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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
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Al Muse la mostra di restituzione del progetto ambientale Getting REDDy. FORESTE DI VITA: LE COMUNITÀ LOCALI PER LA PROTEZIONE DELLE FORESTE PLUVIALI TROPICALI A partire da oggi - martedì 9 settembre 2014, con inaugurazione alle ore 16.30 - al Muse, Museo delle Scienze di Trento, una mostra fotografica racconta e mette a confronto due foreste pluviali e le loro comunità native in Tanzania e in Amazzonia.
Attraverso 40 immagini scattate nelle foreste montane dell’Arco Orientale della Tanzania e nella regione Xixuaú dell’Amazzonia brasiliana centro-settentrionale, e con il supporto di alcuni pannelli esplicativi, l’esposizione “Foreste di vita” racconta la vita di questi habitat e delle loro comunità. Le due zone sono rappresentate da immagini delle foreste, particolarmente ricche in biodiversità e sede di numerose specie rare, e da scatti delle comunità di persone che vivono in stretta dipendenza da questi ambienti naturali.
La mostra - realizzata in collaborazione con Associazione Trentino Insieme, con il supporto della Provincia autonoma di Trento - nasce quale restituzione del progetto ambientale Getting REDDy. Condotto parallelamente in Tanzania e in Amazzonia, in due contesti socio-ambientali molto differenti, il progetto presenta un approccio innovativo alla protezione delle foreste pluviali: la loro salvaguardia per l’importante funzione di assorbimento dell’anidride carbonica, quale contributo al mantenimento dell’equilibrio climatico del pianeta. La distruzione delle foreste pluviali è infatti la seconda causa di emissioni globali di gas serra sul nostro pianeta e l’incessante deforestazione rilascia nell'atmosfera terrestre milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Getting REDDy è finanziato dalla Provincia autonoma di Trento con il programma “Verso una Provincia ad Emissioni Zero” e realizzato dall' Associazione Trentino Insieme in collaborazione con Amazônia Onlus, Tanzania Forest Conservation Group e MUSE - Museo delle Scienze. ‘Getting REDDy’ promuove lo sviluppo socio-economico delle comunità indigene in Amazzonia e in Tanzania e al contempo garantisce la conservazione delle loro foreste, preparando le comunità al futuro accesso al mercato dei crediti di carbonio.
Il progetto in Tanzania Il progetto si svolge nella foresta tropicale montana dei Monti Rubeho, Tanzania centrale, che fanno parte di una catena montuosa di straordinaria importanza biologica (Monti dell’Arco Orientale). La riserva forestale (3200 ettari) è circondata da numerosi villaggi ad alta densità antropica, che premono ai confini della riserva necessitando delle risorse forestali per la sussistenza. Per cercare un equilibrio sostenibile tra conservazione forestale e sviluppo socio-economico, il progetto Getting REDDy si è posto l’obiettivo di migliorare le pratiche di utilizzo nel terreno di tre villaggi beneficiari del progetto principalmente attraverso la pianificazione di uso del suolo e l’introduzione di pratiche agricole e forestali sostenibili.
Il progetto ha mappato in modo partecipativo l’uso del suolo, regolato le modalità di gestione delle riserve forestali di villaggio, promosso forme di agricoltura migliorata e apicoltura moderna, realizzato corsi di educazione ambientale e formazione per la gestione e protezione della foresta, inclusa la quantificazione dello stock di carbonio per il futuro accesso al mercato dei crediti. Il progetto in Amazzonia. Il progetto si svolge nella foresta tropicale della regione Xixuaú (200,000 ettari), un’area dell’Amazzonia brasiliana centro-settentrionale ad elevata ricchezza biologica.
Il territorio è abitato dai nativi Caboclos, che vivono in piccoli insediamenti lungo le rive dei fiumi e rappresentano i custodi della foresta poiché depositari di una grande conoscenza tradizionale, che consente loro di utilizzare le risorse naturali senza distruggere l’ambiente. Storicamente dimenticati dal governo e lontani dalle grandi città, i Caboclos affrontano diversi problemi sociali, legati alla povertà, alla negazione del diritto all’assistenza medica e alla mancanza di opportunità di reddito. Il progetto Getting REDDy nasce proprio allo scopo di supportare i nativi dello Xixuaú, migliorando la loro qualità di vita e contribuendo al tempo stesso alla protezione della foresta pluviale locale. Agendo in modo integrato sull’ambiente e sulle comunità native, il progetto ha avviato nuove attività commerciali sostenibili ed eco-compatibili, come la raccolta della noce d’Amazzonia (Bertholletia excelsa), promosso la gestione partecipativa delle foreste comunitarie, quantificato lo stock di carbonio per il futuro accesso ai crediti, realizzato corsi di formazione professionale ed educazione ambientale e condotto indagini scientifiche per la conoscenza e tutela della biodiversità locale.
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09/09/2014, 20:10 |
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Marco
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Prestigiosi riconoscimenti per i vini FEM. Lo spumante conquista i Tre Bicchieri del Gambero Rosso VINI FEM PREMIATI DA GAMBERO ROSSO, GUIDA ESPRESSO E VINIBUONI Pioggia di premi per la cantina della Fondazione Edmund Mach che si è aggiudicata i “Tre Bicchieri” della Guida Vini d’Italia 2015 del Gambero Rosso con il Trento doc Riserva del Fondatore Mach 2009, ma anche il “Vino d’eccellenza” della Guida 2015 Vini d’Italia de L’Espresso con il Trentino Nosiola 2013 e la “Corona”, il massimo riconoscimento della Guida Vini Buoni d’Italia 2015 col vino Vigneti delle Dolomiti Igt Moscato Rosa 2012.
(s.c.) Lo spumante Riserva del Fondatore conquista i “Tre bicchieri” del Gambero Rosso. Questo premio, tra i più importanti a livello nazionale nel settore enologico, non è una novità per il “Mach Riserva del Fondatore”. Già l’annata 2004 e 2007 si erano aggiudicate i “Tre Bicchieri”, senza dimenticare “L’Oscar degli Oscar” ottenuto per l’annata 2006.
Il “Mach” viene prodotto nell’appezzamento di Maso Togn, situato a 700 metri d’altitudine, sulla parte apicale del conoide di Faedo. Un vigneto che è stato impiantato nel 1987 con uve Chardonnay e Pinot Nero. Dopo la vendemmia, viene effettuata una vinificazione tradizionale in bianco con fermentazione condotta per una parte in acciaio e per un’altra parte in barriques di rovere. Alla vista si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati. Il profumo è ampio e complesso: lievito e fruttato si fondono in armonia. La finezza del perlage conferisce setosità e persistenza al gusto. Ottimo come aperitivo, ma si esprime meravigliosamente anche a tutto pasto. “Vino d’Eccellenza” il Trentino Nosiola 2013 per la Guida de L’Espresso. Il Trentino Nosiola 2013 è stato selezionato tra i vini d’eccellenza dell’edizione 2015 della Guida Vini d’Italia de L’Espresso curata da Ernesto Gentili e Fabio Rizzari. Le uve Nosiola sono prodotte nei vigneti di Vigalzano, esposizione a sud, a 500 metri di quota. Un vigneto che è stato impiantato nel 2010 con forma di allevamento a pergola semplice. La vendemmia viene eseguita manualmente e la vinificazione è la tradizionale in bianco con fermentazione condotta in serbatoi di acciaio e lunga permanenza sulle fecce di fermentazione. Ideale come aperitivo, con antipasti leggeri, con pesce cotto a vapore. “Corona” al Moscato Rosa 2012 dalla Guida Vinibuoni. La commissione della Guida Vinibuoni d’Italia edita da Touring editore nelle finali che si sono svolte a Buttrio ha ottenuto la Corona ovvero il massimo riconoscimento che la guida attribuisce ai vini. Il Moscato rosa è un “vino speciale”, le cui uve provengono dagli appezzamenti Becchetti e Oberrauch, situati in zona collinare a monte della Fondazione Mach, dove la pendenza è superiore al 40-50%. Esposizione a sud-ovest, terreno di matrice calcarea, un vigneto impiantato nel 1988. La vendemmia viene eseguita manualmente. Per quanto riguarda la vinificazione, dopo alcuni giorni di macerazione a temperatura di circa 21°C, la fermentazione continua in assenza di vinaccia fino al raggiungimento del giusto equilibrio alcool/zuccheri/acidità. Ideale compagno di crostate ai frutti di bosco o come vino da meditazione.
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13/09/2014, 8:18 |
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Presentata stamane al palazzo della Provincia la 57a edizione A VERLA DI GIOVO RITORNA LA FESTA DELL'UVA Nei giorni 26, 27 e 28 settembre prossimi si svolgerà a Verla di Giovo la 57^ edizione della Festa dell'Uva, uno degli appuntamenti più interessanti e attesi dell'autunno trentino. La manifestazione affonda le sue radici nella tradizione popolare e, più di ogni altra, offre al visitatore l'opportunità di conoscere le peculiarità di una valle dedicata da secoli alla viticoltura e di una comunità agricola che non dimentica i profondi legami storico-culturali con il proprio passato e che, allo stesso tempo, volge lo sguardo al futuro con grande passionalità, competenza ed amore per la propria terra e le proprie tradizioni. Stamane presso la sala stampa della Provincia autonoma di Trento la conferenza stampa di presentazione dell'edizione di quest'anno con la presenza dell'assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca Michele Dallapiccola. "Dietro questa manifestazione - ha affermato l'assessore - c'è la fatica dei contadini e la consapevolezza di vivere in un territorio difficile". Nei giorni della manifestazione gli angoli più caratteristici del paese di Verla saranno animati da numerosi stand, curati dalle associazioni locali che collaborano da sempre alla buona riuscita dell'evento, formando un affascinante percorso volto alla scoperta e alla valorizzazione dei prodotti tipici e delle tradizioni locali. Ampio spazio, inoltre, viene dedicato agli intrattenimenti musicali e artistici in grado di soddisfare gusti e esigenze di ogni tipologia, dal padiglione centrale agli stand del centro storico, con un’offerta di tipo culturale che si è rivelata negli anni fonte di notevole attrazione. Stand di grande richiamo dedicati all'arte (fotografia, pittura, scultura, poesia) verranno riproposti anche per la 57^ edizione che prevede come di consueto l’allestimento di diverse mostre. In particolare è da segnalare il 7^ convegno “Raccontami, Uva...” che si svolgerà venerdì 19 settembre al Maso Roncador alle ore 20.30. Il tema centrale del convegno quest’anno sarà dedicato al cambiamento che l'approccio dell'uomo all'agricoltura ha subito nel corso dei secoli. Novità di questa edizione della Festa dell'Uva sono due nuovi momenti interni alla manifestazione. Il primo è uno spazio aperto, "Fuori sipario", in Piazza Mazzanti dove, tra danza moderna e canti popolari, si susseguiranno spettacoli all'aperto con un alternarsi sul palco di artisti caratterizzati da ricche diversità. Il secondo è invece uno spazio “chiuso” per menti “aperte” al cambiamento: "Tasto dentro", che proporrà un nuovo modo di assaporare il prodotto enologico, attraverso l'esaltazione della ricchezza di differenze, dall'allestimento alla vera e propria degustazione. Nel settore sportivo, la Marcia dell’Uva, giunta quest’anno alla 26^ edizione, rappresenta un evento di importante richiamo che conferma ogni anno grande successo e partecipazione: nell’edizione 2013 si sono registrati più di mille iscritti (tra cui decine di gruppi provenienti da fuori Regione). Tre percorsi, rispettivamente di 5 km, 10 km e 16 km, porteranno i partecipanti a scoprire i suggestivi angoli terrazzati della valle. Il momento clou della Festa è certamente la tradizionale sfilata dei carri allegorici, che si svolge domenica 28 settembre a partire dalle ore 14. I numerosissimi ospiti, che ogni anno letteralmente invadono il paese di Verla, potranno ammirare le splendide allegorie e coreografie legate al tema della vendemmia, frutto del lungo lavoro di centinaia di persone. Questa è la concreta espressione genuina della dedizione della comunità verso questo appuntamento. La manifestazione ha raggiunto negli anni notevole visibilità non solo a livello locale. Sempre più numerosi, infatti, sono i turisti che provengono dalla nostra regione e soprattutto da fuori Regione, interessati non solo agli aspetti folkloristici dell’iniziativa, ma anche a conoscere le caratteristiche uniche della valle di Cembra e del suo paesaggio terrazzato. Maggiori informazioni e programma completo su: http://www.festadelluva.tn.it/
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16/09/2014, 21:37 |
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Marco
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Lo ha comunicato il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali VENDEMMIA 2014, INNALZAMENTO DEL LIMITE DI ARRICCHIMENTO Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha comunicato che la Commissione europea, a seguito delle richieste avanzate da alcuni stati membri compresa l'Italia, ha presentato un progetto di regolamento che autorizza l'incremento di un ulteriore 0,5% volumico per l'arricchimento dei prodotti provenienti dalla vendemmia 2014. Il provvedimento interessa alcuni territori tra cui quello della Provincia autonoma di Trento. Per questo, prosegue la nota, sono consentite le operazioni di arricchimento che determinano un aumento del titolo alcolometrico di 2% volumico, comprese quelle già effettuate. Le operazioni di arricchimento sono consentite anche se effettuate in più volte, stante l'esigenza di assicurare una migliore vinificazione dei prodotti, tenuto conto del particolare andamento stagionale. "Credo si tratti di una decisione positiva, ha commentato l'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, maturata anche grazie al supporto della Coldiretti e, a livello europeo, dell'onorevole Herbert Dorfmann. In un'annata particolarmente difficile dal punto di vista climatico, saluto con grande soddisfazione l'innalzamento del limite di arricchimento dei prodotti provenienti dalla vendemmia. Quello raggiunto, è un buon risultato a tutela del reddito di numerose aziende agricole ed è frutto di un importante lavoro di squadra che ha visto la Provincia autonoma di Trento in prima fila per rispondere alle esigenze del mondo produttivo".
Il 2014 fino ad oggi è stato caratterizzato in tutto il nord Italia da una stagione estiva fredda e piovosa, che ha di conseguenza determinato un ridotto accumulo zuccherino ed una acidità marcata nelle uve. La campagna vendemmiale è stata particolarmente difficile in conseguenza di una stagione estiva che non ha paragoni negli ultimi trent’anni. Nonostante il lavoro accurato, svolto dai viticoltori nei vigneti della nostra provincia, attraverso operazioni manuali di sfogliatura e dirado delle uve, la situazione prevendemmiale ha comunque confermato una presenza minore di zuccheri nelle uve. Le uve sono state selezione dai viticoltori con cura in modo da portare in cantina una produzione interessante. Ora seguirà un lavoro attento e qualificato, svolto come sempre in cantina, per tutte le operazioni di trasformazione delle uve. Alla luce di queste condizioni, la Provincia autonoma di Trento, assieme alla Regione Veneto, si è attivata fin da subito, in accordo con i produttori, con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, per richiedere all’Unione Europea di innalzare il titolo alcolometrico volumico (Regolamento UE 1308/2013). Successivamente sono pervenute richieste di diverse zone italiane (Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Piemonte, Emilia Romagna , Toscana, Umbria per la zona DOP di Orvieto). Venerdì 12 settembre c'è stata una riunione molto partecipata a Conegliano, presso la sede del MIPAF, dove si sono riuniti i rappresentati delle regioni e province autonome del nord-est, assieme ai produttori, per esaminare la situazione vendemmiale e adottare le misure necessarie. Nel contempo è stata pubblicata la circolare ministeriale inerente alla decisione della Commissione europea, che soddisfa le richieste avanzate.
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16/09/2014, 21:38 |
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Per le pratiche di richiesta del permesso di soggiorno necessarie per l’assunzione dei lavoratori stagionali non UE RACCOLTA FRUTTA, SPORTELLO MOBILE CINFORMI A CLES E' operativo lo sportello mobile del Cinformi allestito presso l’Ufficio postale di Cles, in Val di Non, per le pratiche riguardanti la richiesta del permesso di soggiorno da parte dei lavoratori non UE stagionali che arrivano in Trentino per la raccolta della frutta. La postazione è attiva dal martedì al sabato con orario 08.00-11.00. Il servizio sarà disponibile fino a sabato 27 settembre 2014 compreso, con un'eventuale proroga a seconda dell'andamento delle pratiche. Naturalmente gli utenti possono recarsi in tutti i casi alla sede del Cinformi in via Zambra 11 a Trento, dove il personale fornisce tutte le indicazioni e l’assistenza necessaria. Nella procedura per l’ingresso dei lavoratori stagionali il Cinformi lavora in collaborazione con il Servizio lavoro della Provincia autonoma di Trento, la Questura di Trento, Poste italiane e, nel caso dello sportello di Cles, anche con le Associazioni di categoria.
La procedura Il lavoratore e il datore di lavoro devono recarsi presso lo sportello per la sottoscrizione del contratto di soggiorno e per la richiesta del permesso di soggiorno. Tale sottoscrizione è necessaria ai fini della validità dell'instaurazione del rapporto di lavoro e conseguentemente del soggiorno in Italia del cittadino straniero e assolve alla comunicazione obbligatoria di assunzione. I documenti da presentare allo sportello sono il nulla osta al lavoro (originale più fotocopia), il passaporto (originale più fotocopia delle pagine con timbri e visti) e una marca da bollo da 16 euro.
Il Cinformi stampa i contratti di soggiorno facendoli sottoscrivere alle parti e consegna poi al lavoratore il modulo compilato necessario per la richiesta del permesso di soggiorno - su cui viene applicata la marca da bollo di 16 euro - che successivamente verrà spedito dallo sportello postale assieme alle fotocopie del passaporto e alla fotocopia del nulla osta al lavoro. Inoltre, il lavoratore dovrà versare a Poste italiane 30 euro per il servizio.
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17/09/2014, 20:48 |
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Conferenza sui cambiamenti climatici e risorsa idrica: i risultati del progetto europeo Orientgate L’IMPATTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SULLA RISORSA IDRICA E LA PRODUZIONE IDROELETTRICA IN TRENTINO
Sono stati presentati oggi - nella sede della Trentino School of Management, in via Giusti, a Trento, i risultati della ricerca svolta nell’ambito del progetto europeo “ORIENTGATE - A structured network for integration of climate knowledge into policy and territorial planning” dedicato allo studio dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica e in particolare sul settore idroelettrico. Lo studio è frutto della collaborazione tra il Dipartimento Protezione Civile e l’Agenzia per l’Energia e la Risorsa Idrica della Provincia autonoma di Trento e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell'Università di Trento.
Lo scenario climatico atteso per il Trentino I nuovi scenari climatici adottati nello studio sono disponibili grazie alle simulazioni su scala regionale prodotte dal Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Lead partner del progetto, e si riferiscono a due possibili scenari futuri: il primo relativo ad una stabilizzazione delle emissioni di gas serra e il secondo relativo invece ad alte emissioni di gas serra, come accade attualmente. Tali scenari consentono di prevedere per il Trentino sia a breve termine (2020-2050) che a lungo termine (2040-2070) un continuo aumento delle temperature sia annuali che stagionali, con un segnale decisamente più marcato per l’estate. Per quanto riguarda le precipitazioni si attende una limitata diminuzione dell’apporto annuale ma con una maggiore variabilità degli apporti stagionali: ci si aspetta infatti una sensibile diminuzione in estate e parzialmente anche in primavera e invece un aumento in inverno.
L’impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità della risorsa idrica in Trentino L’effetto più evidente dei cambiamenti climatici in futuro riguarda l’impatto sul ciclo dell’acqua nel suo andamento stagionale: estati più calde e meno piovose potrebbero favorire maggiori eventi di scarsità idrica; l’aumento delle temperature favorirà la progressiva fusione dei ghiacciai e l’anticipo della stagione di maggior apporto di acqua di deflusso da ghiacciai e neve accumulata in inverno. Nella stagione autunnale e soprattutto invernale è attesa una maggiore disponibilità di accumuli nevosi ma a quote più elevate.
Lo studio svolto: l’impatto sul settore idroelettrico del Trentino La Provincia autonoma di Trento ha partecipato al progetto ORIENTGATE studiando l’impatto dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica con particolare riferimento al suo utilizzo per la produzione di energia, che da solo copre il fabbisogno elettrico dell’intera provincia. Data la complessità del territorio gli studi si sono concentrati su due bacini campione: il bacino del Noce dove sono presenti importanti zone glaciali e diversi sistemi di sfruttamento idroelettrico di grandi dimensioni, e il bacino del Brenta dove non si trovano né aree glaciali né impianti idroelettrici con grandi bacini di accumulo.
I risultati ottenuti E’ possibile stimare innanzitutto un lieve calo dei volumi annuali di acqua derivabile per il periodo 2040-2070 rispetto al periodo di riferimento 1980-2010. Ci sono poi importanti differenze a livello stagionale: è atteso in generale un aumento dei volumi disponibili d’acqua derivabile in inverno mentre un calo sensibile è atteso per l’estate. Prendendo in considerazione la situazione reale che tiene conto delle derivazioni di origine antropica l’impatto dei cambiamenti climatici prevede una lieve perdita, per entrambi i bacini esaminati, della producibilità elettrica per il periodo 2040-2070 rispetto al periodo di riferimento 1980-2010.
Uno sguardo al futuro Lo studio ha permesso di identificare come l’impatto dei cambiamenti climatici agirà in particolare nella modifica del comportamento stagionale del ciclo dell’acqua e quindi nella sua disponibilità nell’arco dell’anno. Queste modifiche implicheranno pertanto un cambiamento anche nelle modalità di gestione del settore idroelettrico e nella relativa pianificazione. Le ricerche dovranno pertanto proseguire ma i risultati dello studio forniscono già preziosi elementi di valutazione per le politiche gestionali per l’utilizzo sostenibile dell’acqua in futuro, considerando nella loro complessità tutti i settori di utilizzo e quindi non solo il comparto energetico ma anche per esempio quello agricolo o di uso potabile.
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24/09/2014, 20:40 |
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Alle ore 18 in occasione dell'apertura della 57a Festa dell'Uva LA VITE, IL PAESAGGIO, L'ARCHITETTURA: DOMANI IL CONVEGNO A VERLA DI GIOVO “La vite, il paesaggio, l’architettura nella contemporaneità”: questo il tema del convegno promosso dalla Comunità della Valle di Cembra con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Trento che si terrà oggi, 26 settembre 2014 con inizio alle ore 18, in occasione dell’apertura della 57^ Festa dell’Uva a Verla di Giovo, in valle di Cembra.
Il convegno si svolgerà presso la Sala Convegni della Cassa Rurale di Giovo, in Via Principe Umberto, 20 a Verla di Giovo. Interverranno come relatori l’architetto Alberto Winterle, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Trento che approfondirà il tema “La vite, il paesaggio, l’architettura”, l’architetto Markus Scherer il quale illustrerà i progetti “Architettura del vino” e l’architetto Marco Piccolroaz in qualità di presidente del Circolo Trentino Architettura Contemporanea CITRAC. Per l’occasione sarà allestita una mostra presso la Scuola per l’Infanzia in Piazza Rosmini a Verla di Giovo dove saranno esposti i progetti del premio di architettura ”Costruire il Trentino 2009-2012”.
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26/09/2014, 7:57 |
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Oggi a Trento la seconda giornata di lavori della quinta Water Conference CAMBIAMENTI CLIMATICI E ALPI: COSA SUCCEDE ALLE NOSTRE ACQUE? Seconda e ultima giornata di lavori oggi alla Facoltà di lettere dell’Università di Trento per la quinta Water Conference, un appuntamento annuale nell’ambito della Convenzione delle Alpi. Due giornate di lavori tra esperti, ricercatori e studenti per condividere esperienze nel campo della gestione delle risorse idriche alpine, con lo sguardo rivolto anche verso Caucaso e Asia Centrale per replicarne i risultati e promuovere sinergie. Oggi si prosegue con l’esposizione del progetto Nexus, una sessione dedicata all’impatto dei cambiamenti climatici sulla gestione delle inondazioni, ai piani di adattamento.
La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale siglato dai Paesi Alpini e dall’Unione Europea nel 1991, per promuovere uno sviluppo sostenibile trattando questioni come la gestione energetica, la pianificazione territoriale e la tutela del paesaggio. Alla base del trattato vi è la ferma convinzione che sia necessaria una maggior cooperazione tra i paesi della regione per preservare il territorio alpino e assicurare l’accessibilità delle sue risorse anche alle generazioni future. In questo contesto, la Water Conference si propone di diffondere e condividere le buone pratiche nella gestione delle risorse idriche sviluppate all’interno della Convenzione. Questa quinta edizione si è aperta ieri con l’esposizione dei messaggi principali dell’ultimo report firmato dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC), organismo creato nel 1988 dalle Nazioni Unite per trattare i cambiamenti climatici a livello intergovernativo. Gli scenari dell’IPCC non sono incoraggianti. Il riscaldamento globale è “inequivocabile” e non ha precedenti negli ultimi millenni. Ed è ormai quasi sicuro, sostengono gli esperti, che la responsabilità sia dell’uomo. L’innalzamento medio delle temperature aumenta la probabilità di impatti molto severi sui sistemi umani e naturali, tra cui la disponibilità di risorse idriche. Adattamento è quindi la parola d’ordine: uno sforzo considerevole deve essere rivolto a ridurre la nostra vulnerabilità ed esposizione agli impatti. Ma anche gli sforzi di mitigazione delle emissioni devono aumentare. “Senza accordi sulle emissioni più stringenti non sarà possibile contenere il riscaldamento entro i 2° C, come sancito dagli accordi della Conferenza ONU sul clima del 2010”, spiega Jaroslav Mysiak del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Senza un impegno deciso, entro il 2100 si potrebbe arrivare a valori medi di aumento della temperatura compreso tra 3.7 e 4.8 °C a livello mondiale. Cosa può significare questo per l’Europa? Molto probabilmente un aumento dei fenomeni meteorologici, con siccità più frequenti, precipitazioni più intense e concentrate, ed un crescente rischio di alluvioni. Con un focus specifico sulle regioni alpine, il professor Martin Beniston ha illustrato gli impatti dei cambiamenti climatici in relazione allo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente diminuzione della risorsa idrica. Quello che il docente ha cercato di mettere in evidenza è come l'aumento delle temperature sarà profondamente maggiore sulle zone montane al di sopra dei 2.500 metri. Se a livello mondiale la temperatura media crescerà di 2°C, ciò si tradurrà in almeno 3°C nelle zone di montagna. E questo avrà effetti devastanti sull'ecosistema circostante, e non solo. “Basti pensare come le montagne siano fonte per più del 60% dei fiumi nel mondo”, ha sottolineato il ricercatore dell'Università di Ginevra. La diminuzione dell'acqua non avrà conseguenze solo ambientali, ma influenzerà anche tutti i settori economici, quali l'energetico, il turistico e l'agricolo che vedranno ridotte le loro riserve di oro blu. Questo potrebbe portare a conflitti tra i settori stessi per accaparrarsi più acqua possibile. La soluzione proposta dal relatore è stata quindi il miglioramento della water governance. In risposta all'aumento dei disastri naturali invece, Beniston ha sottolineato la necessità di rafforzare le misure di adattamento.
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26/09/2014, 20:40 |
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Viene ampliata la normativa a tutela di consumatori e ambiente AGRICOLTURA: NUOVA DISCIPLINA DELLA PRODUZIONE INTEGRATA IN PROVINCIA DI TRENTO "In Trentino c'è sempre stata grande attenzione al tema della produzione agricola a basso impatto ambientale, a tutela degli operatori e degli stessi consumatori". Così l'assessore Michele Dallapiccola ha commentato l'approvazione, oggi in Giunta provinciale, della nuova disciplina relativa alla produzione integrata cioè a basso impatto ambientale in provincia di Trento. Il provvedimento punta, in particolare modo, a raccordare la disciplina con le recenti nuove norme emanate a carattere nazionale e comunitario, che ampliano il quadro legislativo introducendo, per la prima volta, degli obblighi per le aziende agricole in merito all’adozione di tecniche di difesa delle piante maggiormente rispettose dell’ambiente.
L'agricoltura integrata è un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, in quanto prevede l'uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione allo scopo di ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che abbiano un impatto sull'ambiente o sulla salute dei consumatori. Il mondo agricolo trentino ha sempre dimostrato grande sensibilità su questo fronte, tanto che, già negli anni Ottanta, gli operatori dei comparti produttivi agricoli avevano adottato, impegnandosi a rispettarli, protocolli di autodisciplina, cioè un insieme di disposizioni tecniche mirate in particolare al contenimento dell’uso di prodotti fitosanitari. Contestualmente anche il consumatore e quindi il mercato hanno iniziato ad interessarsi ai metodi di produzione in campo, ponendo sempre più l’attenzione sulle caratteristiche di salubrità dei prodotti agricoli. Con il passare degli anni però il semplice impegno e la garanzia offerta dai produttori non è stata più sufficiente per soddisfare le esigenze del mercato. Gli strumenti d’intervento in agricoltura messi a punto a livello comunitario (Piani di Sviluppo Rurale e Organizzazioni Comuni di Mercato) a partire dagli anni Novanta hanno introdotto la possibilità di intervenire finanziariamente a sostegno delle aziende agricole che adottano tecniche di produzione a minor impatto ambientale. Per renderne possibile il finanziamento, tali metodi di produzione devono essere codificati e approvati dalle rispettive amministrazioni. Al riguardo, già a partire dagli anni 2000 l'amministrazione provinciale è intervenuta promuovendo e regolamentando la produzione integrata attraverso normative e protocolli di autodisciplina. La delibera approvata oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessore Michele Dallapiccola, nasce dalla necessità di raccordare la disciplina della produzione integrata in Trentino con le recenti nuove norme emanate a carattere nazionale e comunitario e per aggiornare l’esperienza gestionale maturata a livello locale, in particolare modo per: a. distinguere i due livelli, difesa integrata obbligatoria e difesa integrata volontaria, ora previsti dalla direttiva 2009/128/CE; b. restringere il campo di applicazione delle norme provinciali alle sole produzioni vegetali; c. armonizzare le procedure in atto a livello provinciale per la predisposizione, la presentazione e l’approvazione dei disciplinari di produzione integrata con le analoghe procedure definite dal Sistema di qualità nazionale di produzione integrata per l’ottenimento del relativo parere di conformità; d. superare il sistema che prevedeva la sottoscrizione dei protocolli per la produzione integrata da parte della Provincia autonoma di Trento e dei rappresentanti del mondo produttivo precedentemente giustificato in un regime di autodisciplina. Con l’attuazione della direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, il quadro normativo viene ulteriormente ampliato, ma soprattutto vengono introdotti, per la prima volta, degli obblighi per le aziende agricole in merito all’adozione di tecniche di difesa delle piante maggiormente rispettose dell’ambiente. Dal 1° gennaio 2014 tutti gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari adottano obbligatoriamente i principi generali di difesa integrata. E’ prevista poi la possibilità di adozione, su base volontaria, eventualmente supportata da appropriati incentivi, di orientamenti specifici per settore o per coltura ai fini della difesa integrata.
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29/09/2014, 19:00 |
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Marco
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Alla presenza del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi OLIO CRU: FIRMATO OGGI IN PROVINCIA ACCORDO NEGOZIALE
Firmato oggi in Provincia dal vicepresidente Alessandro Olivi, assieme ai rappresentati sindacali di Cgil, Cisl e Uil e ai vertici della società OlioCru.consorzio.Srl, un accordo negoziale riguardante la realizzazione di un progetto di ricerca denominato “preBIOil – design di prodotti commerciali con caratteristiche di alimento prebiotico nell’ambito della filiera produttiva dell’olio d’oliva per OlioCRU”, finalizzato alla realizzazione, con l'olio dell'Alto Garda trentino, di prodotti ad alto valore salutistico da utilizzare in ambito farmaceutico e parafarmaceutico. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. La spesa ammessa ad agevolazione è pari ad euro 592.357,80, cui corrisponde un contributo provinciale di euro 453.200,80 che sarà erogato in 5 annualità. La società OlioCru.Consorzio S.r.l. si è impegnata a raggiungere entro il 2016, anno di conclusione del progetto di ricerca, un livello occupazionale pari a 9,5 unità lavorative e a mantenerlo fino a tutto il 2020. Con il vicepresidente delle Giunta Olivi erano presenti il presidente della società Nicola Peroni e i rappresentanti sindacali dei lavoratori.
La società OlioCru.Consorzio S.r.l. è stata costituita nell’ottobre 2011 e ad oggi si occupa della produzione di olio vergine di oliva e suoi derivati utilizzando olive provenienti prevalentemente dal territorio dell’Alto Garda Trentino. Il 1 ottobre 2013 ha presentato alla Provincia autonoma di Trento istanza di agevolazione per la realizzazione di un progetto di ricerca denominato “preBIOil – design di prodotti commerciali con caratteristiche di alimento prebiotico nell’ambito della filiera produttiva dell’olio d’oliva per OlioCRU”. Il progetto prevede, in sintesi, lo studio delle caratteristiche nutrizionali dell’olio per realizzare prodotti ad alto valore salutistico da utilizzare in ambito farmaceutico e parafarmaceutico. Scopo finale è l’acquisizione di know how per la realizzazione di nuovi prodotti a base di olive di prevalente produzione dell’Alto Garda Trentino con caratteristiche di alimenti funzionali prebiotici. Il progetto verrà realizzato in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. La spesa ammessa ad agevolazione è pari ad euro 592.357,80 cui corrisponde un contributo provinciale di euro 453.200,80.erogabile in 5 annualità nel quinquennio 2014 – 2018. La società, che attualmente occupa 4,5 unità lavorative, si impegna a raggiungerne 9,5 entro il 2016, anno in cui è prevista la conclusione dell’attività di ricerca, nonché a mantenere detto livello fino a tutto il 2020. La società ha assunto ulteriori impegni di radicamento sul territorio nonché impegni finanziari quali, tra gli altri: svolgere attività produttiva in Trentino comprovata da fatturati in linea con le previsioni aziendali - per il 2016 sono prospettati oltre 900 mila euro di ricavi di vendita - e mantenere sul territorio provinciale per dieci anni dalla conclusione del progetto di ricerca la sede legale, commerciale e produttiva. Inoltre, versare in Trentino le imposte, raggiungere a fine progetto, ovvero entro il 2016, un livello di patrimonializzazione non inferiore al 30% e mantenere questo livello per due esercizi successivi. "Il progetto di ricerca - sottolinea Olivi - oltre a prospettare interessanti ricadute occupazionali, si inserisce in un campo di applicazione in espansione. Va tenuto presente che questo sforzo sul versante dell'innovazione di prodotto è promosso da una piccola impresa che si avvale della collaborazione di uno dei centri di ricerca trentini più prestigiosi e riconosciuti a livello internazionale, la Fondazione Edmund Mach. Il progetto permette insomma lo sviluppo di una sinergia interessante fra due settori apparentemente distanti, quello agroalimentare e quello della ricerca scientifica, valorizza un prodotto trentino di qualità e, ci auguriamo, porterà sicuri vantaggi all'attività produttiva svolta sul territorio dell'azienda con conseguenti benefici sul sistema economico provinciale nel suo complesso". Auspici, questi confermati dal presidente dell'azienda Nicola Peroni, che ha ringraziato Provincia, Apiae e Fondazione Mach per l'attenzione e la disponibilità manifestata nella fase di avvio di questa esperienza, nonché soprattutto i ricercatori coinvolti, non semplici collaboratori o dipendenti ma partner a tutti gli effetti.
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30/09/2014, 19:41 |
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