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Parco Nazionale delle Cinque Terre 
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Pulizia fondali: a Riomaggiore con il Battello Spazzamare
Domani, 2 agosto 2017, ore 9, al porticciolo del borgo, appuntamento con gli operatori dell'AMP Cinque Terre per la pulizia dei fondali con l'ausilio dell'imbarcazione disinquinante

(Manarola - Sede, 01 Agosto 2017) - Dopo aver subito una battuta di arresto a causa delle avverse condizioni meteo marine che hanno interessato le Cinque Terre nei giorni scorsi, il battello ecologico riprende il suo viaggio per provvedere alla raccolta e al corretto smaltimento dei rifiuti nelle acque dell' Area Marina Protetta delle Cinque Terre. Il mezzo disinquinante in dotazione al Parco domani sarà a Riomaggiore in ausilio alle operazioni di pulizia del porticciolo e dei fondali del borgo che saranno effettuato anche grazie al supporto dei volontari dell'Associazione Cinque Terre sotto il Mare.
Per sapere di più sul battello ecologico more info

Nei prossimi giorni saranno comunicate sul portale dell'Ente, le date degli appuntamenti a Corniglia, Vernazza e Monterosso.

Tutti coloro che volessero prendere parte come volontari alle giornate di pulizia, scrivere o telefonare a amp@parconazionale5terre.it 0187 762643

*Il Calendario potrebbe subire delle varizioni in base alle condizioni meteo marine o a motivazioni di carattere organizzativo.

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01/08/2017, 19:21
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MAREGOT a Festambiente con Parco, Lamma e Regione Toscana
(Riomaggiore, 04 Agosto 2017) -

Dal 4 al 15 agosto a Rispescia (Grosseto) si terrà l'annuale appuntamento di Festambiente, il festival internazionale di Legambiente quest'anno dedicato all'economia civile. Il progetto europeo MAREGOT non poteva mancare all'appuntamento dato che sia il Parco Nazionale del Parco delle Cinque Terre siala Regione Toscana sia il LAMMA, partner del progetto, saranno presenti.
Un'occasione dunque per parlare di gestione cordinata e transfrontaliera della costa dell'area Interreg Marittimo.

Il progetto Maregot, incentrato sulla prevenzione e la gestione dei rischi derivanti dall'erosione costiera, intende contribuire ad una crescita delle conoscenze e della consapevolezza dei principali target rispetto alla tematica ambientale della gestione costiera integrata. Per raggiungere tale scopo, è stato predisposto un piano di comunicazione del progetto che contiene azioni specifiche rivolte ai singoli target e prevede una importante ricaduta sul territorio. Il progetto definirà una strategia di comunicazione transfrontaliera che approfondirà altresì la conoscenza dei contesti locali per rispondere alle esigenze di ogni singolo territorio.

L'implementazione del piano sarà monitorata per valutarne i risultati e l'efficacia delle azioni realizzate. La strategia e il piano di comunicazione saranno aggiornati in corso d'opera, in risposta alle esigenze che emergeranno durante il progetto Sono previste azioni di comunicazione e sensibilizzazione, quali eventi sui territori del progetto organizzati nell'ambito di ogni regione. Per la divulgazione della strategia e dei risultati del progetto saranno realizzati due eventi transfrontalieri, per un confronto costruttivo con i territori.

Nell'ambito di tale strategia si intendono definire strumenti volti alla comunicazione del rischio alla popolazione, nello specifico saranno realizzate Linee Guida per l'attivazione di strumenti di allertamento in caso di eventi calamitosi, di gestione dell'emergenza e della prevenzione dei danni nell'ambito marino costiero, ai fini della sicurezza delle persone e dell'integrità delle risorse e all'incremento della resilienza a livello locale. Le linee guida saranno elaborate avvalendosi di esperienze già maturate, il contributo del gruppo di lavoro e le sinergie con le attività di governance.

Nel prossimo semestre verrà predisposto il materiale informativo generale, comprensivo di una brochure di presentazione del progetto, dei testi per la creazione della sezione del portale del PO Marittimo dedicato al progetto, predisposti dal capofila e dal coordinatore di component. Altro materiale specifico per ciascun territorio potrà essere redatto da ogni singolo partner. Saranno inoltre valorizzati i canali informativi dei social network, sperimentando approcci innovativi volti al coinvolgimento delle singole categorie target.

Tutti i materiali saranno predisposti in italiano e in francese. Apposite azioni di comunicazione coinvolgeranno, anche i centri di educazione ambientale per rispondere alle esigenze di formazione degli studenti e del pubblico più giovane prevedendo un effetto moltiplicatore che potrà estendersi da questi a tutta la cittadinanza.

A seguito della fine del progetto tutti i partner diffonderanno attraverso le proprie reti di contatti i risultati ottenuti. La trasferibilità sarà inoltre garantita da azioni specifiche che saranno condotte durante la vita del progetto, in particolare sono previsti eventi territoriali che avranno il compito di attivare a livello locale la trasferibilità dei risultati e del metodo testato. La trasferibilità a più lungo raggio sarà realizzata attraverso la pagina Internet del sito del Programma Marittimo nella quale saranno messi a disposizione gli output del progetto e dalla partecipazione dei partner a tavoli di lavoro nazionali ed europei. Le Linee guida per la comunicazione del rischio potranno rappresentare un prodotto trasferibile su altri territori ed in altri contesti.

La base conoscitiva e i dati messi a sistema durante il progetto saranno inoltre utilizzati dai partner tecnici come banca dati utile ad implementare ulteriori monitoraggi, studi e modelli previsionali.

Il responsabile della component predisporrà, in collaborazione con tutti i partner, una strategia di comunicazione di carattere transfrontaliero del progetto. Si partirà dalla chiara identificazione e analisi di tutti i target , e si procederà all'individuazione dei key massaggi e degli strumenti funzionali a veicolarli.

L'implementazione di tale strategia sarà opportunamente monitorata e valutata in termini di efficacia
attraverso specifici indicatori di avanzamento e risultato .

Saranno individuati specifici indicatori per valutare lo stato di implementazione e di efficacia del piano di comunicazione, registrando punti di forza e di debolezza della strategia al fine di garantire l'efficacia delle
azioni messe in campo.

I partner del progetto predisporranno il materiale promozionale necessario a divulgare il progetto ed i suoi contenuti. Saranno inoltre predisposti materiali informativi puntuali per rispondere alle esigenze informative dei singoli target (cittadini, turisti, imprese, scuole) in particolare per tutti i soggetti fruitori della costa. Tutto il materiale sarà realizzato seguendo il manuale di identità al fine del facile riconoscimento del progetto e delle iniziative ad esso collegato.

Sarà realizzata una campagna informativa attraverso l'utilizzo dei social media (facebook, Instagram e twitter) con l'intento di coinvolgere con modalità alternative ed innovative i target del progetto. Il fine è spingere a comportament i responsabili per una gestione sostenibile della costa .

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05/08/2017, 8:41
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Le 'Buone pratiche nelle aree protette' premiate a Festambiente
I riconoscimenti alle aree protette che hanno lavorato su biodiversità agricola e faggete vetuste

(Riomaggiore, 11 Agosto 2017) - Da una parte, i parchi italiani che hanno lavorato affinché l'Unesco riconoscesse le foreste di faggi, centenarie e millenarie, come Patrimonio dell'Umanità; dall'altra, le aree protette che hanno portato avanti, sul proprio territorio, progetti in grado di coniugare tutela del territorio, impresa e agricoltura di qualità. Sono 11 i parchi premiati in occasione di Festambiente, il festival di Legambiente in corso a Grosseto: cinque appartengono al primo gruppo, sei al secondo.

Ricevono tutti il riconoscimento "Buone pratiche nelle aree protette", consegnato da Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente, e Sebastiano Venneri di Vivilitalia. Per il lavoro che ha portato al riconoscimento delle faggete vetuste, sono stati premiati il Parco nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campiglia; il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; il Parco nazionale del Gargano; il Parco nazionale del Pollino e il Parco regionale di Bracciano-Martignano.

Grazie al loro lavoro, il 7 luglio, a Cracovia, l'Unesco ha deciso di inserire le faggete secolari presenti in questi boschi nel patrimonio dell'Umanità, al pari di altre zone d'Europa.

Le prime a ottenere il riconoscimento furono le faggete vetuste dei Carpazi, poi quelle di Slovacchia, Germania, Ucraina e adesso, dopo la candidatura del 2015, è arrivato l'accreditamento per altre 63 faggete in 12 Paesi - le foreste di Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Romania, Slovenia e Spagna, che aspettavano appunto di essere riconosciute.

Il territorio italiano erra tra quelli che presentava il maggior numero di siti di valore universale. Promosse dall'Unesco sono infatti le faggete cresciute su oltre 2.000 ettari nelle zone del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (a Villavallelonga-Valle Cervara, Lecce nei Marsi-Moricento, Pescasseroli-Coppo del Principe e Coppo del Morto, Opi-Val Fondillo); quella di Sasso Fratino (Parco nazionale delle Foreste Casentinesi), della Foresta Umbra (Parco nazionale del Gargano), di Cozzo Ferriero (Parco nazionale del Pollino), del Monte Cimino e di Monte Raschio (Parco regionale di Bracciano-Martignano).

Per le attività di conservazione della biodiversità agricola, sono stati premiati, sul palco di Rispescia, il Parco naturale regionale Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo; il Parco Regionale della Maremma (che ospita Festambiente); il Parco Nazionale del Vesuvio; l'Ente regionale RomaNatura; l'Ente Regionale di Tepilora; il Parco nazionale delle Cinque Terre.

Solo per ricordare alcuni dei progetti portati avanti in queste aree: il Marchio Parco che punta a certificare i prodotti agroalimentari (ma anche i servizi) che nascono nelle aziende presenti all'interno del Parco della Maremma e nelle aree contigue e la "Pasta dei Parchi" prodotta con grani tradizionali; il protocollo d'intesa siglato tra l'Ente RomaNatura e l'Associazione dei produttori agricoli dell'Acquafredda.

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11/08/2017, 15:12
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Le 'Buone pratiche nelle aree protette' premiate a Festambiente
I riconoscimenti alle aree protette che hanno lavorato su biodiversità agricola e faggete vetuste

(Riomaggiore, 16 Agosto 2017) - Da una parte, i parchi italiani che hanno lavorato affinché l'Unesco riconoscesse le foreste di faggi, centenarie e millenarie, come Patrimonio dell'Umanità; dall'altra, le aree protette che hanno portato avanti, sul proprio territorio, progetti in grado di coniugare tutela del territorio, impresa e agricoltura di qualità. Sono 11 i parchi premiati in occasione di Festambiente, il festival di Legambiente in corso a Grosseto: cinque appartengono al primo gruppo, sei al secondo.

Ricevono tutti il riconoscimento "Buone pratiche nelle aree protette", consegnato da Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente, e Sebastiano Venneri di Vivilitalia. Per il lavoro che ha portato al riconoscimento delle faggete vetuste, sono stati premiati il Parco nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campiglia; il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; il Parco nazionale del Gargano; il Parco nazionale del Pollino e il Parco regionale di Bracciano-Martignano.

Grazie al loro lavoro, il 7 luglio, a Cracovia, l'Unesco ha deciso di inserire le faggete secolari presenti in questi boschi nel patrimonio dell'Umanità, al pari di altre zone d'Europa.

Le prime a ottenere il riconoscimento furono le faggete vetuste dei Carpazi, poi quelle di Slovacchia, Germania, Ucraina e adesso, dopo la candidatura del 2015, è arrivato l'accreditamento per altre 63 faggete in 12 Paesi - le foreste di Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Romania, Slovenia e Spagna, che aspettavano appunto di essere riconosciute.

Il territorio italiano erra tra quelli che presentava il maggior numero di siti di valore universale. Promosse dall'Unesco sono infatti le faggete cresciute su oltre 2.000 ettari nelle zone del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (a Villavallelonga-Valle Cervara, Lecce nei Marsi-Moricento, Pescasseroli-Coppo del Principe e Coppo del Morto, Opi-Val Fondillo); quella di Sasso Fratino (Parco nazionale delle Foreste Casentinesi), della Foresta Umbra (Parco nazionale del Gargano), di Cozzo Ferriero (Parco nazionale del Pollino), del Monte Cimino e di Monte Raschio (Parco regionale di Bracciano-Martignano).

Per le attività di conservazione della biodiversità agricola, sono stati premiati, sul palco di Rispescia, il Parco naturale regionale Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo; il Parco Regionale della Maremma (che ospita Festambiente); il Parco Nazionale del Vesuvio; l'Ente regionale RomaNatura; l'Ente Regionale di Tepilora; il Parco nazionale delle Cinque Terre.

Solo per ricordare alcuni dei progetti portati avanti in queste aree: il Marchio Parco che punta a certificare i prodotti agroalimentari (ma anche i servizi) che nascono nelle aziende presenti all'interno del Parco della Maremma e nelle aree contigue e la "Pasta dei Parchi" prodotta con grani tradizionali; il protocollo d'intesa siglato tra l'Ente RomaNatura e l'Associazione dei produttori agricoli dell'Acquafredda.

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16/08/2017, 19:44
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Mitighiamo il Rischio: terminati i campi Legambiente sul tema del rischio idrogeologico
Sono arrivati da tutta Italia i 45 ragazzi e ragazze, uomini e donne, che si sono alternati da 23 luglio ad oggi, in tre turni da 10 giorni, nel Parco.

(Riomaggiore, 21 Agosto 2017) - Durante la loro permanenza alle Cinque Terre i volontari, con la loro consueta maglia gialla, sono stati impegnati nella somministrazione e raccolta di appositi questionari, oltre un migliaio circa, realizzati ad hoc anche in collaborazione con il Centro studi rischi geologici e distribuiti a residenti e turisti. Attraverso questo strumento sarà misurata l'efficacia delle azioni di comunicazione e divulgazione sul rischio idrogeologico fino ad oggi attuate.

"Il campo #mitighiamoilrischio organizzato da Legambiente e condiviso col Centro studi rischi geologici del Parco – dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco – ha avuto come obiettivo principale quello di integrare i ragazzi con le popolazioni locali al fine di renderli partecipi delle effettive criticità che interessano il nostro territorio, criticità dovute all'assetto idrogeologico da una parte, e dall'altra al rapporto turista – residente. Non sono ovviamente mancate le attività di pulizia della rete sentieristica che questo anno hanno interessato alcuni tratti nel comune di Riomaggiore "

"I campi di volontariato – dice Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – rappresentano un momento di condivisione e conoscenza dell'identità della comunità locale. Si collocano in pieno nelle pratiche del turismo sostenibile, condivise insieme al parco e alle amministrazioni locali. Oltre alle pulizie di spiagge, fondali, sentieri e l'indagine sulla percezione del rischio da dissesto idrogeologico i partecipanti hanno approfondito le conoscenze dell'encomiabile opera svolta dalla Fondazione Manarola per il recupero dei terreni incolti, con la costruzione dei muretti a secco, e apprezzato la filiera vitivinicola con la visita alla Cantina Sociale e a ad alcune altre piccole cantine."

"Elaborati i dati – conclude Santo Grammatico, storico responsabile dei Campi di Legambiente – valuteremo quale miglior approccio per rispondere alle esigenze di coloro che abitano, vivono e frequentano il territorio, per garantire una sua fruizione in sicurezza ed in armonia in un contesto cosi fragile e delicato anche in conseguenza della attuale forte pressione turistica".

"I ragazzi hanno approfondito – dice Vittorio Alessandro, presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre- gli effetti dei cambiamenti climatici, le criticità ed i comportamenti da adottare in caso di eventi atmosferici di particolare entità, il livello di consapevolezza da parte dei cittadini di vivere in territorio dalla difficile orografia. Sono entrati nel tessuto del territorio e non si sono limitati a passare, senza osservare, il territorio. Sono certo che si sia trattato di valore aggiunto. I dati così acquisti – conclude Vittorio Alessandro - forniranno una fonte preziosa di informazioni su cui poter costruire iniziative di divulgazione e mitigazione del rischio idrogeologico più puntuali e mirate ai reali bisogni del territorio."

I partecipanti ai campi di Legambiente, impegnati in attività di ripristino e pulizia di alcuni sentieri del Parco, hanno collaborato con i tecnici dell'Ente e gli organi di Protezione Civile locali e sono protagonisti di attività formative sia sul campo che in aula, a cura degli esperti: geologi e tecnici del Centro Studi Rischi Geologici del Parco, volontari della Protezione Civile, Associazioni del territorio e di Legambiente.

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21/08/2017, 16:38
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MedSealitter: uniti contro la plastica in mare
Dieci partner internazionali per combattere la diffusione dei rifiuti plastici in mare e tutelare la biodiversità

(Manarola - Sede -, 01 Settembre 2017) -

Parchi, associazioni, università e istituti di ricerca collaboreranno per tre anni per monitorare

al meglio il Mediterraneo, indicare le criticità e i più efficaci sistemi di contrasto

L'obiettivo è chiaro e condiviso: combattere quella che sta diventando una vera emergenza globale.Le materie plastiche sono il principale tipo di rifiuto marino sulle spiagge come in mare aperto e i microscopici pezzi di plastica derivanti dalla loro degradazione in acqua rappresentano non solo un problema ambientale ma anche sanitario, perché possono agire come vettore per il trasferimento di sostanze chimiche tossiche nella catena alimentare.

Con MedSealitter - progetto cofinanziato dal Programma europeoInterregMed - Ispra, Università di Barcellona, Università di Valencia,MEDASSETeHellenic Centre for Marine Research (Grecia), EcolePratiquedes Haute Etudes eEcoOcean (Francia), Area marina protetta di Villasimius, Legambiente e Parco Nazionale delle 5 Terre, che è capofila del progetto, stanno collaborando per ottimizzare gli sforzi compiuti singolarmente dai diversi Stati con la messa a punto di strumenti di valutazione condivisi, protocolli comuni sui rifiuti in acqua e sui rischi per gli ecosistemi e la biodiversità.

Ogni partner sta quindi mettendo a punto la proposta di protocollo per il settore o la "specie" di propria competenza: l'Università di Barcellona sta testando diversi tipi di drone con diverse tecnologie e telecamere, l'Università di Valencia sta facendo test per verificare l'attrezzatura e la modalità più adeguata per il monitoraggio da aereo; Legambiente e ISPRA stanno sperimentando strumentazioni, postazioni e capacità di osservazione dagli osservatori posti su Goletta verde e sui traghetti, mentre Hellenic Centre for Marine Research, EcolePratiquedes Haute Etudes e EcoOceanstanno verificando modalità alternative per estrarre e studiare le microplastiche ingerite dai pesci, l'Area Marina Protetta della Cinque Terre sta testando la caratterizzazione del litter recuperato catalogando tipologia, dimensionamento e possibile provenienza

Sulla base dei risultati dello stato dell'arte e della messa a punto effettuata in questi ultimi mesi, verranno poi stilate le linee guida che verranno sperimentate a partire dal 2018.

"Il mare Mediterraneo - ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni - è uno dei principali hot spot mondiali per biodiversità, ma è anche uno dei mari più inquinati del mondo e nonostante molte organizzazioni del Mediterraneo stiano lavorando su questo tema, non c'è ad oggi alcun protocollo comunemente accettato, che permetta di valutare l'inquinamento da rifiuti marini. Eppure parliamo di un fenomeno di rilevanza globale, che ha effetti devastanti non solo sulla biodiversità, ma anche sulla qualità delle acque e degli interi sistemi territoriali".

"Nell'ambito del progetto – ha dichiarato il direttore del Parco Nazionale delle Cinque TerrePatrizio Scarpellini - abbiamo progettato una speciale cartellonistica da apporre nei borghi per informare correttamente turisti e residenti rispetto ai tempi di degradazione dei rifiuti abbandonati sul territorio e nel mare.Proprio le Aree Marine Protette, infatti, si configurano quali prime destinatarie dei protocolli del progetto visto il fondamentale ruolo svolto nella tutela dell'intero sistema territoriale".

Ilmarine litter non è semplicemente un problema ambientale ma altresì economico, con importanti ricadute per settori strategici quali pesca e turismo, due delle peculiarità dei territori che, in Italia così come all'estero, sono sul mare e incidono sul ruolo dei parchi.

Per quanto riguarda la biodiversità i rifiuti marini hanno impatti su tartarughe, mammiferi e uccelli marini, filtratori, invertebrati o pesci. Gli impatti a livello di popolazione sono ancora in fase di studio ma è stato calcolato un incremento del 40% del numero di specie, da 247 a 663, che hanno subito danni a causa dei rifiuti marini dal 1997 al 2012. I rifiuti in plastica in particolare sono responsabili dell'88% degli eventi registrati e circa il 15% delle specie vittime di aggrovigliamento e ingerimento di rifiuti marini è sulla Lista Rossa delle specie minacciate dell'IUCN, l'unione mondiale per la conservazione della natura. L'aggrovigliamento (o intrappolamento) può portare a ferite, mutilazioni e strangolamento, compromettere il nuoto, la fuga dai predatori, la capacità di nutrirsi o causare l'annegamento, mentre l'ingestione può essere accidentale, come per gli organismi filtratori, o volontaria in quanto alcuni rifiuti, come le buste o i piccoli granuli di plastica, possono essere scambiati per meduse o uova di pesce. Le conseguenze sono malnutrizione, morte per soffocamento, ostruzione del tratto intestinale o ancora l'esposizione alle sostanze tossiche contenute o adsorbite dalla plastica (ftalati, PCB, etc…) che comportano anche disturbi al sistema endocrino. Le particelle più piccole entrano così nella catena alimentare.

Il progetto MedSeaLitter riguarda proprio la natura del problema: le plastiche e i rifiuti nel Mar Mediterraneo sono una piaga internazionale che impone dunque l'adozione di un ottica sistemica che superi il principio limitativo dei confini, delle competenze e delle responsabilità dei singoli Paesi.

Oltre alla realizzazione di protocolli per il monitoraggio sistematico dei rifiuti marini e del loro potenziale effetto sulla biodiversità del Mediterraneo, MedSeaLitter mira alla creazione di un network delle Aree marine protette (Amp), per la realizzazione di interventi integrati e condivisi che forniscano soluzioni efficaci per contenere l'impatto dei rifiuti marini sulla biodiversità.

Secondo l'ultimo monitoraggio effettuato da Legambiente in collaborazione Ispra ed Enea nel 2016 con il rilevamento dei rifiuti in mare e nei laghi, in Italia insistono in media 714 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, di cui il 76,3% è di plastica.Nel mare invece, secondo i rilevamenti effettuati da Goletta Verde attorno alle coste, i rifiuti sono 58 ogni chilometro quadrato e di questi, il 96% è costituito da plastiche derivanti soprattutto da buste (16,2%) e materiale utilizzato nelle attività di pesca, come lenze, reti e cassette di polistirolo e bottiglie.

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01/09/2017, 19:05
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T.R.A. MONTI - Terre Restituite all'Agricoltura
5 anni fa l’Associazione Per Tramonti ha avviato il progetto per piantare nuovi vigneti sui terreni abbandonati. Alcuni proprietari che non potevano più occuparsene, li hanno ceduti in comodato gratuito all’Associazione.

(Manarola - Sede, 06 Settembre 2017) - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL'ASSOCIAZIONE PER TRAMONTI ONLUS

Chi vuole partecipare come volontario/a alla vendemmia, che si svolgerà VENERDì 8 SETTEMBRE, può scrivere a:
info@pertramonti.it comunicando la propria disponibilità insieme ai seguenti
dati:
Nome Cognome, luogo e data di nascita
oppure è possibile telefonare al 335 6141442


Allegati:
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Viticoltura eroica e turismo, modello socio-economico vincente del Cervim
Gaudio ha incontrato i viticoltori Candia Colli Apuani e delle Cinque Terre, per la presentazione delle attività del Cervim e per promuovere un confronto sulle future collaborazioni e sul loro coinvolgimento in differenti progetti.

(Massa, 08 Settembre 2017) - "Il binomio vino e turismo nelle aree 'eroiche' è indissolubile e rappresenta un modello vincente che va sostenuto e rilanciato. La viticoltura eroica, nonostante costituisca a livello europeo solo il 7% della viticoltura, in realtà è portavoce dell'eccellenza del fare il vino e della sua qualità. Fra le ragioni, le caratteristiche estreme del clima, l'unicità dei vitigni, la peculiarità dei suoi terroir". Così il presidente del Cervim Roberto Gaudio, a Verona, in occasione del workshop "Il paesaggio nutre l'uomo: paesaggio rurale e biodiversità per un Soave che guarda al futuro", nell'ambito di Soave Versus l'evento del Consorzio del Soave, dove si sono svolte degustazioni dedicate al celebre bianco veronese e momenti di approfondimento.

Al workshop sono intervenuti il professor Mauro Agnoletti, presidente del comitato scientifico del Programma Giahs-FAO e coordinatore dell'Unità Paesaggio di Rete Rurale Nazionale, e il Sen. Mario Dalla Tor, della commissione agricoltura del Senato. Nell'occasione sono state approfondite le tematiche paesaggistiche, in particolare della viticoltura eroica, e della possibilità di un suo inserimento nel GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems), il programma della FAO che tutela e promuove specificamente il patrimonio agricolo.

Nel suo intervento Agnoletti ha ricordato come "il Giahs entri nel merito delle pratiche agricole per promuovere un'agricoltura sostenibile che si è sottratta ai processi di industrializzazione, conserva uno stretto legame tra paesaggio e prodotti alimentari locali e mantiene le comunità rurali associate ai luoghi di produzione e ai loro paesaggi"

Il Cervim ha, inoltre, partecipato con il consigliere Stefano Celi, in qualità di degustatore, alla Sélection des Vins du Valais, dove per il secondo anno consecutivo è stata richiesto il coinvolgimento del Cervim. Negli ultimi giorni sono anche ripresi gli incontri territoriali nelle diverse aree di interesse del Cervim: l'ultimo di questi si è svolto a Massa, dove il presidente Gaudio ha incontrato i viticoltori della denominazione Candia Colli Apuani e delle Cinque Terre, per la presentazione delle attività del Cervim e per promuovere un confronto sulle future collaborazioni e sul loro coinvolgimento in differenti progetti.

http://www.teatronaturale.it/tracce/tur ... ncente.htm


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Difendiamo il Parco di Montemarcello Magra

Il Presidente Alessandro si unisce all'appello rivolto dalle Associazioni ambientaliste alla Regione Liguria perché non dia corso all'iniziativa di cancellare il Parco di Montemarcello Magra.

(Manarola - Sede, 20 Settembre 2017) - Non soltanto c'è la necessità di preservare le qualità assolutamente peculiari di quel territorio con gli strumenti tipici del Parco, ma ci sarebbe piuttosto l'urgenza di incoraggiarne il rafforzamento e la fruizione intelligente.
Le statistiche confermano che il turismo premia le aree protette, la natura e il paesaggio, piuttosto che le iniziative estemporanee di sfruttamento.
Anche la sola ipotesi di eliminazione del Parco, veramente eccentrica nell'esperienza delle strategie di cura del territorio in Italia e all'estero, suona come una sconfitta non tanto dell'esperienza di gestione, quanto della nostra capacità di riconoscere la forza e le caratteristiche uniche di un'area costiera che abbraccia, nell'arco di pochi chilometri, altitudini, fiume e riviera, boschi e borghi, cultura e gastronomia.

Vittorio Alessandro
Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre

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Carabinieri Forestali: guida abusiva multata nelle Cinque Terre
Domenica scorsa i militari della Stazione Carabinieri Parco Cinque Terre hanno sanzionato e segnalato all'autorità giudiziaria una guida abusiva che transitava con un gruppo sul sentiero SVA 592, chiuso da ordinanza sindacale.

(Manarola - Sede, 26 Settembre 2017) - Domenica 24 settembre i militari della Stazione Parco Cinque Terre hanno sorpreso in località Corniglia un accompagnatore abusivo che conduceva un gruppo sul sentiero Verde Azzurro SVA 592, chiuso con Ordinanza Sindacale del Comune di Vernazza a seguito delle consistenti piogge cadute nella nottata.

In ottemperanza alla Legge Regionale 44/99, i Carabinieri Forestali hanno dunque proceduto con due sanzioni amministrative; una a carico dell'accompagnatore privo di abilitazione ed una a carico della società per la quale esercitava abusivamente l'attività di guida turistica, ambientale ed escursionistica.

Inoltre l'accompagnatore non in regola è stato segnalato dall'Autorità Giudiziaria per essersi introdotto lungo un sentiero interdetto al transito a seguito di Ordinanza emessa per motivi di pubblica incolumità.

Il provvedimento è stato comunicato all'Ente Parco dal Tenenete Colonnello Silvia Olivari, Comandante del Reparto Carabinieri Parco Cinque Terre che ha sottolineato: "occorre che i visitatori dell'Area Protetta siano accompagnati da guide abilitate perchè ciò garantisce una adeguata la conoscenza del territorio e delle informazioni utili ad una fruizione in sicurezza."
Questa sanzione dimostra – aggiunge il Direttore Patrizio Scarpellini – come il percorso intrapreso dal Parco nell'istituzione dell'Albo delle Guide sia uno strumento importante al fine di veicolare, in tempo reale, le informazioni necessarie ad una corretta fruizione della rete sentieristica dell'Area Protetta.

Comando Regione Carabinieri Forestale "Liguria"
Coordinamento Territoriale per l'Ambiente
Parco Nazionale delle Cinque Terre

Per ulteriori informazioni:
Coordinamento Territoriale Carabinieri per l'Ambiente
Via Fegina 34 bis – 19016 Monterosso al Mare (SP)
Ten. Col. Silvia Olivari
Tel 0187818270 ore 10-12 dal Lun. al Ven.
Cellulare 3351331597 e-mail cta.cinqueterre@forestale.carabinieri.it
Via Fegina 34 Bis - 19016 Monterosso al Mare (SP) - tel. 0187818270 - fax 0187818977
cta.cinqueterre@forestale.carabinieri.it

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26/09/2017, 19:24
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