Expo2015.tn.it racconta la presenza del territorio all’esposizione universale NEL SITO IL CUORE DEL TRENTINO AD EXPO MILANO 2015
C’è un luogo dove si danno appuntamento tutte le notizie, gli eventi, le curiosità e le informazioni su Expo Milano 2015. Questo luogo è il sito internet www.expo2015.tn.it. Attivo dallo scorso dicembre, in occasione della presentazione ufficiale della partecipazione del Trentino all’esposizione universale, il portale si è via via arricchito così da fornire al cittadino trentino (ma non solo) le informazioni sulle attività che il Trentino porterà ad Expo e ciò che Expo porterà in Trentino nei prossimi sei mesi.
Il sito www.expo2015.tn.it propone una sezione dedicata alla presenza del Trentino in Expo, con le tre principali aree di attività che caratterizzeranno la presenza del Trentino all’esposizione milanese Il primo spazio, chiamato il Convivio, compre un’area di circa 200 metri quadri adiacente al Padiglione Italia e vedrà la Provincia protagonista nella settimana dal 10 al 16 luglio. Attraverso un originale concept di allestimento dello spazio, il visitatore verrà accompagnato in un viaggio attraverso il territorio andando a toccare i suoi luoghi turistici, le sue peculiarità naturalistiche e culturali, le sue eccellenze gastronomiche, scientifiche e tecnologiche. Il secondo spazio - un’area di 80 metri quadri posta lungo il Cardo e denominata Piazzetta Trentino - sarà disponibile dall’1 agosto al 31 ottobre. Un’area di alta visibilità all’interno della quale verrà allestita una installazione creativa – delle lastre di dolomia alte più di sette metri - dedicata allo spirito delle materie e dei luoghi dell’ambiente dolomitico, in grado di attrarre, emozionare e stupire il visitatore. Una nuvola informatica intercetterà i dispositivi elettronici dei visitatori di Piazza Trentino ai quali verranno veicolate informazioni, itinerari e approfondimenti tematici. Lo spazio sarà animato ogni settimana da uno degli special sponsor trentini che hanno aderito all’iniziativa. E’ qui che gli sponsor del Trentino si alterneranno per tre mesi, presentando al mondo l’eccellenza del trentino. Ai due spazi ufficiali di www.expo2015.tn.it si affiancherà per gli interi sei mesi dell’Expo un’area Trentino nel Padiglione Vino, dove è presente il meglio della produzione trentina, guidata dal Consorzio Vini del Trentino e Istituto Trento Doc. Le aziende trentine avranno a disposizione ad Expo 2015 anche un ufficio per le relazioni internazionali. Due le sezioni che aggiorneranno sugli appuntamenti milanesi: Iniziative, dedicate a mostre e attività permanenti, ed Eventi, con gli appuntamenti giornalieri. Infine, In viaggio verso Expo presenta le opportunità per raggiungere Milano: il nuovo collegamento ferroviario, che nei fine settimana unirà i due luoghi in tempi paragonabili ai treni ad alta velocità ma a prezzi decisamente più convenienti, e l'Euregio Bus, che porterà ogni giorno da Insbruck, Bolzano, Trento, Rovereto e Milano Rho (e ritorno) i visitatori.
La sezione Expo in Trentino di www.expo2015.tn.it raccoglie le iniziative promosse in questi mesi sul nostro territorio aderenti al tema proposto a Milano, attraverso la costruzione di un palinsesto integrato di eventi promozionali, culturali, scientifici e soprattutto di interesse turistico. Punto forte della presenza di Expo in Trentino saranno due grandi Concept Store per la promozione territoriale: uno collocato a Palazzo delle Albere di Trento e l’altro a Rovereto negli spazi del MART. I due concept store ospiteranno due mostre interattive dedicate al racconto, promozione e valorizzazione dei principali filiere agroalimentari trentine. Ciò rafforzando l’attrattività turistica dei due principali musei provinciali, offrendo un’occasione di visibilità ai produttori e dando vita a una promozione integrata degli attrattori turistici, culturali, produttivi trentini. Da questi hub territoriali partiranno 6 itinerari turistici e le relative proposte vacanza dedicati alla biodiversità, che toccano le molteplici sfaccettature del nostro territorio e portano a scoprire molte delle peculiarità che caratterizzano il Trentino. Il sito www.expo2015.tn.it è anche l’agenda trentina di Expo: nelle due sezioni saranno presentati eventi ed iniziative, che andranno ad animare i prossimi sei mesi e che verranno di volta in volta promossi sul sito.
Martedì 14 luglio al via la prima edizione italiana dell’evento di vitienologia organizzato dalla Fondazione Mach e dal Centro di Sperimentazione Laimburg CONVEGNO IVAS, IL VINO È QUESTIONE DI CHIMICA
Duecentocinquanta studiosi da tutto il mondo riuniti per fare il punto sulla vitienologia. Martedì 14 luglio la Fondazione Mach e il Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg organizzano la prima edizione italiana di IVAS (In Vino Analytica Scientia), un incontro internazionale patrocinato dall'Associazione europea per la chimica e le scienze molecolari (EuCheMS), dalla Società chimica italiana e dal Ministero delle politiche agricole, con il sostegno delle Province di Trento e Bolzano, della Regione e dell’Euregio. Quattro giorni alle Cantine Rotari per fare il punto sugli strumenti tecnici che assicurano la qualità di uva, vino e distillati, con 36 relazioni dei maggiori esperti di università e centri di ricerca mondiali.
Da martedì 14 a venerdì 17 luglio il Palarotari di Mezzocorona ospita la nona edizione - la prima in Italia - del simposio internazionale IVAS (In Vino Analytica Scientia), organizzato dalla Fondazione Mach e dal Centro di sperimentazione Laimburg. L’evento porterà in Trentino 250 delegati provenienti da 30 nazioni, per ascoltare le 36 relazioni selezionate tra più di trecento contributi arrivati agli organizzatori. Il programma, che comprende anche 225 posters, è stato costruito con la partecipazione dei rappresentanti di tutti i maggiori atenei e centri di ricerca a livello mondiale.
Nei quattro giorni di convegni si parlerà, tra le altre cose, dell’analisi chimica di vino, uva e liquori, di metabolomica, dell’autenticità dei prodotti, di chemiometria, di analisi sensoriale, senza tralasciare i riflessi delle diverse pratiche colturali sull’ambiente e sulla qualità del prodotto finiti. Verranno inoltre presentate le idee più innovative attraverso le quali i chimici contribuiscono a mantenere la qualità e la diversità dei vini in tutto il mondo. Nella giornata inaugurale si partirà alle 9 con un workshop sulla metabolomica negli spazi della Fondazione Mach, mentre alle 14, al Palarotari, si terrà l’inaugurazione del convegno alla presenza del presidente FEM Andrea Segrè, del direttore del Centro Ricerca e Innovazione, Roberto Viola, e del direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber. Accanto al serrato programma dei lavori scientifici non mancheranno momenti di socializzazione, come il concerto del tenore Cristian Ricci, martedì pomeriggio. I delegati, inoltre, visiteranno alcune importanti aziende vinicole durante un tour di degustazioni.
Il presidente Rossi: “Risultato che mi rende orgoglioso, grazie a studenti e insegnanti". INVALSI 2015: SCUOLA TRENTINA AL TOP
“Sono molto orgoglioso dei nostri studenti, che ancora una volta confermano l’elevato livello qualitativo della scuola trentina, frutto dell’impegno di tutti, insegnanti e studenti in primis, ai quali va il mio ringraziamento”. Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’Istruzione Ugo Rossi, ha commentato i risultati delle rilevazioni INVALSI condotte nel mese di maggio e di giugno 2015 e presentate oggi a Roma presso il MIUR, alla presenza della dirigente generale degli ordinamenti Carmela Palumbo e della dirigenza INVALSI. Gli esiti riguardano il campione di classi in cui la somministrazione è stata seguita da un osservatore esterno per garantirne la massima attendibilità. Il rapporto presenta a livello di sistema nazionale e regionale i risultati delle rilevazioni in italiano e matematica, condotte nelle classi seconda e quinta della scuola primaria e nella classe seconda della scuola secondaria di secondo grado. In generale il Trentino consegue punteggi superiori in tutti gli ordini di scuola, sia per quanto riguarda l’italiano che la matematica ponendosi ai massimi livelli nazionali. “Questi risultati non sono casuali – ha affermato Rossi – ma frutto del grande lavoro di tutti i soggetti che operano nella scuola trentina. Ricordiamoci però che la rilevazione INVALSI non ha lo scopo di stilare classifiche, bensì quello di fornirci gli strumenti per riflettere sulle debolezze del nostro sistema scolastico al fine di migliorare sempre più, per restare al passo con un mondo globale sempre più competitivo”.
Complessivamente si ha un livello crescente di risposte corrette nella prova di italiano lungo tutti i livelli scolastici dalla seconda primaria fino alla seconda secondaria di secondo grado. Nelle prove di matematica, la differenza rispetto alla media nazionale è alta in tutti i livelli scolastici, ma in modo particolare nel secondo anno delle secondarie di secondo grado, dove la scuola trentina raggiunge addirittura il punteggio di 220 rispetto al dato medio nazionale di 200. Si conferma dunque il buon livello degli apprendimenti degli studenti trentini (vedi tabella allegata), con un exploit che si mantiene negli anni, a conferma, per altro, del fatto che le valutazioni non riguardano le singole annualità, ma tempi più lunghi. La Scuola trentina conferma dunque di posizionarsi ai primi posti del sistema nazionale in modo strutturale e duraturo. Ulteriori dettagli e approfondimenti sui risultati delle prove INVALSI per l’anno scolastico 2014/2015 e sugli andamenti rispetto agli anni precedenti possono essere reperiti nei prossimi giorni sul sito di IPRASE - Area valutazione.
Stasera la kermesse inaugurale a palazzo Italia IL TRENTINO E'... AD EXPO 2015, FRA AMBIENTE, ECONOMIA, RICERCA, CULTURA, SPORT E AGRICOLTURA
Il gran giorno è arrivato. All’auditorium del Palazzo Italia, “cuore italiano” di Expo 2015, è andata in scena stasera "Trentino è..”, kermesse inaugurale della presenza trentina all’esposizione universale. A presentarla la conduttrice Adriana Volpe che ha introdotto i testimonial del territorio, raggruppati in sei cluster tematici, ciascuno dei quali dedicati a una caratteristica identitaria del Trentino, tra tradizione e innovazione. Il presidente Rossi, in chiusura, ha ringraziato quanti hanno lavorato al raggiungimento di questo traguardo. L'esposizione universale – ha detto il governatore – rappresenta un’occasione preziosa per il Trentino per mettere in mostra i propri gioielli”.
I primi ad essere stati chiamati sul palco dell’auditorium da Adriana Volpe, dopo i saluti della commissaria dell’Expo Diana Bracco, sono stati Manolo e Annibale Salsa, un alpinista e uno studioso che hanno raccontato la montagna e l’ecosistema alpino del Trentino. Le Dolomiti, hanno detto all’unisono, rappresentano un unicum culturale e sociale. Sono meravigliose ma a volte anche difficili da narrare, perché magiche. L’economia ed il sistema d’impresa sono stati invece rappresentato da Riccardo Felicetti, presidente dei pastai italiani e mondiali e Massimo Fedrizzi, responsabile del il progetto celle ipogee della Melinda. Felicetti, “cittadino del mondo” ma a casa solo all’ombra delle Dolomiti, produce “pasta d’alta quota”, portando avanti una storia di qualità lunga tre generazioni, sempre nel rispetto del territorio che l’ospita. 40 milioni di confezioni di pasta esportate all’anno, che sono altrettanti messaggi di qualità. Melinda invece conserva le mele nel sottosuolo, ma ospita nelle celle ipogee anche un datacentre fra i più grandi d’Italia. “Abbiamo avuto la fortuna di disporre di enormi spazi creati dall’attività estrattiva della Cementi Tassullo – ha detto Fedrizzi - che si sono rivelati adatti per molteplici scopi, anche all’innovazione tecnologica, soprattutto se essa va a vantaggio dell’ambiente”. Il mondo della ricerca è stato presentato da Sheref Mansy, che dagli Usa ha scelto di venire al CiBio, Università degli Studi di Trento, per sviluppare i suoi studi, e Andrea Rosani, fondatore della Start-up Melixa. Mansy ha spiegato le ragioni della sua scelta, finanziata da una fondazione con sede ad Harvard, per realizzare le sue attività di ricerca in Trentino, “assieme ad altri studenti molto bravi. Certo, qui ci sono i finanziamenti, ma per me quello che fa la differenza in Trentino è la gente”. Melixa ha creato invece un “alveare hi tech,” un’innovazione di straordinaria attualità a fronte della crisi dell’ape selvatica e quindi della catena dell’impollinazione, a supporto degli apicoltori. Dietro a questo incontro fra ricerca avanzata e tradizione cinque giovani intraprendenti, a cui il sistema Trentino ha dato fiducia. L’agricoltura e la cooperazione agricola sono stati esposti da Andrea Segrè, presidente della Fondazione Mach e dall’allevatrice etiope Agitu Ideo, che svolge la sua attività nella Valle di Gresta. “In Fondazione abbiamo una piccola filiera dove si può fare tutto, ricerca, formazione, assistenza agli agricoltori, con ricadute a livello locale ma anche globale”. Il caseificio “La capra felice” creato in val di Gresta dalla signora Ideo è invece una splendida storia di integrazione e amore per la natura. Lasciata l’Etiopia preda del land grabbing , dopo gli studi svolti in Italia ha trovato in val di Gresta un terreno ideale per realizzare i suoi sogni. Il mondo della cultura è stato rappresentato da Michele Lanzinger, direttore MUSE e Gianfranco Maraniello, direttore del MART. “Abbiamo cercato di capire perché tanti visitatori nel nostro museo – ha detto Lanzinger – e la parola chiave è stata bellezza. La bellezza degli spazi e delle esposizione ma soprattutto dello scoprire le cose”. Anche Maraniello ha parlato di bellezza e di esperienza. “Nei musei le persone vanno alla scoperta di qualcosa ma anche a ritrovare se stesse. Il MART è perfettamente attrezzato per questo, inserito in un progetto più ampio di identità della regione”. Infine per lo sport e il turismo, due grandi, amatissimi campioni, Francesco Moser e Francesca Dallapè. Moser ha sottolineato come in Trentino ogni genere di esperienza sportiva sia possibile. “Io mi sono dedicato alla bici, ma ho anche sempre fatto sci. Chi oggi viene in Trentino d’estate sa che abbiamo la rete di piste ciclabili più grande d’Italia, e d’inverno c’è solo l’imbarazzo della scelta. Col calcio potremmo fare di meglio, ma pallavolo e pallacanestro sono grandi passioni. In generale i trentini comunque amano più farlo che guardarlo, lo sport”. Dallapè ha brevemente raccontato la sua esperienza, iniziata a 6 anni. “In questi 15 anni ho viaggiato tantissimo ma quando ritorno qui mi sento sempre coccolata dalle mie montagne, e mi sento bene”. La conduttrice ha introdotto quindi Matteo Franceschini, compositore, che ha aperto con Laura Catrani, soprano, un affascinante momento artistico, fra musica, recital e giochi linguistici. A seguire il coro della SAT, 33 trentini che hanno portato a Milano lo straordinario patrimonio culturale rappresentato dalla coralità alpina e dolomitica. Infine l’intervento del governatore del Trentino Ugo Rossi, che ha ringraziato tutti gli ospiti per avere accettato l’invito. “Tutti i testimonial, che hanno raccontato il Trentino con il cuore – ha detto - ma anche tutte le aziende che hanno deciso di partecipare a questa importante esperienza e tutti coloro che hanno raccontato perché si arrivasse a questo traguardo. Il nostro è un territorio abituato da sempre ad autogovernarsi, e questa tradizione deriva dal senso del dovere, dalla responsabilità, dal desiderio di dare un contributo alla propria comunità che è propria delle genti trentine. Grazie a tutto questo, anche negli ultimi 60 anni, il Trentino ha potuto fare un salto di qualità straordinario, passando dalla povertà a livelli di vita delle realtà europee di punta. Ma possiamo darci obiettivi ancora più ambiziosi. Certamente coniugando sviluppo e coesione sociale, tradizione e innovazione, combattendo lo spopolamento della montagna, favorendo la sua vocazione a mettere in contatto le culture, vivendo in armonia con l’ambiente. L’augurio è che questa presenza ad Expo ci aiuti in questa missione, che condividiamo con altre terre e altre genti che popolano l’arco alpino”. A concludere la kermesse un video emozionale delle Pale di San Martino di Soffiatti, con colonna sonora dei Pink Floyd. La serata è proseguita con la cena di gala nella terrazza dello Spazio Eataly, rigorosamente con prodotti trentini, alla presenza di oltre 200 ospiti.
Nel corso del tradizionale appuntamento estivo verrà anche siglato un protocollo d'intesa sullo sviluppo sostenibile del territorio IL PATRONO DEI FORESTALI SAN GIOVANNI GUALBERTO DOMANI A MALGA COLO IN VALSUGANA
Si terrà domani - domenica 12 luglio - a malga Colo, nel comune di Ronchi Valsugana, la celebrazione della ricorrenza di San Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali. La cerimonia, a cui parteciperanno anche numerose autorità provinciali e locali, inizierà alle ore 10 con la celebrazione religiosa, tenuta da don Emilio Menegol. Dopo i saluti delle autorità e del comandante del Corpo forestale del Trentino Romano Masè, la consegna dei riconoscimenti al personale e delle onorificenze per i meriti speciali, la presentazione del tema della giornata, "Vivere un Trentino di qualità - gli ambienti silvopastorali del Colo, un valore da custodire" e quindi la firma di un Protocollo d'intesa per la conservazione attiva e lo sviluppo locale sostenibile del territorio della Bassa Valsugana e del Lagorai".
Nel pomeriggio, alle ore 14, è previsto un intervento di Luca Girotto sul tema "Maggio 1917, l'evento bellico del Colo", e quindi l'esibizione del coro Sant'Osvaldo di Roncegno.
Firmato anche un protocollo d'intesa per lo sviluppo sostenibile di Bassa Valsugana e Lagorai A MALGA COLO IL PATRONO DEI FORESTALI SAN GIOVANNI GUALBERTO
E' stata la splendida località di malga Colo, che domina la bassa Valsugana dai suoi circa 1700 metri, ad ospitare quest'anno la tradizionale ricorrenza del patrono dei Forestali, San Giovanni Gualberto. Era infatti il 12 luglio 1951 quando papa Pio XII dichiarava San Gualberto patrono dei Forestali d'Italia. Da allora, tutti gli anni, questa giornata è dedicata al loro prezioso operato, al servizio dell'ambiente e delle comunità che lo abitano. In Trentino i Forestali sono circa 240, articolati in 9 uffici distrettuali e 37 stazioni forestali, facenti capo alla Provincia, a cui si aggiungono i dipendenti nei diversi settori dell'amministrazione. La cerimonia di oggi si è aperta come di consueto con la messa, officiata da don Emilio Menegol e da don Celestino Tomasi, che hanno richiamato anche il messaggio contenuto nelle prediche e nelle encicliche di Papa Francesco, molto attente sia alla tutela dell'ambiente, cioè del Creato, sia al valore dei una vita spesa al servizio degli altri. A seguire i saluti delle autorità, la consegna dei riconoscimenti al personale, e la firma di un Protocollo d'intesa per la conservazione attiva e lo sviluppo sostenibile del territorio della Bassa Valsugana e del Lagorai".
Molte le autorità intervenute alla manifestazione, fra cui il questore di Trento Massimo D'Ambrosio, gli assessori provinciali alle Foreste e Fauna Michele Dallapiccola e all'ambiente Mauro Gilmozzi, il sindaco di Ronchi Valsugana Federico Maria Ganarin, il presidente della Comunità della Valsugana e Tesino Attilio Pedenzini, il comandante del Corpo forestale trentino Romano Masè. "E' molto importante che nel giorno del loro patrono i Forestali si rechino in luoghi particolarmente significativi come questo - ha sottolineato l'assessore Dallapiccola - . Il paesaggio e l'ambiente sono la nostra principale ricchezza, ma questo lo si deve alla cura del nostro patrimonio agronomico e zootecnico: qui siamo in una malga, grazie al lavoro dei nostri allevatori e al pascolo degli animali, e naturalmente agli sforzi dei Forestali, bosco e pascoli sono ben tenuti e in ordine. A tutti i Forestali dobbiamo dunque un grande ringraziamento". "La funzione dei Forestali - ha rimarcato a sua volta il comandante Masè - è di lavorare per la salvaguardia del territorio, dell'ambiente, e per essere vicini alle genti che in questo territorio vivono. Le sfide che abbiamo davanti sono tante: sul fronte delle foreste, l'attenzione al mantenimento degli equilibri paesaggistici, su quello della sicurezza, recuperare un certo livello di naturalità negli alvei dei torrenti, e su quello delle aree protette, integrare la conservazione delle risorse naturali con lo sviluppo socioeconomico sostenibile". Nel corso della cerimonia sono stati consegnati riconoscimenti al personale giunto all'età pensionabile, in particolare: Renzo Menguzzato, Gabrielli Domenico, Gianfranco Oliari, Piergiorgio Pincigher, Paolo Vaia (ed inoltre, anche se non presenti, Giovani Fischer, Stefano Vettorazzi, Massimiliano Unterrichter, Alberto Casal, Gabriella Bridi, Giovanni Mosconi, Antonio Scartezzini). Sono state anche consegnate le onorificenze per merito speciali al personale distintosi i due interventi specifici: per una operazione di contrasto al bracconaggio realizzata a Tassullo il 2 novembre 2014 a Mauro Baccia, Massimo Lissidini, Alberto Conter, Nicola carlesso e Eddy Susat (ed inoltre, a Marco Berti e Roberto Calvetti); per una operazione riguardante una falsa dichiarazione di abbattimento conclusasi a Fondo il 20 agosto 2014, Ruben Clara e Giacomo Franch. E' seguita quindi la presentazione del tema della giornata, "Vivere in un ambiente di qualità - gli ambienti silvopastorali del Colo un patrimonio da custodire", da parte di Claudio Ferrari, dirigente del Servizio sviluppo sostenibile della Provincia, firma di un Protocollo di intesa fra tutti i soggetti attivi nell'area del Lagorai e Bassa Valsugana ovvero di "un patto - ha detto l'assessore Gilmozzi - per lo sviluppo di queste aree, che punti sulla valorizzazione di un territorio visto non come limite ma come una risorsa. Mettere assieme tutta una serie di soggetti ed enti locali che operano qui testimonia della volontà di pianificare lo sviluppo futuro dell'area, per fare quello che le genti di montagna hanno in fondo sempre fatto: trarre dall'ambiente di che vivere conservando e valorizzando al tempo stesso lo straordinario patrimonio rappresentato da queste montagne e da queste vallate". E' seguita una visita ai siti di interesse naturalistico del Colo con Marco Olivari, direttore dell'Ufficio distrettuale forestale di Borgo Valsugana, e di Lucio Sottovia, direttore dell'Ufficio Biotopi e Rete Natura 2000, e, nel pomeriggio, l'intervento di Luca Girotto sul tema "Maggio 1917, l'evento bellico del Colo", a cui è seguita l'esibizione del coro Sant'Osvaldo di Roncegno.
Cibo e innovazione protagonisti ieri della prima giornata di appuntamenti con la partecipazione della Fondazione Mach EXPO MILANO 2015, I PRODOTTI ALIMENTARI DELL’ARCO ALPINO ALLA SETTIMANA DELL’EUREGIO
Con il motto ”Food & innovation in the Euregio“ si è aperta ieri, 12 luglio, la seconda giornata della Settimana dell’Euregio presso lo stand dell’Alto Adige all’EXPO di Milano. Tema nevralgico è la creazione di una rete transfrontaliera fra istituzioni scientifiche e centri di ricerca del settore alimentare: “Un obiettivo che rappresenta un valore aggiunto per i prodotti agricoli regionali di qualità come ad esempio le mele, ormai rinomate in tutto il mondo”, afferma l’Ufficio comune dell’Euregio. Il tema ”Food & innovation in the Euregio“ è stato sviluppato congiuntamente dalle Università di Bolzano e Innsbruck, dal Centro di Sperimentazione Laimburg (Alto Adige) e dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele (Trentino).
I partner transfrontalieri hanno sottolineato l’eccellente qualità dei prodotti locali euroregionali e il valore aggiunto rappresentato dall’origine alpina, che li contraddistingue da quelli provenienti da altri territori. Il prof. Christian Huck, direttore dell’Istituto di chimica analitica e radiochimica dell’Università di Innsbruck, ha spiegato che il progetto OriginAlp si occupa attualmente di sviluppare, certificare e divulgare nuovi metodi di analisi per il controllo di qualità sulle mele. “Noi dall’Università di Innsbruck sviluppiamo nuovi metodi di analisi e per il controllo di qualità (…) che ci aiutano di studiare l’origine geografica di campioni e (…) registrare in maniera più semplice e veloce i valori che determinano la qualità.”, così prof. Huck. Le attività di ricerca del gruppo di Tecnologie alimentari della Libera Università di Bolzano seguono le tre linee di ricerca definite nell’accordo quadro con la Provincia di Bolzano riguardante il futuro Parco tecnologico. Precisamente, le attività di ricerca comprenderanno i temi impianti innovativi per le tecnologie alimentari, autenticazione dei prodotti alimentari e metodi di controllo della qualità. “Un altro aspetto sicuramente importante per il territorio è trovare nuovi processi che possono dare un nuovo valore aggiunto ai prodotti alimentari” spiega Matteo Scampicchio, professore associato in “Food technology” e “Food Quality Control” presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie. Questo settore di ricerca assume un’importanza sempre più globale con il crescente interesse da parte dei consumatori nella tracciabilità dei prodotti alimentari, producendo una ‘cutting edge technology’.
Oggi alla presentazione Expo il prof. Matteo Scampicchio ha presentato alcuni progetti in dettaglio, tra cui: lo studio della qualità dell’uva nel processo della fermentazione, un progetto in collaborazione con la Cantina di Termeno e degli studi sull’appassimento dell’uva e tecnologie analitiche di processo per il monitoraggio della fermentazione della frutta nella produzione di grappa di albicocche (in collaborazione con altre università). Il prof. Scampicchio, che è uno specialista nello sviluppo di sensori rapidi per il controllo della qualità, nell’uso di nanotecnologie applicate ai processi alimentari e nella ricerca sull’autenticità degli alimenti, ha sottolineato che “il controllo della qualità degli alimentari è uno dei nostri punti forti, come avviene con la messa a punto di metodi di autenticazione degli alimenti mediante isotopi stabili, una ricerca condotta all’interno del progetto OriginAlp.” OriginAlp è infatti una ricerca in collaborazione tra l’Università di Innsbruck, la Libera Università di Bolzano e i tre partner Centro di Sperimentazione Laimburg, Marketing Agrario Tirolo e Federazione Latterie Alto Adige.
La Fondazione Mach ad EXPO
La Fondazione Mach, nei suoi 141 anni di storia, ha contribuito alla diffusione della cultura tecnico agraria e viticolo enologica in Italia. Fondata nel 1874 come Istituto agrario di San Michele all’Adige, l’istituzione, unica a livello nazionale, è una vera e propria cittadella dell’agricoltura che si estende su un campus di circa 14 ettari con aule, serre, laboratori e 70 ettari di area verde.
Mille studenti, 250 ricercatori, 150 tecnologi e un centinaio di docenti costituiscono il formidabile patrimonio di conoscenza della Fondazione Mach, che grazie alle sue risorse umane, ha raggiunto importanti traguardi a livello internazionale nella formazione, nella ricerca e nel trasferimento tecnologico in campo agricolo, agroalimentare e ambientale. Piattaforme tecnologiche innovative negli ambiti della biologia computazionale, metabolomica, genomica computazionale, analisi isotopiche, analisi climatiche, GIS e remote sensing hanno permesso all’ente di mantenere standard elevati a livello internazionale con più di 200 pubblicazioni all’anno. Inoltre, 45 ricercatori hanno in tasca l’abilitazione all’insegnamento universitario.
Con questo curriculum la Fondazione Mach si è presentato ad Expo. Domenica 12 luglio, nell’ambito della giornata Euregio dedicata a “Food & innovation in the Euregio”, gli esperti dei Gruppi ricerca qualità sensoriale e chimica enologica - Gasperi e Rossi - hanno allestito uno stand dedicato ai profumi della frutta e agli insetti. I visitatori sono stati coinvolti in brevi laboratori durante i quali hanno potuto annusare composti volatili e apprendere nozioni curiose su che cosa attira il naso umano e l’olfatto degli insetti. Si è parlato inoltre di confusione sessuale e di nuove varietà di mela. Per dirlo con le parole di Agostino Cavazza ricercatore del Centro di Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach: “L’attività di ricerca della Fondazione ha l’intento di trovare nuove tecnologie di produzione di alimenti sempre più genuini e sempre più buoni”.
Il Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg è un importante istituto di ricerca agroalimentare in Alto Adige. Il Centro si occupa soprattutto di ricerca applicata con l’obiettivo di potenziare l’agricoltura dell’Alto Adige in termini di competitività e sostenibilità e di garantire la qualità dei prodotti agricoli. Più di 200 persone, fra collaboratrici e collaboratori, lavorano annualmente ai circa 350 progetti di ricerca e sperimentali che spaziano in tutti gli ambiti dell’agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura all’agricoltura di montagna.
Gli esperti del Centro di Sperimentazione Agraria Laimburg hanno inoltre contribuito nell’ambito del progetto Regiograno a dare un nuovo impulso alla coltivazione dei cereali in Alto Adige. Il cereale coltivato localmente viene lavorato nel Molino Merano e venduto a vari panificatori altoatesini che trasformano la farina in specialità di pane tipico. IL TIS, che coordina l’intero progetto, ha promosso l’incontro fra coltivatori, mulino e panificatori e ha seguito la stipula degli accordi relativi a forniture e prezzi. Il Südtiroler Bauernbund ha promosso la coltivazione dei cereali locali presso i propri aderenti, fornendo adeguata assistenza agli agricoltori che hanno accolto il progetto, mentre il Centro di Sperimentazione Laimburg offre a quest’ultimi consulenza per tutti i problemi che possono sorgere nelle varie fasi dalla semina fino alla raccolta. L'Organizzazione Export Alto Adige (EOS) e l’Unione commercio turismo e servizi Alto Adige (hds) supportano i panificatori nella ricerca dei migliori canali commerciali per il pane “Regiograno”.
Coltivazione di piccoli frutti e drupacee di alta qualità Nelle zone di mezza montagna dell'Alto Adige crescono piccoli frutti e ciliegie di qualità pregiata. La ricerca del Centro di Sperimentazione Laimburg verte sull’analisi varietale e sulle problematiche relative alle diverse fasi della coltivazione. L’obiettivo è fornire agli agricoltori di montagna nozioni certe per consentire loro di produrre frutti saporiti di prima qualità. Presso lo stand dell’Alto Adige all’EXPO di Milano i visitatori hanno potuto ammirare un piccolo assortimento delle diverse varietà e acquisire informazioni utili per le varie fasi della coltivazione. Presso l’Expo gli esperti Massimo Zago e Manuel Pramsohler, ricercatori presso la Laimburg, hanno fatto assaggiare i vari prodotti altoatesini, tra cui la birra, il pane e le ciliegie. Per quanto riguarda la ciliegia, Zago specifica che “In Alto Adige abbiamo la fortuna che con le montagne possiamo portare un prodotto sul mercato che è maturo quando la grossa quantità di Italia è già maturata.”
EUREGIO AD EXPO MILANO 2015: L’ECONOMIA SOSTENIBILE CONVIENE
Continua ad Expo Milano 2015 la Settimana dell'Euregio. Il tema della quarta giornata ha riguardato “Green economy in the Euregio“. Durante l'incontro che si è tenuto presso lo stand dell’Euregio, il pioniere della sostenibilità altoatesina Alois Lageder, la cooperativa tirolese “Bio vom Berg”, realtà emergente nel panorama cooperativistico del Tirolo e l’impresa Astro del Trentino, produttrice locale di pesce, hanno messo a fuoco i vantaggi dell’economia verde. “Tale approccio conviene sia da un punto di vista ecologico che economico e in più ha ripercussioni positive anche sul piano della salute” – hanno sottolineato all’unisono Alois Lageder, Heinz Gstir e Diego Coller. La tendenza a prediligere il naturale, i prodotti alimentari locali, biologici o, come nel caso di Lageder, biodinamici, costituisce un ulteriore stimolo a perseverare nella scelta dell’economia sostenibile nonostante i maggiori costi di produzione. L’azienda vitivinicola Alois Lageder e la cooperativa “Bio vom Berg” hanno illustrato al pubblico e ai media presenti la loro filosofia di produzione e di mercato all’insegna della sostenibilità presentando raffinati assaggi di vini e formaggi, mentre la ditta Astro del Trentino ha sottolineato i vantaggi della certificazione green e il risparmio energetico.
Pionieri e buone pratiche Da oltre vent’anni l’azienda vitivinicola Alois Lageder riconosce i vantaggi di un'economia sostenibile, e nel 1998 si è vista assegnare il primo di una lunga serie di riconoscimenti: il Premio per l’Ambiente di Arge Alp quale azienda vinicola “più ecologica“ dell’intera area alpina. “Alois Lageder può tranquillamente essere considerato uno degli iniziatori della cultura della sostenibilità in Alto Adige”, ha sostenuto il Segretario generale del GECT Euregio, Matthias Fink. Grazie all’impegno profuso in seno alla sua azienda e in qualità di presidente dell’Ecoistituto Alto Adige, la sostenibilità nell’arco alpino è diventata una realtà possibile, una strada aperta per molte altre imprese dell’economia verde in tutta l’Euregio. Alois Lageder è, secondo Fink, un’eccellenza nel mondo della viticoltura biologica e biodinamica; il suo nome sta per una filosofia imprenditoriale sostenibile, attenta alla realtà nel suo insieme e per un’intensa attività di promozione di iniziative culturali e artistiche. I circa 50 ettari di vigneti di proprietà della famiglia Lageder sono coltivati secondo i principi dell’agricoltura biodinamica. L’attività pionieristica ha consentito a Lageder di conseguire un ruolo di spicco nei settori della bioarchitettura e dell’agricoltura sostenibile, a dimostrazione che è possibile praticare un‘economia sostenibile mantenendo solida la base economica. “Le migliaia di persone che da ogni dove annualmente vengono a visitare la nostra azienda vitivinicola rimangono affascinate dalla bellezza del nostro paesaggio, soprattutto perché secondo me da noi si può vivere ancora una natura incontaminata: è una peculiarità che contraddistingue la nostra terra, di cui l’uomo è riuscito a strappare alla natura solo pochi lembi per la coltivazione. Da alcuni anni a mio avviso si sta delineando una chiara tendenza: l’essere umano anela sempre di più a una natura incontaminata di cui apprezza la genuinità e verso la quale auspica un approccio rispettoso ed ecosostenibile. Risulta tuttavia sempre più arduo soddisfare tale bisogno. Ed è per questo motivo che propongo che l’intera nostra regione adotti pratiche agricole ecocompatibili. Ciò vi rivelerebbe un importante asso nella manica da giocare sul mercato e ci porrebbe in una posizione di assoluta peculiarità da cui potrebbero trarre vantaggio sia il turismo che l’economia”, ha sostenuto Alois Lageder durante la conferenza stampa all’EXPO.
Prodotti bio della montagna: il Tirolo sulla bocca di tutti Secondo il presidente di BIO vom BERG, Heinz Gstir, i Tirolesi mostrano caparbietà, coraggio e creatività, ma soprattutto buon gusto: nel 2002 gli agricoltori biologici del Tirolo hanno dato vita al Consorzio Bioalpin e al marchio “BIO vom BERG”, l’unico marchio di produzione indipendente dell’Europa centrale. Sono più di 600 gli agricoltori biologici che possono fregiare le proprie specialità locali, prodotte con grande amore e cura, della piccola e pregiata etichetta “BIO vom BERG”. Il variegato assortimento di prodotti “BIO vom Berg” è conosciuto e apprezzato ben oltre i confini della loro terra d’origine, il Tirolo. Ciò non deve meravigliare, poiché queste esclusive delizie bio provenienti dal cuore dell’arco alpino soddisfano le richieste più raffinate di qualità e i palati più esigenti. “Agricoltura di montagna sostenibile, produzione biologica certificata e accurata trasformazione degli alimenti non sono solo una questione di gusto, bensì anche una filosofia di vita”, ha sostenuto Simon Wolf. Il presidente Heinz Gstir definisce il progetto “un marchio nelle mani degli agricoltori del Tirolo”, uno strumento ideato per far sì che siano gli stessi agricoltori di montagna del Tirolo a gestire in modo competitivo il loro futuro. Ormai sono più di 130 i prodotti con il marchio di garanzia “BIO vom BERG” provenienti da aziende ortofrutticole e cerealicole, caseifici artigianali, macellerie, panifici e piccole aziende ovicole.
Astro – allevamento locale di pesce “Le trote Astro sono allevate nelle acque pure e fredde del Trentino che comporta uno sviluppo ed una crescita lenta delle trote e dei salmerini, con caratteristiche di salubrità e genuinità che le contraddistingue in modo netto dalla trota allevata in pianura”, ha invece sottolineato Diego Coller, Presidente di Astro. La lenta crescita permette alla trota di diventare più soda e più snella consentendo uno sviluppo armonioso con pochissimi grassi e con elevati tenori di Omega 3. Le nostre montagne sono un bene prezioso ed Astro è da sempre attenta a questo fattore utilizzando metodi di allevamento sostenibili per le troticolture Trentine. Ora quest’attenzione è stata certificata da un’importante Associazione Internazionale denominata “Friend of the sea”. Nata dall’esperienza del progetto Dolphin-Safe per il tonno, Friend of the Sea è ora il principale schema di certificazione di prodotti ittici di origine sostenibile, sia per la pesca sia per prodotti dell’acquacoltura.
Attualmente in Trentino si producono oltre 40000 quintali di trote l’anno in circa 70 impianti ittici che si estendono su una superficie complessiva in vasche di oltre 38 ettari portando il settore ad una produzione lorda vendibile di oltre 26.000.000 € con complessivamente più di 450 addetti, ha spiegato Massimo Manfrini. “I principali mercati su cui siamo presenti sono la GDO e MDO, il canale dell’HO.RE.CA e delle mense del centro Nord Italia e dell’Austria”, ha detto Manfrini.
Sostenibilità è per eccellenza il concetto generale in cui l’Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino si riconosce e funge da faro che orienta i tre territori dell’arco alpino nel perseguire uno sviluppo economico, ecologico e sociale duraturo e in grado di affrontare le sfide del futuro. I tre pilastri della sostenibilità sono in stretta interazione e ricercano continuamente un punto di equilibrio. Nell’ambito della Settimana dell’Euregio allestita presso l’EXPO dal 10 al 16 luglio 2015 la giornata del 14 luglio, con il suo slogan “Green economy in the Euregio“, ha costituito un momento davvero particolare, anello di congiunzione fra le altre giornate a tema. Il progetto alla base della Settimana dell’Euregio prevede infatti di individuare e portare all’Expo, con l’intervento di testimonials, una serie di “comuni denominatori” che uniscono le Province Autonome di Trento e di Bolzano e il Land Tirolo nei più svariati ambiti, e precisamente Dolomites - Balance in the Euregio, a daily Challange, Food & Innovation in the Euregio, Film in the Euregio, Alpine Wellness & Relax in the Euregio, e Sport grows in the Euregio.
La sostenibilità ecologica, che rifiuta lo sfruttamento scellerato della natura e punta alla conservazione delle risorse naturali; la sostenibilità sociale, in base alla quale i tre territori dell’Euregio intendono limitare le tensioni sociali e risolvere in modo pacifico e civile eventuali conflitti; la sostenibilità economica, caratterizzata nell’Euregio dalla continua crescita del numero di imprese che hanno scelto per il lungo termine una linea economica orientata al risparmio delle risorse, rispettosa del bene comune e perciò capace di futuro.
La scelta di un’economia sostenibile, in grado di affrontare le sfide del futuro, conferisce all’Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino un profilo assolutamente inconfondibile, soprattutto considerando il fatto che praticare la sostenibilità nell’arco alpino è più complesso e impegnativo se paragonato alla pratica in pianura. Nel contempo la scelta della sostenibilità crea in questa regione transfrontaliera un valore aggiunto sul piano sociale.
Ieri l’inaugurazione della prima edizione italiana dell’evento targato Fondazione Mach e Centro di Sperimentazione Laimburg CONVEGNO IVAS, IN 300 AL SERVIZIO DELLA QUALITÀ VITIVINICOLA
Quasi trecento studiosi da tutto il mondo riuniti per fare il punto sulla vitienologia. Ieri è iniziata la prima edizione italiana di IVAS (In Vino Analytica Scientia), un incontro internazionale organizzato dalla Fondazione Mach e dal Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg, con il patrocinio dell'Associazione europea per la chimica e le scienze molecolari (EuCheMS), della Società chimica italiana e del Ministero delle politiche agricole, con il sostegno delle Province di Trento e Bolzano, della Regione e dell’Euregio. Quattro giornate per fare il punto sugli strumenti tecnici che assicurano la qualità di uva, vino e distillati, con 36 relazioni dei maggiori esperti di università e centri di ricerca mondiali.
È iniziata ieri al Palarotari di Mezzocorona la nona edizione - la prima in Italia - del simposio internazionale IVAS (In Vino Analytica Scientia), organizzato dalla Fondazione Mach e dal Centro di sperimentazione Laimburg. L’evento, ospitato al Palarotari di Mezzocorona, ha portato in Trentino circa 300 delegati provenienti da 30 nazioni, per ascoltare le 36 relazioni selezionate tra più di trecento contributi arrivati agli organizzatori. Il programma, che comprende anche 225 posters, è stato costruito con la partecipazione dei rappresentanti di tutti i maggiori atenei e centri di ricerca a livello mondiale.
Nei quattro giorni di convegni si parla, tra le altre cose, dell’analisi chimica di vino, uva e liquori, di metabolomica, dell’autenticità dei prodotti, di chemiometria, di analisi sensoriale, senza tralasciare i riflessi delle diverse pratiche colturali sull’ambiente e sulla qualità del prodotto finito. Verranno inoltre presentate le idee più innovative attraverso le quali i chimici contribuiscono a mantenere la qualità e la diversità dei vini in tutto il mondo. Nella giornata inaugurale di ieri si è partiti con un workshop sulla metabolomica, ovvero la scienza che studia i prodotti delle reazioni chimiche, mentre alle 14 c’è stata l’inaugurazione del convegno alla presenza del presidente FEM Andrea Segrè e del direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber. “Viticoltura ed enologia hanno bisogno della scienza, di tecnologie alimentari, della chimica analitica e dell’analisi sensoriale. Un convegno come questo fa conoscere il territorio a personalità accademiche di tutto il mondo, oltre a generare un certo indotto economico. Inoltre, sappiamo bene che la ricerca alta prima o poi deve cadere in basso e per la viticoltura questa prospettiva è particolarmente rilevante”, ha spiegato il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè. “Laimburg e la Fondazione Mach sono riusciti a portare in regione il più importante convegno sui composti del vino e ce l’hanno fatta perché hanno lavorato assieme. Nel settore vitivinicolo è fondamentale conoscere la qualità in modo oggettivo e scientifico: solo così ci si può distinguere come zona di eccellenza”, ha sottolineato il direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber. Il convegno proseguirà oggi con la sessione dedicata all’analisi chimica e alla composizione dell’uva, dei vini e dei liquori; giovedì si parlerà invece di metabolomica, chemiometria e autenticazione dei prodotti, mentre l’ultimo giorno di IVAS sarà dedicato all’analisi sensoriale.
La Fondazione Mach prosegue le ricerche sull’ottimizzazione dei sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili ENERGIA E CALORE DAI RIFIUTI CON LE CELLE A COMBUSTIBILE
La Fondazione Mach ospita il progetto vincitore del bando della Fondazione Caritro sul tema della microcogenerazione ad elevata efficienza per produrre energia e calore dai rifiuti urbani. L’Unità Biomasse ed Energie Rinnovabili di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’azienda Solidpower, sta lavorando sulle celle a combustibile di tipo SOFC (Solid oxid fuel cell) alimentate a biogas. La sperimentazione si concentrerà sul contenimento delle emissioni inquinanti e sull’affinamento della tecnologia di piccola taglia.
La gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani in un sistema integrato permette l’ottenimento di biogas per la successiva trasformazione in energia elettrica e termica. La tecnologia innovativa delle celle a combustibile ad ossidi solidi (SOFC) è la tra le più efficienti per la conversione di miscele combustibili in energia. II progetto BioWaste for SOFCs, avviato lo scorso marzo, si svolge in parte nella sede di San Michele all’Adige, dove le celle vengono alimentate direttamente con il biogas prodotto dall’impianto pilota di digestione anaerobica esistente, in parte nei laboratori del Politecnico di Torino, dove si indagano gli elementi che possono causare malfunzionamenti e degrado delle celle. Inoltre si cercherà di massimizzare la resa e l’affidabilità dei microcogeneratori, puntando a contenere ulteriormente le emissioni. Un altro aspetto interessante dello studio riguarda l’incremento della quota di energia elettrica prodotta dal sistema di cogenerazione rispetto all’energia termica e quindi le possibili ricadute positive per gli impianti di piccola taglia che spesso non hanno un’utenza sufficiente per l’utilizzo di tutto il termico prodotto. La sperimentazione, che si concluderà nel 2016, è il proseguimento delle attività del progetto VEGA (Valorizzazione energetica di bio-gas da digestione anaerobica tramite fuel cell), finanziato sul bando FESR 2009 e terminato nel 2013.