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Provincia Autonoma di Trento
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68798 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
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Mercoledì 26 febbraio, sul Monte Bondone, 250 studenti e 50 docenti per Wintersporttag SUL BONDONE LO “SLALOM” DI 300 ATLETI DELLE SCUOLE AGRARIE Wintersporttag, il campionato studentesco degli sport invernali che coinvolge da circa vent’anni le scuole agrarie del Trentino, Alto Adige e Tirolo, si svolgerà quest’anno sul Monte Bondone e sarà organizzato dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. L’appuntamento è in programma mercoledì 26 febbraio, nelle località Vaneze e Viote.
La gara coinvolgerà 300 atleti, di cui 250 studenti e 50 docenti, provenienti da 14 istituti, che si cimenteranno in quattro discipline sportive: slalom gigante, snowboard, sci nordico e una gara di corda con racchette da neve. La giornata sulla neve, promossa dal “ring” delle scuole agrarie e di economia domestica della regione europea del Tirolo, coinvolge tutte le scuole del vecchio Tirolo e quindi anche la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, nata nel lontano 1874. La premiazione è prevista nel pomeriggio, alle 15.45, a San Michele, nella palestra della scuola.
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26/02/2014, 15:49 |
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Marco
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Si è aperta ieri alla Fondazione Mach la 4^ edizione del corso per tecnico superiore del verde NASCE IN TRENTINO UN TAVOLO PER IL VERDE
Nasce in Trentino un tavolo per il verde, un gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione Edmund Mach per analizzare i fabbisogni del comparto del verde urbano e ornamentale e individuare soluzioni sotto il profilo della formazione e della assistenza tecnica. Lo ha annunciato ieri il dirigente del Centro Istruzione e Formazione, Marco Dal Rì, all’apertura della quarta edizione del corso per tecnico superiore del verde. Il tavolo includerà i rappresentanti di Aflovit e della Provincia autonoma di Trento che lavoreranno fianco a fianco con docenti, tecnici e ricercatori di San Michele.
(s.c.) Il verde della città fra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica è il tema della tavola rotonda che ha dato ufficialmente il via alla nuova edizione del corso di alta formazione professionale che vede quest’anno 15 nuovi iscritti pronti a frequentare il percorso biennale che li poterà ad acquisire competenze nel settore della progettazione, realizzazione e gestione del verde urbano. L’incontro sul verde delle città era organizzato dal Centro Istruzione e Formazione in collaborazione con l'Associazione Direttori e Tecnici Pubblici Giardini. Sono intervenuti in apertura Mauro Fezzi, direttore generale della Fondazione Mach, Loredana Camin del Servizio istruzione della Provincia autonoma di Trento che ha illustrato il settore dell’alta formazione e le otto figure professionali previste, Claudia Bertolotto, responsabile del Servizio tecnico del verde del Comune di Torino, Franco Frisanco, responsabile del corso, a cui è seguita una tavola rotonda con i rappresentanti dei servizi tecnici dei comuni della provincia di Trento e di Bolzano coordinata da Roberto Leonardelli del Comune di Trento. “La sostenibilità è il concetto chiave attorno a cui ruota l’attività della Fondazione Mach – ha spiegato il direttore generale, Mauro Fezzi - e l’obiettivo è utilizzare le risorse perché possano mantenersi nel tempo, a vantaggio anche di chi verrà dopo di noi”. Fezzi ha spiegato inoltre che il consiglio di amministrazione ha approvato nell’ultima seduta il progetto di sistemazione del parco storico, la cui realizzazione vedrà il contributo dei frequentanti del corso per tecnici del verde e potrà essere per loro una importante palestra. Il corso per tecnico superiore del verde si rivolge a diplomati con indirizzo agrario, ma non solo, e si inserisce nell’ambito del sistema dell’alta formazione promosso dall’Assessorato all’istruzione e alle politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento. Riconosciuto a livello nazionale e internazionale ed equiparato ai corsi istruzione tecnica superiore nazionale, il percorso formativo si compone di lezioni teoriche ed esercitazioni, ma anche di periodi di praticantato presso aziende italiane e straniere. “Quando abbiamo ipotizzato la nascita di questo corso -ha spiegato Dal Rì- volevamo colmare una lacuna formativa nel comparto del verde. Pertanto oggi è una soddisfazione inaugurare la quarta edizione del corso” che finora ha sfornato una cinquantina di tecnici in gradi di progettare, realizzare e gestire parchi, giardini, alberate, aiuole e spazi verdi.
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26/02/2014, 15:50 |
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Marco
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Al via una serie di incontri formativi sull'elaborazione degli spumanti metodo classico SPUMANTE METODO CLASSICO, LE CINQUE LEZIONI DELLA FONDAZIONE MACH Produrre uno spumante metodo classico è un’operazione piuttosto difficile che contempla molti aspetti da gestire oculatamente nelle varie fasi di elaborazione. Per questo motivo la Fondazione Edmund Mach propone in collaborazione con Vinidea e Udias, Unione Alunni San Michele un ciclo di incontri di aggiornamento per fornire ad enologi e produttori indicazioni utili ad adattare il proprio processo di produzione allo stile di vino desiderato. L’iniziativa formativa, promossa dal Centro Istruzione e Formazione, è in programma dal mese di marzo ad ottobre e c’è tempo fino al 13 marzo per iscriversi al primo incontro dedicato alla limpidezza dei vini e base e alla qualità degli assemblaggi.
“I vini spumanti, malgrado le difficoltà indotte dalla crisi economica, incontrano da anni un buon successo commerciale, che induce produttori di tutto il mondo a cimentarsi sulla via delle bollicine. Ma non sempre i risultati sono quelli attesi” spiega Massimo Bertamini, responsabile dell’area post-secondaria e universitaria della Fondazione Mach. Indipendentemente dal metodo utilizzato per la presa di spuma, infatti, l'elaborazione del vino base è un’operazione basilare e ricca di peculiarità, concettualmente differente dalla realizzazione di un vino bianco. Molteplici sono gli aspetti difficili da gestire (maturità, pressatura, evoluzione), così come numerose si prospettano le evoluzioni tecnologiche, soprattutto in Champagne (gestione dell'ossigeno e della solforosa, sviluppo dei lieviti, tappatura).
Il corso si compone di cinque moduli, di quattro ore ciascuno, che si svolgeranno al Palazzo Ricerca e Conoscenza, in coincidenza delle operazioni stagionali previste nel ciclo di produzione degli spumanti metodo classico:1.Limpidezza dei vini base e qualità degli assemblaggi mercoledì 19 marzo ( 9 – 13) 2.I punti chiave del tiraggio mercoledì 16 aprile ( 9 – 13) 3.Sboccatura: “rien ne va plus” mercoledì 14 maggio ( 9 – 13) 4.Pressatura e fasi prefermentative mercoledì 25 giugno ( 9 – 13) 5.Riduzione SO2 nella spumantizzazione mercoledì 29 ottobre ( 9 – 13)
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27/02/2014, 21:07 |
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Marco
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Col progetto Comenius in Trentino studenti e docenti di Polonia, Germania, Turchia e Bulgaria STUDENTI BULGARI E TURCHI ALLA SCOPERTA DEL TRENTINO AGRICOLO Un gruppo di studenti e docenti provenienti da Polonia, Germania, Turchia e Bulgaria hanno visitato, in questi giorni, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige ed alcune realtà cooperative agricole della provincia di Trento nell’ambito del progetto europeo Comenius. Finanziato dalla Commissione Europea e intitolato "My Culture, Your Culture- Europe's future (in)Agriculture”, il programma è giunto alla terza edizione ed ha coinvolto 16 studenti e 11 insegnanti provenienti dai quattro paesi partner.
Il progetto Comenius propone momenti di scambio e confronto tra studenti di diverse nazioni che hanno l’opportunità di comprendere la diversità culturale e linguistica europea, discutere delle opportunità offerte in agricoltura dall’Europa, “ma anche – sottolinea il dirigente del Centro Istruzione e Formazione, Marco Dal Rì- di conoscere la cultura agricola dei diversi paesi”.
Durante i cinque giorni di permanenza le attività si sono svolte in inglese. Il prossimo incontro del progetto, coordinato dalla docente Barbara Centis, é programmato in autunno, in Polonia.
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28/02/2014, 20:52 |
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Marco
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Il ritorno in Palestina degli enologi formati a San Michele con più conoscenze genetiche sui vitigni locali LA VITIENOLOGIA PALESTINESE RINFORZA LE RADICI GRAZIE AL TRENTINO
Si sono laureati in viticoltura ed enologia alla Fondazione Edmund Mach e oggi hanno una marcia in più per rinforzare e valorizzare i vitigni della cantina Cremisan, presso il monastero dei Salesiani, vicino a Betlemme. Gli studenti palestinesi Fadi Batarseh e Laith Micheal Jamil Kokaly, dopo quattro anni in Trentino, sono rientrati nei territori occupati e sono stati integrati nello staff tecnico della cantina che si trova al centro dell’iniziativa di cooperazione internazionale supportata dalla Provincia autonoma di Trento, con la supervisione tecnica della Fondazione Mach e la collaborazione dei Volontari per lo sviluppo internazionale e della Conferenza episcopale italiana.
In questi giorni, tra l’altro, è stato pubblicato sulla rivista internazionale Molecular Biotechnology, il risultato del lavoro di tesi di laurea svolto dallo studente palestinese Fadi Batarseh per la realizzazione del quale l’Università di Hebron ha fornito campioni di 43 vitigni tradizionali della Palestina, finora coltivati localmente per il consumo fresco e oggi oggetto di recupero e valorizzazione anche enologica.
Il gruppo di genetica della vite del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach ha analizzato i profili del DNA di questi materiali identificando diverse sinonimie e concludendo che si tratta di 21 diverse varietà di cui solo 8 già descritte nelle banche dati internazionali. E’ la prima volta che viene analizzata la diversità genetica di vitigni provenienti da quest’area geografica di grande importanza storica per la diffusione della viticoltura. I due studenti palestinesi sono stati ospitati dal Centro Istruzione e Formazione dove hanno potuto avvalersi di una serie di corsi di introduzione alla vitienologia. In seguito hanno frequentato, con profitto, il triennio del corso universitario di Viticoltura ed Enologia gestito in interateneo con le università di Udine e Trento.
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03/03/2014, 21:30 |
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Marco
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Alle ore 20.45 la presentazione del Rapporto orso 2013 ed il punto sulla presenza anche di lince, lupo e sciacallo dorato ORSO E GRANDI CARNIVORI: IL PUNTO AL MUSEO DELLE SCIENZE MERCOLEDÌ 5 MARZO Nell'ambito degli "Incontri al museo per parlare di fauna" mercoledì 5 marzo, alle 20.45 al MUSE – Museo delle Scienze, il Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento presenterà un aggiornamento sullo stato della popolazione degli orsi e sulle attività in atto, nonché il punto sulle presenze di lince, lupo e sciacallo dorato. Nell'occasione sarà illustrato e distribuito il "Rapporto orso 2013". Torna l'ormai tradizionale appuntamento per aggiornare il pubblico sull'evoluzione della popolazione di orsi che gravita nel Trentino e nelle regioni limitrofe. Quanti e quali orsi sono stati accertati, dove gravitano, quanti nuovi nati e quanti individui scomparsi sono stati registrati, qual è l'evoluzione della loro interazione con l'uomo e cosa viene fatto per gestirla, sono alcune delle domande che troveranno una risposta. Il quadro, che sarà illustrato da Claudio Groff del Servizio Foreste e Fauna con una presentazione ricca di dati ed immagini, è contenuto nel nuovo "Rapporto orso 2013", documento giunto alla sua settima edizione, curato dall'Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia, con la collaborazione del MUSE e del Parco Naturale Adamello Brenta. L’aggiornamento riguarderà però anche la lince, il lupo e lo sciacallo dorato che pure sono segnalati sul territorio provinciale. La pubblicazione, che sarà in distribuzione mercoledì sera, ed i cui contenuti saranno anticipati per la stampa la sera stessa in formato pdf sul sito www.orso.provincia.tn.it, ha un duplice scopo: fornire al pubblico un'informazione corretta, aggiornata e dettagliata sullo status della popolazione di orsi che gravita in Trentino e nelle regioni adiacenti, e registrare in maniera precisa ed analitica un insieme di dati per renderne possibile l'utilizzo da parte degli addetti ai lavori. Saranno illustrati i dati più aggiornati relativi al trend della popolazione, ai fattori positivi o negativi che possono favorire o comprometterne lo sviluppo ed alle sinergie messe in campo assieme alle altre Amministrazioni regionali, nonché all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ed al Ministero dell’ambiente, per garantire una gestione competente, responsabile, tempestiva e trasparente. Dati che fanno del “progetto orso” un’attività tecnica condotta dall’amministrazione provinciale con grande impegno e competenza e che testimoniano un successo, sul piano biologico, per certi versi unico in Europa, come ripetutamente riconosciuto dalla comunità scientifica, nazionale ed internazionale. E che non sarebbe tale senza i contributi dei partner alpini, Provincia autonoma di Bolzano in primis, nonché Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Regione Veneto e Regione Lombardia, che pure svolgono un importante ruolo ed hanno messo a disposizione alcuni dei dati contenuti nel Rapporto. Un’ulteriore tappa alla ricerca di un possibile equilibrio tra l’uomo ed i grandi carnivori alpini, in un quadro nel quale non può essere dimenticata da un lato la valenza generale della presenza dell'orso e dei grandi carnivori, dall'altro la necessità di garantire quella dell'uomo ed io particolare di chi in montagna vive e lavora. Tra le scelte operate rimane comunque imprescindibile la volontà di rendere disponibili, nel modo più trasparente e completo, le esperienze, i dati e le conoscenze via via raccolte. Sette i capitoli nei quali è diviso il "Rapporto orso 2013", più tre appendici relative alla presenza in provincia della lince, del lupo e dello sciacallo dorato. Dati e cifre riguardano il monitoraggio, l'indennizzo e la prevenzione dei danni, la gestione delle emergenze, la comunicazione, la formazione del personale, il raccordo sovraprovinciale e nazionale, nonché i convegni e le ricerche prodotte su questa tematica.
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05/03/2014, 9:15 |
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Marco
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L'ASSESSORE DALLAPICCOLA HA INCONTRATO I VERTICI DELLA COLDIRETTI Nella giornata di ieri Coldiretti ha ricevuto la visita dell'assessore provinciale all'agricoltura, Michele Dallapiccola, accompagnato dal dirigente generale, Romano Masé e dal direttore di APPAG, Alberto Giacomoni. Sono stati ricevuti dal presidente Coldiretti, Gabriele Calliari e dal nuovo direttore, Mauro Fiamozzi, che da pochi giorni è subentrato a Danilo Merz alla guida del sindacato trentino.
La Coldiretti del Trentino, per voce del suo presidente Calliari ha ringraziato l'assessore per i risultati di tutto rispetto in termini di bilancio che è riuscito a assicurare al comparto agricolo provinciale. Il presidente però ha aggiunto che i problemi legati all'agricoltura trentina non possono essere ricondotti esclusivamente alla questione dei contributi, ma alle problematiche legate essenzialmente al futuro dell'agricoltura trentina e alle risposte che verranno date ai giovani agricoltori. Calliari ha quindi rinnovato l'auspicio di una sempre maggiore aggregazione nel mondo agricolo a fronte dei segnali di disgregazione che stanno pervenendo negli ultimi tempi dal mondo cooperativo trentino. Ha chiesto un maggiore apporto in termini di ricerca da parte dell'Istituto San Michele alle reali esigenze del sistema produttivo locale con particolare attenzione agli aspetti ambientali. Tra gli elementi ritenuti strategici ha annoverato la garanzia della disponibilità idrica al settore, una regia unica per la regolamentazione dell'uso dei fitofarmaci, vista la situazione attuale per cui ogni comune gestisce in autonomia la normativa sul proprio territorio di competenza. Ha manifestato l'esigenza di una maggiore attenzione ai prodotti distintivi del territorio trentino e una continua vigilanza a salvaguardia dei terreni agricoli. Allo scopo ritiene fondamentale che la commissione per l'edificabilità delle aree agricole che opera a livello provinciale possa continuare nel suo importante compito. Il presidente Calliari ha concluso il suo intervento auspicando che alla Coldiretti venga riconosciuta un'autorevolezza pari alla sua reale rappresentanza. L'assessore Dallapiccola, da parte sua, ha espresso una sostanziale condivisione delle istanze della Coldiretti ed ha confermato la presenza della Provincia a fianco del sindacato trentino nel percorso di sviluppo del comparto agricolo trentino.
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06/03/2014, 21:16 |
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Fra le notizie principali, una possibile inversione di tendenza nel trend della popolazione di orsi ORSO, LUPO, LINCE E SCIACALLO: PRESENTATO IL RAPPORTO 2013 La notizia principale del Rapporto Orso, predisposto dal Servizio Foreste e fauna della Provincia e presentato ufficialmente ieri sera al MUSE - Museo delle Scienze di Trento, è che il 2013 ha segnato, per la prima volta dalla fine del progetto di reintroduzione, un'inversione di tendenza nel trend, finora positivo, della popolazione di orsi. L'anno appena concluso ha però anche confermato e rafforzato i numeri che fanno del "progetto orso" un'attività condotta con grande impegno: 12 anni di monitoraggio genetico, oltre 5.600 campioni raccolti e analizzati, quasi 1.000 opere di prevenzione sono alcuni dei dati che confermano un successo della gestione per certi versi unico in Europa. Il numero minimo di orsi stimati in Trentino nel 2013 è di 40 animali, di essi 18 maschi, 20 femmine e 2 indeterminati; la popolazione stimata va da 40 a 49 esemplari. Il rapporto analizza anche la presenza della lince (uno solo l'esemplare certamente presente in provincia), dello sciacallo dorato e la situazione del lupo, il cui ritorno sulle Alpi è stato del tutto naturale.
Ecco, in sintesi, i contenuti del Rapporto.
ORSO Il numero minimo di animali considerati presenti a fine 2013 è pari a 40, di cui 18 maschi, 20 femmine e 2 indeterminati (di questi esemplari uno è una femmina adulta di cui manca l'identificazione genetica), 22 gli adulti (9 maschi e 13 femmine), 14 i giovani (9 maschi e 4 femmine) e 3 i cuccioli (2 femmine e 1 indeterminato); la popolazione stimata nel 2013 è compresa fra 40 e 49 esemplari, mentre nel 2012 era stimata fra 43 e 48 esemplari. Il dato di consistenza minima evidenzia per la prima volta un'inversione di tendenza nel trend della popolazione, anche se il dato demografico è ancora insufficiente per affermare che si è di fronte ad un reale cambiamento, basti pensare che nel 2012 si è registrato un numero elevato di cuccioli che non è stato facile rilevare nuovamente (per il 2013 la quota di orsi presenti ma non rilevati potrebbe essere superiore), inoltre sempre per il 2012 sappiamo oggi che gli orsi presenti erano almeno 47. Nel 2013 è stata accertata la presenza di 2 cucciolate nel gruppo del Brenta per un totale di 3 cuccioli, sebbene un'ulteriore cucciolata potrebbe essere stata presente nel gruppo del Brenta. Dal 2002 sono stati almeno 36 le cucciolate di cui si ha notizia in provincia di Trento, ma finora non era mai stato possibile documentare ciò che accade nella stagione degli amori, precedente al parto: ciò è stato possibile l'anno scorso, quando Daniza (19 anni, introdotta dalla Slovenia nel 2000) e M2 (6 anni) muniti entrambi di radiocollare si sono ritrovati in val Nambrone nella stagione degli amori e hanno trascorso più di due settimane assieme, occupando un territorio di soli 10 ettari. Va segnalato che il 2013 ha visto il primo caso di bracconaggio accertato, proprio il maschio M2 ucciso da una fucilata in val di Rabbi, nonché l'improvvisa scomparsa di M11 dal Monte Baldo. Nel 2013 sono stati ben 9 i soggetti presenti nel 2012 e non rilevati, inoltre nel 2013 è stato possibile confermare i due casi di emigrazione già noti: entrambi sono stati identificati nel Friuli Venezia Giulia ed hanno verosimilmente sconfinato anche negli attigui territori austriaco e sloveno. Nel computo degli orsi mancanti vanno inoltre considerati due esemplari morti: il maschio M13 abbattuto dalle autorità elvetiche e appunto il maschio M2. A fine 2013 sono 17 gli orsi morti (rinvenuti in 8 casi e uccisi negli altri 9), 17 quelli non rilevati geneticamente almeno negli ultimi due anni, 2 quelli ridotti in cattività e 2 quelli emigrati. La popolazione di orso bruno che gravita in Trentino e nelle regioni adiacenti si è distribuita nel 2013 su un area teorica di 14.572 km quadrati. Il territorio stabilmente occupato dalle femmine è più contenuto (919 km quadrati) rispetto a quello dei maschi. La densità relativa all'area più stabilmente frequentata dagli orsi è pari a 3,9 orsi per 100 km quadrati. Va segnalato che nel 2013 nessun orso si è avvicinato ai centri abitati, ovvero non si è registrato nessun animale confidente ad esclusione di M11, il giovane orso improvvisamente scomparso dal Monte Baldo la scorsa primavera. Nel 2013 sono stati attribuiti all'orso 173 danni e sono stati complessivamente liquidati 128.218,65 euro; la maggior parte dei danni sono attribuibili a soli 4 esemplari (M4, M2, M6 e M11). Nel corso del 2013 la squadra di emergenza è invece stata attivata 31 volte. L'attività della squadra si è limitata prevalentemente al presidio e all'informazione della popolazione e solo in 10 casi ha avuto un contatto visivo con l'orso, in 8 dei quali gli operatori hanno effettuato azione di dissuasione diretta sull'animale con munizioni in gomma o con i cani da orso. Due le catture che si sono rese necessarie nel corso del 2013: quelle di Daniza, a cui è stato sostituito il radiocollare, e di M6, al quale è stato invece applicato il radiocollare. Infine nel corso del 2013 si sono registrati tre casi di investimenti stradali, nei comuni di San Lorenzo, Cis e Andalo.
LINCE L'unico esemplare di lince certamente presente in provincia di Trento a partire dal 2008, il maschio denominato B132, proviene dalla piccola popolazione svizzera del Canton San Gallo. L'ultima cattura in ordine di tempo (la terza) per sostituire il radiocollare è stata nel febbraio 2012. La lince ha trascorso tutto l'anno fra la Val Daone e le Giudicarie, fino ai confini con la provincia di Brescia, è rimasta dunque nella nuova area che aveva raggiunto nel corso del 2012. Il monitoraggio delle prede ha consentito di individuarne 6, tutti caprioli.
SCIACALLO DORATO A partire dal 2012 si è registrato un nuovo arrivo faunistico per il Trentino, lo sciacallo dorato: nell'aprile del 2012 è stato rinvenuto, in Valsugana, un esemplare morto, si trattava di un maschio. La presenza della specie è stata però accertata una seconda volta, nel gennaio 2013: un esemplare vivo è stato ripreso con una fototrappola in val di Non. Si tratta delle prime immagini di un esemplare in vita di sciacallo mai registrate in Trentino. Lo sciacallo dorato proviene dall'Europa sud-orientale, la sua diffusione è stata limitata, si ritiene da ragioni climatiche e dalla competizione con il lupo, alle porzioni più aride e steppiche della penisola balcanica. Negli ultimi decenni si è assistito ad un ampliamento del suo areale, che si ritiene sia stato favorito dalla diminuzione della presenza del lupo.
LUPO Per il quarto anno consecutivo è stato possibile documentare la presenza del lupo sul territorio provinciale. In particolare sono stati almeno 5 i lupi che hanno gravitato in Trentino e/o in territori immediatamente limitrofi. Si conferma innanzitutto la presenza del lupo maschio M24 in alta val di Non, rilevato per la prima volta in Trentino nell'aprile 2010. Le novità più interessanti per il 2013 riguardano però il settore meridionale: un giovane lupo maschio radiocollarato in Slovenia ("Slavc") è arrivato sui Monti Lessini nella zona confinante con la provincia di Verona nel 2012, dopo uno formidabile spostamento di oltre 1000 km, qui era presente un altro esemplare di lupo femmina. La coppia ha dato alla luce i suoi primi cuccioli nella primavera 2013 e in agosto è stato possibile documentare la presenza di almeno due cuccioli. Alla fine di dicembre è stata effettuata la prima ripresa con fototrappola di tutto il branco, composto di quattro esemplari. Si tratta del primo branco accertato sulle Alpi orientali, dopo oltre un secolo e mezzo di assenza dal territorio.
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06/03/2014, 21:18 |
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Marco
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Numerosi gli interventi di informazione ed educazione ambientale a cura della Rete trentina di educazione ambientale di APPA presso il MUSE PILLOLE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Suggerimenti e consigli per imparare a vivere secondo le buone pratiche della sostenibilità ambientale: per tutti i weekend - sabato o domenica - a partire dal 15 marzo 2014 e fino al 14 settembre 2014, appuntamento fisso dalle 10.00 alle 19.00 con le 15 pillole di sostenibilità ambientale proposte dagli educatori della Rete trentina di educazione ambientale, per approfondire temi come la mobilità sostenibile, la biodiversità, le fonti energetiche alternative, l’inquinamento elettromagnetico, l’impronta ecologica degli alimenti, ma anche per sensibilizzare sull’importanza di acquistare “verde”. Le “pillole” di sostenibilità ambientale, proposte dagli educatori della Rete, consisteranno in “minilaboratori” di educazione ed informazione ambientale rivolti a tutti ed in particolare alle famiglie; verranno trattati temi ambientali in modo semplice e interattivo con modalità ludico - creative, artistiche, di autoproduzione, di recupero, di gruppo, di osservazione e di lettura; non mancheranno consigli e suggerimenti quotidiani, che aiutano a conoscere le problematiche ambientali, a proteggere il nostro ambiente, a favorire comportamenti corretti orientati a buone pratiche sostenibili. Tutte le attività si svolgeranno presso uno spazio “dedicato”, collocato al 1° piano del MUSE, museo delle scienze di Trento. Maggiori dettagli sulle date e gli orari di programmazione e sui contenuti specifici delle singole attività su: http://www.appa.provincia.tn.it/educazioneambientale/
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13/03/2014, 8:05 |
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Marco
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Stand del Dipartimento agricoltura e della Fondazione Mach con degustazioni guidate ALLA MOSTRA DELL’AGRICOLTURA SPAZIO AI PRODOTTI LATTIERO CASEARI TRENTINI La Provincia autonoma di Trento, attraverso il Dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste – Servizio Agricoltura, e la Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all’Adige saranno presenti alla Mostra dell’agricoltura, in programma questo fine settimana a Trento, con un proprio stand, dedicato quest’anno al settore dei prodotti lattiero caseari trentini.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Consorzio Trentingrana Concast e si propone di mettere in evidenza la qualità, la salubrità e le proprietà salutistiche delle produzioni lattiero-casearie e presentando il particolare legame di tali produzioni con i grandi valori del territorio e dell’ambiente trentino. All’interno dello stand i visitatori potranno partecipare a degustazioni ed illustrazioni guidate delle specialità territoriali riguardanti il settore lattiero-caseario ed inserite nell’elenco dei prodotti agroalimentari tipici e tradizionali del Trentino tra i quali saranno evidenziati i formaggi tipici che godono già della D.O.P. (Denominazione di origine protetta) ovvero Trentingrana, Spressa delle Giudicarie, Puzzone di Moena o Spretz Tzaorì, nonché i formaggi tradizionali Vezzena e Casolét. Sempre presso lo stand si potranno reperire informazioni e materiale divulgativo sulle attività di formazione, ricerca e consulenza svolte dalla Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all’Adige, nonché le pubblicazioni informative del Servizio Agricoltura riguardanti i prodotti agroalimentari tipici e tradizionali della provincia di Trento. Collaborano all’iniziativa il Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale, l’Ufficio biotopi e Rete Natura 2000 e L'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente - Settore informazione e monitoraggi - Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile.
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13/03/2014, 8:06 |
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