Hanno partecipato al progetto internazionale Agenzia di Stampa Giovanile
GIOVANI TRENTINI A VARSAVIA PER LA CONFERENZA SUL CLIMA DELL'ONU
Grazie alla collaborazione fra l'Assessorato provinciale alla Cooperazione allo sviluppo, l'Università di Trento, l’Associazione Jangada, l'Associazione Viração e l'Osservatorio Trentino sul Clima, una ventina di giovani - per la maggior parte studenti universitari e delle scuole superiori del Trentino - ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP19), tenutasi a Varsavia dall’11 al 22 novembre scorso. I trentini hanno preso parte in particolare al progetto internazionale Agenzia di Stampa Giovanile, che ha coinvolto una quarantina di altri coetanei del Brasile, Argentina e Colombia, con l'obiettivo di divulgare i risultati della Conferenza attraverso comunicati stampa, articoli e interventi anche su testate on line e blog e così via. "Questa iniziativa - ha sottolineato l'assessora Sara Ferrari nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi in Provincia per presentare i risultati dell' esperienza - tocca diverse competenze in capo all'Assessorato: l'università, i giovani, la cooperazione allo sviluppo. Trovo molto significativo che alcuni degli attori della ricerca, anche locale, abbiano collaborato con gli studenti trentini in una sede internazionale così importante, con l'obiettivo di una sensibilizzazione più vasta sul tema dei cambiamenti climatici. Ed è importante che i giovani che hanno partecipato alla conferenza di Varsavia adesso 'riportino a casa' i risultati della loro esperienza, perché così come le questioni globali impattano sulla dimensione locale, anche le azioni condotte localmente hanno un impatto sul mondo globale. E' importante infine che i partecipanti alla COP 19 abbiano in parte cofinanziato la loro partecipazione, attraverso iniziative realizzate in Trentino. Anche questo è un segno di maturità e va nella direzione di una più forte corresponsabilizzazione di tutti".
Il Trentino da cinque anni sostiene in maniera sistematica progetti di riforestazione in diversi paesi del mondo con l'obiettivo di compensare le emissioni di gas climalteranti nell'atmosfera, responsabili dell'effetto sera generato dalle attività umane. La "cornice" è data da una mozione approvata dal Consiglio provinciale, "Verso una provincia a emissioni zero", con la quale il Trentino ha stabilito di voler assumersi la sua parte di responsabilità nella lotta ai cambiamenti climatici, responsabili di fenomeni che vanno dallo scioglimento dei ghiacciai ad eventi "estremi", sotto il profilo del clima, come piogge torrenziali e inondazioni, che, se è vero che hanno sempre avuto luogo nel mondo, mai sono avvenuti con l'intensità degli ultimi anni. La Provincia ha sostenuto finora, attraverso le attività delle associazioni trentine, complessivamente 12 progetti di riforestazione in diversi paesi dell'Africa, Asia e America Latina, selezionati con due bandi successivi, per un totale di circa 700.000 euro (a cui si aggiungono naturalmente i cofinanziamenti delle associazioni che hanno presentato i progetti).
Alla conferenza stampa di stamattina hanno partecipato, assieme all'assessora Ferrari, Roberto Barbiero dell'Osservatorio Trentino sul Clima e due dei giovani che hanno partecipato alla Cop 19, Iva Muharemmi, che segue un percorso di Studi internazionali presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università di Trento, e Matteo Petrolli, che studia invece ad Ingegneria.
Il Progetto
L'intero progetto è stato coordinato dal giornalista ed educomunicatore Paulo Lima e seguito in Italia da Emanuela Bozzini, del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Trento, e Roberto Barbiero dell'Osservatorio Trentino sul Clima. I ragazzi hanno raccontato la COP 19 tramite articoli, video e interviste radiofoniche
In totale, sono stati prodotti circa 100 articoli, servizi fotografici e video, molti dei quali tradotti in portoghese, italiano, spagnolo e inglese. In Italia, i contenuti sono stati diffusi prevalentemente sul sito
www.climatrentino e sulla pagina dell'Agenzia di Stampa Giovanile
www.facebook.com/agenziadistampagiovanile. Molti degli articoli sono stati ripresi dai media tradizionali, siti e blog di diverse associazioni. Inoltre, una volta al giorno, uno di loro scriveva per il giornale Outreach – on climate change and sustenaible development, che veniva distribuito ogni mattina alla Conferenza.
È la prima volta che l'Italia si presenta ad una Conferenza sul Clima con una delegazione di giovani.
Non solo racconto
Parte della delegazione del Trentino ha anche partecipato alla COY9, la Conferenza della Gioventù in preparazione alla COP19 (dal 7 al 10 novembre) e alle attività di pressing promosse dalla Youngo, il gruppo ufficiale delle Nazioni Unite che raggruppa giovani di tutto il mondo e rappresenta la voce giovanile nei negoziati sul clima. Sono state promosse diverse iniziative di advocacy e lobby presso le delegazioni ufficiali dei paesi in negoziazione.
Inoltre, tra le attività che ha più coinvolto i ragazzi, va da sottolineare il “Tree Planting Cerimony”, promossa dal Comune di Varsavia e l'Associazione polacca Klub Gaja per piantare 4.500 alberi in un'area nei dintorni della città.
Finanziamento e Solidarietà
I costi del progetto sono stati in parte sostenuti dalla Provincia autonoma di Trento e dai sette Comuni della Bassa Val di Non e in parte dagli stessi ragazzi che tra l'altro hanno organizzato iniziative di raccolta fondi. Una di queste è stata un mercatino del riuso. Inoltre, con il ricavato e con delle donazioni personali hanno voluto contribuire ai costi sostenuti da alcuni giovani dei paesi sudamericani che sono andati a Varsavia.
Ricaduta locale
Al loro rientro, i ragazzi stanno già organizzando degli incontri con la popolazione locale per raccontare della loro esperienza ma soprattutto per sensibilizzare la gente sul rapporto che c'è tra i cambiamenti climatici e la vita di tutti i giorni. Ad esempio, il 29 novembre scorso, a Denno, in Val di Non, hanno promosso la serata pubblica: "A qualcuno piace caldo: gli ultimi aggiornamenti sui cambiamenti climatici".
Anche il Centro Jean Monnet e il Dipartimento di Sociologia stanno per organizzare un'attività di debriefing all'Università di Trento coinvolgendo studenti di diversi indirizzi di studio. Altre attività sono previste anche nelle scuole medie e superiori del Trentino durante questo anno scolastico.
Uno sguardo al futuro
L'importanza della sfida in gioco e la positiva esperienza vissuta in occasione della Conferenza di Varsavia, segnano l'inizio di un percorso di collaborazione tra i giovani e i diversi attori che in Trentino si occupano dei temi legati al cambiamento climatico.
La composizione della delegazione trentina
Paulo Lima (giornalista e capo delegazione)
Giulia Carlini
Giorgia Foddis
Iva Muharremi
Giovani Cunico
Umberto Pessot
Matteo Conci
Matteo Petrolli
Daniele Saguto
Mattia Dalpiaz
Carlotta Dolzani
Federica Tolotti
Sara Cattani
Cristina Dalla Torre
Alessio Brusinelli
Beatrice Melchori
Nicolò Banal
Davide Cattani
I principali risultati della COP 19
La Conferenza di Varsavia, che ha visto la partecipazione di 12 mila delegati in rappresentanza di 193 paesi, si è chiusa sostanzialmente delineando un percorso che impegna le nazioni a lavorare con l’obiettivo della stesura di un primo testo del nuovo accordo sul clima, che deve sostituire di fatto il Protocollo di Kyoto, e che sarà presentato e discusso a Lima nel 2014 in occasione della prossima Conferenza (COP 20). Tale passo viene visto come essenziale per raggiungere l’obiettivo prefissato di approvare definitivamente il nuovo accordo a Parigi in occasione della Conferenza del 2015 (COP 21) ma che entrerà in vigore solo a partire dal 2020.
Un percorso quindi ancora molto lungo e che è stato fortemente criticato dalla società civile presente a Varsavia anche alla luce di quanto emerso dal recente rapporto sul clima pubblicato dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (Climate Change 2013: The Physical Science Basis, IPCC) che fornisce infatti ulteriori evidenze scientifiche che rafforzano e confermano i dati sul cambiamento climatico in atto. In particolare si ha conferma che l’attività antropogenica (emissioni di gas serra, di aerosol, la deforestazione e i cambi di uso del suolo) è la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo e che i cambiamenti climatici in atto continueranno per decenni e secoli.
Da queste informazioni emerge la necessità di urgenti e significative azioni da parte dei Governi per ridurre le emissioni di gas serra al fine di limitare i futuri impatti dei cambiamenti climatici che, in assenza di tali misure, diventeranno più gravi.
Anche per questo molte organizzazioni giovanili che si occupano di giustizia climatica si stanno organizzando per creare delle attività in preparazione della prossima COP, che sarà a Lima nel mese di dicembre 2014, e per coinvolgere il maggior numero possibile di giovani.
Alcuni importanti risultati sono stati comunque raggiunti nelle negoziazioni a Varsavia e sono di seguito riassunti:
Equità intergenerazionale
Tra i risultati inaspettati e che hanno a che vedere direttamente con le giovani generazioni è stato l’inserimento nel preambolo del documento finale della Piattaforma Durban del concetto di “Future Generations”. Ciò è stato reso possibile grazie alle attività di advocacy del gruppo di lavoro “Intergenerational Equity Working Group” di Youngo.
“Il principio di equità intergenerazionale consiste nell’idea che le attività odierne non debbano compromettere il benessere o i diritti delle generazioni future; questo all’interno della Convenzione sul Clima si traduce in obiettivi di mitigazione volti a proteggere le generazioni future dal verificarsi di eventi climatici catastrofici”, spiega il giovane italiano che ha partecipato al gruppo di lavoro della Youngo, Federico Brocchieri, di Italian Climate Network, partnership dell'Agenzia di Stampa Giovanile.
REDD+ (Reduced Emissions from Deforestation and Degradation):
È questo l'unico vero successo della COP19. IL REDD+ è un meccanismo formale che comprende la riduzione delle emissioni di gas serra causate dalla deforestazione e dal degrado delle foreste, oltre alla loro conservazione e gestione sostenibile. Circa un quinto delle emissioni globali di gas serra sono attribuibili alla deforestazione che, seconda solo al settore energetico, supera quello dei trasporti in fatto di contributo al riscaldamento globale.
I paesi che intendono accedere ai finanziamenti previsti dovranno sottoporre a un panel di esperti dell’UNFCCC un report tecnico, con cadenza biennale.
Infatti l’accordo, sostenuto da un impegno di 280 milioni di dollari di finanziamento da parte di Stati Uniti, Danimarca e Regno Unito, rappresenta uno sforzo per attribuire un valore economico al carbonio stoccato nelle foreste e incentivare i Paesi in via di sviluppo ad investire in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Perdite e danni (Loss and Damage):
Si tratta di un altro meccanismo che verrà istituito per affrontare i danni derivanti dai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo. Infatti, i danni e le perdite associati agli impatti dei cambiamenti climatici comprendono perdite di vite umane e perdite economiche sempre più ingenti, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, come è successo di recente nelle Filippine. Come sostengono gli scienziati, "i cambiamenti climatici sono un problema globale, con cause globali, ma impatti locali".
A Varsavia, però, si è fatto molto poco per far partire questo meccanismo formale i cui lavori inizieranno nel 2014. Si è arrivati ad un accordo generico, che prevede soprattutto scambio di informazioni, competenze, tecnologie, ma non contiene impegni finanziari.
Fondo Verde Globale
Tra le grandi aspettative su Varsavia vi era che questa fosse la COP dei finanziamenti. E, invece, nessun impegno economico è stato preso nell’ambito del più ambizioso Green Climate Fund, che mira a raccogliere 100 miliardi di dollari entro il 2020 da parte dei Paesi sviluppati, per aiutare i Paesi più poveri nel campo della mitigazione e dell’adattamento.
Piattaforma Durban
Nell’ambito dei lavori sul nuovo accordo vincolante per tutte le Parti da raggiungere a Parigi nel 2015, e che entrerà in vigore nel 2020, i paesi hanno deciso di iniziare o intensificare i lavori per la determinazione dei loro contributi nazionali di riduzione delle emissioni. Il testo adottato è meno impegnativo di quanto ci si aspettasse. “Gli Stati che sono pronti a farlo” presenteranno, entro i primi mesi del 2015, i loro “contributi” (parola che sostituisce nell’ultima versione del testo la parola “impegni”) per la riduzione dei gas serra da includere nel nuovo accordo. Nel frattempo, il prossimo appuntamento del gruppo di lavoro sulla Piattaforma Durban è atteso a Bonn dal 10 al 14 marzo 2014.
Giustizia Climatica e responsabilità storiche
Come nelle conferenze precedenti, alla COP19 è stato centrale il tema della giustizia climatica e la distribuzione delle responsabilità collegate alle emissioni di gas serra storiche e future. Purtroppo anche qui non si è fatto nessun passo in avanti nel testo negoziale che dovrà essere concluso in forma di Accordo nel 2015 a Parigi: i Paesi in via di sviluppo chiedevano finanziamenti certi, con partenza immediata, prima di poter assumere degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra che, dicono, potrebbero pregiudicare il loro futuro.
Rivendicano anche la responsabilità degli Stati sviluppati, che hanno iniziato ad emettere gas serra due secoli fa, rispetto ai danni provocati dai cambiamenti climatici che risultano ormai inevitabili.