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Parco Nazionale delle Cinque Terre 
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Il Parco Nazionale sostiene la necessità, affermata da tempo in ogni occasione, che il servizio di trasporto ferroviario da e per le Cinque Terre richieda il netto miglioramento dell'accoglienza turistica attraverso la tendenziale differenziazione dell'utenza residente dai flussi turistici, e la razionalizzazione di questi (prenotazione online, organizzazione delle visite).

Nella consapevolezza che la creazione di un servizio dedicato ai turisti (c.d. Treno del Parco) produca effetti su entrambe le categorie, il Parco Nazionale esprime l'auspicio che vengano accolte le istanze delle Amministrazioni locali a tutela delle fasce di lavoratori pendolari e studenti, nella certezza che nessun sistema di accoglienza turistica potrà dirsi accettabile se produce inefficienze e sacrifici per i residenti.

Irrinunciabile è pertanto il principio - insito nel sistema di differenziazione - per cui il servizio "maggiorato" offerto ai turisti debba essere retribuito soltanto da questi (e/o dalla filiera esterna che ne organizza il flusso verso le Cinque Terre), non da chi risiede nei Cinque Comuni del Parco, o che nel territorio abbia necessità di recarsi.

Il Parco ha sempre rappresentato dette istanze ai propri interlocutori (Regione Liguria e Trenitalia) di fronte ai svariati progetti di riforma del servizio nel tempo elaborati su linee generali - e come tali riportati in Comunità del Parco - e mai concretizzatisi in formale delibera, previa ufficiale espressione di parere da parte della stessa Comunità.

In ordine alla dettagliata ipotesi di riforma dell'orario ora presentata da Trenitalia il Parco, con i propri Comuni, ribadisce la necessità che i costi del servizio metropolitano (biglietto a tratta e quota Trenitalia della Carta Treno) vengano contenuti attraverso una combinazione fra il sistema fin qui adottato e il nuovo servizio metropolitano: ovvero, mantenendo significative fermate dei treni a lungo raggio nelle Cinque Terre e riducendo il numero di "treni del Parco" previsto per il cadenzato estivo nelle fasce orarie di minore affollamento.

Regione, Trenitalia, Parco e Amministrazioni locali, si ritiene, dovranno avviare unitariamente e in modo graduale le nuove iniziative strutturali di cui non solo i treni, ma anche le stazioni del Parco hanno bisogno.

È necessario altresì dare luogo a una riforma dell'orario il più possibile aperta. Ogni irrigidimento, infatti, potrebbe dar luogo a dispendio di risorse pubbliche, stante la imprevedibilità delle presenze turistiche e il conseguente prodursi di soluzioni ridondanti o comunque inadeguate.

Si propone, pertanto, la verifica con cadenza mensile, nel periodo di attuazione dell'orario estivo, della nuova esperienza.

LA CONVENZIONE FRA PARCO NAZIONALE E TRENITALIA

È soprattutto sul trasporto ferroviario che il Parco confida per una migliore logistica dell'accoglienza, nella consapevolezza che il treno costituisca la modalità di collegamento più rapida e di minore impatto ambientale. Grazie agli accordi con le Ferrovie dello Stato, presso le stazioni l'Ente Parco assicura i servizi d'informazione e la vendita dei biglietti presidiando le quattro sedi ferroviarie (Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza) prive di personale Trenitalia.

La Carta Treno costituisce uno strumento cardine per la valorizzazione del servizio ferroviario nelle Cinque Terre e la acquisizione di risorse da destinare alla cura del territorio, strumento altresì adeguato al perseguimento della razionalizzazione e dello studio dei flussi turistici.

L'impegno dell'Ente Parco nel tenere in vita la Convenzione è legato alla necessità che essa sia interamente pagata dalla vendita della Carta: l'Ente non dispone infatti di strumenti contabili ed economici che gli consentano di investire risorse di diversa provenienza.

Il costo della Carta non è dunque una "variabile indipendente". Il suo ammontare, costituito dalla quota Trenitalia e da quella dei servizi assicurati dal Parco (accoglienza, trasporto pubblico gommato, rifiuti, sentieri, muretti a secco, sostegno all'agricoltura) non solo deve essere attrattivo nei confronti dell'utenza, ma deve misurarsi con l'entità e la qualità dei servizi erogati ai visitatori.

L'Ente Parco è pronto, dunque, a rinnovare la Convenzione con Trenitalia (da cui, peraltro, dipende il posto di lavoro di oltre cento giovani del territorio) alla luce degli accordi che interverranno fra la Società e la Regione Liguria sul nuovo orario e sugli importi tariffari, e auspica una rapida intesa volta a migliorare i servizi di trasporto per i residenti e per i visitatori del Parco Nazionale delle Cinque Terre.

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07/01/2016, 20:05
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Nella trattativa svoltasi ieri a Genova sul trasporto ferroviario nelle Cinque Terre, il Parco Nazionale e i Comuni delle Cinque Terre hanno portato avanti le stesse richieste, ma su tavoli separati.

Tale volontà di dividere le voci istituzionali, subito accolta dalla controparte, ha indebolito il fronte delle richieste comuni, nonostante la mobilitazione pacifica di cittadini sotto il palazzo della Regione: così i residenti si sono trovati uniti e le Istituzioni del territorio divise.

Chi ha voluto che si arrivasse a tale frammentazione, nonostante la costante iniziativa unitaria e pacata dell'Ente Parco (esso viene definito "famelico" sul sito istituzionale del Comune di Riomaggiore e, nella messaggistica semi ufficiale, un "intruso" nella trattativa con Regione e Trenitalia) si è assunto una grave responsabilità.

L'esito dell'incontro di ieri e stato segnato dalla decisione, già assunta dalla Giunta regionale, di fissare il biglietto del nuovo servizio ferroviario a € 4 (corsa singola) e a € 10 (tariffa giornaliera da ricomprendere nella Cinque Terre Card).

All'interno di tale previsione, assunta autonomamente dalla controparte, il Parco Nazionale ritiene responsabilmente di non rinunciare alla convenzione con Trenitalia e all'esperienza della Cinque Terre Card, per ciò che essa rappresenta per i progetti di turismo sostenibile e di cura del territorio, oltre che per la ricaduta occupazionale di quasi un centinaio di residenti dediti ai servizi del Parco.

La trattativa di ieri con Trenitalia ha offerto margini di condivisa assunzione di impegni tra i quali, molto importante, quello di mantenere aperto un comune studio dei flussi turistici, cui adeguare logistica e costi.

In base a tali impegni, nella giornata di domani l'ente Parco trasmetterà a Trenitalia il proprio prospetto di previsioni economiche.

Il conseguente aumento di costo della Cinque Terre Card, che avrebbe dovuto essere affrontato ieri in seduta comune con i Sindaci, (insieme alle condivise richieste sul maggior numero di fermate di treni a lunga percorrenza), sarà portato alla attenzione della prossima Comunità del Parco, allorché convocata.

Con questo, le iniziative sulla Carta 2/3 giorni e sulla Carta Famiglia volte al l'incoraggiamento del turismo più stanziale.

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09/01/2016, 18:54
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Agricoltura: il Parco fornisce pali in castagno
L'Ente Parco, nell'ambito delle iniziative in aiuto al comprato agricolo, fornisce pali in castagno ai viticoltori delle Cinque Terre
(Manarola, 14 Gen 16) Si ricorda che potranno presentare istanza di richiesta di pali in castagno, naturali e non trattati chimicamente, i proprietari o i conduttori di terreni ricadenti nella perimetrazione del Parco Nazionale delle Cinque Terre.

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14/01/2016, 23:11
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“Paesaggio rurale storico”. Quali conseguenze per la viticoltura? di Andrea Gabbrielli
(Sede - Manarola - , 25 Gennaio 2016) - I territori collinari delle Docg Prosecco Superiore e Soave, sono entrati a far parte del "Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali". Le iscrizioni, alle quali si aggiunge anche quella del Parco rurale del paesaggio appenninico di Moscheta nel Mugello, riguardano le aree che "che pur continuando il loro processo evolutivo, conservano evidenti testimonianze della loro origine e della loro storia, mantenendo un ruolo nella società e nell'economia". (art. 4 del DM n°17070 del 19/11/2012).

Questi riconoscimenti segnano un importante novità nell'approccio al paesaggio e ai fenomeni che lo riguardano. Infatti, il ruolo dell'uomo non viene più visto come elemento turbativo o di degrado dell'ecosistema, per esempio con la pratica di colture intensive, ma diventa l'attore principale della salvaguardia della biodiversità e della conservazione del paesaggio stesso. Basti pensare nel caso del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, la vulnerabilità non solo delle Rive, cioè di quei vigneti in forte pendenza e ben soleggiati, ma in generale dell'area, è elevata e richiede un lavoro continuo per mantenere la morfologia attuale tra le parti boscate, i prati e le superfici vitate. "Dal confronto tra foto d'epoca e foto odierne" dice Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio "si nota subito come nel corso degli anni non ci siano stati che pochi e parziali adattamenti al paesaggio. Nella viticoltura specializzata, poi, si usa storicamente la stessa tecnica di impianto e anche l'urbanizzazione ha avuto un impatto assai ridotto".

Come del resto succede anche nel Soave. Infatti, nell'area definita "classica", sono stati individuati 1700 ettari di vigneti collinari, con la presenza di elementi di edilizia storica, capitelli votivi, forme di allevamento tradizionale come la pergola, muretti a secco e vigneti di oltre 100 anni tuttora in produzione, che contribuiscono alla storicità del paesaggio, tanto che dal 1955 ad oggi si è mantenuto invariato l'uso del 68% del suolo del Soave. "L'iscrizione al Registro per noi è un grande risultato" spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela "in questo modo la denominazione del Soave viene riconosciuta a livello nazionale come comprensorio vitato storico. Questo riconoscimento, oltretutto, pone le basi per un nuovo approccio soprattutto da parte del legislatore per una ridefinizione degli strumenti di sostegno per la viticoltura in areali tanto particolari quanto estremi".

La candidatura del siti a "paesaggio rurale storico" comporta la realizzazione di studi e di analisi approfonditi sulla matrice paesaggistica, sugli usi del suolo e su tutti quanti gli aspetti che compongono il mosaico paesaggistico. Nel caso specifico del Prosecco Superiore Docg sono stati rilevati e cartografati gli usi del suolo del 1960 e quelli del 2007. Sono state, in tal modo, rilevate per entrambi gli anni, le classi d'uso del suolo: aree adibite a prato, seminativi, zone boscate, aree urbanizzate, vigneti, idrografia. L'individuazione di questi usi del suolo ha permesso la creazione di un "geodatabase", secondo cui il 59% della superficie totale risulta essere sostanzialmente invariata. Innocente Nardi, presidente del Consorzio del Prosecco Superiore, sostiene che "L'iscrizione al Registro del nostro paesaggio rurale è un valore aggiunto al nostro territorio e alla nostra denominazione".

"L'auspicio" aggiunge il presidente del Consorzio del Soave, Arturo Stocchetti "è che nell'immediato futuro si possano mettere a disposizione dei viticoltori di collina, opportunità di finanziamento specifiche per questi territori in modo di preservarli". I riconoscimenti, da questo punto di vista, sono particolarmente importanti, perché mettono in evidenza i territori collinari più disagiati e con forme e modalità di allevamento tradizionali, che presentano dei costi, di lavorazione e di mantenimento, molto più elevati rispetto agli altri. L'unica arma per combattere l'abbandono dei territori è proprio riconoscere la diversità dei paesaggi rurali di interesse storico, premiando i viticoltori ed evidenziando che la strada sino ad ora perseguita con sacrificio, sinora non sempre adeguatamente riconosciuta, alla fine paga.

Gli altri siti sotto osservazione

Tra i compiti dell'Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, oltre al censimento dei paesaggi, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali ritenute di particolare valore, la promozione di ricerche, la salvaguardia, la gestione e la pianificazione, anche al fine di preservare le diversità bio-culturali del paesaggio stesso. Inoltre si occupa dell'elaborazione di principi generali e di linee guida per la tutela e valorizzazione del paesaggio rurale con particolare riferimento agli interventi previsti dalla politica agricola comune. Attualmente sono sotto osservazione le Cinque Terre, la Media Dora Baltea (Valle d'Aosta), le Langhe, la Valtellina, Santa Maddalena in Alto Adige, Rosazzo in Friuli, Fonzaso in Veneto, Lamole in Toscana, le viti maritate dei Campi Flegrei, i vigneti del Vulture, la Costa Viola, Pantelleria e il Mandrolisai in Sardegna.

L'intervista: Mauro Agnoletti e il gruppo di lavoro sul paesaggio del Mipaaf

Mauro Agnoletti, professore associato presso il dipartimento di gestione dei sistemi agricoli alimentari e forestali (Gesaaf) dell'Università di Firenze, è esperto scientifico del Consiglio d'Europa, Fao, Unesco, Iufro, Cbd. Lo abbiamo interpellato nella veste di coordinatore del gruppo di lavoro sul paesaggio al Ministero delle politiche agricole e forestali.

Quali sono le caratteristiche dei paesaggi rurali storici?

Sono paesaggi presenti da lungo tempo, anche molti secoli, le cui caratteristiche si sono stabilizzate o evolvono molto lentamente. Sono legati all'impiego di pratiche tradizionali, e ordinamenti colturali rappresentativi dell'identità storica dei luoghi, anche in termini di sistemazioni del terreno, architettura degli impianti e tecniche di allevamento. Non fanno riferimento ad aspetti naturalistici, ma esprimono una biodiversità definita come "bioculturale", secondo la dichiarazione redatta dalla Convenzione per la diversità biologica e dall'Unesco per il paesaggio rurale europeo.

Qual è il senso di questi inserimenti e cosa si intende per nucleo storico?

Il termine è stato recentemente utilizzato per alcuni siti viticoli per chiarire la diversità esistente fra le generiche zone di produzione, quali Doc o Docg, e le porzioni di territorio che mostrano persistenza storica e integrità della struttura del paesaggio dal punto di vista topografico e delle pratiche utilizzate.

Qual è il ruolo dell'Osservatorio nazionale del Paesaggio rurale?

Le indagini, svolte per l'introduzione del paesaggio nel Piano nazionale di sviluppo rurale 2007-13, hanno mostrato la mancanza di strategie volte a valorizzare il paesaggio rurale dal punto di vista economico e strumenti adeguati alla conservazione. Le forme di tutela esistenti, al contrario, spesso degradano il paesaggio, favorendo abbandono e industrializzazione. L'Osservatorio vuole invertire questa tendenza. Oltre al Registro, sono già state realizzate modifiche normative, quali lo svincolo dei territori riforestati per abbandono, consentendo il restauro del paesaggio storici.

Come e cosa bisogna fare per entrare nel Registro?

È necessario inviare una scheda di segnalazione all'Osservatorio e in caso di risposta favorevole procedere alla redazione del dossier di candidatura.

Info: http://landscapeunifi.it/it/osservatori ... gio-rurale

a cura di Andrea Gabbrielli

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25/01/2016, 16:37
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San Valentino attivo nel Parco: le Cinque Terre a bordo di una bicicletta a pedalata assistita, emozioni in libertà con l’aiuto del motore elettrico. Il percorso, con visita in cantina, è organizzato da Sigeric sc, in collaborazione con A.S. Lorelì

Il Parco Nazionale e i borghi delle Cinque Terre, Patrimonio Mondiale dell'Unesco, visti da un punto di osservazione insolito, quello del ciclista.
Un percorso su due ruote attraverso terrazzamenti e vigneti a picco sul mare, sul confine tra lo spazio coltivato e l'inizio del bosco. Qui si respira la vera essenza di questo luogo e dei suoi abitanti, al tempo stesso pescatori, agricoltori e boscaioli; qui è possibile specchiarsi nella meraviglia del Mar Ligure e delle sue coste rocciose (visibili per quasi tutto l'itinerario), per comprendere la complessità di questo paesaggio umano e l'importanza di preservare questi luoghi.

Il Percorso
Da località Fossola (uscita della galleria Biassa, strada provinciale SP370 direzione Cinque Terre), la porta del Parco, si sale attraverso fitti boschi di castagni sin sul colle del Telegrafo, snodo escursionistico dove l'aria di mare arriva con forza e la macchia mediterranea inizia ad essere predominante. Da qui, attraverso paesaggi mozzafiato è possibile raggiungere Volastra, splendido borgo circondato dai vigneti, con la sua cantina sociale. Dopo una degustazione dei vini della Cantina Sociale Cinque Terre (località Groppo) accompagnati da prodotti locali (focacce, torte salate, acciughe) si prosegue verso Manarola, dove è prevista una sosta libera di un'ora per visitare il borgo, pranzare e rilassarsi.
Nel pomeriggio l'itinerario si conclude con il rientro da Manarola a Fossola (luogo di partenza dove è presente ampio parcheggio).

Grazie alle e-bike, bici a pedalata assistita del Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano, che aiuteranno la pedalata in salita con batteria e motore elettrico, si potrà godere della bellezza del paesaggio e dei suoi Sali scendi, alla scoperta dei suoi suoi angoli meno conosciuti

Altre pedalate in programma dopo quella del 14 Febbraio: Pedalando verso la Primavera 13 marzo -- In bici tra le fioriture del Parco Nazionale 10 aprile (speciale workshop fotografico a pedali) - In bici tra i vigneti e il mare 8 maggio

INFO lunghezza:27 Km, durata: Full Day 9.30 - 16.30, difficoltà: media, numero massimo: 14 persone, numero minimo: 6

Partenza: litoranea Fossola presso sede Corpo Forestale dello Stato (Uscita galleria Biassa strada provinciale 370 delle Cinque Terre)
Ritorno: litoranea Monesteroli presso sede Corpo Forestale dello Stato (Uscita galleria Biassa strada provinciale 370 delle Cinque Terre)

Punto di partenza raggiungibile in Auto, ubicato sulla strada litoranea delle 5 Terre tra La Spezia e Riomaggiore, poco prima del bivio per il paese di Riomaggiore. Possibilità parcheggio auto gratuito.

orario ritrovo: 9.30
orario partenza: 10.00
orario ritorno: 16.00 -16.30

Percorso: litoranea Monesteroli - Biassa – Colle dell Telegrafo - Volastra - cantina sociale Volastra - Manarola - Riomaggiore - litoranea Monesteroli

Servizi forniti: noleggio e-bike + seggiolini + cammellini/ noleggio caschetti/assicurazione personale/servizio guida + aperitivo/degustazione presso cantina sociale (da pagare in loco)

Aperitivo/degustazione: degustazione dei vini della Cantina Sociale Cinque Terre accompagnati da prodotti locali (focacce, torte salate, acciughe)

Prenotazione: obbligatoria a (obbligatorie entro 2 giorni dalla partenza) www.sigeric.itinfo@sigeric.it - 0039.331 886 6241

Prezzo (con già applicato Sconto Inverno 20%): 40 euro adulti e ragazzi > 12 anni / gratis 0-3 anni (con fornitura seggiolino) / 24 euro 3-6 anni (con fornitura cammellino) + aperitivo/degustazione presso cantina sociale (da pagare in loco) 6 euro adulti/ 4 euro 3-6 anni / gratis 0-3 anni

Speciale "Sconto inverno 20%" per le date 14 febbraio e 13 marzo (già applicato nei prezzi indicati)

Bambini/ragazzi: 0-3 anni seggiolino anteriore o posteriore /4 - 6 cammellino / > 12 anni (>143 cm e 32 kg) E - bike (non possibilità di coprire la fascia 6 - 12)

per info e prenotazioni (obbligatorie entro 2 giorni dalla partenza) www.sigeric.itinfo@sigeric.it – 0039.331 886 6241

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26/01/2016, 20:01
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Processo di formazione Piano di Gestione sito UNESCO “Cinque Terre, Porto Venere e le Isole Palmaria, Tino e Tinetto”
LUNEDÌ 8 FEBBRAIO 2016 alle ore 18,00 presso la sede del PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE – Via Discovolo c/o Stazione Manarola incontro pubblico

(Manarola , 03 Febbraio 2016) -
Su proposta dello Stato Italiano, il sito "Porto Venere, Cinque Terre e isole, Palmaria, Tino e Tinetto" è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1997, in quanto la comunità internazionale, attraverso il Comitato del Patrimoino Mondiale, ha riconosciuto che "La Riviera Ligure di Levante tra le Cinque Terre e Portovenere è un sito culturale di valore eccezionale, che rappresenta l'armoniosa interazione tra le persone e la natura per produrre un paesaggio di eccezionale qualità scenica, e che rappresenta uno stile di vita tradizionale che esiste da più di mille anni e continua a svolgere un ruolo socio-economico importante nella vita della comunità."

L'iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale porta prestigio e visibilità – i siti UNESCO, infatti, sono in tutto il mondo riconosciuti per la loro eccellenza - ma comporta anche la responsabilità di salvaguardarne i valori per la loro trasmissione alle generazioni future, attraverso misure di protezione e di gestione adeguate e strategie di sviluppo sostenibili e compatibili con i valori del sito. Per garantire il raggiungimento di questi obiettivi, il Comitato del Patrimonio Mondiale richiede che sia messo a punto un sistema di gestione (e di un piano).

A questo fine nel 2007 è stata siglata un'intesa interistituzionale tra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Liguria, Parco Nazionale delle Cinque Terre e Parco Naturale Regionale di Porto Venere, mentre nel 2014 è stata siglata una convenzione tra Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Liguria e FILSE s.p.a. (Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico della Regione Liguria) per la redazione del Piano di Gestione del sito UNESCO "Porto Venere, Cinque Terre e isole, Palmaria, Tino e Tinetto".

Il Piano di Gestione di un sito UNESCO si fonda su una visione per il futuro del sito condivisa e a lungo termine e delinea azioni e priorità per darvi attuazione. Il Piano quindi ha bisogno di un percorso di consultazione e concertazione tra gli enti interessati e le comunità locali che, attraverso le proprie rappresentanze (municipalità, associazioni, cittadini…), in varie forme e momenti sono coinvolti nella definizione del sistema di gestione e delle priorità di azione.

LUNEDÌ 8 FEBBRAIO 2016 alle ore 18,00

presso la sede del PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE – Via Discovolo c/o Stazione Manarola, Riomaggiore

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03/02/2016, 17:30
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Non si può che essere lieti della iscrizione della Via dell'Amore nell'elenco dei beni di interesse culturale, firmata giorni fa dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria.
Appare strano, però, che essa venga dichiarata "monumento" senza che, a oltre tre anni dalla frana, sia stato approntato un progetto o un finanziamento pubblico per la sua riapertura, e quando permane quella situazione che, nell'agosto del 2013, in Consiglio regionale venne definita come «drammatica e di una pericolosità che non si può descrivere con opportune parole».
Fece uno sbaglio chi annunciò che, nel giro di pochi mesi dalla frana, la via dell'Amore sarebbe tornata alla fruizione. Fu, d'altra parte, un errore di valutazione sostenere che quella frana avesse decretato la fine delle Cinque Terre: in questi anni non è infatti diminuita l'attrattiva turistica del territorio, grazie all'impegno speso dall'Ente Parco per la fruibilità dei sentieri alti e perché non si perpetuasse l'errore di fare, a buon mercato, del sentiero "più romantico del mondo" (uno dei più esposti al rischio di cedimenti franosi) il perno della immagine del territorio.
Al di là dei risultati molto favorevoli delle presenze turistiche, le ispezioni dell'Unesco successive all'alluvione del 2011 e all'evento franoso del 2012 hanno accertato, infatti, i risultati positivi degli indirizzi del Parco Nazionale, mantenendo alle Cinque Terre il rango di Patrimonio dell'Umanità.
Stupisce anche che, con la sua elezione a monumento, si saluti con soddisfazione l'idea che la Via dell'Amore, sottratta al Parco Nazionale, venga recuperata e gestita da privati (come? per quanto tempo? con quali garanzie di rispetto per l'ambiente e della sicurezza?)
Certo è augurabile che qualcuno, prima o poi, faccia qualcosa, ma sarebbe meglio tener conto fin d'ora che un Parco Nazionale, territorio Unesco, non possa essere sezionato, e che quel monumento, tornato alla luce - speriamo il più presto possibile - resti parte del paesaggio e del suo sistema di tutela.
L'Ente Parco, esautorato per ragioni incomprensibili dal progetto di ricostruzione, è sempre stato pronto a collaborare ad ogni iniziativa di recupero: quanto tempo si sarebbe risparmiato se il Comune di Riomaggiore avesse subito trovato nel Parco Nazionale il finanziatore del progetto?
È necessario che l'eventuale ingresso di privati nella vicenda della Via dell'Amore sia l'esito di decisioni di alto profilo istituzionale, per ciò che il sentiero rappresenta come immagine internazionale e per i delicati profili di sicurezza pubblica che esso chiama in causa.

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06/02/2016, 16:11
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Parco e ...treni

Il Parco ha dichiarato in riunione pubblica di aderire alle posizioni espresse dai Sindaci.

(Riomaggiore, 06 Febbraio 2016) - Si impone una noiosa precisazione a chi chiede come mai l'Ente Parco non figuri tra i firmatari della lettera all'Assessorato Liguria contenente le proposte sui servizi ferroviari per le Cinque Terre.
La Comunità del Parco, nella riunione di Monterosso di due settimane fa, è stata chiamata a esprimersi sul progetto di orari e tariffe Trenitalia.
Al dibattito avrebbe dovuto seguire una risoluzione, votata dagli aventi diritto al voto, che la stessa Comunità dei Sindaci avrebbe trasmesso alla Regione Liguria.
Parrà strano a chi si ostina a credere che, o esiste un Parco senza Sindaci, o esistono i Sindaci senza un Parco - ma, per i giusti equilibri voluti dalla legge e poco sperimentati nel passato, l'Ente Parco non ha diritto di voto in Comunità del Parco.
Quindi, non potendo votare la risoluzione, il Parco ha dichiarato in riunione pubblica di aderire alle posizioni espresse dai Sindaci.
Ha poi confermato tale adesione con una email a loro indirizzata.
Infine ha manifestato, in forma scritta, all'Assessorato regionale ai Trasporti il proprio sostegno alle stesse richieste.
Queste ultime, però, non sono state indirizzate alla Regione in forma di risoluzione della Comunità del Parco (come giusto sarebbe stato), bensì come documento firmato da una sommatoria di soggetti: a questo punto l'Ente Parco avrebbe dovuto figurare fra i firmatari, ma così - purtroppo - non è stato.
Non ce ne faremo una malattia, la posizione del Parco è chiara e coerente da mesi, e tale resterà.

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07/02/2016, 1:01
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Ancora treni. Di Vittorio Alessandro.
Ritardi, soppressioni, il treno che "tira lungo" e si ferma in galleria duecento metri dopo la stazione: sono segnali di una logistica e di una generale organizzazione non adeguati al sistema fin qui attuato di treni cadenzati per le Cinque Terre.
La nuova offerta ai turisti (e che da essi dovrà essere, certo, adeguatamente retribuita) non può innanzitutto risolversi in una deminutio per i residenti.
Nella percezione del viaggiatore, soprattutto quello locale, il servizio ferroviario si considera tanto migliorato quanto più treni ci sono e quanto maggiore è la velocità del collegamento.
Il nuovo orario risponde dunque (in parte, e soprattutto nel periodo estivo) al primo requisito, assicurando anche la praticità della cadenza e il più facile raggiungimento delle stazioni collegate.
Esso non soddisfa però ancora il secondo: è aumentato, infatti, il tempo di percorrenza medio tra un borgo delle Cinque Terre ed una stazione fuori dalla rete del cadenzato e il vantaggio, nella lunga e media percorrenza, è solo per i viaggiatori non diretti alle stazioni del Parco .
Nel corso della riunione di ieri a Genova, purtroppo non ancora decisiva, il Parco nazionale ha raccomandato la ricerca di tutte le possibili soluzioni tecniche perché il nuovo servizio ferroviario non si risolva in un oggettivo isolamento del proprio territorio, e che si eliminino dal nuovo orario le strozzature delle lunghe attese alle coincidenze.
Ha auspicato, altresì, che la riforma del sistema - necessaria, questo è certo - sia elastica, capace cioè di combinarsi con i vantaggi del vecchio orario.
L'Ente ha infine richiesto che essa non sia caparbiamente basata sul "grosso investimento", (sempre pericoloso se destinato a un terziario turistico), nella considerazione soprattutto che, a grandi spese fatte, non si torna più indietro.
Speriamo che sulla strada proposta si possa finalmente trovare un'intesa, e giungere alla stipula della nuova convenzione fra Parco e Trenitalia.

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12/02/2016, 21:48
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Trasporti alle Cinque Terre: è tempo di fare un passo avanti
È dall'estate del 2013 che il Parco Nazionale rivendica la necessità di un servizio dedicato di treni per le Cinque Terre.
La richiesta, più volte discussa in sede di Comunità del Parco, è stata sottoposta alla Regione Liguria e a Trenitalia (in un primo momento assolutamente contrarie) nell'ambito delle riunioni convocate in Prefettura sul tema della sicurezza, alla presenza di tutte le Amministrazioni coinvolte.
Sede più che opportuna, perché soprattutto la sicurezza è messa a rischio dall'afflusso concentrato di turisti nelle stazioni del Parco: piccoli marciapiedi affollati dai passeggeri (a volte quelli di due treni diretti in senso opposto), turisti in salita e in discesa dalle vetture, gruppi numerosi di visitatori agli ordini di guide in affanno, persone costrette in spazi angusti e dai tempi serrati della nave da crociera, esposte ai furti e al violento spostamento d'aria dei treni che passano in velocità, costipate in fila indiana negli stretti sottopassaggi delle stazioni, ritardi congeniti e soppressione di treni.
Non si capisce come possa godersi, in tutto questo, la bellezza indescrivibile dei luoghi.

C'entra la sicurezza, dunque, ma anche la cultura della sostenibilità: ciò che accade nelle stazioni del Parco è l'esito di un turismo alimentato per oltre un decennio senza alcun criterio selettivo, a vantaggio di pochi e a danno soprattutto dei residenti che, per i propri spostamenti, hanno soltanto il treno e, per spazio di vita e di socialità, il proprio piccolissimo borgo.
Non potendo trattenere l'altro turismo, il Parco Nazionale ne ha avviato uno parallelo, quello per esempio dello Sciacchetrail, del Parco letterario Montale, del Festival Glocal di Monterosso, del Presepe di Manarola, delle visite alle cantine, del Centro di educazione ambientale, un turismo tendenzialmente destagionalizzato anche se, da novembre a marzo, gustare un caffè o ordinare un piatto di pasta è impossibile per l'assenza quasi completa, nelle Cinque Terre, di bar e ristoranti aperti.

È ormai tempo di fare un passo avanti.
Dall'estate del 2013, ripeto, l'Ente rivendica in tutti i modi l'istituzione di treni del Parco, per l'urgente finalità di migliorare l'accoglienza e per separare i flussi turistici da quelli residenziali.
La proposta ora delineata da Trenitalia non attua detta separazione, anzi va in senso decisamente opposto. Essa prevede, infatti, che residenti e turisti abbiano un unico treno, il cadenzato, sia pure a tariffa differenziata (benché nessuno chiarisca come i primi possano essere esonerati dal biglietto di quattro euro e come possa ben esercitare il proprio impegno il personale dell'informazione e delle biglietterie).
La separazione dei flussi prevista non è quella attesa perché distingue soltanto i passeggeri (turisti e residenti) in movimento fra La Spezia e Levanto da quelli diretti oltre, condannando così all'isolamento proprio il territorio bisognoso di un servizio migliore per meglio assolvere al proprio compito di accoglienza e per continuare a offrire degnamente le opportunità, non tutte ancora statisticamente accertate, per un ampio bacino di economia.

La soluzione sta, invece: a) nella istituzione di treni cadenzati a tariffa turistica (la più congrua) e su prenotazione, attraverso la Carta Parco - il bando per la dematerializzazione delle Card è già pronto - da vendere anche sul sito Trenitalia; b) nel mantenimento di fermata nelle stazioni delle Cinque Terre dei treni diretti oltre Levanto, con accesso a tariffa regionale solo per i residenti.
Insomma il Parco mette a disposizione il proprio impegno e la propria organizzazione perché al territorio (con treni, battelli e pullman), se i Sindaci concordano, possa accedersi soltanto previa prenotazione, per esigenze di sicurezza e di tutela di un paesaggio fragile. Una strategia che si combina con la Carta europea per il turismo sostenibile appena conseguita, con il piano di gestione UNESCO che ci avviamo ad approvare, con il Marchio di qualità ambientale.

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15/02/2016, 15:53
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