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Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga 
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Censimento annuale dei lupi nel Parco Gran Sasso Laga:

Localizzati 20 branchi con la tecnica del wolf howling

Assergi 24/09/2018 _ Si è appena concluso, nell'ambito del progetto LIFE Mirco Lupo, il censimento dei branchi riproduttivi di lupo presenti nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il censimento, effettuato con la tecnica del wolf howling, ovvero dell'ululato indotto, ha consentito di localizzare 20 branchi, confermando l'ipotesi di una stabilizzazione della popolazione di lupo all'interno del Parco e del probabile raggiungimento della capacità portante della specie in relazione al territorio.

I dati raccolti grazie ai radiocollari satellitari, di cui vengono muniti i lupi catturati nell'ambito del progetto Mirco Lupo, hanno permesso di rilevare anche un'intensa attività di predazione sui cinghiali e dunque una significativa azione di contenimento di questi ungulati. Un dato importante, secondo gli studiosi che, se a livello nazionale non risulta particolarmente evidente, su scala locale e in particolare nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, evidenzia come il lupo abbia recuperato il suo ruolo ecologico di predatore ai vertici della catena alimentare e di elemento regolatore dell'equilibrio degli ecosistemi.

Le operazioni di censimento sono state effettuate dai tecnici del Parco e del progetto Mirco Lupo in collaborazione con i Carabinieri Forestali, partner di progetto insieme al capofila Parco nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, all'Istituto di Ecologia Applicata (IEA) di Roma e alla Società di Comunicazione Carsa.

"Gli esiti del censimento – ha dichiarato il Presidente del Parco, Tommaso Navarra - grazie alle efficaci azioni di salvaguardia attuate dall'Ente, restituiscono una condizione di buona salute della popolazione di lupo nel Parco e ribadiscono l'importanza del progetto LIFE al fine di contrastare il fenomeno dell'ibridazione, che potrebbe portare alla perdita di importanti adattamenti evolutivi occorsi alla specie nel corso di millenni. In tal senso, il 'Piano Operativo per il controllo del vagantismo canino e della presenza di ibridi lupo cane', di cui il Parco si è recentemente dotato, sta a dimostrare come la tutela della specie sia affrontata con il massimo impegno scientifico e strategico".


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24/09/2018, 17:01
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Progetto LIFE MIRCO Lupo
Lupi ibridi nel Parco Gran Sasso Laga. Gli studi genetici rassicurano: non sono di prima generazione

Assergi 13.12.2018 _ Sono riprese alla fine di novembre, nell'ambito del progetto europeo LIFE MIRCO Lupo, le operazioni finalizzate alla cattura di ibridi lupo – cane nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Le azioni, in particolare, riguardano due zone dell'area protetta nelle quali indagini naturalistiche precedentemente condotte su escrementi e materiale filmato, hanno fatto supporre la presenza di soggetti ibridi. La prima si trova nel territorio di Assergi (AQ), l'altra è ricompresa tra i comuni di Villa Celiera e Carpineto della Nora, nel versante pescarese del Parco. Qui, in particolare, le fototrappole installate dai tecnici di “MIRCO Lupo”, hanno registrato il passaggio di un branco di otto lupi, cinque dei quali hanno un mantello più scuro rispetto al fenotipo proprio della specie.

(Per scaricare e pubblicare il filmato ripreso dalla fototrappola:
https://youtu.be/Nhv7T6020mk
http://www.gransassolagapark.it/gallery ... hp?id=1537)

Tuttavia, nonostante il fenomeno dell'ibridazione appaia relativamente diffuso nel territorio del Gran Sasso e dei Monti della Laga, notizie rassicuranti arrivano dai ricercatori del Parco, in prima linea nell'individuazione di esemplari ibridi, e loro successiva cattura e sterilizzazione, in quanto, nelle indagini genetiche condotte dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sugli esemplari finora catturati, non si sono fortunatamente trovati ibridi di prima generazione.

“E' un dato confortante - commenta il Presidente dell'Ente, Tommaso Navarra – poiché sta a significare che se si limiteranno nuove introgressioni di geni canini, il livello di ibridazione della popolazione dei lupi non potrà che diminuire. Per tali ragioni continuerà e si intensificherà l'azione di informazione e sensibilizzazione avviata, al fine di disseminare la coscienza del fenomeno e sollecitare l'attuazione di comportamenti corretti onde contenere le occasioni di affiliazione tra cani e lupi. Si tratta – continua Navarra - di azioni positive, meritoriamente poste in essere dall'Ente a tutela del patrimonio di biodiversità custodito dall'area di protetta”.

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17/12/2018, 18:45
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La tutela del Lupo passa anche per la collaborazione con gli allevatori
Il Comitato Consultivo: implementare informazione su ibridazione lupo - cane

Rilascio Ragno, lupa radiocollarata

Assergi 03.06.2019_Il lupo lo si può proteggere con le leggi ma anche con una buona collaborazione tra allevatori e aree protette. A pochi mesi dalla conclusione, è questa una delle indicazioni strategiche scaturite dal progetto Life “Mirco Lupo”, attuato dai Parchi nazionali dell’Appennino Tosco Emiliano e del Gran Sasso e Monti della Laga.

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03/06/2019, 15:13
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Ecco “Creta”, una lupa ibrida di prima generazione scoperta sui Monti della Laga
La sua storia documentata dalle videotrappole del progetto Mirco lupo

Assergi 04.07.2019_L’ibridazione svelata da video e fototrappole del progetto “Mirco Lupo”, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove nei giorni scorsi è stata catturata una lupa, cui è stato dato il nome “Creta” che, alle analisi genetiche dell’ISPRA, è risultata ibrida di prima generazione. E’ il primo ritrovamento del genere nell'area protetta da quando, nel 2015, grazie al progetto europeo, è iniziata la ricerca degli ibridi lupo cane. Ecco la sua storia.

Dicembre 2018: nella notte le videotrappole riprendono tre lupi, con essi è un cane di grossa taglia, un Alaskan Malamut. Si scoprirà che si tratta di un cane di proprietà, sfuggito per alcuni giorni al controllo del suo padrone (https://youtu.be/008khOSppoE).

Marzo 2019: a distanza di poco più di un anno, le telecamere nascoste consegnano le immagini di un branco di nove animali: i primi tre appaiono fenotipicamente lupi, hanno corporatura snella e andatura leggera, gli altri sei mostrano evidenti caratteri riconducibili all'Alaskan Malamut (https://youtu.be/TJkEJaQXQ9I o anche: https://youtu.be/V0981wUn-Sg).

Viene allertata la squadra di cattura del progetto con l'attuazione del protocollo operativo che porta alla cattura di “Creta”. La lupa, dopo essere stata sterilizzata e tenuta in osservazione per il tempo necessario (https://youtu.be/iiXt15e28oE) è stata rimessa in libertà (https://youtu.be/JDwyXsAym9c). Attualmente, tramite il radiocollare, i tecnici di progetto ne stanno ora seguendo gli spostamenti sul territorio.

“E’ come se il meccanismo stesso dell'ibridazione si sia svelato - spiegano i referenti scientifici di progetto - nella sua naturalità e gravità, fornendo anche precise indicazioni su ciò che si possa e debba fare per evitarla. In primo luogo occorre non sottovalutare il problema, soprattutto alla luce della grave disparità numerica esistente oggi in Italia tra i lupi (1500 - 2000) e i cani vaganti (circa 700.000)”.

I dati raccolti dal progetto “Mirco Lupo” tramite il monitoraggio radiotelemetrico indicano anche che i grandi predatori, come i cani, se trovano sul territorio disponibilità di cibo, scarti di macellazione o carcasse di animali abbandonate, tendono ad alimentarsene. Ed è proprio in queste aree che lupi e cani si incontrano e trovano occasioni di accoppiarsi.

Il problema, dunque, è prevalentemente di origine antropica e solo l'uomo può risolverlo, o almeno mitigarlo, tramite buone pratiche di comportamento. E’ indispensabile, prioritariamente, combattere il randagismo ed evitare il vagantismo, migliorando la custodia dei cani da lavoro e d’affezione. Alcune di queste buone pratiche sono rivolte in particolare agli allevatori, con i quali il progetto Life Mirco Lupo collabora intensamente. Quali? Sterilizzare i cani da guardiania che non si intendano far riprodurre (certi che tale pratica non influirà in alcun modo sull'attitudine dei cani alla difesa di greggi e mandrie); smaltire correttamente i sottoprodotti di origine animale ed evitare di abbandonare scarti di lavorazione, carcasse o pelli in luoghi prossimi alle aziende e alle abitazioni. Ciò eviterà di attirare i lupi, preservandoli nel contempo dal rischio di ibridazione.

Si tratta di raccomandazioni sempre valide ma particolarmente urgenti nei mesi di febbraio e marzo, periodo in cui le lupe sono in estro e le greggi non sono in alpeggio. Il problema più grave per la conservazione del lupo viene infatti dall’accoppiamento di una lupa con un cane. E’ importante rammentarlo, sforzandosi, in questo breve periodo, di tenere i cani da lavoro in stalla con gli animali, piuttosto che lasciarli liberi di vagare.

“Nel lupo – sottolineano ancora i ricercatori di progetto - si concentra un interesse collettivo che coinvolge direttamente la buona funzionalità degli ecosistemi naturali. Il lupo si è evoluto nei millenni come predatore e principale regolatore della presenza dei cinghiali che costituiscono la sua prima risorsa trofica. Ne consegue che il lupo sia il più importante alleato nelle strategie di contenimento di questi ungulati. Se il lupo si ibrida con il cane, esiste il rischio concreto che possa perdere tale funzione. Inoltre, i frutti dell’ibridazione potrebbero essere più confidenti ed avere maggiore attitudine ad avvicinarsi agli allevamenti”.

Da queste considerazioni si comprende come sia necessario ogni sforzo per mantenere in purezza la specie lupo.

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04/07/2019, 16:15
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Con occhi di lupo. Liberato col radiocollare “Ci.Ma”, lupo del Parco Gran Sasso Laga

Assergi 18.09.2019 _ Nel corso delle operazioni di ricerca degli ibridi lupo cane nel territorio di Crognaleto, nei Monti della Laga, lo stesso in cui era stata individuata Creta, l’ibrido lupo-cane di prima generazione, frutto di incrocio con un Alaskan Malamut, è stato catturato nei giorni scorsi un esemplare che, alle analisi genetiche condotte dall’ISPRA è risultato fortunatamente lupo. “Il più puro – dichiarano i tecnici del progetto LIFE “MIRCO” Lupo– mai catturato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”. Il suo QW, ossia la componente lupina è risultata pari al 99 % (si considerano a tutti gli effetti lupi gli esemplari che hanno un QW superiore al 97,5 %, al di sotto si denota, al contrario, un’introgressione di geni canini).

La trappola è scattata nottetempo per il giovane maschio che è stato preso in custodia dal personale di progetto del Parco e subito sottoposto al prelievo di sangue. Non appena si è avuta la conferma che si trattasse di un lupo, l’animale è stato immediatamente rimesso in libertà munito di radiocollare satellitare. Grazie ai dati GPS che sta inviando, gli spostamenti che sta effettuando sul territorio fanno supporre che possa trattarsi di un lupo in dispersione che, nella ricerca di nuovi territori, sia venuto a trovarsi nell’area interessata dalle operazioni di cattura degli ibridi.

Al lupo è stato dato il nome di “Ci.Ma”, in omaggio a Ciro Manente, il ricercatore teramano che ha tradotto la sua passione per i lupi in svariati volumi, a testimonianza del suo impegno liberale nello studio di questi animali e quale segno di gratitudine per la collaborazione e la disponibilità a condividere informazioni con lo staff di progetto.

Le immagini della liberazione di Ci.Ma sono disponibili su:

https://youtu.be/VI1wAaRXt2M

http://www.gransassolagapark.it/gallery ... hp?id=1679

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20/09/2019, 18:44
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Il progetto Life “M.I.R.Co-lupo” adotta la “carta pietra” per stampare i dépliant informativi
Un impegno per l’economia circolare e la sostenibilità

Assergi 29.10.2019_ Se i progetti Life finanziati dalla Commissione Europea sono naturali avamposti per disseminare pratiche di sostenibilità ambientale, il progetto “M.I.R.Co-lupo” innova sensibilmente su questo fronte, sperimentando, primo LIFE in Italia, la produzione di materiali informativi in “stone paper”, carta pietra cioè, che, come suggerisce il nome, non deriva dal taglio degli alberi ma dal riciclo delle polveri prodotte nelle cave di pietra. Una scelta e un impegno concreto del progetto a favore dell’economia circolare.
“Si tratta – spiega Simone D’Alessandro di CARSA, la società abruzzese, partner di progetto, che si occupa della comunicazione di “M.I.R.Co-lupo” – di una carta particolare, estremamente resistente agli strappi e con un gradevole effetto vellutato; è inoltre impermeabile, resistente al grasso e lavabile, perché idrorepellente al 100%. E' composta all’80% di pietra, cioè di carbonato di calcio, con una piccola quantità di polietilene ad alta densità usato come legante e non tossica. Una vera rivoluzione nell'ambito dell'economia circolare, perché adottare stone paper significa prediligere una carta che non comporta l'abbattimento di alberi, né utilizzo di acqua per la sua produzione”.
La stone paper è stata scelta per la produzione del dépliant informativo dedicato alle comunità dell’area del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Uno strumento divulgativo agile che, con linguaggio semplice illustra il fenomeno dell’ibridazione e fornisce raccomandazioni pratiche sull’importante ruolo che allevatori e cittadini possono giocare per condividere con il Progetto un impegno che porta reciproci vantaggi. Si tratta, infatti, di attenersi a poche semplici regole riguardanti la custodia dei cani da guardiania e d’affezione e lo smaltimento di carcasse e resti alimentari. Ciò al fine di evitare di richiamare lupi e cani vaganti nelle vicinanze di abitazioni ed aziende zootecniche, facilitando l’ibridazione tra cane e lupo.

L’introduzione della "stone paper" costituisce un importante segnale di attenzione nei confronti dell’impatto ambientale dei previsti strumenti di comunicazione a stampa del Life e rafforza la dimensione, per tanti aspetti già fortemente innovativa, del progetto “M.I.R.Co-lupo”, che rappresenta oggi un avamposto di conoscenze e di interventi efficaci e lungimiranti per la tutela del grande predatore.

Il progetto LIFE M.I.R.Co-lupo, realizzato con il contributo del Programma LIFE 2014-2020, è coordinato dal Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano in partenariato con il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, l’Arma dei Carabinieri, l’Istituto di Ecologia Applicata di Roma, oltre alla citata Società di editoria e comunicazione Carsa. L’obiettivo principale del progetto è quello di assicurare migliori condizioni di conservazione per il lupo, agendo su alcuni elementi di minaccia di origine antropica e legati, in particolare, al fenomeno del randagismo canino.

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29/10/2019, 19:46
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M.I.R.Co-Lupo è il 'Progetto LIFE del Mese' del Ministero dell'Ambiente


(21.11.2019) _ Il progetto LIFE M.I.R.Co-Lupo (Minimizzare l’impatto del randagismo canino sulla conservazione del lupo in Italia) è il 'Progetto LIFE del mese' sul portale del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Una vetrina prestigiosa, in cui il progetto viene presentato esaustivamente nei suoi obiettivi, azioni, risultati. Ampio spazio viene dato alla sua dimensione innovativa e ai significativi risultati ottenuti sia sul piano della conservazione, sia sul piano della corretta comunicazione, sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità locali, ambiti in cui il progetto ha sperimentato diverse buone pratiche.

“L’ibridazione antropogenica – si legge nella presentazione sulla home page del portale del MATTM - rappresenta una grave minaccia per la conservazione del lupo, specie protetta dalla Direttiva “Habitat” in quasi tutta Europa e integralmente protetta dalla legislazione italiana. Ridurre l’impatto del randagismo canino diventa quindi prioritario. In tale ottica, il progetto LIFE M.I.R.CO-Lupo, finanziato appunto dal Programma LIFE+ dell’Unione Europea, si è proposto di assicurare migliori condizioni di conservazione per il lupo agendo sulla perdita dell’identità genetica della specie dovuta al fenomeno dell’ibridazione con il cane attraverso la neutralizzazione del potenziale riproduttivo degli individui ibridi lupo-cane e dei cani vaganti e randagi presenti nelle aree di progetto”.

Si tratta di un’occasione di visibilità importante per il progetto LIFE, che si sta avviando a conclusione - terminerà infatti il 31 marzo 2020 – ma che può già registrare un bilancio molto positivo nel conseguimento di risultati che vanno ben oltre gli obiettivi inizialmente prefissati ed attuati tramite mediante ventotto diverse azioni nel territorio dei parchi nazionali dell’Appennino Tosco-Emiliano e del Gran Sasso e Monti della Laga, partner di progetto assieme all’Arma dei Carabinieri, l’Istituto di Ecologia Applicata di Roma e Carsa s.r.l..


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Giovane ibrido lupo cane. ph. M. Bassano.jpg
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Il progetto LIFE “Mirco Lupo” e l’attenzione della stampa nazionale

Assergi (21.01.2020) _Mentre volge al termine, il progetto Life “Mirco Lupo”, attuato nel territorio dei Parchi nazionali dell’Appennino Tosco Emiliano e del Gran Sasso e Monti della Laga, per la validità scientifica del suo programma di tutela del lupo, in particolare dal pericolo dell’ibridazione con il cane, costituisce innegabilmente un punto di riferimento suscitando spesso l’interesse della stampa nazionale .
A riprova di tale attenzione, il progetto è stato recentemente coinvolto nella trasmissione “Petrolio”, nella puntata del 20 dicembre in prima serata su Rai2. Nel programma di Duilio i protagonisti delle azioni di progetto, in particolare Willi Reggioni, responsabile del Wolf Appenine Center del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e Federico Striglioni, responsabile scientifico del progetto per il Parco del Gran Sasso, che hanno illustrato il primo le tecniche utilizzate per il monitoraggio della popolazione di lupo e il secondo le criticità dell’ibridazione lupo cane, sulle belle immagini riprese all’interno della area faunistica dei Lupi Ibridi realizzata in collaborazione con la Riserva Naturale Lago di Penne gestita dalla cooperativa Cogextre.
Ampio spazio è stato dedicato al progetto Life anche sul “Venerdì” di Repubblica del 3 gennaio scorso, nell’articolo “Se il lupo incontra il cane non è più lui”, a firma di Piero Papa, in cui l’autore ha affrontato il problema dell’ibridazione antropogenica, causata o facilitata da errati comportamenti umani e da una serie di concause legate all’abbandono della montagna e delle attività che ne formano un naturale presidio e allo scarso controllo del randagismo canino. Anche in questo caso sono i tecnici di progetto a parlare delle azioni e degli interventi concreti attuati dal progetto, in particolare nell’area del Gran sasso e dei Monti della Laga.


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Progetto Life “Mirco Lupo” – comunicato stampa


Il ruolo degli ibridi nella catena alimentare. Immagini inedite aprono nuovi scenari di ricerca

Assergi, 04.02.2020_ Una delle domande che pone alla scienza il ritrovamento di ibridi lupo-cane è come si inseriranno questi animali nelle reti ecologiche degli ecosistemi appenninici. Oggi, l’osservazione di tre esemplari intenti a cibarsi della carcassa di un grosso cinghiale, contribuisce ad alimentare la questione, aprendo nuove frontiere di indagine per il progetto Life “Mirco Lupo”. Si tratta, nello specifico, di ibridi di Alaskan Malamute, appartenenti, probabilmente, allo stesso branco di “Creta”, catturata e radiocollarata nel luglio 2019, e pertanto già noto e seguito telemetricamente dallo staff di progetto.

Le immagini sono state riprese dagli uomini del Reparto Carabinieri per la Biodiversità dell’Aquila nei pressi del Lago di Campotosto e costituiscono un documento di estrema importanza per continuare il monitoraggio degli ibridi lupo-cane e contribuire a comprendere il ruolo che essi rivestono nella dinamica preda – predatore. Come è noto il lupo ha la funzione ecologica di elemento regolatore delle popolazioni di ungulati selvatici. Dunque gli ibridi sono in grado di predare con efficacia gli ungulati e, in particolare, il cinghiale, o si limitano a svolgere un ruolo di necrofagi, nutrendosi di carcasse di animali trovati già morti?

Cercare risposte a questa domanda sarà uno degli obiettivi scientifici del cosiddetto “After Life”, la fase, cioè, di intervento continuativo nelle aree interessate del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e del Gran Sasso e Monti della Laga dopo la scadenza, ormai prossima, dei cinque anni di progetto.

“In questa fase – spiegano i referenti scientifici di “Mirco Lupo” – continueranno le operazioni di cattura, le indagini genetiche e il radiocollaramento degli ibridi catturati, e con esse le attività di monitoraggio telemetrico di questo e degli altri branchi con ibridi individuati, al fine di comprenderne sempre meglio l’etologia, l’utilizzo del territorio e il comportamento in natura”.


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