ha detto Dallapiccola. "Trentingrana Dop è un prodotto di eccellenza, molto ricercato dai consumatori che vogliono naturalità e sicurezza alimentare. In linea quindi con i temi di Expo 2015. Le 400 aziende che fanno parte della cooperativa che produce Trentingrana - ha aggiunto - svolgono non solo un'attività economica importante, ma anche un'azione di carattere sociale e di presidio del territorio di montagna".

EXPO 2015 rappresenta un’occasione unica per Trentingrana Dop di farsi portavoce dell’eccellenza Made in Italy e presentarsi ad un mercato mondiale. Espressione della ricchezza e delle tradizioni del territorio, il formaggio “con la montagna nel cuore” nel corso degli anni ha saputo portare oltre confine la genuinità di un prodotto unico, anche in Paesi molto lontani geograficamente e diversi in termini di cultura e gusto alimentare. Oggi è presente come prodotto premium in Russia, Giappone, Australia, Usa oltre che nelle vicine Austria e Germania. E proprio il territorio è il vero protagonista di un allestimento che, con il supporto di video e immagini, punta a restituire l'emozione del contesto reale in cui Trentingrana DOP viene prodotto, origine naturale della sua genuina bontà, del suo inconfondibile sapore, della sua speciale fragranza.

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01/09/2015, 18:57
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La Fondazione Mach partecipa al progetto nazionale “Italian Taste”
ITALIANI A TAVOLA, UNO STUDIO SULLE PREFERENZE ALIMENTARI

(l.g.) Perché certe persone amano così tanto i dolci? Perché altre salano esageratamente le loro pietanze? La Fondazione Mach, assieme ad altri 22 centri di ricerca, università e aziende, partecipa al progetto “Italian Taste”, una ricerca scientifica sulle preferenze alimentari degli italiani. Nei prossimi mesi, nel laboratorio sensoriale di San Michele all’Adige, cento volontari saranno chiamati ad assaggiare alcuni prodotti ed esprimere il loro gradimento. I partecipanti saranno inoltre coinvolti in una serie di test sulla sensibilità ai gusti e risponderanno a domande su preferenze, abitudini alimentari e alcuni tratti della personalità. I dati raccolti, anche in confronto con quelli del resto d’Italia, permetteranno di individuare eventuali peculiarità del palato dei trentini.

La Fondazione Mach, assieme ad altri 22 partner, partecipa alla ricerca “Italian Taste”, promossa dalla Società Italiana di Scienze Sensoriali, con il sostegno della Louis Bonduelle Foundation, per indagare le preferenze alimentari degli italiani. Si tratta di uno studio su larga scala che raccoglie informazioni sulle variabili fisiologiche, genetiche, psicologiche, sociodemografiche, comportamentali ed edoniche alla base della scelta dei consumatori.

Il progetto vuole indagare il nesso tra sensibilità, gradimento e abitudini alimentari, attraverso il coinvolgimento di tremila volontari in tre anni. Nei prossimi mesi, quindi, San Michele all’Adige recluterà cento persone per una prima fase che prevede la degustazione e la valutazione del gradimento di alcuni prodotti, alcuni test di sensibilità per il flavour, la compilazione di questionari su variabili sociodemografiche, abitudini alimentari, stili di vita e alcuni tratti della personalità che diversi studi hanno dimostrato essere collegati ai comportamenti alimentari.

Infine, attraverso una foto della lingua e un prelievo di saliva, saranno valutate la densità di papille gustative e identificati alcuni geni legati alla percezione dei gusti che permetteranno di risalire alle varianti genetiche e fenotipiche collegate alle preferenze alimentari. Il risultato sarà un’imponente banca dati di parametri sia fisiologici che psicologici che, in ogni individuo, influenzano e guidano le scelte alimentari.

La ricerca, che sarà presentata a Expo domani, potrà avere risvolti importanti nel settore dell’alimentazione. La comprensione di quanto il gusto individuale interagisca con fattori ambientali e socioculturali nel determinare lo sviluppo delle preferenze, infatti, può aiutare a superare le barriere che ostacolano il consumo di alimenti sani ed equilibrati.

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01/09/2015, 20:56
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La giornata conclusiva del convegno “Yeast” con tavole rotonde, laboratori e prodotti a chilometro zero
NUTRIRE LA MENTE, IL CIBO DI OGGI AL MART

Il convegno internazionale sulla genetica dei lieviti e la biologia molecolare incontra i grandi temi di Expo 2015 in una giornata ospitata al Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Sabato 12 settembre la sessione conclusiva di “Yeast 2015” si terrà sotto la cupola di Botta, con una tavola rotonda dedicata ai temi della pace alla presenza di scienziati russi e ucraini. Il pomeriggio si apriranno i talk su agricoltura, nutrizione e ambiente, mentre in contemporanea saranno proposti laboratori sui profumi, i sapori e il cibo. La piazza ospiterà i produttori enogastronomici della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino e concerti jazz, spettacoli di danza e videomapping 3D. Dalle 18 alle 21 apertura straordinaria del Museo con ingresso gratuito per tutti i visitatori.

Coniugare la ricerca scientifica con il dibattito sui grandi temi dell’Expo e con l’arte. Sabato 12 settembre il Mart di Rovereto ospiterà la sessione conclusiva del convegno “Yeast 2015”, dedicato alla genetica dei lieviti e alla biologica molecolare, organizzato dalla Fondazione Mach a Levico Terme. L’ultima conferenza dell’iniziativa scientifica, che da domenica 6 settembre porterà in Trentino 600 ricercatori da tutto il mondo, sarà l’occasione per avvicinare il grande pubblico ai temi dell’Expo, durante tre tavole rotonde incentrate sul mangiare di domani.

La mattina dalle 8.45 alle 13 nella sala conferenze del Mart, otto relatori di spicco parleranno dell’ecologia dei lieviti e di come essi influenzano anche la tipicità dei prodotti, mentre al pomeriggio il focus della riflessione si sposterà sulla scienza come nutrice di pace, alla presenza dell’assessora provinciale alla Ricerca Sara Ferrari e con invitati i rappresentanti della realtà trentine che si occupano di pace e sviluppo. Un tema particolarmente attuale, visto che “Yeast 2015” quest’anno avrebbe dovuto essere ospitato in Ucraina, ma che, a causa del conflitto in corso, ha dovuto chiedere ospitalità in un altro Paese.
Sempre il pomeriggio, dalle 17.30, il programma di “Il cibo di domani” prevede tre tavole rotonde: una sul ruolo dell’agricoltura dalla sussistenza alla genomica, uno sui microrganismi efficaci per il benessere dell’uomo e delle piante e l’ultimo sul processo di domesticazione di mele e vino. Il dibattito vedrà sul palco personalità e ricercatori provenienti da prestigiose università e centri di ricerca italiani.

Sotto la cupola del Mart saranno poi realizzati diversi laboratori, dalle 17 alle 20. Gli studiosi della Fondazione Mach proporranno un’esperienza sui profumi e i sapori con “The taste of Italy” e “Dall’erba al formaggio”, mentre gli operatori dell’Area educazione del Mart condurranno laboratori continui per bambini e adulti sui temi dell’Expo. Dalle 18.00 alle 21.00, il Mart sarà straordinariamente aperto con ingresso gratuito.

Dalle 18.30 apriranno le degustazioni, con i prodotti della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, associazione che valorizza le produzioni enogastronomiche del territorio. Nella piazza del Mart, quindi, diverse proposte di food&beverage ideate coinvolgendo una selezione di produttori locali, tra i quali Azienda Agricola Cà dei Baghi, Cantine Ferrari, Dolomiti Fruits e Salumificio Trentino, partner del Mart, attualmente presenti nel Concept Store Expo Rovereto. Passeggiando nel polo culturale di Rovereto si potranno quindi degustare salumi, formaggi, prodotti ittici e da forno, vini, birre artigianali e succhi di frutta.

La serata sarà accompagnata da performance di danza e da esecuzioni della FaRe Jazz Big Band diretta da Stefano Colpi e composta da 20 elementi. L’intervento musicale è curato da TrentinoInJazz Valsugana. Non appena il sole sarà tramontato, alle 21, sulle pareti del Museo saranno proiettate le immagini del 3D architectural mapping, per una straordinaria esperienza tridimensionale site-specific ideata da Apparati Effimeri, studio di visual design di Bologna.

L’evento si inserisce nel calendario “Nutrire la Mente. Expo al Mart”, il ricco programma di eventi e attività per accogliere l’Expo in Trentino organizzato dal Mart. Il progetto è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e realizzato con il fondamentale contributo organizzativo della Camera di Commercio I.A.A. di Trento — Palazzo Roccabruna.

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04/09/2015, 7:34
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Nella tavola rotonda promossa in Valle del Chiese, si è discusso sulle ragioni sulle quali incardinare le azioni di sviluppo dei territori di montagna, e nello specifico di quello trentino.
LO SVILUPPO DELLE ZONE DI MONTAGNA, QUALE FUTURO PER IL TERRITORIO TRENTINO

La sala consiliare del Comune di Condino ha ospitato ieri la Tavola Rotonda dal titolo "Il futuro delle terre alpine", uno degli appuntamenti delle celebrazioni dedicate al "La contesa del Monte Melino" per i 100 anni della Grande Guerra. Ai lavori, introdotti da Ivo Tarolli, hanno partecipato tra gli altri l'assessore provinciale alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, Carlo Daldoss, il professor Geremia Gios, l'onorevole Daniel Alfreider, il vicepresidente del Bim del Chiese, Luca Mezzi e il sindaco di Condino nonché presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie, Giorgio Butterini.
Autonomia, sostenibilità e riforma urbanistica sono stati i temi principali toccati da Carlo Daldoss che ha definito il nostro, un tempo di grande cambiamento

"Avere la consapevolezza – ha affermato l'assessore – che le risorse sono diverse in termini di disponibilità in riferimento al passato, deve essere uno stimolo in più".
Nello specifico, per quanto riguarda il controllo delle risorse, ciò che differenzia la nostra terra – ha detto Daldoss – risiede nella nostra specificità, nella nostra Autonomia; in questo contesto, passa il controllo ad esempio, delle risorse energetiche. Un'altra risorsa fondamentale è il nostro stesso territorio, che rappresenta il valore aggiunto come fattore attrattivo, sia per chi ci vive che per gli ospiti. Bisogna concentrarsi - ha detto l'assessore - sulla sua valorizzazione, con responsabilità, tenendo ben presente il concetto di sostenibilità. La Provincia autonoma di Trento ha approvato recentemente la nuova legge urbanistica mettendo come punto innovativo il risparmio del suolo e la gestione del territorio limitata in termini di disponibilità. Il nostro territorio che ultimamente è stato troppo utilizzato, necessita di uno “stop”: questo è un investimento sul territorio e sul suo mantenimento affinché sia sempre attrattivo.
Per quanto riguarda la capacità di gestione delle risorse – ha continuato Daldoss - è tempo di domandarci come i nostri centri abitati e turistici potranno in futuro avere la capacità di essere distintivi e attrattivi rispetto ad un modello di sviluppo che presenta una visione di omologazione complessiva. Per realizzare tutto questo bisogna puntare su progetti di sviluppo ispirati ad una vision più ampia che cerchi di unire tutte le peculiarità e le risorse dei singoli territori.
Sul fronte delle regole, l'assessore Daldoss ha spiegato che non sono di facile lettura in questo periodo di cambiamento, l'approccio e le conseguenze di una conformità delle regole in un territorio come il nostro. L'assessore ha citato ad esempio, il peso della burocrazia, ma ha anche tracciato un percorso virtuoso che passa attraverso il diritto di tutti i cittadini ad avere le medesime possibilità, grazie soprattutto all'impiego delle nuove tecnologie.

In conclusione, l'assessore Daldoss ha spiegato che la montagna avrà la possibilità di rilanciare un proprio ruolo, solo se i giovani rimarranno in essa e in essa vi troveranno possibilità di crescita. Il mantenimento demografico è un aspetto importantissimo – ha detto Daldoss - se la montagna si spopola, possiamo mettere in atto tutte le politiche che vogliamo, ma il declino sarà certo e irreversibile. Il Trentino - ha concluso l'assessore - sarà chiamato a scelte importanti e impopolari. Il mio augurio è che le nostre terre, guardando ad esempio quelle popolazioni che attraverso le Alpi condividevano un tempo le stesse opportunità e gli stessi problemi, sappiano trasformare, con una visione ad ampio respiro, i limiti in opportunità.

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